RIVISTA DI STUDI POMPEIANI - L'Erma di Bretschneider
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XXXI RIVISTA DI STUDI POMPEIANI RIVISTA DI STUDI POMPEIANI ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE AMICI DI POMPEI XXXI 2020 RIVISTA DI STUDI POMPEIANI XXXI - 2020 ISSN 1120-3579 ISBN 978-88-913-2128-2 «L’ERMA» «L’ERMA» di BRETSCHNEIDER RISPO 31_2020DEF.indd 1 21/12/20 08:57
ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE AMICI DI POMPEI PRESIDENTE Stefano De Caro DIRETTORE Massimo Osanna COMITATO SCIENTIFICO DELLA RIVISTA Anna Anguissola (Pisa); Luigi Cicala (Napoli); Marco Fabbri (Roma); Enrico Giorgi (Bologna); Pietro Giovanni Guzzo (Roma); Annette Haug (Kiel); Nicolas Laubry (Roma); Monica Livadiotti (Bari); Andrea Pane (Napoli); Fabrizio Pesando (Napoli); Eric Poehler (Amherst, Ma); Rubina Raja (Aahrus); Paul Roberts (Oxford); Guy Stiebel (Tel Aviv) COMITATO DI REDAZIONE Vincenzina Castiglione Morelli (coordinamento), Grete Stefani, Luana Toniolo, Antonio Varone Gli articoli monografici qui pubblicati, dopo una prima selezione della Direzione, sono stati sottoposti a doppio referaggio in anonimo, e corretti poi dagli Autori in base alle indicazioni ricevute dai referee. Agli Autori si ricorda di inviare alla Redazione eventuali contributi per i numeri successivi della Rivista entro il 31 dicembre di ogni anno, in due copie (di cui una in pdf anonimo), complete di immagini, di un breve abstract, e una lista di 5 parole chiave, sia in inglese che in lingua originale.
RIVISTA DI STUDI POMPEIANI XXXI 2020 «L’ERMA» di BRETSCHNEIDER Roma - Bristol
© 2020 «L’ERMA» di BRETSCHNEIDER Via Marianna Dionigi, 57 - 00193, Roma - Italy www.lerma.it 70 Enterprise Drive, Suite 2, Bristol, CT 06010 - USA lerma@isdistribution.com © Associazione Internazionale Amici di Pompei – Piazza Esedra, Pompei Direttore responsabile della Rivista Angelandrea Casale Sistemi di garanzia della qualità UNI EN ISO 9001:2015 Sistemi di gestione ambientale ISO 14001:2015 Rivista di studi pompeiani / Associazione internazionale Amici di Pompei. - A. 1 (1987)-, - Roma: «L’ERMA» di BRETSCHNEIDER, 1987.-, III.; 29 cm - Annuale. ISSN1120-3579 ISBN CARTACEO 978-88-913-2128-2 ISBN DIGITALE 978-88-913-2131-2 1. Associazione internazionale Amici di Pompei CDD 20 397.005 Periodico: Autorizzazione Tribunale di Torre Annunziata n. 34 del 26-11-1996
Indice Massimo Osanna, In ricordo di Mario Torelli ................................................................ I Massimo Osanna, Federico Giletti, Il Foro Triangolare di Pompei tra vecchie acqui- sizioni e nuovi scavi ......................................................................................................... 7 Laetitia Cavassa, Martine Claude Denoyelle, C. Pouzadoux, Une mythe grec pour la tombe d’une femme samnite: proposition de lecture d’une amphore à figures rouges de Pompéi............................................................................................................................ 25 Mauro Menichetti, Imitatio Alexandri, il “nuovo mondo” della Casa del Fauno .......... 33 Silvia Pallecchi, L’area della bottega VII 14. 3 a Pompei: storie di trasformazioni e progressive edificazioni di un piccolo spazio affacciato su Via dell’Abbondanza, fine del II sec. a.C.-I sec. d.C.. ......................................................................................................... 47 Simona Formola, Edilizia domestica. Tipologia architettonica e funzionale delle alae a Pompei ed Ercolano ........................................................................................................ 57 Fabrizio Ruffo, Gianluca Soricelli, L’evoluzione degli assetti agrari nella Piana del Sarno in età romana (I secolo a.C.-V secolo d.C.) ........................................................... 75 Vincenzo Franciosi, Fabio Marcello Pirozzi, I due “corridori” di Ercolano............. 89 Dieter Richter, Sigmund Freud a Pompei. Sulla genesi del modello archeologico nella Psicanalisi (trad. U. Pappalardo).................................................................................... 101 NOTIZIARIO Ufficio Scavi di Pompei. Attività 2019 (G. Stefani)........................................................ 109 Attività Ufficio Mostre (G. Stefani) ............................................................................... 109 Vanity: Storie di gioielli dalle Cicladi a Pompei (Pompei, Palestra Grande, 10/5-5/8/2019) (A. Mauro) .................................................. 110 Pompei e Santorini. L’eternità in un giorno. (Roma, Scuderie del Quirinale, 11/10/2019-6/1/2020) (L. Toniolo) ............................. 110 Attività svolte dal Sito Unesco 829 “Archaeological areas of Pompei, Herculaneum and Torre Annunziata” (S. Siano, PaErco-L. Toniolo, Pa Pompei) ...................................... 111 Modi d’abitare a Pompei in età sannitica: diffusione e uso del tipo della casa ad atrio te- studinato (D. D’Auria, P. Ballet) .................................................................................. 111 Ufficio Scavi di Boscoreale. Notiziario 2019 (A.M. Sodo) .............................................. 115 Ufficio Scavi di Oplontis. Attività 2019 (I. Bergamasco, G. Scarpati) .......................... 116
Oplonti, Nuovi scavi nella Villa A. Note preliminari (M. Osanna, F. Giletti) .............. 117 Ufficio Scavi di Stabia. Attività 2019 (F. Muscolino) .................................................... 121 Breve nota sullo scavo dell’ambiente 71 di Villa Arianna, Stabiae (2018-2019) (P. gardelli, A. Butyagin) ............................................................................................. 123 Conservation works carried out in Villa Arianna in 2019 (Krzysztof Chmielewski, Julia Burdajewicz) ............................................................ 125 La Villa marittima in Contrada Sora a Torre del Greco. Il progetto di conoscenza e re- cupero: il quadro generale e i nuovi dati archeologici (M. Osanna, V. De Nicola, D. Camardo, M. Notomista) ........................................................................................ 127 Le attività del Parco Archeologico di Ercolano e dell'HCP nel 2019 (F. Sirano et al. a cura di F. Sirano) ............................................................................... 135 RECENSIONI Massimo Osanna, Pompei. Il tempo ritrovato. Le nuove scoperte, Rizzoli, Milano 2019 (M. Torelli) .................................................................................................................. 149 Nicola Ruggieri. Prima di quel giorno a Pompei... tecniche costruttive, vulnerabilità sismi- ca, riparazioni e rinforzi al tempo dell’eruzione del 79 d.C., Aracne editrice, Roma 2019 (C. Colelli) ................................................................................................................... 151 Michele Di Gerio, Archeologia e animali. La narrazione degli autori antichi, Guida Edi- tori, Napoli, 2019 (M. Nieberle) ................................................................................... 152
In ricordo di Mario Torelli Torino, Museo Egizio. Il 15 settembre 2020 è scomparso Ma- Roma, dove pensavo si dovesse studiare produzioni e dell’artigianato, non le ho rio Torelli. volendo fare studi seri. Ci informammo, capite. Ma ho capito che in quel mondo Era entrato nella mia vita nel novem- con la mia famiglia, sulla situazione peru- ci voglio entrare senza mezzi termini e bre 1981, circa 40 anni fa, ed è stato per gina, che sarebbe stata per me un ripiego, che devo studiare, intensamente. E’ quel- me molto più di un Maestro. Ricordo e con gioia appresi che avrei avuto lì la lo che ho fatto in quei mesi del primo ogni momento che ho avuto la fortuna possibilità di giovarmi del magistero di corso e poi in quegli anni di formazione di condividere con lui, anche i momenti Mario Torelli, la cui fama aveva raggiunto universitaria, sfruttando ogni occasione di scontro, che non possono mancare in anche la remota Basilicata. Così partii per per seguire suoi corsi: alla fine, solo nel tutti i rapporti profondi tra esseri uma- il capoluogo umbro, e l’incontro con il corso di laurea, ne avrò seguiti quattro, ni. Quello che serbo, al di là di tutto, è Maestro fu una folgorazione. Appena ar- uno all’anno, e avrò dato con lui quattro una profonda riconoscenza: quello che ho rivato decido dunque di seguire il corso di esami. Ricordo anche quelli, a cominciare fatto, quello che sono professionalmente, Archeologia greca e mi trovo in una aula da un pre-esame che mi mette per la pri- lo devo in gran parte a lui. Non solo per- gremita dove la lezione è seguita non solo ma volta in contatto con lui. Soddisfatto ché ha orientato e ispirato le mie ricerche, da giovani neoiscritti ma da laureandi, della prova, il Maestro, dopo aver appreso dopo avermi formato come archeologo, assistenti, ricercatori. Si ha l’impressione di dove sono, esulta: si è occupato scien- ma perché da lui ho imparato anche l’im- che si debba assistere ad un evento unico tificamente di Venosa, è amico del nuo- portanza dell’impegno civile e sociale, il e memorabile già aspettando il Professo- vo Soprintendente, Angelo Bottini, che dovere di mettere a frutto le proprie com- re che arriva, e nel frattempo si approfit- chiama immediatamente per affidarmi a petenze a servizio degli altri. ta per conoscere gli altri studenti. Tutti lui, perché faccia le prime esperienze sul Serbo un ricordo vivissimo di lui già parlano di lui come di un mito. La mia campo. Così l’estate dopo, partirà la mia dal mio primo giorno di università, a curiosità è enorme. La lezione comincia: prima entusiasmante campagna di scavo Perugia, dove mi ero iscritto al corso di Il mondo greco in età geometrica. Seguo a Banzi (altro centro caro al Maestro, da laurea in Lettere classiche con indirizzo tutto senza perdere una parola, con am- cui riceverà la cittadinanza onoraria): una archeologico. La mia scelta di Perugia era mirazione e grande attenzione, ma anche villa repubblicana, sovrapposta ad un’area stata indirizzata dalla presenza in quella con frustrazione. Il mondo che si apre è sepolcrale preromana. città dell’ONAOSI, l’ente che assiste gli impervio, richiede conoscenze, saperi che Come con il primo scavo, così il orfani di medici, che assicurava vitto e al- non ho. Molte cose, del suo approccio Maestro ha poi costantemente indirizza- loggio. Già convinto di studiare Archeo- poliedrico che spazia dalla antropologia to le mie scelte nella formazione e nella logia, ero però intenzionato ad andare a alla storia delle religioni, alla storia delle ricerca, a cominciare dalla tesi di laurea su
II In ricordo di Mario Torelli una necropoli preromana di Lavello, alla La straordinaria curiosità scientifica stro mondo in trasformazione, del quale frequentazione della Scuola Archeologica per tutti gli aspetti del mondo antico e è certamente difficile tracciare un profilo italiana di Atene (dove nel 1986 venne la passione per l’insegnamento per lui è compiuto e oggettivo, la scienza dell’an- come docente iniziandomi al mio interes- stata una costante esistenziale che non è tico resta uno spazio di grande rilevanza, se per i culti e per Afrodite in particolare), venuta meno con il pensionamento (e l’u- soprattutto in Italia. al successivo dottorato tra Perugia e Mi- scita sofferta da un Ateneo perugino che, Quando si riflette sul senso dell’ar- lano, e poi alle ricerche post-universitarie vero scandalo, non lo ha fatto Emerito!). cheologia nell’Italia contemporanea, e tra Atene e Heidelberg sulle tracce della Grazie a questa sua passione, la sua attivi- in particolare sugli obiettivi e sui metodi Periegesi di Pausania e sui culti dell’Acaia. tà nei sessanta anni di carriera lo ha por- che fanno parte del bagaglio formativo Potrei continuare a lungo, ma non è tato nelle sedi più diverse in paesi euro- quanto del suo riscontro sociale, è im- necessario: questo ripercorrere le fila della pei e extra-europei a dialogare, discutere, portante ripartire dalla lezione del Ma- mia carriera vuole essere solo un omaggio ispirare e guidare un numero enorme di estro, dal tema a lui caro del rapporto al Maestro che ne ha tracciato la strada e allievi e colleghi. In questo dialogo conti- tra ricerca ed impegno sociale; concepire mi ha consentito di seguirla con le mie nuo l’azione del maestro è stata contrad- come obiettivo primario l’aspettativa di gambe. Così come è stato per altri, nu- distinta da una inusitata generosità nel una rifondazione e di un’accettazione merosi condiscepoli. Nelle scelte di ricer- seminare il suo magistero, nel diffondere del pluralismo di una scienza che riparta ca ampie e non settoriali che ho seguito idee, trovare soluzioni ad enigmi scientifi- dagli obiettivi e si ponga il problema del e condiviso con molti altri si riflette un ci, condividere un metodo. senso culturale della ricerca; un invito a suo principio di metodo: la centralità data Le generazioni di allievi da lui formati pensare alla situazione italiana senza di- alla impostazione storica, l’importanza di o con lui entrati in contatto nel suo ma- menticare di considerarla all’interno del intraprendere un percorso di archeologia gistero itinerante, nonostante percorsi, contesto internazionale; un’esigenza di “globale”. Da lui abbiamo imparato che esigenze ed esperienze diverse, si trovano ridiscutere continuamente le motivazio- non bisogna scegliere tra le fonti di infor- oggi, in maniera spontanea, a distanza di ni formative e culturali da cui siamo par- mazione, ma è fondamentale considerar- tempo e nei vari contesti in cui operano, titi; ponendo all’origine proprio quella le nel complesso, studiando l’interazione a condividere aspetti e obiettivi culturali consapevolezza, quell’impegno e quella tra le diverse forme di documentazione. che si avvertono comuni, sebbene decli- passione che continueranno in Mario Del resto si può dire senza retorica che, nati in maniere diverse. Torelli a trovare un Maestro e un fecon- soprattutto con lui, in maniera definitiva, L’impegno sociale e la chiarezza degli do ispiratore. l’archeologia è stata rifondata come un obiettivi, cifra caratteristica del Maestro, modo di fare storia. sono di particolare attualità oggi. Nel no- Massimo Osanna
MASSIMO OSANNA, FEDERICO GILETTI Il Foro Triangolare di Pompei tra vecchie acquisizioni e nuovi scavi Una nuova stagione di ricerche nel Foro Triangolare, promossa dal Parco Archeologico di Pompei in collaborazione con l’Università di Napoli Federico II, ha offerto la possibilità di arricchire di nuovi dati il bagaglio conoscitivo esistente di uno dei luoghi di culto più antichi e importanti di Pompei. Le informazioni emerse gettano nuova luce su aspetti e problematiche del sito ancora al centro del dibattito scientifico, favorendo una rilettura del dato archeologico e dell’evoluzione architettonica dell’area sacra. La vita del santuario, fondato in una posizione paesaggistica di rilievo che ne esaltava la monumentalità, appare determinata sin dalle fasi più remote dalla peculiare conformazione geo-morfologica della natura del luogo e dalla particolare attenzione dedicata alla gestione delle acque, che ne condizionano nel tempo scelte progettuali e sviluppo edilizio. Parole chiave: Pompei. Foro Triangolare. Atena. Pratiche rituali. Santuari. A new season of investigations in the Triangular Forum, promoted by the Archaeological Park of Pompeii in collaboration with the Federico II University of Naples, provided an opportunity to add new data to existing knowledge of this cult place, one of the earliest and most important in Pompeii. These data throw new light on aspects of this sacred area that are still debated by scholars, particularly insofar as they encourage a new interpretation of its archaeology and architectural history. The sanctuary was founded in a prominent landscape position enhancing its monumentality. Its life appears to have been determined, ever since the earliest phases of its history, by the peculiar geomorphology of the spot, as well as by special attention devoted to water management which influenced the planning of the area over time. Key words: Pompeii. Triangular Forum. Athena. Ritual practices. Sanctuaries. INTRODUZIONE ricerca e, nel corso dei secoli, di diversi in diversi settori del santuario, ricerche progetti di restauro ed anastilosi, nonché molto importanti per la conoscenza del- I due principali e più longevi luoghi di di ricostruzione a seguito dei notevoli lo spazio sacro nella diacronia, che però culto pompeiani, destinati ad accompa- danni riportati nel corso della seconda sono rimaste sostanzialmente inedite6. gnare la vita della città dai suoi albori, nel guerra mondiale2. Purtroppo nonostan- Dopo circa cinquant’anni di silenzio VI sec. a.C., fino alla fatidica eruzione del te la fama del luogo, tanto le indagini una nuova stagione di ricerche, finalmen- 79 d.C., si dispongono all’interno dello settecentesche quanto le più recenti in- te stratigrafiche, viene avviata a metà de- spazio fortificato in posizione strategica: dagini effettuate tra Ottocento e Nove- gli anni ’90 del secolo scorso dall’Univer- il santuario di Apollo presso uno degli ac- cento non sono state accompagnate dalla sità Sapienza di Roma, portando alla luce cessi alla città (Porta Marina) e della piaz- realizzazione di una puntuale documen- importanti dati per la ricostruzione della za pubblica (uno spazio che sarà occupato tazione, rendendone oggi molto difficile storia edilizia e della frequentazione del dal foro della città sannitica e poi romana, ricostruire in maniera puntuale la storia santuario. Anche se non ancora oggetto definito probabilmente già in età arcaica) delle ricerche e contestualizzare i nume- di una pubblicazione definitiva, tali inda- e il santuario di Atena, all’estremità di rosi manufatti rinvenuti3. gini si segnalano tra l’altro per il rinveni- uno sperone roccioso da dove si domina- Della lunga storia della “seconda vi- mento di una serie di strutture murarie al va con ampia veduta la valle del Sarno, la ta” del complesso, inaugurata nella se- di sotto del settore settentrionale del Foro penisola sorrentina e il mare. I due tem- conda metà del XIX secolo, si segnalano Triangolare, interpretate come piccole ta- pli si dispongono simmetricamente, alle in particolare le esplorazioni intraprese bernae attribuibili all’ultimo terzo del II estremità dello spazio dove un tempo ve- a partire dagli inizi del XX secolo con secolo a.C. e in seguito demolite per la niva collocato l’insediamento più antico, gli interventi condotti da Innocenzo costruzione della porticus, riferibile a sua che oggi forse possiamo identificare come Dall’Osso4. Il rinvenimento di reperti volta, sulla scorta dei rinvenimenti cera- una sorta di acropoli pubblico-sacrale cir- riferibili ad un arco temporale ascrivibi- mici emersi dai livelli di fondazione, al I condata dal resto della città, già scandita le tra VIII e VII secolo a.C. testimonia sec. d.C. 7. attraverso assi ortogonali1. l’antichità di frequentazione del luogo, Le nuove cronologie allora proposte, Il santuario di Atena, noto nella let- che sembra precedere la prima fase di ur- discordanti con la tradizionale ricostru- teratura come Foro Triangolare, per la banizzazione di Pompei5. zione storico-archeologica del monu- forma che assume lo spazio sacro nella Nuove indagini vengono intraprese mento, il cui porticato veniva datato tra sua fase più recente, è stato oggetto, a nel 1931 da Amedeo Maiuri, con l’aper- la metà e la fine del II secolo a.C. sulla partire dal 1765, di un’intensa attività di tura di numerose trincee e saggi di scavo base dell’analisi stilistica degli elementi
8 Massimo Osanna, Federico Giletti ultimi anni un progetto di esplorazione estensiva dell’area, avviando sistemati- che campagne di scavo mirate sia alla verifica dei dati di scavo del passato sia al recupero di nuove informazioni per la conoscenza di questo settore nevralgico della città antica. Si presentano in questa sede, in via del tutto preliminare, essendo le attivi- tà di ricerca ancora in corso, i risultati principali delle nuove indagini, premet- tendo alla trattazione diacronica (fig. 1), una presentazione dei dati riferibili alla “seconda vita” dell’area. TRA SPOLIAZIONI E RICERCHE. LA “SECONDA VITA” DEL SAN- TUARIO I nuovi scavi hanno interessato l’inte- ro settore occidentale del Foro Triangola- re, l’area centrale del sagrato, prossima al limite settentrionale del Tempio Dorico, nonché lo spazio compreso tra la fronte colonnata del braccio settentrionale del portico e la base di Claudio Marcello. Le attività preliminari hanno porta- to all’individuazione degli interventi di scavo del passato, tra i quali sono stati identificati e rimessi in luce i limiti dei saggi condotti dall’Università Sapienza di Roma, così come le trincee aperte da Amedeo Maiuri. L’indagine stratigrafica, inoltre, ha messo in evidenza una serie di interventi distribuiti in vario modo sull’intero monumento, con una maggio- re concentrazione nel settore centro-me- ridionale del portico ovest. Qui trincee ampie e approfondite tradiscono la siste- maticità di un’attività di spoliazione, il cui avvio sembra risalire ad epoca precedente 1. Ricostruzione della diacronia del Foro Triangolare: con tratto più spesso in grigio chiaro l’età arcaica; alla settecentesca scoperta “ufficiale” di con tratto più sottile in grigio scuro la fase tardo sannitica: a) Tempio Dorico; b) le grotte; c) le strutture Pompei, un’attività questa che sembra ri- murarie del fronte meridionale; d) trincea di drenaggio arcaica; e) andamento originario del limite orienta- chiamare analoghi interventi individuati le dell’altura; f ) limite occidentale del santuario della seconda metà del II sec. a.C.; g) ambiente quadran- nell’area del Foro, che potrebbero essere golare; h) pozzo ellissoidale; i) cisterna; l) canale di drenaggio tardo-sannitico; m) edificio rettangolare; stati condotti già a partire dall’indomani n) braccio nord del portico e propilei; o) braccio orientale del portico; p) heroon; q) Palestra Sannitica; r) Teatro Grande; s) Via del Tempio di Iside; Vicolo della Regina Carolina (elaborazione grafica M. Gravili). dell’eruzione9. Relativamente a questi antichi inter- venti di spoglio, si segnala che nell’area centrale del portico, poco più a sud della architettonici, hanno dato vita, come è quesiti sullo sviluppo monumentale del terminazione di Via della Regina Caroli- noto, ad un lungo e acceso dibattito8. santuario, nonché sulla prassi cultuale na, appare improvvisamente arrestarsi lo Trattandosi, insieme al santuario di che qui aveva luogo, il Parco Archeolo- stilobate, in corrispondenza con la rasatu- Apollo, del luogo di culto più antico e gico di Pompei, in collaborazione con ra del muro di fondo della stessa porticus. longevo della vicenda insediativa pom- l’Università di Napoli Federico II e il Tale repentina interruzione sembrerebbe peiana, essendo rimasti aperti numerosi Politecnico di Bari, ha promosso negli coincidere con i limiti di un ampio in-
Il Foro Triangolare di Pompei tra vecchie acquisizioni e nuovi scavi 9 tervento di spoliazione delle strutture, in questo settore approfonditosi notevol- mente fino ai livelli di fondazione. Sulla base di un’attenta lettura dello stato di conservazione dei manufatti è intuibile un tendenziale andamento nord-sud del- le attività di depredazione degli elementi monolitici e di sistematica demolizione degli orditi murari in opera incerta, che progressivamente si approfondisce verso meridione, dove risultano scardinati dal proprio alloggiamento anche i blocchi isodomici dello stilobate. A nord, invece, lo smontaggio delle strutture appare es- sere molto più superficiale, interessando solo le creste delle murature e la sommità dell’ordito architettonico del portico10. Di fatto, anche il rinvenimento all’in- terno delle trincee di molteplici grumi di cenerite impastati a lapilli, secondo una sequenza che ne contraddistingue un’evi- dente giacitura secondaria, rimanda oltre che alla presenza dei livelli piroclastici al momento della depredazione delle strut- ture, anche ad un loro riutilizzo nel can- cellare le lacune estrattive (fig. 2). Sulla scorta dei dati emersi è possibile 2. Testimonianze relative alla “seconda vita” del santuario: a. trincee di spoliazione; b. tracce di carraie dunque ricostruire una sistematica attivi- (Archivio PAP). tà di spoglio avvenuta secondo una diret- trice obliqua nord-sud, dalla città verso il pendio meridionale dell’altura, condizio- re prima dei restauri eseguiti da Michele Francisco La Vega, le quali, tramandan- nata dal profilo orografico del ciglio che Ruggiero: interessa notare come lo scas- doci giorno per giorno le attività di sca- qui originariamente doveva presentarsi so della struttura presenti una sezione vo tra Foro Triangolare e Quartiere dei scosceso e digradante verso la pianura del concava proprio in corrispondenza della Teatri, il 10 Ottobre del 1767 registrano Sarno, ma che in seguito alla deposizione prosecuzione verso nord del supposto an- il rinvenimento di tracce di una diffusa di materiale eruttivo si era trasformato in damento in salita della rampa con carraie e sistematica depredazione degli alzati del un’articolata e più lieve pendice, utilizza- proveniente dal limite meridionale del Tempio Dorico, ricondotta ad attività di ta verosimilmente anche come via di ac- portico occidentale11. È evidente che nel- spoliazione del passato e rese possibili dal cesso all’antica Pompei. lo sviluppo della rampa, la sommità dei minore spessore di accumulo degli strati L’esistenza di tale percorso sembra con- propilei costituì un impedimento, moti- eruttivi in quest’area13. fermato dalle tracce di carraie rinvenute vo per cui si procedette alla demolizione La mancanza di blocchi della crepidine sugli strati di cenerite e lapilli rimpastati della porzione di muratura necessaria ad dei lati nord ed ovest evidente in una pla- con terra leggibili sugli avanzi del portico. incanalarvi il passaggio della via. nimetria disegnata da Jean-Augustin Re- Si tratta evidentemente di un appresta- Nonostante le scarne informazioni nard nel 1778 e edita nel 1782, costituisce mento realizzato a seguito dei primi sterri tramandate del momento della scoperta, un ulteriore documento della sistematicità del sito, funzionale al contempo al traspor- la sopravvivenza di colonne solamente delle attività di spoliazione nel settore sud- to del materiale depredato e a realizzare nel settore settentrionale del portico e per occidentale del Foro Triangolare14. una comoda via di accesso alla sommità un’altezza non superiore alla rasatura del- dell’altura. la porzione muraria più alta dei propilei La ricostruzione di questa sorta di sembrerebbe congruente sia con l’anda- LA LUNGA DURATA: IL SANTUA- rampa in salita alla volta del promontorio mento obliquo e in salita verso nord del- RIO IN ETÀ ARCAICA pompeiano trova riscontro nella lacuna le attività di depredazione e demolizione strutturale presente al di sopra dei varchi delle strutture affioranti dai depositi vul- Passando a trattare le novità relative di accesso del propileo che chiude il Fo- canici sia, di conseguenza, con la presenza alla storia della frequentazione cultuale ro a settentrione. Di particolare interesse della supposta rampa12. dell’area a partire dalle fasi più antiche, sono alcune fotografie che mostrano lo A conferma di ciò, risultano determi- le recenti acquisizioni permettono di ri- stato di conservazione di queste muratu- nanti anche le note trascritte nei diari di considerare aspetti e testimonianze del
10 Massimo Osanna, Federico Giletti 3. Sostruzione arcaica del Tempio Dorico (foto G.M. Gerogiannis). monumento in età arcaica, consentendo- ne una definizione maggiormente detta- gliata di limiti e caratteri della morfologia originaria del luogo (fig. 1). L’area sulla quale si impianta il santuario nella prima metà del VI sec. a.C. doveva presentarsi come un lungo e stretto sperone, agget- tante dal settore meridionale della rupe vulcanica su cui si impianta Pompei. Tale promontorio doveva offrire un’ubicazio- ne ideale, particolarmente scenografica, per un tempio destinato ad essere visto dal mare per chi navigava approssiman- dosi dalla costiera sorrentina. La parte più pronunciata del rilievo, scelta per ospitare la struttura templare, viene terrazzata, ad un livello più basso rispetto a quello della 4. Conformazione originaria “a gradoni” del banco lavico lungo il lato orientale dell’altura del Foro Trian- golare (Archivio PAP). crepidine, da un’incamiciatura muraria costituita da più assise in blocchi di tufo grigio (fig. 3). Dell’opera si evincono il buono stato di conservazione dell’angolo salto di quota orientale, si aprivano due dal taglio del banco lavico, orientata nord- sud-ovest, connotato dal profilo impo- cavità ricavate nel banco lavico. Que- est/sud-ovest, era stata intercettata per un nente e sul cui vertice si impianterà la più ste, dalla planimetria ellissoidale e dalle breve tratto nel corso delle indagini dall’U- tarda schola di età augustea, e due brevi superfici interne sagomate e curvilinee, niversità Sapienza di Roma, in un piccolo tratti dei lati ovest e sud15. erano affiancate e comunicanti tra loro saggio effettuato al centro del portico oc- Fortemente scosceso si doveva presen- tramite una sorta di finestrella a copertu- cidentale. Le ridotte dimensioni dei limiti tare anche il versante orientale dell’altura ra arcuata, dalla quale era consentito solo di scavo però non aiutarono i ricercatori lavica. Questo, aperto sulla depressione l’affaccio e non il passaggio. Se dell’invaso romani a distinguere stratigraficamente occupata successivamente dal Quartiere orientale la conservazione è solo parziale, l’invaso arcaico da un’altra fossa più recen- dei Teatri, doveva consistere in un profilo a seguito delle successive modificazioni te che, ad una quota maggiore, intersecava naturale molto più arretrato e irregolare che ne comportarono l’obliterazione e la obliquamente la trincea più antica, quasi rispetto al limite assunto dal Foro Trian- radicale trasformazione del luogo, dell’al- sovrapponendosi16. Pertanto, il taglio pra- golare in età ellenistica. Mentre il versante tra cavità appare riconoscibile l’apertura ticato fu interpretato come un fossato con meridionale dello sperone doveva appari- verso nord, da cui era possibile l’accesso valenza difensiva e attribuito alle opere mi- re come una parete verticale, imponente attraverso alcuni gradini intagliati nel litari di delimitazione e protezione di un e non particolarmente articolata, il lato banco lavico e sagomati da uno strato a originario nucleo insediativo indicato co- settentrionale, verso Via Stabiana doveva forte matrice argillosa (fig.5). me Altstadt, secondo una corrente di stu- essere caratterizzato da un andamento più Attribuibile alla fase arcaica è anche dio oggi in prevalenza abbandonata17. Nel segmentato, segnato da rientranze irrego- una trincea stretta e lunga individuata corso di quella indagine il riempimento lari e gradoni progressivamente digradan- lungo il lato occidentale del Foro Trian- della trincea venne interpretato come una ti verso est (fig. 4). golare, al di sotto dei livelli pertinenti alla più tarda colmata di età ellenistica, fina- Su tale conformazione geo-morfologi- futura porticus. Tale trincea (fig.1), dalla lizzata alla chiusura del precedente fossato ca, tra il Tempio Dorico e il limite del sezione rettangolare ricavata direttamente difensivo, laddove oggi è possibile riferi-
Il Foro Triangolare di Pompei tra vecchie acquisizioni e nuovi scavi 11 6. Parte del canale di drenaggio arcaico durante le fasi di scavo (Archivio PAP). cessivo portico occidentale fu ricavata tra questa e il limite orientale della Casa di Giuseppe II un’intercapedine. Questa, 5. Planimetria e collocazione topografica delle grotte. È riconoscibile anche l’articolazione delle fosse di dotata sul fondo di un massetto concavo spoliazione dell’edificio rettangolare fondato negli ultimi decenni del II sec. a.C. sull’obliterazione delle di cocciopesto e di pulvini laterali posti due cavità (rilievo F. Giannella). alle basi delle due pareti, ereditò la fun- zione di recapito dei più antichi sistemi di drenaggio nel raccogliere il deflusso re alla trincea arcaica il contemporaneo e del luogo, volte sia a sud, verso il declivio delle acque meteoriche di Via della Re- contestuale riempimento18. aperto sulla vallata del Sarno, sia a nord- gina Carolina, convogliandole, tramite la La trincea arcaica, costituita da due ra- est, in direzione della strada del Tempio canalizzazione in cocciopesto, fino ad una mi interrotti da un piccolo setto di banco di Iside, fondata su una falesia naturale di caditoia verticale che nell’estremità sud, lavico non rimosso, sembrerebbe, invece, cui si terrà conto anche nell’ambito della in luogo del salto di quota aperto sulla identificabile con un complesso accorgi- pianificazione urbanistica dei secoli suc- pianura sottostante, ne prevedeva l’eva- mento volto al drenaggio di questo setto- cessivi20. cuazione al di fuori dell’abitato. re occidentale del Foro Triangolare, sito Che la funzionalità di tale espediente immediatamente a valle del promontorio sia da ricondurre ad una precisa volontà M.O. maggiore su cui si sviluppa la Casa di di proteggere dallo scorrimento delle ac- Giuseppe II e il quartiere occidentale del- que di superficie e da un’eccessiva umi- la Regio VIII e per tali ragioni soggetto dità del terreno l’area sacra del Tempio TRA ETÀ CLASSICA ED ELLENI- al deflusso delle acque meteoriche prove- Dorico trova conferma, probabilmente, STICA nienti da monte19. anche nella presenza all’interno dell’inva- Il fossato, infatti, risultava riempito so di un numero cospicuo di resti ossei Come per gli altri contesti pompeia- nella sua porzione superficiale da uno di equini e di frammenti di coppe cante- ni, l’epoca compresa tra il secondo quar- spesso deposito di terreno organico, se- roidi in bucchero, evidentemente quello to del V sec. e la prima metà del IV sec. tacciato e privo di inclusi di ogni genere, che resta di un’azione rituale funzionale a a.C. corrisponde ad una fase di totale si- molto denso e spugnoso, e per tali carat- sancire la sacralità di tale opera in relazio- lenzio delle testimonianze archeologiche, teristiche volto all’assorbimento delle ac- ne ad un luogo di culto21 (fig. 6). segno di una contrazione se non proprio que. La metà inferiore, invece, ospitava Sul lato occidentale del Foro Trian- di una cessazione delle attività rituali. La un livello di ciottoli fluviali di pezzatura golare, quindi, le esigenze di far fronte frequentazione è nuovamente documen- medio-piccola, a sua volta funzionale allo al deflusso delle acque dovettero eviden- tata per il pieno IV sec. a.C.: se però ben scorrimento delle acque captate sfruttan- temente perpetuarsi nel tempo se ancora attestata risulta essere la presenza di re- do le pendenze naturali della morfologia alle spalle della parete di fondo del suc- perti mobili, lo stesso non può essere af-
12 Massimo Osanna, Federico Giletti malta, intonaci, parti frammentarie di massetti pavimentali e strutture murarie, schegge di tufo grigio, oltre ad elementi pertinenti a coperture, come coppi, tegole e alcune parti di decorazione architettoni- ca fittile. Tra i reperti riconducibili ai registri noti delle due fasi decorative del tetto del Tempio Dorico – la prima documenta- ta da rari frammenti in stato residuale, la seconda da testimonianze molto più fre- quenti ed abbondanti – compaiono per la prima volta tipi nuovi che, allo stato attuale delle conoscenze, sembrano non trovare confronto con quelli già attesta- ti25. Tra i pezzi rinvenuti si segnala, nel settore settentrionale, nell’ambito di un livellamento che comprende anche la de- posizione di materiale di natura votiva, 7. Sezione est-ovest del settore centro meridionale dell’area sacra (rilievo ed elaborazione M. Gravili). come numerose figurine fittili26, un esem- plare integro della serie delle antefisse raf- figuranti Atena con elmo frigio tra motivi fermato per l’attività edilizia. Per il IV e un cambiamento significativo di tutto il floreali27 (fig. 8); nel centro della piazza, III sec. a.C., infatti, non sono state finora paesaggio che aveva caratterizzato la zona a circa 3 m di profondità dal piano di recuperate testimonianze, forse non più sin da età arcaica. L’aspetto fortemente campagna, è riemersa invece una testina conservate a causa degli importanti sban- naturale del luogo sacro originario viene fittile, verosimilmente un’antefissa, con camenti di età imperiale praticati lungo cancellato e sostituito da un nuovo asset- il volto imberbe di un satiro con corna e il settore occidentale del santuario, e, sul to architettonico, che ne trasforma defini- orecchie caprine di un tipo finora ignoto lato opposto, sommerse dalle ampie col- tivamente la conformazione precedente. (fig. 9). mate previste dal nuovo progetto di mo- Lo spazio sacro ad Atena viene co- La forte pendenza del sottosuolo ori- numentalizzazione dell’area sacra, avviato sì ampliato sostanzialmente verso est, in ginario e la stesura degli ampi livelli di nel corso della seconda metà del II sec. direzione del Teatro, grazie alla realizza- colmata con materiali di riporto resero a.C.22. zione di un’enorme colmata che oblitera fondamentale l’adozione di particolari ac- Tale attività trova corrispondenza nel insieme alle grotte tutto il costone natu- corgimenti finalizzati al drenaggio e alla fermento edilizio che in questo periodo rale. Tale trasformazione dell’ampia de- gestione delle acque meteoriche e derivate sembra investire l’intera città e, nello spe- pressione avviene attraverso lo scarico di dall’umidità insita negli spessi strati terro- cifico, si inserisce nell’ambito di un più una sequenza di strati di riporto, volta a si, onde evitare smottamenti e cedimenti ampio intervento progettuale, volto a tra- regolarizzare e ad ampliare i piani verso di piani e strutture. A tal proposito erano sformare in chiave monumentale l’assetto est (fig. 7). destinati lunghi canali “pieni” e sommer- del precedente quartiere, e al contempo Immediatamente al di sotto di una si, i quali, tagliati nei nuovi strati della a dotarlo di infrastrutture adeguate alle stratigrafia orizzontale di livellamenti di colmata e riempiti da strati di ceneri e nuove esigenze della città: nel sottosuo- terre setacciate a matrice sabbiosa cor- pomici vulcaniche e da inerti come fram- lo infatti si procede ad una pianificazione rispondente al piano superficiale di fre- menti di malta e di intonaco, seguono, ben congeniata di sistemi di gestione delle quentazione della piazza, si sviluppa un come le trincee arcaiche, le isoipse pro- acque, adattati e ben integrati alle pecu- complesso livello di colmata dallo spes- prie dell’orografia del sottosuolo. liari condizioni morfologiche e geologi- sore complessivo di oltre 5 m, costitui- L’ampia colmata così organizzata, se ad che preesistenti e insite del luogo23. to da una pluralità di strati, di notevole ovest aveva cancellato irregolarità ed ete- Nel II sec. a.C. si assiste dunque alla estensione e connotati da un accentuato rogeneità insite nel sottofondo geologico messa in opera di imponenti trasforma- andamento obliquo con pendenza verso naturale, raccordandosi in maniera sfuma- zioni, in tutta Pompei e in particolare nel est. Questi, nonostante l’accuratezza della ta all’affioramento del banco lavico che in settore in cui insiste il Foro Triangolare. È stesura e della formazione del deposito, questo settore raggiunge la quota più alta, questa l’epoca della costruzione di grandi tradiscono chiaramente una volontà di sul lato orientale, invece, aveva richiesto edifici pubblici, come il Teatro Grande, scarico eterogeneo di materiali di risulta, l’approntamento di forme di sostruzione una struttura che viene a condizionare il cui terminus ante quem sembra poter- che ne contenessero il cospicuo volume tutto questo settore strategico dell’area si fissare negli ultimi decenni del II sec. riversato, riconoscibili in due barriere di urbana24. Nel santuario di Atena e nelle a.C. Si distinguono inerti comprendenti terrazzamento: alla base dell’alta parete del zone limitrofe si determina in particolare numerosi frammenti di stucco, grumi di promontorio, le fondazioni del lato occi-
Il Foro Triangolare di Pompei tra vecchie acquisizioni e nuovi scavi 13 9. Antefissa di satiro imberbe con corna e orecchie caprine (Archivio PAP). Lungo il fronte meridionale, entrambe le strutture sono riutilizzate come para- mento interno di un tratto delle mura ur- biche a doppia cortina, le quali, edificate (o restaurate) in questo momento, incamicia- 8. L’antefisse di Atena con elmo frigio al momento della scoperta (Archivio PAP). vano il costone lavico del promontorio e vi si imbrigliavano attraverso catene murarie parallele tra loro, volte anche al fraziona- dentale della cavea del Teatro Grande e, a l’affioramento del banco lavico ne offrì mento della spinta dell’emplecton interno, circa metà rilievo, una lunga e imponente già a quota elevata un solido appoggio. riconoscibile in ricorsi di strati molto de- cisterna28. Entrambe le strutture, affiancan- Per tale ragione, infatti, gli sbancamenti purati di polveri e pomici setacciate (fig. 1). dosi parallelamente all’andamento dell’alta più tardi, finalizzati alla rasatura dell’in- Nella struttura muraria in conci di parete dell’altura lavica, avrebbero costitui- tera estensione del muro, ne cancellarono pietra lavica, estesa da nord a sud e di to un graduale e progressivo contenimento nel tratto centrale ogni residuo struttura- collegamento lungo il lato occidentale del alla pluralità degli strati di scarico (fig. 7). le, tramandandone come unica testimo- santuario tra i propilei e le mura urbiche, L’ampliamento della nuova piazza ri- nianza la lunga trincea di spoliazione. sembrerebbe quindi possibile riconoscere chiese in superficie anche la realizzazione Nel settore meridionale, inoltre, gli il temenos ovest dello spazio sacro, in uso di limiti che ne perimetrassero l’esten- scavi hanno evidenziato l’unica porzione almeno a partire dal II secolo a.C. fino sione. A questi sono riconducibili i tratti di tale muratura costituita da due blocchi alla realizzazione del braccio occidentale murari in conci irregolari di materiale la- in calcare del Sarno, il cui utilizzo si rese della più tarda porticus (fig. 10). vico rinvenuti nel corso degli ultimi sca- necessario al fine di scavalcare un’interru- Tale interpretazione risulta anche vi lungo il settore occidentale del Foro, i zione del banco lavico sottostante, rico- avallata dal rinvenimento di un’apertura quali, oltre ad essere accomunati da un’a- noscibile in una crepa naturale orientata di ingresso all’area sacra, posta in asse con naloga tecnica costruttiva, risulterebbero ovest-est e interpretabile come frattura l’andamento ovest-est di Via della Regi- anche orientati topograficamente lungo del fronte meridionale del costone lavico na Carolina. La scoperta, inoltre, di un uno stesso allineamento nord-sud, che in prossimità del salto di quota. ulteriore lacerto murario immediatamen- trovava come terminazione settentrionale A sud-ovest dell’area sacra, invece, la te a nord della porta, con sviluppo verso l’angolo nord-ovest dei propilei d’ingres- prosecuzione del muro in conci di ma- est e perpendicolare al muro occidentale, so all’area sacra (fig. 1). teriale lavico di II sec. a.C. risulta esse- sembrerebbe tradire un’articolazione di Se di questa struttura muraria si con- re tagliata dalle fondazioni della futura vani che, a partire dal II sec. a.C. fino servano alcune porzioni rispettivamente porticus, nel punto in cui questa struttu- alla realizzazione del portico occidenta- nei settori settentrionale e meridionale ra, formando un angolo ottuso, avrebbe le, sembrerebbe caratterizzare il settore del lato occidentale del santuario, in luo- dovuto cambiare orientamento e volgere nord-occidentale della piazza. A confer- go di un sottosuolo caratterizzato da stra- verso sud-est, fino ad arrivare a congiun- ma di ciò, le recenti ricerche hanno messo ti di terreno più incoerente e instabile da gersi all’angolo nord-ovest della sostru- in evidenza altre due fosse di spoliazione richiedere fondazioni di profondità mag- zione arcaica in blocchi del basamento del che, anche se in negativo, attesterebbero giori, è pur vero che nel settore centrale Tempio Dorico. la presenza di strutture murarie: la prima
14 Massimo Osanna, Federico Giletti un piano pavimentale pendente ad ovest, di cui il tratto più occidentale, prossimo alla base del pozzo, risulta caratterizzato da una pendenza ancora più accentuata. All’interno del condotto, al fine di favorire il raggiungimento di un livello maggiore di acqua proveniente dalla gran- de cisterna orientale, vennero aggiunte al- le pareti laterali due spallette, funzionali all’ottenimento di una riduzione della larghezza dell’invaso inversamente pro- porzionale ad un aumento della quota del pelo d’acqua, accorgimento funzionale ad ottenere una maggiore quantità di liquido alla base del pozzo ellissoidale. In questo settore del santuario la stret- ta connessione tra il pozzo, dotato di una cospicua riserva d’acqua, e la particolare densità dei rinvenimenti di materiale vo- tivo, tra cui numerosi busti fittili, riscon- trata in stato residuale nelle stratigrafie relative all’obliterazione del manufatto, rimanda senza dubbio ad una destina- 10. Tratto del temenos occidentale della fase tardo sannitica del santuario. In primo piano l’apertura in asse zione cultuale dell’ambiente quadrango- con il Vicolo della Regina Carolina (Archivio PAP). lare, connesso verosimilmente allo svol- gimento di specifiche pratiche rituali che coinvolgevano le fanciulle che dovevano parallela al setto murario limitrofo all’ac- sentito l’esplorazione del manufatto fino frequentare il santuario32. Non è escluso cesso da Via della Regina Carolina e l’altra al fondo, a circa 4.70 m di profondità al riguardo che il pozzo fosse destinato al orientata ortogonalmente a quest’ultima dall’attuale piano di campagna, da dove, loutron nymphikon33. e ad un ambiente quadrangolare, conser- inoltre, è stato possibile scoprire lo svilup- La grande cisterna orientale, invece, vato al di sotto dell’estremità settentrio- po verso est di una cisterna a cunicolo31, la del tipo a camere successive e comunican- nale del braccio occidentale della futura cui prosecuzione risultava interrotta dopo ti, coperta da volta a botte in cementizio porticus (fig. 1). È possibile inoltre, alla circa 4 m da un’ostruzione formatasi dalla e realizzata in muratura in cassaforme a luce di tali considerazioni, ipotizzare che caduta all’interno dello specus di materiale cielo aperto, presenta murature costituite tale impianto architettonico avesse potu- proveniente dal più tardo pozzetto circo- da conci irregolari di dimensioni medie to includere anche una fronte colonnata, lare in fase con il sistema di canalizzazione di calcare del Sarno, messe in opera con successivamente riutilizzata nel portico della fronte colonnata del portico, aperto abbondante malta pozzolanica34 (fig. 1). della fase imperiale. al momento dell’eruzione del 79 d.C. La cisterna del santuario pompeiano è Un saggio di scavo, aperto in conti- Tralasciando al momento le infor- per l’intera sua estensione di 59 m strut- nuità con l’area indagata dall’Università mazioni derivate dallo scavo degli strati turalmente costituita da un unico grande Sapienza di Roma, ha portato alla scoper- d’interro all’interno del condotto, va sot- e lungo ambiente voltato, articolato in ta del suddetto ambiente quadrangolare, tolineato invece che la loro rimozione ha due camere dall’aggiunta all’interno di un definito da pareti in blocchi di calcare del consentito l’esplorazione e la documenta- tramezzo a 2.50 m dal limite nord (fig. Sarno, per buona parte spogliati, non pa- zione della prosecuzione verso nord-est/ 11). Tale rapporto di posteriorità non di- vimentato e verosimilmente interpretabi- est dell’invaso, fino al suo collegamento pese da un intervento successivo alla rea- le come una corte scoperta29. All’interno con il sistema di cisterne a camera orien- lizzazione del bacino, ma è identificabile del vano, in posizione decentrata, si apre tato nord-sud e fondato nel settore orien- con uno step di cantiere, consecutivo per un pozzo dalla canna ellissoidale, realiz- tale del Foro Triangolare, al di sotto del ragioni statiche al consolidamento e al ti- zato in muratura e interamente rivestito c.d. xystus e immediatamente ad ovest del raggio delle malte della struttura princi- di malta idraulica, ma mancante della braccio orientale della porticus. pale, la cui imponenza doveva fungere da bordatura superiore della vera, rasata in Il pozzo dalla vera ellissoidale presen- sostruzione all’estesa colmata gettata alle occasione della defunzionalizzazione e ta sul fondo il comune catino funziona- sue spalle e sostenere l’ampliamento verso dell’abbandono del manufatto per la re- le all’accumulo dell’acqua, garante di un est della nuova piazza del santuario. alizzazione dei livelli e delle fondazioni pescaggio migliore del raccoglitore calato La volontà della divisione in due am- pertinenti alla successiva porticus30. dall’alto, e l’intera estensione del condotto bienti avvenne in maniera proporzionale La rimozione della copertura ha con- est-ovest, ad esso annesso, è caratterizzata da alle due distinte e specifiche funzioni da
Il Foro Triangolare di Pompei tra vecchie acquisizioni e nuovi scavi 15 11. Camera meridionale della grande cisterna del 12. Ricostruzione della trabeazione dorica in stucco rinvenuta (rilievo ed elaborazione D. Alessi). Foro Triangolare (Archivio PAP). assolvere: la camera maggiore era destinata stato possibile riconoscere la fisionomia di volumi interni. L’abbandono, in partico- a costituire un grande bacino di raccolta e un edificio orientato est-ovest, la cui pian- lare, è determinato dal sistematico e accu- conservazione delle acque per una pluralità ta doveva presentare forma rettangolare di rato deposito di strati interpretabili come di mansioni che riguardavano non solo l’a- circa 5,5 x 10 m (fig. 5). vero e proprio smaltimento di materiali rea sacra, ma anche, verosimilmente, altri Se dai riempimenti delle fosse di spo- da costruzione, evidentemente non ido- edifici e settori limitrofi; la camera minore liazione, prodotti dagli scarti derivati nei ad un loro riutilizzo e per tale ragione più settentrionale, invece, era volta ad am- dallo smontaggio e riutilizzo delle com- scartati e reimpiegati, al fine di obliterare pliare la capacità di contenimento di acqua ponenti edilizie dell’edificio, si può desu- in maniera definitiva le due cavità35. necessaria alle pratiche rituali connesse al mere l’utilizzo nella struttura di murature Negli strati inferiori del riempimen- pozzo ellissoidale di nord-ovest. portanti in blocchi di tufo grigio e di un to erano contenute cospicue quantità di arredo decorativo in primo stile, lo scavo frammenti di coppi e tegole oltre ad alcu- La pianificazione dell’area sacra quin- stratigrafico dei livelli pertinenti al vano ni elementi frammentari di decorazione di, se appare in questa fase delimitata sul interno della costruzione ha consentito di architettonica fittile, riconducibili al co- lato occidentale dal muro in conci irrego- rimetterne in luce il vespaio del nucleo di siddetto “tetto sannitico” e ad altre serie lari di materiale lavico, sul fronte opposto preparazione, un primo piano pavimen- isolate datate dalla letteratura archeologi- sembrerebbe ritrovare la funzione di te- tale databile alla seconda metà del II sec. ca tra il IV e il III secolo a.C.36. menos del santuario nel muretto ad ovest a.C. e ampie porzioni di un secondo livel- Ai livelli più alti dell’articolato interro, del c.d. xystus (fig. 1), il quale risulterebbe lo di calpestio attribuibile ad età augustea. invece, sono attribuibili un accumulo di fare pendant con il primo, di cui riprende, Quest’ultimo risulta essere messo in ope- schegge di tufo grigio, grumi di malta, in oltre allo sviluppo longitudinale, la tecni- ra su un innalzamento di quota ricavato particolare numerosi frammenti d’impo- ca costruttiva, visibile e conservata in al- dal livellamento di materiale eterogeneo sta in malta per coppi, e una considere- cuni tratti al di sotto dei moderni restauri. di risulta, probabilmente derivato da un vole quantità di parti in stucco relative ad Passando a trattare l’area immediata- intervento di restauro a cui in quel mo- una trabeazione dorica (fig. 12). mente a nord del tempio arcaico, in que- mento fu sottoposto l’edificio. sto settore, sempre nel II sec. a.C. venne La nuova costruzione, inserita nell’am- realizzato un nuovo edificio, riemerso in bito dell’articolato intervento di monu- TRASFORMAZIONI E CONTINUI- occasione delle recenti ricerche nonostante mentalizzazione del santuario e fondata TÀ NELLA PRIMA ETÀ IMPERIALE il particolare sconvolgimento del palin- sull’ampia colmata, insiste nello specifico sesto stratigrafico derivato dagli scavi del sull’obliterazione delle due grotte prece- Le recenti indagini hanno dimostrato passato. denti, per le quali si registra in questo mo- come l’assetto fin qui descritto, risulta- Attraverso un’attenta lettura delle testi- mento il crollo o demolizione dei soffitti to dell’ampia trasformazione attuata nel monianze stratigrafiche in negativo lasciate e della porzione più orientale della cavità corso degli ultimi decenni del II sec. a.C., dalle fosse di spoliazione delle murature, è est, oltre che la completa cancellazione dei fosse perdurato nel tempo, attraversando,
16 Massimo Osanna, Federico Giletti ne del tri-portico perimetrale della piazza, per la cui costruzione vengono demolite e rasate le strutture e i piani di frequentazio- ne delle fasi precedenti, troppo alti in quo- ta rispetto ai livelli previsti dal nuovo pro- getto46 (fig. 1). In particolare, le indagini estensive condotte sull’intero sviluppo del braccio occidentale della porticus hanno di- mostrato come proprio per la realizzazione di quest’ultima siano stati cancellati l’am- biente quadrangolare settentrionale con il pozzo ellissoidale e il muro di delimi- tazione ovest del II secolo a.C., sostituito nella sua funzione perimetrale, anche se con orientamento lievemente divergente rispetto al precedente, dal muro di fondo dello stesso portico, che comporta anche una revisione del tratto terminale del Vi- colo della Regina Carolina e del segmento stradale di congiunzione tra questo e Via 13. L’area della base di Claudio Marcello vista da nord-ovest. Sulla destra le tre fossette in corso di scavo del Tempio di Iside. (Archivio PAP). Da un punto di vista prettamente stra- tigrafico, se lo scavo del cavo di fondazio- ne e lo svuotamento degli incavi delle sot- senza significativi cambiamenti, la fine rimozione di tale copertura ha consentito tofondazioni hanno restituito una scarsa dell’età repubblicana e i primi decenni di mettere in luce il contenuto della fossa, quantità di reperti ceramici, significativo del principato. Ben noti sono infatti gli costituito in un fondo di piatto in terra si- ed eloquente si è rivelato il rinvenimen- interventi di età augustea disseminati gillata della forma Conspectus 18, databile to di un frammento di lucerna a volute all’interno dello spazio santuariale, come in età tardo-augustea, un orlo in ceramica del Tipo Bisi VB - Tipo Loeschche IV, il la realizzazione della schola con orologio a comune e un’ansa di un’anfora44, oltre a quale, in buono stato di conservazione e ridosso dell’angolo nord-ovest del Tem- reperti osteologici che rimandano a resti perfettamente leggibile, fisserebbe crono- pio Dorico37, l’edificazione del recinto in di un’azione rituale45. logicamente la realizzazione del portico in opus caementicium del c.d. heroon, volto In questo momento, come già ricor- un arco cronologico compreso tra il se- ad inglobare i precedenti quattro cippi dato, anche l’edificio centrale diviene og- condo quarto del I sec. d.C. e il 79 d.C.47. in pietra lavica38 e l’avvento dell’approv- getto di un intervento di restauro nei pri- Una stessa datazione sembrerebbero vigionamento idrico dipendente dall’ac- mi anni del I sec. d.C. attestato archeo- suggerire i reperti diagnostici rinvenuti quedotto, di cui è evidente testimonian- logicamente dal rifacimento del piano nella sequenza stratigrafica del massetto za la grande cisterna quadrangolare in- di calpestio, innalzato di quota attraver- pavimentale del portico. Di questo si è serita tra la Palestra Sannitica e la cavea so uno strato preparatorio composto da potuto distinguere al di sotto di un pia- teatrale39, in un momento segnato dagli materiali di risulta prodotti a seguito delle no superficiale, costituito da uno strato in imponenti restauri apportati all’edificio eventuali ristrutturazioni. malta molto tenace, uno spesso livello di scenico e alle strutture limitrofe grazie Alla luce dei nuovi dati è quindi pos- preparazione, realizzato con il riutilizzo di all’evergetismo di M. Holconius Rufus e sibile precisare per il Foro Triangolare numerosi elementi di intonaco parietale, M. Holconius Celer40. Risale a questa fase una definizione temporale più circoscritta di coperture, come coppi e laterizi, grumi anche l’erezione della base di statua dedi- degli interventi finora riferiti ad una ge- di malta e conci di apparecchiature mu- cata a Claudio Marcello41 e l’installazione nerica età augustea, potendo restringere rarie, in accentuato stato frammentario del Labrum marmoreo42, alimentato da almeno per alcuni di essi l’arco cronolo- e ben costipati. Tale preparazione risulta una fistula della nuova rete idrica43. gico all’inizio del I d.C. poi stesa su un piano di attesa predisposto A circa 2 m ad ovest della base sono sull’intera area destinata alla costruzione state rinvenute tre fosse coperte dal livello della porticus, propedeuticamente livella- del piano di calpestio della piazza di cui UN PROGRAMMA INCOMPIUTO: ta alla quota prevista da progetto, anche quella più orientale, compresa tra queste GLI INTERVENTI POST 62 D.C. attraverso la rasatura di livelli di calpestio ultime e la base, era caratterizzata da una e di strutture precedenti. (fig. 13) inzeppatura perimetrale di sca- Un’ulteriore fase edilizia interessa su glie di tufo e pietrisco e sigillata in som- larga scala il Foro Triangolare in seguito Nonostante le manomissioni derivate mità da un blocco parallelepipedo di mo- all’evento sismico del 62 d.C. dall’attività di spoliazione e dalle indagini deste dimensioni in calcare del Sarno. La Risale a questo momento la realizzazio- pregresse, le recenti attività di scavo hanno
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