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AUTORITA’ PORTUALE DI BRINDISI PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 ELABORAZIONE: Amm. Salvatore Giuffrè COLLABORAZIONE: Dott.ssa Maria Di Filippo AUTORITA’ PORTUALE DI BRINDISI
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 SOMMARIO Sommario 1. PREFAZIONE .............................................................................................................................................................. 3 2. BREVI NOTE SULLE VICENDE CHE HANNO INTERESSATO L’AUTORITA’ PORTUALE DI BRINDISI NELL’ULTIMO QUADRIENNIO. ....................................................................................................................................... 5 3. PIANO DELLE PERFORMANCE ............................................................................................................................. 9 4. IL PORTO DI BRINDISI OGGI ................................................................................................................................ 11 5. IL CONTESTO ESTERNO ....................................................................................................................................... 14 6. IL CONTESTO INTERNO ........................................................................................................................................ 16 7. PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA .................................................................................................................. 18 8. PIANIFICAZIONE STRATEGICA ................................................................................................................... 232322 Il nuovo raccordo ferroviario industriale ..................................................................................................................... 31 La Piastra Logistica Intermodale Retroportuale (PLIR) ........................................................................................... 32 Gli interventi in corso di realizzazione ............................................................................................................................. 34 Gli interventi da intraprendere ........................................................................................................................................ 37 9. PRINCIPALI OBIETTIVI DA TRAGUARDARE ..................................................................................................... 49 10. TABELLA OBIETTIVI STRATEGICI ................................................................................................................... 50 SVILUPPO DEGLI OBIETTIVI .............................................................................................................................................. 52 11 OBIETTIVI ASSEGNATI ALLA DIRIGENZA ........................................................................................................... 606059 12 AZIONI DA SVOLGERSI NELL’AMBITO DELL’ANNO AMMINISTRATIVO 2016 ................................................... 616160 13 IL PERSONALE ................................................................................................................................................... 636362 14 ALLEGATO A PORTO DI BRINDISI STUDIO STATISTICO DICEMBRE 2015 ................................................................. 656564 2
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 1. PREFAZIONE L’art. 3 del D.Lgs 27/140/2009 n. 150 “attuazione della legge 04 marzo 2009 n. 15 in materia di ottimizzazione dell’attività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni (09G0164)” enuncia i principi generali ai quali deve ispirarsi un Piano delle Performance attraverso la misurazione e la valutazione della performance volte al miglioramento della qualità dei servizi offerti dalle Amministrazioni pubbliche, nonché alla crescita delle competenze professionali, attraverso la valorizzazione del merito e l’erogazione dei premi per i risultati conseguiti dai singoli e dalle unità organizzative in un quadro di pari opportunità di diritti e doveri, trasparenza dei risultati delle amministrazioni pubbliche e delle risorse impiegate per il loro perseguimento. Al punto 2 del medesimo articolo, la normativa specifica che “ogni amministrazione pubblica è tenuta a misurare e a valutare la performance con riferimento all’amministrazione nel suo complesso, alle unità organizzative o aree di responsabilità in cui si articola e ai singoli dipendenti.. omissis” . A tal fine, le amministrazioni pubbliche “sviluppano, in maniera coerente con i contenuti e con il ciclo della programmazione finanziaria e del bilancio, il ciclo di gestione della performance. Il ciclo di gestione della performance si articola nelle seguenti fasi: 1. Definizione e assegnazione degli obiettivi che si intendono raggiungere, dei valori attesi di risultato e dei rispettivi indicatori; 2. Collegamento tra gli obiettivi e l’allocazione delle risorse; 3. Monitoraggio in corso di esercizio e attivazione di eventuali interventi correttivi; 4. Misurazione e valutazione della performance, organizzativa e individuale; 5. Utilizzo dei sistemi premianti, secondo criteri di valorizzazione del merito; 6. Rendicontazione dei risultati agli organi di indirizzo politico-amministrativo, ai vertici delle amministrazioni, nonché ai competenti organi esterni, ai cittadini, ai soggetti interessati, agli utenti e ai destinatari dei servizi. A tal proposito, l’Autorità portuale di Brindisi si è dotata di apposito strumento attraverso le contrattazioni decentrate di II livello sia per i dipendenti che per i dirigenti a valersi per gli anni 2015/2017. In tali documenti, sono definite le procedure 3
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 e le modalità per la concessione al personale dei premi di produttività sulla base, per i dirigenti di obiettivi assegnati e di risultati conseguiti, e per i dipendenti del livello di partecipazione al raggiungimento degli obiettivi ed al funzionamento degli uffici. Per quanto riguarda la valutazione dei dirigenti, l’Autorità portuale di Brindisi ha costituito un Nucleo di Valutazione, del quale fanno parte tre professionisti esperti nelle materie tecniche, giuridiche e del personale e nominati con Decreto del Presidente dell’Autorità su conforme approvazione da parte del Comitato portuale. Il Nucleo di Valutazione, esaminati gli elaborati presentati dai dirigenti dell’Ente in relazione ad obiettivi specifici loro assegnati, esprime il proprio giudizio attraverso l’utilizzo di specifici indicatori contenenti, altresì, elementi attinenti la più ampia professionalità dei soggetti in relazione, anche, alla loro capacità di approcciare i problemi in coerenza con il contesto interno ed esterno. Tale valutazione, da considerarsi non esaustiva, viene poi portata all’attenzione della governance dell’Ente che completa il giudizio valutativo con proprie considerazioni. La summa delle attività porta poi a quello che è il giudizio finale al quale riferirsi per il riconoscimento della premialità e della sua misura. La valutazione dei dipendenti avviene, invece, attraverso la compilazione di apposite schede valutative da parte dei dirigenti e condivise dalla governance, attraverso le quali è possibile avere contezza della partecipazione del dipendente, non solo al raggiungimento degli obiettivi, ma, come già detto, alla funzionalità degli uffici al fine della ottimizzazione dei risultati. 4
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 2. BREVI NOTE SULLE VICENDE CHE HANNO INTERESSATO L’AUTORITA’ PORTUALE DI BRINDISI NELL’ULTIMO QUADRIENNIO. Dal 2011 ad oggi, l’Autorità portuale di Brindisi è stata interessata da una serie di vicende che ne hanno sicuramente rallentato l’attività amministrativa, riverberandosi in maniera negativa sulla vita stessa dell’Ente e sui procedimenti posti in essere. A valle della nomina da parte del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, di concerto con il presidente della Regione, del professor Iraklis Haralambidis a guida dell’Autorità portuale di Brindisi, il relativo decreto fu oggetto di ricorso al TAR, in quanto ritenuto non in linea con la normativa che reggeva la materia. Il giudice di prima istanza, si pronunciò per l’accoglimento del ricorso con la conseguenza immediata del commissariamento dell’Ente alla cui governance fu preposto, a seguito di nomina governativa, l’Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Ferdinando Lolli, già Comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto. Nel gennaio 2013, il Consiglio di Stato, riformando il precedente giudizio del TAR, accolse l’appello presentato dal professor Haralambidis, ma ne procrastinò l’effettiva applicazione all’emissione del parere sull’argomento richiesto alla Corte Europea di Giustizia, a seguito di ricorso a quell’alto consesso da parte del presidente Haralambidis. Nel giugno del 2013, successivamente al pronunciamento definitivo della Corte di seconda istanza, il professor Haralambidis fu riammesso, con pienezza di poteri, alla guida della governance dell’Ente. Nel frattempo, l’Autorità portuale era rimasta priva del segretario generale a seguito delle dimissioni presentate dal dottor Nicola Del Nobile, a cui faceva capo la responsabilità di quell’incarico. Con decreto del novembre 2013 fu nominato segretario generale l’Ammiraglio Salvatore Giuffrè. Durante il periodo successivo alla riconferma del professor Haralambidis e fino alla scadenza del suo mandato, avvenuta nella prima decade del mese di luglio 2015, l’Ente ha attraversato un travagliato percorso che ha visto il raggiungimento degli obiettivi e l’approvazione dei più importanti atti amministrativi, quali il bilancio, soffrire di una non comunanza di vision strategica dello sviluppo del porto e della conduzione amministrativa dell’Ente tra la governance dell’Ente stesso, il Comitato portuale e le forze politiche. Particolare difficoltà si sono evidenziate nell’approvazione del conto consuntivo del 2012, a seguito di alcune problematiche relative al personale e più in 5
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 particolare al settore delle premialità, avendo la precedente gestione dell’Ente omesso alcuni passaggi amministrativi relativi all’iter di approvazione ed entrata in vigore delle contrattazioni decentrate di secondo livello. Tali difformità sono state oggetto, in seguito, di particolare attenzione da parte della magistratura inquirente con affidamento delle indagini al locale Comando della Guardia di Finanza. Il gap è stato superato attraverso la modifica di alcuni istituti apparsi non in linea e la sottoscrizione di nuove contrattazioni di secondo livello. Nel 2015, il professor Haralambidis ha terminato il suo mandato ed all’attualità l’Ente è commissariato. Commissario straordinario è stato nominato dal luglio 2015, dapprima per un periodo di sei mesi e poi riconfermato fino al giugno 2016, il C.V. (CP) Mario Valente. È di tutta evidenza che le criticità che l’Ente ha dovuto superare nel corso del periodo esaminato hanno sicuramente determinato dei vulnera per l’attività amministrativa dell’Ente. Tutto ciò va inquadrato in una situazione di incertezza che sta vivendo la portualità italiana, con particolare riferimento al mantenimento dell’attuale configurazione giuridica e dell’attuale consistenza numerica delle Autorità portuali. Seppur da parte del Governo sia stato emanato un Decreto che rivisita l’attuale geografia delle port authorities, lo stesso non appare essere il testo definitivo, anche perché deve ancora scontare il completamento dell’iter amministrativo, il che potrebbe comportare delle modificazioni, anche significative, del testo al momento licenziato. Ciò che il Decreto nella sua attuale conformazione sembrerebbe presagire, con un certo margine di certezza, è la possibilità che l’Autorità portuale di Brindisi venga accorpata ad un’Autorità di sistema da individuarsi tra le due previste nell’ambito logistico-portuale della Puglia. Ciò non di meno non si esclude del tutto che all’indomani della conferenza Stato Regioni la previsione normativa possa subire modificazioni ad oggi non prevedibili. Per continuità amministrativa e per ottemperare a quanto previsto dal citato Decreto legislativo 150 del 2009, questa Autorità ha proceduto alla stesura del presente Piano delle Performance, pur nella considerazione che tale attività potrebbe essere successivamente parzialmente resa vana, atteso che l’attuale vision governativa individua, per le autorità di sistema, unici Piani Operativi Portuali, Piani Regolatori Portuali, Piani delle Performance e correlati strumenti attuativi. 6
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 Uno dei principali motivi della nuova vision della logistica e della portualità che l’Esecutivo intende porre in essere è costituito dalla necessità, intanto di adeguare la normativa interna a quella europea con particolare considerazione della contingenza che, in maniera globale, sta interessando il settore dei porti e dei traffici marittimi. Contingenza che è, altresì, caratterizzata da una crisi profonda dei settori produttivi, alla quale crisi chiaramente il mondo dei porti non può ritenersi estraneo. L’altalenante andamento delle borse, anche di quelle orientali, fa sì che il mondo si trovi dinnanzi ad un’incertezza economica che interessa mercati fino ad oggi assolutamente in espansione e per i quali difficilmente si sarebbe potuta prevedere, quanto meno nel breve periodo, una flessione. La parola d’ordine è stata pertanto quella di ridurre al massimo la spesa pubblica al fine di cercare, attraverso la diminuzione del peso determinato dai costi interni, di creare una spinta per la ripresa produttiva del Paese, attraverso una politica dei sacrifici di oggi per i benefici di domani. La logica della razionalizzazione della governance del settore portuale si inquadra proprio in questo più ampio progetto di recupero di risorse economiche attraverso la creazione, nell’ottica governativa, di strumenti di minor impatto numerico, ma di maggiore realizzazione di risultati; quindi, un modello di guida snello, indirizzato alla massima produttività con dispendio di minori risorse, attraverso anche un’incisiva azione di moralizzazione. A tal proposito, l’implementazione avutasi nel campo della lotta alla corruzione che, nonostante un più elevato comune senso della legalità, ancora sembra essere padrona di alcuni settori dell’amministrazione pubblica. La stessa città di Roma ha sofferto di un commissariamento a seguito dell’indagine denominata “mafia capitale” che ha visto interessati dall’azione della magistratura romana vari soggetti. L’alto livello dei contenziosi e il sistematico interessamento della magistratura amministrativa, e per quello che attiene Brindisi, un sistematico ricorso ad esposti/denunce presentati alla magistratura ordinaria, e ciò a causa del minor costo iniziale delle segnalazioni, fa sì che si sia creata una perdurante incertezza sulla previsione della durata dei procedimenti amministrativi con particolare riguardo alla realizzazione delle opere pubbliche. È evidente che tale incertezza giochi negativamente sulla possibilità di attrarre nuove fonti di interesse, anche straniere, 7
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 quanto ad investimenti, nei confronti dell’ambito portuale. L’impossibilità, pertanto, di determinare tempi, se non certi, quanto meno ipotizzabili in termini reali, in un contesto globale dei trasporti che vede i porti del nord Europa e seppur con una flessione dovuta negli ultimi tempi all’instabilità politica locale, anche i porti del nord Africa, offrire infrastrutture e servizi con tempi e modalità sicuramente più concreti, crea un ostacolo non facilmente superabile. A ciò si aggiunga la possibilità che i traffici vengano dirottati verso rotte un tempo impensabili che offrono per la velocità delle operazioni di discarica e di caricazione risparmi economici non indifferenti. Si è potuto assistere, negli ultimi tempi, alla riduzione, se non all’azzeramento, di alcuni traffici che interessavano porti italiani e che sono stati dirottati verso porti anche del Mediterraneo, che si sono dimostrati più competitivi, valga per tutti l’esempio del porto di Taranto che ha visto i traffici dei containers privilegiare i porti greci. Per quanto attiene il porto di Brindisi, l’Autorità portuale ha posto in essere, negli ultimi anni, con particolare riguardo al biennio 2014/2015, mirate azioni attrattive del traffico crocieristico. Ciò ha fatto sì che la stagione del traffico passeggeri del 2015 si sia rivelata, in assoluto, come la stagione più proficua degli ultimi dieci anni. Questo a seguito di una politica che riguardava principalmente i traffici legati ai traghetti Ro-Ro pax e alle grandi navi da crociera. L’Ente ha rivolto i propri sforzi a consolidare i traffici esistenti ed ad attrarre nuovi investimenti nei settori che da sempre hanno costituito il suo core business. In tale ottica ed a tal fine deve essere letto lo sforzo compiuto dall’Autorità portuale per offrire agli armatori e ai passeggeri servizi e tariffe in linea con un’intelligente politica di mercato. Nel prosieguo del presente Piano saranno meglio specificate le attività poste in essere e la situazione del porto di Brindisi, evidenziando alcune criticità, quali la problematica connessa con la presenza del cono di atterraggio incombente sul porto, che attualmente frenano la possibilità di una fruizione non condizionata delle banchine. 8
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 3. PIANO DELLE PERFORMANCE Il Piano delle Performance è lo strumento su base di programmazione triennale che prevede, coerentemente alle risorse che l’Ente gestisce ed alla mission ed alla vision dello stesso, obiettivi, programmati e definiti, prima dell’inizio del rispettivo esercizio, dagli Organi di indirizzo politico-amministrativo, sentiti i vertici dell’Amministrazione che a loro volta consultano i dirigenti o i responsabili delle Unità organizzative. Gli obiettivi sono definiti in coerenza con quelli di bilancio, indicati nei documenti programmatici, e il loro conseguimento costituisce condizione per l’erogazione delle premialità previste dalla Contrattazione integrativa di II livello. Gli obiettivi sono: 1. Rilevanti e pertinenti rispetto ai bisogni della collettività, alla missione istituzionale, alle priorità politiche ed alle strategie dell’amministrazione; 2. Specifici e misurabili in termini concreti e chiari; 3. Tali da determinare un significativo miglioramento della qualità dei servizi erogati e degli interventi; 4. Riferibili ad un arco temporale determinato, di norma corrispondente ad un anno; 5. Commisurati ai valori di riferimento derivanti da standard definiti a livello nazionale ed internazionale, nonché da comparazioni con amministrazioni omologhe; 6. Confrontabili con le tendenze della produttività dell’amministrazione con riferimento, ove possibile, almeno al triennio precedente; 7. Correlati alla quantità e alla qualità delle risorse disponibili. Gli articoli del Decreto legislativo 150/2009, dal 6 al 10 del capo II “Il ciclo di gestione delle performance” e quelli dal 11 al 16 del capo IV, individuano, oltre che la trasparenza e la rendicontazione della performance, i soggetti del processo di misurazione e valutazione della performance. Nel titolo III vengono, inoltre, individuati l’oggetto, le finalità e le modalità erogazione delle premialità. 9
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 Responsabile della promozione della cultura per il miglioramento della performance nel merito della trasparenza e dell’integrità è l’Organo di indirizzo politico e amministrativo il quale: 1. Emana le direttive generali contenenti gli indirizzi strategici; 2. Definisce in collaborazione con i vertici dell’amministrazione il Piano e la Relazione di cui all’articolo 10, comma 1, lettere a) e b); 3. Verifica il conseguimento effettivo degli obiettivi strategici; 4. Definisce il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità di cui all’articolo 11, nonché gli eventuali aggiornamenti annuali. Nell’esercizio di tale responsabilità, l’Organo di indirizzo politico-amministrativo deve tener conto, come già accennato in precedenza, degli altri strumenti di cui l’Ente si è dotato in tema di anti corruzione, programmazione, trasparenza e sviluppo. Per quanto attiene detti piani, tra di essi vanno considerati anche il Piano Operativo Triennale e il Piano Regolatore Portuale per i quali negli ultimi tempi proprio a causa dell’accennata incertezza sull’organizzazione delle autorità portuali vi è stato un rallentamento nell’aggiornamento. La governance deve, quindi, operare in maniera tale che i vari strumenti riescano a dialogare tra di loro per raggiungere il risultato finale di una performance dell’Ente coerente con i propri obiettivi e, quindi, con la propria vision che comunque dovrà essere capace di coniugare lo sviluppo del porto con l’economica cittadina in un rapporto integrato di sviluppo del territorio, al fine del miglioramento dei servizi e la creazione di nuove fonti di economia. 10
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 4. IL PORTO DI BRINDISI OGGI Brindisi, da sempre considerata naturale porta dell’oriente, già ai tempi dei romani e fino alla famosa “Valigia delle Indie” che collegava Brindisi a Bombay, ha saputo trovare negli ultimi decenni le giuste specifiche che ora caratterizzano la sua infrastrutturazione portuale ed industriale, con un bacino di oltre 6 milioni di metri quadri e con più di 6 km di banchine collocate in un alveo naturale che si appalesa come tra i più completi e sicuri di tutto il Mediterraneo. Il suo sviluppo parte dal porto interno dove trova allocazione una tra le più importanti basi della nostra Marina Militare e che, con naturalezza dei luoghi, si collega al porto medio, destinato al traffico dei traghetti ad ai traffici commerciali, per sfociare nel porto esterno ove le banchine, di ultima generazione, offrono il necessario supporto alla grande industria dell’energia e della chimica. Il porto di Brindisi è scalato anche da navi attraverso le quali importiamo circa 5 milioni di tonnellate di carbone proveniente dall’emisfero sud (Australia, Brasile, etc) con una presenza media di 1,4 bulk carriers di tipo panamax (60-70 mila tonnellate). Il grandissimo valore aggiunto degli enormi spazi retro portuali potenzia le capacità già elevate di intermodalità, vero obiettivo a cui attualmente tende il mondo dell’impresa. I numerosi investimenti in corso, della portata di centinaia di milioni di euro, promossi in piena sinergia con gli enti territoriali, in parte già nella loro fase attuativa (nuovo raccordo ferroviario di collegamento tra il porto e la rete ferroviaria nazionale, terminal contenitori a costa Morena Est) ed in parte in fase di avanzatissima progettazione (nuovi accosti traghetti RORO-Pax a Sant’Apollinare, piastra logistica intermodale retro portuale), andranno a definire ed ad esaltare il nodo portuale di Brindisi ancor di più di quanto già realizzato nel recente passato con la creazione di grandi infrastrutturazioni (una per tutte la diga di Punta Riso) a corredo e protezione di uno dei più importanti agglomerati industriali del sud. La presenza, inoltre di banchine al servizio della chimica, dell’Aeronautica e della produzione dell’energia interessano, con la loro funzione, anche altri settori incidendo sull’economia di un territorio che travalica i confini provinciali ed interprovinciali. Il progetto della Piastra Logistica retro-portuale di Brindisi, già sottoposto al vaglio del Consiglio Superiore LL.PP., sintetizza le volontà ufficialmente espresse dalle 11
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 Istituzioni locali e regionali di potenziare le funzioni intermodali del Porto di Brindisi e delle sue aree retro-portuali per venire incontro alla domanda espressa dal Grande Salento e dai corridoi paneuropei che fanno riferimento all’area balcanica meridionale ad al quadrante orientale del Mediterraneo. Attualmente il porto è interessato da lavori in corso per circa 60 milioni di euro. In tale ottica si è tornato a parlare della riperimetrazione ed attivazione del punto franco doganale di Brindisi istituito, da tempo, con legge dello Stato. La politica voluta dall’Ente, intesa a valorizzare le cosiddette sea ways, ha determinato, nonostante la grave crisi economica congiunturale della quale si è già detto, il più alto tasso percentuale di crescita di tale tipologia di traffico. Il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti quale tangibile riconoscimento del risultato conseguito da Brindisi, ha inserito il nostro porto nell’ambito della veicolazione informativa del PON 2007 – 2013 con il documentario “Il Viaggio delle Merci”. Il detto documento, a divulgazione didattico – scientifica, evidenzia la particolare strategicità della collocazione del porto salentino che, si ribadisce, ha suscitato l’attenzione e la volontà di un primario operatore marittimo mondiale ad investire sul porto di Brindisi. Il Gruppo ha già impostato, infatti, un importante piano strutturale avendo anche chiesto una concessione ventennale per un terminal nel porto medio come un “hub croce” – nord /sud/est/ovest dalla Grecia alla Spagna e dal nord Italia / nord Europa verso la Sicilia e Malta per un perseguimento della politica UE finalizzata all’abbattimento del traffico su gomma ed al potenziamento delle connessioni con paesi terzi via mare. Ciò a conferma della grande vocazione commerciale – industriale che pone Brindisi come primo scalo italiano per volumi di traffico merci nel medio e basso adriatico. Inoltre, il completamento di importantissime opere attualmente in corso (collegamento ferroviario tra le banchine di Costa Morena Est, realizzazione piattaforma intermodale di Costa Morena Est) consentirà l’avvio di operazioni portuali anche nel settore dei contenitori, dove si rileva già il significativo interesse da parte di investitori internazionali. Non solo merci però. Oltre alla ripresa del “classico” dato riferito al traffico passeggeri con auto al seguito da e per le coste 12
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 greche ed albanesi, il grande richiamo attrattivo del territorio salentino con le sue inestimabili ricchezze storiche, artistiche, culturali, per non riferire di quelle paesaggistiche ed enogastronomiche, sta facendo si che anche le principali compagnie crocieristiche si stiano affacciando sempre con più entusiasmo alla nostra sponda. E’ del 2015, infatti, la significativa presenza delle grandi navi da crociera come la Mein Schiff 3 della tedesca TUI Cruises, compagnia alla quale si è aggiunta anche la MSC con oltre 50 approdi per un dato complessivo di passeggeri superiore alle 150 mila unità. La contiguità del sedime aeroportuale con il bacino portuale, già opportunamente evidenziata dalla pianificazione regionale, potrà consentirà inoltre, in uno scenario strutturale una realizzazione di una vera e propria connessione intermodale aereo – nave, a costituire un home port che oggi solo poche strutture al mondo possono vantare . Segnali che di certo meritano incoraggiamento e misure di investimento ancora maggiori di quelle, pur già rilevanti, messi in campo nella piena consapevolezza della grande potenzialità dei nostri valori. E’ in questo, seppur sommario, quadro, con i suoi punti fermi e i suoi presupposti, che si inseriscono le grandi aspettative di quest’area con la richiesta, dunque, di maggiori programmi di investimento e di attenzione da parte dell’Amministrazione centrale e regionale per la conferma di questo magnifico spirito e carattere di unione ed omogeneità. In sintesi, il porto di Brindisi si pone come modello di una struttura portuale multi- purpose di nuova concezione e generazione. La revisione del piano triennale anticorruzione 2016/2018 parte da una specifica analisi del contesto all’interno del quale opera l’Autorità portuale di Brindisi. Infine, si è ritenuto di non inserire nel presente piano ulteriori elementi relativi al ciclo della gestione delle performance in quanto facenti parte della contrattazione di 2° livello dei dirigenti e degli impiegati, nè relativi al bilancio nella considerazione che tali elementi possano essere più completamente desunti attraverso la consultazione degli specifici documenti. 13
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 5. IL CONTESTO ESTERNO Le organizzazioni di tutti i tipi e dimensioni si trovano ad affrontare fattori ed influenze interni ed esterni che rendono incerto il raggiungimento dei propri obiettivi. Il rischio è l'effetto che questa incertezza ha sugli obiettivi dell'organizzazione. La prima e indispensabile fase del processo di gestione del rischio è quella relativa all’analisi del contesto attraverso la quale ottenere le informazioni necessarie a comprendere come il rischio corruttivo possa verificarsi all’interno dell’Autorità per via delle specificità dell’ambiente in cui essa opera in termini di strutture territoriali e di dinamiche sociali, economiche e culturali, o per via delle caratteristiche organizzative interne. La revisione del piano triennale anticorruzione dell’AP Brindisi parte, infatti, dall’analisi del contesto esterno nel cui ambito l’ente svolge la propria funzione pubblica, intendendosi per contesto il quadro sociale, economico, culturale, politico ed anche criminale, che caratterizza il territorio di appartenenza. Tale analisi consente di ottenere le informazioni necessarie a prevedere le fattispecie di rischio potenzialmente connesse all’esercizio delle attività istituzionali dell’AP. Punto di partenza, sulla scorta delle indicazioni fornite dalla determinazione n. 12 del 2015 dell’ANAC, è l’esame della realtà locale. In tal senso ha fornito un supporto preliminare l’interlocuzione con la locale Prefettura e l’analisi della relazione sullo stato dell’ordine e della sicurezza pubblica presentata a febbraio 2015 alle Camere dal Ministero dell’Interno e disponibile sul seguente link: http://www.camera.it/leg17/494?idLegislatura=17&categoria=038&tipologiaDoc=elen co_categoria Nella parte dedicata alla realtà della Regione Puglia ed in particolare della Provincia di Brindisi, il documento parlamentare dà atto dell’esistenza nel territorio brindisino di fenomeni legati alla criminalità organizzata, estesa per determinate tipologie di reati, anche ad altri comuni della provincia. Trattasi di fattispecie di reato 14
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 contro il patrimonio, contro l’ordine pubblico e di violazioni di leggi speciali in materia di traffico di droghe e di armi, nonché reati di estorsione. La relazione fa altresì cenno, con particolare riferimento all’ambito portuale di Brindisi, all’esistenza di casi di traffico di clandestini e contrabbando di t.l.e.. Partendo da queste informazioni, nella predisposizione del presente documento, dovrà tenersi conto, in fase di individuazione delle fattispecie di rischio, della presenza, in termini di valutazione etico-culturale del contesto, di tali circostanze, qualora possa ipotizzarsene un collegamento, anche indiretto, con qualcuna delle attività svolte dall’ente o sulle quali l’ente esercita attività di controllo. È, infatti, indiscutibile l’orientamento delle organizzazioni criminali a tentare di infiltrarsi nella cosa pubblica facendo ricorso a strumenti corruttivi, ovvero a tentare di accedere alle attività più prettamente legate alla realtà portuale per il tramite di operatori privati conniventi. Anche il contesto socio-economico della Provincia e della Città è caratterizzato da diverse realtà emergenziali per forti difficoltà legate alla crisi economica, alla crisi dell’industria, ed alla ridotta capacità commerciale delle imprese locali. La chiusura degli stabilimenti storici del petrolchimico, la ridotta imprenditoria agricola, la forte disoccupazione, sono dati storici ed ambientali di cui tener conto. La stretta sinergia tra l’attività dell’Ente in tema di sicurezza e l’azione delle forze dell’ordine operanti in porto assicura un sicuro strumento di tutela della amministrazione. 15
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 6. IL CONTESTO INTERNO Altrettanto utile è l’analisi del contesto interno. Per esso si ha riguardo agli aspetti legati all’organizzazione e alla gestione operativa che influenzano la sensibilità della struttura dell’Autorità al rischio corruzione. A tal fine vengono considerati i seguenti dati: organi di indirizzo, struttura organizzativa, ruoli e responsabilità politiche, obiettivi; e strategie; risorse, conoscenze, sistemi e tecnologie; qualità e quantità del personale; cultura organizzativa, con particolare riferimento alla cultura dell’etica; sistemi e flussi informativi, processi decisionali (sia formali, sia informali); relazioni interne ed esterne. Preliminare ad ogni considerazione è la illustrazione della realtà organizzativa dell’Ente e del sistema delle responsabilità. L’AP è organizzata in maniera fortemente verticistica per espressa previsione normativa. Accanto alle figure apicali del Presidente e del Segretario generale, esistono solo tre aree funzionali rette tra altrettanti dirigenti, alle cui dipendenze operano 27 unità, a fronte di una previsione di 40 unità, così ripartite: 15 area amministrativa e contabile, 5 area demanio, sicurezza, lavoro portuale e security, 7 area tecnica. Pur potendo contare l’Ente su un organico non completo, esso svolge un ruolo di primaria importanza in termini di programmazione e di sviluppo economico del territorio. L’Ente svolge compiti istituzionali di rilievo ed intorno alla vita ed alle scelte dell’amministrazione ruota un’attività commerciale ed imprenditoriale di forte impatto economico e sociale. L’analisi del contesto interno dell’AP fa venire in rilievo la sua funzione di Ente regolatore del porto e delle sue attività, Ente concedente i beni demaniali, Ente preposto al rilascio di un numero massimo di autorizzazioni per l’esercizio di attività di impresa all’interno del porto ove opera un mercato ristretto di aziende, 16
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 amministrazione aggiudicatrice e stazione appaltante i lavori di grande infrastrutturazione, le manutenzioni, le forniture ed i servizi che si svolgono nel porto. Il comitato portuale, organo dell’Ente che concorre alla formazione di alcuni degli atti amministrativi più importanti, racchiude in sé tutti i soggetti e gli operatori la cui attività si svolge nel porto (amministrazioni dello Stato, imprenditori portuali, agenti marittimi, industriali, lavoratori, armatori etc.). È, altresì, utile evidenziare che per lo svolgimento di alcune funzioni istituzionali, soprattutto in termini di programmazione, l’Autorità portuale si interfaccia, per espressa previsione della l. 84/94, con le amministrazioni locali (Regione e Comune) richiedendone l’intesa sugli strumenti di pianificazione del territorio (Piano regolatore portuale), nonché con altri enti territoriali che svolgono opere e interventi infrastrutturali (Consorzio ASI). Da un punto di vista specificatamente interno, è utile tener conto dei seguenti dati. Nel corso degli ultimi cinque anni (2010/2015) l’Ente ed il suo personale sono stati coinvolti in alcuni procedimenti penali. Nel medesimo periodo l’Ente è stato interessato in numerosi giudizi amministrativi (gare e appalti, demanio) ed altrettanti numerosi giudizi civili (recupero crediti, azioni risarcitorie). L’Ente è stato altresì interessato da numerose richieste di accesso agli atti in maniera indiscriminata e coinvolto in diverse interrogazioni parlamentari a significato di una non indifferente predisposizione, da parte del contesto esterno, al contenzioso. 17
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 7. PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA La recente politica europea, concentrando la sua visione in tema di logistica e trasporti sull’assetto strategico delle reti Trans Europee di Trasporto (TEN – T), ha da ultimo determinato con ulteriore specificazione una rete centrale (core network) da realizzare entro il 2030, quale futura struttura portante dei trasporti nel mercato unico, appoggiata su una rete globale (comprehensive network) di collegamenti con un orizzonte temporale al 2050 che alimenteranno la rete centrale a livello regionale e nazionale. La mancata appartenenza alla rete centrale determinerà una gravissima ripercussione per gli asset di un territorio in quanto su di essa saranno prioritariamente indirizzati i fondi destinati ai trasporti previsti dal “meccanismo per collegare l’Europa” (Connecting Europe Facility), il nuovo strumento finanziario delle reti trans europee. A causa di criteri piuttosto discutibili, pure stigmatizzati da questa Autorità in diversi passaggi formali con le Amministrazioni regionale e centrale, il porto di Brindisi, come pure i collegamenti stradale e ferroviario che lo connettono alle reti nazionali, appartengono alla rete globale europea, ma non a quella centrale. Dei quattro corridoi della rete centrale che interessano il territorio italiano meritano particolare attenzione il corridoio Baltico – Adriatico relativamente alle prospettive di sviluppo del sistema pugliese in generale e brindisino in particolare e il corridoio Helsinki – La Valletta che dal Brennero entra in territorio italiano con il collegamento ferroviario Verona – Bologna – Roma – Napoli e raggiunge Bari e Taranto in diramazione, sia stradale che ferroviaria, da Napoli, confermando il progetto di realizzazione della AC/AV da Napoli a Bari. 18
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 Figura 1_ Ultima configurazione della rete TEN - T. Non si può negare, però, come le scelte fino ad ora effettuate comportino un evidente rischio di marginalizzazione di tutta l’area mediterranea dell’Europa ed in particolare una scarsa attenzione alle relazioni di scambio con l’area dei Balcani e del Nord Africa sminuendo, di fatto, quanto precedentemente programmato in tale direzione ad esempio con il “Corridoio VIII”; corridoio paneuropeo strategico tra il Mare Adriatico e il mar Nero, che vedeva invece il nostro territorio assolutamente protagonista. Ciò Figura 2_ Il tracciato degli assi transnazionali dopo la revisione dei corridoi paneuropei. nonostante, la revisione operata post corridoi paneuropei mediante la proposizione dei cinque assi transnazionali, ha evidenziato ben due di essi, “autostrade del mare” e “asse sudorientale” quali 19
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 elementi di assoluto interesse per le relazioni tra il nodo di Brindisi e l’area dei Balcani occidentali.1 E’ anche vero, però, che della stragrande maggioranza dei vecchi corridoi paneuropei, rientrati integralmente nel territorio UE, il solo corridoio VIII abbia mantenuto una sua certa strategicità per essere stato inserito almeno in parte – per la precisione nel suo tratto bulgaro – nel core network. Ed infatti, allo stato attuale, il corridoio di trasporto del sud est più performante rispetto all’intero assetto programmatico-progettuale è rappresentato dall’asse autostradale Igoumenitsa/Patras-Athens-Sofia-Budapest, la cosiddetta “via Egnatia moderna”, che dal porto di Igoumenitsa, attraversando tutta la Grecia, raggiunge la Turchia. È evidente quale sia la strategicità della rotta Brindisi-Igoumenitsa, rilanciata (aprile 2012) dalla compagnia di navigazione Grimaldi, in relazione alle opportunità di scambio tra l’area del Mediterraneo nord-orientale con la Puglia e, attraverso i Corridoi Helsinki-La Valletta e Adriatico, con l’Europa, soprattutto alla luce del ruolo che il porto di Igoumenitsa, casello terminale dell’autostrada Egnatia, ha già guadagnato e che sarà ulteriormente rafforzato in quanto appartenente alla rete centrale delle rivisitate TEN-T. La estensione del corridoio Helsinki – La Valletta verso Bari, grazie al sopra richiamato collegamento ferroviario AC / AV Napoli – Bari, non potrà che incoraggiare una sorta di continuità tra il detto corridoio ed il “vecchio” Corridoio VIII come pure propugnato dal documento programmatico Puglia Corsara della Regione Puglia e come confermato, più praticamente, dalle importanti performance registrate nel Porto di Brindisi dalla movimentazione delle merci su trailer in navi RO – RO. In campo nazionale, l’azione del Governo si sta concretizzando in una serie di indirizzi volti a rafforzare il settore logistico portuale come spinta propulsiva per la crescita economica del Paese sino ad imputare da ultimo, con il decreto legge 1L’asse “Autostrade del Mare” collega le regioni del mar Baltico, mare di Barents, oceano Atlantico, mar Mediterraneo, Mar Nero e Mar caspio, nonché i paesi litoranei all’interno di tali regioni con un estensione verso il mar Rosso attraverso il canale di Suez; l’asse “sudorientale” collega l’UE con i Balcani e la Turchia, con il caucaso meridionale e il mar Caspio, come pure con il Medio oriente, fino all’Egitto e al mar Rosso. 20
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 nr.133 del 12 settembre 2014 (cd. “Sblocca Italia”), la redazione di un Piano Nazionale della Portualità e della Logistica. Intendimento, tra l’altro, già operato, non più tardi del settembre del 2012, con la consegna, da parte della “Consulta per l’autotrasporto e la logistica” al Ministero delle Infrastrutture, del Piano Nazionale della Logistica (PNL) mai però concretamente attuato. Se è da registrarsi per il Paese, un mancato allineamento tra il quadro programmatorio europeo e quello nazionale, tanto da rendere necessario un altro documento pianificatorio, si rileva altrettanto e più marcatamente riguardo alla pianificazione regionale che rimane fissata, almeno nei suoi principi, nella Legge nr. 16 / 2008. Principi, per la verità, sempre sostenuti da questo Ente, ritenendoli per l’appunto del tutto condivisibili, essendovi ascritta l’impostazione del “Sistema Portuale di interesse Regionale” quale piattaforma logistica pugliese finalizzata alla complementarità “orizzontale” dei porti tra loro (o meglio tra i sub sistemi portuali territoriali: del Levante, del Salento e dello Ionio) con le strutture logistiche presenti sul territorio e con il sistema economico produttivo – pugliese nel suo complesso. Non a caso ci si è prodigati, proprio in contrapposizione alla programmazione continentale, affinché la Comunità Europea “leggesse” il citato sistema portuale regionale quale unico complessivo nodo del network in luogo delle singole infrastrutture atteso che il porto di Brindisi risultava essere inopinatamente escluso da tale logica pianificatoria. D’altronde, a conferma ed in coerenza con tale visione sistemica, poi ulteriormente specializzata nel Piano Attuativo 2009 – 2013 della Legge, in special modo per gli aspetti riguardanti lo sviluppo della logistica retroportuale, si innesta la sinergia con il Consorzio ASI per la realizzazione della “piattaforma logistica intermodale retroprotuale” per il supporto dell’affermazione della tipologia del traffico RO–RO accompagnato e non andando ad incidere proprio sulla organizzazione della domanda, grazie all’offerta di servizi, strumenti e strutture per 21
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 la gestione, il coordinamento e la sicurezza delle attività di ricevimento, smistamento e distribuzione delle merci. 22
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 8. PIANIFICAZIONE STRATEGICA Il Governo con l’art. 29 del decreto legge 12 settembre 2014, nr. 133 “Misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive”2, nel riferire dell’adozione di un piano strategico nazionale della portualità e della logistica ha richiesto alle Autorità Portuali un resoconto degli interventi correlati a progetti in corso di realizzazione o da intraprendere, corredato dai relativi crono programmi e piani finanziari3. Tale input è stato considerato dall’Autorità portuale di Brindisi quale occasione, si per censire le opere come espressamente richiesto, ma anche per tracciare alcune linee strategiche e strutturali a valenza anche pianificatoria. In ordine alle recenti politiche infrastrutturali di questo Ente non si può non riferire come queste siano state portate principalmente secondo le linee ed indicazioni di derivazione comunitaria. Da ultimo, in particolare, ci si è concentrati con le aree progettuali bersaglio previste nell’approvando Accordo di Partenariato 2014 – 2020 (ed ai suoi indicatori di risultato come delineati dall’allegato I al Regolamento UE 2 Pubblicato in Gazzetta Ufficiale Serie Generale nr. 212 del 12 settembre 2014 ed entrato in vigore il 13 settembre 2014 3 Art. 29 _Pianificazione strategica della portualità e della logistica. (Testo del decreto legge 12 settembre 2014 nr.133 coordinato con la legge di conversione 11 novembre 2014). 1. Al fine di migliorare la competitività del sistema portuale e logistico, di agevolare la crescita dei traffici e la promozione dell'intermodalità nel traffico merci, anche in relazione alla razionalizzazione, al riassetto e all'accorpamento delle Autorità portuali esistenti, da effettuare ai sensi della legge n. 84 del 1994, è adottato, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, il piano strategico nazionale della portualità e della logistica. Lo schema del decreto recante il piano di cui al presente comma è trasmesso alle Camere ai fini dell’acquisizione del parere delle competenti Commissioni parlamentari. Il parere è espresso entro trenta giorni dalla data di asseggnazione, decorsi i quali il decreto può essere comunque emanato. I-bis. All’articolo 5, comma 2-bis, della legge 28 gennaio 1994, nr.84, le parole: sono sostituite dalle seguenti: >. 2. Allo scopo di accelerare la realizzazione dei progetti inerenti alla logistica portuale, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, le Autorità portuali presentano alla Presidenza del Consiglio dei Ministri un resoconto degli interventi correlati a progetti in corso di realizzazione o da intraprendere, corredato dai relativi crono programmi e piani finanziari. La Presidenza del Consiglio dei Ministri, d'intesa con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, seleziona, entro i successivi sessanta giorni, gli interventi ritenuti più urgenti sulla base delle proposte contenute nei documenti presentati dalle Autorità portuali, anche al fine di valutarne l'inserimento nel piano strategico di cui al comma 1, ovvero di valutare interventi sostitutivi. Resta fermo quanto disposto dall'articolo 13, commi 4, 5, 6 e 7 del decreto legge 23 dicembre 2013, n. 145 convertito con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9 per i progetti volti al miglioramento della competitività dei porti italiani per il recupero dei traffici anche tra l'Europa e l'Oriente. 23
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 1301/2013 in tema di indicatori comuni di output) in quanto naturalmente complementari alle azioni di potenziamento già in corso di realizzazione oltre che ritenuti coerenti con le massime vocazioni di questo porto. Detti interventi della politica di coesione, così come tracciati nell’Obiettivo Tematico 7 dell’Accordo “Promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete“, dovendo essere inoltre coerenti con il quadro strategico nazionale delle politiche ordinarie di cui si aspetta la sua maggiore specificazione nell’aggiornamento del Piano Infrastrutture Strategiche (PIS), già in qualche modo delineato nel 10° e 11° Allegato Infrastrutture al Documento di Economia e Finanza, sono stati presi dunque quali riferimenti della linea programmatica dell’Ente. L’Italia, nel suddetto documento, ha già tracciato il proprio approccio strategico puntando, sopra ogni altro aspetto, al superamento delle criticità principali del sistema trasportistico ed al suo riequilibrio modale attraverso il rafforzamento dell’infrastruttura ferroviaria e portuale e delle relative interconnessioni intermodali. Tra gli strumenti individuati per il raggiungimento di tale obiettivo figura, inequivocabilmente, la destinazione prioritaria delle risorse verso interventi che insistono sui quattro corridoi TEN-T, già su accennati, che attraversano l’Italia o che sono funzionalmente complementari a migliorare l’accesso a tali corridoi. 24
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 Figura 3_ Mappa dei 30 progetti prioritari della rete TEN-T. Brindisi, pertanto, si propone già quale esistente importante sistema portuale e logistico, puntando, a completamento degli interventi in esecuzione finanziati con il PON 2007 – 2013, al rafforzamento delle dotazioni e delle interconnessioni infrastrutturali in termini di accessibilità, efficacia ed efficienza allo scambio intermodale. Detto ciò, è indubbio che bisognerà avviare al più presto il processo per la formazione di una nuova pianificazione degli ambiti portuali. La pianificazione attualmente vigente, infatti, seppur rivisitata con la variante del 2006 (con il supporto ulteriore di procedimenti di adeguamento tecnico funzionale) fonda la sua visione strutturale su una impostazione vecchia, praticamente di 45 anni! Le nuove vision in materia di pianificazione portuale, conclamate da ultimo anche dalla legislazione nazionale e regionale, impongono un approccio concettuale 25
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 profondamente diverso, non solo dallo spirito degli anni 70 e 80, ma anche dai presupposti contenuti nella Legge 84/94, sostanzialmente confinati nella rigida accezione della “pianificazione di settore” quali piani tematici, per l’appunto, per loro concezione il più delle volte avulsi da un contesto territoriale di ampio raggio. Non a caso, infatti, la nuova formulazione della riforma portuale interviene in maniera significativa su tale aspetto andando a prefigurare una visione più sistemica della materia anche tramite l’individuazione, per l’appunto, di Piani Regolatori di “Sistema Portuale” in luogo dei singoli nodi come oggi intesi nella loro accezione più stretta del termine. Lungimirante in tal senso, oltre che innovativa, la struttura offerta dalla normativa regionale con la LR 16/2008 – Principi, indirizzi e linee di intervento in materia di Piano Regionale dei Trasporti - che, riconoscendo al sistema portuale il ruolo di elemento strategico della “piattaforma logistica pugliese”, individua aree molto più estese delle attuali circoscrizioni portuali ad inglobare ovvero anche altre strutture portuali – logistiche minori, strettamente connesse con i Porti sede di Autorità Portuali per formare dei veri e propri sub – sistemi territoriali. Tanto, evidentemente, al fine di promuovere un’offerta integrata di infrastrutture e servizi definendo strategie condivise che garantiscano la massima sinergia tra i nodi seppure in un’ottica di specializzazione delle infrastrutture portuali maggiori. Ove, infatti, la pianificazione portuale restasse confinata nell’ambito spaziale di suo immediato riferimento, sconterebbe il rischio di risultare del tutto sterile, in quanto le relative previsioni potrebbero incontrare limiti insormontabili in contrastanti discipline contenute in strumenti di governo settoriali del territorio ovvero di programmazione locale di opere pubbliche. Nella direzione su accennata ci si deve dunque muovere, traguardando più che un piano specifico, un piano strutturale, che contemperi in sostanza le esigenze legate alla elasticità delle destinazioni funzionali (con le loro interconnessioni infrastrutturali alle altre reti) proprie degli ambiti operativi del porto e quelle legate invece agli innesti e agli affacci urbani tra il porto e la città, proprie degli ambiti portuali di interazione con il tessuto cittadino per le quali, innegabilmente, si 26
PIANO DELLE PERFORMANCE 2016-2018 dovranno ricercare le indispensabili azioni concertative oltre che sinergiche con l’Amministrazione Comunale di Brindisi. Il nuovo assetto pianificatorio non potrà che partire dalla conferma delle tre diverse macro-aree funzionali che nel tempo si sono via via affermate e che, ad ogni modo, rimangono bisognevoli di completamento infrastrutturale; aree funzionali corrispondenti sostanzialmente poi ai tre settori geografici che contraddistinguono, rendendolo unico nella sua specificità, il porto: il porto interno con i suoi due seni di levante e ponente, il porto medio e il porto esterno. Ci si vuole riferire evidentemente alla macro area militare / diportistica e peschereccia / crocieristica per il porto interno, alla macro area commerciale per il porto medio ed alla macro area industriale per il porto esterno. Figura 4_ Il bacino portuale con i principali collegamenti ferro - gomma: in verde l'arteria a scorrimento veloce SS 379 BA – LE / E 55; in rosso primaria viabilità di raccordo; in nero l'esistente linea ferroviaria oggetto di rivisitazione con il "nuovo raccordo"; in blu la realizzanda connessione ferroviaria di Costa Morena Est e la nuova viabilità urbana di collegamento tra il piazzale di S.Apollinare e Costa Morena Ovest. Sono posti in evidenza, con il colore giallo, anche le nuove grandi opere da realizzare, conformi al Piano Regolatore Portuale vigente, relative ai nuovi accosti di S.Apollinare all’imbocco del canale Pigonati e la cassa di sporgente di Costa Morena Este il molo Polimeri. (fonte: elaborazione A) 27
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