Ritiro spirituale - "Laudato si, Signore mio" - DOMENICA 7 GIUGNO 2020 - Parrocchia San Giuseppe

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Ritiro spirituale - "Laudato si, Signore mio" - DOMENICA 7 GIUGNO 2020 - Parrocchia San Giuseppe
“Laudato si,
           Signore mio”

Ritiro spirituale

DOMENICA    7 GIUGNO 2020
               1
Ritiro spirituale - "Laudato si, Signore mio" - DOMENICA 7 GIUGNO 2020 - Parrocchia San Giuseppe
Programma in presenza:
  ore 14.30- 15.00                                   Passando dalla portineria,
                                                   accoglienza dei partecipanti
                                             e adempimento delle disposizioni
                                      previste dal nuovo protocollo anti-covid.

  15.00          Inizio del ritiro:   preghiera – meditazione – silenzio
                                        – possibilità di confessioni

  16.30           per chi lo desidera, condivisione di riflessioni e risonanze
                                               in piccoli gruppi

  17.15         in santuario: Adorazione Eucaristica

  18.00          Celebrazione della Santa Messa

L'Arcivescovo Mario invia un video messaggio all'Azione Cattolica ambrosiana
https://youtu.be/ayt5Rl9JW3E
 “Dopo l’alluvione, quando il fiume si ritira dal terreno che ha invaso, il terreno è più
fertile di prima. Però di solito rimangono anche un mucchio di porcherie che il fiume
ha trascinato: sassi, rami, sacchetti di plastica, rottami. Il terreno, quindi, prima di
essere seminato di nuovo, deve essere liberato da tutti questi detriti. Vi consegno
come compito, finita questa alluvione che è stata l’epidemia, quello di liberare il
terreno da tutto ciò che di improprio, di brutto, di schifoso si è depositato. E vi
raccomando il brano del Vangelo di Matteo che parla del terreno pieno di sassi o
pieno di spine. Ecco il compito che vorrei affidare a tutti, specialmente a quelli
dell’Azione Cattolica: essere disponibili a liberare il terreno dai detriti, dai sassi, cioè
da tutte quelle rigidità, da tutti i punti fermi che uno non vuole mai discutere, quelle
posizioni tenute per puntiglio. Liberare il terreno dai sassi, perché il terreno possa
ospitare un seme che possa produrre frutto. Liberare il terreno da tutti i rovi, da tutte
le parole inutili, dalle parole amare, da tutte le distrazioni, dalle preoccupazioni che
soffocano la vita, la speranza, la gioia. Liberare il terreno dai sassi, liberare il terreno
dai rovi, perché il seme della Parola di Dio possa essere seminato e produrre molto
frutto, dove il trenta, dove il sessanta, dove il cento per uno. Prepariamo il terreno
per una nuova seminagione”.

  BUON RITIRO!                  I responsabili di AC del decanato Seregno-Seveso

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Ritiro spirituale - "Laudato si, Signore mio" - DOMENICA 7 GIUGNO 2020 - Parrocchia San Giuseppe
Per chi vivrà il ritiro da casa
 indichiamo alcuni segni:

                            * Nei giorni precedenti hai già segnalato ai
                            responsabili il desiderio di partecipare e hai
                            ricevuto    il   presente    libretto.  Sentiti
                            spiritualmente unito a chi vive questo
                            momento in presenza.

                            *Prepara nella tua casa l’ “Angolo bello”
                             un’icona, un crocefisso, il libro aperto della
                            Bibbia, un lume acceso sono segni che possono
                            aiutarci a “fissare lo sguardo”;

                            * prepara gli strumenti tecnici che ci possono
                            aiutare:      il PC, la stampa del libretto, della
                            buona musica adatta a custodire il silenzio.

                             * entra nel silenzio

                            * Inizia il ritiro con la preghiera allo Spirito
                            Santo
                              * la lettura ad alta voce del libro della
                            Genesi (2,4b-15)

  * Per la meditazione proponiamo:
                                un testo scritto di don Andrea Regolani.

  * Hai anche la possibilità, nel rispetto delle regole e delle norme
   prudenziali anti-covid, di raggiungerci in santuario per un momento di
   adorazione alle ore 17.15 o per la S. Messa alle ore 18.00

    * Infine proponiamo di devolvere come gesto di carità
  La somma che avremmo speso per il pranzo comunitario e per
  l’organizzazione della giornata.
  Tante sono le proposte e le iniziative anche a sostegno di questo
  particolare momento di difficoltà.
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INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO

                                               (Lettera da Taizé 2000)
 Spirito Santo,
non permettere che i nostri cuori siano turbati,
rassicuraci nelle nostre oscurità,
donaci la gioia, e attenderemo nel silenzio
e nella pace che si levi su di noi la luce del Vangelo.
Gesù Cristo, nelle nostre profondità
tu discerni un’attesa contemplativa:
una sete riempie la nostra anima,
quella di abbandonarci in Te.
Chi potrebbe condannarci?
Anche se il nostro cuore ci condannasse,
Dio è più grande del nostro cuore.
Gesù, nostra speranza,
con il poco che capiamo del Vangelo,
ci fai scoprire ciò che ti aspetti da noi.
Gesù Cristo,
nella preghiera le nostre povere parole
spesso fanno fatica ad esprimere
il nostro desiderio di una comunione con Te,
ma Tu già ci accogli.

Vieni Spirito creatore

            https://www.youtube.com/watch?v=3a5uJOlSmKw

                                  4
Lampada per i miei passi è la tua Parola,
                  luce sul mio cammino. Salmi 119:105

Libro della Genesi (2,4b-15)
  4b
     Nel giorno in cui il Signore Dio fece la terra e il cielo 5nessun
  cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era
  spuntata, perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra
  e non c'era uomo che lavorasse il suolo, 6ma una polla d'acqua
  sgorgava dalla terra e irrigava tutto il suolo. 7Allora il Signore Dio
  plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un
  alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.
  8
   Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi
  collocò l'uomo che aveva plasmato. 9Il Signore Dio fece
  germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni
  da mangiare, e l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero
  della conoscenza del bene e del male. 10Un fiume usciva da Eden
  per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi.
  11
    Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre attorno a tutta la
  regione di Avìla, dove si trova l'oro 12e l'oro di quella regione è
  fino; vi si trova pure la resina odorosa e la pietra d'ònice. 13Il
  secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre attorno a tutta la
  regione d'Etiopia. 14Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre a
  oriente di Assur. Il quarto fiume è l'Eufrate.
  15
    Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden,
  perché lo coltivasse e lo custodisse.
                                    5
Cantico delle creature di San Francesco d’Assisi
Altissimu, onnipotente, bon Signore,
tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.
Ad te solo, Altissimu, se konfàno
et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi' Signore, cum tucte le tue creature,
spetialmente messor lo frate sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore,
de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle,
in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si', mi' Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno
et onne tempo,
per lo quale a le tue creature dài sustentamento.
Laudato si', mi' Signore, per sor'aqua,
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si', mi' Signore, per frate focu,
per lo quale ennallumini la nocte,
et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre terra,
la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti
flori et herba.
Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore,
et sostengo infirmitate et tribulatione.
Beati quelli che 'l sosterrano in pace, ca da te, Altissimo,
sirano incoronati.
Laudato si' mi' Signore per sora nostra morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò scappare:
guai a quelli che morrano ne le peccata mortali;
beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà male.
Laudate et benedicete mi' Signore'
et ringratiate et serviateli cum grande humilitate

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Altissimo, onnipotente, buon Signore
tue sono le lodi, la gloria e l'onore ed ogni benedizione.
A te solo, Altissimo, si confanno, e nessun uomo è degno di te.
Laudato sii, o mio Signore, per tutte le creature,
specialmente per messer Frate Sole,
il quale porta il giorno che ci illumina
ed esso è bello e raggiante con grande splendore:
di te, Altissimo, porta significazione.
Laudato sii, o mio Signore, per sora Luna e le Stelle:
in cielo le hai formate limpide, belle e preziose.
Laudato sii, o mio Signore, per frate Vento e per l'Aria,
le Nuvole, il Cielo sereno ed ogni tempo per il quale alle tue creature
dai sostentamento.
Laudato sii, o mio Signore, per sora Acqua,
la quale è molto utile, umile, preziosa e casta.
Laudato sii, o mio Signore, per frate Fuoco,
con il quale ci illumini la notte:
ed esso è robusto, bello, forte e giocondo.
Laudato sii, o mio Signore, per nostra Madre Terra,
 la quale ci sostenta e governa e produce diversi frutti con coloriti
fiori ed erba.
Laudato sii, o mio Signore,
per quelli che perdonano per amor tuo
e sopportano malattia e sofferenza.
Beati quelli che le sopporteranno in pace
perché da te saranno incoronati.
Laudato sii, o mio Signore, per nostra sora Morte corporale,
dalla quale nessun uomo vivente può scampare.
Guai a quelli che morranno nel peccato mortale.
Beati quelli che si troveranno nella tua volontà
poichè loro la morte non farà alcun male.
Laudate e benedite il Signore e ringraziatelo
e servitelo con grande umiltate.

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MEDITAZIONE:
                 “Laudato si’, mi’ Signore
              per sora nostra matre Terra”

MEDITAZIONE:                       (di don Andrea regolani)
1. Il “creato”
“Dio fece la terra e il cielo”: così si apre il secondo racconto
della creazione contenuto nel libro della Genesi. Quando si
usano diadi di opposti, nel linguaggio semitico antico, (terra-
cielo, oriente-occidente, bene-male…) si intende indicare tutto
ciò che è racchiuso tra gli opposti stessi. Così in Gen 2,4 si
afferma che Dio creò “tutto”. Oggi noi diremmo che ha creato
l’universo. C’è un principio di tutto, c’è un inizio, c’è un
Creatore. Colui che è da sempre, liberamente, decide di dare
vita a qualcosa di nuovo. Crea dal nulla l’universo in cui
abitiamo.
È importante parlare di creazione e non solo di natura. “La
natura viene spesso intesa come un sistema che si analizza, si
comprende e si gestisce, ma la creazione può essere compresa
solo come un dono che scaturisce dalla mano aperta del Padre
di tutti” (Laudato si’ 76). La creazione appartiene all’ordine
dell’amore: alla sua origine c’è una decisione mossa dall’amore!
In questo senso allora “per il credente contemplare il creato è
anche ascoltare un messaggio, udire una voce paradossale e
silenziosa. Accanto alla rivelazione propriamente detta
contenuta nelle Sacre Scritture c’è, quindi, una manifestazione
divina nello sfolgorare del sole e nel calare della notte…”
                               8
(Laudato si’ 85). È fondamentale accostarci alla realtà come
davanti al mistero dell’amore di Dio. Il creato è un libro con cui
Dio ci parla, porta la sua immagine (“di te porta significazione”
dice San Francesco). Questo sguardo contemplativo non blocca
la ricerca scientifica umana, ma la esalta e la indirizza.
Ecco perché con il Santo di Assisi ci poniamo davanti al creato
anzitutto con atteggiamento contemplativo. “Il mondo è
qualcosa di più che un problema da risolvere, è un mistero
gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode” (Laudato
si’ 12).

2. L’uomo fatto di terra
“Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e
soffiò nelle sue narici un alito di vita” (Gen 2,7). Chiaramente
il testo biblico vuole rendere ragione del fatto che il corpo
umano dopo la morte si disgrega, rimane solo polvere, solo
terra… ecco che si immagina la creazione dell’uomo da un
mucchietto di polvere in cui è insufflato il respiro stesso di Dio.
La straordinarietà dell’uomo e della donna è questa: sono fatti
di terra (fragili e mortali), ma abitati dallo Spirito stesso di Dio.
Il testo contiene anche un’altra verità importantissima: l’uomo
e la donna sono legati strutturalmente alla terra. Non possono
pensarsi come semplici abitanti della Terra: ne fanno parte.
Papa Francesco propone la grande intuizione dell’ecologia
integrale (Laudato si’ 10). Il discorso ecologico, cioè, non
riguarda solo il rispetto della natura, perché questa nostra
Terra rimanga abitabile. Ecologia significa pensare tutti i
rapporti tra gli uomini, col creato e con Dio come un’armonia
unica, dove, se qualcosa non funziona, tutto rischia di crollare.
                                  9
Il Papa scrive che San Francesco d’Assisi “era un mistico e un
pellegrino che viveva con semplicità e in una meravigliosa
armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso. In
lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la
preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri,
l’impegno nella società e la pace interiore” (Laudato si’ 10). È
illuminate riconoscere la stretta interdipendenza tra la giustizia
e la lotta contro la povertà, la cura del creato e la pace interiore
e con Dio.

3. L’uomo coltivatore e custode
L’uomo è posto nel mondo “perché lo coltivasse e lo
custodisse” (Gen 2,15).
Coltivare dice l’atteggiamento attivo dell’uomo. Con il suo
lavoro l’uomo e la donna partecipano e continuano l’opera
della creazione (“…nessuna erba campestre era spuntata,
perché… non c'era uomo che lavorasse il suolo” - Gen 2,5).
L’uomo e la donna trasformano il mondo con la tecnica (anche
con la tecnologia) e con la cultura (notiamo che cultura viene
proprio dal verbo coltivare). Questo possono e devono farlo con
creatività (come il loro creatore!).
Custodire dice invece l’atteggiamento più responsabile, più
ricettivo. Il mondo è un dono da tenere in mano con cura. È un
dono da lasciare intatto per le generazioni future. Occorre
attenzione, premura, finezza, rispetto.
“…«coltivare e custodire» il giardino del mondo. Mentre
«coltivare» significa arare o lavorare un terreno, «custodire»
vuol dire proteggere, curare, preservare, conservare, vigilare.
Ciò implica una relazione di reciprocità responsabile tra
                                 10
essere umano e natura. Ogni comunità può prendere dalla
bontà della terra ciò di cui ha bisogno per la propria
sopravvivenza, ma ha anche il dovere di tutelarla e garantire
la continuità della sua fertilità per le generazioni future”
(Laudato si’ 67).

4. Casa comune
Il Signore Dio dà all’uomo e alla donna “dal suolo ogni sorta di
alberi graditi alla vista e buoni da mangiare”, ma anche “l'oro
fino” di Avila, “la resina odorosa e la pietra d'ònice” (Gen 2,9-
12). Cioè l’uomo riceve il suo sostentamento (ciò che è
necessario per sopravvivere), ma anche ciò che è il ‘di più’ per
la sua gioia (l’oro, i profumi, le pietre preziose…). L’essenziale e
il sovrabbondante. Il necessario e il bello.
L’uomo e la donna sono sulla terra a casa. Significa anzitutto
che questa casa ha tutto quello che serve per abitarvi, ma anche
che questa casa è da abitare insieme: è una casa comune per
tutta l’umanità. Il Papa dice: “In questa Enciclica, mi propongo
specialmente di entrare in dialogo con tutti riguardo alla
nostra casa comune” (Laudato si’ 3).
San Francesco “considerando che tutte le cose hanno
un’origine comune, si sentiva ricolmo di pietà ancora
maggiore e chiamava le creature, per quanto piccole, con il
nome di fratello o sorella” (Laudato si’ 11). Ecco la fraternità
universale che il Signore Gesù ha rinforzato con la sua venuta
sulla terra, ma che da sempre è iscritta nella creazione.
“Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra
i credenti, vanno dalla negazione del problema
all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia
                                 11
cieca nelle soluzioni tecniche. Abbiamo bisogno di nuova
solidarietà universale” (Laudato si’ 14).

5. Un giardino…
“Dio piantò un giardino in Eden e vi collocò l'uomo che aveva
plasmato” (Gen 2,8). Il famoso Eden. Un giardino è più di un
campo, di uno spazio vuoto. Giardino dice bellezza, sensazione
di pace e di serenità. Dice piacevolezza della vita.
È molto interessante che Gesù, secondo il Vangelo di Giovanni,
in un giardino pregò prima del suo arresto (“Dopo aver detto
queste cose, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente
Cedron, dove c'era un giardino, nel quale entrò con i suoi
discepoli” - Gv 18,1), che in un giardino fu crocifisso e fu
sepolto (“Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un
giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno
era stato ancora posto” – Gv 19,41) e che nello stesso giardino
apparve vivo, risorto dai morti (Maria Maddalena “pensando
che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai
portato via tu…»” - Gv 20,15).
Gesù è venuto ad abitare questa terra perché insieme con lui la
facessimo tornare quel giardino bellissimo che il Padre ha
donato all’umanità perché imparasse e vivesse dell’amore suo.

                               12
DOMANDE:
  Quando mi è capitato di avere uno sguardo contemplativo
   sul creato? Quali condizioni mi aiutano ad averlo? Riesco a
   non vedere solo “problemi” attorno a me?
  Sento che giustizia sociale e cura della terra sono
   interdipendenti? Ecologia integrale.
  Sono capace di dare e di ricevere? Di lavorare e di
   attendere? Di trasformare e di custodire?
  Quale conversione mi chiede il pensare alla terra come
   “casa comune” e quindi alla necessità di una fraternità
   universale con ogni uomo e donna sulla terra?
  So godere della bellezza quando la incontro?

                             13
14
SCHEMA DI PREGHIERA GUIDATA

  Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

  Canto iniziale:       Laudates omnes gentes
                      https://www.youtube.com/watch?v=nYBfHdbf-6M

PRIMO MOMENTO: Tempo di contemplare

Udienza generale papa Francesco 20 MAGGIO 2020

                   https://www.youtube.com/watch?v=vtV5Hph6nSw

La vita, il semplice fatto che esistiamo, apre il cuore dell’uomo alla
preghiera.
La prima pagina della Bibbia assomiglia ad un grande inno di
ringraziamento. Il racconto della Creazione è ritmato da ritornelli,
dove viene continuamente ribadita la bontà e la bellezza di ogni cosa
che esiste. Dio, con la sua parola, chiama alla vita, ed ogni cosa
accede all’esistenza. Con la parola, separa la luce dalle tenebre,
alterna il giorno e la notte, avvicenda le stagioni, apre una tavolozza
di colori con la varietà delle piante e degli animali. In questa foresta
straripante che rapidamente sconfigge il caos, per ultimo appare
l’uomo. E questa apparizione provoca un eccesso di esultanza che
amplifica la soddisfazione e la gioia: «Dio vide quanto aveva fatto,
ed ecco, era cosa molto buona» (Gen 1,31). Cosa buona, ma anche
bella: si vede la bellezza di tutto il Creato!

La bellezza e il mistero della Creazione generano nel cuore
dell’uomo il primo moto che suscita la preghiera (cfr Catechismo della Chiesa
Cattolica, 2566). Così recita il Salmo ottavo, che abbiamo sentito all’inizio:
«Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che
tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio
                                      15
dell’uomo, perché te ne curi?» (vv. 4-5). L’orante contempla il
mistero dell’esistenza intorno a sé, vede il cielo stellato che lo
sovrasta – e che l’astrofisica ci mostra oggi in tutta la sua immensità
– e si domanda quale disegno d’amore dev’esserci dietro un’opera
così poderosa!... E, in questa sconfinata vastità, che cosa è l’uomo?
“Quasi un nulla”, dice un altro Salmo (cfr 89,48): un essere che
nasce, un essere che muore, una creatura fragilissima. Eppure, in
tutto l’universo, l’essere umano è l’unica creatura consapevole di
tanta profusione di bellezza. Un essere piccolo che nasce, muore,
oggi c’è e domani non c’è, è l’unico consapevole di questa bellezza.
Noi siamo consapevoli di questa bellezza!

La preghiera dell’uomo è strettamente legata con il sentimento
dello stupore. La grandezza dell’uomo è infinitesimale se rapportata
alle dimensioni dell’universo. Le sue più grandi conquiste sembrano
ben poca cosa… Però l’uomo non è nulla. Nella preghiera si afferma
prepotente un sentimento di misericordia. Niente esiste per caso: il
segreto dell’universo sta in uno sguardo benevolo che qualcuno
incrocia nei nostri occhi. Il Salmo afferma che siamo fatti poco meno
di un Dio, di gloria e di onore siamo coronati (cfr 8,6) (…)

Lodiamo Dio, contenti semplicemente di esistere. Guardiamo
l’universo, guardiamo le bellezze e guardiamo anche le nostre croci
e diciamo: “Ma, tu esisti, tu ci hai fatto così, per te”. È necessario
sentire quella inquietudine del cuore che porta a ringraziare e a
lodare Dio. Siamo i figli del grande Re, del Creatore, capaci di leggere
la sua firma in tutto il creato; quel creato che oggi noi non
custodiamo, ma in quel creato c’è la firma di Dio che lo ha fatto per
amore. Il Signore ci faccia capire sempre più profondamente questo
e ci porti a dire “grazie”: e quel “grazie” è una bella preghiera.

                                   16
Canto: Salmo 8
                https://www.youtube.com/watch?v=1JSFFVarUNg

Se guardo il cielo, la luna le stelle,
opere che Tu, con le dita, hai modellato,
che cosa è, perché Te ne curi,
che cosa è, perché Te ne ricordi,
l’uomo, l’uomo, l’uomo?
Eppure lo hai fatto poco meno degli angeli
di gloria e di onore lo hai coronato,
gli hai dato il potere sulle opere delle tue mani,
su tutte le cose, che Tu avevi creato:
gli uccelli del cielo, i pesci del mare,
le greggi e gli armenti,
gli animali della campagna

                   PREGHIERA PERSONALE
Innalza a Dio la lode per il creato.
Puoi riprendere personalmente il testo del cantico delle Creature
Riportano all’inizio del libretto o farti aiutare dai canti.
                Il Cantico delle Creature”, è la prima poesia scritta in italiano.
                Il suo autore è Francesco d’Assisi che l’ha composta nel 1226.
                              La poesia è una lode a Dio, alla vita e alla natura
                          che viene vista in tutta la sua bellezza e complessità.

Cantico delle Creature         cantato da A. Branduardi
                                   https://www.youtube.com/watch?v=VElNoClZjT8

Laudato si, mi Signore
                                   https://www.youtube.com/watch?v=Rla81AGiir0

                                     17
SECONDO MOMENTO:                    Tempo di conversione
Papa Francesco 22 aprile 2020 50° giornata mondiale della terra
                    “Vincere le sfide globali”

                   https://www.youtube.com/watch?v=sVIL9q-3GOY

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi celebriamo la 50ª Giornata Mondiale della Terra.
È un’opportunità per rinnovare il nostro impegno ad amare la nostra
Casa comune e prenderci cura di essa e dei membri più deboli della
nostra famiglia. Come la tragica pandemia di coronavirus ci sta
dimostrando, soltanto insieme e facendoci carico dei più fragili
possiamo vincere le sfide globali. La lettera enciclica Laudato si’ ha
proprio questo sottotitolo: « sulla cura della casa comune ». Oggi
rifletteremo insieme su questa responsabilità che caratterizza il
«nostro passaggio su questa terra».47 Siamo fatti di materia
terrestre, e i frutti della terra sostengono la nostra vita. Ma, come ci
ricorda il libro della Genesi, non siamo semplicemente “terrestri”:
portiamo in noi anche il soffio vitale che viene da Dio (cfr Gen 2,4- 7).
Viviamo quindi nella casa comune come un’unica famiglia umana e
nella biodiversità con le altre creature di Dio. Come imago Dei,
siamo chiamati ad avere cura e rispetto per tutte le creature e a
nutrire amore e compassione per i nostri fratelli e sorelle,
specialmente i più deboli, a imitazione dell’amore di Dio per noi,
manifestato nel suo Figlio Gesù. A causa dell’egoismo siamo venuti
meno alla nostra responsabilità di custodi e amministratori della
terra. «Basta guardare la realtà con sincerità per vedere che c’è un
grande deterioramento della nostra casa comune ».48 L’abbiamo
inquinata e depredata, mettendo in pericolo la nostra stessa vita.
Per questo, si sono formati vari movimenti internazionali e locali per
risvegliare le coscienze. Apprezzo sinceramente queste iniziative, e
                                   18
sarà ancora necessario che i nostri figli scendano in strada per
insegnarci ciò che è ovvio, vale a dire che non c’è futuro per noi se
distruggiamo l’ambiente che ci sostiene. Abbiamo mancato nel
custodire la terra, nostra casa-giardino, e nel custodire i nostri
fratelli. Abbiamo peccato contro la terra, contro il nostro prossimo
e, in definitiva, contro il Creatore, il Padre buono che provvede a
ciascuno e vuole che viviamo insieme in comunione e prosperità.
Come possiamo ripristinare un rapporto armonioso con la terra e il
resto dell’umanità? Abbiamo bisogno di un modo nuovo di guardare
la nostra casa comune. Essa non è un deposito di risorse da
sfruttare. Per noi credenti il mondo naturale è il “Vangelo della
Creazione”, che esprime la potenza creatrice di Dio nel plasmare la
vita umana e nel far esistere il mondo insieme a quanto contiene per
sostenere l’umanità. Il racconto biblico della creazione si conclude
così: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona »
(Gen 1,31). Nel celebrare oggi la Giornata Mondiale della Terra, siamo
chiamati a ritrovare il senso del sacro rispetto per la terra, perché
essa non è soltanto casa nostra, ma anche casa di Dio. Da ciò
scaturisce in noi la consapevolezza di stare su una terra sacra! Cari
fratelli e sorelle, «risvegliamo il senso estetico e contemplativo che
Dio ha posto in noi».49 La profezia della contemplazione è qualcosa
che apprendiamo soprattutto dai popoli originari, i quali ci
insegnano che non possiamo curare la terra se non l’amiamo e non
la rispettiamo. Nello stesso tempo, abbiamo bisogno di una
conversione ecologica che si esprima in azioni concrete. Come
famiglia unica e interdipendente, necessitiamo di un piano
condiviso per scongiurare le minacce contro la nostra casa comune.
«L’interdipendenza ci obbliga a pensare a un solo mondo, a un
progetto comune ».(…). Come fratelli e sorelle, supplichiamo
insieme il nostro Padre celeste: “Manda il tuo Spirito e rinnova la
faccia della terra” (cfr Sal 104,30)

                                  19
Cantico Sap 9,1-6.9-11                     .

   Ant. 1 Dammi, o Dio, la sapienza che siede accanto al tuo trono, *
             perché mi assista e mi affianchi nella fatica.
Dio dei padri e Signore di misericordia, *
che tutto hai creato con la tua parola,
che con la tua sapienza hai formato l’uomo, *
perché domini sulle creature che tu hai fatto,
e governi il mondo con santità e giustizia *
e pronunzi giudizi con animo retto,
dammi la sapienza, che siede accanto a te in trono *
e non mi escludere dal numero dei tuoi figli,
perché io sono tuo servo e figlio della tua ancella, †
uomo debole e di vita breve, *
incapace di comprendere la giustizia e le leggi.
Anche il più perfetto tra gli uomini, †
privo della tua sapienza, *
sarebbe stimato un nulla.
Con te è la sapienza che conosce le tue opere, *
che era presente quando creavi il mondo;
essa conosce che cosa è gradito ai tuoi occhi *
e ciò che è conforme ai tuoi decreti.
Mandala dai cieli santi, *
dal tuo trono glorioso,
perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica *
e io sappia che cosa ti è gradito.
Essa tutto conosce e tutto comprende, †
mi guiderà prudentemente nelle mie azioni *
e mi proteggerà con la sua gloria.
Gloria.    Ant. 1 Dammi, o Dio, la sapienza che siede accanto al tuo trono, *
                  perché mi assista e mi affianchi nella fatica.
                                     20
TERZO MOMENTO:                  Tempo di agire
Tratto da l’intervento scritto da Papa Francesco per la rivista spagnola Vida
Nueva, traduzione realizzata da L’Osservatore Romano e pubblicata
nell’edizione diffusa il pomeriggio di venerdì 17 aprile 2020
Se abbiamo potuto imparare qualcosa in tutto questo tempo è che
nessuno si salva da solo. Le frontiere cadono, i muri crollano e tutti i
discorsi integralisti si dissolvono dinanzi a una presenza quasi
impercettibile che manifesta la fragilità di cui siamo fatti.
La Pasqua ci convoca e c’invita a fare memoria di quest’altra
presenza discreta e rispettosa, generosa e riconciliatrice, capace di
non rompere la canna incrinata né di spegnere lo stoppino che arde
debolmente (cfr. Is 42, 2-3) per far pulsare la vita nuova che vuole
donare a tutti noi. È il soffio dello Spirito che apre orizzonti,
risveglia la creatività e ci rinnova in fraternità per dire presente
(oppure eccomi) dinanzi all’enorme e improrogabile compito che ci
aspetta. È urgente discernere e trovare il battito dello Spirito per
dare impulso, insieme ad altri, a dinamiche che possano
testimoniare e canalizzare la vita nuova che il Signore vuole
generare in questo momento concreto della storia. Questo è il
tempo favorevole del Signore, che ci chiede di non conformarci né
accontentarci, e tanto meno di giustificarci con logiche sostitutive o
palliative, che impediscono di sostenere l’impatto e le gravi
conseguenze di ciò che stiamo vivendo. Questo è il tempo propizio
per trovare il coraggio di una nuova immaginazione del possibile,
con il realismo che solo il Vangelo può offrici. Lo Spirito, che non si
lascia rinchiudere né strumentalizzare con schemi, modalità e
strutture fisse o caduche, ci propone di unirci al suo movimento
capace di “fare nuove tutte le cose” (Ap 21, 5).
Se agiamo come un solo popolo, persino di fronte alle altre
epidemie che ci minacciano, possiamo ottenere un impatto reale.
[…] La globalizzazione dell’indifferenza continuerà a minacciare e a
tentare il nostro cammino… Che ci trovi con gli anticorpi necessari
                                         21
della giustizia, della carità e della solidarietà. Non dobbiamo aver
paura di vivere l’alternativa della civiltà dell’amore […]

   Preghiera allo Spirito (Paolo VI)

   Fa', o Signore,
   che il tuo Spirito informi
   e trasformi la nostra vita,
   e ci dia il gaudio della fratellanza sincera,
   la virtù del generoso servizio,
   l'ansia dell'apostolato.
   Fa', o Signore,
   che sempre più ardente e operoso
   diventi il nostro amore
   verso tutti i fratelli in Cristo
   per collaborare sempre più intensamente con loro
   nell'edificazione del Regno di Dio.
   Fa' ancora, o Signore,
   che sappiamo meglio unire i nostri sforzi
   con tutti gli uomini di buona volontà,
   per realizzare pienamente
   il bene dell'umanità nella verità,
   nella libertà, nella giustizia e nell'amore.
   Per te noi così ti preghiamo, o Cristo,
   che col Padre e con lo Spirito Santo
   vivi e regni, Dio, nei secoli eterni.
   Amen.

 Canto conclusivo: Laudates omnes gentes
 https://www.youtube.com/watch?v=nYBfHdbf-6M

  Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo
                                  22
S. MESSA SS. TRINITA’
Cantiamo te
Cantiamo te, Signore della vita:
il nome tuo `e grande sulla terra,
 tutto parla di te e canta la tua gloria.
Grande tu sei e compi meraviglie: tu sei Dio
Cantiamo te, Signore Gesù Cristo:
Figlio di Dio venuto sulla terra,
fatto uomo per noi nel grembo di Maria.
Dolce Gesù, risorto dalla morte, sei con noi.
Cantiamo te, Amore senza fine:
tu che sei Dio, lo Spirito del Padre,
vivi dentro di noi e guida i nostri passi.
Accendi in noi il fuoco dell’eterna carità.

Riflessioni e preghiere dei fedeli
Ripetiamo: Signore donaci un cuore nuovo!
In questo tempo di distanziamento tutti abbiamo imparato a non
dare nulla per scontato e a riflettere su ciò che veramente conta.
Accompagna la tua chiesa a valorizzare tutte le vocazioni,
(sacerdotali, religiose e laicali) che trovano origine dall’unico
battesimo. Preghiamo
In questo tempo di sosta e di obbligata riflessione abbiamo toccato
con mano che siamo “fragili” e siamo “tutti sulla stessa barca”.
Benedici Signore lo studio e il lavoro di chi aiuta
e converti tutti a vivere con comportamenti responsabili. Preghiamo

                                     23
In questo tempo ci siamo accorti di quanto sono importanti relazioni
che ci “tengano vivi”.
Ti preghiamo perché nessuno viva la solitudine e il senso di
abbandono, rendici strumenti di vera e sincera relazione. Preghiamo

In famiglia abbiamo condiviso la gioia di essere insieme in ogni
momento della giornata e il limite della forzata vicinanza. Rinnova
nelle nostre famiglie il desiderio di sostenersi gli uni gli altri.
Preghiamo
In questo momento di difficoltà, in cui è prevalso l’isolamento e la
solitudine, ci sia data la grazia di riscoprire la bellezza della nostra
comunità e di rimanere fedeli al suo servizio. Preghiamo
In questi giorni come non mai abbiamo visto e toccato il dolore della
morte.
Sii vicino a chi per questo soffre, dona loro la consolazione e ai
defunti la gioia nella vita eterna. Preghiamo

    (Preghiere scritte dal gruppo AC adolescenti, e dagli adulti di AC riuniti in streaming
                                                          durante il periodi di lockdown)

Altre invocazioni potranno essere scritte
nei gruppi di confronto nel pomeriggio.

                                           24
Benedici o Signore                     Pane del Cielo
                                       Sei Tu, Gesù,
Nebbia e freddo,
                                       Via d'amore:
Giorni lunghi e amari,
                                       Tu ci fai come Te.
Mentre il seme muore.
Poi il prodigio                        Pane del Cielo
Antico e sempre nuovo                  Sei Tu, Gesù,
Del primo filo d'erba                  Via d'amore:
E nel vento dell'estate                Tu ci fai come Te.
Ondeggiano le spighe                   No, non è rimasta fredda la
Avremo ancora pane!                    terra:
Benedici, o Signore                    Tu sei rimasto con noi
Quest'offerta che portiamo a te        Per nutrirci di Te,
Facci uno come il Pane                 Pane di Vita;
Che anche oggi hai dato a noi          Ed infiammare col tuo amore
                                       Tutta l'umanità.
Nei filari
Dopo il lungo inverno                  Pane del Cielo
Fremono le viti.                       Sei Tu, Gesù,
La rugiada avvolge nel silenzio        Via d'amore:
I primi tralci verdi.                  Tu ci fai come Te.
Poi i colori dell'autunno,             Sì, il Cielo è qui su questa terra:
Coi grappoli maturi,                   Tu sei rimasto con noi
Avremo ancora vino!…                   Ma ci porti con Te
                                       Nella tua casa
                                       Dove vivremo insieme a Te
                                       Tutta l'eternità.
                                       Pane del Cielo
                                       Sei Tu, Gesù,
                                       Via d'amore:
                                       Tu ci…

                                  25
E sono solo un uomo

Io lo so, Signore, che vengo da lontano,
prima del pensiero e poi nella tua mano,
io mi rendo conto che tu sei la mia vita
e non mi sembra vero di pregarti così.

"Padre d'ogni uomo" e non ti ho visto mai,
"Spirito di vita" e nacqui da una donna,
"Figlio mio fratello" e sono solo un uomo,
eppure io capisco che tu sei verità.
E imparerò a guardare tutto il mondo
con gli occhi trasparenti di un bambino,
e insegnerò a chiamarti "Padre nostro"
ad ogni figlio che diventa uomo. (2 volte)

Io lo so, Signore, che tu mi sei vicino,
luce alla mia mente, guida al mio cammino,
mano che sorregge, sguardo che perdona,
e non mi sembra vero che tu esista così.

Dove nasce amore Tu sei la sorgente,
dove c'è una croce Tu sei la speranza,
dove il tempo ha fine Tu sei vita eterna:
e so che posso sempre contare su di Te!

E accoglierò la vita come un dono,
e avrò il coraggio di morire anch'io,
e incontro a te verrò col mio fratello
che non si sente amato da nessuno. (2 volte)

                                 26
Laudato sii, o mi Signore,…
E per tutte le sue creature           Perchè il senso della vita
per il sole e per la luna             è cantare e lodarti
per le stelle e per il vento          e perchè la nostra vita
e per l'acqua e per il fuoco.         sia sempre una canzone.

Per sorella madre terra               E per quelli che ora piangono
ci alimenta e ci sostiene             e per quelli che ora soffrono
per i frutti, i fiori e l'erba        e per quelli che ora nascono
per i monti e per il mare.            e per quelli che ora muoiono.

                                      E per quelli che camminano,
                                      e per quelli che ti lodano,
                                      e per quelli che ti aspettano,
                                      e per quelli che ora cantano.

Per approfondire:
               Lettera enciclica “ LAUDATO SI’”
                                di Papa Francesco 2015

1. «Laudato si’, mi’ Signore», cantava san Francesco d’Assisi. In
questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche
come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una
madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: «Laudato si’, mi’
Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et
governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba».

2. Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa
dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei.
Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e
dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuore
                                 27
umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia
che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi.
Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra
oppressa e devastata terra, che «geme e soffre le doglie del parto»
(Rm 8,22). Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr Gen 2,7). Il
nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua
aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora.

3. Più di cinquant’anni fa, mentre il mondo vacillava sull’orlo di una
crisi nucleare, il santo Papa Giovanni XXIII scrisse un’Enciclica con la
quale non si limitò solamente a respingere la guerra, bensì volle
trasmettere una proposta di pace. Diresse il suo messaggio Pacem in
terris a tutto il “mondo cattolico”, ma aggiungeva “e a tutti gli
uomini di buona volontà”. Adesso, di fronte al deterioramento
globale dell’ambiente, voglio rivolgermi a ogni persona che abita
questo pianeta.
Nella mia Esortazione Evangelii gaudium, ho scritto ai membri della
Chiesa per mobilitare un processo di riforma missionaria ancora da
compiere. In questa Enciclica, mi propongo specialmente di entrare
in dialogo con tutti riguardo alla nostra casa comune.

10. Non voglio procedere in questa Enciclica senza ricorrere a un
esempio bello e motivante. Ho preso il suo nome come guida e
come ispirazione nel momento della mia elezione a Vescovo di
Roma. Credo che Francesco sia l’esempio per eccellenza della cura
per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e
autenticità. E’ il santo patrono di tutti quelli che studiano e lavorano
nel campo dell’ecologia, amato anche da molti che non sono
cristiani. Egli manifestò un’attenzione particolare verso la creazione
di Dio e verso i più poveri e abbandonati. Amava ed era amato per la
sua gioia, la sua dedizione generosa, il suo cuore universale. Era un
mistico e un pellegrino che viveva con semplicità e in una
meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se
                                   28
stesso. In lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la
preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno
nella società e la pace interiore.

11. La sua testimonianza ci mostra anche che l’ecologia integrale
richiede apertura verso categorie che trascendono il linguaggio delle
scienze esatte o della biologia e ci collegano con l’essenza
dell’umano. Così come succede quando ci innamoriamo di una
persona, ogni volta che Francesco guardava il sole, la luna, gli
animali più piccoli, la sua reazione era cantare, coinvolgendo nella
sua lode tutte le altre creature. Egli entrava in comunicazione con
tutto il creato, e predicava persino ai fiori e «li invitava a lodare e
amare Iddio, come esseri dotati di ragione».[19] La sua reazione era
molto più che un apprezzamento intellettuale o un calcolo
economico, perché per lui qualsiasi creatura era una sorella, unita a
lui con vincoli di affetto. Per questo si sentiva chiamato a prendersi
cura di tutto ciò che esiste. Il suo discepolo san Bonaventura narrava
che lui, «considerando che tutte le cose hanno un’origine comune, si
sentiva ricolmo di pietà ancora maggiore e chiamava le creature, per
quanto piccole, con il nome di fratello o sorella».[20] Questa
convinzione non può essere disprezzata come un romanticismo
irrazionale, perché influisce sulle scelte che determinano il nostro
comportamento. Se noi ci accostiamo alla natura e all’ambiente
senza questa apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo
più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra
relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del
dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse
naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati.
Viceversa, se noi ci sentiamo intimamente uniti a tutto ciò che
esiste, la sobrietà e la cura scaturiranno in maniera spontanea. La
povertà e l’austerità di san Francesco non erano un ascetismo
solamente esteriore, ma qualcosa di più radicale: una rinuncia a fare
della realtà un mero oggetto di uso e di dominio.
                                  29
12. D’altra parte, san Francesco, fedele alla Scrittura, ci propone di
riconoscere la natura come uno splendido libro nel quale Dio ci parla
e ci trasmette qualcosa della sua bellezza e della sua bontà: «Difatti
dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il
loro autore» (Sap 13,5) e «la sua eterna potenza e divinità vengono
contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le
opere da lui compiute» (Rm 1,20). Per questo chiedeva che nel
convento si lasciasse sempre una parte dell’orto non coltivata,
perché vi crescessero le erbe selvatiche, in modo che quanti le
avrebbero ammirate potessero elevare il pensiero a Dio, autore di
tanta bellezza.[21] Il mondo è qualcosa di più che un problema da
risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e
nella lode.

13. La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende
la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di
uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose
possono cambiare. Il Creatore non ci abbandona, non fa mai marcia
indietro nel suo progetto di amore, non si pente di averci creato.
L’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra
casa comune. Desidero esprimere riconoscenza, incoraggiare e
ringraziare tutti coloro che, nei più svariati settori dell’attività
umana, stanno lavorando per garantire la protezione della casa che
condividiamo. Meritano una gratitudine speciale quanti lottano con
vigore per risolvere le drammatiche conseguenze del degrado
ambientale nella vita dei più poveri del mondo. I giovani esigono da
noi un cambiamento. Essi si domandano com’è possibile che si
pretenda di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi
ambientale e alle sofferenze degli esclusi.

14. Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui
stiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di un
                                  30
confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo,
e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti. Il movimento
ecologico mondiale ha già percorso un lungo e ricco cammino, e ha
dato vita a numerose aggregazioni di cittadini che hanno favorito
una presa di coscienza. Purtroppo, molti sforzi per cercare soluzioni
concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal
rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri. Gli
atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i
credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla
rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche.
Abbiamo bisogno di nuova solidarietà universale. Come hanno detto
i Vescovi del Sudafrica, «i talenti e il coinvolgimento di tutti sono
necessari per riparare il danno causato dagli umani sulla creazione di
Dio».[22] Tutti possiamo collaborare come strumenti di Dio per la
cura della creazione, ognuno con la propria cultura ed esperienza, le
proprie iniziative e capacità.

15. Spero che questa Lettera enciclica, che si aggiunge al Magistero
sociale della Chiesa, ci aiuti a riconoscere la grandezza, l’urgenza e la
bellezza della sfida che ci si presenta. In primo luogo, farò un breve
percorso attraverso vari aspetti dell’attuale crisi ecologica allo scopo
di assumere i migliori frutti della ricerca scientifica oggi disponibile,
lasciarcene toccare in profondità e dare una base di concretezza al
percorso etico e spirituale che segue. A partire da questa
panoramica, riprenderò alcune argomentazioni che scaturiscono
dalla tradizione giudeo-cristiana, al fine di dare maggiore coerenza al
nostro impegno per l’ambiente. Poi proverò ad arrivare alle radici
della situazione attuale, in modo da coglierne non solo i sintomi ma
anche le cause più profonde. Così potremo proporre un’ecologia
che, nelle sue diverse dimensioni, integri il posto specifico che
l’essere umano occupa in questo mondo e le sue relazioni con la
realtà che lo circonda. Alla luce di tale riflessione vorrei fare un
passo avanti in alcune ampie linee di dialogo e di azione che
                                   31
coinvolgano sia ognuno di noi, sia la politica internazionale. Infine,
poiché sono convinto che ogni cambiamento ha bisogno di
motivazioni e di un cammino educativo, proporrò alcune linee di
maturazione umana ispirate al tesoro dell’esperienza spirituale
cristiana.

16. Ogni capitolo, sebbene abbia una sua tematica propria e una
metodologia specifica, riprende a sua volta, da una nuova
prospettiva, questioni importanti affrontate nei capitoli precedenti.
Questo riguarda specialmente alcuni assi portanti che attraversano
tutta l’Enciclica. Per esempio: l’intima relazione tra i poveri e la
fragilità del pianeta; la convinzione che tutto nel mondo è
intimamente connesso; la critica al nuovo paradigma e alle forme di
potere che derivano dalla tecnologia; l’invito a cercare altri modi di
intendere l’economia e il progresso; il valore proprio di ogni
creatura; il senso umano dell’ecologia; la necessità di dibattiti sinceri
e onesti; la grave responsabilità della politica internazionale e locale;
la cultura dello scarto e la proposta di un nuovo stile di vita. Questi
temi non vengono mai chiusi o abbandonati, ma anzi costantemente
ripresi e arricchiti.

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