I linfonodi nel cane e nel gatto. Parte I. Caratteri anatomici e funzioni
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Veterinaria, Anno 9, n. 2, Giugno 1995 I linfonodi nel cane e nel gatto. Parte I. Caratteri anatomici e funzioni KENITA S. ROGERS, DVM, MS La linfoadenopatia è un reperto clinico comune il cui MELANIE LANDIS, DVM significato, tuttavia, spesso viene trascurato nel corso CLAUDIA L. BARTON, DVM Texas A&M University della visita veterinaria. Il riscontro di modificazioni di volume o struttura a carico di uno o più linfonodi oppure di edema a livello delle estremità distali può fornire infor- mazioni diagnostiche importanti se valutate parallelamente all’anamnesi e ad altri reperti clinici. L’ampia distribuzio- ne dei linfonodi nell’intero organismo consente a tali strut- ture di contribuire efficacemente al meccanismo comples- so della difesa immunitaria e di mantenere l’omeostasi nell’ambiente interstiziale allontanando i liquidi tissutali e riconvogliandoli nel torrente circolatorio. In ambito veterinario, la valutazione accurata dei sog- getti affetti da linfoadenopatie rende necessaria la cono- scenza della distribuzione e della funzione dei linfonodi oltre che delle relative patologie. Il presente lavoro è sud- diviso in due parti, nella prima vengono presi in conside- razione gli aspetti di rilievo riguardanti lo sviluppo, la struttura e la funzione dei linfonodi, mentre nella seconda verranno descritti i metodi per la valutazione diagnostica di cani e gatti colpiti da linfoadenopatia. SVILUPPO Lo sviluppo filogenetico dei linfonodi è recente. Queste strutture, pur comparendo nella scala evolutiva a partire dagli anfibi, hanno raggiunto il massimo livello di sviluppo e di integrazione nei mammiferi.1 I linfonodi si formano dal raggruppamento di cellule lungo i vasi e i sacchi linfa- tici. Nella specie canina, i vasi linfatici si sviluppano prima dei linfonodi, tuttavia l’abbozzo iniziale di quelli di mag- giori dimensioni è già presente al 35° - 38° giorno di gesta- zione.2 Con lo sviluppo del tessuto si verifica una prolife- razione di cellule reticolari nella rete linfatica. Queste cel- lule formano una trama che fornisce un ambiente idoneo ai linfoblasti derivanti dagli organi linfoidi primari, quali il timo e il midollo osseo. Quando il sacco viene invaso da tessuto connettivo, le cellule linfoidi vengono intrappolate nella struttura reticolare in via di sviluppo. Verso il 52° - 53° giorno di gestazione, la colonizzazione linfocitaria è notevole. *Da “The Compendium on Continuing Education for the Practicing Veterinarian” Vol. 15, N. 3, marzo 1993, 397-408. Con l’autorizzazione dell’Editore. 39
I linfonodi nel cane e nel gatto. Parte I. Caratteri anatomici e funzioni Alla nascita, i cani e i gatti posseggono linfonodi chiara- contiene cordoni costituiti da linfociti derivanti dalla zona mente riconoscibili caratterizzati da una struttura reticolare paracorticale e fiancheggiati da macrofagi e plasmacellule.5 lassa, bassa densità linfocitaria e scarsa distinzione fra por- Si ha una struttura reniforme, avvolta da una capsula di zione corticale e midollare.2 Lo sviluppo prosegue dopo la tessuto connettivo contenente alcune fibre muscolari lisce nascita e la rapida proliferazione porta alla formazione di e fibre elastiche. Alcune parti della capsula si estendono noduli corticali e cordoni midollari.3 I gruppi linfonodali verso l’interno sotto forma di trabecole. I seni, che conten- principali sono situati in prossimità dei vasi sanguigni e gono quantità minori di cellule rispetto al parenchima, solitamente prendono il nome da questi ultimi.4 sono delimitati da un endotelio discontinuo e circondati da una trama di processi citoplasmatici di cellule reticolari STRUTTURA e presentano alcuni elementi cellulari liberi (ad es. linfociti e macrofagi). Benché la struttura dei linfonodi sia relativamente Normalmente, tutta la linfa attraversa almeno una serie uniforme nell’intero organismo, quelli situati nei pressi di linfonodi, e spesso diverse serie, prima di raggiungere il delle sedi di ingresso di antigeni esterni (ad es. le zone circolo ematico.4 I vasi linfatici afferenti raccolgono e tra- mandibolare o mesenterica) spesso sono maggiormente sportano la linfa verso un gruppo di linfonodi, ognuno dei reattivi. I linfonodi completamente sviluppati contengono quali ne riceve diversi. Questi vasi penetrano nelle aree tessuto linfatico diffuso e raggruppato in noduli e seni lin- periferiche del linfonodo, ogni ramo terminale si divide in fatici organizzati a formare le regioni corticale e midollare superficie, supera la capsula e penetra nel seno subcapsu- (Fig. 1). Il tessuto linfatico diffuso ha sede fra i noduli e lare che circonda il linfonodo stesso.4 nella porzione profonda della corteccia (paracorteccia) e si Quindi la linfa scorre in direzione centrale nei seni cor- estende verso l’interno sotto forma di cordoni midollari ticali e perifollicolari, si infiltra attraverso e intorno alla contenenti linfociti, altri leucociti, macrofagi e plasmacel- corteccia e alle aree paracorticali e infine penetra nei seni lule. La corteccia linfonodale è dominata dall’accumulo di midollari in prossimità dell’ilo. I seni intranodali sono linfociti (principalmente di tipo B) raggruppati sotto rivestiti da endotelio semplice e circondati da aggregati di forma di piccoli follicoli con un centro germinativo circon- linfociti che formano i follicoli e i cordoni midollari. Tali dato da un sottile margine di linfociti T. seni contengono fibre reticolari e macrofagi che purificano Nella regione paracorticale manca un’organizzazione la linfa e svolgono funzioni di filtrazione e fagocitarie.4 altrettanto netta, mentre è presente un accumulo denso di I dotti efferenti (uno o più) lasciano il linfonodo e, spes- piccoli linfociti (principalmente di tipo T) in stretto con- so attraversandone altri, si dirigono verso il sistema veno- tatto con macrofagi e cellule dendritiche che svolgono la so. La maggior parte dei vasi sanguigni penetra nel linfo- funzione di presentare l’antigene. La regione midollare nodo e vi fuoriesce a livello dell’ilo, ramificandosi nella !"# # $""# #""#$""&'# #"" $""%# ("""""&' )""""&'# #("""""' #)"""""""" #"*+ ("""""",-# #"". )"""&- #/""0# #(""",'# #12"3+#3+# $4#)"&-# 5""3+".# # $"6!"##",' #/"""""# $"7"""0 Corteccia #3+# #/3+ #123+# 5"3+ #/"3+# #1"""""# 2""""""# 12"""""0 #1;"""".2"""2"#""""7"""3+ #12""""""'"""3+# 12""""""""""3+ #12""""""""""3+# >23= 1;"3=# >2"*+# #1;"3+ #>23=# "#""""?2""3+4#""""""""""""+13=#1";"+##>2"+#F=;"""""""""""""""""""""""",-# #>;""""""""""""",- FIGURA 1 - Disegno schematico della struttura linfonodale normale. (Da Banks WE [ed]: Applied Veterinary Anatomy. St Louis, Mosby Year Book, 1986, p 333. Riprodotto con autorizzazione.) 40
Veterinaria, Anno 9, n. 2, Giugno 1995 Tabella 1 Drenaggio delle regioni della testa nel cane Linfocentro Linfonodo Sede Afferenze Efferenze Mandibolare Linfonodi mandibolari (da Caudolaterale all’angolo Labbra; parte esterna del Linfonodi retrofaringei 2 a 5) della mandibola, caudoven- naso; guance; palpebre; mediali e laterali. trale al muscolo massetere e ghiandole lacrimali; muscoli craniolaterale al basiioide. superficiali della testa; muscoli digastrico e mioioi- deo; articolazione temporo- mandibolare; ossa craniche; settore anteriore della lin- gua; gengive; palato molle e palato duro; mucose della porzione ventrale della cavità orale. Linfonodi boccali (1) Spesso assenti; dorsale, ven- Regioni boccale, nasale dor- Linfonodi mandibolari. trale o rostrale all’angolo di sale, nasale laterale e labiale confluenza delle vene fac- superiore. ciali e labiali superiori; rostrale al muscolo zigoma- tico. Parotideo Linfonodi parotidei (da 1 a In prossimità dell’articola- Parte esterna del naso; cute Linfonodi retrofaringei 3) zione temporomandibolare; e sottocute delle regioni mediali e laterali. la parte rostrale del linfono- frontale e temporale; palpe- do è situata nei pressi del bre; ghiandole lacrimali; muscolo massetere e la orecchio esterno, compresi parte caudale è coperta i muscoli e la cartilagine; dalla parotide. ghiandola parotide; artico- lazione temporomandibola- re; ossa craniche; muscoli zigomatico, temporale e massetere. Retrofaringeo Linfonodi retrofaringei Possono mancare; ventro- Linfonodi parotidei e man- Linfonodo retrofaringeo laterali (1 o 2) mediali rispetto all’ala dibolari; settore caudale mediale. dell’atlante a livello del dell’orecchio esterno; margine dorsale della muscoli della testa e del ghiandola mandibolare; collo; seni paranasali . solitamente sono coperti dal margine caudale della ghiandola parotide. Linfonodi retrofaringei Situati nel settore dorsale Muscoli della testa; appara- La confluenza dei vasi effe- mediali (1 o 2) della superficie laterale to ioideo; lingua; settore renti provenienti dai linfo- della faringe; caudalmente craniale del collo; orecchio nodi retrofaringei mediali al muscolo digastrico e ven- esterno; cavità nasale; sinistro e destro dà origine tralmente al processo tra- mucose della cavità orale; ai tronchi tracheali. sverso dell’atlante . palato molle e palato duro; gengive; tonsille; faringe; laringe; esofago; porzione craniale della trachea; ghiandole salivari paroti- dea, mandibolare e sottolin- guale; linfonodi parotideo, mandibolare e retrofaringeo laterale. regione corticale. Nella corteccia esterna, le arteriole for- gressivamente maggiore che seguono lo stroma midollare e mano le metaarteriole o arteriole precapillari che vascola- danno origine alla vena ilare efferente.2 rizzano i centri germinativi, sedi in cui si verifica il passag- Il numero e la sede dei linfonodi e dei vasi linfatici sono gio a capillari. Il calibro di questi vasi aumenta per dare variabili. Gli antigeni che penetrano in particolari tessuti origine alle venule postcapillari corticali, nelle quali transi- dell’organismo vengono successivamente convogliati nei tano un numero notevole di linfociti che passano dal tor- vasi linfatici da cui questi dipendono. Pertanto, è logico rente circolatorio alla corteccia linfonodale. Le venule che gli elementi del sistema immunitario siano localizzati postcapillari si uniscono formando vene di calibro pro- in posizione strategica lungo i vasi linfatici.6 41
I linfonodi nel cane e nel gatto. Parte I. Caratteri anatomici e funzioni Tabella 2 Drenaggio delle regioni del collo nel cane Linfocentro Linfonodi Sede Afferenze Efferenze Cervicale superficiale Linfonodi cervicali superfi- Situati a livello del margine Cute e sottocute delle I vasi linfatici efferenti rag- ciali (da 1 a 4) craniale del muscolo sopra- regioni caudali della testa e giungono la vena giugulare spinato, in profondità dell’orecchio; cute e sotto- oppure si uniscono ai tron- rispetto al muscolo omotra- cute della parete della chi tracheali e al dotto tora- sversario. cavità toracica e degli arti cico sul lato sinistro. toracici; muscoli del collo e della spalla, fra cui i musco- li pettorale, flessori ed estensori delle dita; ossa degli arti toracici e delle articolazioni del carpo e delle dita. Cervicali profondi Linfonodi cervicali profon- Situati craniodorsalmente e Laringe; trachea; esofago; I vasi efferenti raggiungono di craniali lateralmente alla tiroide; tiroide; linfonodi retrofarin- i tronchi linfatici . possono essere assenti . gei mediali . Linfonodi cervicali profon- Situati lungo la porzione Trachea; esofago; tiroide . I vasi efferenti raggiungono di medi mediana della trachea; pos- i tronchi tracheali oppure si sono essere assenti . dirigono verso i linfonodi cervicali profondi caudali. Linfonodi cervicali profon- Situati ventralmente alla tra- Trachea; esofago; linfonodi I vasi efferenti raggiungono di caudali chea e pochi centimetri cra- cervicali profondi medi. i tronchi tracheali o il dotto nialmente alla prima costa; toracico oppure sfociano possono essere assenti. nella vena giugulare. Tabella 3 Drenaggio degli arti toracici nel cane Linfocentro Linfonodi Sede Afferenze Efferenze Ascellare Linfonodi ascellari propri Situati nella massa adiposa Cute, sottocute e muscolo I vasi efferenti sfociano (1 o 2) presente a livello della cutaneo del tronco cranial- nella vena giugulare oppure superficie mediale del mente all’ultima costa; cute penetrano nei tronchi tra- muscolo grande rotondo in e sottocute della spalla e del cheali o nel dotto toracico. prossimità della prima e braccio; fascia dell’avam- della seconda costa. braccio; muscoli dell’arto toracico; tutte le ossa dell’arto toracico ad ecce- zione di quelle delle dita; articolazioni della spalla, del gomito e del carpo; prime tre ghiandole mammarie; linfonodi ascel- lari accessori. Linfonodo ascellare acces- Può essere assente; situato Cute e sottocute della pare- Linfonodi ascellari propri. sorio (1) ventralmente al muscolo te toracica laterale e ventra- grande dorsale e dorsal- le; settori laterale e mediale mente al muscolo pettorale della spalla e del braccio, a livello del secondo o terzo fra cui olecrano, muscolo spazio intercostale . pettorale e prime tre ghian- dole mammarie . Fondamentalmente, i linfonodi sono strutture incapsula- favoriscono l’avvio della risposta immunitaria normale.1 te, fisse, contenenti aggregati di cellule immunitarie che Quando un antigene raggiunge il linfonodo, stimola una sono in grado di rispondere a una vasta gamma di antigeni. determinata popolazione di linfociti inducendone la prolife- Benché gli elementi immunitari siano rappresentati princi- razione e la trasformazione. I linfociti attivati possono pro- palmente dai linfociti, i linfonodi sono costituiti anche da durre anticorpi che neutralizzano l’antigene oppure posso- cellule reticoloendoteliali che, interagendo con i precedenti, no essere coinvolti in reazioni immunitarie più complesse.6 42
Veterinaria, Anno 9, n. 2, Giugno 1995 Tabella 4 Drenaggio della cavità toracica nel cane Linfocentro Linfonodi Sede Afferenze Efferenze Toracico dorsale Linfonodo intercostale Può mancare; situato nella Pleura; midollo spinale; Linfonodi mediastinici cra- regione compresa fra il muscoli della parete toraci- niali . quinto e il settimo spazio ca e del tronco. intercostale in prossimità della testa costale . Toracico ventrale Linfonodi sternali (da 1 a 3) Inserito nel tessuto connet- Diaframma; mediastino; I vasi efferenti raggiungono tivo ricco di grasso situato timo; pleura; porzioni cra- il dotto toracico. medialmente alla cartilagine niali dei muscoli addomina- costale al di sopra dello li; prime tre ghiandole sterno, lungo la superficie mammarie; muscoli laterali cranioventrale dell’arteria e ventrali della parete tora- toracica interna. cica craniale; muscoli petto- rali superficiali e profondi; muscolo dentato ventrale. Mediastinico Linfonodi mediastinici cra- Nella regione compresa fra Mediastino; pleura; cuore; I vasi efferenti si svuotano niali (da 4 a 7) la prima costa e il cuore nel esofago; trachea; timo; nel dotto toracico, nei tron- mediastino precordiale, muscoli di collo, spalla e chi tracheali o nella vena associati ai grossi vasi san- tronco; linfocentri bron- giugulare. guigni (vena cava craniale, chiali. tronco costocervicale e arte- ria succlavia). Bronchiale Linfonodo tracheo- Sul bronco apicale sinistro Lobi polmonari apicali cra- Linfonodi mediastinici cra- bronchiale sinistro a livello della sua biforca- niale e caudale del lato sini- niali. zione nell’angolo compreso stro; esofago; trachea; aorta; fra l’aorta toracica e l’arte- cuore; mediastino; linfono- ria polmonare sinistra. di tracheobronchiali medi e polmonari del lato sinistro. Linfonodo tracheo- Situato cranialmente al Lobi polmonari apicali, Linfonodi mediastinici cra- bronchiale destro bronco apicale destro cau- medi e diaframmatici del niali e tracheobronchiali del doventralmente alla vena lato destro; trachea; bron- lato sinistro. azigos del lato destro. chi; esofago; mediastino; aorta; linfonodi polmonari. Linfonodo tracheo- Situato nell’angolo della Lobi polmonari diaframma- Linfonodi mediastinici cra- bronchiale medio biforcazione dei bronchi tici, medi e accessori di niali e tracheobronchiali del principali. destra e di sinistra; diafram- lato sinistro. ma; mediastino; esofago; linfonodi polmonari di destra. Linfonodi polmonari Situati nell’angolo formato Polmoni e bronchi . Linfonodi tracheobronchia- dai bronchi apicali e da li. quelli diaframmatici, in prossimità dell’estremità terminale dei bronchi prin- cipali, spesso compresi nell’angolo formato dalla biforcazione dei bronchi primari in secondari. Il flusso linfatico segue un’unica direzione verso la e i vasi efferenti.7-9 La consultazione di queste tabelle aiuta destinazione finale rappresentata dai dotti toracici. Ogni a ricordare quali linfonodi provvedono al drenaggio di serie di linfonodi è responsabile del drenaggio di una zona aree anatomiche specifiche. Per valutare in modo logico specifica dell’organismo. I gruppi di linfonodi che hanno un processo patologico che può coinvolgere il sistema sede costante nella stessa regione del corpo in tutte le spe- immunitario, inizialmente è necessario individuare i centri cie e che drenano le stesse aree attraverso i vasi linfatici linfatici di drenaggio locale, le sedi anatomiche specifiche afferenti vengono definiti centri linfatici o linfocentri.7 da cui originano i vasi linfatici afferenti e la localizzazione Nelle tabelle da 1 a 7 viene descritto il sistema di dre- del primo linfonodo associato. Quindi bisogna identificare naggio linfatico proprio della specie canina e vengono e valutare l’eventuale coinvolgimento della serie successiva elencati i centri linfatici comunemente presenti, i linfonodi di linfonodi presente nella catena attraverso cui scorre la associati, le sedi anatomiche, le aree di drenaggio afferente linfa efferente. 43
I linfonodi nel cane e nel gatto. Parte I. Caratteri anatomici e funzioni Tabella 5 Drenaggio delle pareti addominale e pelvica nel cane Linfocentro Linfonodi Sede Afferenze Efferenze Lombare Linfonodi aortici lombari Disseminati lungo l’arteria Muscoli lombari e addomi- I vasi efferenti si uniscono (da 12 a 17) aorta e la vena cava caudale nali; diaframma; peritoneo; per formare i tronchi lom- dal diaframma alle arterie fegato; reni; ghiandole sur- bari oppure sfociano nella iliache. renali; ovaie; utero; testico- cisterna del chilo. li; linfonodi iliaci mediali e mesenterici caudali. Linfonodi renali In prossimità dei vasi rena- Reni; peritoneo; ghiandole I vasi efferenti si uniscono li. surrenali; ovaie. per formare i tronchi lom- bari oppure sfociano nella cisterna del chilo. Ileosacrale Linfonodi iliaci mediali (da Situati fra le arterie iliache Cute, sottocute e fascia cau- I vasi efferenti si uniscono 1 a 3) circonflesse profonde e le dalmente all’ultima costa; per formare i tronchi lom- arterie iliache esterne, late- cute della regione pelvica, bari che raggiungono la ralmente all’aorta addomi- compresa la coda; muscoli, cisterna del chilo. nale e alla vena cava cauda- tendini e articolazioni le. dell’arto pelvico; organi urogenitali; peritoneo; colon; retto e ano; linfonodi sacrali, ipogastrici, ileofe- morali, femorali, inguinali superficiali, poplitei e mesenterici caudali. Linfonodi sacrali Associati all’arteria sacrale Coda; muscoli adiacenti ai Linfonodi iliaci mediali. mediana. linfonodi sacrali. Linfonodi ipogastrici Associati alle arterie iliache Colon; retto; ano; ghiandole Linfonodi iliaci mediali. interne. anali; coda; testicolo, epi- didimo, dotti deferenti, prostata, pene nel maschio, utero, vagina, vestibolo, vulva e clitoride nella fem- mina; vescica; linfonodi ileofemorali e femorali. Inguinofemorale (inguinale Linfonodi inguinali superfi- Nella femmina: situati ven- Cute e sottocute della regio- Linfonodi ileofemorali o superficiale) ciali (da 1 a 4) tralmente al margine crania- ne ventrolaterale del tronco iliaci mediali. le della sinfisi pubica sul caudalmente all’ultima costa; lato dorsolaterale delle cute e sottocute della regio- ghiandole mammarie. ne pelvica e della coda; fac- cia mediale e laterale della Nel maschio: inseriti nel tes- coscia; parte mediale suto connettivo ricco di gras- dell’arto pelvico; tarso, meta- so cranialmente al funicolo tarso e falangi; vulva, clitori- spermatico lungo il margine de e tre ghiandole mamma- dorsolaterale del pene. rie; prepuzio e scroto. FUNZIONE veicola proteine plasmatiche di grandi dimensioni e pro- Il sistema linfatico svolge diverse funzioni. Quale parte dotti cellulari macromolecolari che non possono essere del sistema circolatorio, provvede a reimmettere il liquido assorbiti direttamente dai capillari venosi; tale attività di interstiziale nel torrente ematico. Gli elementi linfatici trasporto è essenziale per mantenere il volume ematico cir- svolgono funzioni difensive nell’ambito del sistema immu- colante. Nei vasi linfatici collettori, una serie particolare di nitario e intervengono nel riconoscimento degli antigeni e valvole permette solo la progressione della linfa. Nel corso nello sviluppo della risposta immunitaria. Inoltre, i linfo- di processi patologici che provocano l’ostruzione dei vasi nodi possono manifestare capacità fagocitarie e agire quali linfatici si può verificare un flusso retrogrado di linfa, da filtri di materiali estranei. cui spesso deriva lo sviluppo di edemi periferici. Il ruolo fisiologico principale svolto dal sistema linfatico Il compito dell’immunità acquisita viene svolto princi- è quello di via accessoria per il ritorno di una parte del palmente dal tessuto linfatico. La funzione degli organi liquido interstiziale nel torrente circolatorio.10 Questa fun- linfoidi primari (compreso il midollo osseo, il timo e il zione è di vitale importanza poiché il liquido interstiziale fegato nel feto) è la linfopoiesi da cui derivano i linfociti B 44
Veterinaria, Anno 9, n. 2, Giugno 1995 Tabella 6 Drenaggio degli arti pelvici nel cane Linfocentro Linfonodi Sede Afferenze Efferenze Ileofemorale (inguinale Linfonodo ileofemorale Situato sulla superficie ven- Linfonodi inguinali superfi- Linfonodi iliaci mediali. profondo) (inguinale profondo) trale del tendine del musco- ciali, poplitei e femorali. lo piccolo psoas a livello della sua inserzione; com- preso fra la vena iliaca inter- na e quella esterna nel punto in cui queste convergono a formare la vena iliaca comu- ne; può essere assente. Linfonodo femorale Situato nella parte distale Linfonodo popliteo; cute e Linfonodi ileofemorale e del triangolo femorale, sottocute della parte media- iliaco mediale. compreso fra i muscoli sar- le dell’arto pelvico. torio e pettineo; può essere assente. Popliteo Linfonodo popliteo (1) Situato fra il muscolo bici- Cute, muscoli, tendini e Linfonodi femorali e ileofe- pite femorale e il muscolo articolazioni situate distal- morali quando siano presen- semitendinoso sulla superfi- mente al linfonodo; muscoli ti; in caso contrario, i vasi cie caudale del muscolo della gamba e della coscia. efferenti drenano la linfa ai gastrocnemio. linfonodi iliaci mediali. e T. Nel corso dello sviluppo, i linfociti acquisiscono i ste immunitarie inizia con il riconoscimento e l’assunzione recettori antigeni e la capacità di distinguere fra elementi dell’antigene da parte dei fagociti presenti nei linfonodi.10 propri dell’organismo e sostanze estranee (con eliminazio- Il linfonodo, essendo dotato di funzioni immunitarie, ne della maggior parte dei cloni auto-reattivi).5 Gli organi stimola una serie di risposte in seguito all’introduzione di linfoidi secondari comprendono linfonodi, milza e struttu- materiale estraneo. Quest’ultimo può raggiungere il linfo- re linfoidi associate a superfici mucose e cute. Quali sedi nodo in forma libera per mezzo della linfa afferente oppu- principali di interazioni cellulari sviluppate in risposta a re può penetrarvi veicolato dai macrofagi. L’interazione stimolazioni antigeniche, questi organi svolgono un ruolo complessa fra antigeni, macrofagi e linfociti stimola l’inter- nella genesi di risposte immunitarie sia antigene-dipenden- vento di linfociti specifici contro l’antigene, provenienti ti che antigene-indipendenti.5 dal torrente circolatorio ematico. Nei linfonodi sono presenti due tipi distinti di linfociti, Nell’arco di 24 ore, questo afflusso di cellule provoca quelli T, responsabili dello sviluppo di linfociti sensibilizzati un aumento di volume delle zone perifollicolari e paracor- che sono all’origine dell’immunità cellulare e quelli B che pro- ticali (linfociti T) del linfonodo attivato dalla stimolazione ducono anticorpi e assicurano l’immunità umorale. I linfonodi antigene. sono anche provvisti di popolazioni macrofagiche e cellule Il reclutamento dei linfociti è caratterizzato da un dendritiche. I macrofagi bloccano l’antigene, lo digeriscono e aumento dell’apporto ematico al linfonodo dovuto alla lo presentano ai linfociti T. Insieme alle cellule dendritiche, i dilatazione delle venule postcapillari e alla maggiore per- macrofagi agiscono quale centro di interazioni cellulari.5 meabilità vascolare. Il notevole incremento dei linfociti La maggior parte dei linfociti viene reimmessa massiva- dipende sia da un maggiore afflusso di cellule nel linfono- mente in circolo, dal sangue passa nel tessuto linfatico e do che da una minore fuoriuscita di queste ultime attra- successivamente viene raccolta nei vasi linfatici e rientra verso la linfa efferente. Questa risposta comporta l’intrap- nel torrente ematico. Questa migrazione è un componente polamento dell’antigene ed è particolarmente efficace nei fondamentale del sistema immunitario in quanto permette confronti di batteri e virus.5 che la risposta agli antigeni si verifichi in qualunque sede Entro 48 ore dalla stimolazione antigenica, i centri ger- dell’organismo. Inoltre, fornisce ai linfociti attivati e a minativi (linfociti B) aumentano di volume a causa quelli effettori la possibilità di diffondere verso sedi di dell’intensificazione dell’attività mitotica dei linfoblasti e invasione situate a distanza. La migrazione linfocitaria più della comparsa di nuovi centri germinativi secondari a significativa è quella che si verifica attraverso l’endotelio livello della corteccia. L’ingrossamento dei centri germina- delle venule postcapillari e dipende dall’interazione del tivi è accompagnato da un aumento delle plasmacellule linfocita con i recettori delle cellule endoteliali.5 lungo i cordoni midollari. Le cellule stimolate possono Le capacità di assorbimento dei vasi linfatici assicurano il allontanarsi attraverso la linfa afferente, disseminarsi rapido allontanamento, dagli spazi tissutali, di materiale nell’intero organismo, amplificare la risposta immunitaria e macromolecolare proprio o estraneo all’organismo e il tra- conferire ad altri tessuti linfatici la memoria immunologica. sferimento dello stesso verso le sedi linfonodali. Nel linfo- La capacità della linfa di diffondere la risposta immuni- nodo, il materiale viene esposto ai fagociti che tappezzano i taria dal linfonodo stimolato antigenicamente ad altre seni linfatici e contribuiscono a formare la trama reticolare strutture linfonodali varia in base all’evoluzione della dell’organo. Lo svolgimento della maggior parte delle rispo- risposta immunologica stessa nella sede di partenza.10 47
I linfonodi nel cane e nel gatto. Parte I. Caratteri anatomici e funzioni Tabella 7 Drenaggio dei visceri addominali nel cane Linfocentro Linfonodi Sede Afferenze Efferenze Celiaco Linfonodi epatici (portali) Situati lungo il decorso Stomaco, duodeno, pan- I vasi efferenti raggiungono (da 1 a 5) della vena porta. creas, fegato, esofago, dia- la cisterna del chilo. framma; linfonodi pancrea- ticoduodenali e gastrici, mediastino, peritoneo; la linfa passa dai linfonodi epa- tici del lato destro a quelli del lato sinistro e viceversa. Linfonodi splenici (da 1 a Raggruppati intorno ai vasi Esofago, stomaco, milza, I vasi efferenti raggiungono 5) splenici. fegato, pancreas, diafram- la cisterna del chilo. ma, linfonodo gastrico. Linfonodo gastrico Può mancare; situato in Esofago, stomaco, fegato, Linfonodi epatici di sinistra prossimità del piloro a livel- diaframma, mediastino, e linfonodi splenici. lo della piccola curvatura peritoneo. dello stomaco. Linfonodi pancreaticoduo- Possono mancare; situati Omento, duodeno, stoma- Linfonodi epatici di destra denali nella prima curvatura del co, pancreas. o linfonodi colici di destra. duodeno, nell’omento ven- tralmente al pancreas. Mesenterico craniale Linfonodi digiunali Situati a livello della radice Digiuno, ileo, pancreas. Raggiungono la cisterna del del mesentere del digiuno e chilo. dell’ileo. Linfonodi colici Possono mancare; il linfono- Linfonodo colico di destra; Raggiungono la cisterna del do colico di destra è situato ileo, cieco, colon, linfonodo chilo. in prossimità dell’origine del pancreaticoduodenale; colon ascendente; quello linfonodo colico medio; medio ha sede nel mesentere colon trasverso e discen- del colon trasverso. dente. Mesenterico caudale Linfonodi mesenterici cau- Situati nel mesocolon, asso- Colon discendente. Linfonodi iliaci mediali, dali (colici di sinistra) (da 2 ciati all’arteria mesenterica lombo-aortici e colici medi. a 5) caudale. Il presente lavoro dimostra che il sistema linfatico fun- BIBLIOGRAFIA ziona come un organo unico benché sia composto da 1. Trnka Z, Cahill RHP: Aspects of the immune response in single numerosi tessuti linfoidi strutturalmente distinti e distri- lymph nodes, in Trnka Z, Cahill RHP (eds): Essays on the buiti nell’intero organismo, oltre che da miliardi di singoli Anatomy and Physiology of Lymphoid Tissues. New York, S Karger, 1980, pp 82-99. linfociti che circolano liberamente nel sangue, nella linfa e 2. Valli VEO: The hematopoietic system, in Jubb KVF, Kennedy PC, nei liquidi interstiziali.1 Palmer PC (eds): Pathology of Domestic Animals. Orlando, FL, Fra le cellule esiste un’integrazione sviluppata e costante Academic Press, 1985, pp 83-236. 3. Corliss CE: Lymphatic system, in Abramson DI, Dobrin PB (eds): poiché i linfociti, nonostante siano distribuiti nell’intero orga- Blood Vessels and Lymphatics in Organ Systems. Orlando, FL, nismo, sono concentrati negli organi linfoidi primari, in quelli Academic Press, 1984, pp 123-126. secondari e nel sangue. Il movimento regolare di sottopopo- 4. O’Morchoe CC: Anatomy of lymphatic system, in Abramson DI, Dobrin PB (eds): Blood Vessels and Lymphatics in Organ Systems. lazioni linfocitarie che avviene fra gli organi linfoidi primari e Orlando, FL, Academic Press, 1984, pp 126-133. secondari e il torrente circolatorio ematico comporta lo svi- 5. Gorman NT, Halliwell REW: Veterinary Clinical Immunology. luppo e il mantenimento dell’immunocompetenza. Philadelphia, WB Saunders Co, 1989, pp 1-18. 6. Rosenzweig LJ: The circulatory system and the brachial and lum- bosacral plexuses, in Rosenzweig LJ (ed): Anatomy of the Cat. Dubuque, IA, William C Brown Publishers, 1990, pp 211-277. NOTE SUGLI AUTORI 7. Adams DR: Lymphatic system, in Adams DR (ed): Canine Anatomy: A Systemic Study. Ames, IA, Iowa State University I Dr. Rogers e Barton, Diplomates of the American Press, 1986, pp 379-397. College of Veterinary Internal Medicine, sono affiliati al 8. Saar LI, Getty R: Carnivore lymphatic system, in Getty R (ed): The Department of Small Animal Medicine and Surgery, College Anatomy of the Domestic Animals, ed 5. Philadelphia, WB Saunders Co, 1975, pp 1652-1669. of Veterinary Medicine, Texas A&M University, College 9. Shelton ME, Forsythe WB: Buccal lymphnode in the dog. Am J Station, Texas. Il Dr. Landis, che al momento della pubbli- Vet Res 40: 1638-1639, 1979. cazione del presente lavoro era senior veterinary student 10. Fahy VA: The function of lymph nodes in the formulation of lymph, in Trnka Z, Cahill RHP (eds): Essays on the Anatomy and presso la Texas A&M University, attualmente svolge la libe- Physioloy of Lymphoid Tissues. New York, S Karger, 1980, pp 82- ra professione a Stephenville, Texas. 99. 48
Veterinaria, Anno 9, n. 2, Giugno 1995 I linfonodi nel cane e nel gatto. Parte II. Valutazione diagnostica delle linfoadenopatie* KENITA S. ROGERS, DVM, MS Quali sedi principali di riconoscimento immunitario, i CLAUDIA L. BARTON, DVM linfonodi sono in grado di rispondere a vari stimoli locali MELANIE LANDIS, DVM e sistemici di natura infiammatoria, infettiva e neoplastica. Texas A&M University Spesso la risposta è subclinica (apprezzabile soltanto alla palpazione attenta), mentre talvolta è notevole e induce il proprietario a richiedere una visita veterinaria. Il presente lavoro è diviso in due parti. Nella prima sono stati discussi lo sviluppo, la struttura e la funzione dei linfonodi. La seconda parte riguarda i mezzi diagnostici disponibili per valutare le linfoadenopatie nel cane e nel gatto. ESAME La linfoadenopatia, che generalmente viene definita come aumento di volume linfonodale, può essere caratte- rizzata dall’ingrossamento di linfonodi normalmente per- cepibili alla palpazione oppure dalla presenza di linfonodi non rilevabili all’esame clinico in condizioni normali. Ai fini del presente lavoro, questa definizione richiede due precisazioni. In primo luogo, il termine linfoadenopatia viene utilizzato anche quando i linfonodi non presentano aumenti di volume, bensì alterazioni di struttura o di con- sistenza. In secondo luogo, la definizione comprende anche i linfonodi che drenano neoplasie maligne e di cui sia stato dimostrato il coinvolgimento metastatico. Quelli ampiamente interessati da neoplasie metastatiche possono conservare dimensioni e consistenza normali. Nel cane e nel gatto, i linfonodi normalmente percepibi- li alla palpazione sono quelli mandibolari, cervicali superiori (prescapolari), inguinali superficiali e poplitei. In ognuna delle sedi anatomiche è possibile rilevare più di una formazione linfonodale.1 Nella cavità orale è possibile visualizzare le tonsille e in alcuni cani normali si possono individuare i linfonodi boccali o facciali.2,3 L’apprezzabi- lità alla palpazione di linfonodi ascellari, ascellari accesso- ri, cervicali, femorali o retrofaringei solitamente indica l’esistenza di un processo patologico. I linfonodi sottolom- bari e quelli mesenterici devono aumentare di volume per potere essere rilevati per via rettale o addominale. Il soggetto portato alla visita può manifestare segni cli- nici riferibili ad aumento di volume linfonodale fra cui *Da “The Compendium on Continuing Education for the Practicing Veterinarian” Vol. 15, N. 11, Novembre 1993, 1493-1502. Con l’autoriz- zazione dell’Editore. 51
I linfonodi nel cane e nel gatto. Parte II. Valutazione diagnostica delle linfoadenopatie disfagia, quando siano interessati i linfonodi retrofaringei molazioni antigeniche sistemiche o i tumori linfoidi prima- o le tonsille, tosse conseguente alla compressione della tra- ri. Il riscontro di un linfonodo ingrossato in sede retrogra- chea provocata dall’ingrossamento dei linfonodi cervicali da rispetto a una lesione deve indurre a sospettare l’esi- o ilari e difficoltà di defecazione secondaria a linfoadeno- stenza di un processo ostruttivo linfatico poiché il flusso patia sottolombare. Un processo pronunciato di linfoade- normale della linfa è unidirezionale.7 nopatia a carico dei linfonodi mediastinici può limitare la compressibilità del settore craniale del torace e indurre la PROCESSI CHE INDUCONO LA COMPARSA DI comparsa di dispnea nei gatti affetti da linfoma. LINFOADENOPATIA L’età del soggetto è un fattore importante per determi- nare il significato dell’adenopatia. Gli animali giovani, nei I processi che sono alla base dell’aumento di volume primi periodi di vita, subiscono diverse stimolazioni da linfonodale possono essere suddivisi in iperplasia reattiva parte di antigeni ancora sconosciuti all’organismo e degli elementi linfonodali normali, neoplasie emopoietiche l’aumento di volume linfonodale apprezzato alla visita è primarie o neoplasie metastatiche (vedi il riquadro in cui i un componente prevedibile della risposta immunologica. processi patologici vengono raggruppati in base al tipo di Spesso si rileva lo sviluppo di linfoadenopatia dopo avere infiltrato cellulare maggiormente rappresentato). La dia- praticato le vaccinazioni di routine.4 Con l’avanzare gnosi, la causa e la classificazione della linfoadenomegalia dell’età, le dimensioni dei linfonodi solitamente si riduco- dipendono dal tipo di infiltrato cellulare riscontrato nel no e la palpazione di tali strutture può essere difficile negli corso dell’esame. Lo stato di linfoadenopatia deriva da animali adulti. Al contrario, la perdita del grasso che nor- due meccanismi fondamentali.5 Nel primo, si può verifica- malmente circonda i linfonodi può rendere questi ultimi re un aumento del numero e delle dimensioni dei follicoli più prominenti del previsto nei soggetti anziani o in quelli linfoidi con proliferazione di linfociti e di cellule retico- cachettici. Si possono verificare casi di ipoplasia linfono- loendoteliali (stimolazione immunologica). Nel secondo, dale che in genere dipendono da fenomeni di immunode- lo sviluppo della condizione può dipendere dall’infiltra- pressione conseguenti a malattie croniche, assunzione di zione di cellule che normalmente non sono presenti nei farmaci, deficit immunitari congeniti, malnutrizione, età linfonodi (tumore). avanzata o stress. Queste alterazioni solitamente non ven- In seguito ad una stimolazione immunitaria, la morfolo- gono rilevate sul piano clinico mentre vengono evidenziate gia del linfonodo va incontro ad una serie di modificazioni all’esame istologico.5 che dipendono dall’intensità e dalla natura dello stimolo I caratteri di consistenza o strutturali del linfonodo pos- antigene. La popolazione cellulare (che comprende linfo- sono costituire un valido ausilio diagnostico. Nelle neopla- citi B e T, macrofagi e plasmacellule) aumenta in seguito a sie linfoidi primitive solitamente i linfonodi appaiono stimolazione dell’attività del centro germinativo, prolifera- aumentati di volume, compatti, mobili e indolenti. Un zione plasmacellulare, aumento di volume e divisione dei notevole indurimento linfonodale si riscontra con maggio- macrofagi linfonodali e afflusso di un maggiore numero di re frequenza in corso dei processi neoplastici metastatici o cellule mediante la linfa afferente. Numerosi processi nelle condizioni che comportano fenomeni di fibrosi patologici possono indurre la comparsa di alterazioni reat- nodale, come in talune infezioni micotiche, in particolare tive nei linfonodi4,5,8-11. (Vedi riquadro) le coccidioidomicosi. L’adesione dei linfonodi ai tessuti Nel gatto esistono diverse condizioni all’origine di iper- circostanti o l’adesione reciproca spesso è associata a plasia linfoide che meritano un cenno particolare le forme tumori metastatici ma può conseguire anche ad infezioni di linfoadenopatia generalizzata a carattere transitorio si micotiche, reazioni infiammatorie gravi o linfomi con inva- possono sviluppare nello stadio viremico iniziale di nume- sione extracapsulare.4,6 rose infezioni virali, fra cui quelle sostenute dal virus della Il grado di ingrossamento può essere significativo. 4 leucemia felina (FeLV) e dal virus dell’immunodeficienza Benché le forme pronunciate di linfoadenopatia (aumenti felina (FIV).12,13 Tuttavia, in uno studio retrospettivo rela- di volume pari a 5 - 10 volte) nella maggior parte dei casi tivo a 132 biopsie linfonodali prelevate nel gatto, numerosi si verifichino nel corso di linfoadenite (ascessualizzazione casi di linfoadenopatia (82) non vennero associati ad alcu- del linfonodo) o di linfoma, talvolta i linfonodi coinvolti na eziologia specifica e vennero definiti idiopatici.14 In nei processi metastatici possono raggiungere tali dimensio- questi casi, l’esame istologico mise in evidenza processi di ni. I gradi moderati di linfoadenopatia (aumento di volu- iperplasia a carico dei linfociti B e/o di quelli T. me pari a due - quattro volte le dimensioni normali) comu- In questo studio, altri 14 gatti presentavano processi di nemente si riscontrano in varie condizioni reattive e nelle iperplasia linfonodale con aspetti istologici particolari, fra leucemie. Le forme di linfoadenomegalia acuta, come in cui notevoli alterazioni strutturali dell’organo e scomparsa caso di linfoadenite suppurativa o infiltrazione neoplastica delle trabecole e dei seni. Le regioni paracorticali risulta- nel corso di crisi blastiche leucemiche, possono provocare vano dilatate per la presenza di una popolazione mista di dolore capsulare. cellule infiammatorie che invadeva, e in alcuni casi cancel- La distribuzione dell’adenopatia è importante per stabi- lava, i follicoli linfoidi, rendendo di grande importanza la lire la natura del processo patologico che ne è all’origine. differenziazione dal linfoma. I gatti erano giovani (età Quando risulti coinvolto un determinato linfonodo, oppu- compresa fra cinque mesi e due anni) e il volume dei linfo- re un gruppo di linfonodi, è necessario esaminare attenta- nodi venne considerato pari a due tre volte quello norma- mente le sedi drenate da questi ultimi per rilevare l’esi- le. Su nove gatti, sei risultarono positivi al test per la dia- stenza di processi infiammatori, infettivi o neoplastici. Se il gnosi di FeLV. Otto soggetti guarirono nell’arco di giorni coinvolgimento linfonodale è più diffuso, è opportuno o mesi, in uno si osservò lo sviluppo di un linfoma intrato- prendere in considerazione le patologie che provocano sti- racico a distanza di 25 mesi e in un altro si rese necessaria 52
Veterinaria, Anno 9, n. 2, Giugno 1995 Affezioni che inducono la comparsa di linfoadenopatia nel cane e nel gatto Iperplasia reattiva degli elementi linfonodali normali Suppurativa Piogranulomatose Mescolanza di diversi tipi cellulari Centro di linfonodi necrotici Infezioni micotiche Infezioni virali Infezioni batteriche localizzate Batteri superiori Virus della leucemia felina Infezioni batteriche sistemiche Nocardia spp. Virus dell’immunodeficienza felina Staphylococcus spp Actinomyces spp. Peritonite infettiva felina Streptococcus spp. Infezioni da micobatteri Cimurro nel cane Pasteurella spp. Leishmania spp. Epatite infettiva acuta nel cane Corynebacterium spp. Infezioni batteriche croniche Infezioni batteriche Salmonella spp. Brucellosi canina Setticemia Eosinofile Infezioni protozoarie Parassitosi Toxoplasmosi Granulomatose Demodicosi Epatozoonosi Infezioni micotiche Infestazione da pulci Cause non infettive Istoplasmosi Infestazione da zecche Cause postvaccinali Blastomicosi Affezioni allergiche Processi infiammatori localizzati Criptococcosi Complesso del granuloma eosinofilico Cause traumatiche Coccidioidomicosi Mastocitosi Disordini immuno-mediati Sporotricosi Ficomicosi Adenopatia neoplastica reattiva Ficomicosi Ematopoiesi extramidollare Aspergillosi Infiltrazioni plasmacellulari Linfoadenopatia dermatopatica Feoifomicosi Erhlichiosi canina Affezioni cutanee croniche Febbre maculosa delle Montagne Rocciose Notevole stimolazione antigene Neoplasie primitive del sistema emopoietico Metastasi neoplastiche Linfoma Carcinomi Mieloma plasmacellulare Mastocitomi Leucemie Tumori venerei trasmissibili Istiocitosi maligna Melanosarcoma Istiocitosi sistemica Altri tipi di sarcoma (occasionale) la chemioterapia per una forma periodica di linfoadenopa- tosi maligne e quelle sistemiche.17-19 I soggetti affetti da tia mandibolare che comprometteva l’attività respiratoria. questo tipo di disordini vengono portati alla visita con In uno studio analogo, relativo a forme generalizzate di aumenti di volume linfonodale di entità lieve o notevole e linfoadenopatia periferica, sei gatti presentavano segni cli- con un’ampia gamma di manifestazioni cliniche sistemi- nici e istologici simili a quelli rilevabili nel linfoma.15 che. La forma neoplastica maggiormente diffusa è il linfo- Anche in questo caso i gatti erano giovani, di età compresa ma. Le linfoadenopatie generalizzate sono molto più fra 1 e 4 anni, in media 2,6 anni. Un soggetto venne sop- comuni nel cane che nel gatto. Esistono diverse segnala- presso eutanasicamente, mentre gli altri cinque guarirono. zioni di tipo comparativo riguardanti la diagnosi e il tratta- Nei cinque soggetti in cui venne eseguito il test per la dia- mento del linfoma.17,20-24 gnosi di FeLV il risultato fu negativo. In entrambe le I tumori non linfoidi possono indurre lo sviluppo di segnalazioni, le alterazioni istologiche riscontrate potevano metastasi a carico dei linfonodi regionali o di quelli situati essere confuse con quelle provocate dal linfoma, sottoli- a distanza e possono provocare la disorganizzazione strut- neando l’importanza di un esame bioptico attento. turale e la scomparsa del normale contenuto cellulare. La Un ultimo studio retrospettivo riguardava nove gatti diffusione del tumore primario nel sistema linfatico si veri- con aumento di volume dei linfonodi cervicali e inguina- fica in seguito all’embolia degli elementi neoplastici nei li.16 I linfonodi erano caratterizzati da proliferazione dei vasi linfatici. Gli emboli neoplastici possono rimanere vasi capillari e atrofia linfoide e la condizione venne defi- intrappolati nel primo linfonodo incontrato lungo il per- nita vascolarizzazione plessiforme linfonodale. L’età dei corso oppure possono attraversare e superare la prima gatti era compresa fra 3 e 14 anni e in ognuno di essi lo serie di linfonodi e indurre lo sviluppo di metastasi a stato di salute era buono. distanza.25 La maggior parte dei tumori non metastatizza Le neoplasie emopoietiche primitive che possono pro- esclusivamente attraverso i vasi linfatici o quelli sanguigni; vocare lo sviluppo di linfoadenopatia sono: i linfomi, i esistono infatti estesi collegamenti. Il mancato riscontro di mielomi plasmacellulari, varie forme di leucemia, le istioci- metastasi a carico del primo linfonodo di drenaggio nella 53
I linfonodi nel cane e nel gatto. Parte II. Valutazione diagnostica delle linfoadenopatie sede di una neoplasia maligna non esclude la presenza di la distribuzione dell’adenopatia e rilevare l’eventuale lesioni metastatiche a distanza. aumento di volume di altri organi emolinfatici (ad es. fega- La risposta immunitaria del linfonodo regionale assume to o milza) e la coesistenza di segni clinici sistemici. La importanza nelle fasi precoci del processo metastatico, scelta degli esami diagnostici applicabili in ogni singolo quando le cellule tumorali possono stimolare i linfociti T caso dipende ampiamente dai dati ottenuti attraverso citotossici.26 Tuttavia, con il progredire della neoplasia, tali l’anamnesi e l’esame clinico oltre che dalla distribuzione cellule evidentemente favoriscono l’attività dei linfociti T dell’adenopatia, dalle caratteristiche fisiche particolari dei soppressori nell’ambito del linfonodo regionale e consen- linfonodi anomali e dalle condizioni generali del soggetto. tono la crescita del tumore e lo sviluppo di metastasi linfo- Esami di laboratorio. Le prime valutazioni di laborato- nodali. Un linfonodo ingrossato che drena una neoplasia rio sono rappresentate da esame emocromocitometrico maligna probabilmente non costituisce più una barriera completo, profilo biochimico del siero e analisi delle immunologica efficace se l’aumento di volume dipende urine. L’esame emocromocitometrico può evidenziare dalla presenza di cellule tumorali.26 I carcinomi sono le l’esistenza di processi infiammatori, anomalie a carico neoplasie maligne solide che metastatizzano con maggiore delle cellule ematiche circolanti, stati anemici o tromboci- frequenza attraverso i vasi linfatici. Anche i melanosarco- topenia. Questi reperti possono suggerire la presenza di mi, i mastocitomi e ed i tumori venerei trasmissibili si malattie infettive o immuno-mediate, leucemia o processi diffondono preferibilmente per tale via, mentre altri tipi di patologici a carico del midollo osseo (ad es. infezione da sarcoma la seguono occasionalmente. FeLV, erlichiosi canina e neoplasia linfoide primaria). L’esame del midollo osseo è indicato nei soggetti con ane- VALUTAZIONE DIAGNOSTICA mia non rigenerativa, trombocitopenia, variazioni inspie- gabili del numero di leucociti e segni di leucemia. La raccolta di un’anamnesi completa deve comprendere Attraverso uno screening biochimico è possibile rilevare informazioni riguardanti il piano vaccinale, eventuali spo- ulteriori segni di coinvolgimento sistemico. Bisogna pre- stamenti, eventi traumatici ed esposizione ad agenti infetti- stare particolare attenzione alla calcemia e alla globuline- vi. È importante anche accertare la durata della linfoade- mia.4 Infatti il linfoma, il mieloma multiplo e talune affe- nopatia; solitamente, gli ingrossamenti linfonodali neopla- zioni, quali le infezioni sostenute da sono Ehrlichia canis, stici persistono per periodi più prolungati rispetto a quelli stati associati a stati di ipercalcemia e gammopatia (mono- dovuti a processi infettivi e infiammatori.5 È necessario clonale e policlonale). L’esame sierologico può rivelarsi condurre un esame clinico approfondito per determinare utile quando si sospetti l’esistenza di malattie infettive spe- Linfoadenopatia Considerare l’età e le condizioni del paziente Considerare la distribuzione dell’adenopatia, la struttura del tessuto linfonodale e quali linfonodi risultino percepibili alla palpazione Considerare l’esame radiografico per valutare i linfonodi interni Esame citologico del linfonodo Popolazione Aumento Aumento Aumento di PMN Aumento degli Aumento di cellule Neoplasia Linfosarcoma normale dei PMN dei macrofagi e macrofagi eosinofili infiammatorie, metastatica linfoblastico melanina, pigmento, melanociti e Normale Iperplasia Processo Processo Risposta mista Eosinofilica melanofagi reattiva suppurativo granulomatoso Ricercare Prendere in Linfosarcoma Eseguire un esame Ricercare l’esistenza l’esistenza di considerazione Dermatopatica linfocitario colturale e un di infezioni batteriche infezioni batteriche affezioni allergiche e antibiogramma per croniche o processi croniche o di parassitarie, ficomitosi definire la eziologia patologici sostenuti processi patologici e mastocitosi batterica da batteri superiori o sostenuti da Valutare la presenza miceti batteri di affezioni cutanee superiori croniche Aumento delle o miceti plasmacellule e incremento moderato degli elementi infiammatori Iperplasia reattiva Ricercare l’esistenza di uno stimolo antigene locale o sistemico Prendere in considerazione una biopsia linfonodale FIGURA 1 - Algoritmo degli stadi della valutazione clinica nei soggetti affetti da linfoadenopatia. (PMN= leucociti polimorfonucleati. (Da Slatter DH [ed]: Textbook of Small Animal Surgery. Philadelphia, WB Saunders Co, 1993, p 966. Riprodotto con autorizzazione.) 54
Veterinaria, Anno 9, n. 2, Giugno 1995 FIGURA 2 - Aspetto citologico di un linfonodo normale, costituito da FIGURA 5 - I carcinomi sono le forme neoplastiche solide che metasta- piccoli linfociti maturi in percentuale compresa fra 90% e 95% e da pro- tizzano con maggiore frequenza per via linfatica. Un grappolo di cellule linfociti oltre che da linfoblasti in percentuale variabile dal 3% al 5%. carcinomatose è circondato da piccoli linfociti normali. FIGURA 3 - Nei linfonodi normali, le cellule infiammatorie sono rare. FIGURA 6 - Immagine di un linfoma a cellule grandi, caratterizzato cito- L’infiltrazione di leucociti neutrofili in numero elevato solitamente è logicamente da una popolazione primaria di cellule linfoidi di dimensioni associata ad infezioni batteriche o a processi necrotici a carico di linfono- da due a cinque volte superiori agli eritrociti e contenenti nucleoli spor- di notevolmente ingrossati. genti. interni. Le immagini della regione cervicale possono met- tere in evidenza la dislocazione della trachea associata a notevole aumento di volume della catena linfonodale cer- vicale. Nelle radiografie toraciche bisogna ricercare i segni di linfoadenopatia mediastinica, ilare e sternale. Inoltre, queste immagini mostrano le lesioni neoplastiche metasta- tiche e, talvolta, il coinvolgimento dei vasi linfatici polmo- nari nel corso di linfoma appare come un aumento dell’infiltrato interstiziale. Le immagini addominali con- sentono di rilevare in particolare le forme di linfoadeno- patia sottolombare con opacizzazione dei tessuti molli che provoca lo spostamento del colon in sede ventrale. Bisogna valutare le dimensioni e il profilo del fegato e FIGURA 4 - L’infiltrazione da parte di un numero elevato di macrofagi della milza. solitamente è associata ad infezioni micotiche, presenza di corpi estranei Linfangiografia. La linfangiografia è una procedura e condizioni infiammatorie croniche. Nel linfonodo della fotografia si contrastografica noiosa che rende necessaria la cateterizza- osserva una quantità elevata di macrofagi, in alcuni dei quali sono pre- zione di un vaso linfatico periferico con il soggetto in ane- senti elementi fagocitati di Histoplasma capsulatum. stesia. Poiché alcuni vasi periferici non vengono identifica- ti, non è possibile esaminare tutte le catene linfonodali; tuttavia questo studio consente di valutare la presenza e il cifiche, fra cui, in particolare, infezioni da FeLV e FIV, calibro dei vasi linfatici, il flusso della linfa e la funziona- toxoplasmosi, erlichiosi canina e febbre maculosa delle lità dei linfonodi.5 Montagne Rocciose. Scintigrafia del sistema linfatico. La scintigrafia del Esame radiografico in bianco. L’esame radiografico in sistema linfatico è una tecnica non invasiva che sfrutta i bianco delle regioni cervicale, toracica e addominale con- radionuclidi per visualizzare il sistema di drenaggio dei sente di confermare la presenza di processi adenopatici linfonodi regionali.27 La procedura è relativamente sempli- 57
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