Vocazioni e santità: toccati dalla Bellezza - Diocesi di Novara - Gennaio 2015: mese vocazionale
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Diocesi di Novara - Gennaio 2015: mese vocazionale Vocazioni e santità: toccati dalla Bellezza Il tema del mese vocazionale in Diocesi Carissimi confratelli, religiosi e religiose, e tutti i collaboratori laici nel servizio pastorale alle nostre comunità, vi presento il materiale per il mese vocazionale di gennaio 2015. Abbiamo fatto la scelta di non stampare un sussidio apposito, sia per ragioni economiche che per praticità. Ormai tanto prezioso materiale per la preghiera e l’animazione vocazionale delle parrocchie ciascuno di voi lo può reperire nei siti appositi a cominciare da quello del Centro Nazionale Vocazioni. Come Ufficio Diocesano per la pastorale vocazionale ci limitiamo ad offrire qualche spunto di riflessione e preghiera, consegnato alla vostra sensibilità, perché in unità di momenti e intenti possiate stimolare le comunità alla preghiera per tutte le vocazioni. Abbiamo suddiviso il mese di gennaio in quattro momenti o tappe: 1° / 10 gennaio 2015 La vocazione alla famiglia 11 / 17 gennaio 2015 La vocazione alla santità (battesimale) 18 / 24 gennaio 2015 La vocazione alla vita consacrata 25 / 31 gennaio 2015 La vocazione al ministero ordinato In ognuno dei quattro momenti siete invitati a pregare e riflettere attorno alla specificità della vocazione: - a partire da quella fondamentale del matrimonio/famiglia (che si accompagna bene con la parte finale del Tempo di Natale), - poi la vocazione alla santità che è di tutto il popolo di Dio in forza del Battesimo (e qui si valorizza la Festa del Battesimo del Signore), - quindi nelle due ultime settimane un riferimento specifico alle diverse forme della vita consacrata (per altro viviamo l’anno della vita consacrata) - e alle vocazioni del ministero ordinato (in coincidenza con la Giornata del nostro Seminario diocesano). Per ogni momento proponiamo una riflessione sulla bellezza di ogni vocazione, in sintonia con il tema annuale “Vocazioni e santità: toccati dalla Bellezza”; poi un modello paradigmatico di santità legato a quella vocazione; quindi una proposta di intenzioni per la preghiera dei fedeli che potrete integrare con quelle più proprie della vostra comunità; infine una preghiera/supplica che potrebbe accompagnare l’intero periodo. Il tema generale si ispira alle indicazioni di papa Francesco che ci esorta a valorizzare la “via pulchritudinis” , anche e soprattutto in campo vocazionale come testimonianza di quella Bellezza che attrae e di quella Gioia che contagia e si diffonde attorno a noi, perché viene dalla Gloria di Dio. Buon cammino nel Signore e in compagnia dei Santi diocesani e universali! Ufficio Pastorale per le Vocazioni
Papa Francesco, Evangelii Gaudium 167 167. È bene che ogni catechesi presti una speciale attenzione alla “via della bellezza” ( via pulchritudinis).[129] Annunciare Cristo significa mostrare che credere in Lui e seguirlo non è solamente una cosa vera e giusta, ma anche bella, capace di colmare la vita di un nuovo splendore e di una gioia profonda, anche in mezzo alle prove. In questa prospettiva, tutte le espressioni di autentica bellezza possono essere riconosciute come un sentiero che aiuta ad incontrarsi con il Signore Gesù. Non si tratta di fomentare un relativismo estetico,[130] che possa oscurare il legame inseparabile tra verità, bontà e bellezza, ma di recuperare la stima della bellezza per poter giungere al cuore umano e far risplendere in esso la verità e la bontà del Risorto. Se, come afferma sant’Agostino, noi non amiamo se non ciò che è bello,[131] il Figlio fatto uomo, rivelazione della infinita bellezza, è sommamente amabile, e ci attrae a sé con legami d’amore. Dunque si rende necessario che la formazione nella via pulchritudinis sia inserita nella trasmissione della fede. È auspicabile che ogni Chiesa particolare promuova l’uso delle arti nella sua opera evangelizzatrice, in continuità con la ricchezza del passato, ma anche nella vastità delle sue molteplici espressioni attuali, al fine di trasmettere la fede in un nuovo “linguaggio parabolico”.[132] Bisogna avere il coraggio di trovare i nuovi segni, i nuovi simboli, una nuova carne per la trasmissione della Parola, le diverse forme di bellezza che si manifestano in vari ambiti culturali, e comprese quelle modalità non convenzionali di bellezza, che possono essere poco significative per gli evangelizzatori, ma che sono diventate particolarmente attraenti per gli altri. Evangelii Gaudium 264-5 L'incontro personale con l’amore di Gesù che ci salva 264. La prima motivazione per evangelizzare è l’amore di Gesù che abbiamo ricevuto, l’esperienza di essere salvati da Lui che ci spinge ad amarlo sempre di più. Però, che amore è quello che non sente la necessità di parlare della persona amata, di presentarla, di farla conoscere? Se non proviamo l’intenso desiderio di comunicarlo, abbiamo bisogno di soffermarci in preghiera per chiedere a Lui che torni ad affascinarci. Abbiamo bisogno d’implorare ogni giorno, di chiedere la sua grazia perché apra il nostro cuore freddo e scuota la nostra vita tiepida e superficiale. Posti dinanzi a Lui con il cuore aperto, lasciando che Lui ci contempli, riconosciamo questo sguardo d’amore che scoprì Natanaele il giorno in cui Gesù si fece presente e gli disse: «Io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi» ( Gv 1,48). Che dolce è stare davanti a un crocifisso, o in ginocchio davanti al Santissimo, e semplicemente essere davanti ai suoi occhi! Quanto bene ci fa lasciare che Egli torni a toccare la nostra esistenza e ci lanci a comunicare la sua nuova vita! Dunque, ciò che succede è che, in definitiva, «quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo» ( 1 Gv 1,3). La migliore motivazione per decidersi a comunicare il Vangelo è contemplarlo con amore, è sostare sulle sue pagine e leggerlo con il cuore. Se lo accostiamo in questo modo, la sua bellezza ci stupisce, torna ogni volta ad affascinarci. Perciò è urgente ricuperare uno spirito contemplativo, che ci permetta di riscoprire ogni giorno che siamo depositari di un bene che umanizza, che aiuta a condurre una vita nuova. Non c’è niente di meglio da trasmettere agli altri. 265. Tutta la vita di Gesù, il suo modo di trattare i poveri, i suoi gesti, la sua coerenza, la sua generosità quotidiana e semplice, e infine la sua dedizione totale, tutto è prezioso e parla alla nostra vita personale. Ogni volta che si torna a scoprirlo, ci si convince che proprio questo è ciò di cui gli altri hanno bisogno, anche se non lo riconoscano: «Colui che, senza conoscerlo, voi adorate, io ve lo annuncio» ( At 17,23). A volte perdiamo l’entusiasmo per la missione dimenticando che il Vangelo risponde alle necessità più profonde delle persone, perché tutti siamo stati creati per quello che il Vangelo ci propone: l’amicizia con Gesù e l’amore fraterno. Quando si riesce ad esprimere adeguatamente e con bellezza il contenuto essenziale del Vangelo, sicuramente quel messaggio risponderà alle domande più profonde dei cuori: «Il missionario è convinto che esiste già nei singoli e nei popoli, per l’azione dello Spirito, un’attesa anche se inconscia di conoscere la verità su Dio, sull’uomo, sulla via che porta alla liberazione dal peccato e dalla morte. L’entusiasmo nell’annunziare il Cristo deriva dalla convinzione di rispondere a tale attesa».[208] L’entusiasmo nell’evangelizzazione si fonda su questa convinzione. Abbiamo a disposizione un tesoro di vita e di amore che non può ingannare, il messaggio che non può manipolare né illudere. È una risposta che scende nel più profondo dell’essere umano e che può sostenerlo ed elevarlo. È la verità che non passa di moda perché è in grado di penetrare là dove nient’altro può arrivare. La nostra tristezza infinita si cura soltanto con un infinito amore. In Appendice troverete: la veglia di inizio dell’anno della vita consacrata
1° / 10 gennaio 2015 La vocazione alla famiglia I. Introduzione: toccati dalla Bellezza del Matrimonio e della Famiglia Una coppia di sposi dialoga circa la bellezza della vocazione matrimoniale. Lo sposo: DIALOGO APERTO E SINCERO Ricordo con tenerezza il primo incontro insieme. Ci conoscevamo di vista. Quel giorno abbiamo parlato apertamente e liberamente di noi. PERMESSO Ad un certo punto ho provato tanta tenerezza per te, allora ti ho chiesto: “posso abbracciarti?” tu mi hai detto di sì con la testa. Che pace… GRAZIE Al termine dell’incontro mi hai abbracciato di nuovo con slancio e mi hai ringraziato. LA MIA CASA Allora abbiamo cominciato a frequentarci ogni settimana. Ricordo che con te mi sentivo in pace, come se avessi finalmente trovato “la mia casa”. IL DUBBIO Dopo qualche mese la paura di fare il passo definitivo, ma per non lasciarti in sospeso mi son detto: o sì o no. Dopo una novena di preghiera ecco la risposta nel cuore chiara, limpida, pacifica: “la sposo” LA FESTA Entrato in chiesa il giorno delle nozze, mi sembrava di entrare in paradiso. LA VITA NUOVA Da quel giorno mi sento rinato. Non esiste più l’uomo di prima, ma lo Spirito Santo ha plasmato la nostra nuova vita. IL DONO DEI FIGLI Con stupore scopriamo l’arrivo di una bimba: Dio ha visto il nostro abbraccio e ha soffiato una vita, affidandocela. Poi un’altra. E poi un’altra. I nostri fiori, giardino di Dio! SCUSA Con la gioia arriva anche la fatica e a volte il nervosismo ci fa litigare. Siamo dei poveri peccatori e abbiamo bisogno di chiederci scusa, di abbracciarci e perdonarci. Così andiamo avanti finché la morte - speriamo - ci unisca per sempre in Paradiso. La sposa: “Il Signore è fedele al suo patto” Sì, possiamo dirlo con certezza: Dio è stato fedele alla sua promessa e ha realizzato quel disegno di amore sul quale a lungo avevamo chiesto di fare luce. Egli ci ha fatti incontrare e ha reso possibile ciò che neppure sapevamo immaginare. Ci siamo affidati a Lui e ci siamo affidati l’uno all’altra, donandoci le nostre vite affinché da due diventassimo una cosa sola. La Grazia del matrimonio ci ha donati occhi nuovi per guardarci e per guardare insieme la vita. Ogni nostra azione, attività, scelta non è stata più “mia”, ma nostra. Non possiamo fare a meno di chiedere all’altro: “posso?” e solo questa condivisione ci dà la certezza della giusta direzione. Siamo “uno” e questo ci fa aprire all’altro nella verità e ci dona la grazia della correzione fraterna e del perdono reciproco. Ogni giorno possiamo ringraziare Dio per questo dono, reso ancora più prezioso dalla nascita dei figli, frutto di un abbraccio di amore e del soffio di Dio, vite accolte con stupore e gioia. Bimbi da educare, ma soprattutto vite in cui coltivare quel seme di Amore che Dio ha seminato fin dal concepimento e continuare quell’alleanza eterna che Dio ha promesso “di generazione in generazione”.
II. Un modello di santità famigliare: Luigi Martin (1823-1894) e Zelia Guérin (1831-1877) Lui orologiaio, lei merlettaia: borghesi di estrazione, santi di elezione. Sono Luigi Martin (1823-1894) e Zelia Guérin (1831-1877) - i genitori di Teresa del Bambino Gesù. È la seconda coppia di sposi - dopo i coniugi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi beatificati nel 2001 da Giovanni Paolo II - a essere elevata agli onori degli altari. Entrambi figli di militari, vengono educati in un ambiente disciplinato, severo, molto rigoroso e segnato da un certo giansenismo ancora strisciante nella Francia dell'epoca. Tutti e due ricevono un'educazione di impronta religiosa: presso i Fratelli delle scuole cristiane, Luigi, dalle suore dell'adorazione perpetua, Zelia. Al termine degli studi, nel momento di scegliere il suo futuro, Luigi si orienta verso l'apprendimento del mestiere di orologiaio, nonostante l'esempio del padre, noto ufficiale dell'esercito napoleonico. Zelia, invece, inizialmente aiuta la madre nella gestione del locale di famiglia. Poi si specializza nel "punto d'Alençon" presso la scuola di merletto. Nel giro di qualche anno, i suoi sforzi sono premiati: apre una modesta azienda per la produzione del merletto e ottiene un discreto successo. Ambedue nutrono fin dall'adolescenza il desiderio di entrare in una comunità religiosa. Ci prova lui chiedendo di essere ammesso tra i canonici regolari di sant'Agostino dell'ospizio del Gran San Bernardo sulle Alpi svizzere, ma non viene accolto perché non conosce il latino. Tenta anche lei di entrare tra le Figlie della carità di san Vincenzo de' Paoli, ma comprende che non è la sua strada. Per tre anni Luigi soggiorna a Parigi, ospite di parenti, per perfezionare la sua formazione di orologiaio. Insoddisfatto del clima che si respira nella capitale, si trasferisce ad Alençon, dove intraprende la sua attività, conducendo fino all'età di trentadue anni uno stile di vita quasi ascetico. Zelia, intanto, con gli introiti della sua azienda, mantiene tutta la famiglia vendendo merletti all'alta società parigina. L'incontro tra i due avviene nel 1858 sul ponte di san Leonardo di Alençon. Alla vista di Luigi, Zelia avverte distintamente che quello sarà l'uomo della sua vita. Dopo pochi mesi di fidanzamento si sposano. Conducono una vita coniugale all'insegna del Vangelo, scandita dalla messa quotidiana, dalla preghiera personale e comunitaria, dalla confessione frequente, dalla partecipazione alla vita parrocchiale. Dalla loro unione nascono nove figli, quattro dei quali muoiono prematuramente. Tra le cinque figlie che sopravvivono, Teresa, la futura santa, nata nel 1873. I ricordi della carmelitana sui suoi genitori sono una fonte preziosa per comprendere la loro santità. I Martin educano le loro figlie a divenire non solo buone cristiane ma anche oneste cittadine. A 45 anni Zelia riceve la terribile notizia di avere un tumore al seno. Vive la malattia con ferma speranza cristiana fino alla morte avvenuta nell'agosto 1877. A 54 anni Luigi si trova da solo a portare avanti la famiglia. La primogenita ha 17 anni, l'ultima, Teresa, appena quattro e mezzo. Si trasferisce allora a Lisieux, dove risiede il fratello di Zelia. In questo modo, le figlie ricevono le cure della loro zia Celina. Tra il 1882 e il 1887 Luigi accompagna tre delle sue figlie al Carmelo. Il sacrificio più grande per lui sarà di allontanarsi da Teresa che entra tra le carmelitane a soli 15 anni. Luigi viene colpito da una malattia invalidante che lo conduce alla perdita delle facoltà mentali. Viene internato nel sanatorio di Caen. Muore nel luglio 1894.
III. Intenzioni per la preghiera dei fedeli: I domenica dopo Natale Santa Famiglia Anno B Domenica 28 dicembre 2014 Per la Chiesa, famiglia di coloro che credono in Gesù Cristo, affinché sia sempre fedele, unita e concorde nel vivere il messaggio evangelico, preghiamo… Per i responsabili delle Nazioni, affinché difendano e promuovano la famiglia fondata sul matrimonio che è il sigillo dell'amore e della fedeltà che un uomo ed una donna veramente innamorati si promettono per sempre, davanti a Dio, preghiamo… Per i fidanzati, perché si preparino al matrimonio con responsabilità, e siano pronti a divenire collaboratori di Dio promuovendo e diffondendo valori umani veri, naturali, quali la vita, la famiglia, l’amore per i figli e la loro educazione, preghiamo… Per tutte le nostre famiglie, affinché siano comunità d’amore aperte e oblative nelle quali la vita, accolta come un dono, possa svilupparsi e crescere in modo armonioso, fino a raggiungere una piena maturità umana e cristiana, preghiamo… Ottava di Natale Maria Santissima Madre di Dio Anno B Giornata mondiale della pace Giovedì 1° Gennaio 2015 Per ogni cristiano e tutti gli uomini di buona volontà, perché vivano il nuovo anno come dono di Dio, ed ogni giornata sia occasione opportuna per conoscerlo, amarlo e servirlo, preghiamo… “Non più schiavi, ma fratelli”: il messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale della Pace entri nel cuore dei responsabili delle nazioni e di ogni uomo della terra, preghiamo… Donaci la gioia di cominciare ogni giornata nel ricordo di Te, accogliendo con fiducia le situazioni della vita, affrontando le difficoltà, amando il nostro prossimo, cercando in tutto la tua santa volontà, preghiamo… Per intercessione della Madre tua, ti domandiamo, o Signore: concedi alle famiglie la fedeltà e l’amore, il dono dei figli, la gioia dei fratelli, la prosperità della vita, preghiamo… II domenica dopo Natale Anno B Domenica 4 gennaio 2015 Per la Chiesa, perché approfondisca sempre di più la conoscenza del mistero dell'incarnazione di Gesù, figlio di Dio, così da poter vivere pienamente e diffondere con frutto la speranza cristiana, preghiamo... Per papa Francesco, il vescovo Franco Giulio, tutti i pastori della Chiesa, perché aiutati dalla preghiera di tutti i cristiani svolgano il ministero pastorale secondo il disegno della volontà di Dio Padre, preghiamo... Per coloro che sono alla ricerca di Dio, perché si lascino illuminare dallo Spirito Santo ed aprano il loro cuore all'accoglienza della Parola di Dio che si manifesta in Gesù Cristo, preghiamo... Per tutti coloro che, ai vari livelli, si occupano di politica, affinché difendano la dignità di ogni essere umano in ogni situazione di vita, perché ogni uomo ed ogni donna è “creato ad immagine e somiglianza di Dio” e, in Gesù Cristo, è “figlio di Dio”, preghiamo...
Per la nostra comunità, perché abbia a cuore il Sacramento dell’Eucarestia, centro della vita cristiana, pieno compimento dell'incarnazione e presenza reale di Gesù in mezzo a noi, preghiamo... Epifania del Signore Anno B Giornata missionaria dei ragazzi Martedì 6 gennaio 2015 Per la Chiesa: illuminata dalla luce di Gesù Cristo, sia testimone di fede viva, segno luminoso di speranza e modello di carità per tutti i popoli della terra, preghiamo… Per i cristiani: nutriti dalla Parola di Dio ed illuminati dallo Spirito Santo, ritrovino la via dell’unità, così da rendere grazie, tutti insieme, attraverso Gesù Cristo, a Dio Padre per le meraviglie da lui compiute per la salvezza del mondo, preghiamo… Per tutti i ragazzi e i giovani del mondo: come novelli magi, donino a Gesù la mirra della loro fatica nella sincera ricerca del senso della vita, l’argento della loro speranza in un mondo migliore e l’oro dell’impegno coerente, responsabile e generoso per un’umanità migliore, preghiamo… Per ognuno di noi: seguendo la stella della personale vocazione, possa incontrare Gesù per adorarlo con sincerità di cuore e santità di vita, preghiamo…
IV. Preghiera per la famiglia (da recitarsi dal 1° al 10 gennaio) Gesù, Maria e Giuseppe a voi, Santa Famiglia di Nazareth, oggi, volgiamo lo sguardo con ammirazione e confidenza; in voi contempliamo la bellezza della comunione nell’amore vero; a voi raccomandiamo tutte le nostre famiglie, perché si rinnovino in esse le meraviglie della grazia. Santa Famiglia di Nazareth, scuola attraente del santo Vangelo: insegnaci a imitare le tue virtù con una saggia disciplina spirituale, donaci lo sguardo limpido che sa riconoscere l’opera della Provvidenza nelle realtà quotidiane della vita. Santa Famiglia di Nazareth, custode fedele del mistero della salvezza: fa’ rinascere in noi la stima del silenzio, rendi le nostre famiglie cenacoli di preghiera e trasformale in piccole Chiese domestiche, rinnova il desiderio della santità, sostieni la nobile fatica del lavoro, dell’educazione, dell’ascolto, della reciproca comprensione e del perdono. Santa Famiglia di Nazareth, ridesta nella nostra società la consapevolezza del carattere sacro e inviolabile della famiglia, bene inestimabile e insostituibile. Ogni famiglia sia dimora accogliente di bontà e di pace per i bambini e per gli anziani, per chi è malato e solo, per chi è povero e bisognoso. Gesù, Maria e Giuseppe voi con fiducia preghiamo, a voi con gioia ci affidiamo. (Preghiera recitata davanti all’icona della Santa Famiglia in occasione della Giornata della Famiglia, 27 ottobre 2013)
11 / 17 gennaio 2015 La vocazione alla santità I. Introduzione: toccati dalla Bellezza della Vocazione battesimale Sulla chiamata alla santità che riguarda ogni cristiano, ogni battezzato, e che poi si esprime in tante forme di preghiera, annuncio, testimonianza dei cristiani laici nel mondo, ascoltiamo la riflessione di un nostro seminarista. Quando pensiamo alla vocazione alla santità, non possiamo allontanarci dal cuore stesso della Chiesa Madre. La Chiesa stessa nasce dal sacramento della carità infinita di Cristo, nasce sul glorioso patibolo della croce, dove il Signore effonde sangue ed acqua per significare il duplice battesimo a cui ogni uomo è chiamato. Ed è proprio il Battesimo, che ci rende cristiani e ci incorpora nella Chiesa, a darci la possibilità di varcare le soglie della santità. Tale vocazione alla santità va ben oltre le vocazioni particolari alla vita sacerdotale, alla vita religiosa o alla vita coniugale ed insieme le sostiene tutte. Ne è come la radice e la linfa vitale. Questa vocazione battesimale implica un lungo cammino: il battesimo, introducendoci nella vita cristiana, ci dà la grazia e il dono necessari a cominciare questo cammino verso la santità: “la santità è un dono, è il dono che ci fa il Signore Gesù, quando ci prende con sé e ci riveste di se stesso, ci rende come Lui” (Papa Francesco, udienza generale, 19 novembre 2014). Un dono di grazia, dunque, che precede qualunque nostro merito o qualunque nostra opera, un dono dell’immensa carità di Cristo. Ma il cammino dell’uomo verso la santità prosegue oltre, sempre tenendo conto dell’orizzonte battesimale in cui siamo inseriti; esso prende i passi di una radicale conformazione al Signore che passa attraverso le opere concrete. Leggiamo nel Libro del Levitico: Siate santi perché io, il Signore Dio vostro, sono santo (Lev 19,2b). A questa affermazione il libro del Levitico fa seguire un lungo elenco di norme da seguire: anche noi siamo chiamati sin dal Battesimo a seguire questo invito del Signore, non più, in particolare, seguendo tutte le norme del Levitico parola per parola, ma sforzandoci ogni giorno a seguire il comandamento del Signore, il comandamento della carità; ed ecco che la nostra comunione nella Chiesa si dilata sino a diventare comunione di santità con Dio. Battesimo, Chiesa, Carità, Comunione: ecco il sentiero che il Signore ha predisposto per la nostra salvezza, per la nostra santità nel quotidiano.
II. Modello di santità battesimale: la beata Chiara Luce Badano e il servo di Dio Carlo Acutis CHIARA LUCE BADANO E CARLO ACUTIS La beata Chiara Luce Badano è stata una giovane focolarina che ha vissuto per quasi 19 anni (29 ottobre 1971 - 7 ottobre 1990). Volitiva, tenace, altruista, di lineamenti fini, snella, grandi occhi limpidi, sorriso aperto, ama la neve e il mare, pratica molti sport. Dai suoi quaderni traspare la gioia e lo stupore nello scoprire la vita. Sa mantenere il suo abituale sorriso anche nella sofferenza e nella malattia, tanto che alcuni medici, non praticanti, si riavvicinano a Dio. Prepara lei stessa i dettagli del suo funerale e vuole che il rito sia una festa. Le ultime sue parole: "Mamma sii felice, perché io lo sono. Ciao!" Brani tratti dall’omelia di Mons. Livio Maritano per le esequie di Chiara Luce il 9 ottobre 1990: “I giusti splenderanno come il sole” – ha detto Gesù – “nel regno del loro Padre”. Pensiamo a Chiara che splende come il sole. La gioia è bella perché è condivisa. Gesù che ci ha detto: “amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi” è Gesù che rende possibile essere gli uni per gli altri motivi di gioia per sempre. Pensiamo che cosa significhi non essere frenati nell’amore delle nostre imperfezioni, dai nostri difetti, né da quelli degli altri; cosa che è impossibile quaggiù sarà possibile. Dio ci prepara a questa esperienza straordinaria che è la vita comune: la pienezza della comunione. Miei fratelli, il dono che ci fa Chiara è un dono grande, un dono della testimonianza cristiana. Guardando quelli che riescono veramente bene nel cristianesimo noi possiamo giudicare il cristianesimo. Non dalla nostra mediocrità! E dobbiamo esserle grati per questa testimonianza di fede con cui si è protesa verso la Vita: incontrare Gesù. Testimonianza di fede che ha trasformato questi due anni di dolore e di atroci dolori sul piano fisico; ma quello che trasforma, che fa il miracolo, è l’amore. Una fede che accende quest’amore per Gesù e che mettendoci in compagnia di lui: “Sono con voi tutti i giorni”. Ventiquattro ore su ventiquattro Gesù può essere con noi, vuole essere con noi, ma quando noi nella fede siamo con lui, allora, veramente si compie il miracolo di trasformare il dolore in amore. Allora possiamo capire come Chiara non volesse attenuare la sofferenza con la morfina: “Posso offrire soltanto il dolore a Gesù”. Comprensione che deve indurci alla riconoscenza verso Dio e a collaborare con la grazia per portare i frutti attesi dal Signore. Ringraziamo Iddio di questo dono immenso che ci ha fatto e riconosciamo che la sorgente di questo dono proviene attraverso i mezzi normali che Dio mette a nostra disposizione. Ci chiediamo: donde scaturisce questo frutto? Se lo chiedono i giovani, se lo chiedono i suoi coetanei che hanno ricevuto le medesime cose: la parola di Dio ( veramente in lei è diventata Parola di Vita) i Sacramenti. Mi sembra sei anni fa, le amministrai la Cresima insieme a parecchi altri di voi. Come mai ha portato in lei questo frutto? Di che cosa è potenzialmente ricca la grazia di Dio, disseminata nei Sacramenti, nell’Eucarestia? Può fare dei Santi questa grazia, sempre che noi non ci opponiamo, non opponiamo resistenza, ma l’accogliamo, la lasciamo – in piena disponibilità d’animo – operare in noi. Ecco il frutto: il frutto della famiglia cristiana, il frutto di una comunità cristiana, il frutto di un Movimento di cristiani che si impegnano ad amarsi a vicenda, ad aiutarsi a vicenda, a camminare sull’esempio di Gesù, a sentire che Gesù davvero è in mezzo a noi. Dobbiamo essere grati a tutti coloro che hanno operato per la sua santificazione, per questa crescita galoppante di vita cristiana che oggi celebriamo nella sua conclusione. Siamo grati, e questo vorrei dirlo a proposito di tutti gli educatori e di tutti i genitori: bisogna seminare, seminare con costanza, seminare con fiducia, perché il Signore sa suscitare poi una collaborazione così straordinaria che ci riempie di stupore. Ma, tutti insieme mentre ringraziamo Iddio di questo dono non possiamo non riceverne un appello e un invito per tutti noi. Questo stesso cammino di vita cristiana e di trasformazione delle vicende dell’esistenza può essere la vostra esperienza personale. Dio non ha voluto chiamare alcuni privilegiati: “Andate, annunciate il Vangelo a tutte le creature”. Non c’è nessuno escluso dall’amore di Dio; non c’è nessuno verso il quale Gesù abbia sospeso , interrotto il rapporto, la ricerca. E’ lui che ricerca tutti noi. Forse l’abbiamo fatto bussare a lungo nella nostra vita, magari per degli anni, non lo facciamo aspettare più … Questo fatto che oggi è al centro del nostro dolore e della nostra gioia è un richiamo di Gesù e un appello a rispondere con generosità.
III. Intenzioni per la preghiera dei fedeli: Festa del Battesimo del Signore Anno B Domenica 11 gennaio 2015 Il Dio fatto uomo non solo ha scelto di camminare insieme a noi, ma con noi peccatori si è recato dal Battista per ricevere il battesimo in acqua; innalziamo a Lui le nostre invocazioni, perché possa donarci sempre il Battesimo nello Spirito. Preghiamo insieme dicendo: Donaci la santità per mezzo del tuo Spirito. Signore, che umilmente ti sei accostato ai peccatori in cammino verso il Battista, guarda con misericordia ai nostri errori e sana con il tuo amore le ferite della nostra anima, preghiamo… Signore, che sulla croce hai effuso sangue ed acqua, fa’ che i cristiani possano essere sempre immersi nel sacramento della tua carità, preghiamo… Dio della santità, sostieni i cristiani che sono costantemente alla sequela del Cristo e sprona tutti i battezzati a percorrere la via della santità attraverso le vocazioni particolari, preghiamo… Effondi su di noi il tuo Spirito, Signore, perché con costanza possiamo essere testimoni ferventi della tua santità, preghiamo…
IV. Preghiera per tutti i battezzati (da recitarsi dall’11 al 17 gennaio) PREGHIERA PER LA VOCAZIONE DI TUTTI ALLA SANTITA’ O Dio di Amore, che sei giovinezza perenne, Ti rendiamo lode con tutto il cuore, perché fin dall’eternità ci hai chiamati ad essere “Santi al Tuo cospetto nell’Amore” (Ef 1,4) ed ora, mediante il Tuo Spirito, ci raduni per fare di noi un popolo nuovo. Nella pienezza dei tempi hai mandato il Tuo Figlio in mezzo a noi, per generare un popolo santo che ha come fine il Tuo Regno, come condizione la libertà dei tuoi figli, come statuto il precetto dell’Amore. In questo grande peregrinare nella storia, noi, popolo santo del nuovo millennio, vogliamo contemplare il Volto del Tuo Figlio: fissare i nostri occhi nei Suoi, porre il nostro cuore accanto al Suo, perché anche sul nostro volto risplenda l’immagine della Tua santità. Ti ringraziamo di averci donato tanti Santi come amici e modelli di vita, sulle cui orme vogliamo camminare per raggiungere la Tua santità! La via dell’umile sequela del, ci porti a contemplare l’Amore del Tuo Figlio, per recare ad ogni uomo che viene, annunci gioiosi e trepidanti di speranza. Amen!
18 / 24 gennaio 2015 La vocazione alla vita consacrata I. Introduzione: toccati dalla Bellezza della Vita Consacrata La consacrazione della propria vita in risposta ad una chiamata di amore del Signore è il motivo della nostra preghiera di questa domenica. Pregare per chi è chiamato e ancora non ha aperto il cuore all'ascolto della Parola creatrice di Dio che fa nuova ogni cosa, per chi già ha ascoltato l'invito e teme e trema come la giovane Maria a Nazareth, perché l'abbandono fiducioso alla fedeltà del Signore sia la risposta gioiosa che fa bella la terra. Preghiamo anche per chi già ha consegnato la sua vita al sogno di Dio, per chi vive nella fraternità, annunciando il Vangelo, con lo sguardo penetrante e profetico dell'amore, perché sia condotto dallo Spirito a fecondare di eternità il nostro tempo. In questo anno della Vita Consacrata vogliamo ringraziare Dio per il dono di questi fratelli e sorelle che ci indicano la bellezza di ciò che è eterno, che pur è già presente nel nostro oggi e che ci è anticipato nella lode e nel servizio della loro vita. Il “Magnificat” di una consacrata Signore Gesù, in questo Anno della vita consacrata ti porto il mio cuore colmo di gratitudine e quello di tutti i consacrati e le consacrate della nostra Diocesi e della Chiesa intera. Sì, veniamo a Te con gli stessi sentimenti di Maria quando ha cantato il suo Magnificat, lasciando trapelare il disegno del Padre su di Lei, umile creatura e serva dell'Altissimo, chiamata ad essere tutta per Dio pur diventando Madre, tua Madre. Pronta a compiere il volere di Dio senza nulla anteporre all'amore di Dio. Anche noi siamo stati chiamati da Te e messi a parte per Te, Gesù! Tu ci hai fatto questo dono immeritato e gratuito. Tu ci hai tolti dal mondo pur lasciandoci nel mondo. Tu ci hai voluti solo per Te, ci hai colmato con il tuo Amore infinito e noi desiderosi di Te come del più bello dei figli dell'uomo, come il nostro e unico Sposo abbiamo detto il nostro umile e povero sì, il giorno della nostra consacrazione e poi, con il tuo aiuto, lo diremo in tutti i giorni che tu ci darai. Eccoci a renderTi grazie, a lodarTi, a cantare il nostro Magnificat, perché Tu non ci lasci mai soli, neanche nel momento del dolore e della prova, Tu ci accogli sempre e sostieni la nostra fragile umanità. Tu che sei il nostro bene, il sommo bene, accetta il nostro sincero "Grazie" per la vocazione e per le "grandi cose" che Tu solo operi in noi e attraverso di noi, quando guidati da Te diventiamo semplici strumenti nelle Tue sapienti mani e ci lasciamo condurre sui pascoli che Tu ci mostri per essere piccoli riflessi del Tuo amore per i fratelli e le sorelle che tu ci metti accanto nel nostro servizio alla Tua Chiesa. Signore, rendici uno con Te, con il cuore indiviso, pronti a spargere intorno a noi il dolce profumo di Cristo e a vedere tutti con gli occhi del cuore. Donaci di essere lampade che ardono d'amore e semi che muoiono nel servizio ai fratelli e, quando Tu ci chiamerai accanto a Te, accoglici per cantare le tue lodi in eterno alla Tua dolce e infinita Presenza!
II. Modello di santità nella vita consacrata: Madre Teresa di Calcutta Agnes Bojaxhiu nasce a Skopie nel 1910, fin da giovane sente nascere in sé il desiderio di spendere la sua vita in missione, all'età di 18 anni lascia la famiglia per consacrarsi al Signore nell'Istituto della Beata Vergine Maria conosciuto come le "suore di Loreto". Qui assume il nome di suor Mary Teresa, nel 1937 fa professione di voti perpetui. Partita per l'India insegna per molti anni a Calcutta nella scuola per ragazze St. Mary, dove inizia anche un primo incontro con i poveri e un servizio agli ultimi coinvolgendo anche alcune delle sue alunne. Nel 1946, in seguito ad una vera e propria “vocazione nella vocazione”, ottenuto il permesso dei suoi superiori e del Papa Pio XII, suor Teresa esce dal Convento per vivere a stretto contatto con i più poveri. Lascia l'abito religioso delle suore di Loreto, per indossare il sari bianco delle donne povere dell'India. Con poche rupie e solo i sandali ai piedi lascia il centro di Calcutta e va tra le baracche della periferia. In breve è seguita da alcune sue alunne che si affiancano alla sua missione e nasce così il primo nucleo della nuova Comunità. Il 7 ottobre 1950 la Congregazione delle Missionarie della Carità viene riconosciuta ufficialmente nell'Arcidiocesi di Calcutta. Agli inizi del 1960 Madre Teresa invia le sue sorelle in altre parti dell'India. Il Diritto Pontificio concesso alla Congregazione nel febbraio 1965 la incoraggia ad aprire subito altre fondazioni in tutti i continenti. Dal 1980 fino al 1990 Madre Teresa apre case di missione in quasi tutti i paesi comunisti, inclusa l'ex Unione Sovietica, l'Albania e Cuba. Durante gli ultimi anni della sua vita, nonostante i crescenti problemi di salute, Madre Teresa continua a guidare la sua Congregazione e a rispondere alle necessità dei poveri e della Chiesa in tutto il mondo. Nel 1997 le suore di Madre Teresa sono ormai circa 4.000, presenti nelle 610 case di missione sparse in 123 paesi del mondo. Il 5 settembre 1997 la vita terrena di Madre Teresa giunge al termine Meno di due anni dopo la sua morte, a causa della diffusa fama di santità e delle grazie ottenute per sua intercessione, il Papa Giovanni Paolo II permise l'apertura della Causa di Canonizzazione. Il 20 dicembre 2002 approvò i decreti sulle sue virtù eroiche e sui miracoli. Il 19 ottobre 2003 è stata proclamata Beata da Giovanni Paolo II. Madre Teresa iniziava ogni giornata con Gesù nell'Eucaristia e usciva con la corona del Rosario tra le mani, per cercare e servire Lui in coloro che sono “non voluti, non amati, non curati”. L'intera vita e opera di Madre Teresa offrono testimonianza della gioia di amare, della grandezza e della dignità di ogni essere umano, del valore delle piccole cose fatte fedelmente e con amore, e dell'incomparabile valore dell'amicizia con Dio. Ma un altro aspetto eroico di questa grande donna si è conosciuto solo dopo la sua morte: la sua vita interiore fu contrassegnata dall'esperienza di una profonda, dolorosa e permanente sensazione di essere separata da Dio, addirittura rifiutata da Lui, assieme a un crescente desiderio di Lui. Chiamò la sua prova interiore “l'oscurità”. La sua vita ci invita a lasciarci interrogare da Dio e dai fratelli, ad aprire il nostro cuore perché nessuna domanda che lo interpella resti senza risposta, anche quando ci chiede di mettere in gioco tutta la nostra vita.
III. Intenzioni per la preghiera dei fedeli: II Domenica del Tempo ordinario Anno B Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani Domenica 18 gennaio 2015 Fratelli, ogni giorno della nostra vita è una grazia del Signore, un'occasione posta nelle nostre mani per fare del bene e costruire il regno di Dio. Invochiamo il Padre che è nei cieli, perché oggi conceda a ciascuno di noi di camminare nelle sue vie. R. Aiutaci, Signore, a vivere nella tua amicizia. Per la santa Chiesa, perché, guidata dallo Spirito del Signore, sappia riconoscere nella vita di tutti i giorni i segni della presenza di Dio, preghiamo… Per i nostri pastori, perché mediante il ministero e la santità personale siano educatori e padri nella fede, preghiamo… Per tutti noi rinati nel Battesimo, perché il Signore ci preservi dal peccato e ci faccia crescere nell'esperienza viva del suo Spirito, preghiamo… Per tutti i consacrati e le consacrate, perché attratti dalla bellezza del Signore a cui hanno dedicato l’intera esistenza, siano riflesso della sua luce e della sua carità per ogni uomo, preghiamo… Perché il Signore susciti in mezzo al suo popolo nuove vocazioni per la vita religiosa, attiva e contemplativa, per la consacrazione verginale, per gli istituti secolari, e per la ricca via dei consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza, preghiamo… Assisti, o Padre, i tuoi figli nel cammino di questo giorno e fa’ che portino con gioia il peso e la gloria della loro fatica quotidiana. Per Cristo nostro Signore. R. Amen.
IV. Preghiera per i consacrati (da recitarsi dal 18 al 24 gennaio) Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, Padre del Signore nostro Gesù Cristo e Padre nostro, accogli la preghiera che ti rivolgiamo per tutte le sorelle e i fratelli consacrati. Guarda con benevolenza il loro desiderio di bene e aiutali a vivere con passione il dono della vocazione. Tu, Padre, che per un disegno gratuito di amore li chiami, nella stabilità o nell’itineranza, a cercare nello Spirito il Tuo volto, fa’ che custodiscano in essi la continua memoria di Te e siano fonte di vita nella solitudine, nella fraternità, per essere nelle storie del nostro tempo, riflesso del Tuo amore. Cristo, Figlio del Dio vivente, che hai camminato sulle nostre strade casto, povero e obbediente, nostro compagno nel silenzio e nell’ascolto, custodisci in essi l’appartenenza filiale come fonte d’amore. Fa’ che vivano il Vangelo dell’incontro: aiutali ad umanizzare la terra e a creare fraternità, portando insieme le fatiche di chi è stanco e non cerca più, la gioia di chi attende, di chi ha cercato, di chi custodisce segni di speranza. Spirito Santo, fuoco che ardi, illumina il cammino dei consacrati nella Chiesa e nel mondo. Dona a loro il coraggio dell’annuncio del Vangelo e la gioia del servizio nella ferialità dei giorni. Apri il loro spirito alla contemplazione della bellezza. Custodisci in essi la gratitudine e lo stupore per il creato, fa’ che riconoscano le meraviglie che Tu compi in ogni vivente. Maria, Madre del Verbo, veglia sulla vita di ogni uomo e donna consacrata, perché la gioia ricevuta dalla Parola riempia la loro esistenza e il tuo invito a fare quanto il Maestro dice (cf Gv 2,5), li trovi operosi interpreti nell'annuncio del Regno. Amen. Preghiamo Guarda benigno, Signore, i tuoi figli e le tue figlie: saldi nella fede e lieti nella speranza, siano, per tua grazia, riflesso della tua luce, strumento dello Spirito di pace, prolungamento tra gli uomini della presenza di Cristo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.
25 / 31 gennaio 2015 La vocazione al ministero ordinato I. Introduzione: toccati dalla Bellezza del Diaconato e del Sacerdozio Circa la bellezza del ministero ordinato (vescovi, presbiteri, diaconi) ascoltiamo le parole di papa Benedetto XVI pronunciate nel Duomo di Milano il 2 giugno 2012 nel contesto della preghiera liturgica dell’ora media con il clero, i seminaristi, i consacrati In questo momento viviamo il mistero della Chiesa nella sua espressione più alta, quella della preghiera liturgica. Le nostre labbra, i nostri cuori e le nostre menti, nella preghiera ecclesiale, si fanno interpreti delle necessità e degli aneliti dell’intera umanità. Con le parole del Salmo 118 abbiamo supplicato il Signore a nome di tutti gli uomini: «Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti … Venga a me, Signore, la tua grazia». La preghiera quotidiana della Liturgia delle Ore costituisce un compito essenziale del ministero ordinato nella Chiesa. Anche attraverso l’Ufficio divino, che prolunga nella giornata il mistero centrale dell’Eucaristia, i presbiteri sono in modo particolare uniti al Signore Gesù, vivo e operante nel tempo. Il Sacerdozio: quale dono prezioso! Voi cari Seminaristi che vi preparate a riceverlo imparate a gustarlo fin da ora e vivete con impegno il tempo prezioso nel Seminario! L’Arcivescovo Montini, durante le Ordinazioni del 1958 così diceva proprio in questo Duomo: «Comincia la vita sacerdotale: un poema, un dramma, un mistero nuovo … fonte di perpetua meditazione …sempre oggetto di scoperta e di meraviglia; [il Sacerdozio] - disse - è sempre novità e bellezza per chi vi dedica amoroso pensiero … è riconoscimento dell’opera di Dio in noi» (Omelia per l’Ordinazione di 46 Sacerdoti, 21 giugno 1958). Se Cristo, per edificare la sua Chiesa, si consegna nelle mani del sacerdote, questi a sua volta si deve affidare a Lui senza riserva: l’amore per il Signore Gesù è l’anima e la ragione del ministero sacerdotale, come fu premessa perché Egli assegnasse a Pietro la missione di pascere il proprio gregge: «Simone …, mi ami più di costoro? … Pasci i miei agnelli (Gv 21,15)». Il Concilio Vaticano II ha ricordato che Cristo «rimane sempre il principio e la fonte della unità di vita dei presbiteri…» (Decr. Presbyterorum Ordinis, 14). Proprio su questa questione si è espresso: nelle occupazioni diverse, da ora ad ora, come trovare l’unità della vita, l’unità dell’essere sacerdote proprio da questa fonte dell’amicizia profonda con Gesù, dell’interiore essere insieme con Lui. Non c’è opposizione tra il bene della persona del sacerdote e la sua missione; anzi, la carità pastorale è elemento unificante di vita che parte da un rapporto sempre più intimo con Cristo nella preghiera per vivere il dono totale di se stessi per il gregge, in modo che il Popolo di Dio cresca nella comunione con Dio e sia manifestazione della comunione della Santissima Trinità. Ogni nostra azione, infatti, ha come scopo condurre i fedeli all’unione con il Signore e a fare così crescere la comunione ecclesiale per la salvezza del mondo. Le tre cose: unione personale con Dio, bene della Chiesa, bene dell’umanità nella sua totalità, non sono cose distinte od opposte, ma una sinfonia della fede vissuta. Per la loro comune intercessione di tanti Santi sacerdoti chiediamo fiduciosi al Datore di ogni dono di rendere sempre fecondo il ministero dei sacerdoti… per mostrare al mondo la bellezza della donazione a Cristo e alla Chiesa, e di rinnovare le famiglie cristiane secondo il disegno di Dio, perché siano luoghi di grazia e di santità, terreno fertile per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Amen. Grazie.
II. Modello di santità e carità apostolica: San Gaudenzio vescovo, i Santi Giulio prete e Giuliano diacono In questa ultima settimana del mese di gennaio, nella celebrazione della festa di San Gaudenzio, patrono della città e della diocesi, siamo invitati a porre la nostra attenzione sulla dimensione della vocazione ministeriale che, attraverso i tre gradi dell’ordine, costituisce il cardine del ministero a servizio del popolo di Dio. Infatti, oltre alla figura del nostro primo vescovo che, più di sedici secoli fa, ha guidato la nascente chiesa novarese, la liturgia ci pone innanzi in queste settimane anche quelle del diacono Giuliano – festeggiato a Gozzano – e del sacerdote Giulio – venerato sull’omonima isola di Orta -. Gaudenzio, forse originario della città di Ivrea, si sarebbe formato presso il cenobio del vescovo Eusebio, a Vercelli, di cui sono ben note le strenue lotte a difesa della fede cattolica contro l’eresia ariana. Consacrato vescovo di Novara da Simpliciano, successore di Ambrogio sulla cattedra di Milano, guidò la nascente chiesa novarese per circa un ventennio – dal 398 al 417 ca. - La tradizione lo presenta come il solerte pastore del gregge di Cristo e punto di riferimento della città, nel periodo del disfacimento dell’impero romano. I due fratelli Giulio e Giuliano, originari dell’isola greca di Egina, giunsero come missionari inviati dall’imperatore Teodosio nelle terre del Cusio e dell’alto novarese alla fine del V secolo. La legenda che racconta le loro vicende, attraverso episodi ricorrenti nella produzione agiografica, ha contribuito alla diffusione del loro culto, tutt’ora assai vivo nella nostra diocesi. Le figure dei nostri santi evangelizzatori, ci stimolano a riflettere su come la chiesa locale sia costituita da carismi e ministeri diversi, convergenti in una comunione alimentata dalla carità. In questo anno in cui la nostra Chiesa celebra il Sinodo Diocesano è quanto mai opportuno pregare per le vocazioni al ministero ordinato, sia sacerdotale, sia diaconale. Sacerdoti e diaconi, sotto la guida e in comunione con il vescovo, sono chiamati a concorrere all’opera di evangelizzazione in modo responsabile, per essere guide autentiche con la parola e con la vita, edificando le comunità cristiane, sparse sul nostro vastissimo territorio.
III. Intenzioni per la preghiera dei fedeli: III Domenica del Tempo ordinario Anno B Giornata Diocesana del Seminario Domenica 25 gennaio 2015 Signore, custode della tua Chiesa, ti preghiamo per papa Francesco, perché illuminato dal tuo Spirito di sapienza, sappia guidare tutto il popolo dei credenti verso l’incontro con te, preghiamo… Signore, buon Pastore, ti preghiamo per il vescovo Franco Giulio, perché, presiedendo il Sinodo Diocesano, sappia condurre su nuovi sentieri il gregge che gli hai affidato, stimolando con rinnovato vigore il cammino della nostra chiesa gaudenziana, preghiamo… Signore, luce del mondo, ti preghiamo per tutti i sacerdoti che svolgono il loro ministero nella nostra diocesi, perché ritrovando lo slancio ed il coraggio missionario della chiesa nascente, possano illuminare il cammino del tuo popolo con la generosa offerta della loro vita per la causa del Regno, preghiamo… Signore, amico dei poveri, ti preghiamo per i diaconi, i religiosi e i laici che operano sul nostro territorio negli ambiti della carità, sappiano riconoscere la tua presenza in coloro che sono nella necessità e stimolare le nostre comunità ad un concreto impegno per alleviare le sofferenze del corpo e dello spirito, preghiamo… Signore, padrone della messe, suscita anche oggi tra i nostri giovani vocazioni autentiche alla vita sacerdotale, al diaconato e alla consacrazione religiosa, per corrispondere alle attese esigenti della chiesa del futuro, preghiamo…
IV. Preghiera per i ministri ordinati Padre buono, in Cristo tuo Figlio ci riveli il tuo amore, ci abbracci come tuoi figli e ci offri la possibilità di scoprire nella tua volontà i lineamenti del nostro vero volto. Padre santo, Tu ci chiami ad essere santi come Tu sei santo. Ti preghiamo di non far mai mancare alla tua Chiesa ministri e apostoli santi che, con la parole e i sacramenti, aprano la via all'incontro con Te. Padre misericordioso, dona all'umanità smarrita uomini e donne che, con la testimonianza di una vita trasfigurata ad immagine del tuo Figlio, camminino gioiosamente con tutti gli altri fratelli e sorelle verso la patria celeste. Padre nostro, con la voce del tuo Santo Spirito, e fidando nella materna intercessione di Maria, Ti invochiamo ardentemente: manda alla tua Chiesa sacerdoti, che siano coraggiosi testimoni della tua infinita bontà. Amen! (San Giovanni Paolo II papa, 1° Ottobre 1998)
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