Salvatore La Porta Elogio della rabbia - Perché dovremmo incazzarci di più e meglio - Il Saggiatore

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Salvatore La Porta Elogio della rabbia - Perché dovremmo incazzarci di più e meglio - Il Saggiatore
Salvatore La Porta
                                                   Elogio della rabbia
                                                   Perché dovremmo incazzarci
                                                   di più e meglio
                                                   Viviamo tempi bui. Da sempre. Invidia, rancore, oppressio-
                                                   ne e gelosia assorbono le nostre energie come una spugna,
                                                   lasciandoci esausti e rassegnati davanti ai nostri infiniti falli-
                                                   menti. Un lavoro che non ci soddisfa e il nostro capo che non
                                                   la smette di umiliarci. L’amore che ci piega con le sue malsane
                                                   incomprensioni, spingendoci a immaginare mille amanti. Nel
                                                   frattempo, il telegiornale ci sbatte in faccia vittime e morti
                                                   di guerre che non capiamo e i partiti politici si fanno for-
                                                   za sparando proiettili di odio verso il nemico, l’intruso, lo
                                                   straniero. Basta galleggiare per qualche secondo nell’abisso
                                                   di Facebook, scansando momentaneamente le foto di gat-
                                                   tini, per rendersi conto di quanto il mondo sia violento: i
                                                   commenti sotto i post sono un tripudio di offese e auguri
                                                   di morte, di razzismo e sessismo; legioni di annoiati e troll
     In libreria dal 6 giugno                      si compattano, fanno gruppo per spruzzare sugli altri tutta la
                                                   loro anonima bile.
                                                   Eppure non dovrebbe essere così, la rabbia. Questo sentimen-
€ 16,00 | pp. 150                                  to luminoso, carico di coraggio, di speranza, che ha permesso
                                                   a popoli oppressi di conquistare la libertà, a uomini e donne
                                                   cresciuti ai margini del mondo di diventare santi, artisti, presi-
Salvatore La Porta è scrittore e editore. Con il   denti, e a migliaia di volenterosi di dare voce, ogni giorno, alla
Saggiatore ha pubblicato Less is more (2018).      loro protesta d’amore.
                                                   Elogio della rabbia è un manifesto audace: un invito a scrol-
                                                   larci di dosso la catasta di preoccupazioni, ossessioni e isterie
                                                   che bruciano le nostre vite; ad abbandonare quel bisogno di
                                                   controllo che esercitiamo verso tutto e tutti – i nostri figli, la
                                                   nostra poltrona, il telefono della persona che amiamo –; e, in-
                                                   fine, a trasformare quell’energia repressa in un’arma per difen-
                                                   dere e riconquistare il futuro. All’insegna della giustizia, però,
                                                   e non del sopruso. In un coro umano che non si faccia con-
                                                   fondere da un esercito improvvisato di solitudini avvelenate.
Salvatore La Porta Elogio della rabbia - Perché dovremmo incazzarci di più e meglio - Il Saggiatore
John Berger
                                                    Paesaggi
                                                    Paesaggi è la naturale prosecuzione di Ritratti. È la più com-
                                                    pleta raccolta degli scritti di Berger dedicati all’arte, alla let-
                                                    teratura e al proprio tempo, un’osservazione tenace di vasti
                                                    panorami popolati da figure umane, in attesa che dal loro
                                                    groviglio si organizzino le mappe del nostro tempo. Dap-
                                                    prima tratta soprattutto di paesaggi teorici, in cui Berger in-
                                                    contra gli scrittori e gli artisti che più hanno influenzato il
                                                    suo pensiero, poi passa all’esplorazione – a volte reale, sem-
                                                    pre letteraria – di paesaggi fisici, fino al fluido mercato del
                                                    mondo odierno, in cui ognuno è un consumatore perduto
                                                    in una geografia assente. Raccontando questi luoghi, Berger
                                                    racconta allo stesso tempo se stesso, il suo modo tenero, ar-
                                                    dente e combattivo di cercare uno spazio da condividere e
                                                    smarrirsi nello sguardo. Ogni paesaggio parla per lui di «ri-
                                                    schio e avventura». Il rischio è quello di un pensiero sempre
                                                    pronto a farsi mettere a repentaglio da un’opera perturbante
                                                    o un fatto inatteso. L’avventura è data da una scrittura ani-
     In libreria dal 6 giugno                       mata dall’impegno e dalla fede nell’ambiguità dell’esperien-
                                                    za, che si pone sempre, qualsiasi cosa scelga di raccontare,
                                                    sul limite sottile del mistero.
€ 39,00 | pp. 288
                                                                   DALLA POSTFAZIONE DI MARIA NADOTTI
A cura di Tom Overton
                                                    Difficile ingabbiare il pensiero e i saperi di Berger, la coerente mu-
Edizione italiana e traduzione a cura               tevolezza della sua appassionata visione del mondo, in un volume
di Maria Nadotti                                    che ne ricostruisca in modo esauriente il percorso teorico. Ogni vol-
                                                    ta che si tenta di dare un ordine – cronologico, tematico, disciplina-
                                                    re – alla miniera di scritti che questo rinascimentale uomo contem-
John Berger (1926-2017) è stato giornalista,        poraneo ha lasciato dietro di sé si finisce per sentirsi allegramente
pittore e scrittore. Con il romanzo G. (Neri Poz-   impotenti, stupiti dall’imprendibilità o irriducibilità del suo discorso.
za) ha vinto il Booker Prize nel 1972. Il Saggia-   Basta combinare in modo diverso i suoi scritti, accostarne uno a que-
tore ha pubblicato Questione di sguardi (2015),     sto piuttosto che a quello, e ne salta fuori un ragionamento diverso,
Perché guardiamo gli animali? (2016), Smoke         aperto, coerente e tuttavia inaspettato. Del resto il suo non è stato
(2016), Sul guardare (2017), Sul disegnare (2017)   forse, e innanzitutto, il lavoro di un grande sperimentatore nel dupli-
e Ritratti (2018).                                  ce senso di “chi fa esperimenti” e di “chi ama fare esperienze nuove”?
                                                    Credo che nessuno studioso della sua opera riuscirà a venirne vera-
                                                    mente a capo e che tutti continueremo a cercare fili, rinvii, risonanze,
                                                    a tracciare percorsi soggettivi, disegnare mappe personali, trovare ri-
                                                    sposte mai definitive ai nostri altrettanto mutevoli interrogativi.
Salvatore La Porta Elogio della rabbia - Perché dovremmo incazzarci di più e meglio - Il Saggiatore
Franzobel
                                                       La zattera della Medusa
                                                       18 luglio 1816, le tenebre ricoprono l’abisso e il diavo-
                                                       lo aleggia sulle acque. Nel mare al largo della Mauritania
                                                       il brigantino Argus avvista tra i flutti un relitto alla deriva.
                                                       Ciò che appare, avvicinandosi, è una visione demoniaca che
                                                       mozza il fiato ai marinai: aggrappati a quelle assi di legno,
                                                       ammassati gli uni sugli altri, ci sono i corpi sfiniti e consun-
                                                       ti di quindici uomini, da tredici giorni ostaggio delle onde,
                                                       della fame e della sete. Sono gli unici sopravvissuti tra i 147
                                                       a bordo della zattera allestita dopo che la nave francese Me-
                                                       dusa si è arenata nelle sabbie africane d’Arguin.
                                                       Subito la notizia percorre il regno di Luigi xviii, circondata
                                                       dalle domande e dai sospetti: cosa è potuto mai accadere?
                                                       Come hanno fatto a resistere in quelle condizioni? Cosa ne
                                                       è stato degli altri? Ma mentre i superstiti raggiungono Pari-
                                                       gi, e i primi scandalosi brandelli della loro storia rimbalza-
                                                       no sui giornali, appare chiaro come certe verità, nella loro
                                                       tragedia eterna e senza scampo, non possano trovare posto
     In libreria dal 6 giugno                          nel mondo dei vivi.
                                                       La zattera della Medusa è un angosciante viaggio attraverso
                                                       un inferno di soprusi, violenza e cannibalismo. Tra sadici
€ 25,00 | pp. 552                                      marinai senza morale, perversi cuochi di bordo, mostruosi
                                                       giganti asiatici dalla forza sovraumana e vanitosi ufficiali,
Traduzione di Silvia Verdiani                          incapaci di governare altro se non la frusta, Franzobel intes-
                                                       se un’appassionante narrazione storica attorno a una delle
Franzobel è lo pseudonimo dello scrittore au-          vicende più inquietanti della Francia moderna. Il suo è un
striaco Franz Stefan Griebl. Autore di romanzi,        romanzo ambizioso, che riesce a ridare voce ai lamenti di
poesie e testi teatrali, tra le sue numerose ope-      sommersi e salvati i cui nomi si sono inabissati nel gorgo
re ricordiamo Die Krautflut (1995, premio Inge-        del tempo. Una lugubre ballata del mare, che rivela ancora
borg Bachmann), Scala Santa (2000) e Lusthaus          una volta con quale ferocia la natura possa violentare la car-
(2002). La zattera della Medusa è stato finalista al
Deutscher Buchpreis 2017.
                                                       ne lungo i solchi tracciati dalla disperazione.
Salvatore La Porta Elogio della rabbia - Perché dovremmo incazzarci di più e meglio - Il Saggiatore
Edoardo Boncinelli
                                                       Il male
                                                       Storia naturale e sociale della sofferenza
                                                       Da millenni proviamo a dire, in infiniti modi, che cos’è il
                                                       male. A ogni violenza subita, per ogni sopruso, invochiamo
                                                       questo nome arcaico. Lo assegniamo ai nostri piccoli tor-
                                                       menti quotidiani e ai grandi desideri inappagati, alle inquie-
                                                       tudini e ai disagi, all’infelicità e all’ingiustizia che da sempre
                                                       ci pare governare il mondo. Alla morte, persino: il male più
                                                       temibile di tutti. Comunque sia, ciò che è «male» per noi
                                                       non dovrebbe esistere affatto. Vorremmo allontanarlo, scan-
                                                       sarlo, cacciarlo via per sempre dalla nostra vita.
                                                       Ma che cos’è davvero il male?
                                                       Il grande scienziato Edoardo Boncinelli tenta di dare una
                                                       risposta analizzando le particelle elementari che compon-
                                                       gono questa contradditoria entità, con tutti gli strumenti
                                                       che la scienza e la filosofia mettono a nostra disposizione.
                                                       Ci racconta la biologia del male, come nascono il dolore
    In libreria dal 13 giugno                          psicologico e quello fisico, e la sua fisiologia, che si traduce
                                                       nella malattia e nella morte. Affronta il crimine, il male dal
                                                       punto di vista etico e ci descrive come produttori di soffe-
                                                       renza, capaci di mentire e perfino di uccidere i nostri simili.
€ 19,00 | pp. 296                                      Si spinge ai confini del pensiero per sondare l’oscurità che si
                                                       annida nella nostra stessa coscienza; per farci riflettere sulla
Edoardo Boncinelli è il più importante gene-           nostra doppia natura di esseri sospesi tra istinto e ragione,
tista italiano. Per più di vent’anni ha svolto at-     tra necessità e libertà, insieme carnefici e vittime di un do-
tività di ricerca presso l’Istituto di genetica e      lore cui nulla e nessuno può sottrarsi.
biofisica del cnr di Napoli. È stato direttore del     Il male di Boncinelli è una lettura affascinante e alla porta-
Laboratorio di biologia molecolare dello svi-          ta di tutti. Un’opera fondamentale per scoprire davvero chi
luppo presso l’Università San Raffaele, direttore
                                                       siamo, e per renderci conto della nostra complessità, irridu-
della sissa di Trieste e direttore di ricerca presso
il Centro per lo studio della farmacologia cellu-      cibile alle categorie con cui di solito decidiamo cosa è buo-
lare e molecolare del cnr di Milano. Per il Sag-       no e cosa, invece, ci sembra malvagio.
giatore ha pubblicato, con Antonio Ereditato, Il
cosmo della mente (2018).                                                                                 DAL LIBRO
                                                       Perché esiste il male o, come si scrive spesso, il Male, con l’i-
                                                       niziale maiuscola? Da dove deriva? E non c’è modo di scan-
                                                       sarne gli effetti o di eliminarlo dal mondo?
Salvatore La Porta Elogio della rabbia - Perché dovremmo incazzarci di più e meglio - Il Saggiatore
Lettere della famiglia Mozart
                                                    Volume II
                                                    I viaggi in Italia
                                                    Due uomini in carrozza, una mattina d’inverno. Sono pa-
                                                    dre e figlio, hanno cinquanta e quattordici anni. Leopold
                                                    Mozart, musicista colto e di talento, ha deciso che è venuto
                                                    il momento di andare in Italia, di esporre il giovane Wolf-
                                                    gang alla musica, alla cultura, alla vita teatrale del paese che
                                                    detiene il formidabile segreto della «bella melodia» e del-
                                                    la «bella voce». Ci torneranno per tre volte in tre anni, fra
                                                    1769 e il 1773, suoneranno in tutta la penisola e Wolfgang
                                                    comporrà due opere e una serenata – Mitridate, re di Ponto,
                                                    Lucio Silla e Ascanio in Alba – per il Regio Ducal Teatro di
                                                    Milano; ogni volta rientreranno a Salisburgo con i bagagli
                                                    carichi di souvenir. Soprattutto, rientreranno dopo aver in-
                                                    contrato papi e sovrani, visitato chiese, scavi archeologici,
                                                    conventi e regge, dormito in locande malfamate e «bei pa-
                                                    lazzi», assaggiato le angurie a Napoli e partecipato ai balli
                                                    in maschera a Venezia, comprato abiti di stoffe pregiate e
    In libreria dal 13 giugno                       incisioni suggestive, ascoltato opere e concerti alla ricerca
                                                    del segreto della «bella maniera».
                                                    I viaggi in Italia raccoglie le lettere che Leopold e Wolfgang
€ 45,00 | pp. 408                                   hanno inviato durante quei viaggi ad Anna Maria e Nan-
                                                    nerl, moglie e figlia, madre e sorella amatissime: un cen-
A cura di Cliff Eisen
                                                    tinaio di missive, scritte quotidianamente con affetto e di-
Traduzione di Elli Stern                            sciplina, intelligenza e divertimento, per raccontare a chi è
e di Patrizia Rebulla                               rimasto a casa la lunga avventura alla scoperta dell’Italia.
                                                    I viaggi in Italia fa parte delle Lettere della famiglia Mozart,
Wolfgang Amadeus Mozart è nato a Salisbur-
                                                    l’opera in più volumi con cui il Saggiatore offre l’edizione
go nel 1756 e morto a Vienna nel 1791.              integrale della corrispondenza mozartiana, nella traduzio-
                                                    ne di Elli Stern e di Patrizia Rebulla e nella curatela di Cliff
Leopold Mozart (Augusta, 1719 - Salisburgo,
                                                    Eisen: un epistolario fra i più ricchi del mondo musicale;
1787), violinista, compositore e didatta, è stato   una testimonianza significativa della cultura europea di fine
il padre di Wolfgang Amadeus Mozart.                Settecento; l’immersione nel genio di Wolfgang Amadeus
                                                    Mozart.
Salvatore La Porta Elogio della rabbia - Perché dovremmo incazzarci di più e meglio - Il Saggiatore
Alessandro Vespignani
                                                     con Rosita Rijtano
                                                     L'algoritmo e l'oracolo
                                                     Come la scienza predice il futuro
                                                     e ci aiuta a cambiarlo
                                                     Nell’agosto 2014 Alessandro Vespignani riceve una chiama-
                                                     ta: un’epidemia senza precedenti sta distruggendo la Gui-
                                                     nea, presto contagerà il mondo. Il nome del virus è noto a
                                                     tutti: Ebola. Vespignani e il suo team, grazie ad algoritmi
                                                     e simulazioni, riescono a prevedere la diffusione del virus
                                                     con mesi di anticipo.
                                                     Predire il futuro è la nostra ossessione sin dall’alba dei tem-
                                                     pi, e ancora oggi non riusciamo a fare a meno della divi-
                                                     nazione: sapere a che ora sorge il sole o quando ci sarà la
                                                     prossima eclissi mitiga il nostro senso di spaesamento
                                                     nell’universo. Cosa accadrebbe se fosse possibile prevedere
                                                     con anticipo non solo fenomeni come quelli meteorologici,
    In libreria dal 13 giugno                        ma tutta la nostra vita? Togliamo il se: i nuovi indovini ar-
                                                     tificiali lo stanno già facendo. Vespignani – uno dei più im-
                                                     portanti scienziati della predizione al mondo – non si affida
                                                     ai segni della natura, bensì a quelli matematici della datifi-
€ 20,00 | pp. 250                                    cazione. E a fornirglieli siamo proprio noi. Le nostre tracce
                                                     sono ovunque. I pagamenti che eseguiamo con il bancomat
Alessandro Vespignani è professore di Fisica         dicono cosa possiamo permetterci e cosa ci piace, il gps sul-
e Informatica alla Northeastern University di        lo smartphone registra tutti i nostri spostamenti, l’algorit-
Boston, dove dirige anche il Network Science         mo di Facebook impara i nostri gusti, fino a sapere cosa
Institute. È fellow dell’American Physical Socie-    abbiamo intenzione di votare alle prossime elezioni. Tut-
ty, dell’Institute for Quantitative Social Science   ti questi dati che seminiamo sono il punto di partenza cui
alla Harvard University e membro dell’Acade-         attingere per simulare e anticipare il futuro. Una sfida che
mia Europaea. Grazie ai suoi numerosi lavori nel
campo delle predizioni scientifiche e della teo-
                                                     non si esaurisce nella predizione delle attività quotidiane,
ria delle reti è considerato uno degli scienziati    ma che mira a utilizzarle per profetizzare fenomeni mol-
più quotati e riconosciuti al mondo.                 to più grandi: pandemie, guerre, crolli economici e politici,
                                                     disastri naturali. L’algoritmo e l’oracolo non racconta come
                                                     tutto ciò potrà accadere un giorno; racconta come, senza
                                                     che ce ne accorgiamo, stia già accadendo.
Salvatore La Porta Elogio della rabbia - Perché dovremmo incazzarci di più e meglio - Il Saggiatore
Susan Harlan
                                                    Fare i bagagli
                                                    Un viaggio pratico e filosofico
                                                    C’è chi prepara ogni valigia compilando meticolose liste per
                                                    essere sicuro di non dimenticarsi nulla. C’è chi ci infila ro-
                                                    ba alla rinfusa all’ultimo minuto. C’è il viaggiatore zaino in
                                                    spalla, e chi compra un bauletto Vuitton pure per il cagnoli-
                                                    no. E poi ci sono le interminabili attese al nastro trasporta-
                                                    tore dell’aeroporto d’arrivo, l’ansia che lei si sia smarrita con
                                                    tutto quello che ci serviva per il viaggio o tutto quello che dal
                                                    viaggio volevamo riportare a casa. All’andata trasportiamo
                                                    noi stessi in un altro mondo. Al ritorno misuriamo la distan-
                                                    za oggettuale tra il noi che partiva e il noi che rientra.
                                                    Fare i bagagli racconta la relazione lunga e complicata tra le
                                                    valigie e la nostra identità. Susan Harlan intreccia storia del
                                                    costume e letteratura, cinema e memoir, arte e poesia dei
                                                    luoghi. Evoca l’orrore esternato nell’Enrico V di Shakespe-
                                                    are davanti alla perdita di bauli e salmerie. Spiega perché
    In libreria dal 20 giugno                       alle donne dovrebbe piacere molto la magica borsa di Mary
                                                    Poppins. Mostra le sfumature della femminilità incarnate
                                                    dalle it-bag di Hermès. Rivela il rapporto tra Samsonite, il
                                                    secondo dopoguerra e un tale che si era messo in testa di
€ 15,00 | pp. 168                                   girare l’Europa spendendo solo 5 dollari al giorno. E illustra
Traduzione di Alessio Pugliese                      come fare bene le valigie: perché con un bagaglio ben fatto
                                                    sei pronto per qualsiasi destinazione.
Susan Harlan è professore di Inglese alla Wa-                                               DALL'INTRODUZIONE
ke Forest University. Ha pubblicato Memories of
War in Early Modern England (2016) e Decorating
a Room of One’s Own (2018, illustrazioni di Becca
                                                    Questo libro parla di cosa portiamo con noi quando viaggiamo,
Stadtlander).                                       dei bagagli e del loro contenuto. La storia dei bagagli è la storia
                                                    dei viaggi: come, dove e perché abbiamo viaggiato, cosa abbia-
                                                    mo messo in valigia. Pensare a un viaggio senza pensare al ba-
                                                    gaglio è impossibile. Paul Fussell spiega che «il mondo del viag-
                                                    giatore non è un mondo come gli altri, poiché un viaggio, anche
                                                    il più banale, è un’implicita ricerca di anomalia». Tutti i viaggi ci
                                                    portano in uno spazio diverso dal quotidiano, in senso letterale e
                                                    figurato. Per dirla con Fussell, l’avventura è senza dubbio un mo-
                                                    do di viaggiare, o di pensare al viaggio.
Salvatore La Porta Elogio della rabbia - Perché dovremmo incazzarci di più e meglio - Il Saggiatore
Olivia Laing
                                                     Viaggio a Echo Spring
                                                     Storie di scrittori e alcolismo
                                                     Dopo il successo di Città sola, in Viaggio a Echo Spring Oli-
                                                     via Laing, una delle autrici più originali del panorama in-
                                                     ternazionale contemporaneo, esamina i collegamenti tra la
                                                     creatività e l’alcolismo nel lavoro e nelle vite di sei uomini
                                                     straordinari: F. Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway, Ten-
                                                     nessee Williams, John Berryman, John Cheever, e Raymond
                                                     Carver. Tutti questi uomini furono alcolisti, e il soggetto del
                                                     bere si affaccia in alcuni dei loro lavori migliori, da La gatta
                                                     sul tetto che scotta a Festa mobile. Spesso, sono stati com-
                                                     pagni di bevute: Hemingway e Fitzgerald rimbalzando tra
                                                     i caffè di Parigi negli anni Venti; Carver e Cheever affret-
                                                     tandosi nei negozi di liquori dello Iowa nel gelido inverno
                                                     del 1973. La stessa Olivia Laing è cresciuta in una famiglia
                                                     di alcolisti. Una primavera, volendo dare un senso a questo
                                                     feroce disagio, ha intrapreso un viaggio attraverso l’America
    In libreria dal 20 giugno                        che l’ha portata dritta al cuore di queste vite sovrapposte.
                                                     Viaggiando dalla New York di Cheever alla New Orleans di
                                                     Williams, dalle Key West di Hemingway alla Port Angeles
                                                     di Carver, l’autrice ha messo insieme una mappa topografi-
€ 24,00 | pp. 320                                    ca dell’alcolismo, dagli orrori della dipendenza alle incredi-
Traduzione di Francesca Mastruzzo                    bili possibilità di ripresa.
e Alessio Pugliese                                   Come in Città sola, Oliva Laing ha la capacità di fondere
                                                     in un saggio narrativo stratificato, fluido e complesso espe-
                                                     rienza personale, biografie documentate di artisti e rifles-
Olivia Laing è una scrittrice e critica letteraria
                                                     sioni. Affascinante e originale, Viaggio a Echo Spring spaz-
inglese. Collabora con il Guardian, il New State-
sman e Frieze ed è stata responsabile della se-
                                                     za via il mito dello scrittore alcolista per rivelare il terribile
zione «Libri» dell’Observer. Il Saggiatore ha pub-   prezzo che la creatività può esigere.
blicato nel 2018 Città sola, che è stato un best
seller internazionale.
Salvatore La Porta Elogio della rabbia - Perché dovremmo incazzarci di più e meglio - Il Saggiatore
Michael Haneke
                                                    Non ho niente
                                                    da nascondere
                                                    Interviste sul cinema e sulla vita
                                                    Il pluripremiato regista austriaco Michael Haneke, uno dei
                                                    registi e sceneggiatori più originali degli ultimi trent’anni,
                                                    non ha bisogno di presentazioni. Nel corso della sua carrie-
                                                    ra ha diretto film indimenticabili: Il nastro bianco, La pia-
                                                    nista, Funny Games, Niente da nascondere, Amour e Happy
                                                    End sono capolavori perturbanti e indimenticabili.
                                                    Non ho niente da nascondere è il suo più fedele e intimo
                                                    autoritratto: solitamente laconico fino all’estremo, Haneke
                                                    sceglie per la prima volta di raccontarsi in una lunga inter-
                                                    vista che ripercorre tutta la sua esistenza e la sua carriera,
                                                    dall’adolescenza nella periferica Wiener Neustadt alla tor-
                                                    mentata vocazione religiosa, dai complessi rapporti con at-
                                                    trici e attori all’accurata scelta delle musiche, dai primi la-
                                                    vori per la televisione austriaca a Happy End, passando per
    In libreria dal 20 giugno                       i premi a Cannes e per l’Oscar ricevuto con Amour. Haneke
                                                    racconta la sua vita con una franchezza violenta, svelando i
                                                    segreti di una consapevole e ostinata ricerca di verità sugli
€ 32,00 | pp. 420                                   uomini attraverso l’artificio di immagini e suoni.
A cura di Michel Cieutat
                                                           «L’arte per me non è una fuga dalla realtà.
e Philippe Rouyer
                                                                        Anzi, è il contrario.
Traduzione di Massimiliano Matteri                        Con l’arte raggiungi una ricchezza espressiva
                                                              che ti permette di andare oltre la vita
Michael Haneke è un regista e sceneggiatore
                                                                e dirigerti nell’occhio del ciclone.
austriaco. Le sue opere hanno ricevuto nume-                Finché sei nel ciclone non si vede nulla,
rosi premi, tra cui la Palma d’oro a Cannes con               ma non appena ne raggiungi l’occhio
Il nastro bianco (2009) e Amour (2012), vincitore              tutto diventa calmo e forse chiaro.»
anche dell’Oscar per il miglior film straniero.                          Michael Haneke
Salvatore La Porta Elogio della rabbia - Perché dovremmo incazzarci di più e meglio - Il Saggiatore
Nicholas Fox Weber
                                                     Bauhaus
                                                     Sei maestri del Modernismo
                                                     Nicholas Fox Weber è stato per trentaquattro anni a capo
                                                     dell’Albers Foundation e ha trascorso un lungo periodo ac-
                                                     canto a Anni e Josef Albers, con i quali ha condiviso storie e
                                                     aneddoti, retroscena e curiosità sul Bauhaus, la scuola di de-
                                                     sign più celebre e innovativa al mondo. Walter Gropius, Paul
                                                     Klee, Vassilij Kandinskij, Ludwig Mies van der Rohe, e una
                                                     lunga serie di altri personaggi straordinari e finora ignorati:
                                                     in questa biografia di gruppo, si fa la conoscenza dei prota-
                                                     gonisti che hanno reso grande la scuola di Weimar, Dessau e
                                                     Berlino, dagli anni venti ai primi anni trenta del secolo scor-
                                                     so. Catturandone lo spirito e l’essenza, Weber racconta una
                                                     grande rivoluzione nel mondo dell’arte e dell’architettura.

                                                                                                       DAL LIBRO
                                                     A ventiquattro anni, assorbivo le esperienze del passa-
    In libreria dal 27 giugno                        to di Anni come se appartenessero a me, ed ero incanta-
                                                     to dalla ardente devozione che lei e Josef mostravano ver-
                                                     so l’arte e dal modo in cui, grazie al loro lavoro creativo,
€ 40,00 | pp. 700
                                                     riuscivano a sopportare qualsiasi cosa. Ora, nell’auto fer-
                                                     ma sotto il ponte, la donna che era diventata direttrice
Traduzione di Teresa Albanese                        dei laboratori di tessitura del Bauhaus mi assicurò che era
e Stefania Perosin                                   valsa la pena di affrontare il viaggio per l’emozione di su-
                                                     pervisionare la stampa delle sue ultime opere, e l’impor-
Nicholas Fox Weber gestisce la Josef and Anni        tanza di essere presente e valutare le impostazioni mecca-
Albers Foundation, scrive libri e saggi e dirige     niche che intensificavano la tonalità dell’inchiostro grigio.
un’organizzazione no profit da lui fondata, per      Anni si girò e mi disse, con un sorriso: «Meriti una ricompensa.
fornire assistenza medica e istruzione in Senegal.   So che è da tempo che vuoi sentir parlare di Paul Klee». Fin dal
                                                     nostro primo incontro, l’avevo tempestata di domande ogni
         NICHOLAS FOX WEBER                          volta che lei o Josef nominavano Klee, Kandinskij o altri colle-
            in tour a ottobre                        ghi. Entrambi gli Albers, tuttavia, erano così concentrati sulla
              10.10 Ravenna                          loro opera attuale e così poco inclini alla nostalgia che non
               14.10 Milano                          ero riuscito a estorcere più di qualche commento sbrigativo.
               16.10 Firenze                         «Ti dirò qualcosa che non ho mai raccontato a nessuno sul
          25.10 Ascona (Svizzera)                    suo cinquantesimo compleanno.»
Piero Camporesi
                                                      I balsami di Venere
                                                      L'erotismo in Europa dal Medioevo
                                                      al Settecento
                                                      Nella vecchia Europa, per spezzare la monotonia della vita
                                                      di tutti i giorni, ma anche per aumentare la forza del deside-
                                                      rio e l’energia, soprattutto virile, spesso si facevano coincide-
                                                      re sapienza dietetica e tecniche erotiche. I «balsami di Vene-
                                                      re» erano vigorose e stimolanti miscele a cui era affidato il
                                                      compito di risvegliare i sensi e incrementare gli appetiti della
                                                      carne, ma anche unguenti e inganni orditi per mantenere
                                                      più a lungo possibile la parvenza e il bagliore della giovinez-
                                                      za. «Deliri venerei e droghe carnali per uscire dal tempo del
                                                      quotidiano» riaffiorano fra queste pagine e precipitano in un
                                                      fiume di vivide immagini, con cui Camporesi ricostruisce
                                                      ancora una volta il passaggio dell’umanità dall’età moderna
                                                      a quella contemporanea.

    In libreria dal 27 giugno                                        DALLA PREFAZIONE DI ELISABETTA RASY
                                                      Nel percorso seguito da Camporesi la mutevole fiamma del
                                                      peccato arde, prima ancora che nelle alcove, nei più rassicu-
€ 22,00 | pp. 188                                     ranti e controllabili fornelli: nei paioli e nei camini di quella
Prefazione di Elisabetta Rasy                         sorta di fucine infernali che sono le antiche cucine, nel cui fu-
                                                      mo si mescolano sangue e farina, mani operose e frattaglie,
                                                      aromi e liquidi di spurgo, profumi e fetori o, in altri termini,
Piero Camporesi (1926-1997) è stato un filolo-        si celebrano nozze talvolta mistiche talvolta molto profane
go, storico e antropologo italiano. Ha insegna-       tra le interiora e l’esteriorità dell’homo faber, tra i corpi morti
to Letteratura italiana nella facoltà di Lettere
                                                      e decomposti degli animali e l’agilità del cuoco, tra il grovi-
dell’Università di Bologna. Tra i saggisti italiani
più conosciuti al mondo, i suoi libri sono stati      glio delle loro viscere inanimate e lo spirito vitale, aguzzo e
tradotti nei principali paesi europei, negli Stati    frenetico, di chi li manipola. Come sempre la strada che lo
Uniti, in Brasile e in Giappone.                      studioso percorre nei suoi saggi incrocia il continente som-
                                                      merso e emarginato di una trattatistica o di una letteratura
                                                      privata, come epistolari o memoriali, dove ribolle anche la
                                                      cucina della lingua: ricca, spregiudicata, dotta e turpe come
                                                      gli ingredienti culinari che enumera.
Nate Chinen
                                                    La musica del cambiamento
                                                    Jazz per il nuovo millennio
                                                    Il jazz è musica di rottura: delle convenzioni sociali, degli
                                                    stilemi di genere. Il jazz è la musica del cambiamento. Inaf-
                                                    ferrabile, il jazz continua a mutare, a evolversi: è argento vivo
                                                    che solo il più sopraffino dei critici musicali può sperare di
                                                    catturare. Nate Chinen, firma tra le più riconoscibili e amate
                                                    del New York Times, si prova nell’impresa di distillare il jazz
                                                    del nuovo millennio: il risultato è la testimonianza di un’arte
                                                    che non ha mai temuto di andare controcorrente, e che an-
                                                    che oggi, dopo più di un secolo di storia, continua a rivolu-
                                                    zionare i paradigmi della creazione musicale.
                                                    In queste pagine animate dai più importanti musicisti con-
                                                    temporanei – dai sassofonisti Steve Coleman e Kamasi Wa-
                                                    shington, passando per i pianisti Jason Moran e Vijay Iyer e
                                                    la cantante e bassista Esperanza Spalding –, Chinen svela le
                                                    nascoste sinergie fra il jazz contemporaneo e l’hip hop, da un
      In libreria dal 4 luglio                      lato, e l’R’n’B, dall’altro, mostrando come la nuova, proteifor-
                                                    me generazione di «grandi vecchi», Wayne Shorter e Henry
                                                    Threadgill, abbia contribuito a riplasmare l’estetica del jazz e
                                                    a ripensarne le fondamenta ideologiche, tecnologiche e teo-
€ 30,00 | pp. 272                                   riche. Di nome in nome, da innovazione a innovazione, Chi-
Prefazione di Ashley Kahn                           nen improvvisa come i migliori jazzisti, e costruisce un testo
Traduzione di Seba Pezzani                          vulcanico, ironico e affilato nei suoi giudizi critici.
                                                    Chi ama il jazz ritroverà molti dei nomi che già conosce,
                                                    ma le sorprese – a maggior ragione per chi vi si accosta per
Nate Chinen è un critico musicale americano.
                                                    la prima volta – sono molte: occorre avere a fianco un bloc-
Scrive per il New York Times e per Jazz Times. Ha
vinto undici volte il prestigioso Helen Dance-
                                                    co note per prendere appunti, perché – come avvisa Dwight
Robert Palmer Award for Excellence in Writing,      Garner dalle pagine del New York Times – non si può resi-
presentato dalla Jazz Journalists Association.      stere alla tentazione di compilare una playlist. E ascoltare,
                                                    lasciandosi guidare dalle parole di Nate Chinen.
Joan Didion
                                              A sud e a ovest
                                              Pagine da un diario
                                              Per tutta la vita Joan Didion ha riportato sui suoi quaderni
                                              una lunga serie di pensieri, dialoghi, osservazioni e riflessio-
                                              ni sul mondo.
                                              A sud e a ovest raccoglie in un unico volume, pubblicato
                                              per la prima volta in Italia, due esperienze straordinarie
                                              che hanno condotto l’autrice alla scoperta dell’America. Fra
                                              queste pagine ripercorriamo con lei la Louisiana, il Missis-
                                              sippi e l’Alabama – visitate durante un road trip con il ma-
                                              rito – e impariamo a conoscere San Francisco. Personaggi
                                              celebri e meno celebri, conversazioni spettacolari, motel e
                                              fattorie abbandonate, incontri incredibili, brunch e conven-
                                              tion, restituiscono con la consueta vividezza l’affresco più
                                              che mai attuale di un paese vivo e complesso, seppur dila-
                                              niato da ingiustizie e contraddizioni.

      In libreria dal 4 luglio                               DALLA PREFAZIONE DI NATHANIEL RICH
                                              A Sud e a Ovest è, per certi aspetti, il libro che rivela Didion
                                              più di ogni altro. Una simile affermazione può sembrare
€ 19,00 | pp. 96
                                              azzardata per un’autrice che ha scritto della propria gene-
                                              alogia, del proprio matrimonio, della propria salute, e, con
Prefazione di Nathaniel Rich                  sofferente candore, del proprio dolore. I lettori di Didion co-
Traduzione di Sara Sullam                     noscono i minimi dettagli della sua esistenza. Ma la scrittu-
                                              ra stessa – l’impassibilità maestosa della sua prosa, scritta
Joan Didion è una delle più celebri e amate   come da una grande distanza, una distanza quasi empirea,
scrittrici americane contemporanee.           nella quale l’esperienza personale trascende nella rivelazio-
                                              ne universale – è immacolata e intimidente quanto una por-
                                              cellana di Chelsea. E per la prima volta, con A Sud e a Ovest,
                                              riusciamo a lanciare un rapido sguardo dentro la fabbrica.
Ezra Pound
                                                Lettere a James Joyce

                                                La storia dell’amicizia interrotta tra Ezra Pound e James
                                                Joyce è anche la storia di un grande sodalizio intellettuale e
                                                umano, che ha contribuito a definire il panorama letterario
                                                del Novecento. Tra il 1913 e il 1920 Pound e Joyce intrapre-
                                                sero una fitta corrispondenza: in quel periodo – che vede
                                                Pound al lavoro come segretario di Yeats, e Joyce impegnato
                                                nella stesura dell’Ulisse – i due si scambiarono decine e deci-
                                                ne di lettere. Pound era impegnato a trovare editori per Joy-
                                                ce e a raccogliere denaro per lui, a difenderlo dalla censura,
                                                e a sostenerlo personalmente.
                                                Corredato da saggi critici e articoli su Joyce, Lettere a James
                                                Joyce raccoglie tutto questo materiale, e risulta così un vo-
                                                lume imprescindibile per comprendere il rapporto che ha
                                                legato due grandi protagonisti della letteratura moderna.

     In libreria dall’11 luglio                             DALLA PREFAZIONE DI ENRICO TERRINONI
                                                Se un redivivo Joyce avesse fatto una passeggiata, di re-
                                                cente, per le vie di Bologna, avrebbe sorriso come ho sor-
€ 42,00 | pp. 360
                                                riso io nel leggere una curiosa scritta su un muro, simile a
                                                quella del Libro di Daniele ma assai meno misterica: «+ CA-
A cura di Forrest Read                          SE – POUND». Non è difficile, infatti, immaginarci un Joy-
Prefazione di Enrico Terrinoni                  ce sempre sorridente quando si trattava di scherzare con i
Traduzione di Antonio Bibbò                     fantasmi dell’autoritarismo. Avrà sorriso, ne sono certo, an-
                                                che quando nel 1935 scrisse di suo pugno, e in italiano, le
Ezra Pound (1885-1972) è stato un poeta, sag-   seguenti parole: «Che i 17 diavoli si prendano Muscoloni e
gista e traduttore statunitense.                gli Alibiscindi! Perché non fanno Pound comandante in ca-
                                                po dei Bagonghi e non eleggono me Negus di Amblyopia?».
                                                Dovrà aver pensato, Joyce, che ribattezzare il duce Benito
                                                Muscoloni potesse essere un buon modo, forse l’unico, per
                                                sconfiggerlo davvero: con l’ironia, o meglio, con la parodia.
                                                E poi, il pensiero di Mussolini era anche un buon modo per
                                                ricordarsi dell’amico Pound.
Colette Beaune
                                                 Giovanna d'Arco
                                                 Una biografia
                                                 Giovanna d’Arco è considerata un’eroina, una giovane marti-
                                                 re coraggiosa, guerriera e santa, tuttora venerata in Francia e
                                                 nel mondo, anche dalla Chiesa. Nata in una povera famiglia
                                                 di contadini nel 1412, si sente chiamata da Dio a salvare la
                                                 Francia. In pochissimo tempo diventa comandante militare
                                                 dell’esercito di Carlo VII e guida i francesi alla vittoria, ma
                                                 viene poi tradita e venduta al nemico. Il suo triste destino è
                                                 ben noto: muore bruciata al rogo a soli ventidue anni.
                                                 Ripercorrendo la sua breve e straordinaria vita, Colette Be-
                                                 aune prende in considerazione la sua vicenda umana da di-
                                                 versi punti di vista: politico, religioso, femminista e sociale,
                                                 restituendo una biografia che getta una nuova luce su una
                                                 delle figure più misteriose e amate della storia.

                                                                                      DALL'INTRODUZIONE
     In libreria dall’11 luglio                  Ancora una Giovanna d’Arco. Devo forse giustificarmi in-
                                                 vocando un bisogno personale? In quanto esperta di storia
                                                 francese, e di quella femminile in particolare, ho natural-
                                                 mente incontrato a più riprese Giovanna, la cui figura mi ha
€ 35,00 | pp. 448
                                                 colpita e mi incuriosisce da tempo. Il mistero di Giovanna è
Traduzione di Valeria Lucia Gilli                tale anche per gli storici. Con quest’opera non intendo sve-
                                                 larlo del tutto ma tentare, invece, un approccio differente.
Colette Beaune storica medievale francese, in-
segna all’Università Paris Nanterre.
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