Salvatore La Porta Elogio della rabbia - Perché dovremmo incazzarci di più e meglio - Il Saggiatore
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Salvatore La Porta Elogio della rabbia Perché dovremmo incazzarci di più e meglio Viviamo tempi bui. Da sempre. Invidia, rancore, oppressio- ne e gelosia assorbono le nostre energie come una spugna, lasciandoci esausti e rassegnati davanti ai nostri infiniti falli- menti. Un lavoro che non ci soddisfa e il nostro capo che non la smette di umiliarci. L’amore che ci piega con le sue malsane incomprensioni, spingendoci a immaginare mille amanti. Nel frattempo, il telegiornale ci sbatte in faccia vittime e morti di guerre che non capiamo e i partiti politici si fanno for- za sparando proiettili di odio verso il nemico, l’intruso, lo straniero. Basta galleggiare per qualche secondo nell’abisso di Facebook, scansando momentaneamente le foto di gat- tini, per rendersi conto di quanto il mondo sia violento: i commenti sotto i post sono un tripudio di offese e auguri di morte, di razzismo e sessismo; legioni di annoiati e troll In libreria dal 6 giugno si compattano, fanno gruppo per spruzzare sugli altri tutta la loro anonima bile. Eppure non dovrebbe essere così, la rabbia. Questo sentimen- € 16,00 | pp. 150 to luminoso, carico di coraggio, di speranza, che ha permesso a popoli oppressi di conquistare la libertà, a uomini e donne cresciuti ai margini del mondo di diventare santi, artisti, presi- Salvatore La Porta è scrittore e editore. Con il denti, e a migliaia di volenterosi di dare voce, ogni giorno, alla Saggiatore ha pubblicato Less is more (2018). loro protesta d’amore. Elogio della rabbia è un manifesto audace: un invito a scrol- larci di dosso la catasta di preoccupazioni, ossessioni e isterie che bruciano le nostre vite; ad abbandonare quel bisogno di controllo che esercitiamo verso tutto e tutti – i nostri figli, la nostra poltrona, il telefono della persona che amiamo –; e, in- fine, a trasformare quell’energia repressa in un’arma per difen- dere e riconquistare il futuro. All’insegna della giustizia, però, e non del sopruso. In un coro umano che non si faccia con- fondere da un esercito improvvisato di solitudini avvelenate.
John Berger Paesaggi Paesaggi è la naturale prosecuzione di Ritratti. È la più com- pleta raccolta degli scritti di Berger dedicati all’arte, alla let- teratura e al proprio tempo, un’osservazione tenace di vasti panorami popolati da figure umane, in attesa che dal loro groviglio si organizzino le mappe del nostro tempo. Dap- prima tratta soprattutto di paesaggi teorici, in cui Berger in- contra gli scrittori e gli artisti che più hanno influenzato il suo pensiero, poi passa all’esplorazione – a volte reale, sem- pre letteraria – di paesaggi fisici, fino al fluido mercato del mondo odierno, in cui ognuno è un consumatore perduto in una geografia assente. Raccontando questi luoghi, Berger racconta allo stesso tempo se stesso, il suo modo tenero, ar- dente e combattivo di cercare uno spazio da condividere e smarrirsi nello sguardo. Ogni paesaggio parla per lui di «ri- schio e avventura». Il rischio è quello di un pensiero sempre pronto a farsi mettere a repentaglio da un’opera perturbante o un fatto inatteso. L’avventura è data da una scrittura ani- In libreria dal 6 giugno mata dall’impegno e dalla fede nell’ambiguità dell’esperien- za, che si pone sempre, qualsiasi cosa scelga di raccontare, sul limite sottile del mistero. € 39,00 | pp. 288 DALLA POSTFAZIONE DI MARIA NADOTTI A cura di Tom Overton Difficile ingabbiare il pensiero e i saperi di Berger, la coerente mu- Edizione italiana e traduzione a cura tevolezza della sua appassionata visione del mondo, in un volume di Maria Nadotti che ne ricostruisca in modo esauriente il percorso teorico. Ogni vol- ta che si tenta di dare un ordine – cronologico, tematico, disciplina- re – alla miniera di scritti che questo rinascimentale uomo contem- John Berger (1926-2017) è stato giornalista, poraneo ha lasciato dietro di sé si finisce per sentirsi allegramente pittore e scrittore. Con il romanzo G. (Neri Poz- impotenti, stupiti dall’imprendibilità o irriducibilità del suo discorso. za) ha vinto il Booker Prize nel 1972. Il Saggia- Basta combinare in modo diverso i suoi scritti, accostarne uno a que- tore ha pubblicato Questione di sguardi (2015), sto piuttosto che a quello, e ne salta fuori un ragionamento diverso, Perché guardiamo gli animali? (2016), Smoke aperto, coerente e tuttavia inaspettato. Del resto il suo non è stato (2016), Sul guardare (2017), Sul disegnare (2017) forse, e innanzitutto, il lavoro di un grande sperimentatore nel dupli- e Ritratti (2018). ce senso di “chi fa esperimenti” e di “chi ama fare esperienze nuove”? Credo che nessuno studioso della sua opera riuscirà a venirne vera- mente a capo e che tutti continueremo a cercare fili, rinvii, risonanze, a tracciare percorsi soggettivi, disegnare mappe personali, trovare ri- sposte mai definitive ai nostri altrettanto mutevoli interrogativi.
Franzobel La zattera della Medusa 18 luglio 1816, le tenebre ricoprono l’abisso e il diavo- lo aleggia sulle acque. Nel mare al largo della Mauritania il brigantino Argus avvista tra i flutti un relitto alla deriva. Ciò che appare, avvicinandosi, è una visione demoniaca che mozza il fiato ai marinai: aggrappati a quelle assi di legno, ammassati gli uni sugli altri, ci sono i corpi sfiniti e consun- ti di quindici uomini, da tredici giorni ostaggio delle onde, della fame e della sete. Sono gli unici sopravvissuti tra i 147 a bordo della zattera allestita dopo che la nave francese Me- dusa si è arenata nelle sabbie africane d’Arguin. Subito la notizia percorre il regno di Luigi xviii, circondata dalle domande e dai sospetti: cosa è potuto mai accadere? Come hanno fatto a resistere in quelle condizioni? Cosa ne è stato degli altri? Ma mentre i superstiti raggiungono Pari- gi, e i primi scandalosi brandelli della loro storia rimbalza- no sui giornali, appare chiaro come certe verità, nella loro tragedia eterna e senza scampo, non possano trovare posto In libreria dal 6 giugno nel mondo dei vivi. La zattera della Medusa è un angosciante viaggio attraverso un inferno di soprusi, violenza e cannibalismo. Tra sadici € 25,00 | pp. 552 marinai senza morale, perversi cuochi di bordo, mostruosi giganti asiatici dalla forza sovraumana e vanitosi ufficiali, Traduzione di Silvia Verdiani incapaci di governare altro se non la frusta, Franzobel intes- se un’appassionante narrazione storica attorno a una delle Franzobel è lo pseudonimo dello scrittore au- vicende più inquietanti della Francia moderna. Il suo è un striaco Franz Stefan Griebl. Autore di romanzi, romanzo ambizioso, che riesce a ridare voce ai lamenti di poesie e testi teatrali, tra le sue numerose ope- sommersi e salvati i cui nomi si sono inabissati nel gorgo re ricordiamo Die Krautflut (1995, premio Inge- del tempo. Una lugubre ballata del mare, che rivela ancora borg Bachmann), Scala Santa (2000) e Lusthaus una volta con quale ferocia la natura possa violentare la car- (2002). La zattera della Medusa è stato finalista al Deutscher Buchpreis 2017. ne lungo i solchi tracciati dalla disperazione.
Edoardo Boncinelli Il male Storia naturale e sociale della sofferenza Da millenni proviamo a dire, in infiniti modi, che cos’è il male. A ogni violenza subita, per ogni sopruso, invochiamo questo nome arcaico. Lo assegniamo ai nostri piccoli tor- menti quotidiani e ai grandi desideri inappagati, alle inquie- tudini e ai disagi, all’infelicità e all’ingiustizia che da sempre ci pare governare il mondo. Alla morte, persino: il male più temibile di tutti. Comunque sia, ciò che è «male» per noi non dovrebbe esistere affatto. Vorremmo allontanarlo, scan- sarlo, cacciarlo via per sempre dalla nostra vita. Ma che cos’è davvero il male? Il grande scienziato Edoardo Boncinelli tenta di dare una risposta analizzando le particelle elementari che compon- gono questa contradditoria entità, con tutti gli strumenti che la scienza e la filosofia mettono a nostra disposizione. Ci racconta la biologia del male, come nascono il dolore In libreria dal 13 giugno psicologico e quello fisico, e la sua fisiologia, che si traduce nella malattia e nella morte. Affronta il crimine, il male dal punto di vista etico e ci descrive come produttori di soffe- renza, capaci di mentire e perfino di uccidere i nostri simili. € 19,00 | pp. 296 Si spinge ai confini del pensiero per sondare l’oscurità che si annida nella nostra stessa coscienza; per farci riflettere sulla Edoardo Boncinelli è il più importante gene- nostra doppia natura di esseri sospesi tra istinto e ragione, tista italiano. Per più di vent’anni ha svolto at- tra necessità e libertà, insieme carnefici e vittime di un do- tività di ricerca presso l’Istituto di genetica e lore cui nulla e nessuno può sottrarsi. biofisica del cnr di Napoli. È stato direttore del Il male di Boncinelli è una lettura affascinante e alla porta- Laboratorio di biologia molecolare dello svi- ta di tutti. Un’opera fondamentale per scoprire davvero chi luppo presso l’Università San Raffaele, direttore siamo, e per renderci conto della nostra complessità, irridu- della sissa di Trieste e direttore di ricerca presso il Centro per lo studio della farmacologia cellu- cibile alle categorie con cui di solito decidiamo cosa è buo- lare e molecolare del cnr di Milano. Per il Sag- no e cosa, invece, ci sembra malvagio. giatore ha pubblicato, con Antonio Ereditato, Il cosmo della mente (2018). DAL LIBRO Perché esiste il male o, come si scrive spesso, il Male, con l’i- niziale maiuscola? Da dove deriva? E non c’è modo di scan- sarne gli effetti o di eliminarlo dal mondo?
Lettere della famiglia Mozart Volume II I viaggi in Italia Due uomini in carrozza, una mattina d’inverno. Sono pa- dre e figlio, hanno cinquanta e quattordici anni. Leopold Mozart, musicista colto e di talento, ha deciso che è venuto il momento di andare in Italia, di esporre il giovane Wolf- gang alla musica, alla cultura, alla vita teatrale del paese che detiene il formidabile segreto della «bella melodia» e del- la «bella voce». Ci torneranno per tre volte in tre anni, fra 1769 e il 1773, suoneranno in tutta la penisola e Wolfgang comporrà due opere e una serenata – Mitridate, re di Ponto, Lucio Silla e Ascanio in Alba – per il Regio Ducal Teatro di Milano; ogni volta rientreranno a Salisburgo con i bagagli carichi di souvenir. Soprattutto, rientreranno dopo aver in- contrato papi e sovrani, visitato chiese, scavi archeologici, conventi e regge, dormito in locande malfamate e «bei pa- lazzi», assaggiato le angurie a Napoli e partecipato ai balli in maschera a Venezia, comprato abiti di stoffe pregiate e In libreria dal 13 giugno incisioni suggestive, ascoltato opere e concerti alla ricerca del segreto della «bella maniera». I viaggi in Italia raccoglie le lettere che Leopold e Wolfgang € 45,00 | pp. 408 hanno inviato durante quei viaggi ad Anna Maria e Nan- nerl, moglie e figlia, madre e sorella amatissime: un cen- A cura di Cliff Eisen tinaio di missive, scritte quotidianamente con affetto e di- Traduzione di Elli Stern sciplina, intelligenza e divertimento, per raccontare a chi è e di Patrizia Rebulla rimasto a casa la lunga avventura alla scoperta dell’Italia. I viaggi in Italia fa parte delle Lettere della famiglia Mozart, Wolfgang Amadeus Mozart è nato a Salisbur- l’opera in più volumi con cui il Saggiatore offre l’edizione go nel 1756 e morto a Vienna nel 1791. integrale della corrispondenza mozartiana, nella traduzio- ne di Elli Stern e di Patrizia Rebulla e nella curatela di Cliff Leopold Mozart (Augusta, 1719 - Salisburgo, Eisen: un epistolario fra i più ricchi del mondo musicale; 1787), violinista, compositore e didatta, è stato una testimonianza significativa della cultura europea di fine il padre di Wolfgang Amadeus Mozart. Settecento; l’immersione nel genio di Wolfgang Amadeus Mozart.
Alessandro Vespignani con Rosita Rijtano L'algoritmo e l'oracolo Come la scienza predice il futuro e ci aiuta a cambiarlo Nell’agosto 2014 Alessandro Vespignani riceve una chiama- ta: un’epidemia senza precedenti sta distruggendo la Gui- nea, presto contagerà il mondo. Il nome del virus è noto a tutti: Ebola. Vespignani e il suo team, grazie ad algoritmi e simulazioni, riescono a prevedere la diffusione del virus con mesi di anticipo. Predire il futuro è la nostra ossessione sin dall’alba dei tem- pi, e ancora oggi non riusciamo a fare a meno della divi- nazione: sapere a che ora sorge il sole o quando ci sarà la prossima eclissi mitiga il nostro senso di spaesamento nell’universo. Cosa accadrebbe se fosse possibile prevedere con anticipo non solo fenomeni come quelli meteorologici, In libreria dal 13 giugno ma tutta la nostra vita? Togliamo il se: i nuovi indovini ar- tificiali lo stanno già facendo. Vespignani – uno dei più im- portanti scienziati della predizione al mondo – non si affida ai segni della natura, bensì a quelli matematici della datifi- € 20,00 | pp. 250 cazione. E a fornirglieli siamo proprio noi. Le nostre tracce sono ovunque. I pagamenti che eseguiamo con il bancomat Alessandro Vespignani è professore di Fisica dicono cosa possiamo permetterci e cosa ci piace, il gps sul- e Informatica alla Northeastern University di lo smartphone registra tutti i nostri spostamenti, l’algorit- Boston, dove dirige anche il Network Science mo di Facebook impara i nostri gusti, fino a sapere cosa Institute. È fellow dell’American Physical Socie- abbiamo intenzione di votare alle prossime elezioni. Tut- ty, dell’Institute for Quantitative Social Science ti questi dati che seminiamo sono il punto di partenza cui alla Harvard University e membro dell’Acade- attingere per simulare e anticipare il futuro. Una sfida che mia Europaea. Grazie ai suoi numerosi lavori nel campo delle predizioni scientifiche e della teo- non si esaurisce nella predizione delle attività quotidiane, ria delle reti è considerato uno degli scienziati ma che mira a utilizzarle per profetizzare fenomeni mol- più quotati e riconosciuti al mondo. to più grandi: pandemie, guerre, crolli economici e politici, disastri naturali. L’algoritmo e l’oracolo non racconta come tutto ciò potrà accadere un giorno; racconta come, senza che ce ne accorgiamo, stia già accadendo.
Susan Harlan Fare i bagagli Un viaggio pratico e filosofico C’è chi prepara ogni valigia compilando meticolose liste per essere sicuro di non dimenticarsi nulla. C’è chi ci infila ro- ba alla rinfusa all’ultimo minuto. C’è il viaggiatore zaino in spalla, e chi compra un bauletto Vuitton pure per il cagnoli- no. E poi ci sono le interminabili attese al nastro trasporta- tore dell’aeroporto d’arrivo, l’ansia che lei si sia smarrita con tutto quello che ci serviva per il viaggio o tutto quello che dal viaggio volevamo riportare a casa. All’andata trasportiamo noi stessi in un altro mondo. Al ritorno misuriamo la distan- za oggettuale tra il noi che partiva e il noi che rientra. Fare i bagagli racconta la relazione lunga e complicata tra le valigie e la nostra identità. Susan Harlan intreccia storia del costume e letteratura, cinema e memoir, arte e poesia dei luoghi. Evoca l’orrore esternato nell’Enrico V di Shakespe- are davanti alla perdita di bauli e salmerie. Spiega perché In libreria dal 20 giugno alle donne dovrebbe piacere molto la magica borsa di Mary Poppins. Mostra le sfumature della femminilità incarnate dalle it-bag di Hermès. Rivela il rapporto tra Samsonite, il secondo dopoguerra e un tale che si era messo in testa di € 15,00 | pp. 168 girare l’Europa spendendo solo 5 dollari al giorno. E illustra Traduzione di Alessio Pugliese come fare bene le valigie: perché con un bagaglio ben fatto sei pronto per qualsiasi destinazione. Susan Harlan è professore di Inglese alla Wa- DALL'INTRODUZIONE ke Forest University. Ha pubblicato Memories of War in Early Modern England (2016) e Decorating a Room of One’s Own (2018, illustrazioni di Becca Questo libro parla di cosa portiamo con noi quando viaggiamo, Stadtlander). dei bagagli e del loro contenuto. La storia dei bagagli è la storia dei viaggi: come, dove e perché abbiamo viaggiato, cosa abbia- mo messo in valigia. Pensare a un viaggio senza pensare al ba- gaglio è impossibile. Paul Fussell spiega che «il mondo del viag- giatore non è un mondo come gli altri, poiché un viaggio, anche il più banale, è un’implicita ricerca di anomalia». Tutti i viaggi ci portano in uno spazio diverso dal quotidiano, in senso letterale e figurato. Per dirla con Fussell, l’avventura è senza dubbio un mo- do di viaggiare, o di pensare al viaggio.
Olivia Laing Viaggio a Echo Spring Storie di scrittori e alcolismo Dopo il successo di Città sola, in Viaggio a Echo Spring Oli- via Laing, una delle autrici più originali del panorama in- ternazionale contemporaneo, esamina i collegamenti tra la creatività e l’alcolismo nel lavoro e nelle vite di sei uomini straordinari: F. Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway, Ten- nessee Williams, John Berryman, John Cheever, e Raymond Carver. Tutti questi uomini furono alcolisti, e il soggetto del bere si affaccia in alcuni dei loro lavori migliori, da La gatta sul tetto che scotta a Festa mobile. Spesso, sono stati com- pagni di bevute: Hemingway e Fitzgerald rimbalzando tra i caffè di Parigi negli anni Venti; Carver e Cheever affret- tandosi nei negozi di liquori dello Iowa nel gelido inverno del 1973. La stessa Olivia Laing è cresciuta in una famiglia di alcolisti. Una primavera, volendo dare un senso a questo feroce disagio, ha intrapreso un viaggio attraverso l’America In libreria dal 20 giugno che l’ha portata dritta al cuore di queste vite sovrapposte. Viaggiando dalla New York di Cheever alla New Orleans di Williams, dalle Key West di Hemingway alla Port Angeles di Carver, l’autrice ha messo insieme una mappa topografi- € 24,00 | pp. 320 ca dell’alcolismo, dagli orrori della dipendenza alle incredi- Traduzione di Francesca Mastruzzo bili possibilità di ripresa. e Alessio Pugliese Come in Città sola, Oliva Laing ha la capacità di fondere in un saggio narrativo stratificato, fluido e complesso espe- rienza personale, biografie documentate di artisti e rifles- Olivia Laing è una scrittrice e critica letteraria sioni. Affascinante e originale, Viaggio a Echo Spring spaz- inglese. Collabora con il Guardian, il New State- sman e Frieze ed è stata responsabile della se- za via il mito dello scrittore alcolista per rivelare il terribile zione «Libri» dell’Observer. Il Saggiatore ha pub- prezzo che la creatività può esigere. blicato nel 2018 Città sola, che è stato un best seller internazionale.
Michael Haneke Non ho niente da nascondere Interviste sul cinema e sulla vita Il pluripremiato regista austriaco Michael Haneke, uno dei registi e sceneggiatori più originali degli ultimi trent’anni, non ha bisogno di presentazioni. Nel corso della sua carrie- ra ha diretto film indimenticabili: Il nastro bianco, La pia- nista, Funny Games, Niente da nascondere, Amour e Happy End sono capolavori perturbanti e indimenticabili. Non ho niente da nascondere è il suo più fedele e intimo autoritratto: solitamente laconico fino all’estremo, Haneke sceglie per la prima volta di raccontarsi in una lunga inter- vista che ripercorre tutta la sua esistenza e la sua carriera, dall’adolescenza nella periferica Wiener Neustadt alla tor- mentata vocazione religiosa, dai complessi rapporti con at- trici e attori all’accurata scelta delle musiche, dai primi la- vori per la televisione austriaca a Happy End, passando per In libreria dal 20 giugno i premi a Cannes e per l’Oscar ricevuto con Amour. Haneke racconta la sua vita con una franchezza violenta, svelando i segreti di una consapevole e ostinata ricerca di verità sugli € 32,00 | pp. 420 uomini attraverso l’artificio di immagini e suoni. A cura di Michel Cieutat «L’arte per me non è una fuga dalla realtà. e Philippe Rouyer Anzi, è il contrario. Traduzione di Massimiliano Matteri Con l’arte raggiungi una ricchezza espressiva che ti permette di andare oltre la vita Michael Haneke è un regista e sceneggiatore e dirigerti nell’occhio del ciclone. austriaco. Le sue opere hanno ricevuto nume- Finché sei nel ciclone non si vede nulla, rosi premi, tra cui la Palma d’oro a Cannes con ma non appena ne raggiungi l’occhio Il nastro bianco (2009) e Amour (2012), vincitore tutto diventa calmo e forse chiaro.» anche dell’Oscar per il miglior film straniero. Michael Haneke
Nicholas Fox Weber Bauhaus Sei maestri del Modernismo Nicholas Fox Weber è stato per trentaquattro anni a capo dell’Albers Foundation e ha trascorso un lungo periodo ac- canto a Anni e Josef Albers, con i quali ha condiviso storie e aneddoti, retroscena e curiosità sul Bauhaus, la scuola di de- sign più celebre e innovativa al mondo. Walter Gropius, Paul Klee, Vassilij Kandinskij, Ludwig Mies van der Rohe, e una lunga serie di altri personaggi straordinari e finora ignorati: in questa biografia di gruppo, si fa la conoscenza dei prota- gonisti che hanno reso grande la scuola di Weimar, Dessau e Berlino, dagli anni venti ai primi anni trenta del secolo scor- so. Catturandone lo spirito e l’essenza, Weber racconta una grande rivoluzione nel mondo dell’arte e dell’architettura. DAL LIBRO A ventiquattro anni, assorbivo le esperienze del passa- In libreria dal 27 giugno to di Anni come se appartenessero a me, ed ero incanta- to dalla ardente devozione che lei e Josef mostravano ver- so l’arte e dal modo in cui, grazie al loro lavoro creativo, € 40,00 | pp. 700 riuscivano a sopportare qualsiasi cosa. Ora, nell’auto fer- ma sotto il ponte, la donna che era diventata direttrice Traduzione di Teresa Albanese dei laboratori di tessitura del Bauhaus mi assicurò che era e Stefania Perosin valsa la pena di affrontare il viaggio per l’emozione di su- pervisionare la stampa delle sue ultime opere, e l’impor- Nicholas Fox Weber gestisce la Josef and Anni tanza di essere presente e valutare le impostazioni mecca- Albers Foundation, scrive libri e saggi e dirige niche che intensificavano la tonalità dell’inchiostro grigio. un’organizzazione no profit da lui fondata, per Anni si girò e mi disse, con un sorriso: «Meriti una ricompensa. fornire assistenza medica e istruzione in Senegal. So che è da tempo che vuoi sentir parlare di Paul Klee». Fin dal nostro primo incontro, l’avevo tempestata di domande ogni NICHOLAS FOX WEBER volta che lei o Josef nominavano Klee, Kandinskij o altri colle- in tour a ottobre ghi. Entrambi gli Albers, tuttavia, erano così concentrati sulla 10.10 Ravenna loro opera attuale e così poco inclini alla nostalgia che non 14.10 Milano ero riuscito a estorcere più di qualche commento sbrigativo. 16.10 Firenze «Ti dirò qualcosa che non ho mai raccontato a nessuno sul 25.10 Ascona (Svizzera) suo cinquantesimo compleanno.»
Piero Camporesi I balsami di Venere L'erotismo in Europa dal Medioevo al Settecento Nella vecchia Europa, per spezzare la monotonia della vita di tutti i giorni, ma anche per aumentare la forza del deside- rio e l’energia, soprattutto virile, spesso si facevano coincide- re sapienza dietetica e tecniche erotiche. I «balsami di Vene- re» erano vigorose e stimolanti miscele a cui era affidato il compito di risvegliare i sensi e incrementare gli appetiti della carne, ma anche unguenti e inganni orditi per mantenere più a lungo possibile la parvenza e il bagliore della giovinez- za. «Deliri venerei e droghe carnali per uscire dal tempo del quotidiano» riaffiorano fra queste pagine e precipitano in un fiume di vivide immagini, con cui Camporesi ricostruisce ancora una volta il passaggio dell’umanità dall’età moderna a quella contemporanea. In libreria dal 27 giugno DALLA PREFAZIONE DI ELISABETTA RASY Nel percorso seguito da Camporesi la mutevole fiamma del peccato arde, prima ancora che nelle alcove, nei più rassicu- € 22,00 | pp. 188 ranti e controllabili fornelli: nei paioli e nei camini di quella Prefazione di Elisabetta Rasy sorta di fucine infernali che sono le antiche cucine, nel cui fu- mo si mescolano sangue e farina, mani operose e frattaglie, aromi e liquidi di spurgo, profumi e fetori o, in altri termini, Piero Camporesi (1926-1997) è stato un filolo- si celebrano nozze talvolta mistiche talvolta molto profane go, storico e antropologo italiano. Ha insegna- tra le interiora e l’esteriorità dell’homo faber, tra i corpi morti to Letteratura italiana nella facoltà di Lettere e decomposti degli animali e l’agilità del cuoco, tra il grovi- dell’Università di Bologna. Tra i saggisti italiani più conosciuti al mondo, i suoi libri sono stati glio delle loro viscere inanimate e lo spirito vitale, aguzzo e tradotti nei principali paesi europei, negli Stati frenetico, di chi li manipola. Come sempre la strada che lo Uniti, in Brasile e in Giappone. studioso percorre nei suoi saggi incrocia il continente som- merso e emarginato di una trattatistica o di una letteratura privata, come epistolari o memoriali, dove ribolle anche la cucina della lingua: ricca, spregiudicata, dotta e turpe come gli ingredienti culinari che enumera.
Nate Chinen La musica del cambiamento Jazz per il nuovo millennio Il jazz è musica di rottura: delle convenzioni sociali, degli stilemi di genere. Il jazz è la musica del cambiamento. Inaf- ferrabile, il jazz continua a mutare, a evolversi: è argento vivo che solo il più sopraffino dei critici musicali può sperare di catturare. Nate Chinen, firma tra le più riconoscibili e amate del New York Times, si prova nell’impresa di distillare il jazz del nuovo millennio: il risultato è la testimonianza di un’arte che non ha mai temuto di andare controcorrente, e che an- che oggi, dopo più di un secolo di storia, continua a rivolu- zionare i paradigmi della creazione musicale. In queste pagine animate dai più importanti musicisti con- temporanei – dai sassofonisti Steve Coleman e Kamasi Wa- shington, passando per i pianisti Jason Moran e Vijay Iyer e la cantante e bassista Esperanza Spalding –, Chinen svela le nascoste sinergie fra il jazz contemporaneo e l’hip hop, da un In libreria dal 4 luglio lato, e l’R’n’B, dall’altro, mostrando come la nuova, proteifor- me generazione di «grandi vecchi», Wayne Shorter e Henry Threadgill, abbia contribuito a riplasmare l’estetica del jazz e a ripensarne le fondamenta ideologiche, tecnologiche e teo- € 30,00 | pp. 272 riche. Di nome in nome, da innovazione a innovazione, Chi- Prefazione di Ashley Kahn nen improvvisa come i migliori jazzisti, e costruisce un testo Traduzione di Seba Pezzani vulcanico, ironico e affilato nei suoi giudizi critici. Chi ama il jazz ritroverà molti dei nomi che già conosce, ma le sorprese – a maggior ragione per chi vi si accosta per Nate Chinen è un critico musicale americano. la prima volta – sono molte: occorre avere a fianco un bloc- Scrive per il New York Times e per Jazz Times. Ha vinto undici volte il prestigioso Helen Dance- co note per prendere appunti, perché – come avvisa Dwight Robert Palmer Award for Excellence in Writing, Garner dalle pagine del New York Times – non si può resi- presentato dalla Jazz Journalists Association. stere alla tentazione di compilare una playlist. E ascoltare, lasciandosi guidare dalle parole di Nate Chinen.
Joan Didion A sud e a ovest Pagine da un diario Per tutta la vita Joan Didion ha riportato sui suoi quaderni una lunga serie di pensieri, dialoghi, osservazioni e riflessio- ni sul mondo. A sud e a ovest raccoglie in un unico volume, pubblicato per la prima volta in Italia, due esperienze straordinarie che hanno condotto l’autrice alla scoperta dell’America. Fra queste pagine ripercorriamo con lei la Louisiana, il Missis- sippi e l’Alabama – visitate durante un road trip con il ma- rito – e impariamo a conoscere San Francisco. Personaggi celebri e meno celebri, conversazioni spettacolari, motel e fattorie abbandonate, incontri incredibili, brunch e conven- tion, restituiscono con la consueta vividezza l’affresco più che mai attuale di un paese vivo e complesso, seppur dila- niato da ingiustizie e contraddizioni. In libreria dal 4 luglio DALLA PREFAZIONE DI NATHANIEL RICH A Sud e a Ovest è, per certi aspetti, il libro che rivela Didion più di ogni altro. Una simile affermazione può sembrare € 19,00 | pp. 96 azzardata per un’autrice che ha scritto della propria gene- alogia, del proprio matrimonio, della propria salute, e, con Prefazione di Nathaniel Rich sofferente candore, del proprio dolore. I lettori di Didion co- Traduzione di Sara Sullam noscono i minimi dettagli della sua esistenza. Ma la scrittu- ra stessa – l’impassibilità maestosa della sua prosa, scritta Joan Didion è una delle più celebri e amate come da una grande distanza, una distanza quasi empirea, scrittrici americane contemporanee. nella quale l’esperienza personale trascende nella rivelazio- ne universale – è immacolata e intimidente quanto una por- cellana di Chelsea. E per la prima volta, con A Sud e a Ovest, riusciamo a lanciare un rapido sguardo dentro la fabbrica.
Ezra Pound Lettere a James Joyce La storia dell’amicizia interrotta tra Ezra Pound e James Joyce è anche la storia di un grande sodalizio intellettuale e umano, che ha contribuito a definire il panorama letterario del Novecento. Tra il 1913 e il 1920 Pound e Joyce intrapre- sero una fitta corrispondenza: in quel periodo – che vede Pound al lavoro come segretario di Yeats, e Joyce impegnato nella stesura dell’Ulisse – i due si scambiarono decine e deci- ne di lettere. Pound era impegnato a trovare editori per Joy- ce e a raccogliere denaro per lui, a difenderlo dalla censura, e a sostenerlo personalmente. Corredato da saggi critici e articoli su Joyce, Lettere a James Joyce raccoglie tutto questo materiale, e risulta così un vo- lume imprescindibile per comprendere il rapporto che ha legato due grandi protagonisti della letteratura moderna. In libreria dall’11 luglio DALLA PREFAZIONE DI ENRICO TERRINONI Se un redivivo Joyce avesse fatto una passeggiata, di re- cente, per le vie di Bologna, avrebbe sorriso come ho sor- € 42,00 | pp. 360 riso io nel leggere una curiosa scritta su un muro, simile a quella del Libro di Daniele ma assai meno misterica: «+ CA- A cura di Forrest Read SE – POUND». Non è difficile, infatti, immaginarci un Joy- Prefazione di Enrico Terrinoni ce sempre sorridente quando si trattava di scherzare con i Traduzione di Antonio Bibbò fantasmi dell’autoritarismo. Avrà sorriso, ne sono certo, an- che quando nel 1935 scrisse di suo pugno, e in italiano, le Ezra Pound (1885-1972) è stato un poeta, sag- seguenti parole: «Che i 17 diavoli si prendano Muscoloni e gista e traduttore statunitense. gli Alibiscindi! Perché non fanno Pound comandante in ca- po dei Bagonghi e non eleggono me Negus di Amblyopia?». Dovrà aver pensato, Joyce, che ribattezzare il duce Benito Muscoloni potesse essere un buon modo, forse l’unico, per sconfiggerlo davvero: con l’ironia, o meglio, con la parodia. E poi, il pensiero di Mussolini era anche un buon modo per ricordarsi dell’amico Pound.
Colette Beaune Giovanna d'Arco Una biografia Giovanna d’Arco è considerata un’eroina, una giovane marti- re coraggiosa, guerriera e santa, tuttora venerata in Francia e nel mondo, anche dalla Chiesa. Nata in una povera famiglia di contadini nel 1412, si sente chiamata da Dio a salvare la Francia. In pochissimo tempo diventa comandante militare dell’esercito di Carlo VII e guida i francesi alla vittoria, ma viene poi tradita e venduta al nemico. Il suo triste destino è ben noto: muore bruciata al rogo a soli ventidue anni. Ripercorrendo la sua breve e straordinaria vita, Colette Be- aune prende in considerazione la sua vicenda umana da di- versi punti di vista: politico, religioso, femminista e sociale, restituendo una biografia che getta una nuova luce su una delle figure più misteriose e amate della storia. DALL'INTRODUZIONE In libreria dall’11 luglio Ancora una Giovanna d’Arco. Devo forse giustificarmi in- vocando un bisogno personale? In quanto esperta di storia francese, e di quella femminile in particolare, ho natural- mente incontrato a più riprese Giovanna, la cui figura mi ha € 35,00 | pp. 448 colpita e mi incuriosisce da tempo. Il mistero di Giovanna è Traduzione di Valeria Lucia Gilli tale anche per gli storici. Con quest’opera non intendo sve- larlo del tutto ma tentare, invece, un approccio differente. Colette Beaune storica medievale francese, in- segna all’Università Paris Nanterre.
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