RASSEGNA STAMPA 4 MAGGIO 2018 - Struttura Comunicazione 0165-544501 - 4481 e-mail - Area Stampa AUSL

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RASSEGNA STAMPA ▪ 4 MAGGIO 2018
                             Struttura Comunicazione –  0165-544501 - 4481
                                         e-mail ustampa@ausl.vda.it

Free vax:                                               La Stampa         02
Vaccini: free vax, in Valle d'Aosta tolleranza a termine                                 Ansa              03
Free vax, in Valle d'Aosta la tolleranza è a tempo determinato                           Diario del web    04
“Varicella party”, bufera social sul post. Il virologo Burioni: “Difendiamo i bambini”   Tiscali           05
Inchiesta ampliamento ospedale, processo d'appello il 30 maggio                          Aostaoggi         07
Sanità: anche ad Aosta si celebra Giornata Fibromialgia                                  Ansa              08
Anche in Valle la Giornata della Fibromialgia                                            AostaCronaca      09
Tumore della pelle, screening gratuito il 18 maggio nelle sede Lilt                      Aostasera         10
"Senza Fiato”, in Cittadella lo spettacolo che racconta la fibrosi cistica               Aostasera         11
Saint-Christophe: Barbara Biasia presenta “Due motori per la vita”                       Bobine tv         12
La colica renale: cause, sintomi, cura e prevenzione                                     Aostaoggi         13
Tumori: troppi vincoli di budget nella scelta delle terapie                              Panorama Sanità   15
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Vaccini: Free vax, in Valle d'Aosta tolleranza
a termine

                                                   Dopo ammissione 8 bimbi non in regola, "non si sa fino a quando"
                                                                                                 12:24 - 03/05/2018

(ANSA) - AOSTA, 3 MAG - "Abbiamo ricevuto una comunicazione informale secondo la quale questo regime, diciamo
così, di tolleranza, sarà a tempo determinato". Lo spiega, contattato dall'ANSA, Stefano Minetti, presidente
dell'associazione Pro libera scelta Vda, in merito al rispetto dell'obbligo vaccinale in Valle d'Aosta, dopo che ieri - ha
riferito lo stesso Minetti

- otto bambini non in regola con le norme nazionali sono
comunque stati ammessi a scuola.

"Non avendo ricevuto comunicazioni ufficiali - aggiunge - non siamo a conoscenza se questo regime durerà una
settimana, un mese o fino alla fine dell'anno scolastico. Sappiamo però che è una questione temporanea". (ANSA).
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Free vax, in Valle d'Aosta la tolleranza è 'a
tempo determinato'
Dopo l'ammissione a scuola di 8 bimbi non in regola, «non
si sa fino a quando»

REDAZIONE SD&LM
GIOVEDÌ 3 MAGGIO 2018

                                                                         AOSTA –
«Abbiamo ricevuto una comunicazione informale secondo la quale questo
regime, diciamo così, di tolleranza, sarà a tempo determinato». Lo spiega,
contattato dall'ANSA, Stefano Minetti, presidente dell'associazione Pro libera
scelta Vda, in merito al rispetto dell'obbligo vaccinale in Valle d'Aosta, dopo che
ieri - ha riferito lo stesso Minetti - otto bambini non in regola con le norme
nazionali sono comunque stati ammessi a scuola. «Non avendo ricevuto
comunicazioni ufficiali - aggiunge - non siamo a conoscenza se questo regime
durerà una settimana, un mese o fino alla fine dell'anno scolastico. Sappiamo
però che è una questione temporanea».
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“Varicella party”, bufera social sul post. Il
virologo Burioni: "Difendiamo i bambini”
La provocazione su Facebook e Twitter di una educatrice genovese residente a Milano
Redazione Tiscali

                                                                     Suscita polemiche il post condiviso su Facebook da
                                                                     una giovane mamma genovese residente a Milano
                                                                     che ha invitato altri genitori a portare i propri bimbi
                                                                     ad un “varicella party” il cui unico obiettivo è quello
                                                                     di esporre i piccoli al contagio. Il post, che diceva
                                                                     “Domani varicella party per chi lo desidera. Vi
                                                                     aspettiamo alla casa di Milano”, voleva essere
                                                                     probabilmente uno scherzo, ma c’è chi ha temuto
                                                                     potesse esser qualcosa di più. Per tanti genitori,
                                                                     nonostante le avvertenze, la procedura “giusta e
                                                                     sana” per la crescita dei propri figli è quella di
                                                                     autoimmunizzarli esponendoli alle più diverse
                                                                     patologie.
                                                                     La donna è stata insultata e minacciata
“Non c’era nessuna intenzione provocatoria o spirito politico di riferimento - spiega Cinzia Barbetti, avvocato
dell’autrice del post -. Queste cose si fanno da tantissimo tempo e, solitamente, quando una malattia si contrae da
bambino c’è maggiore capacità di combatterla”. La mamma, fa sapere la legale, è stata oggetto di una lunga serie di
insulti sui social, ha ricevuto persino telefonate minatorie. La donna ha valutato l’opportunità di cancellare il post, ma
la situazione le era ormai sfuggita di mano. “Toglierlo - ha commentato Barbetti - avrebbe incattivito ancora di più chi
commentava, già con cattiveria. Purtroppo la situazione è degenerata e questa cosa va bloccata. Comunque la cosa
non finirà qui. Siamo risaliti all’identità delle persone che hanno insultato e minacciato la mia cliente e procederemo
nei loro confronti”.
Non è una mamma no-vax
E l’avvocato ci tiene a precisare inoltre che la giovane donna “non è una mamma no vax come è stato scritto, è una
mamma free vax. E’ per la libera scelta e per la chiarezza e l’informazione”. Il party, comunque sia non c’è stato: “Alla
fine è andata un’amica che già sarebbe andata a trovarla e la cui figlia è già immunizzata”. E Barbetti attacca anche
l’assessore alla Sanità della Lombardia, Giulio Gallera, che ha chiesto alle autorità di “porre in essere tutte le misure
necessarie per punire chi organizza" simili iniziative.
Il virologo Burioni: "Difendiamo i bambini”
Sulla pericolosità di raduni similari, che è voluto andare oltre alla vicenda del post, si è espresso anche Roberto Burioni,
medico e professore al San Raffaele di Milano. “Non so come - spiega lo specialista - ma io penso che qualcuno
dovrebbe fare qualcosa per difendere i bambini dalle scelte dei loro genitori”. Il virologo ricorda la storia del campione
australiano Brenden Hall: “Ha vinto la medaglia d’oro nei 400 metri stile libero a Londra nel 2012. L’ha vinta però alle
Paralimpiadi, in quanto a sei anni ha contratto la varicella, che non solo gli ha fatto perdere il 70 per cento dell’udito,
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ma gli ha anche causato un arresto cardiaco prolungato e una trombosi venosa profonda in una gamba, costringendo i
medici all’amputazione. Avete capito bene: è sordo e senza una gamba a causa della varicella. Lui è stato
particolarmente sfortunato, ma contrarre questa malattia da bambini, e ancora più essere infettati da questo virus da
adulti, può essere molto grave”.
La situazione dopo l’entrata in vigore della legge
                                                                                     Nel frattempo si manifestano i primi
                                                                                     effetti scaturiti dalla legge Lorenzin
                                                                                     sull'obbligatorietà dei vaccini. Scaduti i
                                                                                     termini per mettersi in regola, alle
                                                                                     famiglie di quattro bambini è stato
                                                                                     notificato, a Torino e provincia, il
                                                                                     divieto di presentarsi in classe perché,
                                                                                     ha spiegato l'assessora all'Istruzione
                                                                                     della Regione Piemonte Gianna
                                                                                     Pentenero, "la legge va rispettata".
                                                                                     Diverso il comportamento in Valle
                                                                                     d'Aosta, dove le porte della scuola
                                                                                     sono rimaste comunque aperte per
                                                                                     otto ragazzini non vaccinati. "Nessuno
                                                                                     si è assunto la responsabilità di tenerli
                                                                                     fuori", spiega Stefano Minetti,
                                                                                     presidente dell'associazione Pro libera
                                                                                     scelta Vda.
In Piemonte primi diviet
Trascorso il 30 aprile è scattato l'obbligo per i dirigenti scolastici di trasmettere alle Asl la documentazione fornita da
genitori, tutori o affidatari per gli obblighi vaccinali. Un requisito fondamentale, per i servizi educativi all'infanzia e per
le scuole dell'infanzia (0-6 anni), per l'accesso nelle strutture, comprese quelle private non paritarie. "La legge e le sue
circolari applicative hanno definito un iter chiaro che, soprattutto in una Regione virtuosa come il Piemonte, è stato
estremamente graduale, e che, come ho avuto modo di ricordare in diverse occasioni, va rispettato", ribadisce
l'assessora Pentenero commentando i casi delle scuole statali materne Keller e Kandinskij, a Torino, dove la preside ha
notificato alle famiglie di due bambini non in regola il divieto di presentarsi in classe. Stessa sorte a Collegno, prima
cintura del capoluogo piemontese, per i figli di altre due famiglie.
M5s chiede elastcità
Già dopo le vacanze di Pasqua una bambina di due anni non vaccinata era stata accolta all'asilo comunale da due vigili
urbani che avevano notificato ai genitori il provvedimento di divieto di accesso firmato dal sindaco Marco Cogno. Una
decisione criticata dalla sindaca di Torino, Chiara Appendino: "non ho intenzione di impiegare gli uomini della polizia
municipale - aveva detto la prima cittadina - per impedire ai bambini di accedere ai servizi scolastici". Alla luce dei
nuovi casi, il Movimento 5 Stelle torna ad invocare elasticità nell'applicazione della legge, con la capogruppo regionale
Francesca Frediani che chiede di "far valere la prenotazione della vaccinazione come documento valido a consentire la
fine dell'anno scolastico".
3 maggio 2018
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Inchiesta ampliamento ospedale, processo
d'Appello il 30 maggio
Pubblicato: Giovedì, 03 Maggio 2018 16:15

Stampa

AOSTA. Si svolgerà a fine mese, il 30 maggio, il processo d'Appello a Torino sui lavori di ampliamento dell'ospedale
regionale Parini. Gli imputati per abuso d'ufficio sono l'ex presidente della Regione Augusto Rollandin, l'impresario
Giuseppe Tropiano, il progettista Serafino Pallù e gli ingegneri Alessandro De Checchi e Paolo Giunti.

Il processo scaturì dalle indagini dei carabinieri di Aosta per l'inchiesta "Usque tandem" del 2013. In quello di primo
grado ad Aosta gli imputati vennero assolti con sentenza emessa nel novembre 2014 dal gup Colazingari.

L'appello fu presentato nel 2015 dall'allora procuratore capo Marilinda Mineccia.

Marco Camilli
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Sanità: anche ad Aosta si celebra Giornata
Fibromialgia

                                                                 Sabato 12 maggio vendita campanule in supermercato
                                                                                                  12:16 - 03/05/2018

(ANSA) - AOSTA, 3 MAG - In occasione della Giornata mondiale della Fibromialgia, in programma sabato 12 maggio,
anche in Valle d'Aosta è prevista la distribuzione - dietro offerta - di campanule viola. L'iniziativa, a scopo benefico,
intende sensibilizzare la popolazione per quanto riguarda il riconoscimento a livello nazionale di questa malattia.
L'associazione Sindrome fibromialgica Valle d'Aosta sarà presente con un banchetto al supermercato Gros Cidac di
Aosta a partire dalle ore 8.30 (e per tutta la giornata di sabato 12 maggio) sino ad esaurimento delle piantine. "In
quell'occasione sarà possibile avere informazioni - si legge in una nota - sulle attività dell'Asfib e sulla sindrome
fibromialgica, una forma di reumatismo extra-articolare o dei tessuti molli che si manifesta con dolore muscolo-
scheletrico cronico, diffuso, che può partire da una sede localizzata e va a diffondersi in tutto il corpo, associato ad
importante affaticamento (astenia)". E' una sindrome con diversi sintomi che possono essere associati al dolore: disturbi
del sonno, cefalea muscolotensiva o emicrania, rigidità mattutina, colon irritabile, dolori addominali, parestesie, bruciore
a urinare, sensazione di gonfiore alle mani, dolori al torace, perdita di memoria, difficoltà di concentrazione, disturbi della
sfera affettiva. (ANSA).
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SALUTE IN VALLE D'AOSTA | giovedì 03 maggio 2018, 13:24

Anche in Valle la Giornata della fibromialgia

In occasione della Giornata mondiale della Fibromialgia, in programma sabato 12 maggio, anche in Valle
d'Aosta è prevista la distribuzione - dietro offerta - di campanule viola. L'iniziativa, a scopo benefico, intende
sensibilizzare la popolazione per quanto riguarda il riconoscimento a livello nazionale di questa malattia.
L'associazione Sindrome fibromialgica Valle d'Aosta sarà presente con un banchetto al supermercato Gros
Cidac di Aosta a partire dalle ore 8.30 (e per tutta la giornata di sabato 12 maggio) sino ad esaurimento delle
piantine.

"In quell'occasione sarà possibile avere informazioni - si legge in una nota - sulle attività dell'Asfib e sulla
sindrome fibromialgica, una forma di reumatismo extra-articolare o dei tessuti molli che si manifesta con
dolore muscolo-scheletrico cronico, diffuso, che può partire da una sede localizzata e va a diffondersi in
tutto il corpo, associato ad importante affaticamento (astenia)".

E' una sindrome con diversi sintomi che possono essere associati al dolore: disturbi del sonno, cefalea
muscolotensiva o emicrania, rigidità mattutina, colon irritabile, dolori addominali, parestesie, bruciore a
urinare, sensazione di gonfiore alle mani, dolori al torace, perdita di memoria, difficoltà di concentrazione,
disturbi della sfera affettiva.
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Tumore della pelle, screening gratuito il 18 maggio nella sede Lilt
AOSTA - Appuntamento venerdì 18 maggio, presso la sede LILT in Via Xavier de
Maistre, 24 ad Aosta. Prenotazione obbligatoria.

Screening gratuito del tumore
cutaneo venerdì 18 maggio, presso la
sede LILT in Via Xavier de Maistre, 24
ad Aosta.
L’iniziativa è promossa da La Roche
Posay in collaborazione con LILT e
SIDeMaST e interessa oltre 60 città su
territorio italiano e rispettive strutture
LILT aderenti all’iniziativa.
Per accedere all'iniziativa è necessario prenotarsi tramite il numero verde SOS LILT
800 998877 attivo dalle ore 10 alle ore 15.
"Il modo più efficace per combattere questo tumore è la prevenzione. - spiega una
nota - La diagnosi precoce rappresenta il più efficace strumento per il controllo
clinico-prognostico del melanoma cutaneo che, se diagnosticato in fase iniziale, nel
90% dei casi può essere sconfitto".
Il melanoma è uno dei principali tumori che insorge in età adulta e costituisce in Italia
il terzo tumore più frequente in entrambi i sessi al di sotto dei 50 anni
“Sono circa 14.000 i nuovi casi registrati solo nel 2017“ spiega il Prof. Francesco
Schittulli, Presidente LILT “ed è con l’obiettivo di contrastare un trend di incidenza
che appare purtroppo in aumento che abbiamo deciso di istituire la Giornata
Nazionale della Prevenzione del Tumore Cutaneo, durante la quale sarà offerta la
possibilità a tutti di sottoporsi gratuitamente a una visita specialistica nelle Sezioni
Provinciali che aderiscono all’iniziativa”.
Per ulteriori informazioni: www.larocheposay.it

di Redazione Aostasera
03 maggio 2018 ore 11.48
“Senza Fiato”, in Cittadella lo spettacolo che
racconta la Fibrosi Cistica
AOSTA - La pièce di e con Pierpaolo Baingiu andrà in scene in due mattinate, il 7
ed il 10 maggio alle 9.15, racconta con spiccato "sense of humour" la vita
dell'autore, accompagnata dalla ingombrante presenza della rara malattia genetica.

Due mattinate - lunedì 7 maggio e
giovedì 10, alle ore 9.15 in Cittadella
dei Giovani-, a cui sono state invitate
le scuole superiori di Aosta ma aperte
in realtà a tutta la cittadinanza, per
uno spettacolo teatrale scritto ed
interpretato da un paziente affetto
da Fibrosi Cistica, attualmente in
lista attiva per il
trapianto bipolmonare.
Pierpaolo Baingiu è un giovane adulto residente in Sardegna, che racconta con
uno spiccato "sense of humour" la sua vita, accompagnata dalla ingombrante
presenza della Fibrosi Cistica, rara malattia genetica che lo accompagna -
letteralmente - in ogni suo respiro. In "Senza Fiato" ci si trova tra risate, lacrime,
colpi di tosse, pause musicali - con l'accompagnamento del sassofonista Luciano
Sezzi -, ma soprattutto ci si trova di fronte a momenti di acuta consapevolezza e
introspezione.
"Alcuni respirano senza pensare... io non faccio altro che pensare a
respirare" è lo slogan che riassume il senso dello spettacolo, ma soprattutto della
vita di Baingiu, per un appuntamento nato per creare conoscenza sulle patologie
respiratorie di origine genetica e per far crescere la cultura del dono degli
organi. Gli eventi sono organizzati dalla Lega Italiana Fibrosi Cistica Valle
d'Aosta con Aido Valle d'Aosta e vi saranno interventi di medici rianimatori e delle
Associazioni.

di Redazione AostaSera
03 maggio 2018 ore 10.06
Saint-Christophe: Barbara Biasia presenta Due motori per la
vita
GIOVEDÌ, 03 MAGGIO 2018

Martedì 8 maggio, alle ore 20.45, nel salone della biblioteca
comunale di Saint-Christophe, Barbara Biasia presenta il
libro Due motori per la vita.
L'opera narra dei primi anni di lotta contro il cancro che la
scrittrice ha dovuto affrontare.
La colica renale: cause, sintomi, cura e prevenzione
•   Pubblicato: Giovedì, 03 Maggio 2018 15:44
    AOSTA. La colica renale è un disturbo caratterizzato da un forte dolore al fianco provocato dal passaggio di calcoli renali
    nel tratto urinario (rene e uretere). La calcolosi renale o litiasi urinaria ha nei paesi Europei una prevalenza intorno al
    5% nella popolazione generale, colpisce gli ambi i sessi con un rapporto di 2:1. Circa il 13% della popolazione italiana
    tra i 20 e i 70 anni corre il rischio di formare, almeno una volta nella vita, i calcoli. Il 2% degli accessi in pronto soccorso
    in Italia, è rappresentato da soggetti con colica renale e poca più della metà di essi è di età compresa tra i 18 e i 50
    anni. I dati nella popolazione valdostana non discostano da quelli nazionali.

                                                                           Che cosa è la colica renale ?
                                                                           La colica renale è un disturbo caratterizzato da un
                                                                           forte dolore che inizia nella regione lombare e si
                                                                           irradia in avanti verso l'addome, all'inguine fino alla
                                                                           regione dei genitali ed è provocato dalla presenza di
                                                                           calcoli renali nel tratto urinario. I calcoli si formano
                                                                           quando i minerali, come il calcio e l'acido urico
                                                                           (prodotto di scarto delle cellule) in alcune condizioni
                                                                           si attaccano tra loro nelle urine e creano cristalli
                                                                           duri. I calcoli possono essere piccoli come un
                                                                           granello di sabbia o grandi come una pallina da golf.
                                                                           Quando si spostano nelle vie urinarie provocano
                                                                           dolore, la classica colica renale.

                                                                          Quali sono le cause della colica renale?
    La colica renale è provocata dalla presenza di un calcolo che si sposta all'interno delle vie urinarie. Il calcolo allarga e
    distende le vie urinarie, causando un dolore intenso. Alcuni fattori aumentano il rischio di calcoli urinari, tra cui:
    - Fattori ereditari e famigliari (alcuni soggetti sono predisposti);
    - Dieta ricca di sostanze che causano la formazione di calcoli, come il calcio e le proteine animali;
    - Disidratazione dovuta o all'assunzione di poca acqua, o alla perdita di liquidi per sudorazione eccessiva (caldo, attività
    sportiva ecc) o per diarrea e vomito;
    - Iperparatiroidismo, malattia caratterizzata da un'eccessiva presenza di calcio nel sangue che eliminato con le urine
    forma i calcoli;
    - Infezioni del tratto urinario;
    - Obesità;
    - Interventi di chirurgia per l'obesità come il bypass gastrico che aumenta l'assorbimento di calcio e altre sostanze che
    formano calcoli;
    - Disordini metabolici come per esempio la gotta.

    Con quali sintomi si manifesta la colica renale?
    Il sintomo principale è il dolore, tanto forte da essere invalidante. Quando il calcolo non si muove, pur essendo
    presente, è del tutto asintomatico. Il dolore, molto forte sul fianco in corrispondenza del rene colpito, può estendersi
    all'addome e all'inguine poiché il passaggio dei calcoli blocca il naturale percorso dell'urina nel tratto urinario e può
    dare luogo a spasmi muscolari molto violenti. Al dolore spesso si associa sangue nelle urine (ematuria) dovuto a lesioni
    provocate dal passaggio del calcolo nelle vie urinarie e febbre per il sovrapporsi d'infezione.

    Quali pericoli comporta una colica renale e quali sono le complicanze?
    La storia naturale della calcolosi renale è quella di una malattia recidivante e ciò suggerisce la persistenza
    nell'organismo umano di una formazione continua di calcoli nel tempo. Dopo un anno il 10% dei soggetti con un primo
    episodio di colica renale va incontro a ricaduta e dopo venti anni la percentuale sale al 75%. Generalmente ha una
prognosi buona, se si mettono in opera norme adeguate di prevenzione e di cura. Altre complicanze sono la dilatazione
renale (idronefrosi) dovuto all'ostacolo del flusso urinario per ostruzione da parte del calcolo. L'aumento di pressione
delle vie urinarie danneggia il rene e favorisce le infezioni. Tale complicanza è spesso legata al ritardo nella diagnosi e
alla mancanza di controlli clinici successivi a un episodio di colica renale. A tale proposito è consigliabile in tutti i
soggetti con storia clinica di calcoli eseguire controlli ecografici ravvicinati.

Come si esegue la diagnosi di colica renale?
La colica renale è un'urgenza medica e come tale deve essere gestita in pronto soccorso. In ogni caso in cui il medico
del pronto soccorso sospetta una colica renale, il trattamento del dolore è il primo intervento terapeutico. L'esame
delle urine - ricche di cellule infiammatorie (leucociti), sangue, variazione dell'acidità (PH) - eseguito in pochi minuti
attraverso uno stick può essere utile nella diagnosi. Quest'ultima è confermata con indagini strumentali (ecografia o
Uro TAC) e la scelta dell'uno o dell'altro esame avviene in base alla gravità del quadro clinico. Se il soggetto con colica
renale presenta fattori di rischio (febbre, dolore che non risponde alla terapia farmacologica, età avanzata, un solo
rene) è indicato l'esecuzione del'uro-TAC; se non sono presenti fattori di rischio l'esame ecografico è sufficiente.

Come curare una colica renale?
Il trattamento in acuto della colica renale prevede: il controllo del dolore attraverso l'utilizzo di farmaci e poi la il
trattamento della causa, cioè espulsione del calcolo. Se non esistono controindicazioni all'utilizzo degli
antinfiammatori, il diclofenac, l'indometacina, l'ibuprofene dovrebbereo essere i farmaci di prima scelta, come
seconda scelta è indicata la morfina e farmaci similari. La terapia espulsiva, indicata solo per calcoli di piccolissime
dimensioni non superiori a 5 mm, può essere favorita dalla diuresi forzata cioè aumentando la quantità delle urine
eliminate nelle 24 ore con cure idropiniche, vale a dire ingerendo grandi quantità di acqua che deve essere priva di
minerali (oligominerali minimamente mineralizzati, con un residuo fisso inorganico
3/5/2018          Tumori: “Troppi vincoli di budget nella scelta delle terapie. Per il 43% degli oncologici condizionameni dai limiti di spesa nelle Regioni”

                                                                 Panorama della Sanità

           Tumori: “Troppi vincoli di budget nella scelta delle
           terapie. Per il 43% degli oncologici condizionameni dai
           limiti di spesa nelle Regioni”
              panoramasanita.it/2018/05/03/tumori-troppi-vincoli-di-budget-nella-scelta-delle-terapie-per-il-43-degli-oncologici-
           condizionameni-dai-limiti-di-spesa-nelle-regioni/

                                               Stefania Gori, presidente Aiom: «Vanno ridimensionati i
                                               prontuari terapeutici regionali. È sufficiente l’approvazione
                                               centrale dell’Agenzia Italiana del Farmaco. Le valutazioni
                                               multiple causano disuguaglianze tra i cittadini a livello
                                               territoriale nell’accesso ai trattamenti».

          Il 43% degli oncologi italiani percepisce che i colleghi della propria Regione possono essere
          condizionati dai limiti di budget economico nella scelta delle terapie. Oggi possono trascorrere
          più di mille giorni prima che un farmaco anti-cancro innovativo sia disponibile nel nostro Paese,
          a volte con grandi differenze tra le varie Regioni. Infatti, stando ad analisi condotte nel 2016, fra
          il deposito del dossier di autorizzazione e valutazione presso l’Agenzia Europea dei Medicinali
          (EMA) e l’effettiva disponibilità di una nuova terapia nella prima Regione italiana trascorrono in
          media 806 giorni, cioè 2,2 anni. Termine che può dilatarsi fino a tre anni (1.074 giorni) se si
          considera l’ultima Regione in cui il farmaco viene messo a disposizione. La distribuzione delle
          risorse in oncologia costituisce un problema non solo finanziario ma anche sociale ed etico. La
          VII edizione delle Giornate dell’etica in oncologia organizzata da Aiom (Associazione Italiana di
          Oncologia Medica) e da Fondazione Aiom, che si svolge a Ragusa il 4 e 5 maggio, è dedicata
          proprio alle cause delle diseguaglianze nell’assistenza oncologica. «La sfida è individuare il
          giusto equilibrio fra immediata disponibilità delle terapie anti-cancro innovative e sostenibilità
          del sistema sanitario – sottolinea Stefania Gori, Presidente nazionale Aiom e Direttore del
          Dipartimento Oncologico dell’Ospedale Sacro Cuore-Don Calabria di Negrar-Verona -. Il
          ridimensionamento dei prontuari terapeutici regionali potrebbe essere la via da seguire, perché
          l’inserimento delle nuove terapie in questi elenchi implica inevitabili e inutili tempi di attesa a
          danno dei pazienti. È infatti sufficiente la valutazione centrale da parte dell’Agenzia Italiana del
          Farmaco (Aifa). In Europa i nuovi farmaci oncologici sono approvati dall’Ema con criteri di
          validità scientifica degli studi, senza alcuna valutazione farmacoeconomica, che viene delegata
          alle singole nazioni. In Italia l’Aifa è riuscita a garantire l’erogabilità a carico del Servizio
          Sanitario Nazionale di molti farmaci ad alto costo con accorgimenti organizzativi (distribuzione
          diretta con gli sconti dovuti alle strutture pubbliche) e finanziari (cost-sharing, risk-sharing,
          payment by result)». «La ‘tempesta perfetta’ che si temeva potesse travolgere il sistema
          sanitario per l’arrivo delle nuove molecole anticancro è stata evitata – continua Fabrizio Nicolis,
          presidente Fondazione Aiom -. Grazie anche al Fondo di 500 milioni di euro destinato
          all’acquisto di queste terapie che gli oncologi italiani hanno fortemente richiesto e che il
          Governo italiano ha istituito per la prima volta nell’ottobre 2016. Va sottolineato che un
          farmaco è realmente disponibile solo quando il Servizio Sanitario è in grado di offrirlo ai
          cittadini in tempi adeguati. Altrimenti lo potrà utilizzare solo una quota residuale di malati,
https://www.printfriendly.com/p/g/MVwyWp                                                                                                                   1/2
3/5/2018         Tumori: “Troppi vincoli di budget nella scelta delle terapie. Per il 43% degli oncologici condizionameni dai limiti di spesa nelle Regioni”

           creando squilibri nella popolazione». Molte Regioni hanno attribuito carattere vincolante al
           proprio Prontuario Terapeutico Regionale, obbligando gli ospedali a scegliere i farmaci da
           inserire nei Prontuari Terapeutici Ospedalieri solo all’interno di una lista limitata che tenga
           anche conto delle ricadute della prescrizione ospedaliera sui consumi territoriali. Non tutte le
           Regioni italiane dispongono, tuttavia, di un Prontuario Regionale, con una conseguente ampia
           variabilità locale. Nel 2017 in Italia sono stati stimati circa 369mila nuovi casi di cancro e la
           spesa per i farmaci oncologici è passata da poco più di un miliardo di euro nel 2007 a 4,5
           miliardi di euro nel 2016. Nel suo complesso, l’oncologia rappresenta una delle voci più
           rilevanti per il Servizio Sanitario Nazionale. «L’esistenza di livelli gerarchici di valutazione dei
           farmaci (con i loro prontuari regionali o provinciali o di area vasta, aziendali o ospedalieri) –
           conclude Massimo Di Maio, professore associato di Oncologia Medica all’Università di Torino e
           Direttore dell’Oncologia dell’Ospedale Mauriziano di Torino – rappresenta un potenziale
           elemento di disuguaglianza tra i cittadini nell’accesso ai trattamenti farmacologici. La sentenza
           del Consiglio di Stato del 29 settembre 2017 (n. 4546) ha stabilito che le indicazioni
           terapeutiche sui farmaci spettano solo allo Stato e che le raccomandazioni regionali si
           sovrappongono ad una valutazione che è stata già compiuta dall’AIFA a livello nazionale,
           comportando un forte ed inevitabile condizionamento delle prescrizioni da parte dei medici».

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