POSTARE PUO' FARE MALE 2018 - Trebisacce

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POSTARE PUO' FARE MALE 2018 - Trebisacce
CLASSE 2A ITI “E.ALETTI” – TREBISACCE (CS)

POSTARE PUO’ FARE
      MALE
  Social Network e Cyberbullismo
         Prevenire per evitare

                                             2018

      IIS IPSIA ITI ALETTI DI TREBISACCE   (CS)
POSTARE PUO' FARE MALE 2018 - Trebisacce
Classe 2A ITI “E. Aletti” di Trebisacce (CS)

POSTARE PU0’ FARE MALE
        Social Network e Cyberbullismo

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POSTARE PUO' FARE MALE 2018 - Trebisacce
INDICE

Premessa …………………………………………………….….. pag 4
Il punto di partenza………..……………………………………..pag. 5
L’intento: la prevenzione del Cyberbullismo…………..………..pag. 7
I Social Network………………………………………………….pag. 9
Cos’è il Cyberbullismo………………………………………..….pag.13
La storia: Postare può fare male (ideata da Maria Di Leo)…………...pag.24
Conclusioni………………………………………………………..pag.29

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POSTARE PUO' FARE MALE 2018 - Trebisacce
PREMESSA

          Al fine di un uso consapevole

   delle tecnologie digitali, diventa sempre più

necessario promuovere l’educazione ai media, con

riferimento alla comprensione critica dei mezzi di

     comunicazione, e promuovere progetti

        di prevenzione del cyberbullismo.

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Il punto di partenza

Il punto di partenza è stato un tema abbastanza controverso in
giurisprudenza, quello del bilanciamento della libertà di manifestazione del
pensiero con i principali diritti fondamentali, tema reso oggi ancora più
significativo dall'avvento della tecnica e dei social networks, che aprono al
giurista nuovi scenari e vari interrogativi. Il riconoscimento costituzionale
della libertà di manifestazione del pensiero e dei connessi diritti di cronaca e
di critica giornalistica ha introdotto dei princípi nuovi di cui la
giurisprudenza, non solo costituzionale ma anche comune, ha ovviamente
tenuto in debito conto. Come è noto, il nostro codice penale privilegia la
tutela dell’onore rispetto alla tutela della libertà di manifestazione del
pensiero. Articolo fondamentale della nostra Carta Costituzionale è il 21 il
quale sancisce la libertà di manifestazione di pensiero « Tutti hanno diritto di
manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni
altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad
autorizzazioni o censure… ». Dall’altra parte, tra i principi considerati
fondamentali, si trovano quelli enunciati dall’art. 2 Cost. sulla libera
formazione della personalità dell’uomo “La Repubblica riconosce e
garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle
formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento
dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”, e
dall’articolo 3 Cost. co. 2 sull’effettiva partecipazione del cittadino alla vita
democratica: “E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e
sociale del Paese”. I tre citati articoli si legano indissolubilmente, poiché

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implicano la circolazione di una pluralità di idee e opinioni tra loro
differenziate, purchè veritiere, presupponendo nell’individuo la capacità di
elaborazione del pensiero critico. Il confine sta tutto qui. Libertà di
manifestazione di pensiero e pluralità d’informazione, purchè sia veritiera,
purchè sia rispettosa della dignità e dell’onore delle persone e non sconfini in
scelte contrarie alla legge stessa e al buon costume.

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L’ intento: La prevenzione del Cyberbullismo

La disponibilità capillare di internet e l’utilizzo crescente di dispositivi
connessi alla rete rappresentano per le nuove generazioni, i cosiddetti ‘nativi
digitali’, nuovi mezzi per comunicare, relazionarsi con i pari e confrontarsi
con il mondo.

La rete rappresenta un mezzo potente, affascinante e in continua evoluzione;
la sua potenza costituisce anche un reale rischio se non si riflette sul suo
utilizzo.

Le ricerche indicano che oltre il 90% degli adolescenti in Italia sono utenti di
Internet e il 98% di questi dichiara di avere almeno un profilo social
network. Spesso i giovanissimi usufruiscono della rete senza alcun controllo
da parte degli adulti.
In coerenza con la L. 71/2017, che detta Disposizioni a tutela dei minori per
la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyber bullismo, e in seguito
al risultato della somministrazione di un questionario anonimo sul cyber
bullismo realizzato a scuola, la classe 2 A ITI “Aletti” di Trebisacce
assieme al docente di Diritto, ha realizzato uno studio autonomo,
approfondito e critico sui pericoli derivanti dalle nuove tecnologie,
elaborando, durante le attività laboratoriali, un Padlet nel quale i diversi
alunni, suddivisi in gruppi eterogenei, hanno raccolto notizie di cronaca,
immagini, video, dati, relativi a fenomeni in allarmante crescita nel mondo
odierno. Sono stati evidenziati casi di uso distorto della rete, molti di questi
raccapriccianti, come quelli legati a Blue Whale o a Charlie Charlie, notizie
di ragazzini che sognano il suicidio, casi di bullismo e cyber bullismo, di
insulti pesanti a compagni o a personaggi pubblici, centinaia di notizie false

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o come si suol dire di “bufale”. Al cospetto di tutto questo, per fortuna, è
stato messo in risalto anche l’incessante lavoro di associazioni, di politici, di
categorie di lavoratori, di insegnanti, di enti, che hanno fatto della lotta
contro un uso irresponsabile di internet una ragione di vita. Di qui il
Manifesto della Comunicazione non ostile, il Manifesto anti Fake news, gli
appelli di politici e associazioni, l’opera incessante di diffusione di pratiche
di prevenzione su siti internet dedicati.

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I Social Network

I Social Network (Facebook, MySpace, Twitter, LiveJournal, Badoo) sono
“piazze virtuali” cioè dei luoghi in cui via Internet ci si ritrova, portando con
sé e condividendo con altri fotografie, filmati, pensieri, indirizzi di amici e
tanto altro. Sono strumenti di condivisione e rappresentano forme
straordinarie di comunicazione. Si tratta di una “rete sociale virtuale” che
crea nuove e diverse relazioni, anche se comporta dei rischi per la sfera
personale degli individui coinvolti. Per far parte di un social network è
necessario creare un profilo personale, inserendo informazioni su di sé, ma
anche indicazioni riguardanti interessi personali, hobby, amicizie. Per far
vivere la propria rete sociale è possibile invitare i propri amici a farne parte,
cercare nella rete altre persone con interessi affini e condividere con queste
qualsiasi tipo di informazione. Nasce da qui il termine “community” ovvero
comunità tematiche che mettono in collegamento e comunicazione le
persone in base ai propri interessi, a caratteristiche comuni e alle proprie
esperienze vissute.

Social network: attenzione agli effetti collaterali.

Lo sviluppo dei social network ha inevitabilmente portato delle conseguenze
nel cambiamento delle interazioni sociali, sia positive che negative. Sono
strumenti che danno l’impressione di uno spazio personale o di piccola

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comunità, mentre in realtà le relazioni affettive sono qualcosa di intimo e
personale. E i rischi sono in gran parte collegati alla sovraesposizione della
propria vita privata, alla rivelazione e diffusione di informazioni strettamente
personali.

Come parlare ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze?

I genitori e gli/le insegnanti hanno il compito e il dovere di favorire la
creazione di un ambiente favorevole al dialogo e al confronto positivo.
Alcuni suggerimenti di metodo:

   - Creare un clima empatico e non giudicante che faciliti le possibilità di
      comunicazione. Non criticarli perché hanno dei dubbi - anche se a voi
      possono sembrare sbagliati o banali - ma lasciarli parlare liberamente.
      Chiedere sempre le loro opinioni sulle cose, ascoltando con attenzione
      le loro risposte.
   - Cercare le occasioni di dialogo, essere sempre disponibili ad ascoltare
      i propri ragazzi/e, prestando loro la massima attenzione senza che altre
      cose vi disturbino o interrompano la conversazione.
   - Parlare in modo onesto con i vostri/e ragazzi/e di qualsiasi argomento
      ritengano opportuno senza tabù o divieti. Interessarsi ai loro interessi,
      parlare di quello che fanno sui social network, chiedere chi sono i loro
      amici, avvertirli di non accettare amicizie da persone sconosciute.

Di che cosa parlare con i nostri ragazzi e le nostre ragazze?

Le ragazze e i ragazzi non nascono sapendo già quali sono i codici di
comportamento giusti o sbagliati per tutte le attività della loro vita. Così
come quando sono ancora dei bambini/e insegniamo loro, per esempio, come

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si deve attraversare la strada o come fare attenzione ai pericoli; è altrettanto
importante, quando sono adolescenti, istruirli su come devono comportarsi in
una relazione affettiva o amicale; educarli alla qualità dei rapporti
interpersonali e al rispetto di tutte le persone; prepararli a riconoscere quei
piccoli segnali che sono premonitori di problemi più seri (come per es. la
gelosia eccessiva e il controllo sistematico del cellulare).

Come usano i giovani i Social Network?

E’ importante rendere i ragazzi e le ragazze consapevoli, attenti e informati
sul tema della violenza di genere, dei meccanismi culturali che generano e
alimentano la violenza, ma anche del ruolo che le nuove tecnologie e le reti
sociali possono avere nel promuovere e amplificare la diffusione degli
stereotipi di genere, dei comportamenti violenti nei rapporti interpersonali,
della mancanza di rispetto per i diritti e la dignità di tutte le persone.
L’utilizzo di Internet da parte dei più giovani è già da molto oggetto della
preoccupazione di genitori ed educatori e insegnanti. Il timore di non riuscire
sempre a controllare l’accesso alle numerose informazioni che popolano i siti
web, oggi si unisce alla diffidenza per le piattaforme virtuali che
incoraggiano una condivisione di contenuti priva di filtri.

I principali rischi per gli adolescenti sono molti come, creare falsi profili,
vendere illegalmente, acquistare merci rubate o dannose per la salute,
prostituzione e siti di incontro dove possono venire a contatto con persone
molto pericolose come pedofili che si nascondono sotto profili falsi.
L’adolescenza è il periodo più importante per la definizione dell’identità del
soggetto, il superamento della crisi d’identità tipica della fase adolescenziale
richiede l’integrazione di una serie di componenti: di tipo personale

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(attitudini e capacità), di tipo sociale (l’inserimento nei ruoli sociali) e di tipo
esperienziale (le identificazioni infantili e le vicissitudini emotive). Ne
risente anche il rapporto diretto e il confronto sia fra amici che fra coppie.
Infatti si è completamente persa la bellezza che contraddistingue il guardarsi
mentre ci si confronta e il far trasparire le proprie emozioni.

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Cos'è il Cyberbullismo

Ai giorni nostri, nell'era di internet, il bullismo prende spesso la forma
di cyberbullismo. Tra i giovani, non esiste più solo quel tipo di violenza
psicologica, verbale o anche fisica che si consumava tra i banchi di scuola o
ai giardinetti.

Oggi i ragazzi usano una nuova modalità di 'aggressione' nei confronti dei
più deboli attraverso l'uso di chat e di social network.

Negli ultimi anni, l'uso di questi nuovi strumenti di 'socialità' tecnologica
avviene in età sempre più precoce.

Il cyberbullismo è una forma di disagio relazionale, di prevaricazione e di
sopruso perpetrata tramite i nuovi mezzi di comunicazione come le chat, i
social, i telefoni cellulari ed il web in generale e finalizzata a intimorire,
offendere, infastidire, mettere a disagio o escludere altre persone . E’ un
fenomeno complesso, da poco oggetto di studi e ricerche.
La fascia di età maggiormente colpita è rappresentata dai ragazzi tra i 12 i 18
anni. Le stime del MIUR indicano come il 31% dei tredicenni (35% se si
considerano solo le femmine) dichiara di aver subito almeno una volta
attacchi riconducibili al bullismo elettronico.
Il termine cyberbullismo deriva dal concetto tradizionale di bullismo dove
un soggetto – o un gruppo – prevarica la vittima attraverso comportamenti
fisici o attacchi verbali aggressivi che condizionano la sua vita privata e

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sociale. Spesso la vittima è considerata ‘diversa’, solitamente per aspetto
estetico, timidezza, orientamento sessuale e così via.
Le caratteristiche specifiche del cyberbullismo sono:
   Anonimato: il prevaricatore può nascondersi dietro uno schermo, umiliare
    la vittima e divulgare materiale offensivo ad un vasto pubblico e in modo
    anonimo (disinibizione);
   Pervasività: la vittima è perennemente a rischio di bullismo vista la
    presenza di dispositivi sempre connessi;
   Diffusione – ampiezza di portata: una volta che un messaggio o una foto
    sono stati inviati via email o chat o postata su un sito, è molto difficile
    eliminarne traccia definitivamente (può essere già stato salvato da altri
    utenti). Basta un click, perché il materiale venga diffuso.

Le conseguenze psicologiche per le vittime di questi attacchi possono essere
estremamente dolorose, con effetti anche gravi sull’autostima, sulle capacità
socio-affettive, sul senso di autoefficacia, sull’identità personale. Possono
riscontrarsi anche difficoltà scolastiche, ansia, depressione e, nei casi più
estremi, idee suicide.

Nel dettaglio, le azioni che si possono compiere attraverso i media sono
molte e di vario genere.

I ragazzi possono fare pettegolezzi tra loro nei confronti di qualcuno,
possono postare o inoltrare informazioni o immagini che mettono in
imbarazzo, rubare l'identità o il profilo sui social network della loro vittima,
insultare o minacciare qualcuno.

On line e Off line

I comportamenti on line possono verificarsi come conseguenza di quelli off
line, avvenuti ad esempio a scuola o nei luoghi e occasioni di aggregazione.
Ma possono anche avere luogo soltanto 'in rete'.

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Nelle nuove generazioni, il confine tra vita on line e vita off line è davvero
labile e tutto ciò che accade attraverso le nuove tecnologie ha poi
ripercussioni anche nella vita reale.

L'età dell'incertezza: dagli 11 ai 15 anni, età in cui i ragazzi sperimentano un
particolare senso di disagio e incertezza.

Questa è una fase delicata nella vita dei ragazzi. I preadolescenti vivono
momenti difficili di vulnerabilità e cambiamenti ormonali. Spesso i genitori
riferiscono che, in quegli anni, i ragazzi passano repentinamente dal chiedere
le coccole all'odiare mamma e papà.

I preadolescenti di questi anni, dal punto di vista psicologico, si trovano a
fronteggiare una sfida ben più complessa di quella che hanno dovuto
combattere i loro genitori. Un insulto 'da corridoio' viene ingigantito in
maniera esponenziale se lo si vede scritto su Facebook o condiviso sulla chat
di gruppo di Whatsapp.

Come prevenire

Il primo modo per prevenire il cyberbullismo è assicurarsi che il tempo di
esposizione dei ragazzi alle nuove tecnologie sia quantitativamente e
qualitativamente adeguato.

Non bisogna 'demonizzare' i Social Media e le attività on line ma nemmeno
delegare ad essi il compito di intrattenere nostro figlio/a.

Passare il tempo e giocherellare su Internet sono momenti accettabili se
utilizzati con i dovuti modi e tempi. I ragazzi, on line, possono dare sfogo
anche alle loro capacità creative in attività interessanti e utili alla loro
crescita.

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Come stabilire, quindi, se l'uso delle tecnologie è eccessivo nella vita di un
   ragazzo?

   Innanzitutto, è opportuno controllare alcuni fattori:

1. il ragazzo ha interessi e svolge attività anche non al computer;
2. ha un solido gruppo di amici;
3. è ragionevolmente attento alla scuola e ai voti;
4. svolge attività fisica o all'aria aperta.

   Se questi elementi fanno parte della vita del ragazzo, significa che egli riesce
   a mantenere un buon equilibrio e, anche se usa le nuove tecnologie (cosa
   inevitabile ai nostri giorni), ha un buon controllo su di esse.

   Se uno o più di questi fattori dovessero mancare, sarà opportuno che i
   genitori intervengano. Una buona modalità per ripristinare l'equilibrio in
   modo non punitivo è quella di inserire all'interno della 'routine settimanale e
   quotidiana' dell'adolescente un'attività che non implichi l'uso del
   computer. A questo scopo, si può inserire l'attività fisica.

   Lo sport, ormai è risaputo, ha notevoli effetti positivi sulla mente e
   sull'umore oltre che sul corpo. Inoltre, nel caso di attività di squadra,
   favorisce la capacità di stare in gruppo.

   Inserire una nuova attività permette di togliere, come naturale conseguenza,
   spazio alle nuove tecnologie senza perciò essere percepita come un 'castigo'
   imposto dall'alto.

   Il secondo modo passa attraverso le istituzioni scolastiche.

   Negli ultimi anni, su richiesta del Miur - Ministero Istruzione Università e
   Ricerca, ogni scuola, a partire dalla secondaria di primo grado, prevede dei
   progetti formativi per gli alunni per un uso consapevole della tecnologia e

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per la prevenzione del cyberbullismo con il fine di fornire ai ragazzi esempi
e casi concreti di corretto utilizzo dei Social Media.

Il terzo modo è quello di regolamentare in famiglia l'uso del web attraverso
software che non consentano l'accesso a siti rischiosi o contenenti materiale
non adatto ai ragazzi.

Il sito generazioniconnesse.it, creato da una collaborazione tra Miur e
Unione Europea, propone soluzioni simpatiche e utili (webserie, fumetti,
articoli semplici e immagini) per informare in modo divertente i propri figli
ed aggiornarsi sul fenomeno del cyberbullismo e sulle modalità per
contrastarlo. Il sito paroleostili.com è un'occasione per ridefinire lo stile con cui
stiamo in Rete e per responsabilizzarci a scegliere con cura le parole che usiamo,
proprio perché "le parole sono importanti", hanno un potere grande: danno forma
al pensiero, trasmettono conoscenza, aiutano a cooperare, costruiscono
visioni, incantano, guariscono e fanno innamorare. Ma le parole possono
anche ferire, offendere, calunniare, ingannare, distruggere, emarginare,
negando con questo l’umanità stessa di noi parlanti.

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Come difendersi

Sia i ragazzi che i genitori, di fronte a questo problema, spesso si sentono
impotenti e hanno bisogno di trovare strategie di difesa che possano aiutarli
ad uscire dal ruolo di vittima (nel caso degli adolescenti o pre-adolescenti)
oppure a tutelare i propri figli o allievi nel caso di adulti che assistono a
queste dinamiche.

Per i ragazzi

Se sei un ragazzo e vuoi liberarti di quel cyber-bullo che ti infastidisce,
prova così:

1. Invia un messaggio al cyber-bullo in cui gli dici in modo chiaro che il
suo comportamento di infastidisce e disturba. Chiedigli anche in modo
esplicito di non continuare con il suo atteggiamento.

2. Non instaurare un 'botta e risposta' con chi ti sta offendendo on line o
sul cellulare. Rischi di 'fare il suo gioco' e alimentare una situazione che, se
lasciata a sè, potrebbe concludersi prima del previsto.

3. Blocca prima possibile tutte le email, la messaggistica e i profili social
del bullo. Sarà un messaggio chiaro della tua volontà di farlo smettere e che
non vuoi restare intrappolato nella sua dinamica.

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4. Tieni traccia delle conversazioni o degli sms che ti hanno infastidito.
Potrebbero non servirti mai (speriamo) ma, in ogni caso, avrai le 'prove' del
suo comportametno aggressivo nei tuoi confronti.

5. Evita di visitare siti web o di partecipare a giochi on line o gruppi in
chat in cui sei stato attaccato in modo offensivo.

6. Cambia indirizzo e-mail e profilo social in modo da non essere più
infastidito o da rendere più difficile rintracciarti.

7. In base alla gravità degli episodi, non temere di cambiare anche numero
di cellulare e comunicalo solo a poche persone di cui ti fidi.

8. Informa i tuoi genitori o un adulto di riferimento sulla situazione che
stai vivendo. Non isolarti, hai tutti i diritti di difenderti e di essere aiutato.

Se non sei direttamente la vittima di queste offese verbali o fisiche ma hai
assistito ad episodi simili nei confronti di qualche tuo amico o compagno,
racconta l'accaduto. Aiuterai chi è in difficoltà e ti sentirai bene per questo.

Per i genitori

Se sei un genitore e vuoi aiutare tuo figlio e difendersi in una situazione di
cyberbullismo, ecco i consigli per te:

E' molto importante intervenire subito, non appena si percepisce l'esistenza
di una dinamica di cyberbullismo.

Per prima cosa, anche se non è sempre facile, bisogna cercare di creare con il
proprio figlio o figlia adolescente un legame di fiducia in modo che sia
possibile ottenere la sua confidenza.

Poi verifica se tuo figlio ha un buon equilibrio tra vita online e vita off
line controllando se sono presenti i fattori descritti all'inizio.

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Se noti che questi fattori mancano e ricevi delle confidenze da parte di tuo
    figlio riguardo un fenomeno di cyberbullismo, rivolgiti ad un esperto. In
    tutte le scuole è presente uno sportello psicologico attraverso il quale è
    possibile parlare con uno psicologo che, sicuramente, potrà aiutarti.

    Rivolgiti anche agli insegnanti e descrivi la situazione. Spesso, fenomeni del
    genere hanno ripercussioni anche in classe.

    Inoltre, cerca di:

   monitorare l'uso dei mezzi informatici

    Spiega a tuo figlio come utilizzarli, imposta delle password per controllare i
    contenuti a cui può accedere e consenti l'utilizzo solo in determinati orari.

   imparare a conoscere il suo linguaggio

    Puoi provare a comprendere anche il linguaggio informatico delle nuove
    generazioni per renderti conto se c'è qualcosa che non va. Non temere di
    chiedere spiegazioni se non capisci qualcosa.

   essere sempre disponibile alla comunicazione.

    Puoi tenere al sicuro tuo figlio nella sua esperienza online anche se non sei
    esperto di computer.

    Puoi insegnargli a prestare attenzione ad alcuni aspetti della sua
    comunicazione:

    1. Contatti:

    insegna a tuo figlio come instaurare relazioni online sicure chiedendogli di
    stare attento e di scegliere solo persone che conosce anche nella realtà per
    evitare di incontrare online hacker, truffatori o malintenzionati.

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2. Contenuti:

spiega quali sono i contenuti accettabili. Si tratta di contenuti sicuri,
responsabili e morali? Queste caratteristiche fondamentali dovrebbero essere
rispettate sia per i contenuti caricati che per quelli visualizzati. I ragazzi
spesso non si rendono conto che "Internet è per sempre". Sono sicuri i siti il
cui dominio è preceduto dal prefisso https:// oppure sarebbe pratica utile
quella di applicare dei filtri.

Tutto ciò che viene pubblicato online viene registrato e archiviato e potrebbe
essere rintracciato anche a molti anni di distanza.

3. Comportamenti:

il miglior insegnamento si sa, è dato dall'esempio. Noi genitori per primi
dobbiamo adottare un comportamento corretto online e mostrarlo ai nostri
figli. A volte, alcune persone, anche maggiorenni, si nascondono dietro
l'anonimato o dietro pseudonimi e diventano "leoni da tastiera". Perdono le
inibizioni e utilizzano linguaggi scurrili o danno sfogo a rabbia incontrollata
e immatura.

Bisogna     ricordare    che      ciò   che    viene   scritto   online   determina
la reputazione, è rintracciabile anche se scritto sotto pseudonimo o in
anonimato e contribuisce a rinforzare, nel bene e nel male, la personalità che
poi manifesteremo anche fuori.

Per gli insegnanti

Se sei un insegnante e vuoi aiutare i tuoi allievi che si trovano in situazione
di bullismo o cyberbullismo (sia aggressori che vittime) la cosa più
importante da attuare è il dialogo. Crea dei momenti strutturati di scambio
di esperienze all'interno della tua classe. Potrebbe essere una riunione al
mese in cui potersi confrontare e in cui leggere e commentare alcuni testi che
riguardano tematiche relative al bullismo.

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Potresti affidare dei 'compiti' ai ragazzi che ritieni coinvolti in queste
dinamiche cercando di far cessare sul nascere i comportamenti violenti anche
se, magari, saranno soltanto atteggiamenti di prepotenza, sarà sempre
opportuno sensibilizzare gli allievi a certi problemi.

La vittima di bullismo può fare appello al sistema giudiziario, soltanto
quando il comportamento del bullo sfocia in atti illeciti, che violano il codice
penale e/o civile, ma l’'Amministrazione scolastica, i Dirigenti Scolastici,
tutti coloro che sono coinvolti nell'educazione e tutela dei minori all’interno
delle mura scolastiche, sono comunque direttamente responsabili del
danno cagionato al minore nel tempo in cui è sottoposto alla
vigilanza. Sono coloro che dovrebbero applicare misure preventive, di tutela
e protezione nei confronti degli alunni più deboli e sensibili. Dirigenti
Scolastici ed insegnanti sono colpevoli quanto i bulli quando non tutelano la
vittima. Di fronte ad un episodio di bullismo a scuola, gli insegnanti ed il
resto del personale possono e devono intervenire, lo sotiene la Corte di
Cassazione e lo dice la normativa. Ne hanno non solo il diritto ma soprattutto
il dovere, in quanto sono rivestiti da un ruolo speciale , quello di pubblici
ufficiali. Se un pubblico ufficiale, infatti, tace o parla in ritardo commette il
reato di omessa denuncia di reato, punito dal codice penale.

Le Autorità scolastiche hanno un ruolo fondamentale, dunque, nella lotta
contro il bullismo, devono solo scendere in campo in maniera efficace
insieme ai genitori e ai compagni. Il dirigente scolastico ha l’obbligo
di denunciare senza ritardo all’autorità competente ogni episodio di bullismo
a scuola in forma scritta e diretta contro ignoti, a meno che le responsabilità
dei bulli siano fin troppo evidenti. I fatti verranno esposti in modo chiaro e
completo senza valutazioni personali di alcun tipo.

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Il cyber-bullismo è un fenomeno in aumento. Fortunatamente, però, con
alcuni accorgimenti e soprattutto con una buona relazione tra ragazzi e
adulti, può essere contrastato e arginato.

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La nostra storia

                     POSTARE PUO’ FARE MALE

Clara era una ragazza di sedici anni che frequentava la scuola a Roma, un
bellissimo Liceo Scientifico pieno di sezioni, altissimo. Era una ragazza
semplice,   non amava andare in giro piena di oggetti come collane o
bracciali, non era mai troppo vistosa. Appena si alzava la mattina
cominciava a guardarsi allo specchio. Amava la sua immagine perchè era
alta e snella. La ragazza possedeva quel fascino che si chiama “grazia”. Lo si
può notare nel suo bel volto sfilato, nella forma e dalle gesta delle mani,
nell’onda dei capelli. L’unica cosa che del suo aspetto non accettava era il
labbro inferiore, decisamente sporgente. Ma lei trovava consolazione nel suo
bel colorito, nei suoi occhi verde smeraldo, nei suoi capelli d’oro lunghi e
ondulati. La scuola le piaceva, le compagne non erano di suo gradimento,
rispetto a lei erano snob con stile e si vantavano del fatto che avessero un
ragazzo. Clara non aveva mai avuto un ragazzo e le sarebbe piaciuto
cominciare a fare una prima esperienza. Usciva da scuola alle 14:00 e di
solito dopo le sue lezioni andava a comprare un panino nel bar più vicino.

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Un giorno vide un ragazzo nel bar, che cominciò a guardarla; lei si sentiva a
disagio, non le stava per niente simpatico, ma cominciò a pensare che era
abbastanza carino. Era alto e snello anche lui, con due occhi marroni
magnetici. Clara uscì dal bar di fretta con il suo panino e il ragazzo la seguì,
voleva a tutti i costi presentarsi. Questi la chiamò dicendo “scusami
ragazza!” Clara si girò con il cuore che le batteva a mille, lui si presentò
dicendo che si chiamava Davide e che era un fotografo professionista e disse
che le sarebbe piaciuto fotografare una bella ragazza come lei. Clara decise
di farsi avanti, anche se non ne era del tutto convinta, ma aveva il desiderio
di frequentare un bel ragazzo. Così i due cominciarono a sentirsi e a
scambiarsi i numeri di telefono. Lui era abbastanza bravo con la tecnologia
digitale, sapeva fare sia foto che filmati. Era un tecnico professionista. Il
giorno seguente Clara passò davanti al bar e Davide le chiese il primo
appuntamento dandole l’indirizzo. La giovane tornò a casa e studiò tutto
quello che aveva per il giorno seguente. Era contenta, la scuola le andava
bene, si impegnava ed era una delle più brave della sua classe. Finito di
studiare non volle rinunciare al primo appuntamento. Ebbe il tempo di
aggiustarsi i capelli, di truccarsi e di vestirsi bene. Amava fare le foto e uno
dei suoi sogni nel cassetto era quello di fare la fotomodella. Si presentò per il
primo scatto. Davide sembrava abbastanza attratto da lei, dallo stile della
ragazza, ma anche dalla sua personalità. Appena finiti gli scatti la invitò a
casa sua a fare una bella merenda. Non era convinta di andare, ma Davide le
piaceva tanto. Si era innamorata del ragazzo. E anche lui sembrava attratto
da lei. Davide portò Clara a casa sua e cominciarono a parlare seduti e vicini
sul divano. Affrontarono insieme diversi argomenti quando ad un certo
punto Davide arrivò a parlare di una ragazza che le aveva conquistato il
cuore e le fece capire che si trattava di lei. Clara arrossì e lui la baciò. Fu il
primo bacio per Clara che sentì tantissime emozioni. I due si fidanzarono, lei
era felice e immaginava già un futuro con lui. Pensava di aver trovato la sua

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anima gemella e che il destino li aveva fatti incontrare. Nonostante i
bellissimi pensieri che dedicava a Davide non si dimenticava mai dallo
studio che metteva sempre al primo posto. Il giorno seguente aveva il
compito d’italiano, la traccia che aveva scelto era incentrata sulla descrizione
della cosa più bella capitata nella sua vita. Non perse tempo che subito le
venne in mente Davide. Scrisse sul tema d’italiano della sua storia con
Davide. Era follemente innamorata e non vedeva altro che lui. Dopo le
lezioni lei e i suoi compagni scesero le scale e andarono alla mensa,
un’enorme aula piena di studenti. Anche se non aveva molta confidenza con
le sue compagne comunque parlava con le ragazze delle altre classi, che le
sembravano abbastanza simpatiche. Alcune di loro erano fidanzate, altre,
invece, erano solo interessate a qualcuno. Cominciarono a parlare di ragazzi
e anche Clara parlò del suo ragazzo. Le ragazze vollero sapere di chi si
trattava. Clara disse loro che era un fotografo professionista e che si
chiamava Davide.       Loro avevano già visto il ragazzo di Clara e la
avvertirono di stare attenta descrivendolo come un pericolo, le dissero che
non era un ragazzo affidabile e che frequentava brutte compagnie. Inoltre
aggiunsero che era un alcolizzato. Lei rimase sconvolta da quello che le era
stato detto, stava per piangere. Anche perché Clara era convinta di aver
conosciuto un altro tipo di persona: brava, onesta e affidabile. Non volle
credere alle chiacchiere delle sue conoscenti e pensò che erano invidiose del
fatto che avesse un ragazzo più bello del loro. Fece di testa sua e continuò a
frequentarlo. Programmarono tra di loro una prima uscita senza sapere dove
andare. Roma era una bella città, ricca di cose importanti che Clara adorava
come il Colosseo, la fontana di Trevi, il Pantheon, la Cappella Sistina,
Piazza Navona. Ma quello che più amava era fare una bella camminata sulla
scalinata di Piazza di Spagna. Lui però scartò tutti questi luoghi e decise di
andare in un posto più giovanile e pieno di gente come una discoteca, quindi
la invitò ad andare in una delle discoteche più grandi e importanti di Roma.

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Ovviamente se si va in certi luoghi si deve stare attenti a quello che si tocca e
alle persone che si conoscono. Clara era accecata dall’amore, perciò accettò
l’invito e quando uscirono la sera non disse nulla ai suoi genitori. Clara si
giustificò dicendo che andava a dormire a casa di un’amica. Fatte le 10:00 i
due fidanzati andarono in discoteca e lui le presentò i suoi amici,
sembravano ragazzi abbastanza estroversi. Partirono i balli e cominciarono a
ballare tutti insieme. Clara era molto stanca e si sedette in un angolino più
appartato del club. Davide si avvicinò e le offrì qualcosa da bere. Ritornò a
ballare nuovamente e continuò a bere le bevande che le offrivano gli amici di
Davide. Si stava ubriacando e cominciò a non essere più lucida, rideva senza
motivo e non vedeva più bene, ma nonostante ciò, continuò a bere. Le
bevande che le offrivano non erano semplici bevande ma contenevano
sostanze stupefacenti che la stordivano. Cominciarono ad avvicinarsi a lei e
la toccarono dappertutto, Davide prese il cellulare della ragazza e cominciò a
riprendere la scena; Clara non capiva più nulla di quello che stava
succedendo. Davide e i suoi amici la spogliarono abbassandole le bretelle
della maglietta. Poi uno di loro la prese in braccio e la fece sedere sopra un
altro suo amico e Davide riprese la scena e scrisse una frase sul video 《la
prostituta che non lascia in pace i miei amici》e postò il video sui social. E
già in 6 minuti raggiunse 3000 like, una cifra esorbitante. Finita la serata
lasciarono la ragazza da sola per terra. Il mattino seguente si risvegliò e
riprese i sensi. Davide le aveva lasciato il suo cellulare per terra, non
ricordava nulla. Poi accese il cellulare e vide il video già postato e non c’era
modo di eliminarlo. Sono stati tanti i commenti postati durante la notte, molti
dei quali erano davvero scioccanti: parolacce e insulti che hanno distrutto la
sua vita. In quel momento spalancò gli occhi, non sentiva nulla, neanche il
rumore dei veicoli che passavano. Il cuore cominciò a battere dalla paura.
Scoppiò a piangere e a gridare, oramai la sua vita era rovinata. Quella brutta

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persona l’aveva danneggiata per sempre. Ad un certo punto si alzò con le
lacrime agli occhi, il trucco le colava, qualche passante le chiese se volesse
aiuto ma lei passava dritta senza dare retta a nessuno. Erano le sei del
mattino, si avviò verso casa e senza dire nulla ai genitori entrò nella sua
cameretta. Accese il computer, i like aumentavano a passi di gigante, i
commenti dicevano di tutto e di più,       mostrando di Clara un’immagine
indecorosa. Non ce la fece a sopportare una cosa del genere né a continuare
la sua vita. La tristezza e il dispiacere l’assalirono e la demoralizzarono
come se avesse avuto tutte le colpe. Spalancò il balcone e si mise sopra la
ringhiera reggendosi sulla trave e fissando dall'alto il vuoto. Poi versò le sue
ultime lacrime, chiuse gli occhi e dedicò i suoi ultimi pensieri ai genitori. Si
buttò nel vuoto e prese un colpo alla testa battendo su un'auto. La sua vita era
veramente finita. I genitori non si accorsero di nulla, si alzarono cinque
minuti dopo l’accaduto e usciti dalla porta d’entrata trovarono il corpo della
figlia steso sull’auto.

                                                 Maria Di Leo, classe 2A ITI

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CONCLUSIONI
                     Condividere è una responsabilità

Il caso di Clara è solo uno dei tanti che, purtroppo, sempre più
frequentemente, avvengono nella realtà di tutti i giorni ed è, altresì,
l’ennesimo esempio della totale inconsapevolezza e ignoranza (nel senso di
mancanza di conoscenza) della Rete e della sua capacità comunicativa a
dimostrazione di quanto il vero problema della Rete non sia la Rete stessa,
ma i suoi utenti. L’avvento di internet e dei social network ha cambiato gli
stili educativi e presenta una serie di rischi per i più giovani che vanno dalla
pornografia al cyberbullismo, dall’utilizzo dei dati forniti per fini
commerciali all’adescamento online, a fenomeni di sexting.

Le nuove tecnologie e internet permeano la vita dei ragazzi e delle loro
famiglie influenzando non solo i processi di costruzione d’identità e di
socializzazione, ma incidono anche su riti e gesti della quotidianità e sui
contenuti delle conversazioni familiari.

Il progresso tecnologico degli strumenti di comunicazione, sotto questo
profilo, ha aumentato la violazione della sfera intima della persona.

La cronaca recente è una dimostrazione della insostenibile leggerezza della
digitalizzazione e delle sue conseguenze: la condivisione per quanto
“limitata” di una propria foto su un social la rende comunque pubblica e,
come tale, non si è più in grado di governarla né nell’utilizzo, né nella
diffusione.

A prescindere dalla sua possibile efficacia, questo strumento lascia aperti
non pochi interrogativi sulla condivisione di immagini così private con
piattaforme quali Facebook, Instagram, Whatsapp, ecc. Quali garanzie nel
rapporto utente-piattaforma?

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Se l’obiettivo principale è davvero quella di tutelare la nostra sfera privata e
intima riflettiamo con attenzione su quello che intendiamo condividere
evitando di affidare ad un algoritmo, fuori dalla nostra gestione diretta,
l’arduo compito di riparare ai nostri errori o leggerezze.

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Il presente lavoro è stato realizzato facendo uso della didattica
laboratoriale, basata sulla metodologia della ricercazione, con la quale si è
    inteso favorire i processi di insegnamento - apprendimento, offrendo
strumenti e strategie utili per abbandonare la logica della riproduzione del
sapere e fare spazio alla ricostruzione, alla riscoperta e reinvenzione delle
                conoscenze che devono generare abilità e competenze.

                                                 A.S. 2017/18
                             Classe 2A ITI “Aletti” di Trebisacce
                        prof. Giuseppe Solazzo, docente di Diritto

*L’intero lavoro è frutto di ricerche su internet condotte dagli alunni; testi e immagini sono stati utilizzati prendendo
                                          spunto da siti liberamente navigabili

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