Porto marghera: Da Polo chimico a Porto intermoDale - Montalbetti SPA

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Porto marghera: Da Polo chimico a Porto intermoDale - Montalbetti SPA
demolizioni e bonifiche

 Porto marghera:
 Da polo chimico a porto
 intermodale
  Nel 2020 le navi portacontainer attraccheranno in un'area di Porto Marghera, dove per
  oltre 40 anni si sono fabbricati prodotti chimici, attraverso la demolizione degli impianti di
  produzione inattivi e il completo recupero ambientale delle aree non più in produzione.
  Una vera case history attuata dalla Syndial del gruppo Eni n Pierfrancesco Nardizzi

Ubicazione, storia e provenienza
Marghera è una località di circa 5.800 ettari del comune di Venezia posta nella zona          nata Malcontenta nasce il progetto per
nordoccidentale della laguna. Situata sulla terraferma, (da un detto popolare ‘Mar              la realizzazione di un porto commerciale
g’hera’: mare che c’era) rappresenta l’appendice meridionale della conurbazione di              (350 ettari), un piccolo porto dei petroli
Mestre. L’attuale municipalità di Marghera, istituita nel 2005, è costituita dagli ex quar-   (30 ettari), un’area industriale (700 et-
tieri 13 Marghera-Catene e 18 Malcontenta. Tra il 1917 ed il 1921 nella zona denomi-            tari) ed un quartiere residenziale (225 et-

                                                                                                             5 - 2015   recycling         1
Porto marghera: Da Polo chimico a Porto intermoDale - Montalbetti SPA
le aree ex impianti del gruppo ASD da
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                                                                                                   Dow Italia Divisione Commerciale (ex
                                                                                                   Dow Poliuretani Italia), Solvay Solexis,
                                                                                                   Arkema, Sapio, Edison, Transped, Sifa-
                                                                                                   gest, (che dall’1 gennaio 2010 è suben-
                                                                                                   trata a SPM nella titolarità degli impianti
                                                                                                   di trattamento chimico-fisico-biologico e
                                                                                                   d’incenerimento) Cofely e MPM.
                                                                                                   A seguito della sospensione dell’attività
                                                                                                   produttiva, con conseguente fermata a
                                                                                                   tempo indeterminato degli impianti del
                                                                                                   ciclo produttivo della coinsediata società
                                                                                                   Vinyls Italia, anche gli impianti di produ-
                                                                                                   zione cloro-soda e idrogeno e produzione
                                                                                                   di dicloroetano sono stati fermati nel di-
                                                                                                   cembre 2008.
                                                                                                   In data 11 Aprile 2014, al fine di favorire
                                                                                                   la reindustrializzazione e riqualificazione
Impianto as 12
                                                                                                   di Porto Marghera, Syndial ha sottoscritto
tari). I primi insediamenti di Porto Mar-        scambio di materie prime, prodotti e uti-         con il comune di Venezia e la regione Ve-
ghera, nel Veneto, sono legati al settore        lities. Una rete di pipeline (di proprietà        neto un contratto preliminare di cessione,
petrolifero e a quello dell’agricoltura e        Versalis) collega Porto Marghera con gli          relativo a circa 110 ettari di terreni di pro-
risalgono al 1924. Nel 1926 sorge il primo       stabilimenti di Ferrara (95 Km), Mantova          prietà Syndial e fabbricati di pertinenza.
insediamento legato alla raffinazione (di-       (125 Km) e Ravenna (169 Km), ai quali
stillazione e piroscissione di oli minerali)     fornisce le materie prime principali (eti-
su iniziativa privata (DICSA), ceduto ad         lene, propilene, benzene, cumene, etil-           Cronistoria delle
Agip nel 1934. Durante la seconda guerra         benzene).                                         demolizioni a Porto
mondiale il porto diventa un obiettivo           Oltre a Syndial, operano diverse società,
                                                                                                   Marghera
sensibile per gli Alleati che lo bombar-         tra le quali: Versalis, Vinyls Italia (ex Ineos
darono a più riprese, bloccandone le            Vinyls Italia), Autorità Portuale Venezia         A partire dal 2000 Syndial avvia un com-
attività e coinvolgendo purtroppo anche         (Venice Newport Container and Logistics)          plesso programma di decommissioning
la popolazione. A guerra finita riprende         che ha acquisito le aree ex Montefibre e          degli impianti inattivi situati prevalente-
la produzione e a partire dagli anni cin-                                                          mente nell'area del Vecchio Petrolchi-
quanta Porto Marghera diventa uno dei            Impianto as 5
poli industriali più conosciuti del Paese,
sino a raggiungere negli anni sessanta
la massima espansione, sia dal punto di
vista delle attività produttive che da quello
demografico. Con la crisi del settore chi-
mico in Italia, iniziato principalmente dalla
fine degli anni ’80 il polo chimico di Porto
Marghera ha conosciuto una fase ca-
lante nella quale si è assistito ad una
continua e costante contrazione in ter-
mini di produzione e di occupati.

Situazione attuale
Attualmente il complesso industriale,
dove operano varie società, è dotato di
una rete di tubazioni che consente lo

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Porto marghera: Da Polo chimico a Porto intermoDale - Montalbetti SPA
mico. In questa area, di circa 43 ettari,      attività di bonifica dei cicli impiantistici    - acido solforico concentrato e oleum,
erano ubicati impianti costruiti a partire     dell'impianto Clorosoda, oggetto di ven-        con una produzione giornaliera comples-
dal periodo di realizzazione della prima       dita alla società Medio Piave Marghera.         siva di circa 800 t/die (Impianti AS 2-9-
zona industriale fino agli anni Cinquanta-                                                     11), utilizzato principalmente per uso in-
Sessanta. I cicli produttivi interessati                                                       terno dello stabilimento;
dalle dismissioni sono:                        Cantiere Syndial (Eni)                          - solfato sodico e ammonico, rispettiva-
- linea cloro-solventi–cloruro di vinile       a Porto Marghera,                               mente con produzioni di 200 e 700 t/
(PVC)                                          Area ASD                                        die (AS 7-12);
- linea acetici                                                                                - idrammina sodico-ammonica, prodotto
- linea inorganici                             L’intervento di decommissioning che sta         intermedio per la produzione di capro-
- linea isocianati                             realizzando Eni-Syndial è all’interno de-       lat- tame (PR15) per circa 200 t/die; -
Tale iniziativa era finalizzata all'allonta-   gli impianti ex Acido Solforico e Derivati      acido nitrico concentrato, circa 200 t/
namento delle lavorazioni chimiche dall'a-     (ASD) presenti a Porto Marghera. Que-           die (AS5).
rea urbana e dalla viabilità ordinaria e a     sti impianti, realizzati alla fine degli anni   - Nell’impianto AS4 avveniva lo stoccag-
rendere disponibili le aree industriali per    ‘50, occupano una superficie di circa 25        gio e la movimentazione del solfato so-
nuove attività produttive.                     ettari, dotata di banchina per la movi-         dico/ammonico. Lo zolfo, materia prima,
Le demolizioni hanno interessato anche         mentazione via mare dei principali pro-         proveniva principalmente dal Medio
le strutture di servizio dell’area della       dotti solidi in ingresso (zolfo) e in uscita    Oriente e veniva scaricato da grandi navi
“Centrale Termoelettrica Nord”, l’im-          (solfato ammonico, utilizzato come fer-         presso la banchina Sali e poi, una volta
pianto di refrigerazione, le linee inter-      tilizzante e solfato sodico). Gli addetti       reso liquido mediante fusione in appo-
connecting ed una serie di fabbricati di-      erano circa 300, ai quali si deve som-          site vasche riscaldate con vapore, ve-
smessi.                                        mare il personale addetto alle manuten-         niva combusto nei forni per la produ-
Nell'area del Nuovo Petrolchimico sono         zioni. Negli impianti, interconnessi fra        zione di anidride solforosa, intermedio
stati completati il decommissioning e le       loro, venivano principalmente prodotti:         per la produzione dell’acido solforico.

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                                                                                                            5 - 2015   recycling             3
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Gli impianti                                    cido solforico. Lo zolfo solido e sfuso,         alla rinfusa. Questa sezione è stata ab-
                                                proveniente da miniere, veniva stoccato          bandonata negli anni ‘80 in quanto obso-
AS 12/13 – (AS12) Era un impianto che           in un ampio piazzale; da qui veniva cari-        leta (dalla pirite si otteneva lo zolfo me-
produceva contemporaneamente solfato            cato, mediante pala meccanica, in vasche         diante il processo di arrostimento in forni).
ammonico, utilizzato in agricoltura come        interrate e rivestite in materiale antiacido,    AS 1/2/9/11 – Nei forni dell’impianto AS
fertilizzante, e solfato sodico, utilizzato     riscaldate con una serpentina dove cir-          1-2 (forni 4,6,7) veniva bruciato lo zolfo,
nell’industria dei saponi. La soluzione ac-     colava vapore a 5 atmosfere. In queste           precedentemente liquefatto, ottenendo
quosa dei due Sali proveniente, come sot-       vasche veniva liquefatto a una tempera-          anidride solforosa (SO2). L’anidride sol-
toprodotto, dal reparto Caprolattame (che       tura di circa 120 °C. Una volta liquido, lo      forosa prodotta nei forni 4 e 6 veniva uti-
è la base per ottenere diversi tipi di nylon)   si faceva passare attraverso dei filtri per      lizzata nell’impianto PR15, mentre quella
veniva via via concentrata su due linee         eliminare le impurezze. Successivamente          prodotta dal forno 7, mediante un pro-
di produzione mediante successive eva-          lo zolfo liquido veniva inviato ai forni 4,6,7   cesso catalitico che utilizzava come ca-
porazioni e, come stadio finale, mediante       dei reparti di produzione oleum o anidride       talizzatore pentossido di vanadio, a con-
una centrifugazione. Considerata la di-         solforosa.                                       tatto con l’aria calda si tramutava in ani-
versa granulometria dei due Sali si pro-        Stoccaggio serbatoi – Parte finale degli         dride solforica (SO3). Quest’ultima ve-
cedeva, a valle della centrifugazione, me-      impianti, dove venivano stoccati gli acidi       niva assorbita in una soluzione di acido
diante vagliatura, alla separazione degli       prodotti a vario titolo. L’oleum veniva          solforico diluito per produrre o acido sol-
stessi. Infine, i Sali venivano essiccati.      stoccato in serbatoi orizzontali, l’acido        forico concentrato al 98% o, nel reparto
L’essiccamento avveniva in forni a tam-         solforico in serbatoi verticali, completi        AS11, oleum (acido solforico concen-
buro rotante alimentati a metano.               ciascuno del proprio bacino di conteni-          trato al 115%). Tali prodotti - acido sol-
(AS13) L’impianto trattava una soluzione        mento.                                           forico o oleum - erano utilizzati come ma-
di spurgo proveniente dalla sezione di la-      Questi acidi erano sia distribuiti all’in-       terie di base per altre reazioni all’interno
vaggio del solfato ammonico del reparto         terno dello stabilimento, sia venduti a          di altri impianti (Caprolattame) o ceduti
AS12 per produrre Solfonitrato granulare,       terzi.                                           a terzi.
anch’esso utilizzato come fertilizzante.        Stoccaggio pirite - Era costituito da un         Nell’impianto AS9 si trattavano tutti gli
Anche in questo caso avveniva una con-          piazzale dove la pirite veniva stoccata          effluenti gassosi - aria che inevitabilmente
centrazione mediante evaporazione della
                                                Impianto AS 9 (zona forno 6)
soluzione.
AS 7 – Produceva solfato ammonico da
una soluzione acquosa proveniente dal
reparto Caprolattame e dal reparto di pro-
duzione cianuro di potassio. Questa so-
luzione subiva un trattamento simile a
quello del reparto AS12, consistente in
una concentrazione mediante successiva
evaporazione e, infine, centrifugazione ed
essicamento. Il solfato ammonico cristal-
lino veniva utilizzato come fertilizzante in
agricoltura.
AS 5 – Tecnologia di base dell’impianto
era la concentrazione dell’acido nitrico al
53% mediante distillazione sotto vuoto,
fino a una concentrazione del 68%, e me-
diante distillazione estrattiva con acido
solforico per ottenere acido nitrico con-
centrato al 99%. Tale acido concentrato
veniva utilizzato negli impianti per la pro-
duzione dei poliuretani. L’acido solforico
utilizzato per essiccare l’acido nitrico ve-
niva a sua volta riconcentrato mediante
una evaporazione sotto vuoto.
Fusione e stoccaggio zolfo – Questa se-
zione era l’inizio della produzione dell’a-

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Porto marghera: Da Polo chimico a Porto intermoDale - Montalbetti SPA
Impianto AS 12 (zona insacco)                                                            Impianto stoccaggio serbatoi

conteneva anidride solforosa e ossidi di       progressiva: primo fra tutti l’impianto del             apparecchiature di rivestimenti in piombo,
azoto - mediante assorbimento in solu-         Caprolattame dove si produceva nylon 6.                 vetro e resine speciali. Nel dicembre 2012
zione acquosa di soda caustica o ammo-         A seguire si è avuta la cessazione di tutte            l’area ASD è stata ceduta da Syndial a
niaca. I liquidi che ne risultavano erano      le produzioni, ultima in ordine di tempo                Venice New Port, per il progetto di am-
riciclati negli impianti.                      quella dell’impianto AS5, adibito alla con-             pliamento del sedime portuale, sopraci-
PR15 – In questo impianto, partendo da         centrazione dell’acido nitrico, nel 2006.               tato, assieme alla limitrofa area ex Mon-
materie prime quali ammoniaca in solu-         L’impianto era fortemente caratterizzato                tefibre, dove verrà realizzato un terminale
zione al 25%, nitrito sodico al 30% e ani-     dagli aspetti corrosivi dei prodotti e delle            portuale e piattaforma logistica. I lavori di
dride solforosa gas, si produceva idros-       materie prime presenti nei cicli e vedeva               demolizione nell’area ASD verranno con-
silammindisolfonato sodico/ammonico            un particolare utilizzo di materiali speciali,          clusi entro il primo trimestre 2016. Le
che veniva inviato a sua volta come ma-        quali il tantalio, o l’impiego nelle linee e            attività di demolizioni e bonifiche sono
teria prima al reparto Caprolattame. La
reazione fra le sostanze precedente-           Impianto stoccaggio pirite, forni 1 e 2
mente citate avveniva in una colonna ver-
ticale con anelli di riempimento mante-
nuta a circa 0°C mediante 5 gruppi fri-
goriferi dedicati. L’impianto prevedeva
anche una serie di vasche dove si pro-
duceva solfito e bisolfito ammonico dalla
reazione di una soluzione di ammoniaca
e anidride solforosa. Questa soluzione
prodotta nelle vasche veniva a sua volta
inviata alla colonna per produrre ulte-
riore idrossilammindisolfonato.

Le demolizioni
A seguito della crisi della chimica di base,
dagli anni 2000, la fermata degli impianti
a valle che utilizzavano i prodotti è stata

                                                                                                                        5 - 2015   recycling      5
Porto marghera: Da Polo chimico a Porto intermoDale - Montalbetti SPA
I vari reparti dell'area

state avviate nel 2013, a seguito di una         che viene definita in gergo “demolizione       quanto riguarda invece i manufatti e gli
gara con assegnazione a evidenza pub-            primaria”. Per quanto riguarda gli edifici     edifici in cemento armato o laterizio della
blica alla quale hanno partecipato alcuni        e gli impianti in carpenteria metallica que-   “demolizione secondaria” è stato neces-
fra i più qualificati operatori nazionali del   sta fase consiste in una riduzione dimen-      sario eseguire una ulteriore attività di fran-
settore demolizioni e bonifiche di impianti      sionale denominata in gergo “a bocca di        tumazione seguita a terra con pinze fran-
complessi. Ad oggi risulta conclusa la           forno” che può essere eseguita mediante       tumatrici con profilo delle ganasce diverso
mappatura dei cicli, la loro decontamina-        ulteriori tagli con cesoie di dimensioni       da quelle utilizzate nelle demolizione pri-
zione, la bonifica dei rivestimenti esterni      maggiori montate su escavatori con bracci      maria ed in grado di “deferrizzare” il ce-
per coibentazione e completate le boni-          standard in grado di lavorare a livello del    mento armato, cioè di separare i ferri di
fiche dei cicli impiantistici. Attualmente le    terreno con elevata produttività, oppure      armatura dal cemento e riducendo la pez-
attività hanno raggiunto la fase più visi-     mediante taglio con cannello ossipropa-        zatura massima delle macerie a poche
bile, per la quale è richiesto il maggior im-   nico eseguito da operatori a terra. Per        decine di centimetri di diametro. L’abilità
piego di mezzi e manodopera. Le aziende
                                                 Impianto AS 1/2/9/11
che stanno eseguendo i lavori di demoli-
zioni, per potere eseguire i lavori com-
missionati secondo i dettami della regola
dell’arte della demolizione industriale,
hanno messo in campo tutte le tecniche
e le tecnologie più performanti presenti
attualmente sul mercato. Trovandosi di
fronte ad un impianto industriale rimasto
fuori servizio da diversi anni, pur avendo
adottato tecniche di bonifica in grado di
raggiungere performances di pulizia ele-
vatissime, per aumentare i livelli di sicu-
rezza Syndial ha preteso di privilegiare le
tecniche di demolizione definite “a
freddo”, cioè in grado di minimizzare i ri-
schi di incendio ed esplosione soprattutto
durante la prima fase delle demolizione

6      recycling 5 - 2015
Porto marghera: Da Polo chimico a Porto intermoDale - Montalbetti SPA
Impianto AS 11/9 (zona forno 4)    le compongono (profilati metallici) ese-
                                                                                                guito con utensili a cesoia montati su
                                                                                                escavatori a braccio lungo che riescono
                                                                                                ad avere altezze operative fino oltre 40
                                                                                                metri. Questi escavatori sono dotati di al-
                                                                                                lestimenti speciali che permettono di la-
                                                                                                vorare a quote elevate pur mantenendo
                                                                                                condizioni di stabilità eccellenti in virtù del
                                                                                                sovradimensionamento del contrappeso
                                                                                                e del carro cingolato. Le strutture in car-
                                                                                                penteria vengono sezionate ed accom-
                                                                                                pagnate a terra partendo dalle porzioni
                                                                                                più alte dei fabbricati fino a quelle più
                                                                                                basse. Le tubazioni e le apparecchiature
                                                                                                contenute all’interno degli edifici vengono
                                                                                                anch'esse sezionate dopo la preventiva
                                                                                                bonifica. Sia i rottami metallici che le ma-
                                                                                                cerie da demolizione vengono gestiti in
                                                                                                maniera pianificata e organica nel can-
                                                                                                tiere grazie a caricatori semoventi a po-
degli operatori ha permesso, in alcuni           demolizione allestiti con braccio lungo in     lipo per l’handling dei rottami metallici e
casi, di eseguire dei micro crolli control-      grado di seguire la demolizione delle strut-   escavatori con benna e pale per la movi-
lati di piccole porzioni di solai o pilastri     ture delle apparecchiature sia in carpen-      mentazione delle macerie. I materiali ven-
eseguendo degli indebolimenti progres-           teria metallica che in cemento armato in       gono accumulati per tipologia e, nel caso
sivi dei pilastri fino al collasso controllato   maniera progressiva e costante dall’alto       del cemento, protetti dal dilavamento de-
della parte di struttura individuata. Per        verso il basso. Le strutture in carpente-      gli agenti atmosferici mediante teli in po-
queste importanti demolizioni nel can-           ria metallica alte, invece, vengono demo-      litene in attesa della operazioni di carat-
tiere sono presenti escavatori speciali da       lite mediante il taglio degli elementi che     terizzazione analitica eseguita da labora-

    Montalbetti Spa: dall'industria alle bonifiche

   Montalbetti Spa nasce nel 1979 ma la famiglia Montalbetti è attiva dal
   secondo dopoguerra nel recupero di materiali ferrosi e nello smantella-
   mento di impianti industriali in disuso. Fra i maggiori lavori effettuati da
   questa realtà nata in provincia di Varese vi sono l'Alfa Romeo di Arese,
   le ex Falck, la ex raffineria Agip di Rho. Una presenza sul mercato che è
   testimoniata dal fatturato di circa 80 milioni di euro e da tre sedi opera-
   tive fisse costituite dall'impianto di trasformazione di Cairate (VA) da
   80.000 m2 di cui 6.000 coperti (allestito con 3 gru ponte e magnete, 3
   presse a cesoia da 1.000 t e 700 t, 2 presse impacchettatrici da 500 t)
   e che comprende anche le officine di manutenzione dei mezzi (5.000 m2
   di cui 1.500 coperti), dall'impianto di Zocco (VI) per un totale di 40.000
   m2 (quasi completamente coperti, adibiti a impianto di recupero metalli
   e con binari ferroviari annessi) e l'impianto di Castelseprio (VA) da 16.000
   m2 di cui 2.000 coperti (adibito a centro di recupero e in cui una zona è
   adibita allo stoccaggio di elementi riutilizzabili e provenienti da smantel-
   lamenti come carriponte, pompe, valvole, ecc.). Una vocazione verso l'in-
   dustria che ha permesso all'azienda di crescere e fornire nel tempo il ci-
   clo integrato che va dalla semplice demolizione fino alla bonifica più
   complessa con la consegna dell'area per gli usi successivi.

                                                                                                               5 - 2015   recycling            7
Porto marghera: Da Polo chimico a Porto intermoDale - Montalbetti SPA
tori accreditati e di avvio delle operazioni      di apposite procedure a tutela della sicu-
                                                                                                   Il futuro dell'area
di smaltimento/recupero secondo i det-            rezza. In questo ambito, che per Syndial
                                                  è il primo e più importante obiettivo azien-
                                                                                                   Monte Syndial
tami delle vigenti normative in campo am-
bientale. Il cantiere oggi impegna circa          dale, è stato per la prima volta sotto-         Venice Newport Container and Logistics
50 persone. Per i lavori di demolizione           scritto il “Patto per la Sicurezza”, con         Spa (VNCL) ha acquisito l’area tra il 2010
vengono utilizzate numerose macchine              cui i lavoratori delle imprese terze e della     e il 2011 fondendo assieme l’area AS
operatrici, principalmente Liebherr e             stessa azienda Eni si impegnano a ga-            Syndial e l’area ex Montefibre.
P.M.I., equipaggiate di cesoie idrauliche         rantire e mettere quotidianamente in pra-        L’area di circa 90 ettari è destinata ad un
di potenza ragguardevole che arrivano al          tica i migliori standard comportamentali         importante progetto di riqualificazione: da
superare le centinaia di tonnellate di            a tutela della sicurezza.                        ex area industriale a polo logistico por-
sforzo, quindi capaci di sezionare parti in                                                        tuale, con la creazione di due terminal per
ferro di notevole spessore, e uniche per          I materiali recuperati/smaltiti nel              la movimentazione dei container - uno tra-
altezza, poiché consentono di lavorare           cantiere ASD:                                    dizionale e l’altro ad alta capacità -asser-
oltre i 40 metri in totale sicurezza, privi-      - ferro recuperato: 13.000 tonnellate, di        vito al futuro progetto off-shore al largo
legiando operazioni eseguite a distanza.          cui una parte significativa in acciaio inos-     della Laguna di Venezia.
Nell’area ASD è in corso la bonifica forse       sidabile;                                        La localizzazione dell’area MonteSyndial
più complessa finora realizzata a Porto          - tantalio: qualche tonnellata;                  nella penisola cosiddetta del “Nuovo Pe-
Marghera, sia per le problematiche con-           - piombo: 100 tonnellate circa (era utiliz-      trolchimico”, con un fronte banchina di
seguenti alla demolizione di strutture in         zato come rivestimento antiacido su ser-         oltre 1600 mt, è perfettamente funzio-
altezza, sia per la presenza all’interno di       batoi e tubazioni);                              nale alla gestione del terminal contenitori
tubazioni e apparecchiature di residui            - macerie da demolizioni degli edifici e         che sarà in grado di gestire da 1.5 a 1.9
acidi corrosivi, nonché di materiali refrat-     delle strutture in calcestruzzo: circa           milioni di TEU (container) all’anno con col-
tari nei forni e nelle caldaie. Tutte attività   25.000 tonnellate;                               legamenti stradali e ferroviari dedicati.
che, per la loro specificità e complessità,     - rifiuti pericolosi: oltre 5000 tonnellate,     A tale riguardo, la prima fase di costru-
necessitano per ogni singolo intervento           tra i quali 500 tonnellate di melme acide        zione della nuova banchina in area Ex
di uno sviluppo progettuale “ad hoc” e            derivanti dalle bonifiche dei cicli.             Montefibre, di circa 600 mt e con un piaz-

      demiced srl al servizio delle lavorazioni edili speciali

    DEMICED, con oltre 30 anni di esperienza e lo sguardo             Ulteriore attività del settore decommissioning e smontaggi è quella
    puntato sul futuro, offre qualità e rapidità del servizio, si-    dello smaltimento, che DEMICED garantisce a copertura totale at-
    curezza nell’esecuzione, rispetto dell’ambiente: tutto ciò        traverso il trasporto, lo stoccaggio provvisorio, il recupero ed il trat-
    rende l’impresa capace di affrontare con efficienza ogni          tamento e smaltimento dei rifiuti speciali.
    tipo di cantiere nel settore delle lavorazioni edili speciali.    Con l’ottenimento delle certificazioni ISO 9000, OHSAS 18000 e
    DEMICED opera oggi su 5 principali settori di attività:           ISO 14000, DEMICED dimostra la sua attenzione alla salute e alla
    demolizioni edili, civili, industriali e marittime, decommis-     sicurezza di lavoratori, partner e collettività coinvolti dalle attività
    sioning, smontaggi industriali e bonifiche, lavorazioni spe-      dell’azienda.
    ciali, drenaggio acquiferi e movimentazione li-
    quidi, costruzioni e demolizioni.
    Oltre alle demolizioni più tradizionali, l'azienda
    offre un’ampia gamma di servizi specialistici: ri-
    conversione aree industriali dismesse, rimozione
    di rifiuti da serbatoi e linee di processo e/o ser-
    vizio, demolizioni speciali a seguito di incendi e
    crolli. Alle attività di smontaggio sono affiancati
    tutti i servizi di bonifica dedicati che possono in-
    teressare sia la struttura, che gli impianti, che il
    terreno, comprendendo anche la bonifica delle
    falde acquifere ed il trattamento on-site delle
    sostanze inquinanti.

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Porto marghera: Da Polo chimico a Porto intermoDale - Montalbetti SPA
RTI
                                                                                             RTI Montalbetti SpA e Demiced Srl
                                                                                             Montalbetti SpA – mandataria
                                                                                             demolizioni civili ed industriali
                                                                                             Demiced Srl – mandante
                                                                                             demolizioni civili ed industriali,
                                                                                             bonifiche MCA e lane minerali

                                                                                             AZIENDE IN SUBAPPALTO
                                                                                             (tutte locali):
                                                                                             Decom Srl – demolizioni civili
                                                                                             ed industriali
                                                                                             Euroedile Srl – ponteggi
                                                                                             e opere provvisionali
zale di 12,3 ettari di retro-banchina, è       Posizionata a 8 miglia al largo dalla co-
                                                                                             CFM Srl – bonifiche MCA
stata finanziata dal Ministero dello Svi-      sta dove i fondali hanno una profondità
luppo economico attraverso uno speci-          naturale di almeno 20 metri, la piatta-       Migen SpA – bonifiche e lavaggi
fico documento siglato tra Ministero, re-      forma Offshore si compone di una diga         impianti ed apparecchiature industriali
gione del Veneto, Comune di Venezia ed         foranea lunga 4.2 chilometri al cui interno   Porto Industriale Società Cooperativa
Autorità Portuale di Venezia nel gennaio       troveranno spazio un terminal energe-
                                                                                             – pulizie e facchinaggi
del 2015.                                      tico e un terminal container in grado di
Per quanto riguarda la banchina ex Mon-        ospitare contemporaneamente due navi          Chelab Srl – monitoraggi
tefibre, l’attività di progettazione è stata   portacontainer di ultima generazione.         e analisi ambientali
regolarmente appaltata e completata, con       Il progetto prevede la connessione in         R&C Lab Srl – monitoraggi
la definizione di un progetto definitivo.      perfetta sinergia con 4 terminal di terra:
                                                                                             e analisi ambientali
Quindi sono maturi i tempi per la defini-      Montesyndial (Marghera), Chioggia,
zione dell’appalto complessivo dell’opera      Mantova e Porto Levante. Il trasferi-         CMEV Società Cooperativa – impianti
(costo ipotizzato circa 35 milioni di e)       mento dei container dalle navi oceani-        elettrici
per la costruzione della banchina e della      che a terra sarà organizzato con spe-
relativa area retrostante attinente ai piaz-   ciali navi autoaffondanti – chiamate          STAFF DI CANTIERE
zali (utilizzando i 100 milioni assegnati      “Mama Vessel” – appositamente stu-
                                                                                             Projet Manager
dalla Legge di Stabilità 2014).                diate per Venezia capaci dimezzare i
                                               tempi di percorrenza tra la piattaforma       arch. Bonassi Daniele
                                               Offshore e i terminal a terra.                Direttore Tecnico/Progettista
Terminal Onshore-                              Si creerà così una sorta di nastro tra-       ing. Poroli Ivan
Offshore di Venezia                            sportatore continuo che nasce dal lavoro
                                                                                             Responsabile Tec./Organizzativo
                                               sinergico di gru, carrelli di trasferimento
Il progetto del terminal Offshore di Ve-       dei container e dalle “mama vessel”: un       geom. Romanelli Marco
nezia sarà una “macchina portuale” for-        mix perfetto in grado di ridurre fortemente   Capo Cantiere mandataria
temente innovativa, in grado – anche in        i tempi di percorrenza Offshore-Onshore       geom. Pili Tullio
virtù della sua connessione con più basi       rispetto alle normali imbarcazioni oggi
                                                                                             Capo Cantiere mandante
portuali – di soddisfare i requisiti di mer-   sul mercato e che, combinato con i pon-
cato di accessibilità nautica e spazi ope-     toni di carico (“cassette”), consente         sig. Marchetti Matteo
rativi portuali, risultando un’opera strate-   una movimentazione a ciclo continuo ed
gica per la crescita di Venezia, dell’Italia   un sistema che lavora sempre a pieno
e dell’Europa.                                 regime.

                                                   

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Porto marghera: Da Polo chimico a Porto intermoDale - Montalbetti SPA
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