PIANO ANNUALE PER L'INCLUSIONE - Istituto d'Istruzione ...
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Viale Fortuna sn– 96018 Pachino (Siracusa) Tel. 0931841272 – 0931841234 -Fax 0931841266 E-mail: sris02100p@istruzione.it - sris02100p@pec.istruzione.it – www.istitutocallerimarzamemi.gov.it C.F. 83000950895 Sede Coordinata Rosolini(SR) Via G. Meli – Tel. 0931502284 – Fax 0931/850402 E-Mail: ipaarosolini@gmail.com Prot:0003122 del 15/06/2018 PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIONE ANNO SCOLASTICO 2018/2019 1
NORMATIVA DI RIFERIMENTO E FINALITA’ GENERALI Il MIUR con la DIRETTIVA MINISTERIALE 27 dicembre 2012 estende a tutti gli studenti in diffi- coltà il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, richiamandosi espressamente ai principi enunciati dalla Legge 53/2003. La Direttiva, quindi, ridefinisce e completa il tradizionale approccio all’integrazione scolastica, basato sulla certificazione della disabilità, estendendo il campo di intervento e di responsabili- tà di tutta la comunità educante all’intera area dei Bisogni Educativi Speciali (BES), compren- dente: alunni disabili (legge 104/1992); alunni con disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici (leg- ge170/2010) svantaggio sociale e culturale; difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché ap- partenenti a culture diverse. Nello sviluppo di ciascuna singola storia educativa e personale, le difficoltà connesse ai DSA e a tutta l'area dei BES, si riflettono principalmente sull’apprendimento e sullo sviluppo delle competenze, ma quando non sono adeguatamente riconosciute e trattate in ambito scolasti- co, causano anche importanti ricadute sul piano emotivo e relazionale. Volendo perseguire una politica di inclusione e garantire il successo scolastico a tutti gli alun- ni che presentano una necessità di speciale attenzione, verrà attivato un Protocollo valido non solo per tutti gli alunni certificati con DSA, ma applicabile a tutti quei casi in cui si rende necessaria la personalizzazione della didattica, comprese le misure compensative e dispensa- tive previste per l’intera area dei BES. La CIRCOLARE MINISTERIALE n. 8 del 6 marzo 2013traccia le linee guida e fornisce le "indica- zioni operative” di attuazione della Direttiva sopra citata. Il Piano d’Inclusione rivolto agli alunni con Bisogni Educativi Speciali si propone di: definire pratiche condivise tra scuola e famiglia; sostenere gli alunni con BES nella fase di adattamento al nuovo ambiente ed in tut- to il percorso di studi; favorire un clima di accoglienza ed inclusione; favorire il successo scolastico e formativo e prevenire blocchi nell’apprendimento di questi studenti, agevolandone la piena inclusione sociale e culturale; ridurre i disagi formativi ed emozionali, favorendone al contempo la piena forma- zione; adottare piani di formazione che prevedono un ruolo attivo degli insegnanti; promuovere qualsiasi iniziativa di comunicazione e di collaborazione tra scuola, famiglia ed Enti territoriali coinvolti (Comune, ASL, Provincia, Regione, Enti di for- mazione, ecc.). Il Piano d’Inclusione costituisce uno strumento di lavoro, quindi può essere soggetto a modi- fiche ed integrazioni periodiche; è parte integrante del PTOF d’Istituto e si propone di: definire buone pratiche comuni all’interno dell’Istituto; delineare prassi condivise di carattere: 2
- amministrativo e burocratico (documentazione necessaria); - comunicativo e relazionale; - educativo–didattico (accoglienza, coinvolgimento del Consiglio di Classe); - sociale; attivare corsi di aggiornamento e/o formazione per tutti i docenti; effettuare uno screening nelle classi prime per individuare gli alunni a rischio, dopo aver ade- guatamente informato i genitori, illustrando loro il progetto e le finalità ; individuare un Docente per ogni Indirizzo come referente DSA e BES a seguito di una adeguata formazione; adottare gli strumenti compensativi e dispensativi necessari a ogni singolo alunno. E’ bene ricordare che l’art. 3 comma 1 della Legge 104 del 05/02/1992 definisce “persona handicappata co- lui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di diffi- coltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svan- taggio sociale o di emarginazione.” Il comma 3 recita: “qualora la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l'autonomia personale, correlata all'età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione, la situazione assume connotazione di gravità. Le situazioni ricono- sciute di gravità determinano priorità nei programmi e negli interventi dei servizi pubblici”. Alunni con Disabilità Ultra diciottenni Vista la circolare n. CM 22 del 21/12/2015 iscrizioni A.S.2016/2017che recita: Gli alunni con disabilità ultra diciottenni, non in possesso del diploma di licenza conclusivo del primo ciclo, ovvero in possesso del diploma di licenza conclusivo del primo ciclo ma non frequentanti l’istruzione secon- daria di secondo grado, hanno diritto a frequentare i percorsi di istruzione per gli adulti con i diritti previsti dalla legge n.104/1992 e successive modificazioni (cfr. Sentenza della Corte Costituzionale n. 226/2001). La IISS “P. Calleri” sede di percorsi di secondo livello IDA, predisporrà tutti gli adempimenti necessari alla in- tegrazione di alunni con le caratteristiche succitate nei IDA presso la se di Pachino e sede coordinata di Roso- lini Modalità operative: -Alunni con disabilità (ai sensi della Legge 104/92, Legge 517/77); ISCRIZIONI Uno dei genitori, o chi esercita la potestà genitoriale, deve presentare all’atto dell’iscrizione scolastica la do- cumentazione rilasciata dal Servizio Sanitario Nazionale (il verbale di accertamento della disabilità previsto dalla Legge 104/92 con l’eventuale specificazione della gravità e la Diagnosi Funzionale). INTERVENTI DELLA SCUOLA Nel mese di settembre, in relazione alle risorse effettivamente assegnate alla scuola, il GLI (Gruppo di lavoro per Inclusione, composto da: Dirigente Scolastico o un suo delegato, i componenti dell’Unità Multidisciplina- re dell’ASL, un docente curriculare e un docente di sostegno, i genitori, eventuali operatori per l’assistenza di base e/o specialistica) provvederà ad un adattamento del Piano, sulla base del quale il Dirigente scolastico procederà all’assegnazione definitiva delle risorse, sempre in termini “funzionali”. A tal punto i singoli Consigli di Classe completeranno la redazione del PEI per gli alunni con disabilità. Per consentire la stesura, l’aggiornamento e la verifica degli interventi sono calendarizzati almeno tre incontri (entro Ottobre, Dicembre e Aprile) per ogni alunno durante l’anno scolastico. VERIFICA La valutazione è strettamente correlata al percorso individuale e non fa riferimento a standard né qualitativi né quantitativi. Inoltre, è compito degli insegnanti curricolari in collaborazione con gli insegnanti di sostegno, la valutazione in itinere delle esperienze realizzate dall’alunno. Ciò al fine di favorire nel corso dell’anno, una completa integrazione della programmazione dell’alunno e rinforzare nello stesso il senso di appartenenza al gruppo classe. In generale potrà avere le seguenti caratteristiche: • uguale a quella della classe, qualora l’alunno si sia attenuto alla programmazione comune della classe. In questo caso le verifiche saranno uguali e valutate utilizzando gli indicatori comuni alla classe; 3
• in linea con quella della classe con contenuti ed obiettivi semplificati, qualora l’alunno segua una pro- grammazione individualizzata; • differenziata qualora l’alunno abbia seguito una programmazione differente sia nei contenuti che negli obiettivi. In questo caso le verifiche saranno effettuate attraverso schede, test ed osservazioni, sulle quali si riporteranno le informazioni inerenti il raggiungimento di un dato obiettivo. Le performance raggiunte dall’alunno dovranno comunque essere rinforzate attraverso l’utilizzo di termini valutativi comprensibili e soprattutto gratificanti. L’art. 1 della Legge n. 170 del /10/2010, riconosce e definisce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la di- scalculia nel modo seguente: 1. La presente legge riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi spe- cifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA», che si manifestano in presenza di capacità co- gnitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana. 2. Ai fini della presente legge, si intende per dislessia un disturbo specifico che si manifesta con una dif- ficoltà nell'imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella cor- rettezza e nella rapidità della lettura. 3. Ai fini della presente legge, si intende per disgrafia un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nella realizzazione grafica. 4. Ai fini della presente legge, si intende per disortografia un disturbo specifico di scrittura che si mani- festa in difficoltà nei processi linguistici di transcodifica. 5. Ai fini della presente legge, si intende per discalculia un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e dell'elaborazione dei numeri. 6. La dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia possono sussistere separatamente o insieme. 7. Nell'interpretazione delle definizioni di cui ai commi da 2 a 5, si tiene conto dell'evoluzione delle co- noscenze scientifiche in materia. Modalità operative: -Agli alunni con DSA si applicano i benefici previsti dalla normativa vigente previa presentazione da parte di chi esercita la patria potestà della documentazione sanitaria. La famiglia richiede all’inizio dell’A.S. alla scuola l’elaborazione del PdP (Piano didattico Personalizzato). Entro 3 mesi la scuola si impegna ad elaborare il PdP. Nella predisposizione del documento è fondamentale il coinvolgimento della famiglia. Si prevedono incontri periodici con la famiglia (colloqui, in orario di ricevimento e in occasione dei C.d.C). Nel PdP sono elencate tutte le misure compensative e dispensative che il C.d.C decide di adottare per l’alunno, nonché tutte le stra- tegie didattiche, metodologie e gli strumenti che si ritengano opportuni; sulla base di tale documentazione, nei limiti delle disposizioni vigenti, vengono predisposte le modalità delle prove e delle verifiche in corso d’anno o a fine ciclo. Il PdP va consegnato dal coordinatore alla segreteria didattica che provvederà ad inol- trarne copia alla famiglia, con lettera protocollata; il documento dovrà essere firmato dal Dirigente scolasti- co, dal C.d.C e dalla famiglia. Cronoprogramma della valutazione degli alunni. 1. Nel mese di Ottobre i CdC elaborano le proposte relative alle programmazioni personalizzate di ogni alunno (H, DSA, BES, domiciliare) e lo presentano al GLI dell'Istituto che lo approva entro il 30 di ottobre; 2. Nel mese di Gennaio ogni CdC, con l'ausilio dei docenti di sostegno e dei referenti H, DSA e BES, monitora l'efficacia dei piani personalizzati e propone l'eventuale modifica agli scrutini quadrime- strali. Le modifiche verranno proposte al GLI per l'approvazione definitiva entro la fine di Febbraio; 3. Nei consigli di classe del mese di fine Aprile/inizio maggio, si procederà alla definitiva conferma dell'adeguatezza della programmazione personalizzata. Particolare attenzione dovrà essere rivolta alla conferma della programmazione semplificata per obiettivi minimi o alla sua modifica in diffe- renziata, al fine di evitare eventuali ricadute negative sullo studente che fosse riconosciuto non capace di portare a compimento positivo una programmazione ad obiettivi minimi; 4. Nel periodo antecedente lo scrutinio finale, ogni docente del CdC "sostenuto" adeguatamente dal docente di sostegno deve predisporre tutta la documentazione inerente la valutazione del sogget- 4
to (test, compiti, valutazioni pratiche, etc), redigendo una motivata proposta di valutazione del soggetto svantaggiato da presentare al CdC. Tali relazioni verranno allegate al verbale degli scruti- ni finali e fornite in copia al GLI; 5. Dopo gli scrutini finali il GLI si riunisce per valutare l'efficacia del Piano di Inclusione sociale e per proporre le modifiche migliorative allo stesso, sulla base degli esiti ottenuti. Il D.LGS n. 66/17, norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con di- sabilità ridefinisce molte delle procedure previste per gli alunni con disabilità, riformando non pochi aspetti della L. n. 104/92. I decreti entreranno in vigore il 31 Maggio, anche se i cambiamenti previsti dal decreto n.66 saranno di fatto introdotti solo a partire dal 1 Gennaio 2019. L’unica eccezione riguarda i gruppi di lavoro regionali e di Istituto che partiranno dal 1 set- tembre 2017. Si riportano gli aspetti più significativi: ARTICOLO 3 - Riguarda l’assegnazione alle scuole dei collaboratori scolastici e i relativi com- piti di assistenza. ARTICOLO 4 – L’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI) e chiamato a definire gli indicatori per la valutazione della qualità dell’inclusione scolastica su base di diversi criteri. Il CAPO III - riguarda le procedure di certificazione e documentazione per l’inclusione scola- stica. ARTICOLO 5 – La domanda per l’accertamento della disabilità in età evolutiva è presentata all’INPS. Vengono introdotti dei cambiamenti nelle commissioni mediche e nella documenta- zione da stilare; Il CAPO IV – Riguarda la progettazione e l’organizzazione scolastica per l’inclusione. ARTICOLO 6 – Il progetto individuale, di cui alla legge numero 328/00 è redatto dal competen- te ente locale sulle basi del profilo di funzionamento e su richiesta e con la collaborazione dei genitori; ARTICOLO 7 – Il PEI è elaborato e approvato dai docenti contitolari o dal consiglio di classe, con la partecipazione dei genitori o dei soggetti che ne esercitano la responsabilità, e delle fi- gure professionali specifiche interne ed esterne all’ istituzione scolastica; ARTICOLO 8 – Ogni istituzione scolastica predispone il piano per l’inclusione; ARTICOLO 9 – Presso ogni Ufficio scolastico regionale (USR) è istituito il gruppo di lavoro in- teristituzionale regionale (IRGLIR) con compiti di consulenza e proposta all’ USR e la verifica e l’attuazione degli accordi di programma; ARTICOLO 10 – Il dirigente scolastico sentito il GLI e sulla base dei singoli PEI, propone al GIT la quantificazione dell’organico relativo ai posti di sostegno. Il GIT sulla base del piano per l’inclusione, dei profili di funzionamento, dei PEI, dei progetti individuali, sentiti i dirigenti, verifica la quantificazione delle risorse di sostegno didattico effettuata da ciascuna scuola e formula una proposta all’USR, che infine, assegna le risorse. TIPOLOGIE DI BES Secondo l’ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute), il BES rappresenta qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento in ambito educativo e/o dell’apprendimento, indipendentemente dall’eziologia, che necessita di educazione speciale individua- lizzata. Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi può manifestare Bisogni Educativi Speciali per motivi fisici, psicologici, familiari e sociali, rispetto ai quali è necessario che la scuola offra risposte adeguate e personalizzate. Si individuano tre grosse sotto – categorie: disabilità fisica, psichica o sensoriale (certificate in base alla legge 104/92 art. 3 comma 1); disturbi evolutivi specifici (certificati in base alla legge 170/2010 art. 1),che comprendono i DSA ma anche deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, del 5
funzionamento intellettivo limite che può essere considerato un caso al confine fra disabilità e disturbo specifico e infine dell’attenzione e dell’iperattività (ADHD); quest’ultimo disturbo si associa frequentemente con uno o più disturbi dell’età evolutiva: Disturbo Oppositivo Provo- catorio (DOP), disturbo della condotta nell’adolescenza, DSA, disturbi d’ansia, dell’umore ecc. Svantaggio socio – economico, linguistico e culturale (Circ. Min. 8/13). In questa sotto catego- ria rientrano gli alunni di origine straniera che sperimentano il disagio derivante dalla non co- noscenza della lingua italiana. Tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi (ad es. segnalazione degli operatori dei servizi sociali) o fondate considera- zioni psicopedagogiche e didattiche. E’ necessario, in questi casi: Monitorare l’efficacia degli interventi affinché le misure dispensative e compensative adottate abbiano carattere transitorio e attinente aspetti didattici; Privilegiare le strategie educative e didattiche attraverso percorsi individualizzati e personalizzati. Gli interventi predisposti potranno essere di carattere transitorio. Modalità operative: -Alunni con svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale e disagio comportamenta- le/relazionale. Il docente referente che si occupa del disagio, ad inizio ottobre, rileverà i casi di alunni “a rischio” at- traverso incontri con i C.d.C. I docenti saranno invitati a compilare la “Scheda per la rilevazione di alunni in disagio” e comunque a fornire tutte le notizie e i materiali che riterranno necessari. Le segna- lazioni potranno avvenire, naturalmente in corso d’anno, qualora se ne presenti la necessità. La scheda elaborata in maniera dettagliata verrà inoltrata dal coordinatore di classe al Dirigente Scolastico. Il Di- rigente Scolastico, il docente referente, dopo aver esaminato le relazioni dei casi segnalati, con even- tuale consulto di esperti della problematica evidenziata, valuteranno un primo approccio di intervento. Il C.d.C pianifica l’intervento e, se necessario, predispone il piano personalizzato. Al fine di verificare l’efficacia dell’intervento si terranno incontri periodici nell’ambito dei C.d.C programmati, o se neces- sario, con sedute appositamente convocate. La documentazione prodotta (scheda di rilevazione, PdP) vengono inseriti nel fascicolo personale riservato dell’alunno. SOGGETTI COINVOLTI DIRIGENTE SCOLASTICO In qualità di garante dell’offerta formativa: Gestisce le risorse valutando le reali esigenze di ogni singolo caso; Assicura al proprio Istituto, il reperimento di ausili e attrezzature necessarie, in relazione a precise esigenze degli studenti; Attiva azioni di collaborazione con Enti e Associazioni per assicurare il massimo dell’inclusione; Sostiene e promuove progetti di integrazione; Dialoga con le famiglie e con gli insegnanti per trovare le soluzioni più idonee. Coordinatore Inclusione Sociale: Collabora con il Dirigente Scolastico e con il personale della scuola per svolgere: Azione di coordinamento delle attività previste per gli alunni con BES-DSA-H. Coordinamento per la stesura del PAI e predisposizione di modulistica. Azione di accoglienza e tutoraggio dei nuovi docenti nell’area sostegno Coordinamento dei laboratori predisposti all’interno dell’istituto 6
Referente alunni con disabilità per le attività di sostegno : Collabora con il Dirigente Scolastico, con il coordinatore Inclusione Sociale e con il personale della scuola per svolgere: Azione di coordinamento con l’equipe medica e il GLH provinciale. Organizzazione delle attività di sostegno, richiede la convocazione del Gruppo di lavoro. Aggiornamento certificazione degli alunni certificati. Referente BES-DSA Collabora con il Dirigente Scolastico, con il coordinatore Inclusione Sociale e con il personale della scuola per svolgere: Azione di accoglienza e orientamento degli alunni con certificazione e non secondo la recente nor- mativa. Azione di accoglienza e orientamento degli alunni. Pianificazione degli incontri famiglia – docenti. Richiede eventuale convocazione degli specialisti e dei genitori al C.d.C, su esplicita richiesta della famiglia. Consegna la documentazione al C.d.C., nel primo consiglio dopo il ricevimento della documentazio- ne. Coordinamento per la compilazione del Piano didattico Personalizzato Azione di supporto didattico – metodologico ai docenti. Operazioni di monitoraggio. Altre figure di supporto Coordinatore commissione accoglienza /orientamento Figura strumentale per l’autovalutazione d’istituto Docenti per le attività di sostegno Coordinatori di classe Personale ATA STUDENTI Sono i primi protagonisti di tutte le iniziative, pertanto hanno il diritto di essere informati in modo chiaro riguardo alla più efficace modalità di apprendimento e alle strategie che verranno applicate per aiutarli ad ottenere il massimo dalle loro potenzialità, compresa l’adozione di misure compensative e dispensative, nell’ottica di una didattica personalizzata/individualizzata. Sarà loro dovere impegnarsi nel lavoro scolastico. FAMIGLIA Sarà chiamata a formalizzare con la scuola un patto educativo/formativo nel rispetto della privacy e della riservatezza del caso; autorizzerà tutti i Docenti del Consiglio di Classe ad applicare ogni strumen- to compensativo e ogni strategia dispensativa ritenuta idonea, prevista dalla normativa vigente e tenu- to conto delle risorse disponibili. Inoltre: Sosterrà la motivazione e l’impegno dello studente nel lavoro scolastico, a casa; verificherà che i compiti assegnati vengano svolti in modo regolare; che lo studente porti a scuola i materiali scolastici necessari; gratificherà l’acquisizione di un sempre maggiore grado di autonomia nella gestione dei tempi di studio, dell’impegno scolastico e delle relazioni con i docenti; terrà conto del valore formativo delle singole discipline oltre a considerarne l’aspetto puramente valutativo. 7
CONSIGLIO DI CLASSE All’inizio dell’anno acquisisce informazioni sugli studenti in ingresso con disabilità o con DSA certi- ficati, attraverso la lettura della documentazione prodotta dalla scuola di provenienza e attraverso la presentazione a cura del docente di sostegno assegnato alla classe; definisce le modalità più consone per favorire l’accoglienza e promuovere un primo grado di socia- lizzazione; suggerisce comportamenti e buone pratiche utili ad ogni insegnante in favore dell’integrazione de- gli studenti con disabilità; in collaborazione con la famiglia e con gli operatori dell’ASL, attiva il percorso individualizzato e personalizzato per l’alunno con BES, attraverso la stesura del PEI/PDP. Il documento dovrà essere firmato dal Dirigente Scolastico o da un suo delegato, dai docenti e dalla famiglia. cura l’organizzazione oraria delle attività da svolgere in classe in presenza o in assenza del docente di sostegno e indica gli argomenti e gli obiettivi da raggiungere, per gli alunni certificati, nelle varie aree disciplinari; pianifica e organizza uscite didattiche e viaggi di istruzione tenendo conto delle caratteristiche dei ragazzi con disabilità; si occupa delle verifiche periodiche del PEI/PDP. In presenza di studenti con BES non certificati, il Consiglio di Classe dovrà indicare in quali altri casi si rende necessaria l’adozione di una didattica personalizzata e verbalizzerà le decisioni prese sulla base di valide considerazioni psicopedagogiche e didattiche. Anche in questo caso il PDP recherà la firma, del Dirigente Scolastico o di un suo delegato, dei Docenti e dovrà essere autorizzato dalla famiglia. GLI (GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE) Nella nostra scuola già da diversi anni opera il GLI, composto da: Dirigente Scolastico, Insegnanti di so- stegno e curriculari, genitori e operatori ASL. Ai compiti previsti dall’art. 15 comma 2 della Legge 104/92 si aggiungono anche le problematiche lega- te ai BES. A tale scopo i suoi componenti verranno integrati con tutte le figure di coordinamento pre- senti nella scuola o quanti con esperienza o formazione specifica possono trasferire, all’intero corpo docente, la capacità di rilevare e intervenire sulle criticità all’interno delle classi, nonché assicurare la comunicazione puntuale delle azioni di miglioramento intraprese. Il gruppo di lavoro così formato prende il nome di “Gruppo di Lavoro per l’Inclusione”. Di seguito le attività che è chiamato a svolgere: rilevazione dei BES presenti nella scuola, inclusi i DSA; monitoraggio e valutazione del livello di inclusività nella scuola; elaborazione, aggiornamento e verifica del Piano Annuale per l’inclusione di tutti gli alunni con BES, da redigere alla fine di ogni anno scolastico; focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di ge- stione delle classi; formulazione di proposte in merito alla richiesta e all’assegnazione delle risorse per l’integrazione, in base alle indicazioni degli insegnanti di sostegno e della Dirigenza che cono- scono i casi individuali; promuove azioni di sensibilizzazione degli studenti, dei genitori, del territorio; propone al Dirigente Amministrativo e al Consiglio d’Istituto l’acquisto di attrezzature, sussidi e materiale didattico destinati alle attività di sostegno, in base alle indicazioni dei docenti di so- stegno; stabilisce le linee guida per l’inclusione degli alunni con BES, per stilare i PEI e i PDP; formula progetti di accoglienza per gli alunni nuovi iscritti. Nel mese di giugno discute e recepisce la proposta di “Piano Annuale per l’inclusione”. Nel mese di settembre adatta la proposta di Piano Annuale per l’inclusione in base alle risorse assegnate alla scuola. 8
MODALITA’ DI SUPPORTO ALL’APPRENDIMENTO DEGLI ALUNNI CON BES Per aiutare gli studenti con BES a raggiungere obiettivi importanti sia dal punto di vista dell’apprendimento che dal punto di vista comportamentale è necessario che le modalità di intervento tengano conto dei materiali da utilizzare, degli accorgimenti didattici interattivi e delle prestazioni degli studenti. MATERIALI utili per rinforzare le abilità di apprendimento degli studenti con difficoltà: Lim (lavagna interattiva multimediale; PC con videoproiettore; IPAD; Strumenti per l’audio: registratore, CD, MP3; Software specifici (mappe scaricabili gratuitamente); Sintesi vocale (scaricabile gratuitamente); Evidenziatori di vario colore; ACCORGIMENTI DIDATTICI INTERATTIVI Presentazione di piccole quantità di lavoro; Lettura ad alta voce (eseguita dal docente o dai compagni); Schemi, riassunti, appunti e mappe concettuali (a cura dei docenti o dei compagni); Combinazione simultanea di informazioni verbali e visive; Indicazione delle parole chiave alla lavagna prima di una nuova spiegazione; Fornire istruzioni in piccole fasi sequenziali; Ripetizione della consegna, in piccole sequenze, una sequenza per volta semplificata; Mantenimento delle routine giornaliere; Ripasso giornaliero: il ripasso giornaliero degli apprendimenti precedenti, aiuta gli studenti a colle- gare le informazioni nuove con quelle pregresse; Aumento del tempo a disposizione; Abitudine a porre quesiti “dal posto” per monitorare gli apprendimenti; Incoraggiare la realizzazione e l’uso di schemi propri; Affiancamento per lo studio pomeridiano; Modificazione delle prove di ascolto delle lingue straniere adottando strategie differenti, specifi- che per ogni singolo individuo. Fornire e favorire l’uso di schemi, mappe mentali e mappe concettuali, anche su supporto digitaliz- zato e incentivarne l’uso durante le interrogazioni per favorire l’esposizione; Permettere allo studente di esercitarsi in situazioni simulate con il compagno nel ruolo dell’insegnante; Astenersi dal richiedere uno studio mnemonico e nozionistico con termini tecnici difficili o parole di bassa frequenza da ricordare; Prestare attenzione alla gestione del diario (insegnanti); Prestare attenzione alla gestione del tempo (genitori); Adottare un libro di testo utilizzabile con la LIM. E’ bene sottolineare che: le mappe mentali aiutano a ridurre, memorizzare, studiare; sono utili per ri- passare, in occasione di test scritti o orali; favoriscono un’esposizione fluente; rappresentano una trac- cia di testo. Naturalmente occorre insegnare come si costruiscono. Più difficili, e quindi meno fruibili per i DSA, le mappe concettuali, le rappresentazioni grafiche di con- cetti sinteticamente espressi attraverso parole, nodi, frecce. I DSA devono superare la sofferenza psicologica che li caratterizza e vincere gli ostacoli, anche median- te l’uso di strumenti, sotto la guida attenta dei docenti e dei familiari. E’ opportuno ricordare che ogni strategia adottata non è utile solo ai soggetti con BES ma rappresenta un vantaggio per tutti gli allievi poiché stimolano l’attenzione, rendono più partecipi gli studenti e 9
coinvolgono più che una lezione frontale. In questa ottica l’alunno non è il ricevitore passivo di conte- nuti ma diventa coprotagonista dell’azione educativa. Agli accorgimenti didattici interattivi è necessario affiancare alcune MISURE DISPENSATIVE, pertanto è opportuno nei casi di DSA e non solo, evitare: La lettura a voce alta; La stesura di appunti; La ricopiatura di testi o espressioni matematiche; Lo scrivere sotto dettatura; L’uso del corsivo; Le domande di difficile interpretazione o con doppia negazione; Alcune tipologie di esercizi (per es. la traduzione dall’italiano in inglese, la trasformazioni di frasi, la semplice applicazione meccanica della struttura grammaticale); La enunciazione di definizioni grammaticali teoriche. PRESTAZIONI DEGLI STUDENTI Cambiare la modalità di risposta: gli studenti che hanno difficoltà nella risposta motoria fine, come ad es. nella grafia, la modalità di risposta può essere cambiata attraverso la sottolineatura, la scel- ta fra risposte multiple, selezionare e marcare la risposta corretta; Consegnare uno schema della lezione può aiutare alcuni studenti a seguire la lezione più facilmen- te e con successo, a prendere appunti in modo più appropriato e a fare domande pertinenti al momento giusto; Incoraggiare l’uso di organizzatori grafici utilizzando i seguenti step: a) fare una lista degli argomenti sulla prima linea; b) collezionare e dividere le informazioni sotto ogni titolo e farne una lista; c) organizzare tutte le informazioni sotto delle aree e sottotitolarle; d) inserire queste informazioni nell’organizzatore grafico; Posizionare lo studente vicino all’insegnante, alla lavagna, all’area di lavoro, lontano da suoni, ma- teriali e oggetti distraenti; Incoraggiare l’uso di calendari per le valutazioni; Ridurre l’atto del copiare dando informazioni ed attività in opuscoli o fogli di lavoro; Usare asterischi o puntini per indicare i problemi o le attività che contano di più per aiutare lo stu- dente a organizzare bene il tempo durante le prove di valutazione; Creare fogli di lavoro gerarchici, dal più facile al più difficile, poiché il successo immediato aiuta lo studente a continuare il lavoro; Permettere l’uso di ausili didattici quali: strisce di lettere o numeri per aiutarli a scrivere corretta- mente, linea dei numeri, tavole pitagoriche, calcolatori e calcolatrici facilitano il compito una volta che lo studente ha capito e scelto l’operazione da fare; Permettere l’apprendimento mediato tra pari ovvero soggetti di diverso livello di abilità possono leggere ad alta voce l’uno e l’altro, scrivere storie o condurre esperimenti di laboratorio, inoltre un compagno può leggere un problema di matematica ad un soggetto con DSA che cerca di risolverlo; Incoraggiare la condivisione degli appunti, questo aiuta gli studenti che hanno difficoltà nel pren- dere appunti a concentrarsi sulla presentazione delle lezioni; Usare in modo flessibile il tempo di lavoro scolastico: agli alunni che lavorano in modo lento può essere dato un po’ di tempo in più per completare le attività scritte oggetto di valutazione; Prevedere pratiche addizionali per gli studenti che hanno bisogno di una differente quantità di pra- tica per acquisire padronanza, abilità o contenuti o per apprendere in modo fluente; Cambiare o adattare le modalità valutative: può essere permesso di completare un progetto inve- ce di una interrogazione orale e viceversa. Se uno studente ha problemi di scrittura l’insegnante può permettergli di sottolineare la risposta giusta e dare una motivazione orale piuttosto che scri- verla su un foglio. 10
Le modalità di valutazione degli alunni faranno riferimento a: Tutte le procedure di valutazione usate per promuovere l’apprendimento di tutti gli alunni; Tutti gli alunni partecipano a pieno titolo a tutte le procedure di valutazione; I bisogni degli alunni sono considerati e tenuti in considerazione nel contesto generale e particolare delle politiche specifiche in essere per la valutazione degli alunni; Tutte le procedure di valutazione hanno lo scopo di valorizzare la differenza attraverso l’identificazione e la valutazione dei processi e dei miglioramenti dell’apprendimento; Le procedure di valutazione sono coerenti e coordinate nella prospettiva dell’obiettivo di potenzia- re l’apprendimento e l’insegnamento; La valutazione inclusiva ha l’obiettivo esplicito di prevenire la segregazione evitando – quanto più possibile – l’etichettatura e concentrando l’attenzione sulle pratiche dell’apprendimento e dell’insegnamento che promuovono l’inclusione nelle classi comuni; ISTRUZIONE DOMICILIARE L’istruzione domiciliare ha la finalità di intervenire per rimuovere ostacoli che impediscono la fruizione di attività educative di competenza specifica della scuola, garantire contestualmente il diritto allo stu- dio e il diritto alla salute. Gli obiettivi si prefiggono di limitare il disagio e l’isolamento sociale dovuto allo stato di salute con proposte educative mirate a soddisfare il bisogno di apprendere, conoscere e comunicare, agevolare la prospettiva del reinserimento nel percorso scolastico e curare l’aspetto socializzante della scuola. Gli obiettivi educativi e didattici mirano a sviluppare abilità cognitive e conoscenze disciplinari fissati dai vigenti Programmi Ministeriali compatibilmente con lo stato di salute dell'alunno, favorire lo svi- luppo della creatività soddisfare l’esigenza del “fare” dell’alunno e incrementare la motivazione allo studio attraverso le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie. A tal uopo è stato predisposto un format per la richiesta da parte del genitore e un fac-simile di formu- lario di progetto. L’allegato del progetto Istruzione domiciliare fa parte integrante del presente P.A.S. INCLUSIONE SOCIO LAVORATIVO DELLE PERSONE CON DISABILITÀ Il Decreto Legislativo n.151/2015 modifica la Legge 68/1999 con l’obiettivo di sostenere l’inclusione socio-lavorativa anche attraverso una semplificazione delle procedure esistenti. In particolare la norma prevede l’adozione di nuove linee guida in materia di collocamento mirato delle persone con disabili- tà, che integrano i vari soggetti coinvolti e valutano in maniera onnicomprensiva tutti gli aspetti atti- nenti all’inserimento. L’obiettivo è omogeneizzare le varie pratiche già esistenti sul territorio. Nel dettaglio, i principi a cui si ispireranno le linee guida sono: la promozione di una rete integrata con i servizi sociali, sanitari, educativi e formativi del terri- torio, nonché con l’INAIL, per favorire l’accompagnamento e il supporto della persona con di- sabilità durante il suo percorso d’inserimento; la promozione di accordi territoriali che vedano il coinvolgimento dei vari stakeholder, orga- nizzazioni sindacali dei lavoratori e associazioni datoriali comparativamente più rappresentati- ve sul piano nazionale, cooperative sociali, associazioni delle persone con disabilità e i loro fa- miliari, organizzazioni del terzo settore operanti nel campo. l’istituzione di un responsabile dell’inserimento lavorativo nei luoghi di lavoro che si occuperà di predisporre progetti personalizzati per le persone con disabilità e di risolvere i problemi le- gati alle condizioni di lavoro dei dipendenti con disabilità; Di seguito: 1. uno schema riassuntivo che analizza i punti di forza e di criticità e individua gli obiettivi di in- cremento dell’inclusività proposti per l’intero anno scolastico; 11
PROCEDURA D’INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA ALUNNI BES (H-DSA-BES). NELL’AMBITO ESPERIENZA SCUOLA – LAVORO DELL’IISS CALLERI Vista la necessità di dover regolare la procedura d’inclusione socio-lavorativa nell’ambito dell’esperienza ASL per gli alunni BES (H-DSA-BES), il GLI dell’Istituto Calleri suggerisce ai singoli Consigli di Classe di adottare la seguente procedura. Tale procedura è soggetta a continuo monitoraggio ed alle necessarie modifiche e integrazioni susseguenti le esperienze che via via si vanno ad effettuare. Le indicazioni hanno l’obiettivo di ipotizzare dei percorsi triennali personalizzati che possono soddisfare al contempo le esigenze degli alunni BES e la normativa vigente. Le normative vigenti (Decreto Lgs. 15 aprile 2005, n.77: “Definizione delle norme generali relative all’alternanza; Legge 107/2015) prevedono che dal terzo anno degli istituti secondari superiori, gli stu- denti inseriti nei percorsi curriculari diurni debbano svolgere almeno 400 ore per gli Istituti tecnici e pro- fessionali ed almeno 200 ore nei licei. Le linee guida rilasciate dal MIUR per le esperienze di ASL prevedono che per i soggetti disabili, i periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro sono dimensionati in modo da promuovere l’autonomia anche ai fini dell’inserimento nel mondo del lavoro. E’ indispensabile però che siano adottate delle procedure diversificate in base alle necessità degli alunni BES. Per quanto riguarda gli alunni DSA e BES propriamente detti (esclusi i soggetti diversabili), i percorsi di ASL devono essere correlati ai singoli PDP. Pertanto i Consigli di Classe personalizzeranno i progetti in funzione delle specifiche necessità dei soggetti: - adottando le misure compensative e dispensative previste nei PDP; - scegliendo (nell’ambito delle disponibilità possibili) contesti socio- lavorativi idonei alle necessità dei soggetti. I tutor formativi interni informeranno le strutture ospitanti chiedendone anticipatamente la disponibilità e stipulando le successive convenzioni. In questo caso i tutor formativi aziendali saranno formati ed in- formati dall’istituzione scolastica, sulle modalità di pieno inserimento lavorativo consone ai singoli PDP. Nel caso dei soggetti DSA e BES propriamente detti, non si prevedono riduzioni quantitative rispetto alle previsioni normative. In presenza di monitoraggi e rilevazioni che possono evidenziare difficoltà di diver- sa natura, i CdC possono modificare i progetti in itinere determinando una diversa distribuzione delle ore presso le strutture ospitanti e delle ore di lezioni frontali a scuola. Al termine di ogni anno scolastico si procederà a un monitoraggio finale che dovrà, non solo certificare le competenze acquisite ma anche ipotizzare una diversa o eventuale rimodulazione del progetto per gli anni successivi. Per quanto riguarda i soggetti disabili possiamo individuare tre possibili ipotesi di procedura d’inclusione correlate con le tipologie di diverse abilità: 1. Nel caso di alunni sensoriali che seguono la programmazione curriculare, la procedura d’inclusione può essere del tutto assimilata a quella sopra citata. Sono ovviamente da attenzio- nare le maggiori difficoltà concernenti la sicurezza sul lavoro e una osservazione attenta e pre- ventiva da parte dei tutor formativi interni sugli ambienti lavorativi dove si espletano le espe- rienze di ASL. Il GLI suggerisce che in tali casi possa essere opportuno che gli alunni con difficoltà sensoriali svolgano l’esperienza insieme ad altri alunni della stessa classe ovviando in tal modo a piccole difficoltà logistiche e relazionali. 2. Nel caso di alunni che seguono la programmazione per obiettivi minimi, i progetti possono esse- re adattati sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. In una prima applicazione (anno terzo) si può ipotizzare di applicare lo stesso progetto degli altri studenti della classe. Pur tutta- via nell’ambito di un monitoraggio intermedio da parte sia del tutor formativo interno che dell’insegnante di sostegno, se dovessero emergere difficoltà tali da compromettere la serenità del soggetto diversamente abile, il progetto si potrà rimodulare quantitativamente e qualitati- vamente. In tali occasioni possono essere individuati contesti lavorativi differenti e modalità di distribuzio- ne delle ore personalizzate. Nell’ambito del monitoraggio finale e della certificazione delle com- petenze acquisite, il Consiglio di Classe può individuare ipotesi di prosecuzione differenti per gli anni successivi. 3. Per i soggetti con programmazione differenziata, il GLI suggerisce una procedura capovolta ri- spetto ai soggetti del punto 2. Si ipotizza un approccio triennale graduale che possa, anche in 12
concordia e condivisione con le famiglie, prospettare una non necessità di effettuare le espe- rienze di ASL. Essendo precipua volontà di tale istituzione individuare possibili esperienze di in- clusione lavorativa che preludano ad un futuro e pieno inserimento del soggetto disabile, il GLI del Calleri suggerisce di individuare modalità e contesti lavorativi coerenti con i PEI dei soggetti. Il GLI suggerisce di avviare l’esperienza di ASL al terzo anno con un numero di ore ridotto da de- finire nel CdC, in contesti lavorativi semplificati in grado di accogliere i soggetti in esame e con la presenza costante dell’insegnante di sostegno. Nel caso in cui la condivisione della progettualità con le famiglie determini una non opportunità di attivare l’esperienza di ASL al terzo anno, il CdC provvederà a fare firmare una dichiarazione temporanea di rinuncia da parte delle famiglie. Tale dichiarazione si intende temporalmente va- lida per l’anno in corso e soggetta a una diversa valutazione in funzione della crescita del sogget- to disabile. Nel caso in cui invece l’esperienza di ASL del terzo anno venga ad essere espletata, il tutor for- mativo interno insieme all’insegnante di sostegno e all’intero Consiglio di Classe produrrà una relazione che dovrà attestare le competenze acquisite nell’esperienza ed ipotizzare successive fasi di inclusione socio-lavorativa in contesti più complessi sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. E’ ovvio che nel caso di valutazioni negative che possano determinare difficoltà di qualunque tipo nella crescita del soggetto disabile, le esperienze possono e debbono essere ri- modulate. Si rammenta che essendo l’ASL attività curriculare, coerentemente con la programmazione dif- ferenziata, l’attestazione rilasciata alla fine del percorso triennale, costituirà credito formativo ai sensi dell’art.15 dell’O.M 90/2001. Pur tuttavia l’istituzione protende ad individuare in tal modo spazi, contesti e ambienti che possano agevolare l’orientamento dell’inclusione socio-lavorativa dei soggetti diversamente abili, favorendo così un migliore approccio delle istituzioni e delle fa- miglie nelle fasi successive a quelle scolastiche. 13
Piano Annuale per l’Inclusione Parte I – analisi dei punti di forza e di criticità A. Rilevazione dei BES presenti: n° 1. disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3) 40 minorati vista / minorati udito 1 Psicofisici 39 2. disturbi evolutivi specifici DSA 1 ADHD/DOP / Borderline cognitivo / Altro / 3. svantaggio (indicare il disagio prevalente) / Socio-economico / Linguistico-culturale / Disagio comportamentale/relazionale / Altro 5 Totali 46 % su popolazione scolastica / Nel calcolo totale della popolazione scolastica non vengono considerati gli alunni della Casa circondariale di Noto e gli alunni per l’istruzione degli adulti di Pachino e Rosolini N° PEI redatti dai consigli di classe 40 N° di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione sani- 5 taria N° di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di certificazione sanita- 1 ria B. Risorse professionali specifiche Prevalentemente utilizzate Sì / No in… Insegnanti di sostegno Attività individualizzate e di Si piccolo gruppo Attività laboratoriali inte- Si grate (classi aperte, labora- tori protetti, ecc.) AEC Attività individualizzate e di No piccolo gruppo Attività laboratoriali inte- No grate (classi aperte, labora- tori protetti, ecc.) Assistenti alla comunicazione Attività individualizzate e di No piccolo gruppo Attività laboratoriali inte- No grate (classi aperte, labora- tori protetti, ecc.) Collaboratori del Dirigente 8 Referenti di Istituto (disabilità, DSA, N° 2 Sede P. Calleri Pachino 4 N° 2 Sede coordinata Rosolini BES) Psicopedagogisti e affini esterni/interni 1 Docenti tutor/mentor / Altro: / Altro: / 14
C. Coinvolgimento docenti curricolari Attraverso… Sì / No Partecipazione a GLI Si Rapporti con famiglie Si Tutoraggio alunni Si Coordinatori di classe e simili Progetti didattico- educativi a prevalente Si tematica inclusiva Altro: / Partecipazione a GLI Si Rapporti con famiglie Si Tutoraggio alunni Si Docenti con specifica formazione Progetti didattico- educativi a prevalente Si tematica inclusiva Altro: / Partecipazione a GLI Si Rapporti con famiglie Si Tutoraggio alunni No Altri docenti Progetti didattico- educativi a prevalente Si tematica inclusiva Altro: / Assistenza alunni disabili Si D. Coinvolgimento personale Progetti di inclusione / laboratori in- Si ATA tegrati Altro: / Informazione /formazione su genito- Si rialità e psicopedagogia dell’età evo- lutiva Coinvolgimento in progetti di inclu- Si E. Coinvolgimento famiglie sione Coinvolgimento in attività di promo- Si zione della comunità educante Altro: / Accordi di programma / protocolli di Si intesa formalizzati sulla disabilità Accordi di programma / protocolli di Si intesa formalizzati su disagio e simili F. Rapporti con servizi Procedure condivise di intervento Si sociosanitari territoriali e sulla disabilità istituzioni deputate alla Procedure condivise di intervento su Si sicurezza. Rapporti con CTS disagio e simili / CTI Progetti territoriali integrati Si Progetti integrati a livello di singola Si scuola Rapporti con CTS / CTI Si Altro: / Progetti territoriali integrati Si G. Rapporti con privato sociale Progetti integrati a livello di singola Si e volontariato scuola Progetti a livello di reti di scuole Si Strategie e metodologie educativo- Si didattiche / gestione della classe H. Formazione docenti Didattica speciale e progetti educati- Si vo-didattici a prevalente tematica in- 15
clusiva Didattica interculturale / italiano L2 Si Psicologia e psicopatologia dell’età Si evolutiva (compresi DSA, ADHD, ecc.) Progetti di formazione su specifiche Si disabilità (autismo, ADHD, Dis. Intel- lettive, sensoriali…) Altro: / Sintesi dei punti di forza e di criticità rilevati*: 0 1 2 3 4 Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo X Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiorna- X mento degli insegnanti Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive; X Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della X scuola Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della x scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti; Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel parteci- pare alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività edu- x cative; Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di X percorsi formativi inclusivi; Valorizzazione delle risorse esistenti x Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la rea- X lizzazione dei progetti di inclusione Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il X successivo inserimento lavorativo. Altro: Altro: * = 0: per niente 1: poco 2: abbastanza 3: molto 4 moltissimo Adattato dagli indicatori UNESCO per la valutazione del grado di inclusività dei sistemi scolastici Approvato dal Gruppo di Lavoro per l’Inclusione. PACHINO 30/05/2018 Deliberato dal Collegio dei Docenti. PACHINO 14/06/2018 Il Dirigente Scolastico Prof. Giuseppe Morana Firma autografa sostituita a mezzo stampa ai sensi dell’articolo 3, comma 2, del D.lgs n. 39 del 1993 16
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