Parlare futuro con Enrica Bonaccorti, "Il Condominio" al di là del bene e del male - Il ...

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Parlare futuro con Enrica Bonaccorti, "Il Condominio" al di là del bene e del male - Il ...
Parlare futuro con Enrica
Bonaccorti, “Il Condominio”
al di là del bene e del
male
                    PARLARE FUTURO 2020
               AL DI LÀ DEL BENE E DEL MALE
                    ULTIMO APPUNTAMENTO
             ENRICA BONACCORTI – IL CONDOMINIO
                LORETO – SALA DEL CONSIGLIO
                 5 FEBBRAIO 2020 – H 21,15
Parlare Futuro 2020 conclude il suo girovagare, il suo
intenso cercare che cosa possa esserci per l‘essere umano
al giorno d‘oggi, una volta che sia riuscito ad arrivare,
come diceva il filosofo Friedrich Wilhelm Nietzsche, al di
là del bene e del male. Per questo ultimo appuntamento che
conclude il percorso di Parlare Futuro, é stata scelta una
cittá speciale ed emblematica, simbolo stesso dell‘arrivo a
destinazione, del rifugio, della quadratura del cerchio,
ovvero Loreto, la cittá dell‘approdo della Santa Casa, ove
presso la Sala del Consiglio, il 5 Febbraio 2020 alle ore
21,15, sará ospite la celebre attrice, presentatrice
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televisiva e scrittrice Enrica Bonaccorti, che presenterá
il suo punto di vista al di là del bene e del male tramite
il suo recente e tagliente romanzo, Il Condominio.
La   Bonaccorti,   savonese   di   nascita,   ma   romana   poi
d’elezione, ha iniziato la sua brillante carriera di
attrice in teatro, con ruoli brillanti nella compagnia
teatrale di Domenica Modugno e Paola Quattrini, come Mi é
cascata una ragazza nel piatto, e ha poi evoluto i propri
punti forti nella partecipazione a programmi radio, come
l’Uomo della Notte, per passare poi da artista più matura e
scrittrice a televisione e cinema, facendo interessanti
apparizioni in film come Cagliostro e Prima della Lunga
Notte, e conducendo poi tra Rai e Mediaset programmi
televisivi di grande successo come Italia sera, Pronto, chi
gioca?, Cari Genitori, Non è la Rai, I Fatti Vostri e Buona
Domenica.
All’inizio del nuovo millennio ha scelto di tornare alla
radio con alcuni programmi freschi e provocatori di Radio
Rai, come Ipocrity Correct e Me Anziano Youtuber, e di
dedicarsi più attivamente alla scrittura, infatti dopo La
Pecora Rossa e L’Uomo Immobile, Il Condominio è il suo
terzo romanzo.
È proprio tramite il protagonista di quest’ultimo romanzo,
Cico, che la Bonaccorti racconterà la sua riflessione su
cosa possa essere l’essere umano quando arriva alla
completa apatia, al completo superamento e rifiuto di cosa
sia il bene e che cosa il male. Cico é un giovane senza
problemi finanziari, vive di rendita e nel rifiuto più
totale del contatto con gli altri, abbraccia
silenziosamente la filosofia del martello tagliando ponti e
contatti con tutti. Cico in realtà nella solitudine e
nell’equilibrio assoluto cerca la libertà da una società
che non rappresenta e comprende più la sua esistenza
singolare e il suo modo di pensare che tende alla calma
assoluta. Il caso però vuole che la società non condivida
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la sua ricerca zen, e, tramite vicine dolcissime e
grattacapi, il condominio diventa un esperimento, un nuovo
modo di fare rete, intrecciare rapporti e pensare nuove
regole condivise al di là del bene e del male.

Nicla Vassallo, “Al di là
del   bene  e  del  male:
Gender”
              PARLARE FUTURO 2020 – AL DI LÁ DEL BENE E DEL MALE

                                NICLA VASSALLO

     AL DI LÁ DEL BENE E DEL MALE: PRELUDIO DI UNA FILOSOFIA DELL’AVVENIRE

                       MONTECOSARO – TEATRO DELLE LOGGE

                           30 GENNAIO 2020 – H 21,15

Parlare Futuro giunge al suo quarto appuntamento, sempre sfiorando con le dita

il fil rouge che guida i passi di questa nuova edizione della rassegna, ovvero

il provocatorio e nietzschano concetto di Al di là del bene e del male. Cosa

infatti rimane dell’essere umano una volta che ci si è liberati dei concetti e

preconcetti sociali e culturali su ciò che è bene e ciò che è male? Vi é solo

un’infinita libertà o un infinito spaesamento in questo raggiungimento, e saprá

ogni uomo trovare la sua maniera di far sí che „il peso di tutte le cose debba

essere ristabilito di nuovo“, o sará una faccenda da superuomini, a cui la
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maggior parte degli essere umani non saprá far fronte?

Questa volta a rispondere a suo modo alla domanda sará la celebre filosofa e

scrittrice Nicla Vassallo, che terrá una lectio magistralis dal titolo Al di là

del bene e del male: Gender il 30 gennaio, alle ore 21,15, presso il Teatro

delle Logge di Montecosaro.

Nicla Vassallo, nata ad Imperia nel 1963, si é laureata in filosofia

all’Universitá di Genova. Dopo una specializzazione al King’s College di Londra,

dove si é dottorata e dove é diventata reserch fellow, torna in Italia,

insegnando filosofia ed epistemologia all’Universitá Vita Salute-San Raffaele di

Milano   prima,   e   divenendo   professore   ordinario   di   Filosofia   Teoretica

all’Universitá di Genova poi. Da sempre interessata alla filosofia teoretica,

alla teoria della conoscenza e alle filosofie femministe, ha scritto saggi di

grande intensitá, quali Per Sentito dire: conoscenza e testimonanza, Piccolo

trattato di epistemologia e Filosofia delle donne. Corrispondente per Il Fatto

Quotidiano, l’Unitá, Il Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore e Il Venerdí di

Repubblica, ama scrivere con raziocinio e riflessione, nonchè il valore della

riflessivitá come tratto distintivo dell‘umanitá. Non quindi amica del

filosofare con il martello nietzschano, racconterá proprio della sua riflessione

sul filosofo e sulla sua profonda connessione con il presente, in cui il fare

filosofia con randellate e martello mette le pericolose basi di una impietosa

umanitá dell’avvenire.
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Parlare Futuro al di là del
bene e del male: Franco
Arminio, “L’infinito senza
farci caso”
    PARLARE FUTURO 2020 – AL DI LÀ DEL BENE E DEL MALE
                   SECONDO APPUNTAMENTO
       FRANCO ARMINIO – L‘INFINITO SENZA FARCI CASO
       PORTO RECANATI – CASTELLO SVEVO (PIANO TERRA)
                 23 GENNAIO 2020 – H 21,15
Parlare Futuro 2020, dopo la straordinaria apertura con
Umberto Galimberti,e l’intervento luminoso di Marcello
Veneziani, continua la sua corsa provocatrice alla ricerca
di ciò che può definirsi Al di là del bene e del male.
Friedrich Nietzsche, autore dell’omonimo saggio filosofico
e provocatore per eccellenza nell’immaginario comune, è
proprio colui che propone di fare filosofia col martello,
di distruggere tutto ciò che costituisce la base culturale
della nostra società perché non più rappresentativo
dell’identità del singolo, in nome della necessità che “i
pesi di tutte le cose devono essere ristabiliti di nuovo”?
Ma è qualcosa di cui tutti sono capaci, o un affare da
superuomini/Übermenschen? E soprattutto quali saranno le
conseguenze che, come dice lo stesso Nietzsche in Al di là
del bene e del male, “ci prendono per i capelli, del tutto
indifferenti al fatto che nel frattempo si sia migliorati”?
Stavolta a dare una risposta a questa domanda sarà il poeta
Franco Arminio che, il 23 Gennaio alle ore 21,15 a Porto
Recanati presso il Castello Svevo, a piano terra, animerà
una vivace serata poetica dall’emblematico titolo
L’infinito senza farci caso.
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Nato in Campania, a Bisaccia, nel 1960, dove tutt’ora vive,
Franco Arminio é documentarista, giornalista, scrittore e
soprattutto poeta, si definisce però “paesologo”, ovvero
esperto delle realtà dei piccoli comuni italiani. Vocato al
viaggio e alla lirica, collabora con testate come Il
Manifesto e Il Mattino, con un blog dal titolo Comunità
Provvisorie, e scrive raccolte di poesie dove racconta le
realtà cittadine attraverso le quali viaggia, raccogliendo
testimonianze anche dalle zone più disagiate, sulla vita,
sulla morte, sull’amore. Dopo le intense raccolte Cartoline
dai Morti e Geografia commossa dell’Italia interna,
dedicate ai paesi colpiti dal sisma negli anni, si dedica
ora alla riflessione sull’amore, l’infinito, il bene, il
male e tutto ciò che è al di la di essi con le raccolte
Resteranno i canti, Cedi la strada agli alberi e ora
L’infinito senza farci caso. In quest’ultima raccolta
Arminio si scaglia contro la società che cerca l’amore
senza però sapere cos’è, che vede e vuole ovunque il porno
e il sesso e non si sorprende di fronte al revenge porn che
porta all’omicidio/suicidio, ma poi si indigna davanti ad
una parola potenzialmente a doppio senso sui social
network, come ferita nel profondo dei suoi labili
sentimenti, una società insomma che vorrebbe mostrarsi al
di là del bene e del male sul tema amore, senza però avere
davvero idea di cosa esso sia, men che meno i suoi estremi.
Commenta Arminio “L’amore per essere nuovamente vivo deve
portare dentro l’infimo e l’immenso, non può stazionare
nelle righe dell’uomo intermedio. Dobbiamo riprendere a
oscillare verso gli estremi, l’amore è grande umiltà e
grande arroganza.”. L’amore come lo pensa Arminio è
riscoperta e medicina, è martello che abbatte vecchie
convinzioni di liberazione sessuale e di schiavitù del
vuoto di sentimenti, è, con le sue parole, intimità
provvisoria, che risveglia nel profondo l’umanità del
singolo e la fa sprigionare con delicatezza e violenza, una
Parlare futuro con Enrica Bonaccorti, "Il Condominio" al di là del bene e del male - Il ...
dolcezza vera che fa male, e da all’essere la vera
coscienza di cosa voglia dire amore “al di là del bene del
male”.
XXXXX, Assessore alla Cultura del Comune di Porto Recanati,
ha così accolto la seconda tappa di Parlare Futuro nella
propria città:
Oriana Salvucci, direttrice artistica della rassegna, ha
così definito la scelta del suo ospite per la città di
Porto Recanati, e il suo apporto ontologico e fattuale allo
sviluppo del fil rouge della rassegna: ” Franco Arminio è
una promessa mantenuta. Dopo Cedi La strada agli alberi e
Resteranno i Canti, la nuova raccolta possiede la stessa
forza e la stessa energia epifanica delle opere precedenti.
Una poesia buona come il pane, chiara come l’acqua, vuota e
piena come i paesi con il buco, gioiosa e dolorosa come la
vita, quella vita che si sente nella gola. Pochi sanno
parlare d’amore, di amori lievi e dolci o amori tempestosi
e tempestati. Franco Armnio ne è capace. La poesia è una
sorta di terapia all’amore, al dolore, alla vita. Franco
Arminio sembra urlare che la scrittura salva ed aiuta ad
uscire da se stessi per incontrare l’altro, uomo, donna,
paese, melo, terra, vita. La poesia è anche rivoluzione,
cambiamento, mutamento e sembra che finalmente le parole
abbiano un peso specifico quelle nei confronti della
piccola borghesia o quelle nei confronti dei giovani e
della loro atarassia senza godimento, o desiderio, o
passione. E l’età evanescente di cui parla in cui ,
talvolta, sembra che la vita schiuda il mistero. E la
mistica del corpo come riassunto dell’universo, ma vorrei
svelarvi un segreto, la poesia non si commenta , ma si
legge e vi auguro di poterla amare di un amore feroce ed
inaddomesticato come il mio.”
Parlare futuro con Enrica Bonaccorti, "Il Condominio" al di là del bene e del male - Il ...
Parlare Futuro al di là del
bene e del male: Marcello
Veneziani, “Dispera bene”
                    PARLARE FUTURO 2020
               AL DI LÀ DEL BENE E DEL MALE
                    TERZO APPUNTAMENTO
             MARCELLO VENEZIANI – DISPERA BENE
                 18 GENNAIO 2020 – H 17:00
                SARNANO – LOGGE DI VIA ROMA
Sarnano – Dopo il grande successo del primo appuntamento
con Umberto Galimberti , Parlare Futuro continua la sua
ricerca su cosa sia al di là del bene e del male, con le
riflessioni stavolta di un altro filosofo, ovvero Marcello
Veneziani, che sarà ospite della rassegna sabato 18
gennaio, alle ore 17, presso le Logge di via Roma a Sarnano
con un accattivante intervento dal titolo Dispera bene.
Dopo aver ricercato con Umberto Galimberti cosa significhi
“fare filosofia col martello” alla maniera di Nietzsche e
aver visto cosa resta dell’uomo del suo valore assoluto ed
emotivo dopo che egli ha gettato via tutto un sistema
socio-culturale di valori non più significativi per lui,
divenendo un essere al di là del bene e del male, ora viene
da chiedersi come, da nietzschana citazione, “i pesi di
tutte le cose devono essere nuovamente determinati”. A
questa domanda sembra proprio rispondere Marcello
Veneziani, autore di un libro davvero importante dal titolo
Dispera bene, che sarà alla base del suo intervento a
Parlare Futuro.

Veneziani, nato a Bisceglie nel 1955, si è laureato in
filosofia all’Università degli Studi di Bari Aldo Moro nel
1979 e ha sempre sviluppato un grande interesse per la
filosofia di stampo tradizionalista, che vede i valori
tradizionali, gerarchici e spirituali, come centrali per la
strutturazione della società civile.
Accanto a vari studi e pubblicazioni riabilitativi
sull’opera del filosofo tradizionalista per antonomasia ed
esoterista Julius Evola, ha iniziato parallelamente la
carriera di giornalista, scrivendo per Il Tempo, Il
Giornale d’Italia, Il Giornale, Repubblica, Il Messaggero,
La Stampa, Il Secolo d’Italia, Il Resto del Carlino e Il
Giorno, all’insegna della ricerca sullo stato di salute dei
valori tradizionali nella società italiana e
contemporaneamente all’insegna della provocazione in difesa
della tolleranza nella riflessione filosofica e politica
del nostro paese. Cura inoltre da decenni l’edizione di
mezzanotte del Giornale-Radio Rai e partecipa come
commentatore a molti programmi della rete ammiraglia.
Nei suoi articoli, nei suoi volumi filosofici e nelle sue
inchieste racconta e riflette sullo stato dei valori
tradizionali nella società attuale e nella politica e del
loro valore intrinseco, soprattutto nei confronti di una
globalizzazione annientante per il rispetto dell’uomo in
sé.
A Parlare Futuro aprirà un interessante e provocatorio
dibattito col pubblico a partire da alcune riflessioni
sviluppate nel suo volume Dispera Bene, un libro dedicato
all’accettazione di un momento della nostra storia in cui
appunto tutti i valori tradizionali sembrano venir meno, e
alla necessità per ogni essere umano di reagire e costruire
un sistema di vita e di valori nuovo ed alternativo che
renda l’esistenza umana degna di tale nome anche senza
certezze, una sfida che non tarderà ad essere accettata
dall’interrogante e interessato pubblico di Parlare Futuro
2020.
Franco Ceregioli, Vicesindaco e Assessore al Turismo del
Comune di Sarnano, ha così salutato l’arrivo di Parlare
Futuro 2020 nella sua città: “E’ per Sarnano un grande
onore ospitare anche nel 2020 una tappa della rassegna
Parlare Futuro, peraltro con un personaggio di altissimo
profilo come Marcello Veneziani. Tra le molteplici attività
che l’amministrazione comunale sta portando avanti nel
segno del rilancio post sisma del nostro territorio, quelle
di stampo culturale rivestono sicuramente un rilevo
particolare perché ci consentono di completare un’offerta
turistica rivolta a tutte le fasce della popolazione.
Ringrazio la direttrice della rassegna, Oriana Salvucci,
per la graditissima collaborazione instaurata con il Comune
di Sarnano, che ci consentirà sicuramente di rinnovare
anche in futuro momenti di incontro e riflessione come
quello previsto a Sarnano per il prossimo 18 gennaio”.
La direttrice artistica della rassegna, Oriana Salvucci, ha
così commentato la partecipazione di Marcello Veneziani a
questo appuntamento e definito il suo grande apporto al fil
rouge della rassegna: ” Il libro di Marcello Veneziani
sembra una lettera scritta a ciascuno di noi. Una ennesima
provocazione dopo l’intervento di Umberto Galimberti. La
strada scelta dal nostro ospite sembra invertire la rotta
ed all’opera di decostruzione contrappone una guida sulle
regole non-scritte del saper vivere, una guida per coloro
che vogliono reagire al declino dei tempi, un’ appassionata
ed accorata lode dell’amor fati.”

Umberto        Galimberti,
“Nietzsche.     Come    si
filosofa col martello” al
Teatro delle Api
                    PARLARE FUTURO 2020
               AL DI LÀ DEL BENE E DEL MALE
                    PRIMO APPUNTAMENTO
                    UMBERTO GALIMBERTI
         NIETZSCHE. COME SI FILOSOFA COL MARTELLO
                 9 GENNAIO 2020 – H 21,15
PORTO SANT‘ELPIDIO – TEATRO DELLE API

Parlare Futuro inaugura con ottimi auspici il 2020,
ripartendo laddove è nata, a Porto Sant‘Elpidio, e cercando
stavolta di costruire visioni di futuro possibile
sollevando voci e stimolando interrogativi. Niente e
nessuno sembravano più adatti allo scopo di un fil rouge
come Al di là del bene e del male e di un filosofo come
Friedrich Nietzsche. Difatti la rassegna quest‘anno vuole
generare sconcerto, partendo proprio dal nocciolo d‘oro del
nichilismo così in voga nell‘ontologia contemporanea. Il
maestro demolitore delle certezze è senz‘altro il filosofo
di Rücken, che soprattutto in uno dei suoi ultimi saggi, Al
di là del bene e del male, mette a fuoco cosa l‘essere
umano possa diventare una volta liberatosi delle pesanti
catene delle convinzioni societarie, e degli stantii valori
che non rappresentano più il singolo ma lo condizionano,
ovvero un uomo liberato e privo di valori, che deve pian
piano ricostituire sé stesso da zero per trovare una sua
nuova morale e identità. Lo stesso Nietzsche sembra però
intuire gli stessi limiti della sua proposta, ovvero le
conseguenze. Saranno tutti capaci di costruirsi da zero?
Oppure, come dice lo stesso filosofo, “Le conseguenze delle
nostre azioni ci prendono per i capelli, del tutto
indifferenti al fatto che nel frattempo si sia migliorati”?
A rispondere (provocando) sarà nell’apertura di Parlare
Futuro proprio un filosofo e sociologo italiano, Umberto
Galimberti, che il 9 Gennaio alle 21,15, presso il Teatro
delle Api di Porto Sant’Elpidio, terrà un intervento
dall’emblematico titolo Nietzsche. Come si fa filosofia col
martello.
Nato a Monza nel 1942, Umberto Galimberti è uno dei più
noti filosofi e sociologi italiani. Laureatosi presso la
Cattolica di Milano con il professore, filosofo e
compositore Emanuele Severino con una tesi su Karl Jaspers,
continua le sue ricerche filosofiche all’Università di
Basilea, dove conosce di persona Jaspers, e dove decide di
approfondire la ricerca sui legami tra filosofia e
psicopatologia. Nel 1976 mette a frutto le sue ricerche
interdisciplinari diventando professore prima di
Antropologia Culturale e poi di Filosofia della Storia alla
Ca’ Foscari di Venezia. Dal 2002 affina la sua ricerca a
tutto campo tra filosofia, sociologia e psicologia negli
insegnamenti di psicologia generale, psicologia dinamica e
filosofia morale, sempre a Venezia. Negli anni divulga le
sue ricerche sulla psiche umana e sulla sua ricerca di
stabilità, felicità e distruzione con intensi articoli sui
quotidiani Il Sole 24 Ore e La Repubblica, e pubblicando
saggi di grande interesse, soprattutto centrati sulla
ricerca di Nietzsche, sulle teorizzazioni del nichilismo, e
sulla loro trasmissione attraverso la pop-culture fino ai
giovani, quali L’ospite inquietante: il nichilismo e i
giovani e La parola ai giovani. Dialogo con la generazione
del nichilismo attivo. Su questo tema dialogherá con il
pubblico anche a Parlare Futuro, cercando di comprendere
nel pensiero collettivo cosa puó essere oggi il nichilismo.
Parlare Futuro “Al di là
del bene e del male” con
Umberto Galimberti
                    PARLARE FUTURO 2020
                    RASSEGNA ITINERANTE
               AL DI LÁ DEL BENE E DEL MALE
 UMBERTO GALIMBERTI – FRANCO ARMINIO – MARCELLO VENEZIANI
            NICLA VASSALLO – ENRICA BONACCORTI
                9 Gennaio – 5 Febbraio 2020

Porto Sant’Elpidio – “Le conseguenze delle nostre azioni ci
prendono per i capelli, del tutto indifferenti al fatto che
nel frattempo si sia migliorati” tuona l’aforismo 179 di Al
di là del bene e del male di Friedrich Nietzsche, opera
ultima e capitale del filosofo tedesco del superuomo e del
nichilismo, che provoca ancor oggi le coscienze e suscita
discussione,     ontologica    e   non,   sulla   nostra
contemporaneità. Quali sono le conseguenze delle nostre
azioni? Superando etica e morale, le antiquate concezioni
di bene e male che il diciannovesimo secolo si teneva
strette come coriacea armatura, si arriva alla libertà
personale, filosofica e psicologica dal sistema culturale
che il filosofo di Rücken agogna. Ma quali sono le sue
conseguenze?
Se da una parte il sistema filosofico nietzschano nella
Gaia Scienza invita a credere “che bisogna stabilire di
nuovo il peso di tutte le cose”, e riconoscere i propri
bisogni e ciò che per l’essere ha davvero valore, senza più
guardare alle stantie definizioni di bene e male fin de
siécle, dall’altra pone un interrogativo latente terribile,
quali saranno le conseguenze di un sistema di valori non
più condivisi e comuni per l’umanità? Cosa genererà
l’anarchia dello spirito e delle azioni (basate su valori
personali e non più comuni) in una comunità/umanità che
però può sopravvivere solo che congiunta? Quali conseguenze
ci tireranno per i capelli, implacabili, dopo aver fatto
filosofia col martello?
A questi interrogativi irrinunciabili al giorno d’oggi
risponderanno gli ospiti della rassegna Parlare Futuro
2020, che sceglie provocatoriamente come suo fil rouge
proprio il titolo dell’opera ultima di Nietzsche, Al di là
del bene e del male, e come ospiti filosofi di fine
sensibilità, come Umberto Galimberti, Marcello Veneziani e
Nicla Vassallo, e interessati intellettuali come il poeta
Franco Arminio e la scrittrice e conduttrice televisiva
Enrica Bonaccorti.
La rassegna viaggerà nel freddo inverno attraverso le
Marche, e il suo viaggiare è esso stesso sintomo di
irrequieta ricerca e volontà di dialogo con il grande
pubblico.
Si partirà da Porto Sant’Elpidio, il 9 Gennaio alle 21,15
presso il Teatro delle Api con il filosofo Umberto
Galimberti, e il suo intervento dall’emblematico titolo
‘Nietzsche. Come si filosofa con il martello’ che, citando
il celeberrimo sottotitolo de’ Il crepuscolo degli idoli,
si dirigerà verso l’analisi filosofica ed ontologica del
nichilismo e verso il ritratto del suo irrequieto
fondatore.
A seguire, il 16 gennaio alle 21,15, a Porto Recanati
presso il Castello Svevo, sarà ospite della rassegna il
poeta Franco Arminio, che analizzerà i riflessi
dell’assenza di bene e male nella prospettiva dell’amore, e
di come esso possa forse portare nuovi valori, forti e
impetuosi come la passione, e condivisi dagli innamorati
come pane e quotidiano.
Il 18 gennaio alle 21,15 sarà ospite nella città di
Sarnano, sotto le Logge di via Roma, il filosofo Marcello
Veneziani, con un intervento dal titolo Dispera bene, che
si focalizza proprio su come affrontare la vita quando non
ci sono più valori prestabiliti.
Invece il 30 Gennaio, sempre alle 21,15, presso il Teatro
delle Logge di Montecosaro, sarà la celebre filosofa Nicla
Vassallo a raccontare al pubblico, dialogando, come la
filosofia di Nietzsche possa essere una proposta de facto
per il futuro, in un intervento intitolato Al di là del
bene e del male. Gender.
Chiuderà   la   rassegna   con   spirito   e   sagacia   Enrica
Bonaccorti, che, il 5 Febbraio alle 21,15 presso la Sala
del Consiglio di Loreto, attraverso il personaggio del
romanzo Il Condominio, Cico, racconterà attraverso la
narrazione cosa vuol dire per un giovane uomo abbracciare
la filosofia del martello, cercare la libertà dai vincoli
societari in una perfetta solitudine ed equilibrio
libertario, e trovarsi però sempre continuamente tirato e
contemporaneamente      attratto    verso   la   comunità,
personificata dal condominio, che lo cerca e avviluppa, che
vuole con lui costruire nuovi rapporti e regole condivise.
La direttrice artistica della rassegna, Oriana Salvucci, ha
così definito fil rouge e intento di Parlare Futuro 2020, e
così commentato la scelta dei suoi geniali ospiti: ” Mi
fido dei filosofi perchè pongono domande alle nostre
coscienze quiescenti, mi fido dei filosofi perchè incitano
alla ribellione, mi fido dei filosofi perchè indicano le
vie strette, quelle poco frequentate, mi fido dei filosofi
perchè invitano a rifuggire il pensiero già pensato, il
pensiero omologato, il non-pensiero. E’ da questa premessa
che nasce il fil fil rouge della nona edizione di Parlare
Futuro, Al di là del bene e del male, una provocazione di
chiara matrice nicciana. Un omaggio al Nietzsche
demolitore, al Nietche che filosofa col martello, al
Nietzche contrario all’ipostasi delle verità. E’ sul solco
della decostruzione-costruzione che si inseriscono gli
interventi degli ospiti dell’edizione 2020, da Umberto
Galimberti che traccerà la strada a Franco Arminio, da
Marcello Veneziani a Nicla Vassallo, per finire con Enrica
Bonaccorti e la sua narrazione. La nona edizione è un inno
alla vita come divenire, alla necessità di pensare e porre
interrogativi, al bisogno di confrontarsi con l’ignoto e
con l’angoscia dell’imprevedibile per mettere in
discussione le certezze a cui siamo abbarbicati e le più
comode verità.
Parlare Futuro, lezioni
d’autore  con   Marcello
Veneziani
                      PARLARE FUTURO
                    SESTO APPUNTAMENTO
                    MARCELLO VENEZIANI
           LORETO- VENERDì 25 GENNAIO – H 21,15
               SALA CONSILIARE VIA BOCCALINI
Loreto – Continua il cammino di Parlare Futuro, Lezioni
d’Autore con uno degli intellettuali italiani più originali
ed autorevoli del panorama nazionale: Marcello Veneziani.
Venerdì , 25 maggio, alla Sala Consiliare di Via Boccalini
a Loreto, il noto giornalista e filosofo presenterà la sua
lectio magistralis titolata: Torneranno gli dei. Paure,
attese, nostalgia del futuro. In sintonia con il fil rouge
della rassegna, oramai alla sua ottava edizione e al suo
sesto appuntamento, Marcello Veneziani ci sottrarrà dalla
dimensione dell’eterno presente in cui siamo relegati e ci
restituirà una visione, una prospettiva di futuro
attraverso gli dei, coloro che rappresentano i principi
perenni e imperituri su cui è fondata la civiltà
occidentale. L’incontro è promosso dal Comune di Loreto e
dall’Assessorato al turismo nella persona dell’assessore
Fausto Pirchio. La direzione artistica è affidata ad Oriana
Salvucci che così ci introduce all’incontro: ” Un Marcello
Veneziani epifanico quello che augura di avere nostalgia
del futuro. La visione dell’avvenire ci è stata sottratta
nel momento in cui l’essere umano dell’età della tecnica è
costretto a vivere in un eterno presente senza orizzonti.
Sento di voler accogliere questo augurio per continuare a
pensare a un domani più giusto, più umano per tutti noi”.
Veneziani, nato a Bisceglie nel 1955, si è laureato in
filosofia all’Università degli Studi di Bari Aldo Moro nel
1979 e ha iniziato la carriera di giornalista scrivendo per
Il Tempo e successivamente per Il Giornale d’Italia, Il
Giornale, Repubblica, Il Messaggero, La Stampa, Il Secolo
d’Italia, Il Resto del Carlino e Il Giorno. Cura da decenni
l’edizione di mezzanotte del Giornale-Radio Rai e partecipa
come commentatore a molti programmi della rete ammiraglia.
Amante della filosofia tradizionalista di Julius Evola,
tende naturalmente al viaggio, inteso, come da cultura
odissiaca, quale occasione per conoscere l’ignoto e
raccontare (e raccontarsi) l’incontro/scontro con il
differente     esistente    attraverso     l’elaborazione
intellettuale, filosofica e spirituale.
Rispecchia il suo spirito riflessivo l’ultimo libro
titolato “Nostalgia degli dei, una visione del mondo in 10
idee” in cui troviamo una straordinaria definizione della
nostalgia non solo come luttuoso rimpianto di ciò che non
c’è più, ma come “nostalgia dell’avvenire, di quel futuro
che è sparito da quando domina un’altra, vera egemonia, la
dittatura del momentaneo e del superficiale.” Dal racconto
dei miti, della penultima sua opera filosofica, ove il mito
diventava lavorio concettuale, alla nostalgia degli dei
dell’ultimo volume uscito in libreria. In quest’ultimo la
nostalgia diventa forza feconda, nostalgia del sacro che
consente agli uomini di uscire dal loro mondo e dal loro
tempo, di riconoscere i propri limiti e trascenderli, di
trovare orizzonti, tutori e aperture oltre la caducità
della loro esistenza.
La riflessione di Veneziani contrappone la forza del
pensiero (che vuole conoscere l’ignoto ed elaborarne il
valore nel mito) all’idolatria nei confronti della tecnica
(che promette di risolvere tutti i problemi della società
moderna senza usare il pensiero ma solo il clic dello
strumento elettronico) per ribadire la nostalgia degli dei,
quegli dei che sono diventati, nel tempo, idee imperiture e
perenni. In una sorta di galleria traccia i profili di
dieci divinità che hanno fondato i principi del pensiero
occidentale. Descrivendole svela il senso recondito della
loro simbologia, e il loro essere un monito per le donne e
gli uomini contemporanei perchè è giunto il tempo che gli
esseri umani tornino a pensare e non solo a funzionare. Un
percorso costellato dalla presenza di grandi filosofi da
Platone, a Plotino, a Nietzche fino ad arrivare ad Evola,
un saggio illuminante per sottrarre il destino umano dal
giogo del presente e restituirlo ad un orizzonte futuro.
L’Assessore Fausto Pirchio così commenta l’avvento del
grande filosofo: ” Un ospite atteso, un punto di
riferimento a livello culturale. E’ necessario
riappropriarsi del futuro, è necessario essere dei
cacciatori di orizzonti e chi meglio di Marcello Veneziani
può indicarci la strada? Lo aspettiamo con entusiasmo ed
interesse per poter pensare ad un futuro migliore.”
Parlare Futuro, lezioni
d’autore con Franco Arminio
             PARLARE FUTURO. LEZIONI D’AUTORE
                    QUARTO APPUNTAMENTO
                      FRANCO ARMINIO
                   “RESTERANNO I CANTI”
               GIOVEDì 24 GENNAIO– ORE 21,15
      VILLA MURRI SALA CONSILIARE PORTO SANT’ELPIDIO

PORTO SANT’ELPIDIO – Dopo lo strepitoso successo
dell’incontro con il prof. Piergiorgio Odifreddi, Parlare
Futuro continua la rotta con il suo quarto appuntamento,
che si terrà il 24 gennaio, alle ore 21,15, presso Villa
Murri, sala consiliare, Porto Sant’Elpidio e che sarà tutto
dedito all’incontro con il poeta e paesologo Franco Arminio
e la sua ultima opera poetica “Resteranno i Canti”. La
raccolta contiene una parte della grande produzione in
versi di Franco Arminio. Ancora l’essere umano è ritratto
nella sua fragilità e nella sua forza e                  le
liriche presentano il suo acuto senso del corpo femminile e
del paesaggio. I versi di Arminio sono semplici, diretti,
senza aloni. Ogni verso è una serena obiezione alla
scrittura come gioco linguistico, è una forma di attenzione
a quello che c’è fuori, a partire dal corpo dell’autore,
osservato come se fosse un corpo estraneo: l’azione
cruciale è, infatti, quella del guardare: “Io sono la parte
invisibile del mio sguardo”. L’incontro è promosso dal
Comune di Porto Sant’Elpidio, dalla presidente del
consiglio, Milena Sebastiani, e da ben due assessorati:
l’assessorato alla cultura e dal suo assessore Luca
Piermartiri e l’assessorato al turismo con Elena Amurri. La
direzione artistica è curata da Oriana Salvucci che così
definisce l’incontro: ” In sintonia con il fil rouge della
rassegna, Parlare futuro si è tinta di rosso ed ha scelto
la via dell’arte e della poesia. Una poesia, quella di
Franco Arminio, buona come il pane, chiara come l’acqua,
grande come un giorno di sole”.
Arminio, classe 1960, nato, cresciuto e residente in un
piccolo paese, Bisaccia (AV), ha sempre amato e vissuto con
passione la sua piccola realtà cittadina, che sente come
aderente alle necessità umane individuali. Il suo amore per
il piccolo, inteso come realtà a misura d’uomo e capace di
creare comunità di azione, pensiero ed intenti, lo ha
portato dedicarsi al documentario (Giobbe a Teora -2010- e
Terramossa -2012-) e all’animazione di battaglie civili in
difesa dei diritti dei piccoli paesi, come il mantenimento
degli ospedali di paese e il rifiuto alla creazione di
discariche lontane dai grandi centri ma vicine ai piccoli
borghi più defilati. Amante della scrittura in versi, è
riuscito a partorire una poesia che racconta un’Italia
intensamente vissuta dal punto di vista dei piccoli paesi
che ne costituiscono l’ossatura portante e che spesso sono
oggetto di soprusi, malgoverno e cattiva gestione del
territorio, e ha raggiunto la ribalta con raccolte
importanti, come Vento forte tra Lacedonia e Candela.
Esercizi di paesologia (2009 – Premio Napoli), Cartoline
dai Morti (2010 – Premio Dedalus) e Terracarne (2011 –
Premio Carlo Levi e Premio Volponi), ispirate soprattutto
da ciò che resta delle realtà comunitarie dopo il terremoto
dell’Irpinia.
Sebbene sia poeta, scrittore e regista, si definisce
“paesologo”, ovvero esperto di “paesologia”, quel
particolare discorso che vuole conoscere la realtà dei
piccoli paesi tra i 500 e i 4000 abitanti, realtà che
costituiscono oltre il 25% del tessuto urbano italiano, e
di cui nessuno parla. Per sua stessa dichiarazione “La
paesologia non è una visione estetica, ma una forma di
attenzione per i luoghi più sperduti e affranti, (…) che
poi spesso sono i luoghi più vicini al mio paese. La
paesologia è un viaggiare nei dintorni, è la soluzione di
chi non riesce più a stare nel proprio paese ma non riesce
neppure a lasciarlo.” Intrepido viaggiatore e pensatore, ha
fondato la “Casa della paesologia” a Trevico (AV), un luogo
aperto a tutti gli artisti, pensatori e persone che
vogliano semplicemente conoscere le piccole realtà irpine,
formare nel tempo della loro permanenza delle piccole
comunità provvisorie che si scambino idee, emozioni, canti,
balli, usi, costumi, e guerre per il bene comune.
A Parlare Futuro porta tutta la sua voglia di conoscere e
viaggiare attraverso le microrealtà, soprattutto le più
disastrate e non narrate, con la sua ultima raccolta
poetica “Resteranno i Canti” al cui centro c’è l’amore
carnale per la donna e per il paesaggio stremato e sfiorito
dei suoi paesi. Il suo invito è quello di viaggiare, di
guardare fuori da sé, osservare con attenzione tutto ciò
che circonda la nostra realtà quotidiana, soprattutto il
piccolo, il trascurato, il negletto e disperato, e di far
scaturire da quest’incontro la semplicità dell’amore, per
le persone, per i luoghi, di non cercare il dominio, il
cementificare persone e cose dentro limiti imposti, ma di
lasciar fiorire i fiori selvatici dei sentimenti (questi
sconosciuti), e cedere la strada al crescere degli alberi,
perchè ciò che resterà alla fine saranno i Canti.
Inaugurazione         della
Chiusura: Stefano Papetti a
Parlare Futuro
SABATO 24 Novembre, ore 17,15

Palazzo dei Priori , Fermo

STEFANO PAPETTI “Inaugurazione della Chiusura”

Fermo – Sabato 24 novembre alle 17.15 a Palazzo dei Priori si concluderà la

Mostra di Leonardo Cemak e Manuela Grelloni, E se è una femmina si chiamerà

futuro. Due a Fermo, con l’intervento magistrale di uno dei critici più

autorevoli e dotti del panorama regionale e nazionale, Stefano Papetti. Docente

di Museologia e Restauro presso l’Università degli Studi di Camerino, curatore

scientifico delle Collezioni Comunali di Ascoli Piceno, si occupa dello studio

dell’arte marchigiana rinascimentale e barocca, organizzando esposizioni ad essa

dedicata in Italia e all’Estero. Nonostante la sua specializzazione nell’arte

rinascimentale e barocca, il noto critico, ama fare incursioni nell’arte moderna

e contemporanea e non è la prima volta che presenta una mostra di Leonardo

Cemak. Già a Palazzo Parisani Bezzi, a Tolentino, nel 2008, fu il prof.Stefano
Papetti a curare e presentare la fortunata ed originale mostra di Leonardo Cemak

titolata Opere Decenti.        A dieci anni di distanza il prof. Papetti torna a

parlare dell’arte di Cemak e di una evento giocato sul filo dell’ironia e del

paradosso      con   una   specularità   fra    femminile   e   maschile   smaccatamente

interlocutoria. La mostra è stata pensata all’interno di uno dei festival più

originali del panorama marchigiano, Parlare futuro. Lezioni d’Autore. Il

festival alla sua ottava edizione si è tinto di rosso ed ha scelto come via

maestra l’arte a rivendicare l’egemonia della follia sulla razionalità. “Vi sono

tempi in cui è necessario essere folli, essere attenti ai segni, alle

coincidenze, a ciò che smargina ed esorbita dal puro dato empirico e l’arte è

esattamente questo”, asserisce Oriana Salvucci, curatrice della mostra. L’evento

è stato promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Fermo, dalla

Biblioteca Romolo Spezioli e curato dalla instancabile Oriana Salvucci. E’ il

primo appuntamento di Parlare Futuro a cui seguiranno ben altri otto incontri

con   ospiti    altrettanto    autorevoli      come   Umberto   Galimberti,   Piergiorgio

Odifreddi, Franco Arminio, Marcello Veneziani, Valerio Massimo Manfredi. La

rassegna Parlare Futuro si sposterà in tre delle province marchigiane e

coinvolgerà ben otto Comuni, ma è l’Arte, in questa edizione, il principio di

tutto.
Parlare   Futuro:   Giulio
Giorello,   “L’etica   del
ribelle”
Parlare Futuro Ultimo Appuntamento
Mercoledì 31 Gennaio ore 21.15
Montecosaro Teatro Delle Logge
Giulio Giorello L’Etica del Ribelle

Giulio
Giorello,
“L’etica
del
ribelle”

Montecosaro – E’ per Mercoledì 31 Gennaio alle ore 21,15 a
Montecosaro, nello storico e suggestivo Teatro delle Logge,
l’ultimo appuntamento della rassegna Parlare Futuro.
Lezioni d’ Autore. Sarà il filosofo, matematico, saggista
Giulio Giorello a chiudere il fortunato ciclo di incontri,
iniziato a novembre sul filo de “Il Dissenso”. Una sorta di
tributo al libero pensiero, alla disobbedienza al potere,
al coraggio del diniego, un inno all’innovazione e alla
conoscenza. Quindi, chi meglio di Giulio Giorello, poteva
trarre le conclusioni di questo lungo percorso all’insegna
della libertà e della disobbedienza? E’, infatti, Giulio
Giorello nell’ultimo suo libro-intervista “L’etica del
ribelle”, a cura di Pino Donghi, ad evidenziare la
relazione fra rivoluzione e conoscenza asserendo in maniera
lapidaria che “la verità è figlia del tempo, e forse la
rivoluzione è il termine che media tra tempo e conoscenza.”
E assecondando una certa insofferenza all’abuso che si è
fatto del termine rivoluzione, il professore propone una
categoria, non solo diversa, ma per certi versi antitetica
di rivoluzione: la categoria di ribellione. E seguendo le
orme del suo maestro, Ludovico Geymonat, espone uno dei
nuclei tematici della narrazione che è lo studio delle
rivoluzioni della conoscenza. E di concetto in concetto,
altro tessuto connettivo della riflessione sembra essere
l’analogia fra rivoluzioni scientifiche e rivoluzioni
politiche. Ma più di tutti colpisce la sintonia del
filosofo Giorello con il mondo anglosassone e protestante e
ancor più meraviglia che quando deve parlare di rivoluzione
non cita Ernesto Che Guevara, ma neppure i suoi amati
filosofi Giordano Bruno e Baruch Spinoza. Le scelte
scontate non gli appartengono. Ricorre, invece, a un autore
spiritualista e aristocratico, eroe di guerra tedesco caro
alla destra: Ernst Jünger. Dal suo Trattato del
ribelle ricava il concetto che la resistenza al dispotismo
nasce dalla libertà interiore di chi assegna «più valore al
modo di essere» che «alla pura sopravvivenza». Quello di
mercoledì sarà il Giorello di sempre, grande maestro e
grande filosofo, colui che ama mettere in discussione le
certezze più assodate, le credenze comuni perchè in tutti i
campi vince chi innova e «le eccezioni non confermano la
regola, ma diventano una nuova regola». Queste sono solo
alcune delle argomentazioni toccate nell’ultimo libro del
professore, ma tanti sono gli interrogativi che sorgono e
che pensiamo possano essere sbrogliati mercoledì 31
gennaio.
Giulio Giorello è nato a Milano nel 1945, è filosofo ed
epistemologo italiano. Laureato in filosofia e matematica,
ha insegnato nelle università di Pavia, Catania e
dell’Insubria, per poi approdare al Politecnico di Milano,
dove è docente tutt’ora di Filosofia della Scienza.
Presidente della SILF, scrive per le pagine culturali de’
Il Corriere della Sera ed è autore di numerosi saggi
filosofici, etici e politici come Quale Dio per la
Sinistra? , Dove Fede e Ragione si incontrano?, Viaggio
intorno all’evoluzione e Lo scimmione intelligente.
L’incontro è promosso dall’assessorato alla cultura del
Comune di Montecosaro, da un circuito di sei Comuni delle
province di Macerata, Fermo, Ancona e da numerosi sponsor
privati.
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