Opportunità e diritti per le persone di minore età - La condizione minorile in Provincia di Viterbo - Garante ...

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Area della ricerca   Opportunità e
                     diritti per le
                     persone di
                     minore età
                     La condizione minorile in Provincia
                     di Viterbo

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                     Alberto Castori
                     COOP. ZOE
SOMMARIO
Introduzione ................................................................................................... 3
   Perché una ricerca sulla condizione minorile in Provincia di Viterbo
   (motivazioni e considerazioni generali sui risultati emersi a cura della
   d.ssa Bove) ................................................................................................. 3
   Il progetto Opportunità e diritti per le persone di minore età; l’uso dei
   dati a supporto della programmazione ( Enrico -Martino) ........................ 3
Premessa ........................................................................................................ 4
   Condizione Minorile: cosa si intende come monitorarla ........................... 4
I minori nella provincia di Viterbo.................................................................. 9
   i dati che ci sono ......................................................................................... 9
       Composizione demografica della popolazione residente ...................... 9
       La famiglia ............................................................................................ 14
       Fecondità .............................................................................................. 18
       crisi economica..................................................................................... 20
       I minori di origine straniera.................................................................. 23
       Le scuole ............................................................................................... 27
   I dati che non ci sono ............................................................................... 30
       una panoramica ................................................................................... 31
       TEMPO LIBERO ..................................................................................... 33
       Lo SPORT è dei giovane ma comporta anche rischi ............................. 34
       cELLULARe imprescindibile .................................................................. 34
       Internet: opportunità e rischi............................................................... 35
       Iperconnessi ......................................................................................... 38
       Schiavi di una ossessione estetica........................................................ 39

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Fumo e consumo di alcol e droghe ...................................................... 40
       Comportamenti a rischio in adolescenza ............................................. 41
       povertà ................................................................................................. 41
       maltrattamenti ..................................................................................... 45
       Disincanto............................................................................................. 45
       Desideri ................................................................................................ 46
       Alcuni dati ............................................................................................ 47
Le strutture a supporto dei giovani nella Provincia di Viterbo .................... 58
   Quante sono ............................................................................................. 58
   Di cosa si occupano .................................................................................. 61
La situazione nei distretti ............................................................................. 62

La condizione minorile in provincia di Viterbo                                                           pag. 2
INTRODUZIONE

PERCHÉ UNA RICERCA SULLA CONDIZIONE MINORILE IN
PROVINCIA DI VITERBO (MOTIVAZIONI E CONSIDERAZIONI
GENERALI SUI RISULTATI EMERSI A CURA DELLA D.SSA BOVE)

IL PROGETTO OPPORTUNITÀ E DIRITTI PER LE PERSONE DI
MINORE ETÀ; L’USO DEI DATI A SUPPORTO DELLA
PROGRAMMAZIONE ( ENRICO -MARTINO)

La condizione minorile in provincia di Viterbo   pag. 3
PREMESSA

CONDIZIONE MINORILE: COSA SI INTENDE COME MONITORARLA

Cosa si intende per condizione minorile? Chi la determina nei suoi
contorni?

Queste domande, e non solo, si sono profilate all’orizzonte allorquando ci
siamo messi in azione per dare seguito al bando della Provincia di Viterbo
per una ricerca sulla condizione minorile. Il capitolato si prefiggeva
l’obiettivo di conoscere la condizione dell’infanzia e dell’adolescenza nella
Tuscia. Per decifrare la condizione (vale a dire il modo di essere, la natura,
la qualità) dell’infanzia e dell’adolescenza nella Tuscia, dobbiamo
necessariamente partire da una definizione delle stesse che ci permettano
di leggere i dati raccolti come vicinanza o distanza da una condizione data.
Ma esiste una condizione “data” per l’infanzia e l’adolescenza? Ovviamente
no, questa si compone (come per qualsiasi altra fascia d’età e più in
generale per la condizione umana) di molte cose, è un mosaico complesso
il cui valore medio non ci restituisce un modello a cui tendere ma
semplicemente un punto di raffronto intorno al quale imbastire ipotesi e
ragionamenti. E questo faremo partendo dai dati, apparentemente più
oggettivi e facili da restituire, quelli anagrafici. La Convenzione dei diritti
dell’infanzia riporta, infatti, nel primo articolo: “s’intende per fanciullo ogni
essere umano in età inferiore ai diciotto anni, a meno che secondo le leggi
del suo Stato, sia divenuto prima maggiorenne”.

Facile, dunque, almeno in apparenza, o perlomeno facile se consideriamo
alla stessa stregua un neonato e un liceale diciassettenne: se può
funzionare dal punto di vista definitorio, qualche problema lo crea nel
momento in cui di quella fascia d’età dobbiamo delineare esigenze, diritti e
problematiche, nonché valutare come le istituzioni si organizzano per
offrire servizi e risposte a difficoltà materiali e psicologiche così
diversificate. E dunque, anche un dato che sembrava facilmente
circoscrivibile ai fini della ricerca sconta un alone definitorio, soprattutto

La condizione minorile in provincia di Viterbo                            pag. 4
agli estremi: si tende, infatti, a non considerare nelle statistiche ufficiali che
non siano legate alla salute, i primissimi anni di vita, così come si tende ad
allargare la condizione adolescenziale ben oltre il limite della maggiore età.

Se questo vale per una definizione anagrafica, maggiori problemi si hanno,
inevitabilmente, quando si prendono in considerazione i diritti e i bisogni
dei minori, che necessitano di ulteriori passaggi per essere circoscritti in
una cornice di senso che ci aiuterà nella lettura dei dati lungo tutto il
percorso della ricerca.

Il punto di partenza non può che essere la già citata Convenzione
internazionale sui diritti del fanciulli firmata a New York, presso l’ONU, il 20
novembre 1989 e resa esecutiva in Italia con la legge n. 176 del 1991. Nella
Convenzione si legge che: “tutti i bambini e le bambine hanno diritto: alla
vita, alla salute, ad una educazione che consenta di sviluppare pienamente
la propria personalità ed il proprio carattere; ad essere protetti contro ogni
forma di violenza, maltrattamento e sfruttamento; al tempo libero, al gioco
ed al riposo; a non essere discriminati in alcun modo per motivi di razza,
colore, sesso, lingua, religione, condizione economica e opinione politica”.

Vale a dire che non solamente si cerca di tutelare i minori rispetto ad abusi
o privazioni materiali, ma che ci si prende carico anche dei loro molteplici
diritti in termini di benessere, tutelandone il tempo libero, il gioco e il
riposo.

In Italia, c’è almeno un altro riferimento normativo cui corre l’obbligo fare
riferimento quando si parla dei minori, ed è la legge 285 del 1997
sull’infanzia e l’adolescenza. La legge si propone di progettare, sviluppare e
realizzare interventi finalizzati alla promozione effettiva dei diritti dei
minori, con l’obiettivo di garantire loro quelle opportunità imprescindibili
per una crescita sana, equilibrata e armonica. Un aspetto non secondario
della legge citata, almeno stando agli operatori del settore che abbiamo
ascoltato in questi mesi, è che si pone quale primo grande strumento di
cambiamento nel sistema delle politiche sociali italiane per almeno quattro
ragioni:

La condizione minorile in provincia di Viterbo                             pag. 5
1. perché sceglie gli itinerari della crescita, della formazione, e
           della socializzazione come luogo di prevenzione del disagio e di
           rafforzamento delle identità.
        2. perché si tratta di una legge che definisce le politiche per
           l’infanzia e l’adolescenza non come un sotto settore di quelle
           assistenziali, ma anzi ne fa un tratto distintivo delle politiche
           sociali.
        3. perché chiede alle istituzioni, alla società civile e         alle
           organizzazioni non lucrative, di contribuire direttamente
           all’elaborazione dei Piani di intervento (non solo, dunque, alla
           realizzazione di attività)
        4. infine perché sottolinea l’intreccio tra solidarietà sociale e
           compatibilità ambientale; un intreccio costruito a partire dal
           rispetto dei diritti umani, in generale, e di quelli dei bambini e
           delle bambine in particolare1.

        La legge 285 porta con sé una nuova modalità di programmazione
territoriale, obbligando i comuni ad associarsi per la realizzazione dei
servizi e richiedendo (per la progettazione e l’implementazione degli
interventi) la collaborazione e il coordinamenti tra settore sociale,
educativo, sanitario, e urbanistico (solo per citare i principali). La legge 285
è stata anche la prima ad avere introdotto l’Accordo di Programma tra tutti
gli attori coinvolti, per realizzare i piani territoriali. Di estrema importanza
anche la collaborazione con le aziende sanitarie locali per progettare in
modo integrato interventi che riguardano i bambini e gli adolescenti.

        Questo modello ha rovesciato la prospettiva usuale nelle modalità
d’intervento mettendo in primo piano, nelle intenzioni, i bisogni dei minori

1
 Firenze Istituto degli Innocenti ,Quaderni del Centro nazionale di documentazione e
analisi per l’infanzia e l’adolescenza , Centro Stampa della Scuola Sarda , Cagliari , Giugno
2004, pag. 127 e 128

La condizione minorile in provincia di Viterbo                                       pag. 6
e delle loro famiglie così come emergono sul territorio, con un
ribaltamento di prospettiva: non più condizioni create in laboratorio e poi
calate (e forzate) nella realtà, ma partire dall’esperienza viva degli
operatori, che da anni lavorano sul territorio e che dovrebbero (meglio:
sarebbero dovuti) diventare i progettisti sociali per interventi e servizi
realmente utili in un determinato territorio. Non da ultimo, la legge 285
imponeva di verificare l’efficacia degli interventi adottati e evidenziare le
eventuali necessità di riprogettazione.

        È partendo da questi due capisaldi che ci si è mossi nella raccolta e
sistematizzazione dei dati sui minori in provincia di Viterbo: si badi
“raccolta e sistematizzazione dei dati” che ci sono (come espressamente
richiesto dal capitolato di gara) quasi a rinunciare ad una più estesa ricerca
sulla condizione minorile. Ma chi ha commissionato il bando era
probabilmente più consapevole di noi circa la disponibilità di dati
sull’argomento: ci siamo dovuti scontrare con questa realtà e, dopo aver
provato a combatterla in tutti i modi, ci siamo arresi all’evidenza e abbiamo
cucinato questo report con i soli dati a disposizione.

        Non abbiamo però voluto rinunciare alla descrizione di un disegno
di ricerca che nelle nostre intenzioni avrebbe dovuto essere più ampio: così
si spiega la presenza di un capitolo dal titolo bizzarro come “i dati che non
ci sono”: proprio a testimoniare che per una completezza di lettura della
condizione minorile ci sarebbe bisogno non tanto (e non solo) di un
supplemento di indagine, ma della disponibilità di dati che malgrado tutta
la retorica sui dati aperti e la messa a disposizione da parte delle pubbliche
amministrazioni del patrimonio informativo a favore della conoscenza (e
del controllo) dei cittadini, è molto difficile far emergere in superficie.
Eppure la conoscenza e la messa a disposizione dei dati è parte essenziale
della programmazione e della pianificazione delle risorse così come
richiesto dalla citata legge 285. Come si stabilisce, infatti, a quali interventi
dare priorità, sui tanti possibili? Come si verifica l’efficacia delle azioni
messe in campo? Come si riprogetta un intervento sul campo se non si
hanno dati relativi alla sua reale fruizione?

La condizione minorile in provincia di Viterbo                            pag. 7
Non ci sembrano domande oziose di chi fa della ricerca (e dei sui
dogmi) un mero esercizio retorico, ma un elemento imprescindibile per
conoscere la realtà sulla quale andare ad incidere e conseguentemente
deliberare verificandone i risultati. Un’azione che risulta scomoda ai più
perché pone il fianco alla trasparenza, e dunque al giudizio e alla sanzione
da parte dell’opinione pubblica che, invece, nella nebbia dell’indistinto non
può eccepire e quindi accetta come buone le cose (e di cose buone ce ne
sono) che vengono realizzate.

        Questa, d'altronde, non è una preoccupazione solo nostra e solo
limitata alla provincia di Viterbo se il Gruppo di Lavoro per la Convenzione
sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia conferma “i propri timori
per la scarsità dei dati disponibili sul rispetto dei diritti dei minori, in
particolare le statistiche sui bambini vittime di violenza, privati
dell’ambiente familiare (compresi i minori in affidamento), vittime di
sfruttamento economico, affetti da disabilità, adottati, rifugiati e
richiedenti asilo. Esprime inoltre preoccupazione per le notevoli differenze
esistenti nella capacità e nell’efficacia dei meccanismi di raccolta dei dati a
livello regionale. Il Comitato sollecita l’Italia a garantire che il sistema
informativo nazionale sull’assistenza e la tutela dei minori e delle loro
famiglie raggiunga la piena operatività e disponga delle necessarie risorse
umane, tecniche e finanziarie per essere efficace nella raccolta delle
informazioni pertinenti in tutto il paese, rafforzando così la capacità dello
Stato parte di promuovere e tutelare i diritti dei minori”2.

2
 Tratto dal 6° Rapporto CRC di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui
diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia. Anni 2012 – 2013.

La condizione minorile in provincia di Viterbo                              pag. 8
I MINORI NELLA PROVINCIA DI VITERBO

I DATI CHE CI SONO

COMPOSIZIONE DEMOGRAFICA DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE

I minori residenti in provincia di Viterbo, al primo gennaio 2013, sono
50.926 di cui quattro coniugati. Corrispondono al 16,13% dell’intera
popolazione residente, che ammonta a 315.623 abitanti.
La composizione della popolazione per classi d’età assume, ormai, una
forma a botte con una incidenza di minorenni di poco inferiore a quella
degli ultrasettantenni (fig.1).

I minorenni sono prevalentemente maschi (l’8,7% del totale a fronte
dell’8,3% delle femmine), una prevalenza che però si annulla dopo i
trent’anni per poi vedere una preponderanza femminile sempre più netta e
che aumenta all’aumentare dell’età (fig.2)

Fig. 1 - Popolazione residente in Provincia di Viterbo per classi d’età (val.%)

   90-99 anni        0,8
   80-89 anni                         5,7
   70-79 anni                                     9,9
   60-69 anni                                              12,1
   50-59 anni                                                     13,8
   40-49 anni                                                             15,8
   30-39 anni                                                      14,2
   20-29 anni                                       10,6
   10-19 anni                               8,6
     0-9 anni                               8,4

                fonte : Istat, 2013

La condizione minorile in provincia di Viterbo                                   pag. 9
Fig. 2 – Popolazione residente per classi d’età e sesso (val. % sul totale della
             popolazione)

                                               7,8 8,0
                                                                                          maschi         femmine
                                     7,1 7,1                   7,0
                                                         6,8
                                                                           6,2
                                                                     5,9
                         5,4   5,3                                                     5,4
 4,3 4,1 4,4                                                                     4,5
                   4,2
                                                                                                   3,6

                                                                                             2,1

                                                                                                                   0,6
                                                                                                            0,2

0-9 anni   10-19         20-29       30-39     40-49     50-59       60-69        70-79      80-89          90-99
            anni          anni        anni      anni      anni        anni         anni       anni           anni

   Nel corso degli ultimi due anni la popolazione residente è aumentata di
   3.000 unità (per la precisione di 2.949 unità) dovuta quasi in egual misura
   ad un saldo migratorio interno e ad un saldo migratorio con l’estero (cfr.
   tab.1).

   In particolare nel corso del 2012 si riscontra un notevole incremento di
   nascite più che bilanciato da un numero di morti altrettanto consistente
   che porta il saldo naturale in territorio negativo. Ad essere cresciuti molto
   sono stati i residenti provenienti da altri comuni italiani (+ 7.700 unità) in
   parte bilanciati da un altrettanto consistente fetta di popolazione (6.840
   unità) che ha scelto di andare a vivere in altri comuni. Anche il saldo
   migratorio con l’estero vede un notevole incremento rispetto al 2011: sono
   arrivate nella nostra provincia 1.901 persone, a fronte di 485 che hanno
   invece scelto di andare a vivere fuori dall’Italia.

   Le famiglie presenti sul territorio provinciale sono 144.068 con un saldo
   positivo di ben 892 famiglie in più rispetto al 2011. Il numero medio di

   La condizione minorile in provincia di Viterbo                                                  pag. 10
componenti per famiglia si attesta a 2,18 persone: in leggere aumento
rispetto l’anno precedente. Le convivenze registrate in provincia sono 154
(anch’esse in leggero aumento) e coinvolgono 1.872 persone residenti.

La condizione minorile in provincia di Viterbo                    pag. 11
Tab 1 - Popolazione residente, bilancio anni 2011-2012 (v.a.)

Tipo di indicatore                                    2011      2012
 Popolazione inizio periodo                          312.864   312.674
 Nati vivi                                              638      2.644
 Morti                                                  817      3.745
 Saldo naturale                                         -179    -1.101
 Iscritti da altri comuni                              1.937     9.637
 Cancellati per altri comuni                           1.709     8.549
 Saldo migratorio interno                               228      1.088
 Iscritti dall'estero                                   546      1.901
 Cancellati per l'estero                                 87       485
 Saldo migratorio estero                                459      1.416
 Saldo migratorio                                       687      2.504
 Iscritti per altri motivi                              125      2.299
 Cancellati per altri motivi                            823       753
 Saldo per altri motivi                                 -698     1.546
 Saldo migratorio                  e   per   altri       -11     4.050
 motivi
 Totale iscritti                                       3.246    16.481
 Totali cancellati                                     3.436    13.532
 Saldo totale                                           -190     2.949
 Popolazione fine periodo                            312.674   315.623
 Numero di famiglie                                  143.176   144.068
 Popolazione residente in famiglia                   310.925   313.751
 Numero medio di componenti per                         2,17      2,18
 famiglia
 Numero di convivenze                                   143       154
 Popolazione residente in                              1.749     1.872
 convivenza
Elaborazione su dati Istat, 2013

La condizione minorile in provincia di Viterbo                      pag. 12
Per meglio capire le evoluzioni demografiche di medio periodo abbiamo
seguito alcuni indicatori nel corso degli anni che vanno dal 2002 al 2011
(tab.2). Il tasso di natalità fa registrare un punto di incremento nel corso
del decennio, dovuto prevalentemente alla maggiore propensione
procreativa degli immigrati. Anche il tasso di mortalità cresce nel corso del
decennio, ma solo dello 0,3 per mille. Diminuisce sensibilmente il tasso di
nuzialità che passa dal 5,2 di inizio periodo al 3,3 del 2011: quasi un
dimezzamento nel decennio. Il saldo migratorio interno è positivo, anche
se fa registrare il valore più basso del periodo considerato. Anche il tasso
migratorio con l’estero fa registrare un + 3,9; ma va segnalato che questo
indicatore (che registra il differenziale tra provenienti da nazioni estere e
quanti scelgono di andare a vivere all’estero) risulta molto fluttuante nel
corso degli anni avendo fatto registrare anche un + 9,5 nel 2003 e un + 14,1
e + 9,1 negli anni 2007 e 2008 a testimonianza di un biennio di grande
incremento di stranieri, che si è arrestato con il sopraggiungere della crisi
economica. Di conseguenza anche il saldo di migrazione totale e il tasso di
crescita totale, pur rimando sempre in territorio positivo, testimoniano una
certa volatilità dovuta alle impennate di nuovi cittadini riscontrate nel 2003
e in prossimità del biennio 2007-2008.

L’indice di dipendenza strutturale è un importante indicatore di rilevanza
sia economica, sia sociale: esso rappresenta il numero di individui non
autonomi per ragioni demografiche (minori di 14 anni e
ultrasessantacinquenni) ogni 100 individui potenzialmente indipendenti
(vale a dire coloro che sono compresi nella fascia d’età tra i 15 e i 64 anni e
che, statisticamente, sono considerati popolazione attiva). In Provincia di
Viterbo tale indice segna 52,1 vale a dire che tra anziani e ragazzi c’è una
fetta consistente di persone di cui la popolazione attiva deve in qualche
modo occuparsi. L’indice di dipendenza degli anziani definisce il rapporto
tra la popolazione con più di 65 anni e la popolazione in età attiva. È una
derivazione dell’indice precedente e testimonia quale sia la componente di
persone anziane (e dunque quelle che in prospettiva sempre più avranno
bisogno di assistenza) che in qualche modo sono a carico della cosiddetta
popolazione attiva. Se un indice di dipendenza strutturale è superiore a 50
(come nel nostro caso) denota uno squilibrio generazionale: la componente

La condizione minorile in provincia di Viterbo                         pag. 13
di anziani (che incide per 33 dei 52 punti, e risulta in costante crescita negli
       ultimi dieci anni) ci dice che questo disequilibrio è fortemente influenzato
       dalla quota più anziana della popolazione. Un disequilibrio confermato
       anche dall’indice di vecchiaia costantemente cresciuto nella prima metà del
       periodo per poi attestarsi sul valore di 173: vale a dire che per ogni 100
       ragazzi sotto i 15 anni ci sono 173 anziani sopra i 65 anni di età. Di
       conseguenza l’età media della popolazione residente in provincia di Viterbo
       non ha fatto altro che crescere passando da 43,4 anni nel 2002 ai 44,8 del
       2011.

       Tab.2 – Indicatori demografici in Provincia di Viterbo, anni 2002-2011
                                           2002

                                                   2003

                                                           2004

                                                                   2005

                                                                           2006

                                                                                   2007

                                                                                           2008

                                                                                                   2009

                                                                                                            2010

                                                                                                                    2011
   Tipo indicatore

tasso di natalità (per                     7,7     7,9     7,9     7,8     8,3     8,3     8,6     8,7      8,5     8,6
mille abitanti)
tasso di mortalità (per                    11     11,9    10,5    11,3    11,2     11     11,5     11,4     11,5   11,3
mille abitanti)
crescita naturale (per                    -3,4     -4     -2,6    -3,5    -2,9    -2,7    -2,9     -2,7      -3    -2,7
mille abitanti)
tasso di nuzialità (per                    5,2     5       5       4,5     4,9     4,7     4,5     4,2      3,8     3,3
mille abitanti)
saldo migratorio interno                   4,5     6,3     5,4     7       5,2     5,1     8,3     3,8      3,5     3
(per mille abitanti)
saldo migratorio con
l'estero (per mille                        3       9,5     6       3       3,3    14,1     9,1     4,1       3      3,9
abitanti)
saldo migratorio totale                    7,5    15,8    11,4     10      8,5    19,2    17,4     7,9      6,6     7
(per mille abitanti)
tasso di crescita totale                   4,1    11,8     8,8     6,5     5,6    16,5    14,5     5,2      3,6     4,3
(per mille abitanti)
indice di dipendenza
                                          51,1    51,3     51     51,3    51,6    51,9    51,5     51,6     51,8   52,1
strutturale (valori %)

indice di dipendenza
                                          31,7    32,1    32,1    32,5    32,9    33,1    32,8     32,7     32,8    33
degli anziani (valori %)
indice di vecchiaia                       163,5   167,3   169,2   173,2   175,8   176,2   174,7    173    172,7    172,8
(valori %)
età media della
                                          43,4    43,7    43,8     44     44,2    44,4    44,5     44,5     44,6   44,8
popolazione
       Elaborazione su dati Istat, 2012

       La condizione minorile in provincia di Viterbo                                             pag. 14
LA FAMIGLIA
Abbiamo già detto che le famiglie, in provincia di Viterbo, sono poco più di
144 mila e raccolgono 313 dei 315mila residenti: hanno dunque un ruolo
preminente e di fondamentale importanza per la coesione sia economica
che sociale

Il numero medio di componenti per famiglia, in provincia, si ferma a 2,2
valore tra i più bassi della Regione Lazio, secondo solo alla provincia di
Roma in cui il numero medio di componenti per famiglia si ferma ad uno
sterile 2 (fig. 3).

Se si analizza il trend di medio periodo si nota un aspetto contraddittorio:
cresce il numero di famiglie ma crolla il numero medio dei componenti che
passa da 2,5 a meno di 2,2 nell’arco di un decennio (tab.3 e fig.4).

Fig. 3 - Numero medio di componenti per famiglia

                                                               2,4

                                                 2,4

                                      2,2
                               2,2

           2,0

         Roma               Viterbo   Rieti    Latina       Frosinone

Elaborazione su dati Istat, 2012

La condizione minorile in provincia di Viterbo                       pag. 15
Tab. 3 - Numero di famiglie in provincia di Viterbo, variazioni percentuali
         sull’anno precedente e numero di componenti medi.

                                                     Variazione % su                      Componenti
Anno                   Famiglie (n°)
                                                     anno precedente                         medi
2002                          116.244                               -                             2,5
2003                          121.407                              4,44                          2,44
2004                          123.505                              1,73                          2,43
2005                          125.682                              1,76                          2,41
2006                          127.781                              1,67                          2,39
2007                          130.348                              2,01                          2,38
2008                          134.206                              2,96                          2,35
2009                          136.384                              1,62                          2,33
2010                          137.836                              1,06                          2,32
2011                          143.176                              3,87                          2,18
Elaborazione su dati Istat

Fig. 4 - Trend del numero di componenti per famiglia(valori medi)

           2,55
                       2,50
           2,50

           2,45                        2,43
                                                     2,39
           2,40               2,44
                                              2,41
                                                                     2,35
           2,35                                             2,38                   2,32

           2,30                                                             2,33

           2,25

           2,20                                                                           2,18

           2,15
                    2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

          Elaborazione su dati Istat

La condizione minorile in provincia di Viterbo                                                   pag. 16
Elaborazione su dati Istat

La popolazione viterbese, secondo lo stato civile, è composta
prevalentemente da coniugati (sono più della metà della popolazione, e più
uomini che donne), seguiti da celibi e nubili (anche in questo caso più
uomini che donne). Relativamente al genere le parti si invertono e in quel
2% complessivo di divorziati si riscontrano decisamente più donne che
uomini, così come tra i vedovi e le vedove che raggiungono insieme l’8%
della popolazione residente ma la cui componente è formato soprattutto
dalle donne che, all’interno della categoria, pesano per l’84%.

Tab. 4 - Stato civile in provincia di VT (anno 2011)
   Stato Civile                    (n.)                  %
           Celibi              66.403                   21,24
           Nubili              56.986                   18,23
       Coniugati               78.360                   25,06
      Coniugate                78.179                   25,00
       Divorziati               2.750                   0,88
      Divorziate                3.811                   1,22
          Vedovi                4.257                   1,36
         Vedove                21.928                   7,01
  Tot. Residenti              312.674                  100,00
Elaborazione su dati Isat

La condizione minorile in provincia di Viterbo                    pag. 17
Fig. 5 – Composizione della popolazione per stato civile (anno 2011)

             coniugati/e
                50%

                                                              divorziati/e
                                                                  2%

                                                            vedovi/e
                                                              8%

            celibi/nubili
                40%

Elaborazione su dati Istat

FECONDITÀ
La crisi delle culle si è fatta sentire anche in provincia di Viterbo: dato
preoccupante perché si innesta in un contesto demografico con una bassa
propensione a fare figli, controbilanciato in Italia da una lenta ma costante
ripresa che aveva caratterizzato l’ultimo decennio, quando dai 515 mila
nati del 1998 si era giunti ai 576 mila del 2008, grazie soprattutto al
contributo delle madri straniere. La serie storica dell’anagrafe italiana degli
ultimi anni è un piano inclinato: nel 2009 si registra la prima battuta
d’arresto (-8 mila bambini), seguita da una nuova contenuta perdita nel
2010 (-7 mila) e dalla flessione più ampia degli ultimi due anni che ha
portato le nascite a 546 mila nel 2011 e a 534 mila nel 2012, per una
perdita complessiva di oltre 40 mila nati e una caduta ai livelli del 2001 in

La condizione minorile in provincia di Viterbo                         pag. 18
soli 4 anni. Gli ultimi e parziali dati delle anagrafi comunali, del resto,
sembrano indicare un ulteriore peggioramento del quadro nel 2013.

Anche il tasso di fecondità, che esprime il numero medio di figli per
ciascuna donna che si trovi in età feconda (per convenzione dai 15 ai 49
anni) scende continuamente. In un’ottica generazionale il tasso di
fecondità che assicura ad una popolazione la possibilità di riprodursi
mantenendo costante la propria struttura è pari a 2,1 figli per donna. Nella
nostra provincia (ma più in generale sia nel Lazio che in Italia) questa quota
è garantita dalle sole donne straniere. Le donne italiane residenti in
provincia fanno registrare il più basso tasso di fecondità dell’intera regione,
distante sia dai valori medi regionali che da quelli nazionali.

Anche l’età media delle madri alla prima gravidanza ci testimonia di un
innalzamento di tale valore soprattutto per quanto concerne le madri
italiane: in provincia di Viterbo l’età media delle madri alla nascita del loro
primo figlio è di 32,34 anni, seconda solo alle madri residenti in provincia
di Roma che partoriscono, mediamente, a 33 anni. Le madri straniere
hanno il loro primo figlio a 28,2 anni: sono mediamente più giovani di
quattro anni rispetto alle madri italiane residenti in provincia. I due dati
sommati danno un’età media di 31,44 anni in linea con il dato medio
regionale (esclusa Roma) e con quello italiano (tab. 5).

Avere o non avere figli, nonostante tutto, resta comunque una scelta
individuale. Il problema semmai è alla radice, ovvero a chi decide di avere
figli viene chiesto di correre un rischio laddove, invece, sarebbe più
opportuno tutelare un diritto.

La condizione minorile in provincia di Viterbo                         pag. 19
Tab. 5 – Tasso di fecondità (val. %) ed età media delle madri al parto (2011)
                                                       ETÀ MEDIA DELLE MADRI AL
                      TASSO DI FECONDITÀ TOTALE
                                                                PARTO
                      italiane   straniere   totale   italiane   straniere    totale

  ITALIA                1,29       2,37      1,42      32,02       28,44      31,39

   LAZIO                1,34       2,33      1,46      32,72       28,6       31,97

 Viterbo                1,17       2,24      1,32      32,34       28,21      31,44

    Rieti               1,21       2,18      1,32      32,05       27,88      31,33

   Roma                 1,36       2,29      1,49       33         28,78      32,18

   Latina               1,36       2,66      1,48      32,03       28,28      31,49

Frosinone               1,23       2,38      1,31      31,64       27,18      31,16

Elaborazione su dati Istat

CRISI ECONOMICA
Un ulteriore dato di sfondo ci pare opportuno segnalare a questo punto,
per i riflessi diretti che ha sia sul benessere dei minori che sulla loro
percezione del futuro: è il dato relativo all’economia, e alle concretissime
preoccupazioni di tante famiglie circa il destino dei loro figli, che ne
influenzeranno la crescita, la formazione, e le aspirazioni.

Cosa percepiscono ragazzini e adolescenti della fase critica che stiamo
vivendo? E come inciderà sul loro futuro? Non lo sappiamo, né ci risulta
che esistano ricerche specifiche in materia sulla popolazione minorile.
Allora, ancora una volta, ci tocca affrontare il problema partendo dai dati a
disposizione, perché sappiamo che un aumento della povertà (sia assoluta
che relativa) avrà conseguenze anche sulla condizione dei minori e
chiamerà le istituzioni preposte a progettare nuove linee di interventi e
nuovi servizi che fino a soli cinque anni fa erano, almeno nei numeri,
marginali.

C’è un indicatore che meglio di altri riesce a restituire, in maniera diretta, la
condizione economica di un territorio: è il tasso di disoccupazione che,
come illustra la figura 6, in sei anni è quasi raddoppiato, passando dal 6,8

La condizione minorile in provincia di Viterbo                               pag. 20
del 2006 al 13% del 2012. Un dato cui contribuisce in maniera
preponderante la componente femminile (che tocca il 15%) e, soprattutto
quella giovanile che nel 2013 è arrivata al 43% mettendo la provincia di
Viterbo alla stessa stregua delle province meridionali del paese e che più
direttamente influisce sulla percezione senza troppe speranze di chi si
affaccia all’età attiva.

Se analizziamo il trend per Sistemi Locali del Lavoro (SLL) che, lo
ricordiamo, sono unità territoriali identificate da un insieme di comuni
contigui legati fra loro dai flussi degli spostamenti quotidiani per motivi di
lavoro, notiamo un movimento parallelo tra i diversi SLL, con un primo
picco raggiunto nel 2009 a cui ha fatto seguito un lieve miglioramento
nell’anno successivo, per poi riprendere a salire inesorabilmente. La
situazione peggiore si riscontra nei sistemi locali del lavoro di Tarquinia e
Tuscania che raggiungono, nel 2012, una disoccupazione del 13,8%. Meglio
di tutti sembra comportarsi il SLL di Acquapendente (con un tasso di
disoccupazione dell’11,4%, nel 2012) che però è anche il sistema del lavoro
che, nel quinquennio considerato, è peggiorato maggiormente, crescendo
di ben 3,9 punti percentuali dal 2007 (fig.7).

La disoccupazione in Provincia di Viterbo è la più alta dell’intera Regione e
ad esserne colpiti di più sono i lavoratori precari e, appunto i giovani. A
completare un quadro già fosco dal punto di vista occupazionale,
contribuisce anche il dato sulla casa integrazione. Le ore autorizzate di
cassa integrazione guadagni sono cresciute del 300% passando da 1,7
milioni di ore del 2008 alle quasi 6 milioni di ore del 2012 che coinvolgono
circa 2.000 lavoratori residenti in Provincia.

Il peggioramento trae origine da una crisi del sistema produttivo che si è
andata accentuando in misura drammatica nel corso degli anni: al netto del
settore agricoltura, in provincia di Viterbo hanno cessato l’attività quasi
7.700 imprese tra il 2008 e il 2012. Il tessuto produttivo che inizialmente
aveva mantenuto un certo dinamismo, vede la situazione peggiorare
nettamente nel corso nel 2012: il saldo netto tra imprese cessate e avviate,
passa da un valore leggermente positivo, ad un -1% del 2012. È soprattutto
il settore della ricerca e innovazione ad evidenziare un forte ritardo:

La condizione minorile in provincia di Viterbo                        pag. 21
l’intensità brevettuale (n. di brevetti registrati per milione di abitanti) è
molto inferiore rispetto alle altre province laziali e lontanissimo dalle medie
del Centro – Nord del paese.

Fig. 6 – Andamento del tasso di disoccupazione in Provincia di Viterbo

                                                                        13,00

                                          11,70
                                                          11,20

                     9,60                         10,60
                                 10,10

             6,80

        2006           2007   2008       2009     2010     2011     2012

Elaborazione su dati Istat

La condizione minorile in provincia di Viterbo                         pag. 22
Fig. 7 - Tasso di disoccupazione, per sistemi locali del lavoro, in Provincia di
                  Viterbo.
     14,0

     13,0
                                                                             ACQUAPENDENTE
     12,0
                                                                             CIVITA CASTELLANA

     11,0                                                                    MONTALTO DI CASTRO
                                                                             MONTEFIASCONE
     10,0
                                                                             TARQUINIA

       9,0                                                                   TUSCANIA
                                                                             VALENTANO
       8,0                                                                   VITERBO

       7,0
                   2007      2008   2009      2010      2011      2012

Elaborazione su dati Istat

        I MINORI DI ORIGINE STRANIERA
        Alla crisi delle nascite, d’altra parte, sembra fare da contraltare il reflusso
        della popolazione straniera: ben 32mila stranieri hanno lasciato l’Italia nel
        2011. La crisi sta modificando progressivamente le prospettive economiche
        e occupazionali dei migranti che iniziano a trovarsi per la prima volta in
        competizione con i nuovi disoccupati italiani, più disposti ad accettare
        lavori precari e poco retribuiti.

        Gli stranieri residenti in provincia, ad inizio 2013, sono 23.714,
        corrispondenti al 7,6% della popolazione residente. Tra questi poco meno
        di un quarto sono minorenni: per la precisione 5.744, equamente distribuiti
        tra maschi e femmine; e la maggioranza tra i minorenni (circa il 60%) ha
        meno di 10 anni. Comunque la componente straniera più consistente, se
        dividiamo la popolazione residente per classi d’età, la si ritrova nella fascia

        La condizione minorile in provincia di Viterbo                         pag. 23
che va dai 20 ai 40 anni, dove supera abbondamene il 13% della
popolazione: quasi il doppio dell’incidenza media (fig. 8).

Poco più del 10 per cento è la quota di minori stranieri sul totale dei minori
residenti in Provincia di Viterbo, ma questi non sono distribuiti equamente
fra i vari distretti socio sanitari della provincia: si concentrano, infatti,
prevalentemente sugli ultimi tre distretti dove toccano percentuali più che
doppie rispetto ai distretti VT1 e VT2. In termini assoluti si contano 1.498
minori stranieri nel distretto VT3 e 1.459 nel distretto VT5.

Presi complessivamente (sia italiani che stranieri) i minori pesano in modo
differente tra i vari distretti socio sanitari: arivano a sfiorare un terzo della
popolazione nel distretto VT3 e si attestano intorno ad un quinto nei
distretti VT4 e VT5. Più bassa la componente negli altri due distretti , con
VT2 che si ferma al 13,6% (fig. 9).

La condizione minorile in provincia di Viterbo                          pag. 24
Tab. 6 - Stranieri minori residenti al 1° gennaio 2013, per sesso (v. a.)
                      maschi femmine         totale
     0 anni               215          195    410
     1 anno               175          190    365
     2 anni               192          150    342
     3 anni               178          177    355
     4 anni               181          170    351
     5 anni               157          153    310
     6 anni               151          169    320
     7 anni               149          163    312
     8 anni               147          142    289
     9 anni               134          133    267
     10 anni              143          157    300
     11 anni              114          156    270
     12 anni              133          131    264
     13 anni              123          129    252
     14 anni              139          139    278
     15 anni              122          127    249
     16 anni              127          136    263
     17 anni              145          133    278
     18 anni              131          138    269
    Elaborazione su dati Istat, 2013

La condizione minorile in provincia di Viterbo                          pag. 25
Fig. 8 – Incidenza di stranieri sulla popolazione residente, per classi d’età
(val. %)

   90-99 anni          0,5

   80-89 anni         0,3

   70-79 anni           0,7

   60-69 anni                      1,8

   50-59 anni                                          5,2

   40-49 anni                                                              8,9

   30-39 anni                                                                                     13,4

   20-29 anni                                                                                      13,7

   10-19 anni                                                                9,4

      0-9 anni                                                                         11,4

Elaborazione su dati Istat, 2013

Fig. 9 – Distribuzione della popolazione minorile, italiana e straniera, tra i
          distretti socio sanitari

                                                             30,8                   Italiani
                                                                                    stranieri

                                                                             20,8
                                                28,0                                            19,7
              15,2
                                         13,6                       18,3                17,0
    14,0
                            12,5

     1,2                     1,1                 2,8                 2,5                2,7

              VT1                        VT2                 VT3             VT4                VT5

Elaborazione su dati Istat, 2013

La condizione minorile in provincia di Viterbo                                                  pag. 26
LE SCUOLE
In provincia di Viterbo ci sono 301 scuole: 255 statali e 46 paritetiche. Tra le
scuole statali, quelle per l’infanzia sono un terzo del totale, seguite dalle
scuole primarie e dalle scuole secondarie di primo e secondo grado (fig. 10)
a cui si aggiunge un centro territoriale di supporto che offre consulenze e
formazione a insegnanti, genitori e alunni sul tema delle tecnologie
applicate a favore degli alunni disabili, istituito presso l’ufficio scolastico
provinciale.

Le istituzioni scolastiche presenti in provincia sono 46, divise tra 31 istituti
comprensivi e 15 scuola secondarie di secondo grado. Tra le scuole
secondarie di secondo grado si annoverano ben 11 licei scientifici (il 27 per
cento di tutte le scuole secondarie provinciali), seguiti dagli istituti tecnici
commerciali e dagli istituti tecnici industriali (fig.11).

Le scuole paritarie sono in tutto 46, corrispondenti al 15,2% delle scuole
provinciali e, anche tra le scuole paritarie, c‘è una forte prevalenza di
scuole per l’infanzia che, nella fattispecie, è di 23 scuole: la metà di tutte le
scuole paritarie (fig. 12).

Fig. 10 - Scuole statali per tipologia
                                                      2° grado: 40;
                                                                               Centri
                                                           16%
                                                                           territoriali: 1;
                  1° grado:53;                                                   0%
                      21%

                                                                                    Infanzia: 85;
                                                                                        33%

                     Primaria: 76;
                         30%

Elaborazione su dati dell’Ufficio scolastico Regionale, anno scolastico 2012-2013

La condizione minorile in provincia di Viterbo                                                      pag. 27
Fig. 11 – Scuole secondarie di 2° grado in provincia di Viterbo

                                                                                                       11

                                                                                              7

                                                                                     4   4
                                                                           3
                                   2         2         2         2
    1         1          1

Elaborazione su dati dell’Ufficio scolastico regionale per il Lazio – AS 2012-2013

La condizione minorile in provincia di Viterbo                                               pag. 28
Fig. 12– Scuole paritarie in Provincia di Viterbo

                          II grado
                             26%

                                                                                    Infanzia
                                                                                      50%

                     I grado
                        9%

                                 Primaria
                                   15%

Elaborazione su dati dell’Ufficio scolastico Regionale, anno scolastico 2012-2013

Gli alunni che frequentano le scuole statali sono 40.545. Tra questi si
contano 1.104 disabili, corrispondenti al 2,7% degli alunni, più della metà
dei quali sono distribuiti tra le scuole primarie e le secondarie di II grado
(tab.7).

I 40.545 alunni sono distribuiti su 1.875 classi, il che ci restituisce un
numero medio per classe di 21,6 alunni (tab. 8), ma con una distribuzione
tutt’altro che omogenea tra le varie tipologie di scuola: si riscontra infatti
un numero decisamente elevato di alunni nelle classi della scuola
dell’infanzia (sono ben 26: il rapporto alunni/classe più alto di tutta la
Regione Lazio) che si abbassa sensibilmente nelle scuole della primaria e
risale leggermente passando alle scuole secondarie di primo e secondo
grado (tab 9).

La condizione minorile in provincia di Viterbo                                                 pag. 29
Tab. 7 - Distribuzione degli alunni fra le tipologie di scuola

               scuola                        totale alunni               di cui disabili

infanzia                                              7.432                          115
primaria                                             12.532                          429
secondaria di I° grado                                8.032                          261
secondaria di II° grado                              12.549                          299
Totale complessivo                                   40.545                         1104
Elaborazione su dati dell’Ufficio scolastico Regionale, anno scolastico 2012-2013

Tab. 8 - Rapporto alunni per classe
                 Alunni                 classi             rapporto

                 40.545                 1.875                 21,6

Elaborazione su dati dell’Ufficio scolastico Regionale, anno scolastico 2012-2013

Tab. 9 - Distribuzione degli alunni per classe e per tipologie di scuola
Scuola                                           Alunni                 Classi             Rapporto

Infanzia                                          7.432                   287                25,9

Primaria                                         12.532                   640                19,6

Secondaria di I° grado                            8.032                   386                20,8

Secondaria di II° grado                          12.549                   562                22,3

Elaborazione su dati dell’Ufficio scolastico Regionale, anno scolastico 2012-2013

I DATI CHE NON CI SONO

La condizione minorile in provincia di Viterbo                                                      pag. 30
UNA PANORAMICA

Sappiamo dunque, quanti sono i minori in provincia di Viterbo, come sono
distribuiti nei vari distretti socio sanitari, quale è l’incidenza di minori di
origine straniera, come sono composte le classi scolastiche e, più in
generale, quale è lo sfondo socio economico (in particolare familiare) su cui
si muovono i minori. Ma ancora poco sappiamo di loro, delle loro esigenze,
dei loro stili di vita, che tipo di disagio sono chiamati ad affrontare sia in
termini materiali che psicologici.

Per delineare un quadro esaustivo sulla condizione minorile che pure, visto
il tema, ci pare assolutamente necessario, mancano tutta una serie di dati
che ci parlino della quotidianità dei minori: come vivono, che tipo di
relazioni hanno coi loro coetanei e con i genitori, se e quanto utilizzano le
nuove tecnologie dell’informazione, se praticano sport, che tipo di
aspettative hanno per il loro futuro, se vivono la scuola come
un’opportunità o un parcheggio (alcuni di loro le definiscono “un carcere”)
e così via.

Anche per scalzare alcuni luoghi comuni che vedono quella della
fanciullezza come un’età felice, la beata età del gioco e della
spensieratezza, ci piace inserire qui il commento di Vittorino Andreoli ai
dati dell’organizzazione mondiale della sanità di qualche anno fa. Così si
esprimeva: “che ci sia una felicità di «natura», che poi si perde, è una pura
illusione. Viene in mente Sigmund Freud che aveva parlato della nascita
come trauma. E oggi non riusciamo nemmeno ad assicurare che dentro
l’utero ci sia tranquillità, almeno dai cinque mesi e mezzo quando il feto è in
grado di percepire i suoni acuti e dunque il battito del cuore materno con le
sue variazioni ansiose e forse le voci rabbiose del mondo esterno.
Un bambino su cinque (20%) soffre di anomalie della mente, un adolescente
su cinque (20%) è un disturbato psichico e la previsione dell’Oms è che
questi valori entro il 2020 raddoppino. In maniera specifica: sette ragazzi su
cento, prima di raggiungere i diciotto anni, hanno sofferto di un episodio
grave di depressione a cui si legano molti suicidi.

La condizione minorile in provincia di Viterbo                         pag. 31
La presenza della fatica di vivere già ai primi passi nel mondo è il risultato
degli studi sulla crescita e della scoperta di un bambino nuovo rispetto a
quello dei tempi delle nostre nonne. Si pensava che, fino allo sviluppo del
linguaggio verbale, il bambino fosse un vegetale da controllare con un
metro e una bilancia per seguirne sviluppo in altezza e in peso, mentre oggi
sappiamo che hanno bisogni psicologici fin dal primo momento di vita.
Bisogni ricchi e complessi quanto nelle età successive, anche se espressi con
linguaggi e maschere differenti. E se ci sono dei bisogni è possibile
soddisfarli ma anche frustrarli. Una frustrazione che si fa dolore e il dolore
può assumere le maschere della follia”.3

Follia a parte, ci restituisce una complessità che fin dai primi giorni di vita
pone delle richieste specifiche di cui non siamo sempre consapevoli e le cui
frustrazioni, che non sempre sappiamo leggere, contribuiscono a formare
quella “condizione minorile” che stiamo cercando di delineare.

E dunque non ci facciamo remore nel denunciare una carenza di dati
necessari non tanto (meglio: non solo) alla completezza di questo lavoro,
quanto per mettere in condizioni chi pianifica gli interventi su questa fascia
d’età, di poter avere a disposizione un cruscotto utile proprio a meglio
indirizzare le risorse (scarse, per definizione su queste tematiche) lì dove
più è necessario o dove meglio potrebbero fruttificare (ed è questa la sola
scelta che vorremmo fosse in capo al decisore politico).

Riportiamo di seguito alcune suggestioni che ci vengono da altre analisi4 e
che ci risulteranno utili per meglio delineare il contorno e la fisionomia

3
    “La fatica di crescere” articolo apparso sul Corriere della Sera del 7/4/2001

4
   Dalla seconda Relazione annuale al Parlamento dell’Autorità Garante per l’Infanzia e
l’Adolescenza (2013); all’Atlante dell’infanzia (a rischio) redatto da Save the Children
(2013); dall’Indagine nazionale “Abitudini e stili di vita degli adolescenti italiani” della
Società Italiana di Pediatria (2012); a “i diritti dell’infanzia e l’adolescenza in Italia” del
Gruppo CRC (2013); dall’”Indagine conoscitiva sulla condizione dell’infanzia e
dell’adolescenza in Italia” realizzata dall’Eurispes per il Telefono Azzurro nel 2011; fino a
“Maltrattamento sui bambini: quante le vittime in Italia?”. Realizzata da Cismai e Terre des

La condizione minorile in provincia di Viterbo                                       pag. 32
della condizione minorile, almeno per quanto concerne l’Italia o il centro
Italia. Sarà poi cura di ciascun operatore che vorrà cimentarsi con queste
pagine il raffronto con il territorio e i minori (reali) che conosce meglio e
più da vicino.

TEMPO LIBERO
La maggior parte dei più piccoli, il 69,3%, ama rilassarsi guardando la
televisione e, in particolare, solo il 4% dichiara di non fruirne mai, contro il
25,3% rilevato per il Pc, il 26,7% per il lettore dvd, il 41,1% per la
playstation/Psp, il 42,9% per Internet, il 50% per il lettore Mp3 ed il 55,1%
per il cellulare.

Al 69% che dichiara di rilassarsi guardando la Tv vanno aggiunti o, meglio,
associati, una quota pari al 53,3% di quanti dichiarano di passare il tempo
giocando con i videogiochi (53,3%) o utilizzando il computer e Internet
(42,5%).

 Particolarmente elevata appare, inoltre, la percentuale di quanti occupano
le ore di libertà praticando uno sport (62,2%). Ma le ore libere dagli
impegni giornalieri si passano anche ascoltando musica (47,3%), leggendo
libri (44,4%) o fumetti (30,2%). Disegnare e/o dipingere affascina il 32,4%
dei bambini che dichiara di prediligere questa attività durante il tempo
libero. Suonare uno strumento musicale costituisce, per il 20,4% dei
bambini, un’occasione per esprimere la propria creatività nelle ore libere
della giornata. Meno diffusa appare la tendenza di trascorrere il tempo
libero scrivendo un diario (19,2%) o esprimendo se stessi in un racconto o
in una poesia (15,6%). Infine, solo il 12,4% del campione preferisce

Hommes nel 2013.

La condizione minorile in provincia di Viterbo                          pag. 33
spendere parte del proprio tempo mettendolo a disposizione di persone
più svantaggiate.

LO SPORT È DEI GIOVANE MA COMPORTA ANCHE RISCHI
Nel 2006 oltre 17 milioni gli italiani con più di tre anni di età (circa il 30,2%
della popolazione) praticavano uno o più sport: il 20,1% con continuità e il
10,1% in maniera saltuaria; a questi bisogna aggiungere gli oltre 16 milioni
(28,4%) che, pur non praticando uno sport specifico svolgevano attività
fisica e i sedentari (oltre 23 milioni, il 41% della popolazione). Ma lo sport
risulta un’attività inversamente proporzionale all’età: la massima
concentrazione di sportivi si ha nella classe di età 11-14 anni (65%) contro il
61,9% dei giovani tra 15 e 17 anni e il 57,1% dei 18-19enni. Al crescere
dell’età diminuisce l’interesse per l’attività sportiva: si dichiara sportivo il
49,6% tra 20 e 24 anni. A partire dai 25 anni la quota diminuisce fino a
diventare residuale nelle fasce d’età più anziane. Superati i 65 anni la
percentuale scende sotto il 9% e tra gli over 75 anni si riduce al 2,8%.

Ma non tutto è positivo come sembra, intorno a chi pratica uno sport. Si
riscontra, infatti, una forte uso di sostanze dopanti tra chi pratica uno sport
a livello amatoriale, e i più giovani, purtroppo non ne sono immuni: su un
campione di 1.120 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 12 e i 14 anni, è
emerso che il 18,5% ritiene «accettabile assumere qualche integratore o
qualche medicinale per migliorare le proprie prestazioni sportive» e che il
28,8% conosce, addirittura, qualche amico o compagno che lo fa. Il 76,8%
dei ragazzi e ragazze intervistati, afferma, tuttavia, di ritenere rischioso
«prendere integratori per migliorare le prestazioni atletiche»

CELLULARE IMPRESCINDIBILE
I telefonini (ne possiedono uno il 53,7% dei bambini ed il 97,8% degli
adolescenti) gli I-Pod, e i social network rappresentano una sorta di
appendice irrinunciabile per tanti adolescenti. Il telefonino è ormai

La condizione minorile in provincia di Viterbo                          pag. 34
ampiamente diffuso anche tra i pre-adolescenti (lo utilizza il 95% degli
intervistati) e negli ultimi anni è proprio in questa fascia di età che si è
registrata una crescita esponenziale nell’uso del cellulare.

Per quanto riguarda ciò che i ragazzi fanno con il telefonino, al primo posto
troviamo l’invio di SMS (92%), quindi l’uso di giochi (76%), lo scambio di
immagini (74%), filmati (68%), foto (54%), navigare (33%). Nel caso dei
filmati e delle foto il 76% filma e fa foto per ricordare un evento, il 73% per
condividere foto/video con amici. Il cellulare sostituisce ormai la macchina
fotografica digitale e diventa lo strumento preferito per fissare alcuni
momenti della vita quotidiana

Quanto invece all’impiego del telefonino per navigare, si tratta di una
pratica minoritaria: solo il 16% del campione naviga tramite cellulare
spesso o qualche volta e lo fa nella maggior parte dei casi per essere
svincolato dalla postazione fissa del computer, quindi per essere connesso
quando e dove vuole, o perché non ha a disposizione internet a casa.

INTERNET: OPPORTUNITÀ E RISCHI
La metà bambini che navigano in Rete hanno iniziato ad usare Internet
prestissimo, tra i 6 e gli 8 anni (50,7%), mentre il 47,7% tra i 9 e gli 11 anni.

L’utilizzo di Internet più diffuso fra i bambini riguarda la ricerca di
informazioni interessanti (69,3%) ed il gioco con i video giochi (68,3%). La
maggioranza dei bambini, inoltre, scarica musica/film/giochi/video dal Web
(55,9%) e guarda filmati su You Tube (54,7%)

Ai piccoli internauti è capitato nel 17% dei casi che, chattando o dialogando
su forum e gruppi virtuali di vario genere, qualcuno chiedesse loro
informazioni personali (nome, cognome e indirizzo, ecc.). A tale
percentuale si aggiunge quella di coloro che affermano di aver ricevuto una
richiesta di appuntamento nella vita reale da qualcuno incontrato solo in
chat (8%). Il 7%, inoltre, dichiara di aver ricevuto messaggi volgari e di
essersi ritrovato ad interagire con persone che fingevano di essere altre

La condizione minorile in provincia di Viterbo                          pag. 35
(6,4%). Non vanno trascurati i dati relativi a quanti hanno ceduto alla
tentazione di accedere ai contenuti di siti vietati ai minori (13,2%) o di siti a
pagamento (12,3%)

Tra i più grandi (pre-adolescenti e adolescenti) sono in crescita i social
network e i blog, per contattare vecchi e nuovi amici ma anche per
affermare la propria identità: naviga e utilizza la rete l’86% degli
intervistati. In generale, alla domanda su cosa usano e fanno questi ragazzi
su Internet, in cima alla lista mettono: i motori di ricerca (81%), seguiti da
video e musica (70%), msn (59%), chat (53%), upload (49%), e.mail (47%),
videogiochi (33%), forum, blog e social network (28%), skype (16%),
acquisti e prodotti (15%), sondaggi e concorsi (11%).

Inoltre il 38% del campione dichiara di possedere un profilo personale in un
social network. Tra i programmi di social networking, MSN Messenger è in
cima alla lista di quelli più frequentati, seguito da Habbo, Netlog, Chatta.it
e Badoo.

Molto diffusi e in crescita risultano anche i blog: il 32% dei ragazzi ne
possiede uno.

La crescente preferenza accordata dai ragazzi ai social network qualifica
Internet sempre più come spazio di socializzazione: si tratta di luoghi che i
ragazzi frequentano abitualmente, necessari per parlare con i coetanei e gli
amici, per incontrarne di nuovi, e per esprimersi (il 74% degli intervistati
dichiara di usare i social network per tenersi in contatto con gli amici
abituali, il 50% per allargare il campo delle conoscenze). Internet è ormai
un’estensione della rete abituale di amicizie e non un mondo alternativo a
quello delle relazioni fisiche. Insomma gli amici in rete sono importanti
tanto quanto quelli che si incontrano di persona, e spesso sono gli stessi.

E poi su e tramite Internet i ragazzi affermano se stessi ed esprimono la
propria personalità. Non a caso i pre-adolescenti interpellati utilizzano,
molto spesso, foto personali (40%), foto scattate con amici (24%) e foto di
personaggi famosi con cui tendono a identificarsi (23,5%). La scelta di
immagini personali è determinata dall’intenzione di farsi conoscere e

La condizione minorile in provincia di Viterbo                          pag. 36
soprattutto di trovare amici con le stesse passioni (50%), di far conoscere i
propri interessi (45%), solo secondariamente per catturare l’attenzione
(16%) o provocare (3,6%).

In tal senso proprio Facebook, uno dei maggiori fenomeni degli ultimi anni
(vi partecipa il 71,1% degli adolescenti), rappresenta un ulteriore esempio
emblematico delle potenzialità spesso sprecate dei nuovi media. I nuovi
mezzi di comunicazione troppo spesso amplificano i comportamenti
devianti, come denunciato dalle bravate e dagli atti di bullismo ripresi col
telefonino e messi on-line o dal cattivo uso che alcuni fanno dei social
network e delle chat.

Il primo rischio a cui i social network espongono i minorenni è il grooming,
una nuova tipologia di condotta attuata, in Internet, da persone che
vogliono sedurre minorenni. Seguendo tale metodo, l’adulto che vuole
abusare di uno specifico minore che sia utente di Internet, lo induce
gradualmente a superare le sue naturali resistenze, attraverso semplici
tecniche di manipolazione psicologica che lo fanno sentire importante e
speciale. In facebook diversi gruppi sociali si occupano del tempo libero e
degli interessi comuni dei membri. Fra essi la sessualità la fa da padrona.

Nel giudizio dei ragazzi internet è senz’altro molto utile (per niente inutile
secondo il 58%) e facile da usare (per niente difficile secondo il 37%)
mentre per ciò che riguarda la pericolosità, pochi lo definiscono molto
pericoloso (6%) mentre per la maggioranza è abbastanza pericoloso (33%).
Alla domanda poi se a casa i genitori pongano dei limiti o dei divieti
rispetto al web, il 68% dei ragazzi dichiara di non ricevere per esempio
alcun divieto a usare motori di ricerca, programmi di instant messaging
(57%) o chat (51%).

Tuttavia alla domanda su eventuali rischi corsi da coetanei o su
comportamenti trasgressivi e pericolosi da loro stessi tenuti in rete, il 52%
dei giovani intervistati ritiene che i coetanei fingano di essere qualcun
altro, il 51% che raccontino cose non vere, il 46% che pubblichino foto
senza autorizzazione, il 41% che ricevano inviti da parte di estranei, il 35%
che cerchino materiali pornografici, il 34% che chattino con persone adulte.

La condizione minorile in provincia di Viterbo                        pag. 37
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