Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell'alpe di Cima Pianca - Aline Berclaz Economia aziendale Tesi di Bachelor ...

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Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell'alpe di Cima Pianca - Aline Berclaz Economia aziendale Tesi di Bachelor ...
Una proposta di valorizzazione
territoriale: la ristrutturazione
dell’alpe di Cima Pianca
Studente/essa

Aline Berclaz
Corso di laurea

Economia aziendale
Tipo di documento

Tesi di Bachelor

Luogo e data di consegna

Manno, 24 settembre 2018
Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell'alpe di Cima Pianca - Aline Berclaz Economia aziendale Tesi di Bachelor ...
Titolo:         Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell’alpe
                di Cima Pianca

Autore:   Aline Berlcaz
Relatore: Andrea Huber

Tesi di Bachelor in Economia aziendale
Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana
Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale

Manno, 24 settembre 2018

“L’autore è l’unico responsabile di quanto contenuto nel lavoro”

Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell’alpe di Cima Pianca
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Desidero ringraziare il signor Claudio Delmenico, Presidente del Patriziato di Novaggio.
Egli mi ha concesso la possibilità di svolgere un lavoro dall’approccio pragmatico, che non
sarebbe stato possibile realizzare senza la sua costante disponibilità.

Ringrazio anche il prof. Andrea Huber per la sua disponibilità, il suo entusiasmo e la sua
professionalità.

                   "La natura non conosce pause nel suo progresso e sviluppo,

                                     e maledice ogni genere d’inattività”

                                                    (J.W. Göethe)

Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell’alpe di Cima Pianca
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Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell'alpe di Cima Pianca - Aline Berclaz Economia aziendale Tesi di Bachelor ...
Abstract

Il tema della valorizzazione territoriale è oggigiorno sull’agenda politica di molti governi. La
Svizzera e il Canton Ticino non fanno eccezione. Come previsto dalla Nuova Politica
Regionale, a testimoniare questa tendenza vi sono i numerosi incentivi offerti ai promotori dei
progetti di sviluppo territoriale.
Nel presente scritto viene affrontato il tema dello sviluppo territoriale secondo un orientamento
concreto, ovvero relativamente a un caso reale. Infatti il patriziato del comune di Novaggio
vuole studiare delle destinazioni ipotizzabili per il recupero del complesso delle costruzioni
esistenti sull’Alpe di Cima Pianca, che allo stato attuale sono pressoché inutilizzabili.
La prima parte della tesi si basa principalmente su dati secondari e approfondisce dei concetti
teorici fondamentali legati allo sviluppo delle regioni quali la competitività, il marketing e il
management territoriali. Soltanto dopo questa infarinatura teorica si contestualizza il tema
dello sviluppo territoriale al Ticino, illustrando il meccanismo alla base della Nuova Politica
Regionale. In seguito lo scritto affronta il caso dell’Alpe di Cima Pianca. Grazie alla raccolta di
dati primari (interviste telefoniche) e secondari viene illustrato il contesto socio-economico e
istituzionale in cui l’Alpe di Cima Pianca è posizionata, e si sviluppano diversi scenari di utilizzo
del complesso edilizio presente sull’Alpe, facendo presente quali potrebbero essere i relativi
mercati obiettivo e gli eventuali finanziatori.
Il lavoro si conclude con delle raccomandazioni e un piano d’azione rivolti al patriziato di
Novaggio, i quali hanno l’obiettivo di fornire una base di partenza per la realizzazione del
progetto.

Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell’alpe di Cima Pianca
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Indice

1.    Introduzione ....................................................................................................................... 1

1.1 Domanda di ricerca e obiettivi ............................................................................................. 2

1.2 Metodologia ......................................................................................................................... 2

2.    Analisi della letteratura riguardante il tema della valorizzazione territoriale ............ 4

2.1 La valorizzazione territoriale ............................................................................................... 4

2.2 La competitività territoriale .................................................................................................. 7

2.3 Il marketing territoriale e il management regionale............................................................. 8

3.    Gli strumenti adottati dalla Confederazione e dal Cantone per valorizzare il territorio
      ........................................................................................................................................... 12

4. Analisi della situazione socio-economica e istituzionale dell’Alpe di Cima Pianca e
del suo contesto territoriale .................................................................................................. 15

5.    Potenziali finalità di utilizzo degli edifici presenti sull’alpe di Cima Pianca ............ 25

5.1 Luogo per il teambuildig aziendale ................................................................................... 25

5.2 Ostello ................................................................................................................................ 27

5.3 Luogo dove organizzare feste ed eventi ........................................................................... 28

6.    Analisi SWOT ................................................................................................................... 31

7.    Breve analisi della fattibilità economico-finanziaria ................................................... 34

8.    Il piano d’efficacia ........................................................................................................... 38

9.    Il piano d’azione per la realizzazione della ristrutturazione di Cima Pianca............ 41

10. Raccomandazioni ............................................................................................................ 44

10.1 Raccomandazioni strategiche ......................................................................................... 44

10.2 Raccomandazioni operative ........................................................................................... 46

11. Conclusioni ...................................................................................................................... 48

Bibliografia .............................................................................................................................. 49

Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell’alpe di Cima Pianca
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Fonti bibliografiche ................................................................................................................... 49

Fonti elettroniche ...................................................................................................................... 52

Allegati ..................................................................................................................................... 56

Allegato 1: statistiche demografiche del comune di Novaggio ................................................ 56

Allegato 2: disegni effettuati dagli apprendisti disegnatori edili della SPAI per la ristrutturazione
di Cima Pianca.......................................................................................................................... 58

Allegato 3: preventivo per la ristrutturazione di Cima Pianca effettuato dagli apprendisti
disegnatori edili della SPAI....................................................................................................... 60

Allegato 4: Intervista telefonica del 8.8.2018 a Marco Lupi, direttore delle scuole elementari di
Mendrisio .................................................................................................................................. 63

Allegato 5: Intervista telefonica del 8.8.2018 a Carlo Formenti, direttore delle scuole elementari
di Chiasso ................................................................................................................................. 64

Allegato 6: Intervista telefonica del 8.8.2018 ad Alessandro Zanetti, direttore delle scuole
elementari di Giubiasco ............................................................................................................ 65

Allegato 7: Intervista telefonica del 9 agosto 2018 a Monica Giandeini, gestore dell’alpe di
Pazz ......................................................................................................................................... 66

Allegato 8: Intervista telefonica del 23 agosto 2018 a Hansueli Müller, direttore delle scuole
elementari e medie della città di Lucerna ................................................................................ 67

Allegato 9: panoramica dei costi di ostelli ticinesi .................................................................... 68

Allegato 10: panoramica dei costi per la locazione di locali dove svolgere feste ed eventi.... 70

Allegato 11: tabelle per la determinazione dei costi e dei ricavi .............................................. 71

Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell’alpe di Cima Pianca
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Indice delle figure

Figura 1: il modello d’efficacia di Regiosuisse ......................................................................... 14

Figura 2: estensione del territorio patriziale alpestre (in giallo) di Novaggio........................... 15

Figura 3: strada d'accesso e segnaletica ................................................................................. 16

Figura 4: punto panoramico dell’Alpe ...................................................................................... 16

Figura 5: edifici di Cima Pianca ................................................................................................ 17

Figura 6: vista da Cima Pianca ................................................................................................ 17

Figura 7: cartello informativo presente sul sentiero tematico .................................................. 23

Figura 8: preventivo dei costi, dei ricavi e degli investimenti ................................................... 35

Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell’alpe di Cima Pianca
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Indice delle tabelle

Tabella 1: esempi di progetti territoriali di successo .................................................................. 5

Tabella 2: esempi di attività per il teambuilding ....................................................................... 26

Tabella 3: analisi SWOT ........................................................................................................... 31

Tabella 4: piano d’efficacia ....................................................................................................... 41

Tabella 5: esempi di offerte proponibili da parte di Cima Pianca ............................................ 46

Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell’alpe di Cima Pianca
1

1. Introduzione

I territori rurali1 sono particolarmente ricercati in ragione della loro offerta ricreativa, molto
apprezzata da chi vive nei centri urbani. Questi luoghi vengono considerati come “ambienti di
qualità” che salvaguardano il patrimonio naturale e la biodiversità. In Svizzera, così come in
molti altri paesi, si stanno facendo importanti passi avanti per quanto riguarda lo sviluppo di
queste zone, che spesso sono svantaggiate rispetto ai centri urbani a livello di indotto
economico, di disponibilità di servizi ecc.

Le politiche di sviluppo delle zone rurali hanno lo scopo di valorizzare queste regioni al fine di
massimizzare le loro potenzialità, le quali sono spesso inespresse. L’Alpe di Cima Pianca,
oggetto della presente tesi, rappresenta il tipico esempio di zona montana il cui potenziale non
è adeguatamente valorizzato.

L’idea di svolgere la tesi su un progetto di valorizzazione territoriale è nata durante una
conversazione con il signor Claudio Delmenico, Presidente del patriziato di Novaggio, il quale
si interrogava a proposito della ristrutturazione dell’Alpe di Cima Pianca. Quando mi ha
accennato a quest’idea, egli stava riflettendo ormai da tempo in merito alle possibilità di utilizzo
degli edifici presenti sull’Alpe. Infatti aveva già commissionato a una classe della SPAI di
disegnatori edili il compito di effettuare, come lavoro di diploma, un progetto di ristrutturazione
degli stabili. Il presente scritto ha lo scopo di sondare le varie possibilità di destinazione per
l’Alpe al fine di massimizzare le sue potenzialità. Il patriziato di Novaggio ha intenzione di
trovare una finalità d’uso per Cima Pianca in grado di perdurare a lungo termine in autonomia
finanziaria, senza che generi necessariamente un profitto. Infatti il fine principale del patriziato
consiste nel massimizzare la soddisfazione dei residenti e dei visitatori valorizzando le risorse
della zona.

Questo progetto ha immediatamente suscitato in me un grande interesse in quanto conosco
molto bene Cima Pianca, che personalmente reputo molto attrattiva dal punto di vista
naturalistico. Inoltre sono un’amante della natura e ammiro molto i paesaggi ticinesi: l’idea di
poter fare qualcosa per una loro valorizzazione mi ha subito allettato. Non da ultimo, reputo
che una tesi dall’approccio concreto sia molto istruttiva dal momento che permette a chi la
svolge di imparare ad adattare la teoria a contesti reali.

Nelle pagine seguenti vengono illustrati i principi fondamentali riguardo allo sviluppo regionale,
i quali vengono in seguito applicati al contesto di Cima Pianca.

1 Per “territorio rurale” si intende una regione al di fuori degli agglomerati e delle città. Esso può assumere
caratteristiche molto variegate a dipendenza dello stadio di sviluppo dello stesso e dalle strutture ivi presenti
(Confederazione svizzera, 2016).

Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell’alpe di Cima Pianca
2

1.1       Domanda di ricerca e obiettivi
La domanda di ricerca su cui si impronta la presente tesi è la seguente:

Come valorizzare l’Alpe di Cima Pianca attraverso un progetto basato sul modello d’efficacia
proposto da Regiosuisse?

Questa domanda prevede l’utilizzo del modello d’efficacia, che verrà illustrato all’interno del
capitolo teorico. Esso viene utilizzato per due motivi: innanzitutto è utile come base per
strutturare il lavoro, e secondariamente si tratta di un modello molto apprezzato dagli enti
preposti allo sviluppo territoriale. Esso potrà quindi venir utilizzato da parte del patriziato di
Novaggio in sede di presentazione del progetto a potenziali finanziatori.

Gli obiettivi specifici del presente scritto sono i seguenti:

     1. analizzare la letteratura riguardante la valorizzazione del territorio (in particolare
        approfondire i concetti relativi allo sviluppo regionale, alla competitività territoriale e al
        marketing territoriale);
     2. analizzare gli strumenti adottati dalla Confederazione e dal Cantone per valorizzare il
        territorio;
     3. analizzare la situazione socio-economica e istituzionale dell’Alpe di Cima Pianca e il
        suo contesto territoriale;
     4. analizzare alcuni casi di studio dai contesti simili a quello dell’Alpe di Cima Pianca;
     5. elaborare un piano di valorizzazione dell’Alpe basato sul modello d’efficacia proposto
        da Regiosuisse;
     6. sviluppare un piano d’azione per l’implementazione del progetto dell’Alpe di Cima
        Pianca;
     7. formulare delle raccomandazioni in grado di supportare le scelte del Patriziato di
        Novaggio nell’ambito del progetto di valorizzazione dell’Alpe.

I primi due obiettivi hanno lo scopo di fornire un’infarinatura riguardo ai concetti teorici
fondamentali nell’ambito dello sviluppo regionale. Essi costituiscono la base per la
continuazione del lavoro, che prevede un’analisi del contesto in cui si trova l’Alpe. Quest’ultima
è importante per capire quali sono le eventuali opportunità di sviluppo per Cima Pianca.
L’esame di alcuni casi di studio (che non prevede un capitolo preposto a questo scopo) serve
a fornire al patriziato degli input al fine di stimolare nuove idee. Il modello d’efficacia riassume
a colpo d’occhio alcune possibili strategie di valorizzazione dell’alpe di Cima Pianca, le quali
vanno tuttavia ulteriormente studiate ed analizzate, come indicato nelle raccomandazioni finali.
Il piano d’azione ha invece l’obiettivo di fornire al patriziato di Novaggio un’indicazione concreta
sul possibile modo di procedere per quanto concerne la continuazione del progetto di
valorizzazione dell’Alpe.

1.2       Metodologia
La strategia di ricerca dell’intera tesi segue prevalentemente un approccio qualitativo. La prima
parte dello scritto concerne l’analisi della letteratura sul tema della valorizzazione territoriale.
Per svolgere questa fase iniziale è stato necessario avvalersi di fonti secondarie, costituite
principalmente da articoli scientifici e rapporti.

Per quanto riguarda invece l’analisi degli strumenti Cantonali e della Confederazione è stato
necessario approfondire la documentazione messa a disposizione dal Cantone e dalla
Confederazione (es. Regiosuisse).

Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell’alpe di Cima Pianca
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L’analisi dei casi di studio riguardanti progetti esistenti si è basata sulla banca dati della Rete
europea per lo sviluppo rurale 2 (RESR) e sul rapporto dei progetti sostenuti dall’Ente Regionale
di sviluppo del Luganese.

Il terzo obiettivo consiste nell’analisi della situazione socio-economica e istituzionale dell’Alpe
di Cima Pianca. Si è trattato di una fase più “pratica” che ha richiesto una raccolta di dati
specifici per la circostanza. Ci si è dunque affidati a fonti quali statistiche, siti internet locali (ad
esempio il patriziato di Novaggio e Museo del Malcantone), siti internet degli enti turistici,
rapporti, sito internet del Cantone ecc. In questo contesto è stato utile il lavoro di diploma svolto
dalla classe di disegnatori edili della SPAI, che comprende informazioni di carattere
architettonico/morfologico riguardanti l’Alpe. Anche lo studio del sig. Guidese (svolto come
lavoro di diploma presso l’università di Zurigo) è stato un utile supporto soprattutto per quanto
riguarda la storia dell’Alpe.

In seguito a questa analisi sono state ipotizzate delle possibili destinazioni per Cima Pianca:
in quest’ambito il lavoro è stato approfondito grazie a interviste telefoniche semi-strutturate a
potenziali clienti (direttori di diversi istituti scolastici) e ad attrattori turistici della zona (Alpe di
Pazz). Sono inoltre stati contattati telefonicamente altri soggetti (come ad esempio la
responsabile del monte Tamaro e un collaboratore dell’Ente regionale di sviluppo del
Luganese) per ottenere alcune informazioni aggiuntive (si è trattato di poche e brevi domande
che non hanno dunque richiesto la preparazione di una vera e propria intervista). Inoltre è
stato molto importante il supporto del sig. Claudio Delmenico (presidente del partiziato di
Novaggio), con il quale sono stati svolti diversi incontri informali e colloqui telefonici sia prima
di iniziare il presente lavoro (per comprendere a fondo il tema) che durante il suo svolgimento.
Per questioni di ottimizzazione delle tempistiche e vista la tipologia di contatto con il sig.
Delmenico (incontri informali, che non prevedevano dunque l’allestimento di interviste) non
sono stati allestiti dei verbali.

Gli ultimi obiettivi consistono rispettivamente nell’elaborare un piano di valorizzazione dell’Alpe
basato sul modello d’efficacia proposto da Regiosuisse e nello sviluppare un piano d’azione
per l’implementazione del progetto dell’Alpe di Cima Pianca. Si è trattato di una fase basata
principalmente sulla rielaborazione delle informazioni raccolte precedentemente e sulla
riflessione in merito al lavoro svolto.

2
  La RESR è una piattaforma per lo scambio di informazioni volta a tutti coloro che desiderano
contribuire allo sviluppo rurale nell’Unione europea. Essa contiene informazioni riguardo al
funzionamento della politica, dei progetti e dei programmi di sviluppo rurale (European Commission,
s.d.).

Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell’alpe di Cima Pianca
4

2. Analisi della letteratura riguardante il tema della
   valorizzazione territoriale

2.1 La valorizzazione territoriale

Per quanto attiene al canton Ticino, l’attenzione verso la tematica della valorizzazione
territoriale è fondamentale al fine di mantenere il Ticino una meta turistica attrattiva (Cantone
Ticino, Ufficio per lo sviluppo economico, s.d.). La valorizzazione territoriale (o sviluppo
regionale) ha come obiettivo principale quello di migliorare la qualità di vita nelle regioni
attraverso “Progetti di Sviluppo Regionale” (PSR)3 innovativi in grado di trasmettere impulsi di
crescita sostenibile (Cantone Ticino, Divisione dello sviluppo territoriale e della mobilità, 2005).
In quest’ambito la regione non è vista come un’area delineata da limiti territoriali ben definiti,
bensì come una zona di intervento attraverso un PSR (Regiosuisse, 2014). Per definire l’area
di intervento bisogna tenere conto delle risorse umane, della storia, delle tradizioni culturali e
delle infrastrutture della zona (Corio, 2005).

Nel periodo del secondo dopoguerra lo sviluppo territoriale rurale seguiva l’approccio del
modello esogeno. Esso percepisce l’area rurale come dipendente dai centri urbani sia a livello
tecnologico che economico e culturale. Secondo questa visione, il ruolo delle aree rurali
consiste quindi unicamente nella produzione di alimenti e altri beni primari per il centro urbano,
il quale è il solo ad essere in continua espansione. Il modello esogeno prevede dunque che lo
sviluppo della regione rurale consista nell’industrializzazione e nella specializzazione
dell’agricoltura, oltre che nell’aumento della manodopera in tali aree. Questo modello di
sviluppo ha avuto un certo successo in termini di aumento di posti di lavoro nelle aree rurali,
di miglioramento della tecnologia, della comunicazione e delle infrastrutture, così come nel
contenimento del fenomeno della desertificazione o dell’urbanizzazione (Gkartzios & Scott,
2014), il quale spinge le persone a spostarsi verso i centri urbani a causa dell’insufficienza di
servizi nelle aree rurali. Infatti i centri urbani offrono maggiori attività per il tempo libero (es.
musei, locali notturni ecc.), una più vasta scelta di alloggi e di servizi quali negozi, ospedali,
case di cura ecc. (European Commission, 1999). Il modello esogeno è stato oggetto di diverse
critiche. La prima di queste riguarda il fatto che le aree rurali secondo questa visione sono
costantemente dipendenti da investimenti esterni: ciò significa anche che i profitti non vengono
distribuiti all’interno dell’area in questione, e che il potere decisionale è costantemente in mano
a investitori esterni.

A partire dal 1990 la visione riguardo allo sviluppo rurale ha cominciato a trasformarsi. Dal
modello esogeno si è passati a 3 nuove principali tipologie di modelli territoriali, illustrate di
seguito.

- Il Modello endogeno

Questo approccio (utilizzato anche dal programma LEADER4 della Commissione Europea)
prevede uno sviluppo territoriale basato sulle risorse presenti nell’area (intese come risorse

3
  I PSR sono progetti di valorizzazione regionale gestiti da gruppi d’interesse o da organizzazioni che desiderano promuovere lo
sviluppo economico della regione (Confederazione Svizzera, Ufficio Federale dell'Agricoltura (UFAG), s.d.).
4
   LEADER (dall’acronimo francese di "Liaison Entre Actions de Développement de l'Économie Rurale", che tradotto significa
“Collegamento tra azioni di sviluppo dell’economia locale”) è una metodologia di sviluppo regionale utilizzata da ormai 20 anni
dagli stati membri dell’Unione Europea.

Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell’alpe di Cima Pianca
5

naturali, umane e culturali). Gli attori chiave in questo contesto non sono più soggetti esterni,
ma le imprese locali. La promozione territoriale si concentra dunque sullo sviluppo delle
competenze degli attori chiave e sul miglioramento delle istituzioni e delle infrastrutture,
cercando di combattere l’esclusione sociale e la limitata capacità dei gruppi sociali locali di
partecipare allo sviluppo economico della regione (Gkartzios & Scott, 2014). Questa visione
presuppone che la regione sia dotata di tutti quei fattori che supportano la creazione di
conoscenza (università, i centri di ricerca ecc.) e, nonostante si concentri sulla valorizzazione
degli elementi già presenti nella regione, comprende comunque l’assorbimento della
conoscenza da risorse esterne (Capello, 2017).

Nell’applicare questo modello, che è il più riconosciuto e utilizzato, bisogna prestare attenzione
a non sviluppare iniziative a favore di soggetti che sono già dominanti e avanzati, trascurando
quelli meno influenti. Questa è infatti una tendenza piuttosto comune, la quale è stata oggetto
di diverse critiche (Gkartzios & Scott, 2014).

- Il Modello con applicazione creativa

Esso è caratterizzato dalla presenza di “attori creativi” (principalmente aziende) che cercano
al di fuori dalla regione la conoscenza non presente localmente (Capello, 2017). La
conoscenza acquisita dall’esterno viene ricombinata e integrata con quella limitata già
presente in loco, in modo da applicarla concretamente creando un’innovazione utile ai bisogni
della regione. Si tratta di un processo complesso che può prendere forma unicamente grazie
a imprenditori intelligenti e creativi in grado di identificare le nuove esigenze dei clienti e i nuovi
segmenti di mercato (Caragli & Lenzi, 2013).

- Il Modello imitativo

È il modello tipico delle aree periferiche e di quelle in declino a livello industriale, e prevede
che gli imprenditori basino la loro capacità di innovazione su dei processi di imitazione. Si tratta
dunque di un processo “passivo”, che può però essere innovativo nel momento in cui
l’imitazione viene adattata al contesto locale (Capello, 2017).

La Commissione Europea ha allestito dei rapporti con esempi di progetti di sviluppo rurale di
successo. Questi si basano sul promovimento di caratteristiche endogene della regione e sono
gestiti da gruppi di attori pubblici e privati (associazioni, aziende, abitanti della zona, attori
politici ecc.) che collaborano per realizzare i progetti seguendo una strategia comune
(European Commission, 2008). Di seguito vengono illustrati alcuni esempi di questi progetti di
successo, i quali potrebbero essere interessanti (adattandoli al contesto) anche dal punto di
vista malcantonese.

Tabella 1: esempi di progetti territoriali di successo

                                                    Reportage sul turismo nella natura

                                                    In una zona della Francia centrale denominata «Pays de
                                                    la Touraine Côté Sud» è stato lanciato un progetto per
                                                    promuovere lo sport e le attività nella natura a fini
                                                    turistici. Questa zona, composta da 68 comuni, era infatti
                                                    caratterizzata da una scarsa densità di popolazione ma
 Fonte: European Commission, 2009, p.               anche da un elevato valore naturalistico (non valorizzato
 30                                                 adeguatamente). Il progetto consisteva nel produrre
                                                    filmati di circa mezz’ora ciascuno con lo scopo di far
                                                    conoscere la regione soffermandosi sulla flora, la fauna,
                                                    la cultura e la storia. Il fil rouge del filmato consisteva

Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell’alpe di Cima Pianca
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                                                    nella scoperta del territorio attraverso lo sport e altre
                                                    attività (escursionismo, equitazione, ciclismo ecc.).
                                                    Questa iniziativa ha suscitato un particolare successo in
                                                    quanto ha avuto l’effetto di mobilitare l’intera regione
                                                    nella promozione di un turismo incentrato sullo sport e
                                                    sulla natura. Sono infatti stati creati dei percorsi di
                                                    trekking, dei giri organizzati a piedi e in bicicletta, dei
                                                    festival di tipo sportivo ecc. (European Commission,
                                                    2009).

                                                    Passeggiata sulla cima degli alberi

                                                    La regione di Sauwald, in Austria, è contraddistinta da
                                                    ampie superfici boschive e da ripide colline. Per molti
                                                    anni il suo carattere rurale è stato visto come una
                                                    debolezza, ma le cose sono cambiate anche grazie a un
                                                    progetto di successo che ha potenziato gli elementi
                                                    endogeni della regione.

                                                    Un gruppo di abitanti della zona ha deciso di costruire
                                                    un “sentiero in cima agli alberi” lungo 170 metri e di
                                                    un’altezza massima di 24 metri da terra, comprendente
 Fonte: European Commission, 2008,                  ponti sospesi, piccole case, dormitori ecc. Questa
 p. 10
                                                    costruzione è immediatamente diventata molto famosa
                                                    fra i turisti e i residenti della zona e ha ispirato altre
                                                    regioni, le quali hanno intenzione di riprodurla (European
                                                    Commission, 2008)

                                                    La conservazione e la valorizzazione dell’abete
                                                    bianco

                                                    La regione Nordschwarzwald, in Germania, è composta
                                                    principalmente da montagne, fiumi e foreste, tra cui la
                                                    famosa Foresta Nera. Quest’area è caratterizzata dalla
                                                    presenza dell’abete bianco, il quale è un elemento
                                                    essenziale per l’ecosistema della regione. Quest’albero
                                                    era diminuito di più del 10% negli anni precedenti al
                                                    2005; questa situazione ha fatto sì che venisse ideato
                                                    un progetto in collaborazione con diversi attori (industrie,
 Fonte: Lotus Garden Botanicals,
 2018                                               proprietari dei boschi, architetti ecc.) che si proponeva di
                                                    sviluppare il potenziale di questa importante risorsa
                                                    naturale. L’intenzione era quella di informare i clienti, i
                                                    forestali, gli architetti ecc. riguardo alle diverse
                                                    possibilità di utilizzo dell’abete bianco nelle costruzioni.
                                                    Per farlo, state stampate 60'000 brochures e sono state
                                                    organizzate conferenze sul tema. Il risultato è stato
                                                    soddisfacente: la domanda di questo legname per le
                                                    costruzioni è aumentata del 10% (European
                                                    Commission, 2008).

Anche nell’ambito dello sviluppo regionale è di fondamentale importanza il concetto di
innovazione, intesa come capacità di creare, di evolversi e di adattarsi a livello produttivo, di

Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell’alpe di Cima Pianca
7

vendita, di formazione, di organizzazione ecc. (Mérenne-Schoumaker, 2007). Nell’ambito della
valorizzazione territoriale sono stati sviluppati dei modelli di innovazione regionale, alla cui
base vi sono gli “agenti” (costituiti da istituzioni, aziende e altri soggetti locali). Il processo di
innovazione ha inizio grazie a una fonte di conoscenza (ad esempio un’università), che viene
poi trasmessa agli agenti e tradotta in applicazioni innovative che permettono di aumentare la
performance economica di una data area. In questo contesto l’innovazione e la conoscenza
possono essere visti come dei concetti che si sovrappongono, in quanto si può affermare che
la conoscenza crea l’innovazione, oppure che l’innovazione è data dalla disponibilità di
conoscenza (Capello, 2017). È importante sottolineare che l’innovazione è un processo che
richiede la collaborazione di molti soggetti, come ad esempio politici, università, centri di
ricerca ecc. La capacità di interazione fra i vari soggetti è un fattore cruciale che dipende anche
dal contesto socioeconomico della regione, il quale può favorire o meno l’apprendimento
collettivo (Capello, 2017). Quest’ultimo concetto è anche descritto dal modello della Tripla
Elica di Etzkovitz-Leydersdorff, che evidenzia le relazioni e le interdipendenze tra università,
imprese e stato. Questo modello sottolinea come la collaborazione tra queste tre entità (e il
conseguente trasferimento della conoscenza e della tecnologia) generi importanti vantaggi per
la crescita economica e la coesione sociale (Etzkowitz, 1996).

2.2 La competitività territoriale

Le politiche di sviluppo regionale si basano sul concetto di competitività territoriale. Grazie alla
globalizzazione, non sono più solo le aziende ad essere in concorrenza fra di loro, bensì anche
i territori. Col passare degli anni si è quindi posta una sempre maggiore attenzione al concetto
di competitività territoriale, che comprende la componente economica, ambientale, sociale e
istituzionale.

La dimensione economica riguarda la capacità di creare e mantenere all’interno del territorio
il massimo potenziale di valore aggiunto (European Commission, 1999). Ciò significa attirare
nella regione nuove attività e fattori di produzione (capitali, imprese, capitale umano ecc.). Tale
concetto deve però anche comprendere la capacità del territorio di trattenere all’interno di esso
i soggetti già presenti. Il principale indicatore di questa componente è dato dal numero di nuove
imprese che si insediano sul territorio e dal numero di nuovi posti di lavoro che si creano
(Mérenne-Schoumaker, 2007). Bisogna tuttavia tenere presente che per quanto riguarda le
aree rurali, le si può definire come economicamente competitive anche se non registrano una
vera e propria crescita economica. Spesso le sfide per queste regioni sono talmente importanti
che le si può considerare di successo anche se sono unicamente in grado di mantenere stabile
il loro numero di abitanti, di posti di lavoro offerti ecc. (Thompson & Ward, 2005).

La componente ambientale è da intendere invece come la capacità di valorizzare l’ambiente
in quanto elemento distintivo del territorio, garantendo al contempo la tutela e il rinnovamento
del patrimonio (storico e culturale) e delle risorse naturali (topografia, atmosfera, flora, fauna
ecc.) (European Commission, 1999).

La componente sociale mette l’accento sulla capacità di interazione dei soggetti interessati
(come ad esempio politici, aziende e associazioni), i quali dovrebbero avere un’idea comune
del progetto (European Commission, 1999). Uno strumento utile per coordinare le idee e per
far circolare l’informazione fra i vari responsabili di progetto è il modello d’efficacia proposto
da Regiosuisse, illustrato nel terzo capitolo (Regiosuisse, 2011).

La dimensione istituzionale, ovvero il “posizionamento rispetto al contesto globale”, riguarda
la capacità dei soggetti di trovare una propria collocazione rispetto agli altri territori e alle
regioni adiacenti (European Commission, 1999).

Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell’alpe di Cima Pianca
8

Il concetto di competitività territoriale appena definito presuppone quindi che un’area, per
essere considerata competitiva, non deve essere in grado di fronteggiare unicamente la
concorrenza sul mercato, in quanto le altre componenti sopra descritte sono altrettanto
importanti (European Commission, 1999).

Il capitale territoriale rappresenta il punto di partenza per sviluppare la competitività territoriale.
Esso è definibile come l’insieme delle risorse (tangibili o intangibili) che costituiscono una
determinata area. I vari elementi che costituiscono il capitale territoriale possono essere
suddivisi in 8 categorie:

     •    immagine/percezione (sia interna che esterna alla regione);
     •    relazioni esterne con il mercato (l’integrazione nel mercato esterno, le reti di
          promozione ecc.);
     •    attività e aziende (la loro dimensione, i vari settori coinvolti e il grado di concentrazione
          delle aziende);
     •    governance e risorse finanziarie (la struttura politica, le istituzioni, i risparmi ecc.);
     •    know-how (le competenze esplicite e implicite, le capacità di ricerca e innovazione e il
          livello tecnologico);
     •    cultura territoriale (gli interessi degli abitanti, le loro attitudini ecc.);
     •    risorse umane (gli abitanti nell’area con la relativa capacità di collaborazione, le
          competenze collettive, la struttura sociale ecc.
     •    risorse fisiche (topografia, flora, fauna, acqua, suolo ecc.) (European Commission,
          1999).

L’importanza dei singoli elementi sopra elencati varia a dipendenza del contesto. Ad esempio,
un’impresa che deve scegliere la regione in cui stabilirsi valuterà maggiormente elementi come
le relazioni esterne con il mercato oppure la governance e le risorse finanziarie. Un turista
invece reputerà particolarmente importanti le risorse fisiche del territorio e la sua cultura
territoriale.

2.3 Il marketing territoriale e il management regionale

Lo sviluppo regionale richiede l’attuazione di una strategia di marketing territoriale. Con
quest’ultimo termine si intende un processo finalizzato a sviluppare il potenziale di una
determinata area valorizzando le sue caratteristiche chiave, in modo da distinguerla dalle altre
mete (Lo scenario socioeconomico delle regioni ticinesi – Il Mendrisiotto, 2003). Il marketing
territoriale mira ad attirare turisti, investitori e nuovi residenti in una determinata regione. I
soggetti interessati alla promozione e allo sviluppo di un territorio sono individui (popolazione
locale e turisti), istituzioni (politiche, sociali e culturali) e aziende.

Il punto cruciale del marketing territoriale consiste nell’individuare le caratteristiche competitive
della regione. Per farlo è necessario tenere in considerazione le offerte già esistenti nella zona
d’analisi (infrastrutture, ristorazione, alberghi, risorse storiche, culturali ecc.), così come
l’accesso al territorio e gli attuali visitatori con le relative esigenze (European Commission,
1999). Come citato precedentemente nell’ambito della componente istituzionale della
competitività territoriale, è importante che il “prodotto-territorio” sia ben integrato nel suo
contesto ambientale. Ciò significa che i vari elementi che lo compongono devono essere
collegati razionalmente e funzionalmente tra di loro, in modo da sfruttare eventuali sinergie
(Corio, 2005). Gli elementi del territorio da valorizzare sono quelli senza i quali una determinata
area diventerebbe pressoché anonima. Il processo di identificazione degli elementi distintivi fa

Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell’alpe di Cima Pianca
9

in modo che si possano rivalutare alcune risorse in decadenza che potrebbero diventare degli
elementi centrali della strategia di sviluppo progettuale. Allo stesso tempo è possibile porre
sotto una nuova luce alcuni aspetti della zona considerati negativi (European Commission,
1999). In questo modo si identifica l’USP (ovvero l’ “unique selling proposition”, tradotta in
italiano “argomentazione esclusiva di vendita”), un principio tipico del marketing che prevede
di puntare su una caratteristica propria del territorio, inimitabile da parte della concorrenza
(Huber & Alberton, 2014).

Il mercato obiettivo del “prodotto territorio” (inteso come territorio rurale, in quanto esso è
l’oggetto della tesi) può essere distinto in due segmenti di clientela: i residenti e i non-residenti
nella regione. I soggetti facenti parte di entrambe le categorie sono individui, istituzioni e
aziende. Questa suddivisione permette di operare una distinzione fra “marketing interno”
(indirizzato ai residenti) e “marketing esterno” (orientato ai soggetti esterni al territorio).
Entrambe le categorie consumano l’offerta del territorio ma, considerate le loro diverse
esigenze, è necessario operare una distinzione fra le due categorie (Dinis, 2004). I residenti
sono particolarmente interessati a uno sviluppo economico e dello standard di vita.
L’attenzione verso questi soggetti è di particolare importanza in quanto un territorio
caratterizzato da un clima positivo (derivante da residenti soddisfatti) è particolarmente
attrattivo. Quest’ultimo aspetto è addirittura più significativo rispetto alle infrastrutture presenti
nella zona e agli incentivi finanziari e fiscali. Gli interessi del secondo segmento di clientela si
concentrano invece ad esempio sul contatto con la natura, la tradizione del posto, il panorama,
il clima ecc. (Corio, 2005, p. 8).

Il marketing territoriale deve quindi occuparsi di rispondere a entrambe le tipologie di bisogno.
Da una parte deve cercare di trattenere sul territorio i residenti, combattendo dunque il
fenomeno della desertificazione. Dall’altra parte, l’obiettivo del marketing territoriale è quello
di convertire i non-residenti in residenti.

Quando si intraprende una strategia di marketing territoriale è importante fissare degli obiettivi,
suddivisibili in “obiettivi generici” e in “obiettivi specifici”. I primi sono ad esempio il
miglioramento del grado di soddisfazione dei visitatori e il loro contributo al rafforzamento
dell’economia locale. Gli obiettivi più specifici (come ad es. la creazione di una nuova attrattiva)
devono invece essere riassunti all’interno di un piano d’azione che ne determini le modalità di
raggiungimento (Corio, 2005).

Un aspetto fondamentale del marketing territoriale è la promozione, che include tutte le attività
di comunicazione verso il mercato obiettivo. Esse hanno lo scopo di informare i potenziali
clienti in merito ai benefici del territorio. La promozione di una regione deve essere in grado di
mettere in risalto il suo valore in modo che, oltre ad attrarre turisti, sia possibile aumentare la
popolazione (è importante raggiungere almeno quel numero di abitanti necessario per
permettere alla zona di svilupparsi). Al fine di creare una promozione efficace è di
fondamentale importanza creare delle reti di contatto fra enti pubblici e strutture ricettive, così
come organizzare iniziative come ad esempio buoni sconto, pacchetti turistici, eventi ecc.

Il ruolo del marketing manager di una regione consiste anche nel determinare i prezzi
relativamente ai vari sotto-prodotti associati al territorio che rispondono alle esigenze dei clienti
(ad es. il trasporto). Per fare ciò è importante capire la politica di prezzo applicata dalla
concorrenza oltre che il valore aggiunto fornito dal territorio in questione, che è determinato in
gran parte dalle esperienze offerte dalla regione. Infatti vi è una tendenza generale alla “ricerca
dell’esperienza”, intesa come vari tipi di offerte in grado di accentuare la tipicità di un territorio.
Degli esempi di proposte in questo senso sono ad esempio gli eventi tradizionali locali, che
accrescono la tipicità della regione e si accordano con la comunità in cui si svolgono. Se essi
si fondano su elementi caratteristici del territorio diventano esclusivi e inimitabili da parte della
concorrenza, aumentando di riflesso il valore economico del territorio (Corio, 2005).

Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell’alpe di Cima Pianca
10

Un elemento cruciale di cui deve disporre una regione per potersi sviluppare, riguarda l’identità
territoriale. Essa è composta dalla percezione che hanno gli abitanti di una determinata zona
riguardo al loro passato, alle tradizioni, al know-how, alla struttura produttiva, al patrimonio
culturale, alle risorse materiali, al futuro ecc. Tale concetto varia nel tempo, e secondo
l’esperienza acquisita da LEADER è estremamente importante che tale elemento sia posto al
centro della strategia territoriale, in particolare per quanto riguarda le scelte nell’ambito del
marketing. Infatti, in diverse regioni si è constatato che il fatto di aver “reinventato” l’identità
territoriale (e quindi aver ridato vita e visibilità a delle aree precedentemente viste come
“anonime”) è stata una strategia particolarmente azzeccata. Si è constatato che tale intervento
cambia il modo in cui le persone percepiscono una determinata zona, e di conseguenza la sua
immagine sul mercato, la sua attrattività e la sua unicità. L’identità territoriale può essere
rilanciata ad esempio creando uno slogan o un’immagine associati a una determinata
caratteristica della regione. Un altro esempio per rafforzare l’identità territoriale può essere
quello di scegliere un tema a cui associare una varietà di progetti utili alla promozione del
territorio (es. festival, workshop, negozi ecc.) (European Commission, 1999).

Nei paragrafi precedenti sono stati trattati i temi della valorizzazione, del marketing e della
competitività territoriali. La domanda che sorge spontanea riguarda quali sono i soggetti che
si occupano della messa in pratica di questi concetti. Tale ruolo spetta al management
regionale, che può essere costituito da un unico manager o da un team, ed è definibile come
un “polo di sviluppo regionale”. La sua funzione chiave riguarda la promozione dello sviluppo
sostenibile della regione, ed è specificata all’interno di un contratto di prestazione con il relativo
cantone. Per svolgere questo compito è essenziale creare una strategia ben definita e una
fitta rete di relazioni che comprenda attori politici, sociali ed economici. Infatti, il management
territoriale funge da mediatore fra i molti portatori di interesse, oltre che fra i vari livelli di
governo (comuni, Cantoni e Confederazione) (Regiosuisse, 2011).

Gli attori con cui devono interagire i management regionali sono dunque molti e tra loro
eterogenei. Essi sono ad esempio:

     •    responsabili di progetto;
     •    associazioni tematiche (legno, turismo, sanità ecc.);
     •    aziende, associazioni;
     •    attori nell’ambito agricolo e della pianificazione territoriale;
     •    altre regioni, comuni;
     •    uffici federali e cantonali
     •    istituti di formazione ecc (Regiosuisse, 2011).

Il “management regionale” è anche denominato in alcuni cantoni (come ad esempio in Ticino)
“Ente regionale di sviluppo” (ERS) (Regiosuisse, s.d.). Quest’ultimo viene costituito dai
comuni, e il suo compito principale consiste nel promuovere il potenziale economico e
territoriale delle relative regioni in collaborazione con le autorità cantonali e federali (Ente
regionale per lo sviluppo del Luganese, s.d.). Si può tuttavia affermare che in Ticino l’ERS non
è l’unica forma di management territoriale, in quanto anche promotori di progetti territoriali
(quali ad esempio patriziati, associazioni comunali o ditte) possono essere considerati come
tali (Regiosuisse, 2011). Di conseguenza, i management regionali possono essere molto
diversi fra loro in quanto le loro dimensioni e competenze variano significativamente. Il loro
campo d’azione comprende tutte le attività che contribuiscono allo sviluppo regionale
(Regiosuisse, s.d.).

Le principali attività dei management regionali riguardano:

     •    lo sviluppo regionale;
     •    il coordinamento politico (è importante cercare di lanciare progetti che prevedano la
          collaborazione di vari attori politici);

Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell’alpe di Cima Pianca
11

     •    i servizi/compiti amministrativi (compiti operativi affidati dal comune, come ad esempio
          l’organizzazione di una scuola di musica).

A livello più specifico, i compiti del management regionale possono essere ad esempio quelli
di organizzare eventi formativi e dibattiti, presentare le risorse e il potenziale regionale,
svolgere attività di relazioni pubbliche, trattare le richieste e fornire informazioni riguardo alla
NPR (consulenza professionale) ecc. Si tratta dunque di una serie di compiti polivalenti che
richiedono un’ampia varietà di competenze trasversali. Affinché il management regionale sia
in grado di far fronte ai suoi molteplici ed eterogenei impegni, è fondamentale che esso abbia
a disposizione sufficienti risorse finanziarie (Regiosuisse, 2011).

Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell’alpe di Cima Pianca
12

3. Gli strumenti adottati dalla Confederazione e dal Cantone
   per valorizzare il territorio

In Ticino i primi passi verso una politica regionale sono stati intrapresi negli anni ’70, con la
prima Legge sugli investimenti nelle regioni di montagna (LIM). Questa legge disciplinava
l’attribuzione di sostegni finanziari per la costruzione di infrastrutture nelle regioni montane
(Flury & Giuliani, 2017). I finanziamenti previsti dalla LIM erano sotto forma di mutui a lungo
termine erogati a comuni di montagna, per lo più con tassi d’interesse pari a zero (Regiosuisse,
s.d.).

Dall’ approccio “reattivo” degli anni ’60-’80 si è passati poi ad un approccio “offensivo e
strategico” negli anni ’90-2000, quando si è iniziato a porre una maggiore attenzione riguardo
a concetti come il marketing territoriale e il management regionale (Alberton, Economia
dell'innovazione, 2008).

Nel 2008 è entrata in vigore la “Nuova politica regionale” (NPR), che sostituisce la Legge sugli
investimenti nelle regioni di montagna (LIM). La NPR, sostenuta da “Regiosuisse” su incarico
della Segreteria di Stato dell’economia (SECO), supporta le regioni di montagna, le aree rurali
e le zone di frontiera aiutandole ad affrontare e a gestire i cambiamenti strutturali allo scopo di
migliorare durevolmente la competitività (Regiosuisse, s.d.).

La NPR ha un nuovo concetto di fondo rispetto alla LIM, Dal 2008 al 2015 la Confederazione e i
non più basato sulla mera costruzione di infrastrutture. cantoni hanno sostenuto, nell’ambito della
Essa si prefigge l’obiettivo principale di sostenere e NPR, più di 1800 progetti erogando
promuovere le iniziative locali che permettono di contributi a fondo perso e prestiti senza
generare valore aggiunto, soprattutto per quanto interesse o a tasso agevolato
riguarda il turismo e settori affini (Flury & Giuliani, (Confederazione svizzera, Segreteria di
2017). Questa politica si basa su tre componenti Stato dell'economia (SECO), 2017).
strategiche. La più importante, che è di competenza
cantonale, riguarda proprio il sostegno (soprattutto finanziario) di progetti territoriali. La
seconda componente incombe alla Confederazione, ed è considerabile come una “misura di
accompagnamento”. Essa si prefigge l’obiettivo di coordinare la politica regionale e le altre
politiche della Confederazione che hanno un’incidenza sul territorio, al fine di coordinare i
mezzi e di sfruttare al meglio eventuali sinergie. L’ultima componente, anch’essa gestita dalla
Confederazione, riguarda la diffusione della conoscenza in ambito territoriale. Quest’ultimo
obiettivo viene perseguito grazie a una piattaforma informativa rivolta ai promotori dei progetti,
che è gestita dal Centro della rete di sviluppo regionale Regiosuisse (Regiosuisse, s.d.).

Gli incentivi finanziari previsti dalla NPR consistono in contributi a fondo perso, in mutui a tassi
d’interesse vantaggiosi e in agevolazioni fiscali (Regiosuisse, 2011). Tali finanziamenti devono
essere stanziati dai cantoni almeno in misura equivalente al finanziamento concesso dalla
Confederazione. Degli attori rilevanti nell’ambito della NPR sono i precedentemente citati ERS.
Essi, oltre ad essere i partner di riferimento per la consulenza e lo sviluppo di progetti
territoriali, fungono anche da finanziatori.

I cantoni e la Confederazione stabiliscono l’orientamento della NPR. La Confederazione
emana le basi legali collegate alla politica e definisce all’interno di un programma della durata
di 8 anni gli ambiti di promozione, le priorità territoriali e le tematiche della NPR.

Sulla base del programma emanato dalla Confederazione, i cantoni (responsabili
dell’implementazione della NPR) elaborano programmi di attuazione quadriennali all’interno
dei quali sono previste le misure e gli obiettivi strategici del cantone, oltre agli aspetti finanziari

Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell’alpe di Cima Pianca
13

per quanto riguarda il sostegno dei progetti. Questi programmi devono essere sottoposti alla
Confederazione per la sua approvazione. Ogni cantone ha quindi diversi obiettivi strategici e
priorità (Regiosuisse, 2014).

Il Canton Ticino, nel programma NPR 2016-2023 ha previsto i seguenti obiettivi:

     1. l’aumento della capacità di innovazione e della competitività delle PMI;
     2. l’aumento della competitività e dell’attrattivà del Ticino e delle sue destinazioni
        turistiche;
     3. il riposizionamento delle regioni periferiche (Cantone Ticino, Ufficio per lo sviluppo
        economico, s.d.).

Il primo obiettivo è incentrato sulle piccole-medie imprese, le quali possono beneficiare del
sostegno da parte di diversi soggetti (ad esempio la Fondazione AGIRE, i centri di
competenza, le reti interaziendali ecc.).

Per quanto attiene al secondo obiettivo, si auspica a rilanciare il settore turistico intervenendo
sotto vari aspetti, quali ad esempio lo sviluppo di nuovi
prodotti e la loro promozione, la creazione di strutture        La Confederazione ha stabilito che i
professionali e specializzate ecc.                              due sistemi prioritari si concentrano
                                                                                            sull’industria e il turismo; l’80% dei
L’ultimo obiettivo è volto ad attenuare gli effetti negativi contributi a fondo perso della
dovuti alla posizione geografica sfavorevole delle regioni   Confederazione verranno destinati a
periferiche. La NPR si propone di migliorare la qualità      queste due categorie principali
dell’offerta turistica in queste regioni sia attraverso la   (Regiosuisse, 2014).
messa in rete delle offerte già presenti, che attraverso la
creazione di nuove proposte turistiche (Cantone Ticino, Ufficio per lo sviluppo economico,
s.d.).

Regiosuisse, che su incarico della Segreteria di Stato dell’economia (SECO) sostiene
l’attuazione della NPR, consiglia ai promotori di progetti territoriali l’utilizzo di un modello di
efficacia (vedi figura 1 sottostante), il quale viene definito come “l’impalcatura di base del
lavoro orientato all’efficacia” (Regiosuisse, 2014, p. 29).

Si tratta di un modello che comprende tutti gli aspetti principali di un progetto territoriale. Grazie
ad esso è possibile esplicitare in maniera chiara le idee relative al progetto. Tale modello
incentiva la riflessione aiutando le persone responsabili del progetto a prevedere le
conseguenze di determinate scelte. Esso rappresenta inoltre un’ottima premessa per allestire
un documento a fini comunicativi, da presentare ad esempio a potenziali finanziatori oppure a
politici. Grazie a questo documento si facilita anche la gestione del progetto e la sua
valutazione, in quanto consente di verificare se le risorse disponibili vengono impiegate
efficientemente ed efficacemente. Inoltre, evidenzia il collegamento fra azione (vedi sezioni
“Input” e “Output”) ed effetto (vedi sezioni “Outcome” e “Impact”), ed è utile per rispondere a
importanti interrogativi quali “Stiamo agendo nel modo corretto? Come possiamo migliorare il
lavoro?” ecc. (Regiosuisse, 2014).

A questo modello possono essere associati degli indicatori utili a misurare l’efficacia delle
attività svolte, che possono essere sia qualitativi che quantitativi (Regiosuisse, 2013).

Una proposta di valorizzazione territoriale: la ristrutturazione dell’alpe di Cima Pianca
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