NUOVE TECNOLOGIE PER L'ABITARE DEL FUTURO - Una proposta per la Milano del 2100
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AGATHÓN – International Journal of Architecture, Art and Design | n. 08 | 2020 | pp. 188-199 ARCHITECTURE ISSN print: 2464-9309 – ISSN online: 2532-683X | doi.org/10.19229/2464-9309/8182020 RESEARCH & EXPERIMENTATION NUOVE TECNOLOGIE PER L’ABITARE DEL FUTURO Una proposta per la Milano del 2100 NEW TECHNOLOGIES FOR FUTURE LIVING A proposal for 2100s Milan Paola Marrone, Claudio Piferi, Antonello Monsu Scolaro, Elisa Belardi, Manuela Demurtas, Maria Grazia Giardinelli, Federico Orsini, Valentina Santi, Andrea Sichi ABSTRACT Le dinamiche evolutive e le emergenze ambientali, sociali ed economiche in atto pro- spettano nuovi immaginari urbani, richiedendo ai progettisti di spostare l’orizzonte tem- porale di riferimento verso scenari di lungo periodo. Il contributo si inserisce in tale con- testo con lo scopo di indagare il tema dell’abitare futuribile, presentando i risultati di un’esperienza progettuale di rigenerazione urbana sviluppata a Milano in occasione del concorso RELIVE 2019. Il progetto trae spunto dalle visioni delle città utopiche del se- colo scorso e si sviluppa a partire dalla costruzione di un quadro esigenziale amplificato proiettato verso scenari a lungo termine. La proposta progettuale integra strumenti e tecniche tradizionali con le nuove potenzialità offerte dalle tecnologie abilitanti, prefigu- rando un modello replicabile di città resiliente, inclusiva e a ridotto impatto ambientale. Evolutionary dynamics and the current environmental, social and economic emergen- cies envisage new urban visions requiring designers to shift the reference time’s hori- zon towards long-period scenarios. The contribution refers to this context with the aim to investigate future inhabiting presenting the results of a design experience of urban regeneration led in Milan for RELIVE 2019 competition. The project draws inspiration from last century’s utopian cities visions and is developed based on an Amplified Re- quirements Framework projected towards long-term scenarios. The design proposal integrates traditional tools and technologies with the new possibilities offered by Key Enabling Technologies prefiguring a replicable model for a resilient, inclusive and low- environmental impact city. KEYWORDS cambiamenti climatici, soluzioni abitative flessibili, tecnologie abilitanti, infrastruttura dinamica, Milano 2100 climate change, flexible housing solutions, key enabling technologies, dynamic infra- structure, Milan 2100 Paola Marrone, Architect and PhD, is a Full Professor at the Department of Architec- ture of the ‘Roma Tre’ University (Italy). E-mail: paola.marrone@uniroma3.it Claudio Piferi, Architect and PhD, is an Associate Professor at the Department of Ar- chitecture of University of Florence (Italy). E-mail: claudio.piferi@unifi.it Antonello Monsù Scolaro, Architect and PhD, is an Associate Professor at the Depart- ment of Architecture, Design and Urban Planning of the University of Sassari (Italy). E- mail: amscolaro@uniss.it Elisa Belardi, Architect, is a PhD Candidate at Department of Architecture of Universi- ty of Florence (Italy). Manuela Demurtas, Architect, is a PhD Candidate at the Depart- ment of Architecture, Design and Urban Planning of the University of Sassari (Italy). Maria Grazia Giardinelli, Architect, is a PhD in Architecture and Research Technolo- gist for international projects at the University of Florence. Federico Orsini, Architect and PhD, is a Research Fellow the Department of Architecture of the ‘Roma Tre’ Uni- versity (Italy). Valentina Santi, Architect and PhD, carries out teaching and consultan- cy activities in the field of design dedicated to fragile users. Andrea Sichi, Architect, is a Research Fellow at the Department of Architecture of University of Florence (Italy). 188
Marrone P., Piferi C., Monsù Scolaro A. et alii | AGATHÓN | n. 08 | 2020 | pp. 188-199 Le esperienze delle città ideali rinascimen- dalla innovazione digitale nel campo del pro- po alla riduzione degli impatti ambientali indotti tali o le proposte utopiche riconducibili al pen- getto e della costruzione, la proposta tenta di dalle attività edilizie. Altrettanto, pare auspica- siero di Fourier nel XIX secolo sono alcuni ristabilire quegli equilibri ambientali, sociali ed bile prevedere margini operabili del progetto esempi che evidenziano come vi sia una co- economici per troppi anni trascurati. affinché le sfere privata, pubblica e semipub- stante ricerca di modelli futuri dell’abitare nella blica non debbano essere ben identificate e storia dell’architettura e dello sviluppo urbano Abitare e riabitare futuribile in ragione di cam- possano crearsi condizioni di condivisione vir- (Wilkinson, 2017). Tale indagine caratterizzerà biamenti climatici, trasformazioni sociali e tuale o reale da parte di utenti differenti per i secoli XX e XXI sviluppando visioni di città in- tecnologie abilitanti | Flussi migratori, cam- età, provenienza e cultura. novative, utopiche e futuribili, pensate per es- biamenti climatici e invecchiamento della po- Tali condizioni vanno ricercate sia nel pro- sere adeguate alle esigenze dello specifico polazione (Fig. 1) sono alcuni dei fattori che in- getto del nuovo che nell’intervento di riqualifi- periodo storico. La prima metà del ‘900, forte- fluenzano la qualità complessiva dell’abitare cazione dell’esistente, la cui carente qualità – mente influenzata dalle innovazioni tecnologi- contemporaneo e futuro. Ricercare soluzioni fi- in particolare funzionale e tecnologica – de- che e dal progresso, vede prima l’esperienza nalizzate al miglioramento di tale qualità, in re- nuncia anche la scarsa sensibilità ambientale futurista, con le innovative visioni di città ‘ela- lazione ai suddetti fenomeni, rappresenta una che, in particolare a partire dal secondo dopo- stiche e leggere’ di Depero e Sant’Elia (1914) delle sfide più importanti che architetti e socio- guerra, ha accompagnato la trasformazione e poi, qualche decennio più tardi, le teorie ur- logi, ma non solo, hanno iniziato ad affrontare dell’ambiente costruito. Nel corso dei decenni, bane del Movimento Moderno. Le mutazioni da qualche anno. In ambito accademico sono l’attuale patrimonio edilizio ha incorporato in- sociali, culturali, economiche ed ambientali del state avviate molte ricerche e, a livello di gover- genti quantità di risorse primarie a fronte di una dopoguerra sono poi alla base di una rinnova- nance del territorio, le pubbliche amministra- bassa efficienza nell’impiego e di un elevato ta spinta utopica che emerge tra gli anni ’60 e zioni cominciano a mettere in atto processi fi- impatto ambientale associato, quantificabile an- ’70 del secolo scorso e trova espressione a li- nalizzati alla risoluzione delle problematiche ur- che in termini di rifiuti da attività da costruzione vello nazionale nelle visioni provocatorie delle bane e sociali derivanti da tali fenomeni, preve- e demolizione pari al 30% dei rifiuti totalmente avanguardie radical fiorentine (Archizoom, Re- dendone gli sviluppi anche su tempistiche mol- prodotti (Eurostat, 2016). mo Buti, Superstudio, Zziggurat) o a livello in- to lunghe (United Nations, 2015). Ma è possi- Dal 2003 al 2011, nell’EU a 27 Stati, sono ternazionale (Hollein e Pichler a Vienna, Archi- bile spostare di 70 anni l’orizzonte temporale state consumate tra 1.200 e 1.800 milioni di gram a Londra, Metabolisti in Giappone, Yona individuato dall’ONU, ipotizzando lo scenario tonnellate di materiali da costruzione, sia per Friedman in Francia, Buckminster Fuller negli che ci troveremo ad affrontare e definendo le nuovi edifici che per la riqualificazione di quelli USA, Frei Otto in Germania), segnando fortemen- mete da raggiungere nel 2100? esistenti; in peso, si tratta del 45% di inerti, del te le generazioni successive. Il Laboratorio Modellistica Climatica e Im- 42% di calcestruzzo, del 6,7% di laterizi, del Recentemente, le istanze ecologico-am- patti di ENEA ha tracciato una mappa dei luo- 2,5% di materiali metallici, dell’1,6% di legna- bientali hanno spinto Branzi a indagare il tema ghi che entro il 2100 potrebbero finire som- me, mentre il rame, il vetro e l’alluminio occu- dell’abitare futuribile nel saggio Modernità De- mersi a causa del riscaldamento globale, dello pano circa l’1% rimanente. La maggior parte di bole e Diffusa nel quale propone la visione di scioglimento dei ghiacciai e dell’innalzamento questo patrimonio ha più di 50 anni e più del una città ibrida, non più caratterizzata dalle dei mari (Antonioli et alii, 2017): l’Italia potrebbe 40% degli edifici residenziali sono stati costruiti «[…] cattedrali forti e concentrate della vec- perdere gran parte del suo patrimonio paesag- prima del 1960 in assenza di norme sull’effi- chia modernità, ma da processi conoscitivi ar- gistico, molte delle aree costiere e la pianura cienza energetica e/o sulla sismica: nel 2009, il ticolati, trasformazioni ambientali reversibili, si- Padana verrebbero sommerse, la città di Mila- settore residenziale consumava il 68% dell’e- stemi in rete invisibili e penetranti» (Branzi, no verrebbe raggiunta dal mare (Fig. 2). Il Cen- nergia totale del settore edile (Fasano, 2011), 2006, p. 127) in cui natura e città, agricolo, tro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Clima- di cui il 70% per il riscaldamento. In Italia, il pa- produttivo e abitativo si fondono in un unico tici sta studiando le caratteristiche del cambia- trimonio residenziale è costituito da 12,2 milio- ecosistema sostenibile. La perdurante crisi mento climatico, con specifico riferimento agli ni di edifici, di cui circa il 60% è stato realizzato ambientale e la recentissima crisi sanitaria, scenari di concentrazione dell’Intergovernmen- prima del 1980, mentre 5,2 milioni di edifici trasformatesi anche in crisi sociale ed econo- tal Panel on Climate Change e, adottando la (circa il 40% del totale) hanno più di 50 anni. mica, sono sempre più alla base di nuovi im- tecnica del downscaling dinamico (Pizzigalli e Oggi disponiamo di un parco edilizio con maginari urbani in architettura (SOA, Effekt, alii, 2012), arriva a prefigurare un quadro delle una superficie utile calpestabile di 30,528 km2 Guallart Architects), in letteratura e nel cine- variazioni attese in relazione a diverse variabili (l’estensione del Belgio), di cui il 75% a desti- ma: immaginari distopici, caratterizzati da pae- considerate fino al 2100, immaginando un cli- nazione residenziale suddivisa in edifici per fa- saggi non più adatti a ospitare la vita dell’uo- ma dell’Europa meridionale sempre più tropi- miglie singole, pari al 64%, e appartamenti in mo, o visioni ad alto contenuto tecnologico cale (Rossi, 2017). blocchi plurifamiliari, pari al 36% (European che guardano al ri-progetto della città e del Se ai cambiamenti climatici associamo i flus- Construction Sector Observatory, 2018). Di territorio in ‘post-produzione’ ipotizzando sce- si migratori, l’invecchiamento della popolazione fronte a questo scenario, abitare e riabitare si- nari di ‘decrescita prosperosa dell’edificio’ (Mo- (United Nations, 2019) e le emergenze sanitarie gnifica progettare o riqualificare il costruito do- rabito and Bianchi, 2010). All’interno di que- (come l’attuale) si intuisce che ipotizzare scena- tandolo di nuove prestazioni tecnologiche e sto scenario, oggi definito ‘climate fiction’ (Mi- ri abitativi così a lungo termine non sia del tutto funzionali, rendendolo nel tempo capace di nardi, 2016), si trovano importanti spunti im- sconsiderato. Le composizioni familiari in futuro adeguarsi a nuovi utilizzi che limitino le ricadu- maginifici che aiutano a spostare l’attenzione potrebbero essere simili a quelle attuali, ma te sugli ecosistemi naturali e lo sfruttamento del progetto verso nuovi orizzonti futuri poten- sarà diverso lo stile di vita, il modo di studiare, delle risorse non rinnovabili, perseguendo ma- zialmente capaci di accogliere le molteplici lavorare e relazionarsi: parafrasando Desvigne, nufatti che non siano più ‘designed not to istanze – sociali, ambientali ed economiche – tale trasformazione genererà un ‘quadro esi- adapt’ (Brand, 2012). connesse alla manipolazione e allo sfrutta- genziale amplificato’ (Mascheroni, 2018) sia nel- In questo complesso scenario, dove si in- mento degli ecosistemi naturali. l’orizzonte temporale, perché basato su scenari trecciano aspetti e variabili multidimensionali – Il presente contributo si inserisce in questo futuri, sia nell’orizzonte spaziale, perché le va- ambientali, economiche e sociali – che, fin dalla quadro culturale e indaga il tema dell’abitare riazioni ambientali, sociali ed economiche lega- fase metaprogettuale richiedono un governo futuribile attraverso un’esperienza di rigenera- te a questi scenari producono influenze dirette contestuale, le KETs (Key Enabling Technolo- zione urbana, in occasione del concorso RELI- e indirette sul progetto. Ciò porterà alla richie- gies) permettono interessanti prospettive ope- VE 2019, per sviluppare una ricerca progettua- sta di condizioni abitative e lavorative per le rative che integrano gli strumenti tradizionali del le di una possibile città futuribile, capace di ri- quali temporaneità, mobilità e connettività sa- progetto con tecnologie predittive, anticipatorie spondere a un quadro esigenziale elaborato su ranno imprescindibili, determinando scenari esi- e di controllo dei processi (Mengda et alii, scenari a lungo termine riguardo ai cambia- genziali secondo cui apparirebbe giustificato pro- 2019; Aguilar Peralta and Mauricio, 2020) lungo menti climatici, sociali e tecnologici. Indagando gettare pensando alla flessibilità e all’adattabilità l’intero ciclo di vita dell’edificio (European Com- le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dello spazio abitativo, guardando al contem- mission, 2015). Al contempo, pensando sia alla 189
Marrone P., Piferi C., Monsù Scolaro A. et alii | AGATHÓN | n. 08 | 2020 | pp. 188-199 Fig. 1 | Main factors that affect the overall quality of con- temporary living (credit: M. G. Giardinelli, V. Santi and A. Sichi, 2019). Fig. 2 | Possible scenario of the Italian peninsula in 2100 following the rise in sea levels (source: www.corriere.it). realtà virtuale sia a quella aumentata, le KETs megalopoli come Shanghai, Bruxelles, San Pao- sa miniera a cielo aperto (la seconda del piane- permettono anche un coinvolgimento efficace lo e Strasburgo in chiave Harbitarbres, trasfor- ta), in disuso dal 2001. All’input iniziale, un e- dell’utente finale lungo il processo decisionale mandole da selve di cemento e vetro in foreste norme cratere conico di 500 metri di profon- secondo una prospettiva anticipatoria dei pos- rimodulate (Schuiten, 2010). dità con un diametro di oltre un chilometro, nel sibili comportamenti e adattamenti futuri dello La Toyota, con il progetto dello studio da- desolato permafrost siberiano dove le tempe- spazio architettonico. nese BIG (Bjarke Ingels Group) – autore, tra gli rature raggiungono 50 °C sottozero, i progetti- altri, del nuovo World Trade Center a New York, sti hanno risposto con un’ipertrofica cupola Pensieri: Casi studio di città utopiche | L’ap- della Lego House in Danimarca e della sede trasparente che racchiude una Garden City, proccio culturale alla base delle proposte uto- Google di Mountain View e Londra – ha imma- strutturata in tre macro-zone distribuite in al- pistiche del ‘900 trova oggi, nelle innovazioni ginato la Woven City (Fig. 4), un modello di tezza. Il livello inferiore è costituito dalla ‘fattoria digitali introdotte dalle KETs, gli strumenti ideali città in cui sperimentare i vantaggi di un ecosi- verticale’, un centro urbano per la produzione per sperimentare ulteriormente il tema dell’abi- stema interconnesso da tecnologie sensoristi- di cibo e l’allevamento di bestiame che garanti- tare futuribile. Le esperienze contemporanee che, alimentata completamente mediante cel- sce risorse alimentari fresche durante tutto declinano il tema alle diverse scale del proget- le a idrogeno. Il progetto, partendo dallo stu- l’anno; al livello intermedio, la ‘foresta’ consen- to – spaziale urbano, infrastrutturale, tecnologi- dio della mobilità, sarà realizzato entro il 2021 te di creare opportune condizioni microclimati- co – con il comune obiettivo di trasformare le a Tokyo, alle pendici del monte Fuji. La città che; il livello superiore è destinato alla città vera città in veri e propri ecosistemi di sopravviven- prende forma e si definisce partendo da tre ti- e propria, dotata di servizi residenziali, ammini- za, dove la natura e le tecnologie, per essere pologie di strade (percorsi per mobilità veloce, strativi e pubblici oltre a spazi verdi collettivi e indispensabili, devono essere obbligatoriamen- percorsi per micromobilità e pedoni, percorsi zone ricreative per la socializzazione. Il proget- te interconnesse. esclusivamente pedonali) che si intrecciano to si caratterizza per l’autosufficienza energeti- L’architetto ed ecologista belga Luc Schui- formando una griglia organica: gli e-pallete au- ca, ottenuta attraverso celle fotovoltaiche inte- ten ha ipotizzato l’architettura utopica della Ve- tonomi (prototipi ideati dalla Toyota) saranno grate nella membrana trasparente della cupo- getal City (Fig. 3), nella quale la natura diventa utilizzati per il trasporto e le consegne, oltre la, la quale, isolando dall’esterno, consente di protagonista e parte integrante del tessuto ur- che come negozi itineranti. Woven City è pen- creare un microclima mite, trattenendo il calore bano e degli edifici, attraverso la biomimesi, sata come un incubatore di idee e un laborato- del terreno (Sokolina, 2013). ovvero quei processi biologici e biomeccanici rio vivente e ospiterà i collaboratori della casa La ricerca di nuovi modelli dell’abitare in che avvengono in natura. La biomimesi per- automobilistica ma anche ricercatori, startup e scenari estremi caratterizza anche il progetto mette alle piante di crescere plasmandosi in scienziati, con l’obiettivo di testare e sviluppare ReGen Villages (Fig. 6), recentemente svilup- edifici, alloggi, costruzioni, creando delle ‘ar- nuove tecnologie come la robotica, le case in- pato dallo studio Effekt, che si propone come chiborescence’ (neologismo ideato dall’archi- telligenti e l’intelligenza artificiale: quest’ultima nuovo modello visionario per lo sviluppo di tetto per descrivere la crescita della città in monitorerà la salute degli abitanti, mentre la ro- eco-villaggi off-grid, autosufficienti, integrati e simbiosi con la vegetazione) e purificando al botica sarà a servizio della vita di tutti i giorni resilienti. Il progetto lavora sul sistema degli contempo l’aria. Negli interstizi tra i rami, quali (dalle abitazioni, al lavoro, allo sport e tempo li- spazi aperti e del costruito, combinando tec- elementi di chiusure o tamponature, sono pre- bero). Nel progetto non mancano parchi e nologie innovative in un’ottica di economia cir- visti pannelli biotessili, mentre le partizioni tra- piazze per facilitare gli incontri e la socializza- colare, come ricorda il nome stesso del villag- sparenti sono ispirate alle ali delle libellule. So- zione fra gli abitanti (Duy, 2020). gio. ReGen, infatti, richiama il processo rigene- lai e pareti interne, in terra cruda e materiali na- Il rapporto fra sistema insediativo e condi- rativo delle risorse, trasformando gli output di turali, sono sorretti da strutture portanti vege- zioni ambientali estreme, unito alla necessità di un sistema negli input di un altro, riducendo tali. Anche l’impiantistica segue le regole della riqualificazione dell’esistente, trova un’interes- sprechi e rifiuti. L’intero villaggio è caratterizza- natura: l’illuminazione è resa possibile con la sante applicazione nella futuristica città per to da un involucro innovativo che ridefinisce il bioluminescenza, meccanismo grazie al quale 10.000 abitanti ideata dallo studio russo AB rapporto tra spazi aperti e spazi costruiti e defi- gli organismi viventi emettono luce tramite rea- Elis con il progetto Eco-City 2020 (Fig. 5), un nisce uno spazio intermedio protetto, produtti- zioni chimiche, mentre la climatizzazione è eco-sistema ipogeo autosufficiente nella ex zo- vo, sociale (Effekt, 2016). pensata prendendo spunto dai termitai. Nelle na industriale di Mirniy, nella Siberia orientale, Anche il progetto per il Campus dell’Uni- illustrazioni utopiche Schuiten ripensa le grandi proposto quale ipotesi di recupero di una este- versità Teatinos (Fig. 7), a Malaga, propone una 190
Marrone P., Piferi C., Monsù Scolaro A. et alii | AGATHÓN | n. 08 | 2020 | pp. 188-199 nuova visione per lo spazio urbano, nella quale la complessità delle dinamiche tra uomo e am- renderlo adattivo ai possibili scenari d’uso. tecnologie innovative e natura si fondono in un biente che, progressivamente assunte all’inter- Prima e seconda fase delineano, pertanto, unico ecosistema resiliente, intelligente e re- no del processo di progetto, innovano le politi- una possibile metodologia progettuale (Fig. 8) sponsivo. Il progetto dello studio spagnolo Eco- che urbane (Knox and Mayer, 2009). grazie alla quale, attraverso un approccio tra- sistema Urbano ripensa gli spazi aperti infra- Si apre così uno scenario operativo che il dizionale al progetto, implementato con le strutturandoli con innovativi dispostivi e tecno- progetto di riqualificazione dello spazio, confina- tecnologie abilitanti, si possono perseguire ri- logie abilitanti che permettono di ricreare spazi to e pubblico, dovrà riuscire a governare, sia sultati quali: a) la resilienza, come attitudine sociali, prevedendo nuovi usi e individuando sulla base di parametri reali ottenuti da analisi del costruito ri-progettato alla resistenza nel funzioni aperte destinate agli studenti, al per- dirette (dati climatici; previsioni demografiche; lungo periodo alle sollecitazioni dinamiche so- sonale e a tutti i cittadini che possono libera- consumo di risorse; produzione di rifiuti; costi ciali, economiche ed ambientali; b) la parteci- mente accedervi. Si costruisce così un cam- sociali e ambientali) sia su dati di difficile se non pazione, attiva ed efficace dell’utente nel pro- pus aperto, verde, connesso, interattivo, forte- impossibile previsione (flussi migratori; tecnolo- cesso di progetto e la crescita della consape- mente caratterizzato da innovativi paesaggi gie produttive; sistemi cognitivi; mezzi di comu- volezza ambientale correlate alle modalità natural-artificiali, che implementano tecnologie nicazione; dinamiche comportamentali nel lavo- d’uso dello spazio; c) la circolarità delle risor- visibili e tecnologie invisibili: tra le prime trovia- ro e tempo libero, nella sfera privata e pubblica). se, preesistenti o di nuovo impiego, all’inter- mo le grandi pensiline che definisco infrastrut- In questo contesto, un approccio alla rige- no di un sistema economico progettato per ture dinamiche per il controllo delle condizioni nerazione urbana sostenibile nel tempo mi- autorigenerarsi; d) l’integrazione dei sistemi di ambientali, tra le seconde i sistemi di monito- rerà a una configurazione ‘adattiva’ dello spa- produzione (Industria 4.0), come incremento raggio e raccolta dati, per il controllo del clima, zio, sia pubblico che privato, elaborando un degli aspetti legati allo Smart Product, Smart per la gestione delle acque meteoriche, per lo ‘quadro esigenziale amplificato’ ricavabile, in Service e Smart Energy; e) la replicabilità, scambio di informazioni, per la comunicazione, una prima fase, dall’analisi dei dati riguardan- come un processo i cui fondamenti e intenti per il monitoraggio delle condizioni ambientali ti: 1) alla scala urbana, lo stato di conserva- possano essere ripetuti in altri contesti urbani (Ecosistema Urbano, 2017). zione dell’area (servizi presenti, tipologie di similari. Le proposte riportate (fra le più significative aree, ecc.) allo scopo di ridisegnare lo spazio tra quelle analizzate) individuano uno scena- pubblico e ottimizzare il comportamento bio- Un progetto di ‘auto-rigenerazione’ del com- rio ben definito in quanto oltre a prospettare un climatico attivo e passivo dei corpi di fabbri- parto urbano di via Medici del Vascello a quadro di esperienze variabile ed eterogeneo, ca in funzione dei dati climatici locali, di ridur- Milano | L’approccio metodologico così deli- sono legate dal fil rouge della sperimentazione re l’apporto di energia da combustibili fossili e neato è diventato lo strumento guida per il pro- sul tema dell’abitare futuro integrato con le in- le emissioni in atmosfera di GHG e di contri- getto di riqualificazione di un’area localizzata novazioni digitali. Tali casi studio sono inoltre buire al miglioramento della qualità dell’aria nel quadrante sud-est di Milano, in prossimità caratterizzati da approcci strategici al progetto (European Environment Agency, 2019); 2) alla della Stazione di Rogoredo, in adiacenza al se- comuni, come la valorizzazione degli spazi scala dello spazio abitativo, le potenzialità di dime ferroviario. Le strade sterrate, la scarsa il- aperti (teatro delle strategie di resilienza e adat- uno spazio dell’abitare flessibile, in grado di luminazione pubblica, i numerosi edifici in ab- tamento), la riqualificazione del patrimonio co- adattarsi alle richieste presenti e future degli bandono, oltre agli insediamenti informali e alle struito (in cui testare l’applicazione di sistemi utenti, di adeguamento e trasformazione, at- occupazioni abusive che negli anni si sono sus- tecnologici innovativi e altamente performanti) e traverso la progettazione di strutture reversi- seguite, restituiscono oggi un’immagine di de- la creazione di infrastrutture dinamiche e meta- bili e adattabili; 3) alla scala del singolo edifi- grado fra le più accentuate della città (Fig. 9). boliche (a cui demandare il controllo adattivo cio, l’ottimizzazione e valorizzazione delle risor- Propedeuticamente alla definizione delle degli insediamenti). Tali strategie concorrono si- se ed energie già incorporate (misurate in MJ strategie progettuali di intervento, è stata svol- nergicamente alla creazione di sistemi urbani in termini di embodied energy e carbon energy) ta una disamina dell’area che ha messo in evi- complessi e resilienti, in grado di garantire l’a- per controllare sia la quantità di rifiuti da co- dattamento progressivo ai futuri mutamenti am- struzione e demolizione prodotti, sia lo sfrutta- bientali e antropologici, e sono alla base della mento di nuove risorse naturali (Ecorys, 2014). proposta progettuale per il comparto di Via Me- In una seconda fase, l’introduzione delle tec- dici del Vascello a Milano, descritta più avanti. nologie abilitanti nel perseguimento degli obiet- tivi ambientali, sociali ed economici potrà con- Una metodologia progettuale per valorizza- correre a: 1) elaborare i dati climatici di conte- re e rigenerare l’ambiente costruito | Sustai- sto, per definire il modello fluidodinamico più nables Cities, ottavo obiettivo prioritario del adeguato alla riconfigurazione degli spazi pub- 7th Environmental Action Programme (European blici, in grado di orientare le scelte progettuali; Parliament and Council of the European Union, 2) simulare i possibili modelli e comportamen- 2013; European Commission, 2014), pone l’at- ti d’uso dello spazio, per prevedere i futuri a- tenzione su alcuni temi attraverso i quali è pos- deguamenti da parte degli utenti ma al tempo sibile declinare la sostenibilità alla scala urba- stesso per rendere l’utente parte attiva del na: potenziare il capitale naturale; aumentare processo di progetto coinvolgendolo attraver- l’efficienza nell’uso delle risorse incentivando so gli strumenti della realtà virtuale e/o au- un’economia low carbon; salvaguardare la sa- mentata; 3) ottimizzare il controllo domotico lute e il benessere dei cittadini. L’European dell’abitazione, sulla base dei modelli d’uso e Green Capital Award da oltre 10 anni premia le in funzione dei tempi standardizzati di occu- città europee che si sono distinte per interventi pazione dello spazio, per ridurre in particolare di riqualificazione e rigenerazione urbana, di- i consumi energetici; 4) localizzare le risorse mostrando come l’intervento sull’ambiente co- presenti, attraverso strumenti GIS interopera- struito rappresenti un obiettivo ormai strategi- bili, per definire una sorta di piattaforma per la co, sia a scala europea che nazionale. Dagli raccolta di dati di contesto, nella quale sche- anni ’70 del Novecento, il digital tool World3 fu dare i componenti edilizi e le parti riutilizza- impiegato per comprendere e proiettare nel fu- bili nel progetto di riqualificazione e riuso del- turo le conseguenze dell’interazione tra uomo la preesistenza; 5) monitorare i costi e con- e ambiente, poi adottato per ipotizzare gli sce- frontare le alternative progettuali in chiave Life Fig. 3 | The utopian Vegetal City conceived by Luc nari alla base di The Limits to Growth (Mea- Cycle Costs sia sul piano tecnico, in funzione Schuiten (source: fedoracittaideale.weebly.com). dows et alii, 1972). Da allora, gli strumenti digi- delle scelte progettuali e dei cicli manutenti- Fig. 4 | View of the Toyota Group’s Wowen City project tali hanno accompagnato la comprensione del- vi, sia su quello di gestione dello spazio, per (source: www.toyota.it). 191
Marrone P., Piferi C., Monsù Scolaro A. et alii | AGATHÓN | n. 08 | 2020 | pp. 188-199 Fig. 5 | Proposal for Eco-City 2020 by the Russian designers AB Elis (source: www.ab-elis.ru/ecocity2020). denza criticità di varia natura: 1) scarsa ri- La riqualificazione del patrimonio costruito | silienza e alla capacità adattiva dell’intera area spondenza ai nuovi bisogni residenziali e alle L’intervento di riqualificazione ha riguardato in ai cambiamenti complessivi del comparto ur- tendenze sociali e di fruizione della città (ca- particolare le prestazioni tecnologiche residue bano di riferimento (Fig. 14). renze di tipo funzionale); 2) inadeguatezza (in prevalenza strutturali), ad eccezione dell’e- Dal punto di vista strutturale, l’infrastruttura prestazionale degli edifici – energetica, acusti- dificio a pianta trilobata e dell’edificio a un solo è una maglia reticolare spaziale metallica (in ca e di comfort indoor – rispetto all’attuale piano, per i quali si è optato per una demolizio- parte vetrata) stampata in 3D, le cui geometrie quadro normativo (carenze di tipo tecnologi- ne integrale selettiva (Fig. 11). La riqualificazio- possono essere occupate all’occorrenza da co); 3) composizione dei volumi, connessioni ne tecnologica dell’involucro ha presupposto la materiali, idonei ad accogliere le KETs, frutto urbane e relazioni con il luogo scarsamente conservazione dell’ossatura strutturale per delle attuali e delle future tecnologie di produ- rappresentativi della città contemporanea (ca- l’implementazione prestazionale dei sistemi di zione: la membrana si appoggia puntualmente renze di tipo formale). Le evidenze raccolte chiusura verticali, opachi e trasparenti (Fig. 12). a terra, ripiegandosi sotto gli edifici esistenti, hanno permesso di formulare un ‘quadro L’abitare flessibile di un’utenza eterogenea, svuotando i piani terra, creando percorsi pro- esigenziale amplificato’, secondo il quale il soggetta a diversificarsi nel tempo, è stato af- tetti di collegamento, ricucendo il territorio ver- progetto ha operato su una visione complessa frontato con la progettazione di moduli abitativi so la città e verso lo scalo ferroviario, ospitan- e integrata dell’area rendendola capace di as- prefabbricati – le Living Units – inseribili all’in- do spazi aperti e/o protetti dedicati agli orti ur- sorbire le variazioni climatiche esterne, inte- terno della maglia strutturale esistente. Le unità bani e al verde (Fig. 15). Gli spazi a terra si la- grando lo spazio pubblico, privato e le funzioni abitative minime, destinate a utenti differenziati sciano così allagare senza creare criticità ma collettive, riutilizzando quanto più possibile il (anziani, studenti, giovani lavoratori, giovani nu- favorendo differenti modi di comunicazione costruito ma definendo una nuova immagine clei familiari) sono aggregate secondo uno (Fig. 16). L’infrastruttura può essere adeguata di città, attraverso la sua implementazione for- schema in cui si alternano laboratori, spazi per nel tempo seguendo gli input dell’evoluzione male, funzionale e tecnologica. la produzione artigianale e di socializzazione. delle nuove tecnologie diventando: a) strumen- Dopo la prima fase di analisi, sono stati de- L’articolazione planimetrica è ipotizzata flessi- to di monitoraggio ambientale ed energetico, finiti gli obiettivi dell’intervento di riqualificazione bile per gli utenti che, attraverso le possibilità favorendo la tutela del suolo, il recupero, il trat- identificando tre ambiti operativi primari: la valo- offerte dalla realtà aumentata e virtuale, posso- tamento e la conservazione delle acque me- rizzazione degli spazi aperti; la riqualificazione no variare gli ambienti in relazione alle esigenze teoriche, oltre alla creazione di energia elettrica del patrimonio edilizio costruito; la progettazio- mutevoli. Le Living Units sono composte da e al riscaldamento delle acque sanitarie tra- ne di una ‘infrastruttura dinamica’. Quest’ultimo due parallelepipedi, uno vetrato e uno opaco, mite pannelli fotovoltaici e collettori solari; b) dispositivo spaziale, concettualmente assimila- che possono scorrere uno sull’altro garanten- generatrice di spazi collettivi aperti – come bile a una membrana neuronale (Fig. 10), acco- do così incrementi di superficie e nuove confi- piazze, giardini e orti urbani – e chiusi – interni glie le KETs (impiegate, in questa sperimenta- gurazioni spaziali (Fig. 13). agli edifici stessi – creando luoghi di socializza- zione soltanto in fase metaprogettuale) con lo zione e di produzione collettivi; c) generatrice scopo di rendere possibile un controllo dinami- L’infrastruttura dinamica | L’infrastruttura di- di soluzioni abitative flessibili sulla base delle co dell’intero intervento progettuale. namica è un dispositivo spaziale pensato per esigenze dell’utenza e modificabili nel tempo. modificare radicalmente il carattere dell’esisten- Coerentemente con la metodologia elabo- La valorizzazione degli spazi aperti | Secon- te, adeguandolo al ‘quadro esigenziale amplifi- rata, l’infrastruttura dinamica rappresenta il di- do un’idea di urbanizzazione diffusa, caratteriz- cato’ e a una nuova immagine di città, attivan- spositivo spaziale attraverso il quale costruire zata da gerarchie mutevoli nel tempo, gli spazi do un profondo processo di rigenerazione che un’interfaccia tra progetto e nuove tecnologie di socialità all’aperto, le aree gioco e per lo lavora su un arco temporale variabile e su più abilitanti. Essa è il filtro tra interno ed esterno, sport, gli spazi produttivi, gli orti urbani, le va- livelli. All’infrastruttura sono demandate le fun- dove è possibile integrare sensori ambientali e sche di laminazione, i giardini di fitodepurazio- zioni di resistenza attiva ai cambiamenti clima- climatici per il monitoraggio e controllo adattivo ne e le aree allagabili definiscono un nuovo tici e tecnologici perché in grado di adeguarsi locale, attuando sistemi di correzione microcli- paesaggio urbano assumendo il ruolo di gra- al variare delle esigenze, le performances atti- matica esterni (aumento degli ombreggiamenti diente di resilienza dello spazio pubblico e ri- ve riguardanti il comfort indoor e il microclima con pannelli integrati nella struttura reticolare in spondendo alle informazioni sui dati climatici degli spazi aperti per l’effetto ombreggiante e Phase Changing Materials) e interni agli edifici dell’area. Gli spazi aperti al piano terra, com- l’approvvigionamento di energia e di acqua. (oscuramento automatico degli involucri tra- pletamente permeabile, e quelli ai livelli supe- L’infrastruttura ingloba gli edifici come una sparenti). L’infrastruttura è in grado di ospitare riori, tra gli edifici o tra gli appartamenti, sono membrana multisensoriale, avvolgendoli e co- elementi e strumenti ICT e IoT, indispensabili indispensabili al funzionamento dell’intero or- prendoli, connettendo e separando dove ne- per quella trasformazione digitale verso la qua- ganismo e per il raggiungimento della qualità cessario, rendendo i vari corpi energeticamen- le siamo ormai rivolti negli scenari di vita, co- complessiva dell’abitare: in particolare, quelli te autonomi; inoltre, consentendo di definire municazione, studio e lavoro (Figg. 17, 18). verdi contribuiscono al microclima locale favo- spazi aperti ulteriormente ripensabili a seconda rendo processi di evapotraspirazione che ridu- delle necessità d’uso o delle modificazioni so- Discussione e conclusioni | La metodologia cono il fenomeno dell’isola di calore urbana. ciali dell’area, essa contribuisce al grado di re- proposta, partendo dall’evidenza scientifica, ov- 192
Marrone P., Piferi C., Monsù Scolaro A. et alii | AGATHÓN | n. 08 | 2020 | pp. 188-199 vero dal risultato dell’analisi sull’esistente e del- la valutazione delle previsioni di climatologi e sociologi circa i possibili futuri scenari ambien- tali e di vita, articola fasi e attività per coadiuva- re l’approccio tradizionale al progetto con gli strumenti offerti dalle tecnologie abilitanti. Con- frontandosi con un tema progettuale di rigene- razione urbana molto complesso, a partire dalla valutazione dello stato di fatto dell’am- biente urbano, dall’analisi delle esigenze abita- tive e dalle problematiche energetiche e am- bientali, sono state elaborate soluzioni proget- tuali in risposta all’obiettivo di dar forma alla resilienza del costruito esistente attraverso in- terventi di ri-progettazione e ri-qualificazione anche inedite. In tal senso, le soluzioni riguar- dano i processi di: – autorigenerazione del tessuto urbano, a par- tire dai luoghi in abbandono e dalle potenzia- lità, urbane, sociali, funzionali, ambientali e tec- nologiche, in essi residue; – resilienza, come attributo da cui dipende la capacità di assorbire le modificazioni nell’uso dello spazio e nell’adeguamento tecnologico delle parti controllando le ricadute, ambientali, sociali ed economiche, indotte dalle trasfor- mazioni; – integrazione delle tecnologie abilitanti nel processo di progettazione, strumenti predittivi di controllo degli esiti formali di progetto (visua- lizzazioni 3D; realtà aumentata) e delle presta- zioni tecnologiche (valutazione delle alternative progettuali nella configurazione degli involucri o dei pacchetti tecnologici, in relazione agli im- patti ambientali indotti); – integrazione delle tecnologie abilitanti nelle so- luzioni progettuali, come strumenti di monito- raggio delle prestazioni tecnologiche in fase di esercizio dell’opera e delle condizioni ambientali e microclimatiche al contorno. Similmente alle teorizzazioni dei movimenti avanguardisti degli anni ’70 del Novecento, dal- le cui suggestioni ha preso vita la presente ri- cerca, il risultato progettuale guarda oltre l’im- mediata resa formale e assetto funzionale dello spazio, tentando di definire una nuova dimen- sione urbana per interpretare (anticipandole) e governare (senza subirle) le trasformazioni che nei prossimi decenni riguarderanno le nostre città. Le potenzialità della proposta metodologi- ca definiscono anche i limiti della ricerca: l’appli- cazione delle tecnologie abilitanti è stata ipotiz- zata come apparato di strumenti in grado di im- plementare gli esiti del progetto e renderlo adat- tivo in funzione dei cambiamenti e delle trasfor- mazioni microclimatiche e sociali oggi prevedi- bili. La verifica della reale efficacia di apparec- chiature e tecnologie abilitanti sull’infrastruttura dinamica che avvolge fisicamente e concettual- mente l’idea progettuale richiede una sperimen- tazione specifica finalizzata a fornire dati utili a validare la capacità di questo ‘filtro adattivo’ (Scalisi, 2020) di accogliere, governare e garan- tire nel tempo le risposte al cambiamento di una società sempre più ‘fluida’ e mutevole. Fig. 6 | ReGen Village project by Effekt studio (source: www.effekt.dk/regenvillages). Fig. 7 | Infrastructural strategies for Teatinos University Campus in Malaga (source: ecosistemaurbano.com). Fig. 8 | Outline of the methodological approach and expected results (credit: E. Belardi, 2020). In the history of architecture and urban devel- Fig. 9 | Framing of the project area (credit: Google Maps, 2020). opment, there has always been a constant quest Fig. 10 | Synthesis of the neuronal process of the multisensory membrane (credit: F. Orsini 2018). for future models of living, as demonstrated by Fig. 11 | Identification of the buildings subject to intervention (credit: E. Belardi, 2020). 193
Marrone P., Piferi C., Monsù Scolaro A. et alii | AGATHÓN | n. 08 | 2020 | pp. 188-199 Fig. 12 | Design studies (credit: M. G. Giardinelli and V. Santi, 2018). Fig. 13 | Cell-type of the Living Unit and possible distribution configurations within the ex- isting structural network (credit: M. G. Giardinelli and A. Sichi, 2019). the experiences of the ideal Renaissance cities (Morabito and Bianchi, 2010). In this scenario, and the rise of the sea level (Antonioli et alii, or the utopian proposals, which can be at- which nowadays can be referred to as ‘climate 2017): Italy could lose the major part of its tributed to Fourier’s thought in the nineteenth fiction’ (Minardi, 2016), it can be find some im- landscape heritage; a large part of its coastal century (Wilkinson, 2017). During the twentieth portant imaginative ideas, which might de- areas and the Po valley would end up being and twenty-first centuries, innovative, utopian flect the project’s focus to new future horizons, submerged and the city of Milan would be and futuristic visions of the cities were devel- capable of embracing the multiple instances – reached by sea (Fig. 2). The Euro-Mediterranean oped and designed to be adapted to the needs social, environmental and economic – related to Centre of Climate Change has been study- of the specific historical period. The progress the manipulation and exploitation of the natural ing the characteristics related to the climate and the technological innovation have strongly ecosystems. change by considering the concentration’s impacted the first half of the twentieth century, This paper is a part of this cultural frame- scenarios of the Intergovernmental Panel on which was influenced, at first, by Depero and work and it investigates the futuristic way of liv- Climate Change, and, by adopting the dynam- Sant’Elia’s innovative visions of ‘elastic and light’ ing through an experience of an urban regen- ical downscaling technique (Pizzigalli et alii, cities (Sant’Elia, 1914) and then, a few decades eration’s project, developed during the contest 2012), it comes to anticipate a framework of later, by the urban theories of the Modern RELIVE 2019, in order research on a potential the changes which should be expected to Movement. All the changes concerning the so- futuristic city, which might be able to answer to several variables, which have been taken into cial, cultural, economic and environmental as- a framework of needs elaborated on the long account up to 2100, by imagining an increas- pects, which characterised the post-war peri- term scenario, in regards to the climate, social ingly tropical climate in the south of Europe od, can be considered as the foundation of a and technological changes. The aim of this (Rossi, 2017). renewed utopian impulse: both at the national proposal, which investigates the opportunities If we associate the Climate Changes to mi- level, in the provocative visions of the radical offered by new technologies and digital inno- gration flows, the ageing population (United Florentine’s avant-gardes (Archizoom, Remo vation, is to re-establish the environmental, so- Nations, 2019) and the health emergencies Buti, Superstudio, Zziggurat), and internation- cial and economic balance that has been ne- (such as the current one), it seems justifiable to ally (Hollein and Pichler in Vienna, Archigram in glected for too many years. imagine such long-term housing scenarios. In London, Metabolists in Japan, Yona Friedman the future, the family compositions might be in France, Buckminster Fuller in the USA, Frei Future living and re-living concerning cli- similar to the current ones, but the lifestyle, the Otto in Germany), strongly marking the succeed- mate changes, social transformations and way of studying, working or interacting with ing generations. enabling technologies | The overall quality of others may be different from the present: ac- Recently Branzi, driven by the ecological contemporary and future living has been influ- cording to Desvigne, this transformation is go- and environmental’s instances, has investigated enced by several factors, such as migration ing to produce an ‘amplified framework of the futuristic living’s theme in the essay Moder- flows, climate changes and population ageing needs’ (Mascheroni, 2018), both in the tempo- nità Debole e Diffusa, a vision of a hybrid city no (Fig. 1). Considering the abovementioned phe- ral horizon – since it is going to be built on fu- longer characterised by solid and concentrated nomena, one of the most important challenges ture scenarios – and in the spatial one, be- cathedrals of the old modernity, but defined by that architects, sociologists and more had to cause of the environmental, social and eco- well-structured cognitive processes, reversible face over the last few years was the constant nomic issues, which could influence the pro- environmental changes, invisible and pervasive’s search of solutions which could improve our ject, either directly or indirectly. network systems (Branzi, 2006, p. 127) in which way of living. Several kinds of research have al- This will lead to housing and working con- nature and the city can merge with the agricul- ready been carried out in academics, while the ditions unavoidably linked to temporariness, tural, industrial and residential’s layers, in a sin- public administration has begun to implement mobility and connectivity, configuring new gle sustainable ecosystem. Besides, the ongo- the processes whose aim is to solve the urban needs’ scenarios according to which it would ing environmental crisis and the very recent and social problems resulting from these phe- be justifiable to design everything by keeping in pandemic, which have turned into social and nomena, by predicting their development even mind the flexibility and adaptability of the living economic crises as well, are – every day more – over very long periods (United Nations, 2015). space, and by simultaneously paying attention the foundation of new urban imaginaries not on- Is it possible to delay by 70 years the time- to the reduction of the environmental impacts, ly in the architecture field (SOA, Effekt, Guallart frame which the UN identified, by imagining which are a consequence of construction ac- Architects), but also in literature and cinema: a possible scenario that we could face and tivities. Likewise, the private, public and semi- dystopian imaginaries, which are characterized by defining the goals that we would like to public spheres are not going to need to be by landscapes no longer suitable to host human achieve in 2100? identified in all of their facets, allowing to create life, or high technological content’s visions, The Modeling Laboratory Climate and Im- the conditions to share – by different users in which seem to look at the city and territory’s re- pacts of ENEA has drawn a map of the places age, origins and culture – the designed spaces, design as a post-production phase, assuming which could end up underwater by 2100, be- virtually or effectively. These conditions should ‘scenarios of prosperous decay of the building’ cause of the global warming, the melting glaciers be pursued both in the new buildings’ design 194
Marrone P., Piferi C., Monsù Scolaro A. et alii | AGATHÓN | n. 08 | 2020 | pp. 188-199 and in the refurbishment of the existing ones; ic and social – which require to be constantly actions, while air conditioning is designed tak- their poor quality – both functional and techno- and simultaneously monitored from the begin- ing inspiration from termite mounds. In the logical – points out the lack of environmental ning of each project were intertwined, the utopian illustrations, Schuiten rethinks the great sensitivity, which hasn’t been guiding the built KETs (Key Enabling Technologies) might en- megalopolises such as Shanghai, Brussels, environment transformation since the second able some interesting operating perspectives, Sao Paulo and Strasbourg in a Harbitarbres world war. Over the decades, the building by integrating traditional design’s tools with key, transforming them from forests of concrete stock has incorporated a large number of pri- predictive, anticipatory and processes control’s and glass into remodelled forests (Schuiten and mary resources, in response to low work effi- technologies (Mengda et alii, 2019; Aguilar Loze, 2010). ciency and a consequent high environmental Peralta and Mauricio, 2020), throughout the en- With the project of the Danish studio BIG impact, which can also be quantified in terms tire life-cycle of the building (European Com- (Bjarke Ingels Group, author, among others, of of construction and demolition wastes, that mission, 2015). At the same time, thinking of the new World Trade Center in New York, the amount to 30% of the total production (Euro- both virtual and augmented reality, KETs also Lego House in Denmark and the Google head- stat, 2016). allow an effective involvement of the end-user quarters in Mountain View and London), Toyota From 2003 to 2011 in the EU-27, between along the decision-making process according has imagined the Woven City (Fig. 4), a utopian 1,200 and 1,800 million to tons of building ma- to an anticipatory perspective of possible be- city characterized by an interconnected ecosys- terials were consumed either for new buildings haviours and future adaptations of the archi- tem with sensor technologies, entirely powered or for the refurbishment of the existing ones; in tectural space. by hydrogen cells. The project, starting from the weight, it consisted of 45% of aggregates, 42% study of mobility, will be carried out by 2021 in of concrete, 6.7% of bricks, 2.5% of metals Thoughts: Case Studies of Utopian Cities | Tokyo, Japan, on the slopes of Mount Fuji. Three and 1.6% of wood, the residual 1% was made The twentieth-century utopian cultural ap- types of roads (routes for fast mobility, pedestri- of copper, glass and aluminium. The majority proach finds today, in the digital innovation era an and micro-mobility routes and pedestrian of this heritage is more than 50 years old and introduced by KETs, the ideal mood for further routes) shape and defines the city, forming an more than 40% of the residential buildings experimentation concerning the way of living. organic grid. The autonomous e-pallets (proto- were built before 1960, without any standard Contemporary experiences decline this theme types designed by Toyota) will be used for about energy efficiency or seismic safety: in at the different project scales – urban space, transport and deliveries, as well as mobile 2009, the residential sector used up to 68% of infrastructural, technological – with the com- shops. Woven City is conceived as an incuba- the total construction sector’s energy (Fasano, mon goal of transforming cities into real sur- tor of ideas and a living laboratory and will host 2011), of which 70% for the heating system. In vival ecosystems, where nature and technolo- collaborators of the car manufacturer but also Italy, the residential stock (heritage) consists of gies, to be indispensables, must necessarily be researchers, start-ups and scientists, with the 12.2 million buildings, of which about 60% interconnected. aim of testing and developing new technologies were built before 1980, while 5.2 million build- The Belgian architect and ecologist Luc Schui- such as robotics, smart homes and Artificial In- ings (about 40% of the total) are more than 50 ten hypothesized the utopian architecture of telligence (AI). AI will monitor the health of the years old. the Vegetal City (Fig. 3), in which nature be- inhabitants, while robotics will be at the service Today the building stock has a usable floor comes the protagonist and integral part of the of everyday life (homes, work, sports and free area of 30,528 km2 (the extension of Belgium), urban texture and buildings. Biomimesis (bio- time). The project integrates parks and squares of which 75% are dwellings, which are divided logical and biomechanical processes that oc- to facilitate meetings and socialization between into typologies for single families (equal to 64%) cur in nature) allows plants growing by mould- the inhabitants (Duy, 2020). and apartments in multi-family blocks, equal to ing themselves into buildings, lodgings, con- The relationship between the settlement 36% (European Construction Sector Observa- structions, creating ‘archiborescence’ (neolo- system and extreme environmental conditions, tory, 2018). Against this background, the act of gism used by the architect to describe the combined with the need to reuse the existing, living and re-living (buildings) implies the design growth of the city in symbiosis with vegetation) finds an interesting application in the futuristic or the refurbishment of the built environment by and purifying the air at the same time. In the in- city for 10,000 inhabitants conceived by the Rus- looking at brand-new technologies and func- terstices between the branches, bio-textile sian studio AB Elis with the Eco-City 2020 pro- tional performances and, at the same time, by panels are provided as closure elements, while ject (Fig. 5), a self-sufficient underground eco- making it suitable for new uses, to limit the en- the transparent partitions are inspired by the system in the ex-industrial area of Mirniy, in vironmental impacts on the natural ecosystems wings of dragonflies. Floors and internal walls, eastern Siberia. The project is a hypothesis for and the exploitation of non-renewable resources. made of raw earth and natural materials, are the recovery of an extensive open-pit mine (the Hence, buildings that are no longer ‘designed supported by vegetal structures. Installations second on the planet), in disuse since 2001. not to adapt’ (Brand, 2012). also follow the rules of nature: lighting is made As initial input, a huge 500-meters-deep coni- In this complex field, where several multidi- with bioluminescence, a mechanism by which cal crater with a diameter of over a kilometre, mensional variables – environmental, econom- living organisms emit light through chemical re- in the desolate Siberian permafrost where tem- Fig. 14 | Conceptual scheme and functions of the dynamic infrastructure applied to the project methodology (credit: F. Orsini, 2018). Fig. 15 | Example sketch regarding the operation of the dynamic infrastructure (credit: M. G. Giardinelli, 2018). 195
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