SCHEDE OPERATIVE (completo) - Per-corso per FORMATORI ...

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SCHEDE OPERATIVE
    (completo)
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“PER-CORSO PER FORMATORI PASTORALI”
                       SCHEDE OPERATIVE PER AMBITI PASTORALI

INDICE

Introduzione di Don Umberto Cocconi                                                p.4

1. Ambito catechesi e iniziazione cristiana
      Scheda 1: “Moltiplicazione dei pani e dei pesci                              p.5
      Scheda 2: “Matite nelle mani di Dio                                          p.6
      Scheda 3: “I doni dello Spirito Santo”                                       p.9
      Scheda 4: “Incontro rivolto ai genitori dei bimbi che iniziano catechismo”   p.11
      Scheda 5: “Discepoli di Emmaus”                                              p.13
      Scheda 6: “Progetto catechesi ragazzi post-Cresima”                          p.14
      Scheda 7: “Incontro bimbi IV-V elementare”                                   p.15
      Scheda 8: “Ritiro per genitori e ragazzi prima comunione”                    p.17
      Scheda 9 “Accettazione di se e del proprio ambiente con gioia”               p.19
      Scheda 10: “Chiamata di Levi”                                                p.20

2. Ambito Caritas
      Scheda 1: “Caritas: che cosa?”                                               p.21
      Scheda 2: “Tocchiamo il lebbroso”                                            p.22
      Scheda 3: “Donne e uomini in cammino”                                        p.23
      Scheda 4: “…Nessuno fra loro era bisognoso…”                                 p.24
      Scheda 5: “Tocca il lebbroso”                                                p.25
      Scheda 6: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico”                         p.27

3. Ambito Missione e Migrantes
      Scheda 1: “Settimana Missionaria”                                            p.28

4. Ambito Affari Economici
      Scheda 1: “Il Crowdfunding”                                                  p.30
      Scheda 2: “Procedure, direttive e dati di inventario”                        p.31
      Scheda 3: “Ridare vita all’oratorio”                                         p.33

5. Ambito Liturgia
      Scheda 1: “Venite alla festa”                                                p.36
      Scheda 2: “Traccia per la Veglia della Trasfigurazione”                      p.38

6. AmbitoPastorale Sociale e Sanitaria
      Scheda 1: “Creazione di una bacheca parrocchiale e di un PDA”                p.39
      Scheda 2: “La sfida dell’ascolto e della prossimità”                         p.42
      Scheda 3: “Buona amministrazione e ricchezza”                                p.43

7. Ambito Pastorale Famigliare
      Scheda 1: “Per una pastorale comunitaria”                                    p.47
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Scheda 2: “L’ascolto in famiglia”                                    p.49
       Scheda 3: “Giornata di condivisione tra le famiglie”                 p.51
       Scheda 4: “La Parola suona in mezzo a noi”                           p.53
       Scheda 5: “L’importanza del gruppo”                                  p.54
       Scheda 6: “Incontro per giovani sposi”                               p.55

8. Ambito Pastorale Biblica
      Scheda 1: Il linguaggio delle Parabole”                               p.57
      Scheda 2: “Il Buon Samaritano”                                        p.59
      Scheda 3: “Incontro in Avvento”                                       p.61
      Scheda 4: “Vedere la Parola”                                          p.63
      Scheda 5: “Il figliol prodigo (Rembrant)                              p.64

9. Ambito Comunicazioni sociali e animazione piccole comunità
      Scheda 1: “Adorazione eucaristica”                                    p.65
      Scheda 2: “Giovanni Paolo TV”                                         p.67
      Scheda 3: “Celebrazioni giovanili per le tracce pastorali Diocesane   p.69

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INTRODUZIONE

                                 “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita di coloro che si incontrano con Gesù.
   Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento.
                                                                     Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia”

Non si può che essere felici ed orgogliosi nel leggere i diversi, i tantissimi elaborati che gli iscritti al
per-corso Formare i formatori hanno prodotto. Siamo in presenza di una vera enciclopedia pastorale
pratica. E' il frutto del lavoro che ha visto impegnati oltre 230 iscritti, quasi 50 coordinatori di
gruppo. E’ un per-corso che sta segnando profondamente la vita delle nostre comunità. Si è messo
in circolo nel dinamismo diocesano una ricchezza di competenze che stanno dimostrando la vivacità
del tessuto ecclesiale della nostra diocesi. Il metodo laboratoriale che ha visto la compartecipazione
di tanti attori sta dando i suoi frutti. E' davvero, la nostra una Chiesa, una comunità ricca di doni, di
carismi e di ministeri.
Di seguito potete trovare tutte le schede arrivate adatte alla fruizione in forma anonima. Questi
strumenti di lavoro predisposti a servizio degli animatori pastorali parrocchiali, sono il segno di una
comunità diocesana che alla luce dell'Evangelii Gaudium sta ripensando il suo essere Chiesa del
terzo millennio.
Un punto fondamentale dell’esortazione dell'Evangelii Gaudium è la dichiarazione della necessità
di una conversione pastorale e missionaria. “E’ ora di invertire il senso del cammino: non chiedere
ad altri di venire alla Chiesa, ma andare noi stessi verso gli altri, raggiungendoli dove sono, senza
misurare la loro qualità di fede o la loro morale; lasciare il porto sicuro per navigare in mare
aperto; non voler stare al centro o al di sopra degli uomini ma al loro servizio”. Una Chiesa
missionaria è quindi una Chiesa umile, disposta a cambiare e a rinnovarsi a partire dall’esperienza
dell’incontro e della relazione. A cominciare dall’incontro e dalla relazione con Cristo: “Solo grazie
a quest’incontro – o reincontro – con l’amore di Dio, che si tramuta in felice amicizia, siamo
riscattati dalla nostra coscienza isolata e dall’autoreferenzialità [...] se qualcuno ha accolto questo
amore che gli ridona il senso della vita, come può contenere il desiderio di comunicarlo agli
altri?” La parrocchia, si legge al n. 28, è la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e
delle sue figlie, il suo compito è e resta quello di annunciare Cristo e per fare questo ogni realtà
ecclesiale viene sollecitata ad uscire da se stessa e dai suoi schemi ripetitivi, mettendosi umilmente
in ascolto di quello che le capita intorno e lasciandosi interpellare. Possiamo allora affermare che la
vitalità autentica di una realtà ecclesiale, e la prima via attraverso la quale essa evangelizza, è la sua
stessa vita, la sua unione e fedeltà a Cristo, il suo servizio all’uomo, la trasparenza evangelica delle
sue scelte, economiche, caritative e sociali. Le nostre celebrazioni domenicali terminano con il
saluto “Andate e portate a tutti la gioia del vangelo” la testimonianza della gioia del vangelo che ci
pervade è lo strumento principale per dire nei nuovi areopaghi che la “buona notizia” è una proposta
capace di ridare senso alla vita. Anche in questa epoca, si legge al n. 150 di EG, la gente preferisce
ascoltare i testimoni: “ha sete di autenticità […] Reclama evangelizzatori che gli parlino di un Dio
che essi conoscano e che sia a loro familiare, come se vedessero l’Invisibile”. La persona alla quale
ci si rivolge attraverso l’evangelizzazione ha bisogno di incontrare uno sguardo libero, di amore,
senza calcoli e senza interessi, uno sguardo capace di osare il "nuovo".
                                                                     Il Direttore, Don Umberto Cocconi

                                                                                                                        4
1. AMBITO CATECHESI ED INIZIAZIONE CRISTIANA

SCHEDA 1:

                    MOLTIPLICAZIONE DEI PANI E DEI PESCI
                     Per bambini in preparazione della comunione

AMBITO: Iniziazione Cristiana

PREMESSA: L’incontro qui sotto elaborato parte dal brano riguardante la moltiplicazione dei pani
e dei pesci secondo il Vangelo di Luca. L’obbiettivo dell’incontro è di cercare di aumentare la
consapevolezza dei bambini di far parte di un gruppo attraverso la conoscenza più approfondita dei
membri che lo compongono. Si richiama questo brano di Vangelo perché in esso Gesù prima di
distribuire i pani alla folla, la fa dividere in gruppi più piccoli per far sì che ogni uomo si senta
persona con il proprio nome all’interno di una comunità e non uno dei tanti dentro alla moltitudine.
Inoltre l’incontro è stato collocato all’inizio dell’anno catechistico in cui si svolgerà la Prima
Comunione perché è utile anche per introdurre il tema dell’Eucaristia.

IDEA DI FONDO: Far fare ai ragazzi un’esperienza di condivisione e rinsaldare all’interno del
gruppo il senso di comunità, e in più, introdurre il tema del sacramento dell’Eucaristia.

DESTINATARI: Bambini nell’anno catechistico della Prima Comunione.

AMBIENTE: Anno catechistico.

OBIETTIVO: Far sentire il singolo appartenente ad un gruppo attraverso la conoscenza degli altri
membri del gruppo.

ITINERARIO:
1. Accoglienza: i ragazzi di tutti i gruppi dell’anno della Prima Comunione vengono accolti insieme
dai catechisti.
2. I ragazzi vengono suddivisi in gruppi misti di circa una decina di ragazzi.
3. Ad ogni gruppo viene data la seguente consegna: ogni bambino deve mettersi in coppia con un
altro membro del gruppo (possibilmente non il migliore amico) e raccontarsi a vicenda una storia di
se stessi che li rappresenti.
4. Finito il confronto ogni bambino all’interno del suo piccolo gruppo racconta la storia del suo
compagno come se fosse la sua (parlando in prima persona).
5. Il catechista, finita la condivisione, prende una micca di pane, la spezza e ne da una parte ad ogni
bambino.

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6. Tutti i gruppi ritornano a riunirsi insieme e viene letto il Vangelo di Luca 9,12-17
(moltiplicazione dei pani e dei pesci).
7. Commento al Vangelo: concentrarsi sul fatto che Gesù fa dividere in gruppi per farci sentire
persone con dei nomi e non dei numeri. Soffermarsi poi sulla distribuzione del pane e sulla lettura
del brano come simbolo e annuncio del Sacramento dell’Eucarestia che riceveranno per la prima
volta alla fine dell’anno catechistico.
8. Preghiera finale
9. Saluti

METODO: Suddivisione e lavoro in gruppi e rielaborazione comune

STRUMENTI: Strumenti materiali: pani in cesta di vimini e Vangelo
Strumenti di linguaggio: lavoro a coppie.

VERIFICA: A fine incontro i catechisti si confrontano su quanto è stato fatto, cercando di capire se
gli obiettivi sono stati raggiunti e se i ragazzi sono riusciti a confrontarsi tra di loro. Si analizzano i
pro e i contro delle attività svolte.

SCHEDA 2:

                              MATITE NELLE MANI DI DIO
                             Ragazzi preadolescenti di 11-14 anni

IDEA DI FONDO
“La piccola matita di Dio”
                    “Sono come una piccola matita nelle Sue mani, nient'altro.
                    È Lui che pensa. È Lui che scrive.
                    La matita non ha nulla a che fare con tutto questo.
                                  La matita deve solo poter essere usata.”
                        (Madre Teresa di Calcutta)

Per arrivare a sentirsi “matite nelle mani di Dio”, occorre partire con il chiedersi: chi è per me
Gesù? Sono disposto a lasciarmi guidare da Lui?

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Questo progetto è animato dalla fiducia nella capacità di crescita dei ragazzi: la proposta intende
cogliere le attese, i bisogni, le domande reali dei ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 14 anni, e
accompagnarli con cura, provando a riscoprire insieme a loro un Vangelo appassionante, che sa
scatenare la vita e diventare fonte di orientamento per le loro scelte.

DESTINATARI
Il progetto è rivolto quindi a partire dai ragazzi che hanno fatto la Cresima la scorsa primavera,
quindi ai preadolescenti di 11-14 anni.

AMBIENTE
Il progetto prende avvio da uno spettacolo recitato dai preadolescenti alla fine dell’anno catechistico
appena concluso. La recita terminava con una canzone il cui testo riprendeva le parole di Madre
Teresa sopra citate. In quella occasione essi hanno preso coscienza, attraverso episodi della loro
quotidianità, che, per ciascuno di loro, Dio ha un preciso disegno.

OBIETTIVO
Comprendere che solo seguendo le orme di Gesù si può raggiungere la felicità. Aiutiamo pertanto i
preadolescenti a comprendere che Gesù ci indica una strada ben precisa e che attraverso la sequela,
possiamo realizzare il sogno che Dio ha su ciascuno di noi. L’obiettivo del percorso, che prevede tre
tappe, ha lo scopo di avvicinare gradatamente i preadolescenti alla conoscenza di Gesù mediante la
lettura della Parola e la sua attualizzazione. Piano piano essi prendono coscienza che Gesù parla alla
loro vita e che, fidandosi di Lui, li guida.

ITINERARIO
Il cammino è formato da almeno tre tappe. Ogni tappa può essere concretizzata con un minimo di
due incontri o più a seconda della voglia dei ragazzi di raccontarsi e porsi delle domande.
Quindi copre un periodo di 6-8 incontri o più.

    1° tappa: “Le tentazioni” o le terribili spinte. (Bastano le cose per renderci felici? Voglio
     essere il più forte e mi prendo gioco dei più deboli? Mi servo di Dio per realizzare i miei
     progetti?) Lc.4,1-13
    2°tappa: “All’amore non si resiste” (Gesù ci chiede di annunciare che c’è un amore senza
     limiti e che noi possiamo farlo sperimentare) Lc.15, 11-32
    3° tappa: “Niente sconti” ( “perchè i ragazzi, quando hanno fatto la Cresima, pensano che,
     per divertirsi, per essere felici, bisogna filarsela quanto prima dalla parrocchia?”) Lc.22,39-
     44

METODO
Lettura del brano del Vangelo di Luca corrispondente alle varie tappe. Si può cominciare con il
metodo dei 4 colori, per sottolineare i personaggi del brano, le loro azioni, quello che fa o dice
Gesù.
-Breve spiegazione del brano

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-Attualizzazione con domande del tipo: “questo brano di Vangelo, c’entra anche con la mia vita?
Che cosa vuole dirmi Gesù?”
- Possibile utilizzo di brani musicali o spezzoni di film, o giochi che aiutino a comprendere il
messaggio del Vangelo
- I preadolescenti si raccontano ed entrano nel loro vissuto
 -Momento finale di preghiera comunitario nell’angolo della preghiera.
Dopo la lettura del brano di Vangelo, le varie fasi dell’incontro possono avere una successione
variabile: si può cominciare dal film o dal gioco per arrivare al vissuto dei ragazzi o viceversa.
Questo perché è sempre meglio non essere prevedibili, ma saper sorprendere e non essere
soporiferi!

STRUMENTI
-Preparazione dei foglietti con il brano di Vangelo da leggere e con le domande relative
all’argomento per favorire la discussione
-Colori per le sottolineature
-Preparazione di testi di canzoni o di Dvd per la visione di film o parti di film
-Lettura di eventuali fatti di cronaca accaduti inerenti all’argomento
-Lettura di eventuali lettere scritte da coetanei prese da riviste come “Mondo Erre” o “Se vuoi” o
altre, inerenti agli argomenti da trattare
-Scelta di giochi adatti agli argomenti che favoriscono anche la coesione del gruppo e stimolano poi
la discussione.
-Eventuale partecipazione di testimoni disposti a parlare della loro esperienza riguardo ai temi
sopradetti

REALIZZAZIONE
-L’incontro si terrà in una sala della parrocchia, preparando l’ambiente in modo che sia il più
accogliente possibile.
-Il tempo previsto per l’incontro è di circa 90 minuti.
-È necessario avere a disposizione tutto il materiale in modo da non perdere tempo prezioso per
l’incontro.
-È importante stabilire bene i tempi dedicati alla lettura del Vangelo, alla sottolineatura delle parti
del testo e alla spiegazione (questo dipende anche dalla capacità di attenzione del gruppo): dai 20
minuti a non più di 30.
 -Per la discussione e per le domande, è utile cercare di non uscire dal tema proposto. I
preadolescenti possono diventare dei fiumi in piena difficili da contenere ed è facile che con i loro
dubbi e domande, portino lontano.
-Se sono previsti canzoni o film, occorre avere i dispositivi adatti per l’ascolto o la visione pronti
per l’uso.

VERIFICA
Dopo lo svolgimento della prima tappa, può essere utile fare una verifica con gli altri catechisti di
annata per valutare quanto attivamente i preadolescenti hanno partecipato e se gli argomenti trattati
sono di loro interesse.

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SCHEDA 3:

                            I DONI DELLO SPIRITO SANTO
                         Per ragazzi in preparazione della Cresima

IDEA DI FONDO
Il cuore del progetto è rappresentato dai 7 doni dello Spirito Santo: Consiglio, Sapienza, Fortezza,
Intelletto, Pietà, Timor di Dio, Scienza. Il cammino verso i 7 doni sarà scandito dalle tappe di un
gioco di gruppo, al termine del quale si paleserà il fine del progetto.

DESTINATARI
I ragazzi del 5° ciclo di iniziazione cristiana, in preparazione alla cresima.

AMBIENTE
Casa della parrocchia in montagna (Pieve di Sasso), durante il ritiro di preparazione di un fine
settimana di settembre: quindi in caso di bel tempo gli ampi spazi circostanti, in caso di brutto
tempo le varie stanze a disposizione.

OBIETTIVO
Conoscere e riconoscere i 7 doni.
1. Consiglio: è il progetto di amore che Dio su ogni persona, ciò che lui si aspetta da ognuno; tutti
siamo bisognosi di consigli ma siamo anche consiglieri.
2. Sapienza: serve ad ordinare le cose della vita secondo una classifica giusta, riservando il primo
posto a Dio; la Sapienza permette di vedere con il cuore stesso di Dio; ci aiuta a distinguere il
bene dal male.
3. Fortezza: è il dono del coraggio, della costanza, della tenacia; ci aiuta a resistere alle tentazioni
del male e a realizzare il bene.
4. Intelletto: ci aiuta a non essere superficiali, ad arrivare al cuore delle cose; al fine di conoscere
noi stessi, per capire a fondo gli altri, ma anche per leggere la Bibbia fra le righe e ricavarne un
nutrimento di vita (intelligenza spirituale).
5. Pietà: rimanda al latino “pietas”, l'amore famigliare tra genitori e figli; il dono della pietà porta a
fidarci di Dio con lo stesso abbandono di un bambino tra le braccia di mamma e papà; ci aiuta a
credere che Dio è padre buono e ci ama.
6. Timor di Dio: ci fa diventare consapevoli della grandezza di Dio; Egli è buono ma anche forte e
potente; a Lui si devono rispetto e ubbidienza.
7. Scienza: nella Bibbia è sinonimo di conoscenza e amore totale verso Dio: dall'amore per il
Creatore deriva l'amore per le creature. Il dono della Scienza insegna ad amare una persona se la
si vuole capire e anche Dio Lo si comprende solo amandolo; Scienza dunque è la luce per vedere
nelle cose e nelle persone la bellezza e la potenza di Dio, ma è anche la conoscenza che
scaturisce dall’amore; il cuore che ama comprende più della mente; il cuore si apre alla fiducia in
Dio e accetta anche ciò che non si capisce (prove e dolore).

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ITINERARIO
Introduzione ai doni dello Spirito Santo partendo dalla presentazione dei brani del Vangelo di Luca
3, 21-22 e 4, 16-19 (21Ora, mentre tutto il popolo si faceva battezzare, anche Gesù fu battezzato; e, mentre
pregava, si aprì il cielo, 22e lo Spirito Santo scese su di lui in forma corporea, come una colomba; e venne una voce
dal cielo: «Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto». /16Si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed
entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia;
apertolo trovò il passo dove era scritto: 18Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con
l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e
ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, 19e predicare un anno di graziadel Signore) e di Isaia 11,2 (Lo
Spirito del SIGNORE riposerà su di lui:Spirito di saggezza e d'intelligenza, Spirito di consiglio e di forza, Spirito di
conoscenza e di timore del SIGNORE.
Momento di riflessione comune e lancio del gioco L'APP dello Spirito Santo (gioco a stand).
Conclusione del gioco e verifica.

METODO
Il centro dell'attività è il gioco, attraverso il quale far conoscere ed approfondire il tema dei 7 doni e
il tema sempre presente della collaborazione e condivisione.

STRUMENTI
Serve la possibilità di dividere lo spazio a disposizione in 7 sottospazi all'interno dei quali poter far
sostenere le varie prove e dare la possibilità alle 7 squadre, nella parte conclusiva del gioco di
ritrovarsi per produrre l'elaborato finale.
Il grosso dell'attività è occupato dall'attività ludica, attraverso la quale far interiorizzare il
significato dei 7 doni e la necessità di dover collaborare in maniera creativa e fattiva per un fine
comune, non raggiungibile individualmente ma solo insieme ad altre persone.

REALIZZAZIONE
I ragazzi vengono divisi in 7 gruppi, a ciascun a squadra viene consegnato uno smartphone di
polistirolo. Ci sono 7 stand, uno per ognuno dei 7 doni dello Spirito; ogni stand è presidiato da un
catechista/animatore che presenta uno dei doni ed invita i ragazzi a superare la sua prova a tema per
poter ottenere l'app relativa. Ogni 10/15 minuti le varie squadre, al segnale concordato, devono
cambiare stand. Le prove sono individuali: chi supera la prova ottiene l'app del dono dello Spirito.
Al termine del giro dei 7 stand i membri di una squadra mettono in comune le app raccolte e
ricevono del materiale specifico per ogni dono in proporzione al numero delle singole app raccolte
(per es: 7 app della Fortezza corrispondono a 7 metri di spago; 3 app del Consiglio corrispondo a 3
bastoni ... e così via).
Con il materiale raccolto ogni gruppo deve produrre un oggetto/scultura rappresentativo di uno o
più doni dello Spirito Santo.

VERIFICA
È il momento della presentazione delle opere di ciascuna squadra.
L'opera così creata sarà la realizzazione concreta dell'idea (i 7 doni dello Spirito); alcuni gruppi
forse avranno dato più importanza ad un elemento rispetto ad un altro, dando vita ad opere che
rimanderanno visivamente ed intuitivamente ad un dono o ad alcuni doni in particolare (es. Pietà
piuttosto che Fortezza, Timor di Dio, ecc.).
                                                                                                                         10
SCHEDA 4 (estratto):

                        INCONTRO RIVOLTO AI GENITORI
                     DEI BIMBI CHE INIZIANO IL CATECHISMO

Idea di fondo: “Se vuoi costruire una nave, non radunare uomini per raccogliere il legno e
distribuire i compiti, ma insegna loro la nostalgia del mare ampio e infinito” (A. de S.Exupery).
Far prendere coscienza ai genitori dell’importanza che l’iniziazione cristiana parta e avvenga
principalmente nelle famiglie luogo ideale in cui i bambini imparano a pregare, capiscono il senso
della carità, comprendono cos’è la vita di comunità (da Comunicare il Vangelo in un Mondo che
Cambia).

Destinatari: genitori di bambini che iniziano il catechismo in vista della Prima Comunione.

Obiettivo: far capire ai genitori quanto sia importante seguire personalmente come catechisti i
propri figli nel biennio di preparazione alla Prima Comunione.

Itinerario: incontro introduttivo motivazionale che precede la presentazione dell’itinerario
catechistico ed i successivi incontri formativi.

Metodo/strumenti: visione di un video (serve la disponibilità di un videoproiettore ed un
collegamento ad internet)/ lettura di brani biblici / confronto in piccoli gruppi

Realizzazione:
 L’incontro viene introdotto dalla visione di un video “La fede: una questione di scarpe”
   scaricabile da Youtube della durata di circa 6 minuti.

 Cosa abbiamo colto dal filmato che abbiamo visto? Impressioni, considerazioni, sottolineature
  a ruota libera. Nel caso vi fosse difficoltà ad avviare la discussione l’animatore potrà fare un
  breve riassunto.

 Ci confrontiamo poi con le Scritture dividendoci in gruppi (tempo 30 min.)

Vengono proposti i seguenti brani (per praticità riportati su dei foglietti):

 1 Cor 15,3 (“vi ho trasmesso dunque, quello che anch’io ho ricevuto”)

   2Tm 1,5; 3.14-15a (“Mi ricordo della tua fede, fede che fu prima nella tua nonna Loide, poi di tua madre
    Eunice e ora, ne sono certo anche di te .. Rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo
    da chi l’hai appreso e che fin dall’infanzia conosci le Sacre Scritture”)

   Lc 2,22.40 (la famiglia di Nazareth, una famiglia come tutte, che fa conoscere l’amore del Padre)

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 Lc 9,46-48 (mettersi al servizio dei piccoli)

 Lc 18,15-17 (“lasciate che i bambini vengano a me”)
         Alcune domande aiutano il confronto:
-    E’ possibile trasmettere oggi la fede nelle nostre famiglie, ai nostri figli? In quale maniera si
     può realizzare tale trasmissione?
-    Quali segni rivelano nella nostra vita quotidiana, il fatto che siamo cristiani?
-    Nel trasmettere i valori e la fede a volte si fanno errori, si creano tensioni, si vivono delusioni;
     si deve parlare di fallimento quando i frutti non si vedono?

Al termine del confronto ogni gruppo porterà all’assemblea unitaria un breve sunto o una
    considerazione che riassuma quanto emerso.

 Al termine (tutti insieme) preghiera conclusiva:

Signore Dio, che sei Padre per tutti noi, accogli la preghiera che nasce dal cuore,
aiuta e sostieni le nostre famiglie nell’essere luoghi di trasmissione fedele e gioiosa della fede;
dona ai genitori di essere attenti al cammino dei loro figli,
di discernere con loro il disegno di Dio, di non arrendersi di fronte alle fatiche, agli insuccessi, alle prove.
Signore Gesù, tu che hai riempito con la tua presenza la casa di Nazareth,
dona alle nostre famiglie di riconoscere la presenza e l’opera di Dio in loro;
tu che sei tornato a Nazareth e lì hai vissuto, concedici di riconoscere nella quotidianità dell’esistenza
la presenza operante della tua redenzione. Spirito Santo, scendi con i tuoi doni su ciascuno di noi
e sulle nostre famiglie: ai genitori, chiamati a trasmettere la fede ai loro figli,
fa giungere il dono del tuo consiglio; ai figli che avvertono la ricchezza
e la delicatezza della loro età, comunica il dono della tua sapienza
per riconoscere le intuizioni e i suggerimenti che portano a compiere il volere di Dio.Amen
       (Cardinal C.M. Martini)

 Viene lasciato per la riflessione a casa questo scritto tratto dall’Epistolario di S.Giovanni Bosco
(che verrà utilizzato poi come introduzione nel successivo incontro di presentazione del cammino)

“Ricordatevi che l’educazione è cosa di cuore. Amate i vostri figli, gli allievi, i fedeli; amateli più di voi stessi, amateli
    gratuitamente, alla maniera di Dio, regalate loro l’amore. Voi ci direte che li amate, forse anche troppo. Credo
    sia importante allora capire veramente di quale amore dobbiamo amarli; perché c’è anche l’amore sbagliato,
    falso ed egoistico. Dobbiamo amarli come persone, perché sono tali: immagine del Dio vivo. Capaci di
    intelligenza e volontà, di sentimenti e di santità. Alle volte noi li amiamo perché ci ubbidiscano, perché siano
    nostri dipendenti o alleati, perché ci saranno utili in seguito; li amiamo quando ci amano, oppure per farci
    perdonare i nostri egoismi e ingiustizie. L’more vero invece ce li fa amare anche quando non lo meriterebbero
    perché sono cattivi, non prendono bei voti, sbagliano, rispondono male, si ribellano. Lo so che un amore così non
    è facile. Per questo vi ripeto che soltanto Dio ci può insegnare l’arte di amare come Lui e di educare. Dobbiamo
    invocarlo, ascoltarlo, farci da Lui aiutare. Amiamoli, perché sono di Dio, da Lui amati e salvati come noi, figli
    suoi prediletti. Amiamoli come vorremo essere amati.”

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SCHEDA 5:

                                  DISCEPOLI DI EMMAUS
                             (ragazzi in preparazione alla Cresima)

OGGETTO: momento di riflessione sul brano del vangelo i discepoli di Emmaus proposto ai ragazzi
di prima media in preparazione della Cresima

Un cammino iniziato quattro anni fa in cui con i ragazzi abbiamo fatto un pezzo di strada assieme alla
scoperta di un amico speciale “ GESU”
Il camminare, la strada, gli incontri (intesi come testimonianze) hanno caratterizzato i nostri momenti
assieme.
Per il ritiro rivolto ai Cresimandi ho tratto spunto dal vangelo di Luca i discepoli di Emmaus con lo
scopo di far capire ai ragazzi che Gesù è sempre vicino a noi .
Ci invita a non aver paura ad affrontare i cambiamenti nel modo di vivere, a non essere pigri ma a
superare le difficoltà donandoci nuova forza.
Ci invita a non essere superficiali ma ad approfondire la sua conoscenza, per vivere come lui ci ha
insegnato

Verrà consegnato ai ragazzi un ciclostilato con alcune riflessioni sul brano del vangelo.
( allegato )

L’incontro si terrà in due momenti sabato pomeriggio e la domenica pomeriggio nei locali
dell’oratorio

Accoglienza dei ragazzi alle 15 che si ritrovano dopo la pausa estiva
Proposta di un gioco : (allegato)
Momento di preghiera iniziale salmo 136

In ascolto della parola di Dio
I discepoli di Emmaus Luca 24,13-29

Segue riflessione insieme ci spostiamo poi in chiesa per concludere questa prima parte con preghiera
di invocazione allo spirito santo a cui parteciperanno anche i genitori, verrà consegnata ai ragazzi una
piccola lanterna per ricordare che Gesù è la luce del mondo

Domenica ritrovo tutti alla messa poi pranzo insieme
Nel pomeriggio consegna schede sui doni dello spirito santo

Proiezione di un film
“L’uomo che piantava gli alberi”

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SCHEDA 6:

               PROGETTO CATECHESI RAGAZZI POST-CRESIMA

INTRODUZIONE:
Brano evangelico Luca, cap. 12

IDEE DI FONDO:
La scoperta della bellezza di essere cristiani, che tra le altre cose , ci rende consapevoli di avere un
Padre che provvede ai nostri bisogni più profondi. La scoperta della bellezza liberatoria delle parole
di Gesù e del suo Vangelo.

DESTINATARI:
Ragazzi post-cresima ancora in formazione catechetica, anche di diverse parrocchie, o che abbiano
ricevuto il sacramento della Confermazione da un anno o due; quindi ragazzi dagli 11 ai 13 anni, e
loro amici coetanei che riuscuranno a coinvolgere , compresi anche non credenti o appartenenti a
famiglie di altre fedi.

AMBIENTE:
Non deve essere per forza un luogo legato alla parrocchia, tranne le occasioni in cui i ragazzi
presenti non siano tutti della stessa parrocchia e che preferiscano un ambiente loro familiare. Può
essere un luogo diverso dalla parrocchia di origine, visto che consideriamo il gruppo composto di
ragazzi di varie parrocchie. Si potrebbero usare sale proiezioni, o anche locali adibiti a piccoli teatri.
Se vengono coinvolti anche amici coetani conviene scegliere ambienti non legati alla diocesi.

OBIETTIVI:
Obiettivi a breve o medio termine è provare a tenere i ragazzi in contatto tra di loro cercando
occasioni di esperienze vissute in comune che possano consolidare in loro un sentimento di
amicizia. Scopo ultimo potrebbe essere quello di creare tra loro una amicizia fondata sulla simpatia
comune per la persona di Gesù, per le sue parole, avendo come punto di partenza la scoperta di un
PADRE comune che conosce i loro problemi, e che promette la sua paterna protezione. Altro punto
di partenza del loro stare insieme è fondare la loro amicizia sulla parola di Gesù: “ Nessuno ha un
amore più grande di questo: Dare la vita per i propri amici”. Obiettivo finale è la scoperta di quale
sia il proprio posto all'interno della comunità cristiana. (Vocazione).

ITINERARIO. METODI. STRUMENTI:
Visto che si cerca di unire i diversi gruppi di ragazzi di diverse parrocchie, può essere utile, nei
primi incontri, preparare una buona accoglienza con una presentazione singola di ogni ragazzo, dare
occasione di farsi conoscere e far emergere le singole personalità e caratteristiche. Periodicamente
si possono organizzare incontri in pizzerie o luoghi simili con presenza di chitarre o altri strumenti
musicali, usati dagli stessi ragazzi, per stare insieme con canti e cene, favorendo la socializzazione,
dopo un breve programma di catechesi. Favorire la discussione su alcuni temi di attualità, (

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bullismo a scuola o sui social network, sesso esplicito sui mass-media e internet, dipendenze da
alcol e droghe, ecc.) in compagnia anche di esperti dei vari argomenti.

Far conoscere alcuni giovani testimoni della fede, anche con supporti video, documenti, film ,ecc.
Far conoscere esempi di vita di giovani che si sono abbandonati all'amore del PADRE con fiducia
come ad esempio : Chiara Luce Badano! Organizzare incontri con giovani che già hanno scelto un
loro percorso di fede: giovani appartenenti a vari movimenti ecclesiali: penso ad esempio ai Gen del
Movimento del Focolare; scout ; giovani attivi nella Caritas diocesana. Altri ragazzi che sono a
contatto con esperienze di povertà e emarginazione, come i “Cavalieri della Luce” di Nuovi
Orizzonti, o esponenti giovani della Comunità di Sant' Egidio , già presenti e operanti in Parma.
Come cadenza gli incontri potrebbero essere ogni due settimane, ma non col giorno della settimana
prefissato , per dare più libertà per vari programmi scolastici, culturali, sportivi di ogni singolo
ragazzo.

REALIZZAZIONE . VERIFICA:
Gli incontri di organizzazione e verifica potrebbero avere una cadenza mensile. Si può coinvolgere
negli incontri di organizzazione e verifica anche qualche ragazzo o ragazza che abbia dimostrato
sensibilità e interesse particolari agli eventi e che potrebbe avere più talento nel coinvolgere i
coetanei. Al lavoro!

SCHEDA 7:

                       INCONTRO BIMBI IV-V ELEMENTARE

Idea di fondo: Partendo dalla consapevolezza che il cuore dei bambini è già pieno di domande
grandi che desiderano condividere e alle quali dare una risposta, abbiamo pensato di proporre una
esperienza che testimoni, nella semplicità della nostra amicizia, la Vita Nuova e la Speranza che ha
toccato e mosso il nostro stesso cuore.

Destinatari: bambini di IV e V elementare. Vengono invitati all’inizio dell’anno tramite
comunicazione della Parrocchia.

Ambiente: oratorio

Obiettivo: creare un gruppo di amici che possano sentirsi accolti e voluti bene e che continuino
l’esperienza anche dopo la scuola primaria (e la Cresima) attraverso il gioco, la riflessione,
l’ascolto, la consapevolezza che c’è un modo di stare insieme più bello: quello che ci ha insegnato
Gesù.

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Itinerario, metodo, strumenti realizzazione: l’itinerario proposto è cominciato due anni fa e si
basa sull’esperienza, per noi molto preziosa, di un gruppo, ormai consolidato da anni di lavoro, di
Buccinasco (Milano).
Gli incontri sono la domenica mattina a cadenza quindicinale.
I bambini vengono accolti alle 10.00 con una piccola ma curata merenda.
Ci si saluta, si scambiano due chiacchiere. L’accoglienza è un momento importante: rivela
l’attenzione dell’adulto nei confronti del bambino. Si legge un brano tratto dal testo, si fanno alcune
riflessioni (sono i bambini a farle, gli adulti intervengono il meno possibile).

Si gioca. I giochi sono pensati e organizzati in base al testo che si leggerà.
Si dà un giudizio sul gioco: come è stato? Come siamo stati noi? C’è un altro modo per fare le cose,
tutte? Anche in questo caso sono i bambini a parlare. Quello che viene detto viene scritto su un
grande foglio (un rullo, che fa da memoria storica) per dare la possibilità di fissare le loro riflessioni
che diventeranno poi spunto di lavoro (specialmente per noi adulti).
Si fanno un canto e una preghiera solitamente con il nostro parroco, che passa a salutarci.

Si va alla Santa Messa.

Alla fine dell’anno viene fatta una gita (momento molto atteso) che dura tutto il giorno

I primi incontri dell’anno (due o tre) sono dedicati al gioco e all’accoglienza/conoscenza dei
bambini. Questo permette di comunicare, riflettere e gettare le basi per tutto l’anno su:
-seguire la guida
-stare insieme
-far fatica
-ascoltare

Si entra nel vivo del lavoro: si propone una storia che li coinvolga, che faccia da filo conduttore e
su
cui lavorare fino alla fine dell’anno.
Nella nostra breve esperienza abbiamo lavorato su:
Oggi voglio portarvi tutti in Paradiso. San Francesco e il perdono di Assisi
Con gli occhi di Marcellino. Le domande grandi dei bambini.
Sono due mostre presentate al Meeting di Rimini.

Verifica: la verifica è continua.
Alla fine di ogni incontro, seppur brevemente, ci scambiamo alcune considerazioni su come è
andata. Gli incontri sono pensati e organizzati, insieme ad alcuni ragazzi delle superiori e
dell’università, qualche giorno prima dell’incontro coi bambini. Ci si trova per preparare i giochi,
leggere un testo che ci aiuti, riflettere e dare un giudizio sull’esperienza che si sta vivendo. La fase
di preparazione, confronto e riflessione tra di noi è fondamentale. La verifica finale viene fatta con
il parroco. La VERIFICA, quella vera, sta nei rapporti che si creano tra tutti noi, adulti e bambini e
nel desiderio che questa esperienza (a volte sconclusionata e traballante ma sempre bellissima)
prosegua.
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SCHEDA 8:

     RITIRO PER GENITORI E RAGAZZI PRIMA DELLA COMUNIONE

Accoglienza
Questo momento è decisamente importante, poiché all’arrivo si è tutti un pochino intimiditi, quindi
ritengo che curare molto questo primo approccio possa aprire la strada ad un lavoro proficuo e
piacevole. Come abbiamo appreso nell’incontro con il dott. Armiento curare l’aspetto e la
presentazione dell’incontro predispone le persone alla positività, quindi essere pronti un po’ prima
dell’orario di incontro, accogliere con sorriso e scioltezza le famiglie può creare subito empatia e
predisporre a collaborare con più
entusiasmo.

S. Messa
Preparare insieme ai bambini che parteciperanno attivamente, magari avere un confessore per i
genitori in modo che possano comprendere meglio il sacramento che stanno per ricevere i ragazzi.

Dividere in gruppi
Gli adulti avranno un incontro con il coordinatore dei catechisti che avrà cura di preparare e
organizzare il tempo e gli argomenti che verranno discussi partendo dal Vangelo della domenica
oppure da un brano scelto per l’occasione. Alla fine del lavoro del gruppo genitori sarebbe bello se i
catechisti si intrattenessero un attimo con i papà e le mamme, sottolineando come i ragazzi sappiano
essere profondi nei momenti degli incontri catechistici ed incoraggiarli per il grande lavoro
educativo che stanno vivendo, valorizzando l’impegno dei piccoli che ci hanno affidato.

Lavoro
Questa parte riguarda i ragazzi che saranno coinvolti in un lavoro a tema che tenterà di guidarli
verso la Confessione, lo spunto sarà il Vangelo di Luca 15,11-32 e inizieranno un breve percorso di
consapevolezza della fragilità umana e di conoscenza dell’infinito amore del Creatore.

Dopo avere letto insieme la parabola, inizia l’analisi dei personaggi:
Spiegando prima brevemente che quando ci accostiamo ad una parabola dobbiamo ricordare sempre
che possiamo essere, noi stessi, tutti i personaggi, non dobbiamo mai dimenticare che con i nostri
comportamenti, diversi in ogni situazione che viviamo, assomigliamo a tutti i personaggi, sia in
positivo che in negativo.

         Il FIGLIO MINORE
• Quali sentimenti prova all'inizio del racconto?
• Perché decide di andarsene da casa?
• Cosa lo fa "rientrare in sé"? Perché decide di tornare a casa?
• Come si sarà sentito avvolto nell'abbraccio del Padre?
• Sarà cambiato il suo modo di vivere con il Padre?
         IL PADRE
• Quali sentimenti prova all'inizio del racconto?
• Cosa prova quando il figlio minore è lontano da lui?
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• Quali sentimenti prova mentre lo vede arrivare?
• Perché decide di perdonarlo?
• Quali sentimenti prova nei confronti del figlio maggiore?
• Quali sono le priorità? Il patrimonio, i suoi averi, i suoi figli..?
         IL FIGLIO MAGGIORE
• Quali saranno stati i suoi sentimenti alla notizia della partenza del fratello?
• Quali sono i suoi sentimenti al ritorno del fratello?
• Quali sono i suoi sentimenti nei confronti del padre?

DISCUSSIONE
Dopo aver lasciato il tempo per il lavoro si procede con la lettura degli elaborati, soffermandosi sui
punti salienti, commentando e guidando l’analisi:
Quale personaggio agisce "rettamente"?
Da quale personaggio ti senti maggiormente rappresentato?
È sempre facile perdonare?
Quando non lo è?
Come ci sentiamo quando siamo noi a ricevere il perdono?
Qual'è la cosa più importante quando chiediamo perdono?

Con osservazioni sui personaggi:
ci comportiamo come il fratello minore quando ci allontaniamo dalle persone che ci vogliono bene,
quando pecchiamo. Ma anche quando con umiltà torniamo a chiedere perdono.
Ci comportiamo come il Padre, quando accogliamo le persone che ci stanno intorno, anche se ci
hanno fatto del male, e le perdoniamo.
Ci comportiamo come il figlio maggiore quando pensiamo di fare la cosa giusta, ma in realtà siamo
ciechi, e non vediamo che la vera gioia è vivere con il padre!

La Confessione
Riceveranno il Sacramento e dopo i Catechisti consegneranno un piccolo e significativo ricordo del
prezioso dono ricevuto.

Pranzo
Anche questo momento dovrà essere di grande condivisione per cui ognuno porterà il suo
contributo, insieme è più bello, per i ragazzi vedere i genitori che collaborano in amicizia è uno
stimolo importantissimo.

Giochi
Il momento ludico per loro è sempre motivo di grande gioia, se poi vengono coinvolti anche
mamma e papà il successo è garantito.

Saluti
Ringraziare e salutare singolarmente ogni famiglia sottolineando l’importanza del momento
comunitario ed essere molto grati per la disponibilità dimostrata, lascia un ricordo bello ed
indelebile di una giornata speciale dedicata ai loro piccoli.

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SCHEDA 9:

   “ACCETTAZIONE DI SE E DEL PROPRIO AMBIENTE CON GIOIA!”

Destinatari: Bambini 5a elementare e 1a media

Ambiente: Oratorio e attività catechistica

Obbiettivo: Stimolare i bambini e le proprie famiglie alla riflessione

Itinerario:
-Lettura e drammatizzazione della favola per bambini “UN PESCE E’ UN PESCE” di Leo Lionni

 “La storia di un'amicizia tra un girino e un pesciolino che sott'acqua si "vedono" crescere, ma la
rana è anfibia e può, con grande dispiacere del pesce, godere di acqua e di terra e così scoprire di
poter appartenere a mondi diversi. Anche gli amici possono provare invidia, ma non possono
sfidare le leggi della natura: fuoriuscire dal proprio habitat e rischiare la vita è una mossa
maldestra ma istruttiva per accettare e valorizzare la propria condizione. Un pesce è un pesce”

-Lettura e comprensione della Parabola della Moneta Perduta

-Confronto tra la favola e la parabola di Luca chiedendo ai bambini quali secondo loro sono i punti
in comune.

-Alla fine dell’incontro verrà consegnato ad ogni bambino una scheda contenente la Parabola di
Luca e la seguente domanda che dovrà essere rivolta alla propria famiglia e che riassume lo scopo
del progetto:
     NELLA NOSTRA FAMIGLIA ABBIAMO PERSO DELLE MONETE? LE ABBIAMO
                               CERCATE? LE ABBIAMOTROVATE?

-Le risposte saranno oggetto dell’incontro successivo.

Metodo: coinvolgimento iniziale dei bambini e finale delle famiglie con analisi e riflessione

Strumenti: Utilizzo del VANGELO DI LUCA, del libro “UN PESCE E’ UN PESCE”, di un
videoproiettore per proiettare le immagini dei testi, della recitazione e della musica.

Realizzazione: Il progetto realizzato ad inizio anno catechistico.

Verifica: Il progetto è inizialmente indirizzato a due classi e una volta portato a termine ci sarà un
confronto nel gruppo catechistico per valutarne la riuscita, apportare eventuali modifiche per
indirizzarlo anche ai più piccoli ed eventualmente ideare altri incontri utilizzando lo stesso schema
ma con testi e/o supporti differenti cercando di coinvolgere sempre di più i genitori.

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SCHEDA 10:
                                    CHIAMATA DI LEVI
                                  (catechesi bambini elementari)

IO NON SONO VENUTO A CHIAMARE I GIUSTI ,MA I PECCATORI ,PERCHE’ SI CONVERTANO LC 5 ,27-32

Finalmente Evangelii Gaudium ci insegna ad uscire, a trasmettere la gioia che il vangelo ci dona
ogni giorno. Gesù si rivolge a tutti e noi dobbiamo annunciarlo, è un annuncio di bene, di amore e
di gioia. Soprattutto nella catechesi bambini e ragazzi: noi mettiamo i semi, mettiamo il lievito,
convinti che poi qualcuno lavorerà. Ci siamo rese conto proprio in questo corso che in parrocchia
c’è estremo bisogno di rinnovarsi, di coinvolgere con gioia: invitiamo i ragazzi a pregare, a
celebrare il credere, ma loro devono prima imparare a credere; la parrocchia deve diventare il luogo
dove fanno esperienza dell’amore di Cristo.
Fare catechismo come scuola, come imposizione, allontana: finita la Cresima scappano.
Alla luce di questa constatazione, nasce l’idea del nostro progetto.

IDEA assumendo l’incarico di aiuto coordinatrici catechesi, progettiamo il primo incontro con le
catechiste. Vorremmo incoraggiare le catechiste a prendere piena coscienza e responsabilità del
ruolo, staccandosi dai sussidi fino ad ora forniti per approfondire di più il Vangelo direttamente,
leggendolo ai bambini. Nel Vangelo c’è tutto.

DESTINATARI catechiste della Trasfigurazione

AMBIENTE salone parrocchiale

OBIETTIVO rinnovare il percorso catechistico della parrocchia, partendo dai primi 2 anni di 2^ e
3^ el. (medio termine) per arrivare nell’arco di 3 anni al gruppo cresima (lungo termine)

ITINERARIO fissare un incontro mensile con le catechiste per
1) Leggere e spiegare le parti di Vangelo che faranno nei 4 incontri settimanali coi bambini.
2) Organizzare e calendarizzare attività di gruppo (film, giochi)

METODO - cartelloni con domande per spiegare le parabole e stimolare gli interventi
-piccoli sketch fatti dai bambini (recitiamo la parabola)
-proposte di lavoro manuale in collaborazione adulti /ragazzi
-proposte di uscite (mensa dei poveri, case di riposo, cav)

STRUMENTI Vangelo, Bibbia, filmati, cartoncini, pennarelli e altro

REALIZZAZIONE nei giorni di catechismo, 1 volta alla settimana e 3/4 domeniche all’anno dopo
Messa coinvolgere le famiglie e organizzare pranzo e pomeriggio insieme in oratorio.

VERIFICA mensile in ogni gruppo, passando nelle aule, chiedendo ai bambini cosa hanno colto e
alle catechiste le difficoltà incontrate.
                                                                                                      20
2. AMBITO CARITAS

SCHEDA 1:
                                        CARITAS: “CHE COSA?”
 13
   Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da
 Gerusalemme, di nome Emmaus, 14 e conversavano di tutto quello che era accaduto. 15 Mentre discorrevano e
 discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. 16 Ma i loro occhi erano incapaci di
 riconoscerlo. 17 Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si
 fermarono, col volto triste; 18 uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non
 sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19 Domandò: «Che cosa?». Luca 24, 13ss

                Proposta per i membri del Consiglio Pastorale della Nuova Parrocchia

                                           IDEA DI FONDO
La Caritas organizza una seduta del consiglio pastorale parrocchiale per “parlare di Caritas” partendo
dal brano di Emmaus, che ci chiede di passare da forestieri a persone capaci di riconoscere Gesù,
lasciandoci scaldare il cuore dalla Sua Parola e diventando suoi commensali

                                                   DESTINATARI
La comunità cristiana

                                              AMBIENTE
Riflettere sul ruolo della Caritas nella comunità cristiana

                                             OBIETTIVO
Confrontarsi con il Consiglio Pastorale Parrocchiale per crescere insieme nella consapevolezza del
ruolo della Caritas

                                               ITINERARIO
Un incontro nel quale:
Si chiede ai membri del Consiglio: a tuo avviso cosa serve la caritas qui da noi? Cosa sta facendo?
Cosa deve fare in parrocchia?
Si chiede ai membri: a tuo avviso la Caritas sta lavorando bene? Può insegnare qualcosa a tutta la
parrocchia?
la caritas parrocchiale si racconta: noi facciamo....mettendo in evidenza sia tutto il bello che si vive e i
problemi che incontra.
Si individua assieme un obiettivo che la parrocchia deve mettere a tema a proposito della grande area
“della Carità” e quale può/deve essere il ruolo della Caritas in questo percorso

                                              METODO
Un incontro preparato dal consiglio pastorale con gli animatori della Caritas

                                              VERIFICA
Sarebbe opportuno verificare l’obiettivo che nell’incontro è stato condiviso

                                                                                                                        21
SCHEDA 2:

                                         TOCCHIAMO IL LEBBROSO
Un giorno Gesù si trovava in una città e un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò ai piedi pregandolo: 'Signore,
se vuoi puoi guarirmi'. Gesù stese la mano e lo toccó dicendo: 'Lo voglio, sii risanato'. E subito la lebbra scomparve da
lui" (Luca 5,12-14).

Proposta per la Comunità Cristiana

                                          IDEA DI FONDO
La Caritas propone un percorso di sensibilizzazione per l'intera comunità cristiana per stimolare ad
incontrare l'altro, a riconoscerlo come membro della famiglia di Dio e a prendersi cura dei più
fragili.

                                                  DESTINATARI
La propria comunità cristiana

                                              AMBIENTE
Proporre gesti di prossimità nel territorio della propria comunità, nel quartiere o nel paese dove si
abita

                                             OBIETTIVO:
Far incontrare le persone e accorciare le distanze che spesso ci allontanano. Far crescere il senso di
comunità

                                            ITINERARIO
Va diversificato fra piccole comunità dei paesi e le comunità che abitano la città.
Nei paesi dove ci si conosce tutti, è importante lavorare sui rapporti che già ci sono e chiederci chi
sono le persone che hanno bisogno: anziani, malati, stranieri che abitano, disoccupati, …. e
inventarsi gesti semplici di attenzioni.

Nella città, forse bisogna interrogarsi su come “accorciare le distanze” nel quartiere, nel palazzo,
nella via...come farci antenne…

                                              METODO
La proposta va fatta al Consiglio Pastorale e si può utilizzare, ad esempio il tempo di Quaresima,
tempo privilegiato per la conversione.

                                          REALIZZAZIONE
Preparare dei gesti da proporre alla domenica alle persone che vengono a celebrare l'eucaristia per
continuare a spezzare il pane con i fratelli e le sorelle in difficoltà

                                             VERIFICA
A fine anno, raccontarsi come è stata recepita la proposta, che ha sortito e come si può continuare.

                                                                                                                       22
SCHEDA 3 (estratto):

                                DONNE E UOMINI IN CAMMINO

“Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da
Gerusalemme, di nome Emmaus…” Lc 24,13

Proposta per la Comunità Cristiana

                                           IDEA DI FONDO
Metterci in gioco con le nostre certezze ma anche con dubbi, perplessità, interrogativi e desideri. Il
racconto si apre con i due discepoli che si allontanano a testa china da Gerusalemme (Lc 24, 13), si
chiude con gli stessi che di corsa e pieni di gioia tornano a Gerusalemme annunciando a tutti di
avere incontrato il Signore e di averlo riconosciuto nello spezzare il pane. (Lc.24,35). L’immagine
del cammino ci porta anche a tener conto di passi e ritmi diversi. Chi parte meno svantaggiato
dovrebbe essere in grado e motivato ad essere prossimo e sostenere chi è in difficoltà materiale e
morale al fine di prevenire povertà, isolamento, abbandono. Ogni essere umano ha diritto ad avere
uguali opportunità per poter vivere in autonomia e dignità.

                                                  DESTINATARI
Gli operatori Parrocchiali

                                              OBIETTIVO
    -   Allargare la solidarietà e far crescere una carità di popolo
    -   Educare l’intera comunità ad essere pronta e prossima a chi è nel bisogno
    -   Impegnarsi per prevenire l’emarginazione

                                                   ITINERARIO
    -   Conoscenza capillare del territorio
    -   Incontri con consiglio pastorale
    -   Gruppo giovani
    -   Gruppo famiglie
    -   Confronto con altre Parrocchie del territorio
    -   Confronto con le realtà di volontariato presenti

                                             METODO
Valorizzare gli incontri anche occasionali che possiamo fare nella strada della nostra vita.

                                          REALIZZAZIONE
Incontri locali e diocesani per confrontarsi

                                             VERIFICA
Incontro di fine anno per valutare progressi o incognite e progettare il proseguimento del cammino.

                                                                                                                23
SCHEDA 4:

                  “… NESSUNO ERA FRA LORO BISOGNOSO …”
                                             (Atti 4, 32-37)

Proposta per la Comunità Cristiana

IDEA DI FONDO
Le Caritas parrocchiali devono sviluppare nelle comunità ma anche nel territorio, nella società
civile, una cultura della solidarietà e del dono (…nessuno infatti era tra loro bisognoso) per vincere
l’individualismo, la chiusura nel proprio privato e favorire quindi l’apertura e la generosità per
mettersi a disposizione del fratello in difficoltà, ciascuno secondo le proprie possibilità, scoprendo
che ….c’è più gioia nel dare che nel ricevere, per una gioia, un appagamento che va ben oltre il
possedere o il godere di beni materiali (nessuno considerava sua proprietà quello che gli
apparteneva)

DESTINATARI
I collaboratori parrocchiali in prima istanza, ma poi è necessario allargare il messaggio alla
comunità: adulti, famiglie, bambini, ragazzi, giovani (la moltitudine di coloro che erano diventati
credenti)

AMBIENTE
Per i bambini, ragazzi, l’attività di Catechesi e la scuola. Per gli adulti e le famiglie, gli ambienti
parrocchiali e altri spazi ritenuti idonei.

OBIETTIVO
In una visione di comunità educante:
- il primo obiettivo è l’informazione: conosciamo la realtà delle persone in difficoltà? I
numeri? I bisogni?
- Il secondo è saper vedere con occhi nuovi, attenti; con questi occhi nuovi, alleniamo il
cuore a mantenersi aperto
- Il terzo obiettivo è il passo in avanti: posso fare qualcosa? Anch’io, nella mia povertà ho
qualcosa da donare (Con grande forza gli apostoli davano testimonianza alla risurrezione
del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore)

ITINERARIO
Prevede tre possibili piste:
- con la comunità coinvolgendo gli animatori giovani e i catechisti per preparare un incontro
con gli operatori Caritas
- con la scuola
- con le famiglie per riflettere sull’uso del tempo

METODO
                                                                                                          24
Proporre ai destinatari del messaggio piccoli impegni e gesti concreti per imparare e assaporare il
gusto del dono.

STRUMENTI
Per bambini e ragazzi: organizzazione di raccolte e piccole rinunce dopo aver presentato e riflettuto
su situazioni di bisogno.
Si potrebbero organizzare visite alle case della carità, alle mense, dormitori (con tutta la
discrezione del caso).
Per famiglie: visite al Centro di aiuto alla vita, prestare qualche piccolo servizio nella cura del
vestiario

REALIZZAZIONE
1° Incontro tra gli operatori Caritas e il Parroco per illustrare il progetto ed essere uniti nella volontà
di portarlo avanti (…aveva un cuor solo e un’anima sola)
1-2 Incontri con i catechisti ,animatori e insegnanti delle scuole per condividere il progetto e
trasmettere ai ragazzi lo stesso messaggio stabilendo insieme a loro modalità e tempi di attuazione.
2-3 incontri con le famiglie e con esperti sui temi dei cambiamenti degli stili di vita

VERIFICA
Un progetto di questa portata richiede almeno due anni e una verifica potrebbe essere fatta su un
cambio di mentalità e un impegno concreto a partire dalle giovani generazioni.

SCHEDA5:
                                           TOCCA IL LEBBROSO
                                                    (Luca 5,12-14).

                                                Proposta per i giovani

IDEA DI FONDO
“la risposta di Dio al povero è sempre un intervento di salvezza per curare le ferite dell’anima e del corpo, per
restituire giustizia e per aiutare a riprendere la vita con dignità. La risposta di Dio è anche un appello affinché
chiunque crede in Lui possa fare altrettanto nei limiti dell’umano. Tuttavia può essere un segno di condivisione per
quanti sono nel bisogno, per sentire la presenza attiva di un fratello e di una sorella. Non è un atto di delega ciò di cui i
poveri hanno bisogno, ma il coinvolgimento personale di quanti ascoltano il loro grido. La sollecitudine dei credenti
non può limitarsi a una forma di assistenza – pur necessaria e provvidenziale in un primo momento –, ma richiede
quella «attenzione d’amore» che onora l’altro in quanto persona e cerca il suo bene.”
Francesco , Giornata mondiale dei Poveri 2018

DESTINATARI: I giovani

AMBIENTE
Proporre ai giovani di incontrare “il lebbroso” laddove vive
                                                                                                                          25
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