SCHEDE OPERATIVE (completo) - Per-corso per FORMATORI ...
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SCHEDE OPERATIVE (completo) 1
“PER-CORSO PER FORMATORI PASTORALI” SCHEDE OPERATIVE PER AMBITI PASTORALI INDICE Introduzione di Don Umberto Cocconi p.4 1. Ambito catechesi e iniziazione cristiana Scheda 1: “Moltiplicazione dei pani e dei pesci p.5 Scheda 2: “Matite nelle mani di Dio p.6 Scheda 3: “I doni dello Spirito Santo” p.9 Scheda 4: “Incontro rivolto ai genitori dei bimbi che iniziano catechismo” p.11 Scheda 5: “Discepoli di Emmaus” p.13 Scheda 6: “Progetto catechesi ragazzi post-Cresima” p.14 Scheda 7: “Incontro bimbi IV-V elementare” p.15 Scheda 8: “Ritiro per genitori e ragazzi prima comunione” p.17 Scheda 9 “Accettazione di se e del proprio ambiente con gioia” p.19 Scheda 10: “Chiamata di Levi” p.20 2. Ambito Caritas Scheda 1: “Caritas: che cosa?” p.21 Scheda 2: “Tocchiamo il lebbroso” p.22 Scheda 3: “Donne e uomini in cammino” p.23 Scheda 4: “…Nessuno fra loro era bisognoso…” p.24 Scheda 5: “Tocca il lebbroso” p.25 Scheda 6: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico” p.27 3. Ambito Missione e Migrantes Scheda 1: “Settimana Missionaria” p.28 4. Ambito Affari Economici Scheda 1: “Il Crowdfunding” p.30 Scheda 2: “Procedure, direttive e dati di inventario” p.31 Scheda 3: “Ridare vita all’oratorio” p.33 5. Ambito Liturgia Scheda 1: “Venite alla festa” p.36 Scheda 2: “Traccia per la Veglia della Trasfigurazione” p.38 6. AmbitoPastorale Sociale e Sanitaria Scheda 1: “Creazione di una bacheca parrocchiale e di un PDA” p.39 Scheda 2: “La sfida dell’ascolto e della prossimità” p.42 Scheda 3: “Buona amministrazione e ricchezza” p.43 7. Ambito Pastorale Famigliare Scheda 1: “Per una pastorale comunitaria” p.47 2
Scheda 2: “L’ascolto in famiglia” p.49 Scheda 3: “Giornata di condivisione tra le famiglie” p.51 Scheda 4: “La Parola suona in mezzo a noi” p.53 Scheda 5: “L’importanza del gruppo” p.54 Scheda 6: “Incontro per giovani sposi” p.55 8. Ambito Pastorale Biblica Scheda 1: Il linguaggio delle Parabole” p.57 Scheda 2: “Il Buon Samaritano” p.59 Scheda 3: “Incontro in Avvento” p.61 Scheda 4: “Vedere la Parola” p.63 Scheda 5: “Il figliol prodigo (Rembrant) p.64 9. Ambito Comunicazioni sociali e animazione piccole comunità Scheda 1: “Adorazione eucaristica” p.65 Scheda 2: “Giovanni Paolo TV” p.67 Scheda 3: “Celebrazioni giovanili per le tracce pastorali Diocesane p.69 3
INTRODUZIONE “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia” Non si può che essere felici ed orgogliosi nel leggere i diversi, i tantissimi elaborati che gli iscritti al per-corso Formare i formatori hanno prodotto. Siamo in presenza di una vera enciclopedia pastorale pratica. E' il frutto del lavoro che ha visto impegnati oltre 230 iscritti, quasi 50 coordinatori di gruppo. E’ un per-corso che sta segnando profondamente la vita delle nostre comunità. Si è messo in circolo nel dinamismo diocesano una ricchezza di competenze che stanno dimostrando la vivacità del tessuto ecclesiale della nostra diocesi. Il metodo laboratoriale che ha visto la compartecipazione di tanti attori sta dando i suoi frutti. E' davvero, la nostra una Chiesa, una comunità ricca di doni, di carismi e di ministeri. Di seguito potete trovare tutte le schede arrivate adatte alla fruizione in forma anonima. Questi strumenti di lavoro predisposti a servizio degli animatori pastorali parrocchiali, sono il segno di una comunità diocesana che alla luce dell'Evangelii Gaudium sta ripensando il suo essere Chiesa del terzo millennio. Un punto fondamentale dell’esortazione dell'Evangelii Gaudium è la dichiarazione della necessità di una conversione pastorale e missionaria. “E’ ora di invertire il senso del cammino: non chiedere ad altri di venire alla Chiesa, ma andare noi stessi verso gli altri, raggiungendoli dove sono, senza misurare la loro qualità di fede o la loro morale; lasciare il porto sicuro per navigare in mare aperto; non voler stare al centro o al di sopra degli uomini ma al loro servizio”. Una Chiesa missionaria è quindi una Chiesa umile, disposta a cambiare e a rinnovarsi a partire dall’esperienza dell’incontro e della relazione. A cominciare dall’incontro e dalla relazione con Cristo: “Solo grazie a quest’incontro – o reincontro – con l’amore di Dio, che si tramuta in felice amicizia, siamo riscattati dalla nostra coscienza isolata e dall’autoreferenzialità [...] se qualcuno ha accolto questo amore che gli ridona il senso della vita, come può contenere il desiderio di comunicarlo agli altri?” La parrocchia, si legge al n. 28, è la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie, il suo compito è e resta quello di annunciare Cristo e per fare questo ogni realtà ecclesiale viene sollecitata ad uscire da se stessa e dai suoi schemi ripetitivi, mettendosi umilmente in ascolto di quello che le capita intorno e lasciandosi interpellare. Possiamo allora affermare che la vitalità autentica di una realtà ecclesiale, e la prima via attraverso la quale essa evangelizza, è la sua stessa vita, la sua unione e fedeltà a Cristo, il suo servizio all’uomo, la trasparenza evangelica delle sue scelte, economiche, caritative e sociali. Le nostre celebrazioni domenicali terminano con il saluto “Andate e portate a tutti la gioia del vangelo” la testimonianza della gioia del vangelo che ci pervade è lo strumento principale per dire nei nuovi areopaghi che la “buona notizia” è una proposta capace di ridare senso alla vita. Anche in questa epoca, si legge al n. 150 di EG, la gente preferisce ascoltare i testimoni: “ha sete di autenticità […] Reclama evangelizzatori che gli parlino di un Dio che essi conoscano e che sia a loro familiare, come se vedessero l’Invisibile”. La persona alla quale ci si rivolge attraverso l’evangelizzazione ha bisogno di incontrare uno sguardo libero, di amore, senza calcoli e senza interessi, uno sguardo capace di osare il "nuovo". Il Direttore, Don Umberto Cocconi 4
1. AMBITO CATECHESI ED INIZIAZIONE CRISTIANA SCHEDA 1: MOLTIPLICAZIONE DEI PANI E DEI PESCI Per bambini in preparazione della comunione AMBITO: Iniziazione Cristiana PREMESSA: L’incontro qui sotto elaborato parte dal brano riguardante la moltiplicazione dei pani e dei pesci secondo il Vangelo di Luca. L’obbiettivo dell’incontro è di cercare di aumentare la consapevolezza dei bambini di far parte di un gruppo attraverso la conoscenza più approfondita dei membri che lo compongono. Si richiama questo brano di Vangelo perché in esso Gesù prima di distribuire i pani alla folla, la fa dividere in gruppi più piccoli per far sì che ogni uomo si senta persona con il proprio nome all’interno di una comunità e non uno dei tanti dentro alla moltitudine. Inoltre l’incontro è stato collocato all’inizio dell’anno catechistico in cui si svolgerà la Prima Comunione perché è utile anche per introdurre il tema dell’Eucaristia. IDEA DI FONDO: Far fare ai ragazzi un’esperienza di condivisione e rinsaldare all’interno del gruppo il senso di comunità, e in più, introdurre il tema del sacramento dell’Eucaristia. DESTINATARI: Bambini nell’anno catechistico della Prima Comunione. AMBIENTE: Anno catechistico. OBIETTIVO: Far sentire il singolo appartenente ad un gruppo attraverso la conoscenza degli altri membri del gruppo. ITINERARIO: 1. Accoglienza: i ragazzi di tutti i gruppi dell’anno della Prima Comunione vengono accolti insieme dai catechisti. 2. I ragazzi vengono suddivisi in gruppi misti di circa una decina di ragazzi. 3. Ad ogni gruppo viene data la seguente consegna: ogni bambino deve mettersi in coppia con un altro membro del gruppo (possibilmente non il migliore amico) e raccontarsi a vicenda una storia di se stessi che li rappresenti. 4. Finito il confronto ogni bambino all’interno del suo piccolo gruppo racconta la storia del suo compagno come se fosse la sua (parlando in prima persona). 5. Il catechista, finita la condivisione, prende una micca di pane, la spezza e ne da una parte ad ogni bambino. 5
6. Tutti i gruppi ritornano a riunirsi insieme e viene letto il Vangelo di Luca 9,12-17 (moltiplicazione dei pani e dei pesci). 7. Commento al Vangelo: concentrarsi sul fatto che Gesù fa dividere in gruppi per farci sentire persone con dei nomi e non dei numeri. Soffermarsi poi sulla distribuzione del pane e sulla lettura del brano come simbolo e annuncio del Sacramento dell’Eucarestia che riceveranno per la prima volta alla fine dell’anno catechistico. 8. Preghiera finale 9. Saluti METODO: Suddivisione e lavoro in gruppi e rielaborazione comune STRUMENTI: Strumenti materiali: pani in cesta di vimini e Vangelo Strumenti di linguaggio: lavoro a coppie. VERIFICA: A fine incontro i catechisti si confrontano su quanto è stato fatto, cercando di capire se gli obiettivi sono stati raggiunti e se i ragazzi sono riusciti a confrontarsi tra di loro. Si analizzano i pro e i contro delle attività svolte. SCHEDA 2: MATITE NELLE MANI DI DIO Ragazzi preadolescenti di 11-14 anni IDEA DI FONDO “La piccola matita di Dio” “Sono come una piccola matita nelle Sue mani, nient'altro. È Lui che pensa. È Lui che scrive. La matita non ha nulla a che fare con tutto questo. La matita deve solo poter essere usata.” (Madre Teresa di Calcutta) Per arrivare a sentirsi “matite nelle mani di Dio”, occorre partire con il chiedersi: chi è per me Gesù? Sono disposto a lasciarmi guidare da Lui? 6
Questo progetto è animato dalla fiducia nella capacità di crescita dei ragazzi: la proposta intende cogliere le attese, i bisogni, le domande reali dei ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 14 anni, e accompagnarli con cura, provando a riscoprire insieme a loro un Vangelo appassionante, che sa scatenare la vita e diventare fonte di orientamento per le loro scelte. DESTINATARI Il progetto è rivolto quindi a partire dai ragazzi che hanno fatto la Cresima la scorsa primavera, quindi ai preadolescenti di 11-14 anni. AMBIENTE Il progetto prende avvio da uno spettacolo recitato dai preadolescenti alla fine dell’anno catechistico appena concluso. La recita terminava con una canzone il cui testo riprendeva le parole di Madre Teresa sopra citate. In quella occasione essi hanno preso coscienza, attraverso episodi della loro quotidianità, che, per ciascuno di loro, Dio ha un preciso disegno. OBIETTIVO Comprendere che solo seguendo le orme di Gesù si può raggiungere la felicità. Aiutiamo pertanto i preadolescenti a comprendere che Gesù ci indica una strada ben precisa e che attraverso la sequela, possiamo realizzare il sogno che Dio ha su ciascuno di noi. L’obiettivo del percorso, che prevede tre tappe, ha lo scopo di avvicinare gradatamente i preadolescenti alla conoscenza di Gesù mediante la lettura della Parola e la sua attualizzazione. Piano piano essi prendono coscienza che Gesù parla alla loro vita e che, fidandosi di Lui, li guida. ITINERARIO Il cammino è formato da almeno tre tappe. Ogni tappa può essere concretizzata con un minimo di due incontri o più a seconda della voglia dei ragazzi di raccontarsi e porsi delle domande. Quindi copre un periodo di 6-8 incontri o più. 1° tappa: “Le tentazioni” o le terribili spinte. (Bastano le cose per renderci felici? Voglio essere il più forte e mi prendo gioco dei più deboli? Mi servo di Dio per realizzare i miei progetti?) Lc.4,1-13 2°tappa: “All’amore non si resiste” (Gesù ci chiede di annunciare che c’è un amore senza limiti e che noi possiamo farlo sperimentare) Lc.15, 11-32 3° tappa: “Niente sconti” ( “perchè i ragazzi, quando hanno fatto la Cresima, pensano che, per divertirsi, per essere felici, bisogna filarsela quanto prima dalla parrocchia?”) Lc.22,39- 44 METODO Lettura del brano del Vangelo di Luca corrispondente alle varie tappe. Si può cominciare con il metodo dei 4 colori, per sottolineare i personaggi del brano, le loro azioni, quello che fa o dice Gesù. -Breve spiegazione del brano 7
-Attualizzazione con domande del tipo: “questo brano di Vangelo, c’entra anche con la mia vita? Che cosa vuole dirmi Gesù?” - Possibile utilizzo di brani musicali o spezzoni di film, o giochi che aiutino a comprendere il messaggio del Vangelo - I preadolescenti si raccontano ed entrano nel loro vissuto -Momento finale di preghiera comunitario nell’angolo della preghiera. Dopo la lettura del brano di Vangelo, le varie fasi dell’incontro possono avere una successione variabile: si può cominciare dal film o dal gioco per arrivare al vissuto dei ragazzi o viceversa. Questo perché è sempre meglio non essere prevedibili, ma saper sorprendere e non essere soporiferi! STRUMENTI -Preparazione dei foglietti con il brano di Vangelo da leggere e con le domande relative all’argomento per favorire la discussione -Colori per le sottolineature -Preparazione di testi di canzoni o di Dvd per la visione di film o parti di film -Lettura di eventuali fatti di cronaca accaduti inerenti all’argomento -Lettura di eventuali lettere scritte da coetanei prese da riviste come “Mondo Erre” o “Se vuoi” o altre, inerenti agli argomenti da trattare -Scelta di giochi adatti agli argomenti che favoriscono anche la coesione del gruppo e stimolano poi la discussione. -Eventuale partecipazione di testimoni disposti a parlare della loro esperienza riguardo ai temi sopradetti REALIZZAZIONE -L’incontro si terrà in una sala della parrocchia, preparando l’ambiente in modo che sia il più accogliente possibile. -Il tempo previsto per l’incontro è di circa 90 minuti. -È necessario avere a disposizione tutto il materiale in modo da non perdere tempo prezioso per l’incontro. -È importante stabilire bene i tempi dedicati alla lettura del Vangelo, alla sottolineatura delle parti del testo e alla spiegazione (questo dipende anche dalla capacità di attenzione del gruppo): dai 20 minuti a non più di 30. -Per la discussione e per le domande, è utile cercare di non uscire dal tema proposto. I preadolescenti possono diventare dei fiumi in piena difficili da contenere ed è facile che con i loro dubbi e domande, portino lontano. -Se sono previsti canzoni o film, occorre avere i dispositivi adatti per l’ascolto o la visione pronti per l’uso. VERIFICA Dopo lo svolgimento della prima tappa, può essere utile fare una verifica con gli altri catechisti di annata per valutare quanto attivamente i preadolescenti hanno partecipato e se gli argomenti trattati sono di loro interesse. 8
SCHEDA 3: I DONI DELLO SPIRITO SANTO Per ragazzi in preparazione della Cresima IDEA DI FONDO Il cuore del progetto è rappresentato dai 7 doni dello Spirito Santo: Consiglio, Sapienza, Fortezza, Intelletto, Pietà, Timor di Dio, Scienza. Il cammino verso i 7 doni sarà scandito dalle tappe di un gioco di gruppo, al termine del quale si paleserà il fine del progetto. DESTINATARI I ragazzi del 5° ciclo di iniziazione cristiana, in preparazione alla cresima. AMBIENTE Casa della parrocchia in montagna (Pieve di Sasso), durante il ritiro di preparazione di un fine settimana di settembre: quindi in caso di bel tempo gli ampi spazi circostanti, in caso di brutto tempo le varie stanze a disposizione. OBIETTIVO Conoscere e riconoscere i 7 doni. 1. Consiglio: è il progetto di amore che Dio su ogni persona, ciò che lui si aspetta da ognuno; tutti siamo bisognosi di consigli ma siamo anche consiglieri. 2. Sapienza: serve ad ordinare le cose della vita secondo una classifica giusta, riservando il primo posto a Dio; la Sapienza permette di vedere con il cuore stesso di Dio; ci aiuta a distinguere il bene dal male. 3. Fortezza: è il dono del coraggio, della costanza, della tenacia; ci aiuta a resistere alle tentazioni del male e a realizzare il bene. 4. Intelletto: ci aiuta a non essere superficiali, ad arrivare al cuore delle cose; al fine di conoscere noi stessi, per capire a fondo gli altri, ma anche per leggere la Bibbia fra le righe e ricavarne un nutrimento di vita (intelligenza spirituale). 5. Pietà: rimanda al latino “pietas”, l'amore famigliare tra genitori e figli; il dono della pietà porta a fidarci di Dio con lo stesso abbandono di un bambino tra le braccia di mamma e papà; ci aiuta a credere che Dio è padre buono e ci ama. 6. Timor di Dio: ci fa diventare consapevoli della grandezza di Dio; Egli è buono ma anche forte e potente; a Lui si devono rispetto e ubbidienza. 7. Scienza: nella Bibbia è sinonimo di conoscenza e amore totale verso Dio: dall'amore per il Creatore deriva l'amore per le creature. Il dono della Scienza insegna ad amare una persona se la si vuole capire e anche Dio Lo si comprende solo amandolo; Scienza dunque è la luce per vedere nelle cose e nelle persone la bellezza e la potenza di Dio, ma è anche la conoscenza che scaturisce dall’amore; il cuore che ama comprende più della mente; il cuore si apre alla fiducia in Dio e accetta anche ciò che non si capisce (prove e dolore). 9
ITINERARIO Introduzione ai doni dello Spirito Santo partendo dalla presentazione dei brani del Vangelo di Luca 3, 21-22 e 4, 16-19 (21Ora, mentre tutto il popolo si faceva battezzare, anche Gesù fu battezzato; e, mentre pregava, si aprì il cielo, 22e lo Spirito Santo scese su di lui in forma corporea, come una colomba; e venne una voce dal cielo: «Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto». /16Si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: 18Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, 19e predicare un anno di graziadel Signore) e di Isaia 11,2 (Lo Spirito del SIGNORE riposerà su di lui:Spirito di saggezza e d'intelligenza, Spirito di consiglio e di forza, Spirito di conoscenza e di timore del SIGNORE. Momento di riflessione comune e lancio del gioco L'APP dello Spirito Santo (gioco a stand). Conclusione del gioco e verifica. METODO Il centro dell'attività è il gioco, attraverso il quale far conoscere ed approfondire il tema dei 7 doni e il tema sempre presente della collaborazione e condivisione. STRUMENTI Serve la possibilità di dividere lo spazio a disposizione in 7 sottospazi all'interno dei quali poter far sostenere le varie prove e dare la possibilità alle 7 squadre, nella parte conclusiva del gioco di ritrovarsi per produrre l'elaborato finale. Il grosso dell'attività è occupato dall'attività ludica, attraverso la quale far interiorizzare il significato dei 7 doni e la necessità di dover collaborare in maniera creativa e fattiva per un fine comune, non raggiungibile individualmente ma solo insieme ad altre persone. REALIZZAZIONE I ragazzi vengono divisi in 7 gruppi, a ciascun a squadra viene consegnato uno smartphone di polistirolo. Ci sono 7 stand, uno per ognuno dei 7 doni dello Spirito; ogni stand è presidiato da un catechista/animatore che presenta uno dei doni ed invita i ragazzi a superare la sua prova a tema per poter ottenere l'app relativa. Ogni 10/15 minuti le varie squadre, al segnale concordato, devono cambiare stand. Le prove sono individuali: chi supera la prova ottiene l'app del dono dello Spirito. Al termine del giro dei 7 stand i membri di una squadra mettono in comune le app raccolte e ricevono del materiale specifico per ogni dono in proporzione al numero delle singole app raccolte (per es: 7 app della Fortezza corrispondono a 7 metri di spago; 3 app del Consiglio corrispondo a 3 bastoni ... e così via). Con il materiale raccolto ogni gruppo deve produrre un oggetto/scultura rappresentativo di uno o più doni dello Spirito Santo. VERIFICA È il momento della presentazione delle opere di ciascuna squadra. L'opera così creata sarà la realizzazione concreta dell'idea (i 7 doni dello Spirito); alcuni gruppi forse avranno dato più importanza ad un elemento rispetto ad un altro, dando vita ad opere che rimanderanno visivamente ed intuitivamente ad un dono o ad alcuni doni in particolare (es. Pietà piuttosto che Fortezza, Timor di Dio, ecc.). 10
SCHEDA 4 (estratto): INCONTRO RIVOLTO AI GENITORI DEI BIMBI CHE INIZIANO IL CATECHISMO Idea di fondo: “Se vuoi costruire una nave, non radunare uomini per raccogliere il legno e distribuire i compiti, ma insegna loro la nostalgia del mare ampio e infinito” (A. de S.Exupery). Far prendere coscienza ai genitori dell’importanza che l’iniziazione cristiana parta e avvenga principalmente nelle famiglie luogo ideale in cui i bambini imparano a pregare, capiscono il senso della carità, comprendono cos’è la vita di comunità (da Comunicare il Vangelo in un Mondo che Cambia). Destinatari: genitori di bambini che iniziano il catechismo in vista della Prima Comunione. Obiettivo: far capire ai genitori quanto sia importante seguire personalmente come catechisti i propri figli nel biennio di preparazione alla Prima Comunione. Itinerario: incontro introduttivo motivazionale che precede la presentazione dell’itinerario catechistico ed i successivi incontri formativi. Metodo/strumenti: visione di un video (serve la disponibilità di un videoproiettore ed un collegamento ad internet)/ lettura di brani biblici / confronto in piccoli gruppi Realizzazione: L’incontro viene introdotto dalla visione di un video “La fede: una questione di scarpe” scaricabile da Youtube della durata di circa 6 minuti. Cosa abbiamo colto dal filmato che abbiamo visto? Impressioni, considerazioni, sottolineature a ruota libera. Nel caso vi fosse difficoltà ad avviare la discussione l’animatore potrà fare un breve riassunto. Ci confrontiamo poi con le Scritture dividendoci in gruppi (tempo 30 min.) Vengono proposti i seguenti brani (per praticità riportati su dei foglietti): 1 Cor 15,3 (“vi ho trasmesso dunque, quello che anch’io ho ricevuto”) 2Tm 1,5; 3.14-15a (“Mi ricordo della tua fede, fede che fu prima nella tua nonna Loide, poi di tua madre Eunice e ora, ne sono certo anche di te .. Rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l’hai appreso e che fin dall’infanzia conosci le Sacre Scritture”) Lc 2,22.40 (la famiglia di Nazareth, una famiglia come tutte, che fa conoscere l’amore del Padre) 11
Lc 9,46-48 (mettersi al servizio dei piccoli) Lc 18,15-17 (“lasciate che i bambini vengano a me”) Alcune domande aiutano il confronto: - E’ possibile trasmettere oggi la fede nelle nostre famiglie, ai nostri figli? In quale maniera si può realizzare tale trasmissione? - Quali segni rivelano nella nostra vita quotidiana, il fatto che siamo cristiani? - Nel trasmettere i valori e la fede a volte si fanno errori, si creano tensioni, si vivono delusioni; si deve parlare di fallimento quando i frutti non si vedono? Al termine del confronto ogni gruppo porterà all’assemblea unitaria un breve sunto o una considerazione che riassuma quanto emerso. Al termine (tutti insieme) preghiera conclusiva: Signore Dio, che sei Padre per tutti noi, accogli la preghiera che nasce dal cuore, aiuta e sostieni le nostre famiglie nell’essere luoghi di trasmissione fedele e gioiosa della fede; dona ai genitori di essere attenti al cammino dei loro figli, di discernere con loro il disegno di Dio, di non arrendersi di fronte alle fatiche, agli insuccessi, alle prove. Signore Gesù, tu che hai riempito con la tua presenza la casa di Nazareth, dona alle nostre famiglie di riconoscere la presenza e l’opera di Dio in loro; tu che sei tornato a Nazareth e lì hai vissuto, concedici di riconoscere nella quotidianità dell’esistenza la presenza operante della tua redenzione. Spirito Santo, scendi con i tuoi doni su ciascuno di noi e sulle nostre famiglie: ai genitori, chiamati a trasmettere la fede ai loro figli, fa giungere il dono del tuo consiglio; ai figli che avvertono la ricchezza e la delicatezza della loro età, comunica il dono della tua sapienza per riconoscere le intuizioni e i suggerimenti che portano a compiere il volere di Dio.Amen (Cardinal C.M. Martini) Viene lasciato per la riflessione a casa questo scritto tratto dall’Epistolario di S.Giovanni Bosco (che verrà utilizzato poi come introduzione nel successivo incontro di presentazione del cammino) “Ricordatevi che l’educazione è cosa di cuore. Amate i vostri figli, gli allievi, i fedeli; amateli più di voi stessi, amateli gratuitamente, alla maniera di Dio, regalate loro l’amore. Voi ci direte che li amate, forse anche troppo. Credo sia importante allora capire veramente di quale amore dobbiamo amarli; perché c’è anche l’amore sbagliato, falso ed egoistico. Dobbiamo amarli come persone, perché sono tali: immagine del Dio vivo. Capaci di intelligenza e volontà, di sentimenti e di santità. Alle volte noi li amiamo perché ci ubbidiscano, perché siano nostri dipendenti o alleati, perché ci saranno utili in seguito; li amiamo quando ci amano, oppure per farci perdonare i nostri egoismi e ingiustizie. L’more vero invece ce li fa amare anche quando non lo meriterebbero perché sono cattivi, non prendono bei voti, sbagliano, rispondono male, si ribellano. Lo so che un amore così non è facile. Per questo vi ripeto che soltanto Dio ci può insegnare l’arte di amare come Lui e di educare. Dobbiamo invocarlo, ascoltarlo, farci da Lui aiutare. Amiamoli, perché sono di Dio, da Lui amati e salvati come noi, figli suoi prediletti. Amiamoli come vorremo essere amati.” 12
SCHEDA 5: DISCEPOLI DI EMMAUS (ragazzi in preparazione alla Cresima) OGGETTO: momento di riflessione sul brano del vangelo i discepoli di Emmaus proposto ai ragazzi di prima media in preparazione della Cresima Un cammino iniziato quattro anni fa in cui con i ragazzi abbiamo fatto un pezzo di strada assieme alla scoperta di un amico speciale “ GESU” Il camminare, la strada, gli incontri (intesi come testimonianze) hanno caratterizzato i nostri momenti assieme. Per il ritiro rivolto ai Cresimandi ho tratto spunto dal vangelo di Luca i discepoli di Emmaus con lo scopo di far capire ai ragazzi che Gesù è sempre vicino a noi . Ci invita a non aver paura ad affrontare i cambiamenti nel modo di vivere, a non essere pigri ma a superare le difficoltà donandoci nuova forza. Ci invita a non essere superficiali ma ad approfondire la sua conoscenza, per vivere come lui ci ha insegnato Verrà consegnato ai ragazzi un ciclostilato con alcune riflessioni sul brano del vangelo. ( allegato ) L’incontro si terrà in due momenti sabato pomeriggio e la domenica pomeriggio nei locali dell’oratorio Accoglienza dei ragazzi alle 15 che si ritrovano dopo la pausa estiva Proposta di un gioco : (allegato) Momento di preghiera iniziale salmo 136 In ascolto della parola di Dio I discepoli di Emmaus Luca 24,13-29 Segue riflessione insieme ci spostiamo poi in chiesa per concludere questa prima parte con preghiera di invocazione allo spirito santo a cui parteciperanno anche i genitori, verrà consegnata ai ragazzi una piccola lanterna per ricordare che Gesù è la luce del mondo Domenica ritrovo tutti alla messa poi pranzo insieme Nel pomeriggio consegna schede sui doni dello spirito santo Proiezione di un film “L’uomo che piantava gli alberi” 13
SCHEDA 6: PROGETTO CATECHESI RAGAZZI POST-CRESIMA INTRODUZIONE: Brano evangelico Luca, cap. 12 IDEE DI FONDO: La scoperta della bellezza di essere cristiani, che tra le altre cose , ci rende consapevoli di avere un Padre che provvede ai nostri bisogni più profondi. La scoperta della bellezza liberatoria delle parole di Gesù e del suo Vangelo. DESTINATARI: Ragazzi post-cresima ancora in formazione catechetica, anche di diverse parrocchie, o che abbiano ricevuto il sacramento della Confermazione da un anno o due; quindi ragazzi dagli 11 ai 13 anni, e loro amici coetanei che riuscuranno a coinvolgere , compresi anche non credenti o appartenenti a famiglie di altre fedi. AMBIENTE: Non deve essere per forza un luogo legato alla parrocchia, tranne le occasioni in cui i ragazzi presenti non siano tutti della stessa parrocchia e che preferiscano un ambiente loro familiare. Può essere un luogo diverso dalla parrocchia di origine, visto che consideriamo il gruppo composto di ragazzi di varie parrocchie. Si potrebbero usare sale proiezioni, o anche locali adibiti a piccoli teatri. Se vengono coinvolti anche amici coetani conviene scegliere ambienti non legati alla diocesi. OBIETTIVI: Obiettivi a breve o medio termine è provare a tenere i ragazzi in contatto tra di loro cercando occasioni di esperienze vissute in comune che possano consolidare in loro un sentimento di amicizia. Scopo ultimo potrebbe essere quello di creare tra loro una amicizia fondata sulla simpatia comune per la persona di Gesù, per le sue parole, avendo come punto di partenza la scoperta di un PADRE comune che conosce i loro problemi, e che promette la sua paterna protezione. Altro punto di partenza del loro stare insieme è fondare la loro amicizia sulla parola di Gesù: “ Nessuno ha un amore più grande di questo: Dare la vita per i propri amici”. Obiettivo finale è la scoperta di quale sia il proprio posto all'interno della comunità cristiana. (Vocazione). ITINERARIO. METODI. STRUMENTI: Visto che si cerca di unire i diversi gruppi di ragazzi di diverse parrocchie, può essere utile, nei primi incontri, preparare una buona accoglienza con una presentazione singola di ogni ragazzo, dare occasione di farsi conoscere e far emergere le singole personalità e caratteristiche. Periodicamente si possono organizzare incontri in pizzerie o luoghi simili con presenza di chitarre o altri strumenti musicali, usati dagli stessi ragazzi, per stare insieme con canti e cene, favorendo la socializzazione, dopo un breve programma di catechesi. Favorire la discussione su alcuni temi di attualità, ( 14
bullismo a scuola o sui social network, sesso esplicito sui mass-media e internet, dipendenze da alcol e droghe, ecc.) in compagnia anche di esperti dei vari argomenti. Far conoscere alcuni giovani testimoni della fede, anche con supporti video, documenti, film ,ecc. Far conoscere esempi di vita di giovani che si sono abbandonati all'amore del PADRE con fiducia come ad esempio : Chiara Luce Badano! Organizzare incontri con giovani che già hanno scelto un loro percorso di fede: giovani appartenenti a vari movimenti ecclesiali: penso ad esempio ai Gen del Movimento del Focolare; scout ; giovani attivi nella Caritas diocesana. Altri ragazzi che sono a contatto con esperienze di povertà e emarginazione, come i “Cavalieri della Luce” di Nuovi Orizzonti, o esponenti giovani della Comunità di Sant' Egidio , già presenti e operanti in Parma. Come cadenza gli incontri potrebbero essere ogni due settimane, ma non col giorno della settimana prefissato , per dare più libertà per vari programmi scolastici, culturali, sportivi di ogni singolo ragazzo. REALIZZAZIONE . VERIFICA: Gli incontri di organizzazione e verifica potrebbero avere una cadenza mensile. Si può coinvolgere negli incontri di organizzazione e verifica anche qualche ragazzo o ragazza che abbia dimostrato sensibilità e interesse particolari agli eventi e che potrebbe avere più talento nel coinvolgere i coetanei. Al lavoro! SCHEDA 7: INCONTRO BIMBI IV-V ELEMENTARE Idea di fondo: Partendo dalla consapevolezza che il cuore dei bambini è già pieno di domande grandi che desiderano condividere e alle quali dare una risposta, abbiamo pensato di proporre una esperienza che testimoni, nella semplicità della nostra amicizia, la Vita Nuova e la Speranza che ha toccato e mosso il nostro stesso cuore. Destinatari: bambini di IV e V elementare. Vengono invitati all’inizio dell’anno tramite comunicazione della Parrocchia. Ambiente: oratorio Obiettivo: creare un gruppo di amici che possano sentirsi accolti e voluti bene e che continuino l’esperienza anche dopo la scuola primaria (e la Cresima) attraverso il gioco, la riflessione, l’ascolto, la consapevolezza che c’è un modo di stare insieme più bello: quello che ci ha insegnato Gesù. 15
Itinerario, metodo, strumenti realizzazione: l’itinerario proposto è cominciato due anni fa e si basa sull’esperienza, per noi molto preziosa, di un gruppo, ormai consolidato da anni di lavoro, di Buccinasco (Milano). Gli incontri sono la domenica mattina a cadenza quindicinale. I bambini vengono accolti alle 10.00 con una piccola ma curata merenda. Ci si saluta, si scambiano due chiacchiere. L’accoglienza è un momento importante: rivela l’attenzione dell’adulto nei confronti del bambino. Si legge un brano tratto dal testo, si fanno alcune riflessioni (sono i bambini a farle, gli adulti intervengono il meno possibile). Si gioca. I giochi sono pensati e organizzati in base al testo che si leggerà. Si dà un giudizio sul gioco: come è stato? Come siamo stati noi? C’è un altro modo per fare le cose, tutte? Anche in questo caso sono i bambini a parlare. Quello che viene detto viene scritto su un grande foglio (un rullo, che fa da memoria storica) per dare la possibilità di fissare le loro riflessioni che diventeranno poi spunto di lavoro (specialmente per noi adulti). Si fanno un canto e una preghiera solitamente con il nostro parroco, che passa a salutarci. Si va alla Santa Messa. Alla fine dell’anno viene fatta una gita (momento molto atteso) che dura tutto il giorno I primi incontri dell’anno (due o tre) sono dedicati al gioco e all’accoglienza/conoscenza dei bambini. Questo permette di comunicare, riflettere e gettare le basi per tutto l’anno su: -seguire la guida -stare insieme -far fatica -ascoltare Si entra nel vivo del lavoro: si propone una storia che li coinvolga, che faccia da filo conduttore e su cui lavorare fino alla fine dell’anno. Nella nostra breve esperienza abbiamo lavorato su: Oggi voglio portarvi tutti in Paradiso. San Francesco e il perdono di Assisi Con gli occhi di Marcellino. Le domande grandi dei bambini. Sono due mostre presentate al Meeting di Rimini. Verifica: la verifica è continua. Alla fine di ogni incontro, seppur brevemente, ci scambiamo alcune considerazioni su come è andata. Gli incontri sono pensati e organizzati, insieme ad alcuni ragazzi delle superiori e dell’università, qualche giorno prima dell’incontro coi bambini. Ci si trova per preparare i giochi, leggere un testo che ci aiuti, riflettere e dare un giudizio sull’esperienza che si sta vivendo. La fase di preparazione, confronto e riflessione tra di noi è fondamentale. La verifica finale viene fatta con il parroco. La VERIFICA, quella vera, sta nei rapporti che si creano tra tutti noi, adulti e bambini e nel desiderio che questa esperienza (a volte sconclusionata e traballante ma sempre bellissima) prosegua. 16
SCHEDA 8: RITIRO PER GENITORI E RAGAZZI PRIMA DELLA COMUNIONE Accoglienza Questo momento è decisamente importante, poiché all’arrivo si è tutti un pochino intimiditi, quindi ritengo che curare molto questo primo approccio possa aprire la strada ad un lavoro proficuo e piacevole. Come abbiamo appreso nell’incontro con il dott. Armiento curare l’aspetto e la presentazione dell’incontro predispone le persone alla positività, quindi essere pronti un po’ prima dell’orario di incontro, accogliere con sorriso e scioltezza le famiglie può creare subito empatia e predisporre a collaborare con più entusiasmo. S. Messa Preparare insieme ai bambini che parteciperanno attivamente, magari avere un confessore per i genitori in modo che possano comprendere meglio il sacramento che stanno per ricevere i ragazzi. Dividere in gruppi Gli adulti avranno un incontro con il coordinatore dei catechisti che avrà cura di preparare e organizzare il tempo e gli argomenti che verranno discussi partendo dal Vangelo della domenica oppure da un brano scelto per l’occasione. Alla fine del lavoro del gruppo genitori sarebbe bello se i catechisti si intrattenessero un attimo con i papà e le mamme, sottolineando come i ragazzi sappiano essere profondi nei momenti degli incontri catechistici ed incoraggiarli per il grande lavoro educativo che stanno vivendo, valorizzando l’impegno dei piccoli che ci hanno affidato. Lavoro Questa parte riguarda i ragazzi che saranno coinvolti in un lavoro a tema che tenterà di guidarli verso la Confessione, lo spunto sarà il Vangelo di Luca 15,11-32 e inizieranno un breve percorso di consapevolezza della fragilità umana e di conoscenza dell’infinito amore del Creatore. Dopo avere letto insieme la parabola, inizia l’analisi dei personaggi: Spiegando prima brevemente che quando ci accostiamo ad una parabola dobbiamo ricordare sempre che possiamo essere, noi stessi, tutti i personaggi, non dobbiamo mai dimenticare che con i nostri comportamenti, diversi in ogni situazione che viviamo, assomigliamo a tutti i personaggi, sia in positivo che in negativo. Il FIGLIO MINORE • Quali sentimenti prova all'inizio del racconto? • Perché decide di andarsene da casa? • Cosa lo fa "rientrare in sé"? Perché decide di tornare a casa? • Come si sarà sentito avvolto nell'abbraccio del Padre? • Sarà cambiato il suo modo di vivere con il Padre? IL PADRE • Quali sentimenti prova all'inizio del racconto? • Cosa prova quando il figlio minore è lontano da lui? 17
• Quali sentimenti prova mentre lo vede arrivare? • Perché decide di perdonarlo? • Quali sentimenti prova nei confronti del figlio maggiore? • Quali sono le priorità? Il patrimonio, i suoi averi, i suoi figli..? IL FIGLIO MAGGIORE • Quali saranno stati i suoi sentimenti alla notizia della partenza del fratello? • Quali sono i suoi sentimenti al ritorno del fratello? • Quali sono i suoi sentimenti nei confronti del padre? DISCUSSIONE Dopo aver lasciato il tempo per il lavoro si procede con la lettura degli elaborati, soffermandosi sui punti salienti, commentando e guidando l’analisi: Quale personaggio agisce "rettamente"? Da quale personaggio ti senti maggiormente rappresentato? È sempre facile perdonare? Quando non lo è? Come ci sentiamo quando siamo noi a ricevere il perdono? Qual'è la cosa più importante quando chiediamo perdono? Con osservazioni sui personaggi: ci comportiamo come il fratello minore quando ci allontaniamo dalle persone che ci vogliono bene, quando pecchiamo. Ma anche quando con umiltà torniamo a chiedere perdono. Ci comportiamo come il Padre, quando accogliamo le persone che ci stanno intorno, anche se ci hanno fatto del male, e le perdoniamo. Ci comportiamo come il figlio maggiore quando pensiamo di fare la cosa giusta, ma in realtà siamo ciechi, e non vediamo che la vera gioia è vivere con il padre! La Confessione Riceveranno il Sacramento e dopo i Catechisti consegneranno un piccolo e significativo ricordo del prezioso dono ricevuto. Pranzo Anche questo momento dovrà essere di grande condivisione per cui ognuno porterà il suo contributo, insieme è più bello, per i ragazzi vedere i genitori che collaborano in amicizia è uno stimolo importantissimo. Giochi Il momento ludico per loro è sempre motivo di grande gioia, se poi vengono coinvolti anche mamma e papà il successo è garantito. Saluti Ringraziare e salutare singolarmente ogni famiglia sottolineando l’importanza del momento comunitario ed essere molto grati per la disponibilità dimostrata, lascia un ricordo bello ed indelebile di una giornata speciale dedicata ai loro piccoli. 18
SCHEDA 9: “ACCETTAZIONE DI SE E DEL PROPRIO AMBIENTE CON GIOIA!” Destinatari: Bambini 5a elementare e 1a media Ambiente: Oratorio e attività catechistica Obbiettivo: Stimolare i bambini e le proprie famiglie alla riflessione Itinerario: -Lettura e drammatizzazione della favola per bambini “UN PESCE E’ UN PESCE” di Leo Lionni “La storia di un'amicizia tra un girino e un pesciolino che sott'acqua si "vedono" crescere, ma la rana è anfibia e può, con grande dispiacere del pesce, godere di acqua e di terra e così scoprire di poter appartenere a mondi diversi. Anche gli amici possono provare invidia, ma non possono sfidare le leggi della natura: fuoriuscire dal proprio habitat e rischiare la vita è una mossa maldestra ma istruttiva per accettare e valorizzare la propria condizione. Un pesce è un pesce” -Lettura e comprensione della Parabola della Moneta Perduta -Confronto tra la favola e la parabola di Luca chiedendo ai bambini quali secondo loro sono i punti in comune. -Alla fine dell’incontro verrà consegnato ad ogni bambino una scheda contenente la Parabola di Luca e la seguente domanda che dovrà essere rivolta alla propria famiglia e che riassume lo scopo del progetto: NELLA NOSTRA FAMIGLIA ABBIAMO PERSO DELLE MONETE? LE ABBIAMO CERCATE? LE ABBIAMOTROVATE? -Le risposte saranno oggetto dell’incontro successivo. Metodo: coinvolgimento iniziale dei bambini e finale delle famiglie con analisi e riflessione Strumenti: Utilizzo del VANGELO DI LUCA, del libro “UN PESCE E’ UN PESCE”, di un videoproiettore per proiettare le immagini dei testi, della recitazione e della musica. Realizzazione: Il progetto realizzato ad inizio anno catechistico. Verifica: Il progetto è inizialmente indirizzato a due classi e una volta portato a termine ci sarà un confronto nel gruppo catechistico per valutarne la riuscita, apportare eventuali modifiche per indirizzarlo anche ai più piccoli ed eventualmente ideare altri incontri utilizzando lo stesso schema ma con testi e/o supporti differenti cercando di coinvolgere sempre di più i genitori. 19
SCHEDA 10: CHIAMATA DI LEVI (catechesi bambini elementari) IO NON SONO VENUTO A CHIAMARE I GIUSTI ,MA I PECCATORI ,PERCHE’ SI CONVERTANO LC 5 ,27-32 Finalmente Evangelii Gaudium ci insegna ad uscire, a trasmettere la gioia che il vangelo ci dona ogni giorno. Gesù si rivolge a tutti e noi dobbiamo annunciarlo, è un annuncio di bene, di amore e di gioia. Soprattutto nella catechesi bambini e ragazzi: noi mettiamo i semi, mettiamo il lievito, convinti che poi qualcuno lavorerà. Ci siamo rese conto proprio in questo corso che in parrocchia c’è estremo bisogno di rinnovarsi, di coinvolgere con gioia: invitiamo i ragazzi a pregare, a celebrare il credere, ma loro devono prima imparare a credere; la parrocchia deve diventare il luogo dove fanno esperienza dell’amore di Cristo. Fare catechismo come scuola, come imposizione, allontana: finita la Cresima scappano. Alla luce di questa constatazione, nasce l’idea del nostro progetto. IDEA assumendo l’incarico di aiuto coordinatrici catechesi, progettiamo il primo incontro con le catechiste. Vorremmo incoraggiare le catechiste a prendere piena coscienza e responsabilità del ruolo, staccandosi dai sussidi fino ad ora forniti per approfondire di più il Vangelo direttamente, leggendolo ai bambini. Nel Vangelo c’è tutto. DESTINATARI catechiste della Trasfigurazione AMBIENTE salone parrocchiale OBIETTIVO rinnovare il percorso catechistico della parrocchia, partendo dai primi 2 anni di 2^ e 3^ el. (medio termine) per arrivare nell’arco di 3 anni al gruppo cresima (lungo termine) ITINERARIO fissare un incontro mensile con le catechiste per 1) Leggere e spiegare le parti di Vangelo che faranno nei 4 incontri settimanali coi bambini. 2) Organizzare e calendarizzare attività di gruppo (film, giochi) METODO - cartelloni con domande per spiegare le parabole e stimolare gli interventi -piccoli sketch fatti dai bambini (recitiamo la parabola) -proposte di lavoro manuale in collaborazione adulti /ragazzi -proposte di uscite (mensa dei poveri, case di riposo, cav) STRUMENTI Vangelo, Bibbia, filmati, cartoncini, pennarelli e altro REALIZZAZIONE nei giorni di catechismo, 1 volta alla settimana e 3/4 domeniche all’anno dopo Messa coinvolgere le famiglie e organizzare pranzo e pomeriggio insieme in oratorio. VERIFICA mensile in ogni gruppo, passando nelle aule, chiedendo ai bambini cosa hanno colto e alle catechiste le difficoltà incontrate. 20
2. AMBITO CARITAS SCHEDA 1: CARITAS: “CHE COSA?” 13 Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, 14 e conversavano di tutto quello che era accaduto. 15 Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. 16 Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. 17 Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18 uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19 Domandò: «Che cosa?». Luca 24, 13ss Proposta per i membri del Consiglio Pastorale della Nuova Parrocchia IDEA DI FONDO La Caritas organizza una seduta del consiglio pastorale parrocchiale per “parlare di Caritas” partendo dal brano di Emmaus, che ci chiede di passare da forestieri a persone capaci di riconoscere Gesù, lasciandoci scaldare il cuore dalla Sua Parola e diventando suoi commensali DESTINATARI La comunità cristiana AMBIENTE Riflettere sul ruolo della Caritas nella comunità cristiana OBIETTIVO Confrontarsi con il Consiglio Pastorale Parrocchiale per crescere insieme nella consapevolezza del ruolo della Caritas ITINERARIO Un incontro nel quale: Si chiede ai membri del Consiglio: a tuo avviso cosa serve la caritas qui da noi? Cosa sta facendo? Cosa deve fare in parrocchia? Si chiede ai membri: a tuo avviso la Caritas sta lavorando bene? Può insegnare qualcosa a tutta la parrocchia? la caritas parrocchiale si racconta: noi facciamo....mettendo in evidenza sia tutto il bello che si vive e i problemi che incontra. Si individua assieme un obiettivo che la parrocchia deve mettere a tema a proposito della grande area “della Carità” e quale può/deve essere il ruolo della Caritas in questo percorso METODO Un incontro preparato dal consiglio pastorale con gli animatori della Caritas VERIFICA Sarebbe opportuno verificare l’obiettivo che nell’incontro è stato condiviso 21
SCHEDA 2: TOCCHIAMO IL LEBBROSO Un giorno Gesù si trovava in una città e un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò ai piedi pregandolo: 'Signore, se vuoi puoi guarirmi'. Gesù stese la mano e lo toccó dicendo: 'Lo voglio, sii risanato'. E subito la lebbra scomparve da lui" (Luca 5,12-14). Proposta per la Comunità Cristiana IDEA DI FONDO La Caritas propone un percorso di sensibilizzazione per l'intera comunità cristiana per stimolare ad incontrare l'altro, a riconoscerlo come membro della famiglia di Dio e a prendersi cura dei più fragili. DESTINATARI La propria comunità cristiana AMBIENTE Proporre gesti di prossimità nel territorio della propria comunità, nel quartiere o nel paese dove si abita OBIETTIVO: Far incontrare le persone e accorciare le distanze che spesso ci allontanano. Far crescere il senso di comunità ITINERARIO Va diversificato fra piccole comunità dei paesi e le comunità che abitano la città. Nei paesi dove ci si conosce tutti, è importante lavorare sui rapporti che già ci sono e chiederci chi sono le persone che hanno bisogno: anziani, malati, stranieri che abitano, disoccupati, …. e inventarsi gesti semplici di attenzioni. Nella città, forse bisogna interrogarsi su come “accorciare le distanze” nel quartiere, nel palazzo, nella via...come farci antenne… METODO La proposta va fatta al Consiglio Pastorale e si può utilizzare, ad esempio il tempo di Quaresima, tempo privilegiato per la conversione. REALIZZAZIONE Preparare dei gesti da proporre alla domenica alle persone che vengono a celebrare l'eucaristia per continuare a spezzare il pane con i fratelli e le sorelle in difficoltà VERIFICA A fine anno, raccontarsi come è stata recepita la proposta, che ha sortito e come si può continuare. 22
SCHEDA 3 (estratto): DONNE E UOMINI IN CAMMINO “Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus…” Lc 24,13 Proposta per la Comunità Cristiana IDEA DI FONDO Metterci in gioco con le nostre certezze ma anche con dubbi, perplessità, interrogativi e desideri. Il racconto si apre con i due discepoli che si allontanano a testa china da Gerusalemme (Lc 24, 13), si chiude con gli stessi che di corsa e pieni di gioia tornano a Gerusalemme annunciando a tutti di avere incontrato il Signore e di averlo riconosciuto nello spezzare il pane. (Lc.24,35). L’immagine del cammino ci porta anche a tener conto di passi e ritmi diversi. Chi parte meno svantaggiato dovrebbe essere in grado e motivato ad essere prossimo e sostenere chi è in difficoltà materiale e morale al fine di prevenire povertà, isolamento, abbandono. Ogni essere umano ha diritto ad avere uguali opportunità per poter vivere in autonomia e dignità. DESTINATARI Gli operatori Parrocchiali OBIETTIVO - Allargare la solidarietà e far crescere una carità di popolo - Educare l’intera comunità ad essere pronta e prossima a chi è nel bisogno - Impegnarsi per prevenire l’emarginazione ITINERARIO - Conoscenza capillare del territorio - Incontri con consiglio pastorale - Gruppo giovani - Gruppo famiglie - Confronto con altre Parrocchie del territorio - Confronto con le realtà di volontariato presenti METODO Valorizzare gli incontri anche occasionali che possiamo fare nella strada della nostra vita. REALIZZAZIONE Incontri locali e diocesani per confrontarsi VERIFICA Incontro di fine anno per valutare progressi o incognite e progettare il proseguimento del cammino. 23
SCHEDA 4: “… NESSUNO ERA FRA LORO BISOGNOSO …” (Atti 4, 32-37) Proposta per la Comunità Cristiana IDEA DI FONDO Le Caritas parrocchiali devono sviluppare nelle comunità ma anche nel territorio, nella società civile, una cultura della solidarietà e del dono (…nessuno infatti era tra loro bisognoso) per vincere l’individualismo, la chiusura nel proprio privato e favorire quindi l’apertura e la generosità per mettersi a disposizione del fratello in difficoltà, ciascuno secondo le proprie possibilità, scoprendo che ….c’è più gioia nel dare che nel ricevere, per una gioia, un appagamento che va ben oltre il possedere o il godere di beni materiali (nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva) DESTINATARI I collaboratori parrocchiali in prima istanza, ma poi è necessario allargare il messaggio alla comunità: adulti, famiglie, bambini, ragazzi, giovani (la moltitudine di coloro che erano diventati credenti) AMBIENTE Per i bambini, ragazzi, l’attività di Catechesi e la scuola. Per gli adulti e le famiglie, gli ambienti parrocchiali e altri spazi ritenuti idonei. OBIETTIVO In una visione di comunità educante: - il primo obiettivo è l’informazione: conosciamo la realtà delle persone in difficoltà? I numeri? I bisogni? - Il secondo è saper vedere con occhi nuovi, attenti; con questi occhi nuovi, alleniamo il cuore a mantenersi aperto - Il terzo obiettivo è il passo in avanti: posso fare qualcosa? Anch’io, nella mia povertà ho qualcosa da donare (Con grande forza gli apostoli davano testimonianza alla risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore) ITINERARIO Prevede tre possibili piste: - con la comunità coinvolgendo gli animatori giovani e i catechisti per preparare un incontro con gli operatori Caritas - con la scuola - con le famiglie per riflettere sull’uso del tempo METODO 24
Proporre ai destinatari del messaggio piccoli impegni e gesti concreti per imparare e assaporare il gusto del dono. STRUMENTI Per bambini e ragazzi: organizzazione di raccolte e piccole rinunce dopo aver presentato e riflettuto su situazioni di bisogno. Si potrebbero organizzare visite alle case della carità, alle mense, dormitori (con tutta la discrezione del caso). Per famiglie: visite al Centro di aiuto alla vita, prestare qualche piccolo servizio nella cura del vestiario REALIZZAZIONE 1° Incontro tra gli operatori Caritas e il Parroco per illustrare il progetto ed essere uniti nella volontà di portarlo avanti (…aveva un cuor solo e un’anima sola) 1-2 Incontri con i catechisti ,animatori e insegnanti delle scuole per condividere il progetto e trasmettere ai ragazzi lo stesso messaggio stabilendo insieme a loro modalità e tempi di attuazione. 2-3 incontri con le famiglie e con esperti sui temi dei cambiamenti degli stili di vita VERIFICA Un progetto di questa portata richiede almeno due anni e una verifica potrebbe essere fatta su un cambio di mentalità e un impegno concreto a partire dalle giovani generazioni. SCHEDA5: TOCCA IL LEBBROSO (Luca 5,12-14). Proposta per i giovani IDEA DI FONDO “la risposta di Dio al povero è sempre un intervento di salvezza per curare le ferite dell’anima e del corpo, per restituire giustizia e per aiutare a riprendere la vita con dignità. La risposta di Dio è anche un appello affinché chiunque crede in Lui possa fare altrettanto nei limiti dell’umano. Tuttavia può essere un segno di condivisione per quanti sono nel bisogno, per sentire la presenza attiva di un fratello e di una sorella. Non è un atto di delega ciò di cui i poveri hanno bisogno, ma il coinvolgimento personale di quanti ascoltano il loro grido. La sollecitudine dei credenti non può limitarsi a una forma di assistenza – pur necessaria e provvidenziale in un primo momento –, ma richiede quella «attenzione d’amore» che onora l’altro in quanto persona e cerca il suo bene.” Francesco , Giornata mondiale dei Poveri 2018 DESTINATARI: I giovani AMBIENTE Proporre ai giovani di incontrare “il lebbroso” laddove vive 25
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