Non solo un appartamento di sgancio - Marco Tuggia ...
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inter vista | studi | prospettive | inser to | metodo | str umenti | luoghi&professioni | bazar Non solo un appartamento di sgancio Uno spazio diffuso per la ricerca di autonomia dei neomaggiorenni di A crescere in autonomia durante Michela Gallineri William Naldo l’adolescenza si apprende facendone Marco Tuggia esperienza, esercitandola in una pluralità di luoghi sociali ed educativi. Dunque entrando e uscendo da ruoli e compiti diversificati dove poter tessere nuovi legami, individuare nuove parole, esprimere il proprio potere, apprendere da successi e insuccessi. Questo è vero, in modo particolare, con neomaggiorenni usciti da comunità educative che non intendono o non possono tornare in famiglia, ma fanno anche fatica a gestirsi in proprio. Può essere fecondo per loro utilizzare uno spazio leggero, diffuso, partecipato tra pari a cui fare riferimento nel dare forma a percorsi autonomi.
Animazione Sociale 308 | 2017 luoghi&professioni | 93 U na cooperativa sociale apre un co- li dei Comuni con i quali collaboriamo. siddetto «appartamento di sgan- Innanzitutto, l’anomalia di alcune di que- cio» o di «semi-autonomia» per ste richieste riguardava l’inserimento di rispondere all’esigenza di neomaggioren- ragazzi che, provenendo da comunità di ni che, concluso il periodo di accoglienza accoglienza gestite da altre cooperative o in comunità, non essendoci le condizioni direttamente dalla famiglia, avremmo do- per un rientro in famiglia hanno necessità vuto accogliere senza averne una conoscen- di un accompagnamento graduale verso za diretta. Ma le richieste che più ci hanno l’autonomia personale e sociale. sorpreso riguardavano ragazzi minorenni, Niente di nuovo. Si tratta di un servizio tra i 16-17 anni, per i quali non aveva più diffuso attraverso cui le realtà del Terzo senso un inserimento «classico» in una co- settore che si occupano di adolescenti munità di accoglienza sia per l’età che per allontanati dalla famiglia hanno cerca- la situazione personale e familiare. to di coprire, spesso con proprie risorse Perché ci veniva chiesto di inserire dei e volontariamente, il vuoto legislativo e minorenni in un servizio dedicato ai mag- istituzionale riguardante i ragazzi diven- giorenni? I servizi sociali non stavano ri- tati maggiorenni che, perdendo le tutele spettando la nostra specificità o ci stavano fino a quel momento garantite dallo Stato, chiedendo qualcosa di diverso? dovrebbero arrangiarsi a trovare un loro posto nel mondo senza il sostegno dei ser- Un’insoddisfazione vizi e, spesso, della propria famiglia. per gli esiti di alcuni percorsi Detto questo, ci sembra tuttavia interes- La seconda sollecitazione proveniva da sante condividere con i lettori della rivista dentro di noi e riguardava una certa in- alcuni passaggi stimolanti della nostra sto- soddisfazione rispetto agli esiti di alcuni ria negli ultimi due anni. progetti che stavamo seguendo. Il nostro doveva essere un appartamento che pre- La sensazione parava all’autonomia personale, sociale, che qualcosa non torni lavorativa, economica, ecc. Nella realtà, diversi ragazzi da noi accompagnati con- Nel 2016 la nostra équipe educativa (due tinuavano a faticare nel trovare una strada educatori a part-time) ha dedicato diversi al momento dell’uscita dall’appartamento: momenti di supervisione a riflettere sull’e- magari sapevano prepararsi da mangiare sperienza che stavamo facendo a partire da o farsi una lavatrice, ma non riuscivano a alcune sollecitazioni. trovare o a mantenere un lavoro, a ottenere la patente di guida o a trovarsi un apparta- Cosa cercano da noi mento dove vivere. i servizi sociali del territorio? Qualcosa non tornava e, al contempo, La prima, proveniente dall’esterno, riguar- avevamo la sensazione che non stavamo dava richieste «anomale» di inserimento valorizzando al massimo e al meglio le po- nell’appartamento fatte dai servizi socia- * La cronaca riflessiva nelle pagine che seguono è frutto l’appartamento «Mañana» con neomaggiorenni al del lavoro tra Marco Tuggia, supervisore educativo, termine dell’esperienza in comunità educative e lo e gli educatori della cooperativa Carovana di San hanno aiutato a evolversi sotto la spinta di nuove Martino di Lupari (Pd) che nel 2003 hanno avviato urgenze sul territorio.
94 | Animazione Sociale 308 | 2017 luoghi&professioni piano piano hanno permesso di immagina- re scenari diversi e divergenti e di rivederne esso Il darsi il paererm con i presupposti teorici e metodologici. Sono di osservcoraggio nate nuove idee, nuove ipotesi e nuove d i un po’ si sta aperture. Mancava l’ultimo passaggio: il quel che ei servizi coraggio di provarci. facendo npposto Il darsi il permesso di osservare con un po’ è il presu inciare di coraggio quel che si sta facendo all’in- per ricomare con terno dei servizi è il presupposto fonda- ad ascolt interesse mentale per ricominciare ad ascoltare con rinnovato i bisogni e stupore one. rinnovato interesse e stupore i bisogni delle delle pers persone. Per raccontare cosa siamo diventati, dob- biamo prima fare spazio alle storie di chi ci ha spinto a diventare quel che siamo. tenzialità di questo servizio. La sensazione Le presentiamo quindi come una sorta di di fondo, che però non riuscivamo a dirci raffigurazione di quei principi teorici e me- in maniera chiara, era che l’appartamento todologici che ci stanno orientando. era stato costruito con le medesime logiche della comunità residenziale: rischiava di es- sere un modo per prolungare nel tempo Le attese portano a la permanenza dei ragazzi in un contesto inedite sperimentazioni protetto, senza riuscire a proporre qual- Samir ha 16 anni ed ha appena concluso la cosa di diverso e, soprattutto, in linea con seconda media, dopo essere stato bocciato i loro bisogni. una volta nella scuola primaria e tre volte in prima media. La scuola media, con il Le domande che hanno aperto compimento del sedicesimo anno, rifiuta a nuovi scenari d’azione l’iscrizione e lo indirizza alla scuola serale Nel corso degli incontri di supervisione, per adulti. alcune domande si sono sempre più libe- Il nucleo famigliare è già conosciuto dal ramente affacciate minando alla base il servizio sociale per precedenti di alcolismo progetto. e maltrattamento del padre verso la moglie. Se accogliessimo dei minorenni, avrebbe Questa, dopo la denuncia delle violenze, ancora senso continuare a definirlo un è stata costretta a traslocare prima in una appartamento per neomaggiorenni? Se casa rifugio, poi in una comunità mamma- accogliessimo persone che non devono bambino, infine in una casa popolare dove «sganciarsi» da niente e da nessuno, perché attualmente vive anche con il marito che, dovremmo ancora parlare di appartamento dopo un periodo di carcere e disintossica- di sgancio? Se accogliessimo ragazzi che zione, è stato riaccolto nel nucleo. non hanno bisogno di un appartamento Samir ha un fratello più piccolo che fre- in cui vivere, che cosa ne dovremmo fare quenta con successo la seconda elementa- dell’appartamento? re. La mamma, dopo alcuni anni, riprende i Domande che scardinavano il senso per cui contatti con il servizio sociale per chiedere era stato avviato questo servizio, ma che aiuto: non avendo l’automobile, non può
Animazione Sociale 308 | 2017 luoghi&professioni | 95 accompagnare Samir alla scuola serale che • acquisizione del diploma di terza media dista circa 15 km dalla loro abitazione. come privatista in collaborazione con il Cpia (1) e, in caso di successo, riconoscimen- Un’inusuale richiesta to di Samir come scrutinabile nel percorso scatena ragionamenti e proposte dell’Enaip, con la possibilità di accesso al Il servizio sociale contatta la nostra coope- secondo anno dell’indirizzo elettricisti; rativa rivolgendoci una strana richiesta: la • frequenza diurna presso l’appartamento disponibilità ad attivare un trasporto per di sgancio per quattro giorni la settimana; portare Samir a scuola o, in alternativa, a • partecipazione ad attività integrative or- inserirlo nella nostra comunità diurna con ganizzate dal Cpia per il sostegno scolastico l’obiettivo di aiutarlo a conseguire il diplo- specifico all’esame di terza media; ma di terza media come privatista. • partecipazione al nostro «spazio adole- Consapevoli che il nostro lavoro non preve- scenti». deva un servizio di trasporto e rifiutandoci di pensare che il semplice collocamento in L’andare avanti è possibile comunità diurna potesse essere la soluzio- solo attivando partnership ne a un problema di trasporto, cerchiamo Pur in difficoltà nel comprendere fino in di capire qualcosa di più e dal confronto fondo la proposta, il servizio la accetta. con gli operatori emerge che Samir, per Il progetto però, per essere realizzato, ri- struttura fisica e maturazione cognitiva, è chiede una forte partnership tra i soggetti ancora per molti aspetti infantile. coinvolti. Abbiamo così avviato una serie L’ipotesi di inserirlo in un gruppo classe di di contatti con le organizzazioni coinvolte, adulti non rappresenta a nostro avviso una per spiegare il progetto e chiedere la loro scelta adeguata, con il rischio di provoca- collaborazione. re un nuovo fallimento scolastico. Emerge Raggiunta la sicurezza di avere tutte le di- che Samir ha espresso interesse per alcuni sponibilità, abbiamo incontrato Samir e i percorsi formativi professionalizzanti che genitori per presentare l’idea, condivide- ha avuto modo di conoscere partecipan- re la prospettiva e l’impegno che tutti ci do a un’attività di orientamento scolastico andavamo ad assumere. Abbiamo trovato nell’anno precedente. Intuiamo anche altre grande disponibilità e quindi abbiamo tre cose importanti: ha bisogno di acquisire potuto procedere alla stesura di un con- il diploma di terza media per concludere tratto firmato da tutti, che stabiliva tempi, il percorso della scuola dell’obbligo, di vi- obiettivi, azioni, verifiche. Il contratto è vere esperienze di successo scolastico e di diventato per noi strumento funzionale e confrontarsi con ragazzi della sua età. strategico per l’avvio del progetto, tappa Dopo un tempo di riflessione, incontriamo fondamentale per poi concordare un piano i servizi e facciamo una proposta: d’intervento avvalendoci della tecnica della • inserimento di Samir come uditore nella «micro-progettazione» (2). classe prima di un centro di formazione Per rendere visibile il lavoro di tessitura, professionale, indirizzo elettricisti, propo- presentiamo una mappa della rete che sto dall’Enaip; siamo riusciti a costruire. 1 | Centro provinciale per l’istruzione degli adulti. e strumenti di intervento con le famiglie vulnerabili, 2 | Serbati S., Milani P., La tutela dei bambini. Teorie Carocci, Roma 2014, p. 182.
96 | Animazione Sociale 308 | 2017 luoghi&professioni È interessante mettere in luce che, per Una personale visione rendere ufficiale la partnership, l’istitu- del farsi adulto to comprensivo frequentato da Samir, il Cpia, il centro di formazione professionale Paolo era stato inserito presso la comunità dell’Enaip, il Comune, il servizio per l’età diurna della cooperativa nel 2013, insieme evolutiva e il nostro servizio hanno firmato alla sorella. Il progetto, che nel suo caso un protocollo d’intesa per sperimentare un prevedeva il conseguimento del diploma intervento che consentisse agli studenti in di terza media come privatista (a seguito difficoltà di elaborare un percorso educa- di quattro bocciature) si è concluso posi- tivo-didattico che fosse anche un «progetto tivamente, ma non essendo emersi signi- di vita». ficativi cambiamenti da parte del nucleo Il protocollo è stato applicato da tutta la famigliare, il servizio sociale decide di chiu- rete in forma sperimentale con la possibili- dere il progetto e di segnalare la situazione tà, verificata l’efficacia, di renderlo utilizza- al Tribunale per i minori. La risposta del bile per altre situazioni (vedi grafico sotto). Tribunale arriva a ottobre del 2015 e pre- Nell’arco di quattro mesi, le azioni previste vede il collocamento di entrambi i fratelli nel progetto sono state realizzate. Samir ha in comunità residenziale. superato l’esame di terza media come pri- vatista in una sezione intermedia in quanto L’insufficienza aveva raggiunto gli obiettivi minimi previ- di proposte standardizzate sti e superato le prove di simulazione. Per la sorella di Paolo si procede all’inseri- Questo ha reso possibile la conclusione mento in una comunità, mentre la situazio- del percorso con il Cpia anticipatamente ne di Paolo risulta ben diversa: mancano e la possibilità di concentrare le risorse sul sei mesi al compimento del diciottesimo sostegno alla frequenza del corso di forma- anno di età e quindi la scelta di inserirlo in zione professionale dell’Enaip che tuttora comunità residenziale appare inadeguata. sta frequentando. Il servizio discute di questo con i genitori, proponendo di inserire Paolo nel nostro ap- partamento di sgancio durante il giorno con SERVIZIO SOCIALE Verifica mensile del progetto CPIA il duplice obiettivo di sostenerlo scolastica- Un pomeriggio alla sett. + Simulazioni mente (in quanto stava ripetendo il primo PRESIDE SCUOLA MEDIA Sostegno Matematica - Inglese Coordinamento del protocollo anno della scuola professionale dell’Enaip d’intesa ENAIP Frequenza mattina con scarsi risultati) e di aiutarlo a costruirsi 1° Elettricisti una rete di relazioni sociali positive visto SPAZIO ADOLESCENTI LA RETE Un incontro settimanale SOCIALE VOLONTARIO COOP. che, date le sue frequentazioni, risultava a di confronto DI SAMIR con altri coetanei E VOLONTARIO DEL COMUNE Trasporti fino al CPIA rischio devianza. I genitori danno il consen- STUDENTE VOLONTARIO DELLA so al progetto, soprattutto il padre che nel TUTOR ENAIP, REFERENTE CPIA, EDUCATORE REFERENTE COMUNITA’ frattempo ha fatto un percorso per disin- Un pomeriggio alla settimana Un Incontro mensile Scrittura creativa per la preparazione tossicarsi dall’alcol e riconosce le difficoltà di monitoraggio al tema di italiano e organizzazione FAMIGLIA familiari e i bisogni dei figli. delle attività di studio Incontri periodici di sostegno alla genitorialità Come in altre situazioni, gli adulti si sono EDUCATORE REFERENTE Preparazione tesina orale attivati ma, al momento della presentazione Stesura micro-progettazione Coordinamento delle varie azioni del progetto, Paolo annuncia in maniera ca- Verifica mensile con servizi e famiglia tegorica che vuole ritirarsi da scuola. Lascia
Animazione Sociale 308 | 2017 luoghi&professioni | 97 aperto uno spiraglio dichiarando che avreb- toscrivono il contratto e si impegnano a be aderito a una proposta diversa. perseguirlo. Prima dell’avvio operativo del progetto Un percorso breve per cercare sono stati realizzati alcuni incontri con le risposte a esigenze «miste» figure che sarebbero state coinvolte per Decidiamo di incontrare Paolo da solo per la realizzazione delle azioni previste. In cercare di capire meglio ciò di cui ha bi- particolare, abbiamo realizzato prima un sogno. Pensiamo di utilizzare una nostra incontro di presentazione del progetto alla scheda di autovalutazione che chiediamo responsabile del gruppo terapeutico e poi di compilare sia all’assistente sociale sia a un incontro con un operaio manutentore lui. Dal loro confronto emerge il suo de- della nostra cooperativa per stabilire le mo- siderio di riuscire in qualcosa e la sua vo- dalità di lavoro che permettessero a Paolo glia di autonomia dalla famiglia. Desidera di fare una piccola esperienza di lavoro anche essere sostenuto nella ricerca e protetto; nell’inserimento nel mondo del lavoro. Due mesi dopo l’avvio del progetto, si Nel confronto con i genitori si chiarisce sono presi contatti con il centro per l’im- che la ritrovata sobrietà ha permesso al piego, con l’assessore al sociale del Comu- padre di essere più obiettivo e consapevole ne di residenza, con le agenzie interinali dei bisogni dei figli, ma va sostenuto nella del territorio, con alcune aziende con cui gestione della quotidianità. Per quanto collaboriamo e con i sindacati. Tutte que- riguarda la mamma, che presenta proble- ste figure sono state fondamentali per la matiche di tipo psichiatrico, è necessario realizzazione del progetto. capire meglio quale sia il livello anche mi- Anche in questo caso, offriamo una rap- nimo di un possibile coinvolgimento nel presentazione grafica dei soggetti coinvolti progetto e nella vita del figlio. (qui sotto) con una breve descrizione delle Con queste informazioni, ridefiniamo un azioni svolte. progetto. Proponiamo un progetto «misto» Il percorso, durato sei mesi, si è concluso che cerca di tenere insieme sia le richieste con il raggiungimento degli obiettivi pre- di Paolo sia i bisogni educativi condivisi visti. In questo periodo è stato possibile con i genitori. La proposta assume questa avviare uno stage lavorativo che si è poi articolazione: un sostegno mirato all’inse- FAMIGLIA rimento lavorativo attraverso azioni spe- Un incontro settimanale di sostegno cifiche e graduali; un sostegno alla genito- alla genitorialità SERVIZIO SOCIALE rialità, attraverso un incontro domiciliare Verifica mensile del progetto OPERAIO MANUTENTORE DELLA COOP settimanale con i genitori; un intervento Esperienza lavorativa protetta centrato sulla costruzione dell’identità di per due mesi EDUCATORE REFERENTE LA RETE Incontri di monitoraggio Paolo, attraverso la partecipazione a un Incontri di monitoraggio SOCIALE mensili con il servizio GRUPPO TERAPEUTICO gruppo di sostegno terapeutico gestito da Sostegno all’esperienza DI PAOLO PER ADOLESCENTI Una volta alla settimana uno psicoterapeuta con cui collaboriamo. lavorativa Micro-progettazione rielaborazione dei vissuti Coordinamento della rete e adolescenziali delle azioni previste La mobilitazione della rete sociale SINDACATI Incontri di formazione sul mondo a sostegno dell’autonomia ASSESSORE AL SOCIALE del lavoro Il servizio, i genitori e soprattutto Paolo DEL COMUNE AZIENDA DEL TERRITORIO Ricerca dello stage Stage della durata di 6 mesi accettano la proposta e quindi tutti sot- nel territorio Incontri periodici di verifica con il tutor
98 | Animazione Sociale 308 | 2017 luoghi&professioni trasformato in contratto lavorativo. ragazzo dove lo accogliete?», non sempre Intanto il lavoro educativo fatto con il papà siamo in grado di rispondere. Oppure le ha rinforzato il rapporto tra padre e figlio risposte sono inconsuete: al bar, al centro individuando nel lavoro un ambito di con- per l’impiego, in biblioteca, in piazza, divisione e di supporto da parte del padre all’immobiliare, all’autoscuola, a casa sua... che, nonostante le sue difficoltà, è sempre stato un bravo lavoratore. Si è poi ritenuto Il riconoscimento dell’intreccio opportuno proseguire l’intervento per altri tra vincoli e possibilità sei mesi con l’obiettivo di monitorare e con- Di conseguenza non accogliamo più, o solidare gli obiettivi raggiunti. non solo, dei ragazzi nell’appartamento, ma accogliamo dei bisogni che ci guidano nella costruzione di percorsi educativi (3) Cambiamenti dei personalizzati. Questo richiede una grande presupposti nel lavoro capacità di ascolto di quel che i ragazzi e Esperienze di questo tipo non solo ac- le famiglie chiedono, ma anche di lasciare cadono perché si è cambiati, ma perché al centro i loro bisogni e non quelli che un ti cambiano mentre si vivono. Così oggi servizio educativo come il nostro pensa che possiamo riconoscerci cambiati e ricono- essi dovrebbero avere. scere che abbiamo modificato alcuni dei Siamo così «costretti» a condividere con i presupposti che fino a poco tempo fa ci ragazzi delle priorità e ad accettare di la- guidavano nel nostro lavoro. sciare sullo sfondo aspetti che invece, in una impostazione educativa classica, par- L’appartamento come spazio diffuso rebbero più importanti e, soprattutto, es- per molteplici incontri e attività senziali. L’accettazione che il nostro inter- Il nostro servizio non coincide più con un vento sia limitato nasce da un pragmatico appartamento dove si accolgono un certo riconoscimento dei vincoli in termini di ri- numero di ragazzi in base al numero dei sorse sia di tempo che economiche. Questo letti a disposizione: l’appartamento è di- ci sta mettendo in pace con le «ansie salvifi- ventato uno degli spazi dove si svolge la che» di cui a volte siamo preda. Lavoriamo nostra attività con i ragazzi, accanto a molti su pochi obiettivi, ben definiti nei tempi, altri che sono presenti nel territorio. nelle azioni e nelle responsabilità. Il che vuol dire che, accanto a ragazzi che risiedono nell’appartamento, ve ne sono Un compito di facilitazione altri che lo frequentano in alcuni momenti di relazioni, reti, opportunità della giornata per svolgere attività previste Abbiamo così cambiato profondamente dal loro progetto. anche il nostro modo di essere educatori. L’esistenza di uno «spazio diffuso» in cui si Non è più così centrale per noi impegna- svolgono le attività del nostro servizio sta re molte energie nella costruzione di una provocando qualche disorientamento da relazione «significativa» con i ragazzi che parte degli operatori sociali con cui col- rischiava di farci dimenticare «che essa laboriamo perché alla domanda: «Ma, il si esprime all’interno di una più ampia 3 | Tuggia M., Alle comunità educative bastano tre mura, in «Animazione Sociale», 285, 2014, pp. 82-91.
Animazione Sociale 308 | 2017 luoghi&professioni | 99 situazione sociale, culturale e politica»(4); l’autonomia sociale e relazionale. Per cui: né essere protagonisti in prima persona di • ricerca lavorativa e abitativa; tutte le azioni che li riguardano. Ci sentia- • sostegno scolastico o formativo anche mo più un mezzo che un fine. Ci viviamo attraverso la ricerca di percorsi formativi più come facilitatori di processi; creatori alternativi; di reti, legami e connessioni; ricercatori di • orientamento lavorativo attraverso per- risorse e opportunità; esploratori di ter- corsi formativi ad hoc sul mondo del la- ritori sconosciuti; inventori di strategie e voro, attivazione di tirocini interventi alla soluzioni in grado di superare i possibili cooperativa, ricerca di stage aziendali; ostacoli che si possono presentare. • inserimento socio-territoriale in base agli Il nostro è diventato uno sguardo ecologi- interessi e ai bisogni; co (5): non è più solo importante quel che • sostegno alle pratiche amministrative accade tra noi e i ragazzi e come i ragazzi (permessi di soggiorno, richiesta di inva- si muovono nell’appartamento. Siamo più lidità, ecc.). attenti a scorgere quello di cui avranno bi- sogno quando non ci saremo più e allora Un supporto dovranno vivere il meglio possibile entro alle relazioni famigliari il loro ambiente: qui dovranno riuscire a Offriamo un supporto alle relazioni fami- trovare quello di cui avranno bisogno e qui gliari attraverso interventi domiciliari e/o dovranno vivere la loro umanità. gruppi di sostegno alla genitorialità, ossia: • sostegno educativo individualizzato del genitore in tutti quegli aspetti della vita Il nuovo volto quotidiana che si trova ad affrontare nella dell’appartamento relazione con il figlio; Forse val la pena ricomprendere quel che • gruppi di sostegno alla genitorialità in cui siamo diventati. O meglio, quello che l’ap- i genitori hanno la possibilità di incontrare partamento di sgancio è diventato.Il ser- altre persone che vivono situazioni simili, vizio è rivolto a giovani dai 16 ai 21 anni, per confrontarsi su tematiche connesse maschi e femmine, in situazione di svan- all’educazione e alla crescita dei figli. taggio sociale dovuto a fragilità familiari, precedenti allontanamenti dai nuclei fami- Uno spazio adolescenti liari, difficoltà ad orientare e stabilizzare i con piccoli gruppi propri progetti di vita. Si tratta di uno spazio di crescita, un’op- Il servizio si avvale di differenti interventi portunità di confronto con adulti e tra co- che, a seconda della situazione, possono etanei su temi importanti, che permette di essere attivati singolarmente o integrati. promuovere il confronto tra gli adolescenti, ricercando attraverso la vicinanza con i co- Un servizio di tutoring etanei esperienze simili alle proprie e spazi individualizzato in cui sperimentare il senso di appartenenza Siamo anzitutto un servizio di tutoring in- e la condivisione dei propri vissuti. dividualizzato, finalizzato a promuovere È un viaggio dentro la loro età e le sue 4 | Milani L., Collettiva-Mente. Competenze e pratiche no, in «Animazione Sociale», 297, 2016, pp. 77-85; per le équipe educative, Sei, Torino 2013, p. 24. Bronfenbrenner U., Ecologia dello sviluppo umano, 5 | Tuggia M., L’educatore come geografo dell’uma- il Mulino, Bologna 1986.
100 | Animazione Sociale 308 | 2017 luoghi&professioni caratteristiche. Gli adolescenti vengono ac- problemi che accompagnano la condizio- compagnati in un percorso alla scoperta di ne giovanile, specie quella che appare più se stessi e delle molte sfide che dovranno «disagiata», accrescendo via via il nostro affrontare e vincere in questa fase della loro bagaglio di etichette con cui la descriviamo, esistenza per diventare «grandi». la valutiamo e la categorizziamo. Situazioni nuove e complesse, che hanno a Questo nostro sapere, in cui il professiona- che fare con i cambiamenti corporei, con il le a volte si confonde con le sirene del pen- bisogno di nuove relazioni, con le emozioni siero mediatico prevalente in quel momen- associate al desiderio di costruire il proprio to, non ci sembra aver accresciuto la nostra progetto di vita dando maggiore spazio a capacità d’incontro con gli adolescenti: è scelte più consapevoli, costruttive, libere come se non riuscissimo a guardarli come e responsabili. Con un obiettivo: generare essi sono realmente, se non tramite queste pensieri. nostre categorie. In realtà, realizzare incontri che sciolgano e Appartamento alleggeriscano le comprensibili resistenze, di autonomia rendendoli realmente protagonisti della Proponiamo percorsi di accompagnamen- loro possibile storia, offre delle sorprese to graduale verso l’autonomia personale e sulle loro potenzialità e risorse, ma anche sociale per quei ragazzi che necessitano di e soprattutto sulla forza propulsiva dei loro allontanarsi dal proprio nucleo familiare desideri, una volta che l’operatore sociale o di una soluzione abitativa temporanea. ne riconosce finalmente la piena dignità. La chiave di volta ci sembra sia quella di La «filigrana» avviare percorsi e utilizzare strumenti che pedagogica del viaggio diano loro parola fino in fondo e con co- Il coraggio di misurarsi con domande in- raggio, permettendo l’emergere del loro quietanti o «impertinenti» (6) e l’ascolto rin- punto di vista su di sé, sulle loro relazioni novato dei bisogni dei ragazzi, sottendono e sul loro futuro. l’esistenza di un pensiero pedagogico che è presente in filigrana in questo percorso. Un operatore capace Pensiamo sia utile farlo emergere perché, di togliersi dal centro della scena al di là dell’esperienza che abbiamo rac- Per realizzare questo, è però necessario contato, ci sembra si configuri come una una nuova figura di operatore sociale ca- pista che può fornire qualche orientamento pace di «togliersi dal centro della scena», in questo incerto viaggiare che caratterizza non solo per lasciare spazio all’emergere oggi il lavoro sociale ed educativo. del protagonismo dei ragazzi e delle fami- glie, ma anche per poter abbracciare con Le sorprese sulle potenzialità serenità una pedagogia della «parzialità»: di ragazzi, famiglie, territorio attenta ad accogliere e valorizzare le picco- Un primo elemento riguarda la convinzione le disponibilità al cambiamento, capace di che si è parlato molto, forse troppo, dei accettare l’avvio di brevi e circoscritti per- 6 | Dovigo F., Manuale per l’osservazione educativa. L’approccio qualitativo, Unicopli, Milano 2014.
Animazione Sociale 308 | 2017 luoghi&professioni | 101 corsi di accompagnamento, libera dall’im- condiviso, sperimentato, deciso e conside- perativo di dover ristrutturare le vite delle rato unanimemente valido. persone a 360°. La rete sociale non può che essere il frut- Parzialità non significa né superficialità né to del riconoscimento dell’ineluttabile e rassegnazione passiva a un abbassamento «ovvia» necessità di valorizzare le reci- del tiro: significa, al contrario, cura per i proche risorse per sostenere i percorsi di dettagli, ricerca attenta dei percorsi più cambiamento delle persone. semplici ma efficaci per raggiungere gli Anche qui ci appare chiara la trasformazio- obiettivi, verifica costante delle scelte e ne della figura dell’operatore sociale che si delle azioni intraprese, coordinare il pro- prende cura non solo della nascita, ove non prio passo con quello delle persone con già esistenti, ma anche del mantenimento cui si sta facendo un pezzo di strada, nella delle reti sociali, aiutando tutti a mantenere consapevolezza che c’è qualcosa sia prima al centro i bisogni delle persone, più che il sia dopo di noi. rispetto di regole, procedure e presupposte gerarchie di potere. La resistenza all’istituzionalizzazione delle reti L’incoraggiamento agli operatori Arriviamo così a un terzo punto. nell’andare in mare aperto Accettare fino in fondo la complessità del Infine il percorso che abbiamo traccia- mondo odierno ha, come inevitabile con- to, racconta anche di organizzazioni del seguenza, il riconoscimento che non ha più Terzo settore che, non più ripiegate su se senso costruire servizi educativi «chiavi in stesse e sulla fatica della sopravvivenza, mano», a cui affidare in toto la vita e la abbandonate le sicurezze dei ruoli, i pe- risoluzione dei problemi delle persone. rimetri dei propri spazi e tempi, nonché L’esigenza di realizzare un lavoro di rete la presunzione della validità del proprio e in rete tra diverse organizzazioni non è operato, incoraggia i propri operatori ad più rimandabile. andare in mare aperto, a provare altro, a Ma le fatiche di questi anni per superare sperimentare nuovi percorsi, ma anche li tutte le resistenze che s’incontrano nell’a- sostiene con fiducia e con investimento gire secondo questa direzione, ci portano di risorse, a proseguire nella loro ricerca a concludere che una rete sociale non si anche quanto il cammino si fa più incerto costruisce a partire dai protocolli d’intesa e ti vien da pensare che «stavamo meglio e dagli accordi di programma per arrivare quando stavamo peggio». solo alla fine alle persone, bensì dal suo esatto contrario. Marco Tuggia, pedagogista, è formatore, Vi sono delle potenzialità impensabili nelle consulente educativo e membro di LabRief reti sociali che possono (una volta superata dell’Università di Padova: marco.tuggia@ l’ansia del controllo reciproco) dispiegarsi gmail.com con più fluidità quando si generano a par- Michela Gallineri, educatrice professionale, tire dalle persone, dalle loro storie, dalle è responsabile del progetto dell’appartamen- to di sgancio Mañana: michela.gallineri@ loro relazioni, dalle loro esperienze di «fare gmail.com delle cose insieme». William Naldo è operatore sociale per la co- Solo dopo e in ultima istanza ci si può oc- operativa sociale Carovana di San Martino cupare di istituzionalizzare quanto è stato di Lupari (Pd): william71.wn@gmail.com
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