"NON SIAMO FIGLI D'ARTE" - L'Ora del Pellice

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"NON SIAMO FIGLI D'ARTE" - L'Ora del Pellice
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 Marco Carcioffo, con il padre Francesco,
 festeggia la laurea conseguta nel 2015
 all’Embry-Riddle Aeronautical University
 di Daytona Beach, in Florida.
        C ARCHIVIO MARCO CARCIOFFO

Storie di realizzazione
lontano dall’ombra
materna o paterna

«NON SIAMO
FIGLI D’ARTE»
EE Michela Perrone                                 Molti, in ogni caso, scelgono legittimamente      Gruppo Acea
EE Marco Parella                                   di seguire le orme dei genitori. Altri, invece,      Acea Pinerolese industriale è
                                                   decidono di perseguire obiettivi diversi,         una società per azioni che co-

 S
       e esiste l’espressione “figlio d’arte”,     scegliendo una strada apparentemente più in       pre i rami dell’energia (teleri-
       vuole dire che la categoria è diffusa. Da   salita. Abbiamo parlato con alcuni di loro per    scaldamento, gestione delle re-
       sempre poter vantare uno o due              capire come si sono realizzati e quando           ti gas e produzione calore),
                                                                                                     dell’ambiente (raccolta diffe-
genitori professionalmente realizzati              hanno deciso che la loro vita lavorativa li       renziata, smaltimento e tratta-
significa avere un percorso di vita più agevole    avrebbe portati a deviare dalla strada            mento rifiuti, igiene del suolo) e
davanti a sé.                                      materna o paterna.                                acqua (captazione, distribuzio-
  Una condizione che ha le sue controindica-                                                         ne, controllo qualità, ricerca
zioni. La progenie di chi ha un ruolo ben          MANAGER CON LE ALI                                guasti e perdite, manutenzione
identificato nella comunità porta suo                «Finire nell’ombra di qualcuno non è mai        straordinaria di reti e impianti).
malgrado un fardello di oneri e aspettative:       positivo, anche se questo qualcuno è una          L’azienda è pubblica e conta
non sempre avere un certo cognome o                persona di successo», conferma Marco              353 dipendenti con un’età me-
                                                   Carcioffo, figlio di Francesco, amministrato-     dia di 45 anni.
discendere da una famiglia conosciuta è un
vantaggio.                                         re unico delle varie società del Gruppo Acea.

HANNO GENITORI “INGOMBRANTI” (IN SENSO BUONO) DI CUI
AVREBBERO POTUTO SEGUIRE LE ORME. INVECE HANNO SCELTO
LA STRADA PIÙ IN SALITA, QUELLA DELLA RICERCA DELLA PROPRIA
GRATIFICAZIONE. E OGGI HANNO GLI OCCHI CHE BRILLANO
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Sopra, Marco Carcioffo                Marco ha scelto una strada tutta sua,           VALORI DÉMODÉ
sulla Vespa con cui si recava       riuscendo a ritagliarsi soddisfazioni impor-        «Non ho mai pensato di seguire le orme
al liceo Curie di Pinerolo          tanti: classe 1983, vive con la moglie Emily      paterne – prosegue Carcioffo –, prima di tutto
C MICHELA PERRONE                   Borretto a Bellinzago Novarese, sta per           perché avevo interessi diversi e poi perché non
                                    diventare papà ed è fleet administrator in        sono il tipo di persona che accetta un aiutino.
                                    Meridiana. «Il mio è stato un percorso            Così come mio padre non avrebbe mai
        A destra, con i genitori.
                                    abbastanza lineare – analizza –. Dopo la          acconsentito a “piazzarmi” da qualche parte.
                  C ARCHIVIO
                                    maturità scientifica al Curie di Pinerolo ho      Un’opzione del genere non è mai stata neppure
          MARCO CARCIOFFO           studiato ingegneria aerospaziale. Il motivo?      considerata e mi ha permesso di seguire
                                    Semplice interesse personale. Fin dalla           davvero la mia indole». Questo non senza
fleet administrator                 tenera età sono stato affascinato dalla           assorbire alcuni valori che tuttora guidano il
   Responsabile della flotta, è     complessità dell’aeroplano, una macchina          suo lavoro: «Sono indicazioni di buonsenso
la persona che si occupa di ac-     che non può lasciare indifferenti». Carcioffo     che valgono per qualunque occupazione. E
quisire o dismettere gli aerei      ha poi effettuato due stage alla Meridiana, nel   sono più da “anni Sessanta” che da manager di
sulla base del fabbisogno di
una compagnia aerea.
                                    2005 e nel 2007. «Quest’ultima esperienza         grido – sorride –. Ritengo però siano molto
                                    non è mai finita: dopo sei mesi sono stato        valide e penso abbiano influenzato notevol-
Meridiana                           assunto e ho vissuto per sette anni a Olbia».     mente il mio approccio al lavoro».
  Marchio con cui sono note le        Con il matrimonio alle porte, arriva anche        Ottenere gli obiettivi prefissati, essere
aziende Meridiana Fly e Air         la decisione di tornare al Nord: «In Sardegna     conscio che si incontreranno delle difficoltà
Italy. La flotta complessiva può    purtroppo non c’erano opportunità per mia         da superare nel migliore dei modi, farsi
contare su 16 aerei, destinati a    moglie, che è insegnante – racconta –. Inoltre,   guidare nell’azione da un misto di coraggio e
crescere in modo considerevo-       era interesse dell’azienda potenziare questo      buonsenso, osando quando è il momento ma
le se si concretizzerà la part-     polo». Oggi lavora a Malpensa, a pochi            allo stesso tempo sapendo cambiare strada
nership con Qatar Airways, che
                                    minuti da quella che è diventata casa sua e       quando serve. Sono questi alcuni dei consigli
dovrebbe acquisire il 49% delle
azioni della compagnia (al mo-      non così lontano dalla città in cui aveva         da buon padre di famiglia che hanno permes-
mento di andare in stampa l’ac-     vissuto da bambino, Borgosesia, dove il padre     so a Marco di capire molto presto che «le cose
cordo non era ancora stato fir-     lavorava prima del trasferimento a Pinero-        purtroppo non vanno quasi mai nella
mato).                              lo.                                               direzione prefissata. Un buon manager
                                      «Nel Pinerolese mantengo una serie di           tuttavia riesce a indirizzare i diversi elementi
Malpensa                            affetti, dagli amici degli anni della scuola a    verso gli obiettivi aziendali e non si limita
   Nel 2011 Meridiana ha acqui-     una parte della mia famiglia. Sono anche          solo a inseguire quelli personali».
sito Air Italy, giovane compa-      consigliere comunale a Cantalupa. Bellinza-         Altra virtù sottovalutata? «La pazienza. Si
gnia italiana con sede e base
d’armamento all’aeroporto di
                                    go non è così lontano e torno spesso nei          tende a volere tutto subito sacrificando la
Malpensa.                           luoghi dove sono cresciuto». E dove il padre      pianificazione e dimenticando la costanza».
                                    ha tuttora un ruolo rilevante.                      C’è mai stato un momento in cui il cognome
lavorava                              «Papà è sempre stato il capo del posto in cui   Carcioffo ha oscurato la personalità di
  Era direttore dell’azienda Ze-    lavorava, ma per me non è mai stato né un         Marco? «No, mai. Credo che in qualche modo
gna Baruffa Lane Borgosesia         peso né un motivo di vanto – afferma Marco        io abbia contribuito a non farlo succedere.
Spa.                                –. Semplicemente, era la normalità».              Non lo avrei potuto sopportare».
"NON SIAMO FIGLI D'ARTE" - L'Ora del Pellice
«Non siamo figli d’arte»                                                                                                            155

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                                                                                                      a sinistra, al lavoro nella sede
                                                                                                      dell’agenzia di comunicazione
                                                                                                      Why di Torino; a destra
                                                                                                      insieme al padre medico,
                                                                                                      alla madre fisioterapista
                                                                                                      e al fratello studente
                                                                                                      di Medicina.
                                                                                                                         C ARCHIVIO
                                                                                                                    HELOISE GARELLO

                                                                                                        Bocconi
                                                                                                           La Bocconi di Milano è un’uni-
                                                                                                        versità privata che esiste dal
                                                                                                        1902 ed è stata la prima in Italia
                                                                                                        a offrire un corso di laurea in
                                                                                                        Economia. Oggi i suoi corsi co-
                                                                                                        prono le aree del management,
                                                                                                        della finanza, delle scienze so-
                                                                                                        ciali e del diritto, oltre ovvia-
TRA CULTURA E BUSINESS                              all’estero e, una volta laureata, ha iniziato       mente all’economia. La sua qua-
  «Ho lasciato definitivamente il Pinerolese        uno stage da Luxottica.                             lità accademica e quella della
durante gli anni dell’università, quando sono                                                           sua ricerca sono riconosciute a
entrata in Bocconi. Ho passato a Milano             NEL MONDO DEL LUSSO                                 livello internazionale. Il presi-
sette anni e adesso vivo e lavoro a Torino».        E DELLA MODA                                        dente dell’Università Bocconi è
                                                                                                        – dal 1994 – Mario Monti, in pre-
Heloise Garello, originaria di Bagnolo                «Dopo lo stage non c’erano possibilità di         cedenza rettore dell’ateneo.
Piemonte, è figlia di Eraldo, medico di             inserimento in azienda, così la mia responsa-
famiglia, e Rinella Piccato, fisioterapista.        bile mi ha segnalata all’agenzia per cui lavoro     Conservatorio
  Dopo il liceo classico al Porporato di Pinerolo   attualmente». Il cambio di datore di lavoro,          Scuola di alta formazione
ha deciso di orientarsi su studi economici e        paradossalmente, non l’ha portata lontano           musicale e artistica. Garello ha
non seguire il ramo medico-sanitario, «anche        da Luxottica: «Per un anno e mezzo mi hanno         frequentato il Giorgio Federico
se a mio padre avrebbe fatto piacere e a me in      incaricato di seguire, come consulente              Ghedini di Cuneo.
fondo non sarebbe dispiaciuto». Altri interessi     esterno, proprio la mia ex azienda. In
hanno avuto la meglio e Heloise, classe 1988, si    seguito, però, ho iniziato allargando il mio        estero
                                                                                                          Ha passato sei mesi alla Busi-
è iscritta al corso di Economia e Management per    portafoglio clienti, spostandomi negli uffici       ness School di Copenhagen per
Arte, Cultura e Comunicazione dell’ateneo           milanesi della mia agenzia».                        uno scambio, ha lavorato alla
milanese. «Inizialmente il mio sogno era              A fine 2015 l’agenzia di comunicazione Why        Camera di Commercio italiana
gestire istituzioni culturali come teatri d’opera   ha chiuso la sede meneghina e concentrato il        dell’Ontario a Toronto e si è oc-
e musei, o lavorare all’interno di case cinema-     lavoro sotto la Mole: «Ai tempi dell’universi-      cupata di online marketing a
tografiche o di moda. Durante gli anni delle        tà non avrei mai immaginato che esistesse il        Mediaset: «Era il 2012 e volevo
superiori mi sono anche diplomata al Con-           settore di cui mi occupo oggi, ma sono molto        capire come funzionava questo
servatorio in pianoforte e ho sempre avuto          soddisfatta: non seguo aziende strettamente         mondo, che allora era davvero
una passione per tutto ciò che riguarda l’arte,     legate al mondo della cultura, tuttavia             agli albori in Italia», racconta.
la musica e la letteratura». Valutando i            vantano prodotti dalla forte componente             Luxottica
possibili sbocchi a mente fredda, Garello ha        estetica, che in qualche modo hanno una                Azienda italiana, nata nel Bel-
però preferito indirizzarsi verso un percorso       parte “artistica”».                                 lunese, che produce e commer-
che fornisse basi gestionali e non solo compe-        Queste premesse e un contratto a tempo            cializza occhiali. Oggi vende i
tenze umanistiche, «bellissime ma purtroppo         indeterminato in tasca non fanno smettere di        suoi marchi in tutto il mondo,
con poche possibilità lavorative».                  sognare Heloise: «Adoro cambiare – sorride –.       mentre gli stabilimenti produt-
  Frequentando i corsi della triennale,             E mi piacerebbe lavorare in una multinazio-         tivi sono distribuiti in Italia (do-
Heloise si è resa conto che anche la gestione       nale della moda, del lusso o della cosmesi».        ve ce ne sono sei), in Cina (tre), in
delle imprese culturali non è un settore con          Arte sì, insomma. “Figlia d’arte” mai. «Non       Brasile e negli Stati Uniti (uno).
                                                                                                        In India, un piccolo stabilimento
grandi opportunità: «Soprattutto in Italia –        mi sono mai sentita obbligata a fare qualcosa       serve il mercato locale.
specifica –. Allo stesso tempo, ho scoperto di      perché figlia dei miei genitori, né il mio
amare le materie economiche che non avevo           cognome è stato un problema. Però non               clienti
mai studiato prima. Nella magistrale mi sono        vedevo l’ora di andarmene di casa – confida           Tra quelli seguiti direttamen-
quindi indirizzata verso il percorso in             –: a Bagnolo ero sempre la figlia del medico,       te da Garello ci sono, oltre a Lu-
Management». Durante il periodo milanese            mentre a Milano nessuno mi conosceva e mi           xottica, anche Bulgari Fragran-
Garello ha completato la sua formazione             sono sentita più libera di realizzarmi».            ze e L’Oreal.
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Arma                                DALLE CALZE ALL’ALGERIA                                padre. Lui sembra nato per essere un Carabi-
  L’Arma dei Carabinieri dipen-       «Circa una volta al mese passo qualche               niere».
de dal Ministero della Difesa e     giorno in Algeria e in Turchia a incontrare i            Per Filippo la famiglia è centrale: a fine
da quello dell’Interno. È infatti   nostri clienti più importanti e a cercare nuovi        settembre sposerà Chiara Selvaggio e le
una forza armata, ma anche          sbocchi commerciali. Sono spesso in viaggio,           scelte personali hanno condizionato il suo
una forza di polizia.               ma l’ufficio di Torino è una certezza per me».         percorso lavorativo anche dopo l’università.
paesi
                                    Filippo Sciortino è figlio di Angelo, mare-            «Finiti gli studi in Economia, ho lavorato
  Prima a Canneto sull’Oglio e      sciallo, da vent’anni comandante dei Carabi-           per un anno circa in un’azienda di consulen-
poi a Piubega. Si trovano a una     nieri di Torre Pellice.                                za per privati e aziende. Poi, nell’autunno del
ventina di chilometri di distan-      Quando si è trattato di scegliere come               2013 sono stato contattato dal Gruppo
za.                                 proseguire gli studi, l’idea di entrare nell’Ar-       Calzedonia: erano alla ricerca di un com-
                                    ma non lo ha neppure sfiorato: «Mio padre è            merciale che avesse come area di riferimento
Economia                            sempre stato costretto a viaggiare molto a             una parte del Piemonte. Ho lavorato per loro
  Sciortino frequenta i corsi       causa del suo lavoro – ricorda –. Io sono nato         fino al gennaio 2016».
della triennale in Economia del-    a Torino ma ho passato i miei primi anni in              Dopo un anno nell’Ovest del Piemonte,
le Imprese a Pinerolo, mentre
completa la sua formazione con
                                    due paesi diversi in provincia di Mantova.             Filippo è stato trasferito nel Milanese:
la magistrale in Business Admi-     Poi, nel 1997, c’è stato il trasferimento a Torre      «L’obiettivo dell’azienda era crescere dei
nistration (economia aziendale)     Pellice, che per me è stato davvero traumati-          commerciali per il mercato estero – spiega –.
a Torino.                           co. Avevo nove anni e ho dovuto lasciare tutti         Io non volevo trasferirmi e quindi, una volta
                                    i miei amici, dopo aver già mutato una volta           scaduto, il contratto non è più stato rinnova-
Gruppo Calzedonia                   residenza. Nel primo caso si trattava di pochi         to di comune accordo».
   Nata nel 1986 a Verona, oggi     chilometri, ma per un bambino cambiare                   Dopo aver inviato qualche curriculum,
l’azienda conta oltre 1.750 ne-     scuola e città è sempre un problema». Questo           Sciortino approda alla sua attuale azienda, la
gozi in tutto il mondo. Il core     aspetto ha segnato Filippo, condizionandone            Tuxor di Torino: «Ci occupiamo della vendita
business deriva dalla vendita di
calze e costumi attraverso una
                                    le scelte un decennio dopo.                            di prodotti siderurgici, dal classico tondino di
rete di negozi in franchising.         «Ho imparato ad apprezzare il lavoro di             ferro ai materiali per la costruzione di ponti
                                    mio padre solo con il tempo – analizza                 – spiega –. Io sono un commerciale e mi
                                    Sciortino –. Con il senno di poi penso che se          occupo del mercato algerino e, da poco, di
                                    avessi un altro tipo di vita, se fossi single, forse   quello turco. Ogni 4-6 settimane mi reco in
                                    avrei potuto valutare una carriera nell’Arma.          loco e giro il territorio con i nostri agenti
                                    Sarebbe per me motivo d’orgoglio personale,            locali per capire di persona le esigenze dei
                                    ma non so se avrei la stessa passione di mio           nostri clienti». Per il resto del tempo, quello

                                                             Filippo, figlio del maresciallo Angelo Sciortino di Torre Pellice,
                                                             non ha seguito le orme del padre: si è laureato in Economia
                                                             (a sinistra, il giorno della discussione della tesi) ed è diventato
                                                             un commerciale per Tuxor, con frequenti trasferte in Italia,
                                                             Algeria e Turchia.
                                                                                                         C ARCHIVIO FILIPPO SCIORTINO
"NON SIAMO FIGLI D'ARTE" - L'Ora del Pellice
«Non siamo figli d’arte»                                                                                                         157

di Sciortino è un lavoro d’ufficio: «Si tratta di   tipo di contatto con il pubblico richiede una       Fca
sbrigare le pratiche e lavorare sugli ordini        pazienza che io so di non possedere. Mi piace         Azienda italo-americana, rag-
raccolti durante le trasferte».                     avere a che fare con le persone, ma a piccole       gruppa i marchi che appartene-
                                                    dosi – strizza l’occhio Salvai –. Non mi            vano al Gruppo Fiat e a Chrysler.
UNA VITA IN CASERMA                                 sarebbe dispiaciuto il lavoro di mio padre,         La fusione avvenne nel 2014.
  La famiglia di un maresciallo ha a disposi-       che è rappresentante, ma lui me l’ha sempre
                                                                                                        feedback
zione un appartamento in caserma. Letteral-         sconsigliato. Oggi, in realtà, non ho un              Risposte, opinioni, commenti.
mente. Questo può creare qualche problema           impiego così diverso». In Fca Salvai si occupa
ai figli, soprattutto durante l’adolescenza.        infatti di ideare incentivi e sconti da proporre    prima dei termini
«Abbiamo a lungo abitato sopra la caserma di        ai clienti.                                           Di regola il mandato pastora-
Torre – conferma Sciortino –. Le conseguen-            «Dopo la laurea triennale, in realtà, avevo      le dura sette anni rinnovabili,
ze, al di là della soggezione iniziale che          intenzione di smettere di studiare – rivela –.      ma la sua applicazione gode di
esercitava sui miei amici, sono tante». Dal         Ho continuato solo grazie all’insistenza dei        una certa elasticità legate alle
non poter fare troppo rumore perché al piano        miei. Una volta iniziata la magistrale in           esigenze personali dei pastori.
di sotto non c’è la classica vecchietta arcigna     Economia e Direzione d’impresa, però, non ho più    È tuttavia consuetudine, a me-
                                                                                                        no di gravi problemi, rimanere
ma qualcuno che sta esponendo un problema           avuto dubbi». Per laurearsi l’università            presso una comunità per sette
o un disagio, «all’essere costantemente             richiede uno stage obbligatorio: «Mandai per        o addirittura quattordici anni.
controllati: tutti i carabinieri in servizio        scherzo il curriculum in Fca e, a sorpresa, mi
sanno chi entra e chi esce da casa tua. Questo      chiamarono. Per sei mesi ho lavorato
giocoforza limita la tua libertà».                  nell’area di supporto alle vendite».
  Certo, ci sono anche dei pro: «È ovviamente         Terminata quell’esperienza, Cristina è
un’abitazione sicura». Ma si è sempre sul “chi      tornata a preparare esami all’università.
va là”. Molte emergenze hanno interrotto i          Qualche mese dopo, una nuova chiamata per
sonni del maresciallo e della sua famiglia:         sottoporsi a una serie di colloqui. Finalità:
«Di notte la caserma è chiusa e risponde il         l’assunzione. «È stato un periodo molto
Comando di Pinerolo. Siccome sul citofono           stressante perché inizialmente dall’azienda
c’era anche il campanello “Sciortino”, è            non arrivavano feedback. Io dovevo capire
successo più di una volta che la gente suonas-      se la priorità era laurearmi il prima possibile
se direttamente a noi...».                          o puntare al massimo dei voti, rifiutando i
  Al di fuori delle mura domestiche le cose         risultati meno soddisfacenti». Dopo un paio
non sono state più facili: «Ero sempre il figlio    di mesi, a luglio, finalmente la risposta: «Mi
del maresciallo: tutti sapevano chi ero.            avrebbero presa, ma a condizione che mi
Dovevo fare attenzione alle persone che             fossi laureata entro dicembre. Mi hanno
frequentavo e, anche crescendo, limitare            proposto un contratto a tempo indetermina-
certe “bravate”. Con un padre carabiniere           to, ma avevo già detto di sì prima di sapere
certe cose non le ho mai potute fare. A tutto ci    che cosa sarei andata a firmare».
si abitua, ma a casa nostra c’è sempre stato          Il nuovo lavoro implica i primi sacrifici, a
un certo rigore su questi aspetti».                 partire dalle vacanze: «Passai tutto agosto a
                                                    scrivere la tesi», oltre al repentino cambio di
UN CONTRATTO PRIMA DELLA LAUREA                     vita: «Il passaggio da studentessa a lavoratri-
  Avere gli occhi puntati addosso non è una         ce non è stato indolore: dopo la giornata in
prerogativa riservata ai figli dei militari: «Ho    ufficio, la sera perfezionavo la tesi. Inoltre,
marinato pochissime volte il liceo, ma,             per scelta ho deciso di continuare a vivere in
quando è successo, non avevo ancora svoltato        provincia. Ho sperimentato la vita torinese
l’angolo che mia madre parrucchiera già lo          durante i mesi di stage e ho capito che non
sapeva – scuote la testa Cristina Salvai, classe    faceva per me: sono troppo abituata ad aprire
1991 originaria di Cavour che oggi vive a           la porta e trovare un giardino! Il rovescio
Macello –. In negozio sono appese alcune mie        della medaglia sono i cento chilometri
foto e le persone mi riconoscevano senza che        giornalieri per andare e tornare».
io potessi fare altrettanto».
  Laureata in Economia, oggi Cristina lavora        PINEROLESE-MILANO E RITORNO
                                                                                                       La mamma Sandra è una nota
per Fca. La mamma, Sandra Falco, è la                 «Nel 2009 mio padre ha comunicato alla
pettinatrice di Osasco da oltre 30 anni. «Non       comunità valdese di Milano che avrebbe                    parrucchiera a Osasco.
ho mai pensato di seguire le sue orme, ma           interrotto prima dei termini il suo                                Il papà Franco
ammetto di averle detto che sarei andata a          mandato di pastore. Non la presero bene. Poi                    è rappresentante.
lavorare per lei, se dopo la laurea non avessi      l’ha detto anche a me, e la presi… malissimo.          Cristina Salvai, cavourese,
trovato subito lavoro. Per fortuna non ce n’è       Dopo cinque anni ero finalmente integrato:            ha deciso di intraprendere
stato bisogno».                                     invece dovevo di nuovo fare le valigie e                          studi economici
  Acconciare quotidianamente le clienti             spostarmi a duecento chilometri di distanza,                  e oggi lavora in Fca.
significa saper mettere in campo, all’occor-        in quello che, al confronto, è un paesino.                           C ARCHIVIO
renza, doti da psicologo e consigliere: «Quel       Pinerolo».                                                       CRISTINA SALVAI
"NON SIAMO FIGLI D'ARTE" - L'Ora del Pellice
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moderatore della Tavola                  Jean-Luc Genre ricorda così il momento in
   Presiede la Tavola valdese,        cui – a 19 anni, mentre stava preparando
l’organo che rappresenta le           l’esame di maturità – ha appreso dai propri
chiese metodiste e valdesi di         genitori che la famiglia sarebbe tornata nelle
fronte allo Stato. Gianni Genre       Valli, dove lui aveva trascorso solo una parte
è stato intervistato nel numero       della prima fase della sua vita.
2 a proposito della vicenda de-
gli ospedali valdesi.
                                         A Milano aveva frequentato il liceo,
                                      costruito una rete di amici, trovato una
case dei professori                   squadra di calcio e una ragazza. «Non volevo
  Si trovano in via Beckwith. Fu-     lasciare tutto questo. Per mesi ho pensato di
rono costruite nel 1847 per ospi-     rimanere, da solo. Ma sarebbe stato difficile: i
tare gli insegnati del Collegio.      prezzi degli appartamenti sono altissimi e
                                      avrei dovuto lavorare studiando».
tempio                                   Jean-Luc è uno dei tre figli di Gianni Genre,
  Il pastore e la famiglia vivono
in un appartamento nelle adia-
                                      pastore valdese che è stato moderatore del-
cenze del tempio, spesso nella        la Tavola e attualmente guida la comunità
stessa costruzione (come av-          di Pinerolo. Il suo ruolo l’ha portato a
viene per esempio a Pinerolo).        spostarsi molto: «Io sono nato a Torino e ho
                                      passato i primissimi anni di vita a Ivrea –
corso                                 racconta il figlio –. Poi, dal 1994, eccoci a
  Si chiama Lingue e Culture          Villar Pellice. Nel 2000 mio padre è diventa-
per il Turismo, anche questo a        to moderatore: gravitava soprattutto su
numero chiuso.
                                      Roma, ma vivevamo in un appartamento                d’anni ha vissuto di piccoli lavoretti: promo-
Rosa dei Venti                        all’interno delle case dei professori di            zione di eventi culturali, corsi di lingue e
  Agenzia viaggi di Luserna           Torre Pellice. Il cambiamento da Villar non fu      traduzioni. «Per sei mesi ho effettuato un
San Giovanni, ne parliamo a pa-       traumatico: ci spostammo di pochi chilome-          tirocinio alla Rosa dei Venti di Luserna San
gina 88 del numero 4, all’inter-      tri e io finii le elementari lassù».                Giovanni. È stata un’esperienza che mi è
no dell’articolo L’agenzia viag-         Il primo shock è datato 2004, con la notizia     piaciuta molto, ma purtroppo il turismo
gi si reinventa.                      del trasferimento a Milano: «A 14 anni sono         stava attraversando una fase difficile e la
                                      stato catapultato, provenendo dalle scuole          titolare non ha potuto confermarmi».
Jobs Act
                                      medie di Torre Pellice, in uno dei licei più          Nel 2015 la svolta: il mobilificio Griva è di
   La riforma del lavoro varata
dal Governo Renzi tra il 2014 e       grandi del capoluogo lombardo. Scelsi il            Pinerolo cerca una persona per l’ufficio export.
il 2015. Tra le principali novità,    linguistico, eravamo solo due maschi. I primi       Jean-Luc si candida e viene selezionato. «Sono
il contratto a tutele crescenti       mesi sono stati duri, soprattutto perché non        stato uno dei fortunati del Jobs Act – sorride –.
per combattere il precariato e        era facile praticare lo sport, che è sempre stato   Inizialmente mi avevano proposto un
forti agevolazioni fiscali per le     il mio modo di integrarmi: il tempio è in           contratto di apprendistato, poi i consulenti
imprese che avessero assunto          pieno centro, le squadre di calcio tutte in         suggerirono il tempo indeterminato per poter
un giovane a tempo indetermi-         periferia. Non riuscivo a prendere le misure        godere dei vantaggi fiscali introdotti dal
nato.                                 con la città e nel periodo iniziale sono pure       Governo Renzi».
Agape
                                      stato rapinato in tram. Insomma: un disastro».        Il lavoro? Gradevole. «Commerciamo
  Il Centro Ecumenico di Agape           Finalmente, trovata una squadra in cui           soprattutto con la Francia e la Svizzera france-
organizza campi cui possono           giocare, Jean-Luc, ha iniziato a legare con i       se e ho anche la possibilità di viaggiare un po’».
prendere parte volontarie e vo-       coetanei e con la città. «È vero, Milano è            Jean-Luc non ha mai pensato di diventare
lontari di tutto il mondo. Duran-     caotica, ma è anche un posto che offre molto,       pastore come il padre e – prima di lui – il
te questi spazi di incontro e di      sia per il tempo libero sia per il lavoro».         nonno: «Loro hanno una grande vocazione,
discussione, ci si confronta su di-   Occorreva solo abituarsi. Lo stesso è avvenu-       l’unico modo per poter fare bene quel tipo di
versi temi come spiritualità, teo-    to – in seguito – dopo il trasferimento a           lavoro. Nè io né i miei fratelli l’abbiamo, quindi
logia, attualità, politica, que-      Pinerolo. «Dopo il rigetto iniziale, posso dire,
stioni di genere e così via.
                                                                                          ci siamo orientati su altro». Oggi Jean-Luc non
                                      a distanza di anni, che sono stato positiva-        frequenta la chiesa in modo assiduo: «Non ho
Servizio civile nazionale             mente colpito da questa realtà, perché ha           mai preso parte con costanza alla vita di
  Istituito nel 2001, è aperto ai     molto da offrire – sorride Jean-Luc –. Appena       comunità – ammette – e mi sono sempre
ragazzi tra i 18 e i 28 anni, è una   arrivato, ad agosto, mi sono subito iscritto a      opposto categoricamente a frequentare i
forma di volontariato da pre-         un torneo di calcio e ho trovato la squadra in      campi di Agape. In famiglia c’è stata qualche
starsi presso enti accreditati.       cui gioco ancora oggi, a Perosa Argentina».         discussione, ma nessuno mi ha mai obbligato».
Gli incarichi sono prevalente-           Genre ha frequentato l’università a Torino:        Proprio perché non si è mosso molto nel
mente di utilità sociale o di pro-    «Il mio sogno era diventare fisioterapista, ma      mondo valdese, Jean-Luc non ha mai perce-
mozione culturale. Dal 2005 è
                                      non sono riuscito a passare la selezione. Così      pito l’influenza del proprio cognome…
previsto un rimborso spese di
433,80 euro netti al mese a           ho optato per un corso all’interno della            tranne una volta: «Quando mi iscrissi al
fronte di un impegno annuo di         facoltà di Lingue Straniere». Una volta             Servizio civile nazionale – racconta –. An-
almeno 1.200 ore (diventate           discussa la tesi triennale, Jean-Luc ha deciso      che per ragioni logistiche avevo scelto una
1.400 l’anno successivo).             di non proseguire gli studi e per un paio           struttura valdese in Val Chisone. Arrivai
"NON SIAMO FIGLI D'ARTE" - L'Ora del Pellice
«Non siamo figli d’arte»                                                                                                          159

primo, ritengo per meriti miei, ma in quel            Poco per volta Genre si è riavvicinato a          Marco Fraschia
frangente sentivo di essere visto prima di          Grenoble, dove nel 2014 ha sostenuto                  Docente di Lettere Antiche al
tutto come “figlio di Gianni”».                     l’aggregation, l’esame di livello superiore,        Collegio valdese. Oggi è il pre-
                                                    che permette di insegnare anche all’universi-       side.
L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA                       tà, oltre che di avere uno stipendio migliore e
   Jean-Luc, classe 1990, ha un fratello più pic-   di dedicare alcune ore alla ricerca.                scuole di specializzazione
colo, William, che ha terminato la maturità           Da tre anni Genre insegna italiano alla Cité         Le scuole di specializzazione
                                                                                                        all’insegnamento secondario
classica, e uno più grande, Marco, che vive e       Scolaire Internationale di Grenoble e tiene corsi
                                                                                                        (Ssis) furono chiuse con una
lavora a Grenoble. Il primogenito ha passato i      per adulti all’università. «La mia parabola ha      legge del 2006, dando la possi-
primi anni di vita in Calabria, per poi             avuto un esito positivo: adesso sono contento       bilità di iscriversi alle gradua-
spostarsi a Ivrea, dove i ricordi sono più          del mio lavoro e della mia vita in Francia.         torie agli studenti che le fre-
vividi: «È lì che ho stretto le prime amicizie.     Non ho mai davvero pensato di seguire le            quentarono fino al 2008 (e,
Erano gli anni della Olivetti e ricordo un          orme di mio padre: penso che ciascuno debba         dopo vari ricorsi, anche a quelli
grande dinamismo», racconta oggi. Per               realizzare i propri talenti, sennò si rischia di    del biennio successivo). Nei due
Marco, più grande di sei anni rispetto a            diventare il prolungamento di un genitore           anni di frequenza venivano for-
Jean-Luc, il trauma è stato il trasferimento        dalla personalità molto forte».                     mati gli insegnanti delle scuole
dall’Eporediese a Villar Pellice: «Frequentai lì      Difficile essere figlio del moderatore:           secondarie di primo e secondo
la quinta elementare e poi passai tutta             «Quando ero al Collegio valdese vinsi per un        livello (medie e superiori). Nel
                                                                                                        2011 fu attivato il Tirocinio for-
l’adolescenza in valle. Il trasloco da Ivrea fu     paio di volte la borsa di studio assegnata per
                                                                                                        mativo attivo (Tfa), un corso di
un salto grande».                                   merito e i miei compagni mi prendevano in           un anno al termine del quale
   A 19 anni si è iscritto a Lettere Classiche      giro…». Ma quello che è pesato di più, prima        viene concessa l’abilitazione.
all’università di Milano. Il periodo meneghino      al bambino e poi all’adolescente, è stato «il
è trascorso senza difficoltà e, verso la fine del   lato pubblico di mio padre: casa nostra è           classe di concorso
percorso universitario, Marco ha iniziato a         sempre stata piena di gente che in qualche            Codice alfanumerico che
guardarsi attorno: «Il mio sogno era di             modo io e i miei fratelli siamo stati costretti a   esprime l’insieme delle mate-
insegnare lettere antiche nei licei. Al Collegio    “subire”. Si conoscono tantissime persone,          rie che possono essere inse-
valdese avevo ammirato Marco Fraschia e             ma non sempre io ero così aperto all’acco-          gnate da un docente. Per cia-
mi chiedevo perché non avrei potuto seguire         glienza come i miei genitori. Qualche volta         scuna classe di concorso ci
anch’io quella strada». La risposta, amara,         avrei preferito godermi la compagnia della          sono delle graduatorie in cui
arriva con la chiusura delle scuole di specia-                                                          vengono inseriti gli insegnanti
                                                    mia famiglia senza interferenze esterne».
                                                                                                        abilitati e quelli non abilitati.
lizzazione e l’introduzione di nuovi parame-          Per il fratello di Marco, Jean-Luc, questa è
tri per accedere all’insegnamento. Gli studenti     la quotidianità ancora oggi: «Casa nostra si        aggregation
in formazione in quegli anni si sono trovati in     trova letteralmente dentro il tempio: telefono        Nel 2011 Genre aveva invece
una sorta di limbo: «Per abilitarsi nella mia       e citofono suonano in continuazione.                sostenuto il capes, che abilita
classe di concorso sarebbero serviti esami          Ovviamente nessuno cerca mai me, motivo             all’insegnamento nelle scuole
aggiuntivi e, con il blocco del turnover, potevo    per cui… ho smesso di rispondere!».                 medie e superiori.
aspirare solo a diventare supplente, oppure
rivolgermi alle scuole private».
   Genre matura così l’idea di spostarsi in
Francia: «Avevo un appoggio familiare a                Marco e Jean-Luc
Grenoble e mi sono trasferito lì, nella speran-        Genre con il padre
za di continuare a studiare. Per un anno ho            Gianni, pastore
condiviso una mansarda, facendo ricerche               valdese.
sulla mitologia greca aspettando che arrivas-          Nella pagina
se una borsa di studio». Dopo il primo anno            accanto posano
di ambientamento, però, Marco ha optato per            insieme al fratello
l’insegnamento: «Avevo una gran voglia di              William.
iniziare a lavorare per davvero, così mi                     C ARCHIVIO
preparai per l’esame. Oltralpe il concorso              FAMIGLIA GENRE
pubblico è bandito ogni anno e chi lo supera
ha la certezza della cattedra». Quello che il
candidato non può decidere è la sua colloca-
zione geografica: «Sono finito in un paesino
in aperta campagna. Dovevo trascorrervi
l’anno di tirocinio, propedeutico per l’inse-
gnamento. È stato un periodo difficile: ero
sfinito e ho pensato di tornare in Italia.
Fortunatamente l’anno successivo andò
meglio: lo passai non lontano da Lione, con
un tutor che mi ha aiutato a ritrovare la
fiducia in me stesso».
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