"NON SIAMO FIGLI D'ARTE" - L'Ora del Pellice
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153 Marco Carcioffo, con il padre Francesco, festeggia la laurea conseguta nel 2015 all’Embry-Riddle Aeronautical University di Daytona Beach, in Florida. C ARCHIVIO MARCO CARCIOFFO Storie di realizzazione lontano dall’ombra materna o paterna «NON SIAMO FIGLI D’ARTE» EE Michela Perrone Molti, in ogni caso, scelgono legittimamente Gruppo Acea EE Marco Parella di seguire le orme dei genitori. Altri, invece, Acea Pinerolese industriale è decidono di perseguire obiettivi diversi, una società per azioni che co- S e esiste l’espressione “figlio d’arte”, scegliendo una strada apparentemente più in pre i rami dell’energia (teleri- vuole dire che la categoria è diffusa. Da salita. Abbiamo parlato con alcuni di loro per scaldamento, gestione delle re- sempre poter vantare uno o due capire come si sono realizzati e quando ti gas e produzione calore), dell’ambiente (raccolta diffe- genitori professionalmente realizzati hanno deciso che la loro vita lavorativa li renziata, smaltimento e tratta- significa avere un percorso di vita più agevole avrebbe portati a deviare dalla strada mento rifiuti, igiene del suolo) e davanti a sé. materna o paterna. acqua (captazione, distribuzio- Una condizione che ha le sue controindica- ne, controllo qualità, ricerca zioni. La progenie di chi ha un ruolo ben MANAGER CON LE ALI guasti e perdite, manutenzione identificato nella comunità porta suo «Finire nell’ombra di qualcuno non è mai straordinaria di reti e impianti). malgrado un fardello di oneri e aspettative: positivo, anche se questo qualcuno è una L’azienda è pubblica e conta non sempre avere un certo cognome o persona di successo», conferma Marco 353 dipendenti con un’età me- Carcioffo, figlio di Francesco, amministrato- dia di 45 anni. discendere da una famiglia conosciuta è un vantaggio. re unico delle varie società del Gruppo Acea. HANNO GENITORI “INGOMBRANTI” (IN SENSO BUONO) DI CUI AVREBBERO POTUTO SEGUIRE LE ORME. INVECE HANNO SCELTO LA STRADA PIÙ IN SALITA, QUELLA DELLA RICERCA DELLA PROPRIA GRATIFICAZIONE. E OGGI HANNO GLI OCCHI CHE BRILLANO
154 Comunità Sopra, Marco Carcioffo Marco ha scelto una strada tutta sua, VALORI DÉMODÉ sulla Vespa con cui si recava riuscendo a ritagliarsi soddisfazioni impor- «Non ho mai pensato di seguire le orme al liceo Curie di Pinerolo tanti: classe 1983, vive con la moglie Emily paterne – prosegue Carcioffo –, prima di tutto C MICHELA PERRONE Borretto a Bellinzago Novarese, sta per perché avevo interessi diversi e poi perché non diventare papà ed è fleet administrator in sono il tipo di persona che accetta un aiutino. Meridiana. «Il mio è stato un percorso Così come mio padre non avrebbe mai A destra, con i genitori. abbastanza lineare – analizza –. Dopo la acconsentito a “piazzarmi” da qualche parte. C ARCHIVIO maturità scientifica al Curie di Pinerolo ho Un’opzione del genere non è mai stata neppure MARCO CARCIOFFO studiato ingegneria aerospaziale. Il motivo? considerata e mi ha permesso di seguire Semplice interesse personale. Fin dalla davvero la mia indole». Questo non senza fleet administrator tenera età sono stato affascinato dalla assorbire alcuni valori che tuttora guidano il Responsabile della flotta, è complessità dell’aeroplano, una macchina suo lavoro: «Sono indicazioni di buonsenso la persona che si occupa di ac- che non può lasciare indifferenti». Carcioffo che valgono per qualunque occupazione. E quisire o dismettere gli aerei ha poi effettuato due stage alla Meridiana, nel sono più da “anni Sessanta” che da manager di sulla base del fabbisogno di una compagnia aerea. 2005 e nel 2007. «Quest’ultima esperienza grido – sorride –. Ritengo però siano molto non è mai finita: dopo sei mesi sono stato valide e penso abbiano influenzato notevol- Meridiana assunto e ho vissuto per sette anni a Olbia». mente il mio approccio al lavoro». Marchio con cui sono note le Con il matrimonio alle porte, arriva anche Ottenere gli obiettivi prefissati, essere aziende Meridiana Fly e Air la decisione di tornare al Nord: «In Sardegna conscio che si incontreranno delle difficoltà Italy. La flotta complessiva può purtroppo non c’erano opportunità per mia da superare nel migliore dei modi, farsi contare su 16 aerei, destinati a moglie, che è insegnante – racconta –. Inoltre, guidare nell’azione da un misto di coraggio e crescere in modo considerevo- era interesse dell’azienda potenziare questo buonsenso, osando quando è il momento ma le se si concretizzerà la part- polo». Oggi lavora a Malpensa, a pochi allo stesso tempo sapendo cambiare strada nership con Qatar Airways, che minuti da quella che è diventata casa sua e quando serve. Sono questi alcuni dei consigli dovrebbe acquisire il 49% delle azioni della compagnia (al mo- non così lontano dalla città in cui aveva da buon padre di famiglia che hanno permes- mento di andare in stampa l’ac- vissuto da bambino, Borgosesia, dove il padre so a Marco di capire molto presto che «le cose cordo non era ancora stato fir- lavorava prima del trasferimento a Pinero- purtroppo non vanno quasi mai nella mato). lo. direzione prefissata. Un buon manager «Nel Pinerolese mantengo una serie di tuttavia riesce a indirizzare i diversi elementi Malpensa affetti, dagli amici degli anni della scuola a verso gli obiettivi aziendali e non si limita Nel 2011 Meridiana ha acqui- una parte della mia famiglia. Sono anche solo a inseguire quelli personali». sito Air Italy, giovane compa- consigliere comunale a Cantalupa. Bellinza- Altra virtù sottovalutata? «La pazienza. Si gnia italiana con sede e base d’armamento all’aeroporto di go non è così lontano e torno spesso nei tende a volere tutto subito sacrificando la Malpensa. luoghi dove sono cresciuto». E dove il padre pianificazione e dimenticando la costanza». ha tuttora un ruolo rilevante. C’è mai stato un momento in cui il cognome lavorava «Papà è sempre stato il capo del posto in cui Carcioffo ha oscurato la personalità di Era direttore dell’azienda Ze- lavorava, ma per me non è mai stato né un Marco? «No, mai. Credo che in qualche modo gna Baruffa Lane Borgosesia peso né un motivo di vanto – afferma Marco io abbia contribuito a non farlo succedere. Spa. –. Semplicemente, era la normalità». Non lo avrei potuto sopportare».
«Non siamo figli d’arte» 155 Heloise Garello, bagnolese: a sinistra, al lavoro nella sede dell’agenzia di comunicazione Why di Torino; a destra insieme al padre medico, alla madre fisioterapista e al fratello studente di Medicina. C ARCHIVIO HELOISE GARELLO Bocconi La Bocconi di Milano è un’uni- versità privata che esiste dal 1902 ed è stata la prima in Italia a offrire un corso di laurea in Economia. Oggi i suoi corsi co- prono le aree del management, della finanza, delle scienze so- ciali e del diritto, oltre ovvia- TRA CULTURA E BUSINESS all’estero e, una volta laureata, ha iniziato mente all’economia. La sua qua- «Ho lasciato definitivamente il Pinerolese uno stage da Luxottica. lità accademica e quella della durante gli anni dell’università, quando sono sua ricerca sono riconosciute a entrata in Bocconi. Ho passato a Milano NEL MONDO DEL LUSSO livello internazionale. Il presi- sette anni e adesso vivo e lavoro a Torino». E DELLA MODA dente dell’Università Bocconi è – dal 1994 – Mario Monti, in pre- Heloise Garello, originaria di Bagnolo «Dopo lo stage non c’erano possibilità di cedenza rettore dell’ateneo. Piemonte, è figlia di Eraldo, medico di inserimento in azienda, così la mia responsa- famiglia, e Rinella Piccato, fisioterapista. bile mi ha segnalata all’agenzia per cui lavoro Conservatorio Dopo il liceo classico al Porporato di Pinerolo attualmente». Il cambio di datore di lavoro, Scuola di alta formazione ha deciso di orientarsi su studi economici e paradossalmente, non l’ha portata lontano musicale e artistica. Garello ha non seguire il ramo medico-sanitario, «anche da Luxottica: «Per un anno e mezzo mi hanno frequentato il Giorgio Federico se a mio padre avrebbe fatto piacere e a me in incaricato di seguire, come consulente Ghedini di Cuneo. fondo non sarebbe dispiaciuto». Altri interessi esterno, proprio la mia ex azienda. In hanno avuto la meglio e Heloise, classe 1988, si seguito, però, ho iniziato allargando il mio estero Ha passato sei mesi alla Busi- è iscritta al corso di Economia e Management per portafoglio clienti, spostandomi negli uffici ness School di Copenhagen per Arte, Cultura e Comunicazione dell’ateneo milanesi della mia agenzia». uno scambio, ha lavorato alla milanese. «Inizialmente il mio sogno era A fine 2015 l’agenzia di comunicazione Why Camera di Commercio italiana gestire istituzioni culturali come teatri d’opera ha chiuso la sede meneghina e concentrato il dell’Ontario a Toronto e si è oc- e musei, o lavorare all’interno di case cinema- lavoro sotto la Mole: «Ai tempi dell’universi- cupata di online marketing a tografiche o di moda. Durante gli anni delle tà non avrei mai immaginato che esistesse il Mediaset: «Era il 2012 e volevo superiori mi sono anche diplomata al Con- settore di cui mi occupo oggi, ma sono molto capire come funzionava questo servatorio in pianoforte e ho sempre avuto soddisfatta: non seguo aziende strettamente mondo, che allora era davvero una passione per tutto ciò che riguarda l’arte, legate al mondo della cultura, tuttavia agli albori in Italia», racconta. la musica e la letteratura». Valutando i vantano prodotti dalla forte componente Luxottica possibili sbocchi a mente fredda, Garello ha estetica, che in qualche modo hanno una Azienda italiana, nata nel Bel- però preferito indirizzarsi verso un percorso parte “artistica”». lunese, che produce e commer- che fornisse basi gestionali e non solo compe- Queste premesse e un contratto a tempo cializza occhiali. Oggi vende i tenze umanistiche, «bellissime ma purtroppo indeterminato in tasca non fanno smettere di suoi marchi in tutto il mondo, con poche possibilità lavorative». sognare Heloise: «Adoro cambiare – sorride –. mentre gli stabilimenti produt- Frequentando i corsi della triennale, E mi piacerebbe lavorare in una multinazio- tivi sono distribuiti in Italia (do- Heloise si è resa conto che anche la gestione nale della moda, del lusso o della cosmesi». ve ce ne sono sei), in Cina (tre), in delle imprese culturali non è un settore con Arte sì, insomma. “Figlia d’arte” mai. «Non Brasile e negli Stati Uniti (uno). In India, un piccolo stabilimento grandi opportunità: «Soprattutto in Italia – mi sono mai sentita obbligata a fare qualcosa serve il mercato locale. specifica –. Allo stesso tempo, ho scoperto di perché figlia dei miei genitori, né il mio amare le materie economiche che non avevo cognome è stato un problema. Però non clienti mai studiato prima. Nella magistrale mi sono vedevo l’ora di andarmene di casa – confida Tra quelli seguiti direttamen- quindi indirizzata verso il percorso in –: a Bagnolo ero sempre la figlia del medico, te da Garello ci sono, oltre a Lu- Management». Durante il periodo milanese mentre a Milano nessuno mi conosceva e mi xottica, anche Bulgari Fragran- Garello ha completato la sua formazione sono sentita più libera di realizzarmi». ze e L’Oreal.
156 Comunità Arma DALLE CALZE ALL’ALGERIA padre. Lui sembra nato per essere un Carabi- L’Arma dei Carabinieri dipen- «Circa una volta al mese passo qualche niere». de dal Ministero della Difesa e giorno in Algeria e in Turchia a incontrare i Per Filippo la famiglia è centrale: a fine da quello dell’Interno. È infatti nostri clienti più importanti e a cercare nuovi settembre sposerà Chiara Selvaggio e le una forza armata, ma anche sbocchi commerciali. Sono spesso in viaggio, scelte personali hanno condizionato il suo una forza di polizia. ma l’ufficio di Torino è una certezza per me». percorso lavorativo anche dopo l’università. paesi Filippo Sciortino è figlio di Angelo, mare- «Finiti gli studi in Economia, ho lavorato Prima a Canneto sull’Oglio e sciallo, da vent’anni comandante dei Carabi- per un anno circa in un’azienda di consulen- poi a Piubega. Si trovano a una nieri di Torre Pellice. za per privati e aziende. Poi, nell’autunno del ventina di chilometri di distan- Quando si è trattato di scegliere come 2013 sono stato contattato dal Gruppo za. proseguire gli studi, l’idea di entrare nell’Ar- Calzedonia: erano alla ricerca di un com- ma non lo ha neppure sfiorato: «Mio padre è merciale che avesse come area di riferimento Economia sempre stato costretto a viaggiare molto a una parte del Piemonte. Ho lavorato per loro Sciortino frequenta i corsi causa del suo lavoro – ricorda –. Io sono nato fino al gennaio 2016». della triennale in Economia del- a Torino ma ho passato i miei primi anni in Dopo un anno nell’Ovest del Piemonte, le Imprese a Pinerolo, mentre completa la sua formazione con due paesi diversi in provincia di Mantova. Filippo è stato trasferito nel Milanese: la magistrale in Business Admi- Poi, nel 1997, c’è stato il trasferimento a Torre «L’obiettivo dell’azienda era crescere dei nistration (economia aziendale) Pellice, che per me è stato davvero traumati- commerciali per il mercato estero – spiega –. a Torino. co. Avevo nove anni e ho dovuto lasciare tutti Io non volevo trasferirmi e quindi, una volta i miei amici, dopo aver già mutato una volta scaduto, il contratto non è più stato rinnova- Gruppo Calzedonia residenza. Nel primo caso si trattava di pochi to di comune accordo». Nata nel 1986 a Verona, oggi chilometri, ma per un bambino cambiare Dopo aver inviato qualche curriculum, l’azienda conta oltre 1.750 ne- scuola e città è sempre un problema». Questo Sciortino approda alla sua attuale azienda, la gozi in tutto il mondo. Il core aspetto ha segnato Filippo, condizionandone Tuxor di Torino: «Ci occupiamo della vendita business deriva dalla vendita di calze e costumi attraverso una le scelte un decennio dopo. di prodotti siderurgici, dal classico tondino di rete di negozi in franchising. «Ho imparato ad apprezzare il lavoro di ferro ai materiali per la costruzione di ponti mio padre solo con il tempo – analizza – spiega –. Io sono un commerciale e mi Sciortino –. Con il senno di poi penso che se occupo del mercato algerino e, da poco, di avessi un altro tipo di vita, se fossi single, forse quello turco. Ogni 4-6 settimane mi reco in avrei potuto valutare una carriera nell’Arma. loco e giro il territorio con i nostri agenti Sarebbe per me motivo d’orgoglio personale, locali per capire di persona le esigenze dei ma non so se avrei la stessa passione di mio nostri clienti». Per il resto del tempo, quello Filippo, figlio del maresciallo Angelo Sciortino di Torre Pellice, non ha seguito le orme del padre: si è laureato in Economia (a sinistra, il giorno della discussione della tesi) ed è diventato un commerciale per Tuxor, con frequenti trasferte in Italia, Algeria e Turchia. C ARCHIVIO FILIPPO SCIORTINO
«Non siamo figli d’arte» 157 di Sciortino è un lavoro d’ufficio: «Si tratta di tipo di contatto con il pubblico richiede una Fca sbrigare le pratiche e lavorare sugli ordini pazienza che io so di non possedere. Mi piace Azienda italo-americana, rag- raccolti durante le trasferte». avere a che fare con le persone, ma a piccole gruppa i marchi che appartene- dosi – strizza l’occhio Salvai –. Non mi vano al Gruppo Fiat e a Chrysler. UNA VITA IN CASERMA sarebbe dispiaciuto il lavoro di mio padre, La fusione avvenne nel 2014. La famiglia di un maresciallo ha a disposi- che è rappresentante, ma lui me l’ha sempre feedback zione un appartamento in caserma. Letteral- sconsigliato. Oggi, in realtà, non ho un Risposte, opinioni, commenti. mente. Questo può creare qualche problema impiego così diverso». In Fca Salvai si occupa ai figli, soprattutto durante l’adolescenza. infatti di ideare incentivi e sconti da proporre prima dei termini «Abbiamo a lungo abitato sopra la caserma di ai clienti. Di regola il mandato pastora- Torre – conferma Sciortino –. Le conseguen- «Dopo la laurea triennale, in realtà, avevo le dura sette anni rinnovabili, ze, al di là della soggezione iniziale che intenzione di smettere di studiare – rivela –. ma la sua applicazione gode di esercitava sui miei amici, sono tante». Dal Ho continuato solo grazie all’insistenza dei una certa elasticità legate alle non poter fare troppo rumore perché al piano miei. Una volta iniziata la magistrale in esigenze personali dei pastori. di sotto non c’è la classica vecchietta arcigna Economia e Direzione d’impresa, però, non ho più È tuttavia consuetudine, a me- no di gravi problemi, rimanere ma qualcuno che sta esponendo un problema avuto dubbi». Per laurearsi l’università presso una comunità per sette o un disagio, «all’essere costantemente richiede uno stage obbligatorio: «Mandai per o addirittura quattordici anni. controllati: tutti i carabinieri in servizio scherzo il curriculum in Fca e, a sorpresa, mi sanno chi entra e chi esce da casa tua. Questo chiamarono. Per sei mesi ho lavorato giocoforza limita la tua libertà». nell’area di supporto alle vendite». Certo, ci sono anche dei pro: «È ovviamente Terminata quell’esperienza, Cristina è un’abitazione sicura». Ma si è sempre sul “chi tornata a preparare esami all’università. va là”. Molte emergenze hanno interrotto i Qualche mese dopo, una nuova chiamata per sonni del maresciallo e della sua famiglia: sottoporsi a una serie di colloqui. Finalità: «Di notte la caserma è chiusa e risponde il l’assunzione. «È stato un periodo molto Comando di Pinerolo. Siccome sul citofono stressante perché inizialmente dall’azienda c’era anche il campanello “Sciortino”, è non arrivavano feedback. Io dovevo capire successo più di una volta che la gente suonas- se la priorità era laurearmi il prima possibile se direttamente a noi...». o puntare al massimo dei voti, rifiutando i Al di fuori delle mura domestiche le cose risultati meno soddisfacenti». Dopo un paio non sono state più facili: «Ero sempre il figlio di mesi, a luglio, finalmente la risposta: «Mi del maresciallo: tutti sapevano chi ero. avrebbero presa, ma a condizione che mi Dovevo fare attenzione alle persone che fossi laureata entro dicembre. Mi hanno frequentavo e, anche crescendo, limitare proposto un contratto a tempo indetermina- certe “bravate”. Con un padre carabiniere to, ma avevo già detto di sì prima di sapere certe cose non le ho mai potute fare. A tutto ci che cosa sarei andata a firmare». si abitua, ma a casa nostra c’è sempre stato Il nuovo lavoro implica i primi sacrifici, a un certo rigore su questi aspetti». partire dalle vacanze: «Passai tutto agosto a scrivere la tesi», oltre al repentino cambio di UN CONTRATTO PRIMA DELLA LAUREA vita: «Il passaggio da studentessa a lavoratri- Avere gli occhi puntati addosso non è una ce non è stato indolore: dopo la giornata in prerogativa riservata ai figli dei militari: «Ho ufficio, la sera perfezionavo la tesi. Inoltre, marinato pochissime volte il liceo, ma, per scelta ho deciso di continuare a vivere in quando è successo, non avevo ancora svoltato provincia. Ho sperimentato la vita torinese l’angolo che mia madre parrucchiera già lo durante i mesi di stage e ho capito che non sapeva – scuote la testa Cristina Salvai, classe faceva per me: sono troppo abituata ad aprire 1991 originaria di Cavour che oggi vive a la porta e trovare un giardino! Il rovescio Macello –. In negozio sono appese alcune mie della medaglia sono i cento chilometri foto e le persone mi riconoscevano senza che giornalieri per andare e tornare». io potessi fare altrettanto». Laureata in Economia, oggi Cristina lavora PINEROLESE-MILANO E RITORNO La mamma Sandra è una nota per Fca. La mamma, Sandra Falco, è la «Nel 2009 mio padre ha comunicato alla pettinatrice di Osasco da oltre 30 anni. «Non comunità valdese di Milano che avrebbe parrucchiera a Osasco. ho mai pensato di seguire le sue orme, ma interrotto prima dei termini il suo Il papà Franco ammetto di averle detto che sarei andata a mandato di pastore. Non la presero bene. Poi è rappresentante. lavorare per lei, se dopo la laurea non avessi l’ha detto anche a me, e la presi… malissimo. Cristina Salvai, cavourese, trovato subito lavoro. Per fortuna non ce n’è Dopo cinque anni ero finalmente integrato: ha deciso di intraprendere stato bisogno». invece dovevo di nuovo fare le valigie e studi economici Acconciare quotidianamente le clienti spostarmi a duecento chilometri di distanza, e oggi lavora in Fca. significa saper mettere in campo, all’occor- in quello che, al confronto, è un paesino. C ARCHIVIO renza, doti da psicologo e consigliere: «Quel Pinerolo». CRISTINA SALVAI
158 Comunità moderatore della Tavola Jean-Luc Genre ricorda così il momento in Presiede la Tavola valdese, cui – a 19 anni, mentre stava preparando l’organo che rappresenta le l’esame di maturità – ha appreso dai propri chiese metodiste e valdesi di genitori che la famiglia sarebbe tornata nelle fronte allo Stato. Gianni Genre Valli, dove lui aveva trascorso solo una parte è stato intervistato nel numero della prima fase della sua vita. 2 a proposito della vicenda de- gli ospedali valdesi. A Milano aveva frequentato il liceo, costruito una rete di amici, trovato una case dei professori squadra di calcio e una ragazza. «Non volevo Si trovano in via Beckwith. Fu- lasciare tutto questo. Per mesi ho pensato di rono costruite nel 1847 per ospi- rimanere, da solo. Ma sarebbe stato difficile: i tare gli insegnati del Collegio. prezzi degli appartamenti sono altissimi e avrei dovuto lavorare studiando». tempio Jean-Luc è uno dei tre figli di Gianni Genre, Il pastore e la famiglia vivono in un appartamento nelle adia- pastore valdese che è stato moderatore del- cenze del tempio, spesso nella la Tavola e attualmente guida la comunità stessa costruzione (come av- di Pinerolo. Il suo ruolo l’ha portato a viene per esempio a Pinerolo). spostarsi molto: «Io sono nato a Torino e ho passato i primissimi anni di vita a Ivrea – corso racconta il figlio –. Poi, dal 1994, eccoci a Si chiama Lingue e Culture Villar Pellice. Nel 2000 mio padre è diventa- per il Turismo, anche questo a to moderatore: gravitava soprattutto su numero chiuso. Roma, ma vivevamo in un appartamento d’anni ha vissuto di piccoli lavoretti: promo- Rosa dei Venti all’interno delle case dei professori di zione di eventi culturali, corsi di lingue e Agenzia viaggi di Luserna Torre Pellice. Il cambiamento da Villar non fu traduzioni. «Per sei mesi ho effettuato un San Giovanni, ne parliamo a pa- traumatico: ci spostammo di pochi chilome- tirocinio alla Rosa dei Venti di Luserna San gina 88 del numero 4, all’inter- tri e io finii le elementari lassù». Giovanni. È stata un’esperienza che mi è no dell’articolo L’agenzia viag- Il primo shock è datato 2004, con la notizia piaciuta molto, ma purtroppo il turismo gi si reinventa. del trasferimento a Milano: «A 14 anni sono stava attraversando una fase difficile e la stato catapultato, provenendo dalle scuole titolare non ha potuto confermarmi». Jobs Act medie di Torre Pellice, in uno dei licei più Nel 2015 la svolta: il mobilificio Griva è di La riforma del lavoro varata dal Governo Renzi tra il 2014 e grandi del capoluogo lombardo. Scelsi il Pinerolo cerca una persona per l’ufficio export. il 2015. Tra le principali novità, linguistico, eravamo solo due maschi. I primi Jean-Luc si candida e viene selezionato. «Sono il contratto a tutele crescenti mesi sono stati duri, soprattutto perché non stato uno dei fortunati del Jobs Act – sorride –. per combattere il precariato e era facile praticare lo sport, che è sempre stato Inizialmente mi avevano proposto un forti agevolazioni fiscali per le il mio modo di integrarmi: il tempio è in contratto di apprendistato, poi i consulenti imprese che avessero assunto pieno centro, le squadre di calcio tutte in suggerirono il tempo indeterminato per poter un giovane a tempo indetermi- periferia. Non riuscivo a prendere le misure godere dei vantaggi fiscali introdotti dal nato. con la città e nel periodo iniziale sono pure Governo Renzi». Agape stato rapinato in tram. Insomma: un disastro». Il lavoro? Gradevole. «Commerciamo Il Centro Ecumenico di Agape Finalmente, trovata una squadra in cui soprattutto con la Francia e la Svizzera france- organizza campi cui possono giocare, Jean-Luc, ha iniziato a legare con i se e ho anche la possibilità di viaggiare un po’». prendere parte volontarie e vo- coetanei e con la città. «È vero, Milano è Jean-Luc non ha mai pensato di diventare lontari di tutto il mondo. Duran- caotica, ma è anche un posto che offre molto, pastore come il padre e – prima di lui – il te questi spazi di incontro e di sia per il tempo libero sia per il lavoro». nonno: «Loro hanno una grande vocazione, discussione, ci si confronta su di- Occorreva solo abituarsi. Lo stesso è avvenu- l’unico modo per poter fare bene quel tipo di versi temi come spiritualità, teo- to – in seguito – dopo il trasferimento a lavoro. Nè io né i miei fratelli l’abbiamo, quindi logia, attualità, politica, que- Pinerolo. «Dopo il rigetto iniziale, posso dire, stioni di genere e così via. ci siamo orientati su altro». Oggi Jean-Luc non a distanza di anni, che sono stato positiva- frequenta la chiesa in modo assiduo: «Non ho Servizio civile nazionale mente colpito da questa realtà, perché ha mai preso parte con costanza alla vita di Istituito nel 2001, è aperto ai molto da offrire – sorride Jean-Luc –. Appena comunità – ammette – e mi sono sempre ragazzi tra i 18 e i 28 anni, è una arrivato, ad agosto, mi sono subito iscritto a opposto categoricamente a frequentare i forma di volontariato da pre- un torneo di calcio e ho trovato la squadra in campi di Agape. In famiglia c’è stata qualche starsi presso enti accreditati. cui gioco ancora oggi, a Perosa Argentina». discussione, ma nessuno mi ha mai obbligato». Gli incarichi sono prevalente- Genre ha frequentato l’università a Torino: Proprio perché non si è mosso molto nel mente di utilità sociale o di pro- «Il mio sogno era diventare fisioterapista, ma mondo valdese, Jean-Luc non ha mai perce- mozione culturale. Dal 2005 è non sono riuscito a passare la selezione. Così pito l’influenza del proprio cognome… previsto un rimborso spese di 433,80 euro netti al mese a ho optato per un corso all’interno della tranne una volta: «Quando mi iscrissi al fronte di un impegno annuo di facoltà di Lingue Straniere». Una volta Servizio civile nazionale – racconta –. An- almeno 1.200 ore (diventate discussa la tesi triennale, Jean-Luc ha deciso che per ragioni logistiche avevo scelto una 1.400 l’anno successivo). di non proseguire gli studi e per un paio struttura valdese in Val Chisone. Arrivai
«Non siamo figli d’arte» 159 primo, ritengo per meriti miei, ma in quel Poco per volta Genre si è riavvicinato a Marco Fraschia frangente sentivo di essere visto prima di Grenoble, dove nel 2014 ha sostenuto Docente di Lettere Antiche al tutto come “figlio di Gianni”». l’aggregation, l’esame di livello superiore, Collegio valdese. Oggi è il pre- che permette di insegnare anche all’universi- side. L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA tà, oltre che di avere uno stipendio migliore e Jean-Luc, classe 1990, ha un fratello più pic- di dedicare alcune ore alla ricerca. scuole di specializzazione colo, William, che ha terminato la maturità Da tre anni Genre insegna italiano alla Cité Le scuole di specializzazione all’insegnamento secondario classica, e uno più grande, Marco, che vive e Scolaire Internationale di Grenoble e tiene corsi (Ssis) furono chiuse con una lavora a Grenoble. Il primogenito ha passato i per adulti all’università. «La mia parabola ha legge del 2006, dando la possi- primi anni di vita in Calabria, per poi avuto un esito positivo: adesso sono contento bilità di iscriversi alle gradua- spostarsi a Ivrea, dove i ricordi sono più del mio lavoro e della mia vita in Francia. torie agli studenti che le fre- vividi: «È lì che ho stretto le prime amicizie. Non ho mai davvero pensato di seguire le quentarono fino al 2008 (e, Erano gli anni della Olivetti e ricordo un orme di mio padre: penso che ciascuno debba dopo vari ricorsi, anche a quelli grande dinamismo», racconta oggi. Per realizzare i propri talenti, sennò si rischia di del biennio successivo). Nei due Marco, più grande di sei anni rispetto a diventare il prolungamento di un genitore anni di frequenza venivano for- Jean-Luc, il trauma è stato il trasferimento dalla personalità molto forte». mati gli insegnanti delle scuole dall’Eporediese a Villar Pellice: «Frequentai lì Difficile essere figlio del moderatore: secondarie di primo e secondo la quinta elementare e poi passai tutta «Quando ero al Collegio valdese vinsi per un livello (medie e superiori). Nel 2011 fu attivato il Tirocinio for- l’adolescenza in valle. Il trasloco da Ivrea fu paio di volte la borsa di studio assegnata per mativo attivo (Tfa), un corso di un salto grande». merito e i miei compagni mi prendevano in un anno al termine del quale A 19 anni si è iscritto a Lettere Classiche giro…». Ma quello che è pesato di più, prima viene concessa l’abilitazione. all’università di Milano. Il periodo meneghino al bambino e poi all’adolescente, è stato «il è trascorso senza difficoltà e, verso la fine del lato pubblico di mio padre: casa nostra è classe di concorso percorso universitario, Marco ha iniziato a sempre stata piena di gente che in qualche Codice alfanumerico che guardarsi attorno: «Il mio sogno era di modo io e i miei fratelli siamo stati costretti a esprime l’insieme delle mate- insegnare lettere antiche nei licei. Al Collegio “subire”. Si conoscono tantissime persone, rie che possono essere inse- valdese avevo ammirato Marco Fraschia e ma non sempre io ero così aperto all’acco- gnate da un docente. Per cia- mi chiedevo perché non avrei potuto seguire glienza come i miei genitori. Qualche volta scuna classe di concorso ci anch’io quella strada». La risposta, amara, avrei preferito godermi la compagnia della sono delle graduatorie in cui arriva con la chiusura delle scuole di specia- vengono inseriti gli insegnanti mia famiglia senza interferenze esterne». abilitati e quelli non abilitati. lizzazione e l’introduzione di nuovi parame- Per il fratello di Marco, Jean-Luc, questa è tri per accedere all’insegnamento. Gli studenti la quotidianità ancora oggi: «Casa nostra si aggregation in formazione in quegli anni si sono trovati in trova letteralmente dentro il tempio: telefono Nel 2011 Genre aveva invece una sorta di limbo: «Per abilitarsi nella mia e citofono suonano in continuazione. sostenuto il capes, che abilita classe di concorso sarebbero serviti esami Ovviamente nessuno cerca mai me, motivo all’insegnamento nelle scuole aggiuntivi e, con il blocco del turnover, potevo per cui… ho smesso di rispondere!». medie e superiori. aspirare solo a diventare supplente, oppure rivolgermi alle scuole private». Genre matura così l’idea di spostarsi in Francia: «Avevo un appoggio familiare a Marco e Jean-Luc Grenoble e mi sono trasferito lì, nella speran- Genre con il padre za di continuare a studiare. Per un anno ho Gianni, pastore condiviso una mansarda, facendo ricerche valdese. sulla mitologia greca aspettando che arrivas- Nella pagina se una borsa di studio». Dopo il primo anno accanto posano di ambientamento, però, Marco ha optato per insieme al fratello l’insegnamento: «Avevo una gran voglia di William. iniziare a lavorare per davvero, così mi C ARCHIVIO preparai per l’esame. Oltralpe il concorso FAMIGLIA GENRE pubblico è bandito ogni anno e chi lo supera ha la certezza della cattedra». Quello che il candidato non può decidere è la sua colloca- zione geografica: «Sono finito in un paesino in aperta campagna. Dovevo trascorrervi l’anno di tirocinio, propedeutico per l’inse- gnamento. È stato un periodo difficile: ero sfinito e ho pensato di tornare in Italia. Fortunatamente l’anno successivo andò meglio: lo passai non lontano da Lione, con un tutor che mi ha aiutato a ritrovare la fiducia in me stesso».
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