NEONATI E PRIMI MALANNI - GUIDA SEMI-ESAUSTIVA - laprimanina.it - La Nina

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NEONATI
E PRIMI MALANNI
  GUIDA SEMI-ESAUSTIVA

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Care prime mamme,
sì d’ora in poi vi chiamerò così perché noi mamme con poca esperienza siamo
un po’ come le “prime donne” desiderose d’attenzioni.

Scherzi a parte, vorrei darvi qualche consiglio senza pretesa di esaustività - ci
tendo a sottolinearlo! - sui i primi malanni.

Partiamo dal dilemma dei dilemmi: quando è necessario chiedere supporto al
pediatra? Oppure…Quando andare in ospedale?

So già che noi mamme ci auguriamo che nostro figlia o figlia stia sempre bene
e non abbia mai necessità di visite straordinarie oltre a quelle canoniche ma
purtroppo è del tutto naturale che talvolta si ammali

Una notizia bomba. questo stato di ansia vi accompagnerà per il resto della
vita, non si affievolisce man mano che il piccolo cresce.

Figli piccoli, piccole preoccupazioni. Figli grandi, grandi preoccupazioni.

Quindi se potete cominciare ad allenarvi e tranquillizzatevi il più possibile.
Non è strettamente necessario portarlo dal pediatra ad ogni preoccupazione.
E ve lo dice una che ha fatto esattamente così fino a che, stremato, mi ha dato
queste linee guida che ho conservato gelosamente e che ora condividerò con
tutte voi.

Riporto step by step tutti i comportamenti da seguire.
Cominciamo però dall’inizio.

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A chi rivolgersi?
Il pediatra di famiglia non è l’unico operatore a cui potersi rivolgersi. E’
importante che voi sappiate che in mancanza di esso operano altri servizi.
Per perseguire l’obbiettivo di sicurezza ed efficienza dei servizi è importante
comprendere le priorità da seguire:

Step 1 – Servizio di Base

  • Pediatra
    La figura di riferimento per la salute del vostro bambino e il primo a cui
    rivolgersi. Non vo parlerò in questo momento della scelta del pediatra
    perché credo che questo richieda un approfondimento a parte.

  • Consultori
    Punto d’incontro tra genitori e operatori sanitari. Utile per ridimensionare
    i problemi e trovare soluzioni di buon senso per ridurre ansie e paure dei
    genitori.

Step 2 – Servizi Specialistici

  • Reparti ospedalieri e Ambulatori specialistici
    sarà il pediatra stesso che in caso di necessità di diagnosi o cura di
    malattie che richiedono tecnologie avanzate, vi garantirà un accesso
    rapido al reparto di pediatria presso l’ospedale o vi indirizzerà presso lo
    specialista di cui avete bisogno. Non fate di testa vostra!

Step 3 – Emergenze

  • Guardia medica
    Garantisce assistenza nelle ore in cui il pediatra di famiglia non è
    reperibile ma è bene sapere che è un servizio prestato da medico
    generico, non specialista.

  • Pronto Soccorso
    Non è un ambulatorio specialistico, è il servizio organizzato per

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affrontare situazioni di emergenza e urgenza. I casi da ritenersi
     di urgenza sono: ingestione di sostanze tossiche o formaci in dosi
     eccessive, ferite profonde, sospette fratture, perdita di coscienza,
     ustioni, convulsioni, difficoltà improvvisa a respirare. Non è pertanto
     adatto a soluzioni di problemi di crescita, di alimentazione, di febbre
     non accompagnata a repentini cambi di comportamento, in questi casi
     occorre rivolgersi al pediatra.

Quando?
Bisogna fare la prima visita di controllo entro i primi 15 giorni di vita,
successivamente ogni mese fino al compimento del primo anno di vita. Sono
particolarmente raccomandati i bilanci di salute alle seguenti età, da eseguirsi
preferibilmente prima dell’esecuzione delle vaccinazioni:

• 2°-3° mese

• 4°-5° mese

• 10°-12° mese

• 24° mese

• 36° mese

• 5°-6° anno

Dopo, una visita l’anno può bastare, sempre che non vi siano particolari
necessità nel frattempo.

Le situazioni che vanno sempre segnalate sono:

• Vomito e/o diarree ripetuti

• Reflusso con perdita di peso o segni debilitanti, potrebbero se non curati
  portare ad un esofagite

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• Febbre se il bambino ha meno di 28 giorni di vita

Un neonato che ha la febbre, deve venire portato subito in ospedale, per
l’elevato rischio di patologie. Se invece si tratta di lattante, cioè bambino
dalle 4 settimane compiute fino al compimento del dodicesimo mese di età, è
necessario farlo visitare in giornata dal pediatra.

In ogni caso è bene rivolgersi rapidamente al pediatra se il lattante ha la febbre
per più di 24 ore, piange in maniera inconsolabile, rifiuta completamente il
cibo o assume un comportamento inusuale.

  • Ittero oltre il primo mese

  • Cianosi (colorito bluastro della cute) diffuso e persistente anche se il
    neonato non piange

  • Crescita lenta (se dopo ave adottato le necessarie misure di
    alimentazione il lattante continua a non crescere oppure cala di peso, pur
    assumendo una quantità sufficiente di latte, potrebbero esserci problemi
    di assorbimento intestinale o malattie infettive )

  • Rifiuta il latte per 3 – 4 poppate consecutive (potrebbe essere presente
    qualche problema metabolico ma la causa più frequente è generalmente
    un ‘infezione come cistite, otite, rinofaringite.

  • Aumento della frequenza respiratoria ( compie più di 40 atti respiratori in
    un minuto. oppure il suo ventre quando respira si svuota completamente,
    oppure le sue narici si dilatano durante la respirazione, si tratta sempre
    di segni importanti che potrebbero anche essere legati a malattie dell’
    apparato respiratorio .

  • La tosse è sintomo insolito nel neonato; pertanto quando è presente, onde
    scongiurare il pericolo di una pertosse.

  • Se un neonato appare eccessivamente irritabile oppure troppo tranquillo
    e sonnolento rispetto alle proprie abitudini.

  • Pianto insistente, se un bambino, messo a proprio agio, continua piangere
    insistentemente è meglio consultare il medico .

  • Oliguria. Un neonato può stare anche 12 o 24 ore senza urinare. Questo

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succede più facilmente se il clima o l’ambiente sono molto caldi,
     comportando una perdita di liquidi con il sudore e una ridotta formazione
     di urine, ma è sempre meglio informare il pediatra se il neonato bagna
     meno di 6 pannolini al dì.

Ultima ma non ultimissima cosa da sapere è che i controlli devono avvenire a
scadenze precise.

L’ecografia, per esempio, alle anche entro il terzo mese di vita e quella reno-
vescicale entro l’anno, in assenza di problematiche rilevanti (mancata
eruzione dei denti da latte, frenuli labiali e linguali corti, malformazioni
oro-facciali, malattie sistemiche con interessamento del cavo orale),
è consigliabile recarsi per un primo consulto dal dentista al termine
dell’eruzione di tutti i denti decidui (24-30 mesi).

Le coliche
Vorrei esordire dicendo che le coliche non sono la risposta a tutti i pianti
dei bambini sotto i 3 mesi.

Spesso mi è capitato di sentire dire che erano coliche quando in realtà magari
era solo il latte poco sostanzioso delle ore serali che portava ad avere più fame
o reflusso o altri fattori come il caldo. Insomma prima di dire che sono coliche
osservate bene il neonato e chiedete un parere medico, spiegando i sintomi
e non facendovi la diagnosi. Questo lo dico solo perché rischiate di curare il
vostro piccolo per qualcosa che non ha e finireste per non soddisfare i suoi
reali bisogni.

È un evento molto frequente che generalmente colpisce i lattanti sotto i tre
mesi di vita.

Le cause, sono ancora in parte sconosciute. Sono chiamati in causa fattori

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ambientali, come l’ansia dei genitori; fattori legati all’alimentazione, come
l’uso di cibi ricchi di carboidrati; possibili allergie o intolleranze al latte o ad
altri cibi assunti dalla mamma; l’eccessiva deglutizione d’aria, legata alla fame
e alla non perfetta coordinazione della suzione.

Per riconoscere una colica esiste una regola precisa e sintomi ben
riconoscibili.

  Per distinguere le coliche dagli altri episodi di pianto, si applica
  comunemente la regola del tre.
  In base a questa regola, formulata da Wessel nel 1954, sarebbe affetto da
  coliche un lattante soggetto a episodi di irritabilità con agitazione o pianto
  della durata di più di tre ore al giorno, con una frequenza pari ad almeno tre
  giorni alla settimana e da almeno tre settimane consecutive.

Un attacco di coliche gassose è caratterizzato da un esordio improvviso,
generalmente nelle ore pomeridiane o serali, di pianto intenso, acuto e
difficilmente consolabile. Le crisi di pianto sono accompagnate da agitazione,
arrossamento del volto e smorfie, flessione delle gambine verso l’addome,
possibile emissione di gas e probabile ricerca del seno materno come tentativo
di consolazione.

Poiché le cause possibili sono diverse e a volte contemporanee anche i
trattamenti saranno differenti. È comune l’osservazione che l’emissione di
feci e gas produca temporaneo sollievo al lattante. Di conseguenza cullare il
piccolo tenendolo in posizione prona sull’avambraccio così come praticargli
dei massaggi circolari in senso orario (senso del transito intestinale)
attorno all’ombelico, sono accorgimenti che possono apportare un beneficio
immediato, anche se temporaneo, favorendo l’emissione d’aria durante le
pause della poppata può essere d’aiuto. Offrire al piccolo un ambiente familiare
emotivamente stabile, senza eccessi d’ansia può rendere le coliche meno
frequenti e durature. Ricordate che anche un’alimentazione eccessiva o troppo
scarsa può favorire l’insorgenza di coliche.

In generale in caso di coliche è consigliabile bere molto ed evitare di mangiare

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in grandi quantità i seguenti alimenti: alcolici in genere (vino, birra, liquori),
the, caffè, bevande gasate, frutta secca, verdure aromatiche (cavolfiore, rape,
carciofi, asparagi), Spezie (rigano, peperoncino, prezzemolo, ecc), Aglio,
Formaggi fermentati (gorgonzola, mascarpone, ecc), Cibi speziati e carne in
scatola, Cioccolata, Legumi(ad eccezione delle lenticchie), Frutti di mare e
crostacei.

  Io posso affermare di aver salvato molte mamme in difficoltà con questo
  consiglio quindi tenetelo bene a mente:

REUTERIN o REUFLOR: Non è un medicinale, possono utilizzarlo tutti poiché
è solo un particolare ceppo di fermenti lattici. Potete tranquillamente chiedere
al vostro pediatra. Fino a oggi non sono stati identificati dei trattamenti
davvero efficaci per calmare le crisi, ma ora lo studio del Murdoch Children’s
Research Institute apre nuovi scenari. I ricercatori, infatti, hanno scoperto che
il probiotico Lactobacillus reuteri nei neonati con meno di tre mesi riesce a
ridurre le crisi di pianto.

Io l’ho utilizzato tutti i giorni per i primi 3 mesi, i bambini nati con cesareo
hanno la flora intestinale più debole, per questo inizialmente il pediatra me lo
aveva consigliato, dopodiché mi sono resa conto che quando ho cominciato a
sospenderlo la mia piccola si lamentava per le coliche allora ho ripreso e non
ha mai più sofferto tranne i giorni in cui lo finivo.Nel caso in cui le coliche
fossero molto frequenti e disturbanti, il vostro pediatra potrebbe consigliarvi
un preparato, sia esso naturale o farmacologico. A volte anche l’utilizzo di
sondini rettali può favorire l’emissione di feci e gas e comportare beneficio.
Tuttavia, solo su indicazione del pediatra curante si potrà somministrare
medicine o modificare la dieta.

Tosse e raffreddore
È un sintomo molto comune nell’età infantile, tanto da rappresentare, in molte
casistiche, la causa più frequente di consultazione medica. Può essere acuta,

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quando ha esordio brusco e breve durata, oppure cronica, quando dura da più
di tre settimane.

Normalmente la tosse compare quando un qualsiasi ostacolo impedisce la
normale respirazione: dal muco che si forma lungo l’apparato respiratorio a
qualche corpo estraneo che si introduce con l’aria inspirata (polveri, particelle
di cibo, liquidi); la tosse ha comunque lo scopo di liberare le vie respiratorie e
quindi proteggere i polmoni da infezioni o infiammazioni.

La maggior parte delle volte la tosse è causata da infezioni virali che
colpiscono le vie respiratorie, determinando faringite, laringite, tracheite o
bronchite. I bambini che frequentano le comunità (asili nido e scuole materne)
ne sono maggiormente colpiti, mentre è un sintomo insolito nel neonato;
pertanto occorre contattare il pediatra, onde scongiurare il pericolo di una
pertosse o bronchiolite.

In caso di raffreddore i neonati con meno di un anno d’età se hanno il
naso chiuso non riescono a succhiare e a mangiare bene, quindi risulta
fondamentale pulirlo sia per facilitare la loro alimentazione sia per permettere
un sonno notturno tranquillo.

Va precisato che circa il 70-80% delle infezioni respiratorie nei bambini
sono di natura virale e questo significa che non esiste una terapia mirata
al virus (come avviene invece nel caso dei batteri che vengono uccisi con
un antibiotico), bensì terapie utili ad alleviare i sintomi respiratori che le
accompagnano.

Occorre contattare il pediatra se:

  • il vostro bambino ha meno di un mese, e tossisce insistentemente

  • il respiro è difficoltoso, con produzione di sibili, anche dopo aver pulito il
    naso

  • la respirazione è frequente e il bambino sembra fare fatica e l’addome si
    svuota completamente ad espirazione, anche nei momenti di assenza di
    tosse

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• ha perso i sensi durante gli eccessi di tosse

  • le labbra diventano bluastre (cianosi) durante la tosse

  • c’è del sangue nel muco del bambino

  • c’è il sospetto di inalazione di corpi estranei (piccole parti di
    giochi, bocconi di cibo): in questo caso la tosse, di solito, compare
    improvvisamente dopo un momento in cui sembra che il piccolo stia
    soffocando

  • il bambino è o sembra molto sofferente

  • è presente febbre da più di 3 giorni

  • la tosse dura da più di 2 settimane

  • il bambino ha da 1- 3 mesi di vita e ha tosse insistente già da 2-3 giorni

  • sospettate un’allergia (per esempio ai pollini)

  • la tosse disturba il sonno del piccolo

  • si associa a vomito

Negli altri casi sarà sufficiente idratare il bambino somministrando liquidi per
bocca e pulire accuratamente il naso con soluzione isotonica, praticando a
seguire un aerosol con soluzione ipertonica, prima di ogni pasto.

Evitate il fumo passivo: il fumo ha un effetto irritante sulla mucosa respiratoria
e stimola la tosse, e mantenete il giusto grado di umidità nell’ambiente.

Usate gocce o sciroppi calmanti della tosse solo sotto consiglio del pediatra
curante

Febbre
É utile sapere che solitamente un bimbo in salute, durante i primi mesi non
si dovrebbe ammalare poiché ha ancora in corpo le difese immunitarie della
madre. Nei primi mesi è quindi raro che il lattante presenti febbre, se non post

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vaccinale o da disidratazione quando vi è caldo eccessivo, mentre è comune
intorno all’anno di vita.

Nel caso ci fosse un evento febbrile ci sono cose da sapere e da fare:

  • Contattare il personale competente

Se il bambino ha meno di 28 giorni di vita, le Linee Guida raccomandano
che il neonato febbrile venga portato subito in ospedale, per l’elevato rischio
di patologia, se invece si tratta di lattante, cioè bambino dalle 4 settimane
compiute fino al compimento dei 3 mesi di vita, è opportuno consultare il
pediatra con sollecitudine.

Se invece ha più di 3 mesi, ricordate che il livello della temperatura (cioè una
febbre più o meno alta) non è sufficiente da solo a far capire se la malattia è
lieve o grave. È importante sapere che bisogna guardare il bambino più che
il termometro per decidere quando è il caso di preoccuparsi e consultare il
pediatra con sollecitudine, o quando invece è possibile rimanere tranquilli,
almeno per un po’, ad aspettare l’evoluzione spontanea della malattia (che
nella maggior parte dei casi va verso la guarigione spontanea in 2-4 giorni).

In ogni caso è bene rivolgersi rapidamente al pediatra se il lattante ha la febbre
molto alta (39 – 40°C) e/o nonostante la somministrazione del farmaco questa
non si abbassasse, oppure nel caso il bambino vi sembri sofferente, se fossero
presenti disturbi concomitanti, nel caso piangesse in maniera inconsolabile,
rifiutasse completamente il cibo o assumesse un comportamento inusuale.

Misurare correttamente la temperatura

Vi sono diversi strumenti per la misurazione, ma quelli consigliati sono: il
termometro pediatrico a mercurio o quello digitale. Personalmente avevo
acquistato quello digitale che si posiziona sulla fronte ma non mi fidavo mai e
alla fine utilizzo sempre quello pediatrico digitale rettale.

Nel bambino molto piccolo è consigliabile misurare la temperatura per via
rettale; infatti questa misurazione è attendibile, precisa e abbastanza veloce.

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Per la misurazione è preferibile lubrificare il bulbo del termometro con della
vaselina o dell’olio e, dopo avere sdraiato il bambino sul fianco o a pancia in
giù, introdurre il termometro per circa 2 cm, accostare i glutei e tenere fermo
il bambino per tutto il tempo necessario all’operazione. Trascorso il tempo
necessario si leggerà sul termometro il valore della temperatura misurata.

Per rapportarlo alla temperatura ascellare bisognerà sottrarre 5 lineette (mezzo
grado).

Cioè un valore di 38°C di temperatura rettale corrisponderà a circa 37,5°C
ascellare. Può essere considerato febbrile un valore al di sopra di 37.5°C.

Evitate di misurare la temperatura alla sera, perché in genere è più alta di un
grado; vicino ai pasti o dopo avere bevuto liquidi molto caldi o freddi (lasciare
trascorrere almeno mezz’ora); inoltre non misurare la temperatura appena il
bambino si è svegliato ed è ancora coperto.

La temperatura febbrile non è direttamente proporzionale all’entità
dell’infezione

L’aumento della temperatura corporea avviene per l’attivazione delle difese
naturali ed è esso stesso uno dei meccanismi attraverso il quale l’organismo
del bambino reagisce quando viene aggredito dall’esterno da un virus o da
un batterio, che prediligono una temperatura più bassa. La febbre può essere
provocata sia da malattie poco gravi (la maggior parte delle volte), sia da
malattie più impegnative (molto più raramente). Una febbre molto alta, per
fortuna, non vuol dire per forza che ci troviamo in presenza di una malattia
molto grave.

Impiegare l’antipiretico in funzione del malessere del bambino

La febbre, ha lo scopo di creare condizioni sfavorevoli alla vita di virus e
batteri, se non causa toppi disagi non è opportuno contrastarla nel corso di
una malattia infettiva, soprattutto quando non supera i 38 °C, quindi l’usi
antipiretici è consigliato con temperature superiori ai 38/38.5°C ascellari,

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ovvero ai 38.5/39°C rettali o auricolari. Il farmaco abbassa la febbre dopo circa 1
ora, e la sua efficacia persiste di solito per 4-5 ore.

Come abbassare la febbre

Paracetamolo e ibuprofene sono gli unici farmaci antipiretici da utilizzare. Per
favorire la naturale evoluzione della febbre, prima di tutto è importante non
coprire eccessivamente il bimbo per consentire al corpo di disperdere il calore,
perciò ad una temperatura ambientale di 19- 21°C lasciamo pure il piccolo con
una leggera tutina di cotone, oppure semplicemente con il body se la febbre
è sopra i 39°C. Da evitare i sistemi fisici come spugnature e ghiaccio, perché
potrebbero essere dannosi.

Dosare sempre l’antipiretico in funzione del peso del bambino.

Le Linee Guida raccomandano di somministrare l’antipiretico in gocce o
sciroppo, in quanto l’assorbimento è più costante ed è possibile maggiore
precisione nel dosaggio, che deve essere sempre calcolato in base al peso
corporeo e non in base all’età del bambino. Le supposte vanno utilizzate solo
se, oltre alla febbre, è presente vomito o altre condizioni che impediscano
l’impiego di farmaci per via orale sia perché sono sgradevoli per il bambino
sia perché possono causare effetti collaterali, dal momento che si tende al
sovradosaggio.

La febbre in condizioni normali non fa venire le convulsioni

La febbre è un reazione positiva dell’organismo è dunque l’effetto di un evento
e non è casa di complicazioni in se per se.

Assecondate le su esigenze

Fate bere il bambino un po’ più del solito o attaccatelo al seno più
frequentemente. Non forzatelo a mangiare se non vuole. Non costringetelo a
letto se non vuole. Se è necessario, potete fare uscire il vostro bambino: per

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esempio per trasportarlo a casa di altri familiari (per permettervi di andare al
lavoro o svolgere altre incombenze) oppure per portarlo alla visita pediatrica
o al laboratorio a eseguire delle analisi. Fare uscire il bambino non comporta
alcun rischio per la sua salute, le condizioni atmosferiche non influenzano
l’andamento delle malattie.

Crosta Lattea
  La crosta lattea è una forma di dermatite seborroica che interessa, come
  dice il nome stesso, la pelle del lattante.
  Non c’è alcuna correlazione tra la crosta lattea e l’allattamento materno.

La zona più coinvolta e il cuoio capelluto del bebè, dove compaiono tante
squamette untuose di colore giallastro.

Queste proliferano e aderiscono tra di loro: la testa del bimbo appare dunque
come ricoperta da una crosta che impedisce la corretta traspirazione della
pelle per questo si tende a rimuoverla.

L’irritazione spesso interessa anche le sopracciglia, la fronte, il mento, i lati del
naso. Solo in alcuni casi, si estende alla zona del pannolino.

Colpisce il 3-4% dei bambini e fa la sua comparsa a circa 30-40 giorni dalla
nascita ed è destinata a scomparire spontaneamente entro il 3°-4° mese di vita
senza lasciar alcuna traccia.

Se dopo questo periodo la pelle del piccolo è ancora soggetta ad arrossamenti
diffusi, tende a desquamarsi, e l’irritazione è accompagnata da un intenso
prurito, occorre consultare il pediatra. Non si è infatti di fronte a un protrarsi
della dermatite seborroica (crosta lattea), bensì a una probabile manifestazione
di dermatite atopica, inoltre i casi con manifestazioni più estese e intense
vanno valutati dal pediatra che potrà prescrivere shampoo, olio e creme a
base di alludekina, una sostanza che esercita un’azione emolliente sulla pelle

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irritata.

Va comunque tenuto presente che le cure possono soltanto alleviare i sintomi
e prevenire eventuali complicazioni, in quanto il disturbo.

In questi casi è bene:

   • ammorbidire l’area della crosta lattea ungendola con un olio di quelli
     per i bambini come l’olio di mandorle dolci, di oliva o di calendula.
     Possibilmente lasciarlo per un paio d’ore sulla cute prima di rimuovere
     con un bagnetto.

   • fare un bagnetto al piccolo lavando bene il cuoio capelluto e bagnando la
     testa in modo che renda ancora più soffice la crosta.

   • Dopo il lavaggio, con una leggera frizione eseguita con una garza
     imbevuta di tali oli e successivamente, se il piccolo ha molti capelli, con
     un apposito pettinino a denti fitti che potrete trovare qui, rimuovere le
     croste adagio e con delicatezza.

Non bisogna ‘grattare’ le crosticine con il pettinino o con le dita, perché la
cute potrebbe irritarsi e peggiorare la situazione. Il disturbo viene aggravato
dall’acqua e dai saponi che asportano la piccola quantità di film idrolipidico
presente sulla cute, quindi attenzione ai prodotti da utilizzare consiglio amido
di riso e nient’altro, o tuttalpiù arricchito con qualche goccia di olio vegetale.

Per concludere voglio parlarvi di…

I farmaci da tenere in casa
Vi dirò la verità, io ho paurissima delle medicine a causa di alcune allergie
che io stessa ho, immaginate se i farmaci sono da somministrare ad una
neonata, alla mia neonata…Aiutooooo, ecco perché la mia teoria è: medicine
solo in caso di estrema necessità. Faccio sempre questa riflessione prima di
somministrare qualsiasi cosa, soprattutto se è la prima volta che dovrebbe
assumere il farmaci, penso alla possibile reazione al farmaco e al problema

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che intendo curare, solo dopo decido se somministrarlo oppure no. E poi la
regola d’oro, possibilmente mai iniziare una terapia somministrando farmaci
la sera o nel week-end.

Tutto ciò per dirvi con estrema onestà che questo elenco mi è stato consegnato
dal pediatra ma io effettivamente ho testato pochi rimedi, quindi posso
semplicemente condividerlo e scrivervi se ciò di cui ho avuto bisogno, ha
realmente funzionato.

Vi consiglio comunque di parlare con il vostro pediatra di fiducia prima di
somministrare qualsiasi cosa, questo foglio contiene un elenco di rimedi che
io considero meno invasivi possibili e che comunque arrivano da un parere
medico, io non possiedo le competenze per potervi consigliare a riguardo se
non ciò che io ho testato su mia figlia, pertanto quanto scritto deve essere per
voi una sorta di linea guida da condividere e su cui discutere con il vostro
pediatra.

  • TACHIPIRINA 125 Supposte Lattanti = 1 supposta in caso di Febbre >
    38° Da utilizzare solo qualora non sia possibile somministrare le gocce.

  • TACHIPIRINA Gocce= 4 Gocce per Kg con Febbre > 38° o Dolori Forti
    (Meglio dosabile in base al peso rispetto alle supposte)

  • COLINOX Gocce o COLIGERMINA = in caso di coliche, 10 gocce dopo i
    pasti, mattino e sera. (Io non l’ho utilizzato ma conosco mamme che lo
    hanno definito miracoloso). La Coligermina ha lo stesso principio del
    milycon ma con in più l’aggiunta di fermenti lattici.

  • ALGINOR Gocce = in caso di coliche forti, 3 gocce per Kg all’occorrenza.

  • REUTERIL / REUFLOR (Fermenti Lattici) = 5 Gocce al dì preferibilmente
    lontano dai pasti per le coliche. 5 Gocce per due volte al dì in caso di
    diarrea. (L’ho utilizzato tutti i giorni per i primi 3 mesi, i bambini nati
    con cesareo hanno la flora intestinale più debole per questo inizialmente
    il pediatra me lo aveva consigliato, dopodiché mi sono resa conto che
    quando ho cominciato a sospenderlo la mia piccola si lamentava per le
    coliche allora ho ripreso e non ha mai più sofferto tranne i giorni in cui lo
    finivo. Ha un costo alquanto elevato, io ovviavo comprandolo su Amazon,
    ma tornassi indietro non avrei alcun dubbio, è stato il mio salvavita)

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• A-DERMA PRIMALBA = Crema vegetale ipoallergenica, idrata e
    lenisce la pelle fragile da usare in caso di Dermatite Atopica, anche
    quotidianamente. (Utilizzata, l’ho trovata ottima)

  • ARNIGEL-BOIRON = gel a base di arnica per botte, da utilizzare anche
    dopo le iniezioni da vaccino.

  • MELILAX PEDIATRIC Microclismi = In caso di Stipsi per più di 2/3
    giorni. Lattanti fino a 1 anno, metà microclisma (2.5g), fino ai 3 anni
    1 microclisma (5 g) . Dai 3 ai 12 anni 2 microclismi (10g). (Utilizzato
    diverse volte con la relativa ansia del caso…in realtà posso definirla un
    esperienza positiva…la bimba non ha patito per nulla, anzi dopo essersi
    liberata era felice. Dopo averla coricata di lato e mantenuta accovacciata
    dalle forti braccia di mio marito, e dopo averlo lubrificato con lo stesso
    liquido interno al microclisma, ho introdotto pochissimo il beccuccio
    circa 0.5 cm per paura di farle del male, ogni volta ho praticamente fatto
    in tempo a chiuderle il pannolino che le avevo messo precedentemente
    sotto che il risultato è stato istantaneamente ottenuto)

  • BENTELAN 0.5 COMPRESSE = In caso di disturbi espiratori o di febbre
    alta in associazione alla tachipirina, 1 compressa da sciogliere in un
    cucchiaino d’acqua.

  • GASTROTUSS BABY = In caso di Reflusso, le dosi e modalità di
    somministrazione variano in base al peso e alla gravità. Può essere
    utilizzato anche il Riopan ma il Gastrotuss Babu è più leggero e studiato
    appositamente per gli infanti. (Utilizzato con risultato raggiunto nel
    tempo, inizialmente sotto indicazione dopo ogni pasto e andando a
    scalare alternando dapprima i pasti per passare solo al serale e poi solo al
    bisogno.)

  • CREMA A BASE DI ZINCO = Sederino arrossato, ad ogni cambio (Io le rare
    volte in cui ho avuto prblemi di sederino arrossato, solitamente dopo la
    diarrea persistente, ho utilizzato Connettivina baby e pasta per il cambio
    della mustela e mi sono trovata benissimo, inoltre anche l’Olio Vea che è
    naturale e che utilizzavo per le ragadi al seno, è stato risolutivo).

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DISPOSITIVI MEDICI
  • BILANCIA, TERMOMETRO, ASPIARATORE NASALE E SOLUZIONE
    ISOTONICA, AEROSOL (non a ultrasuoni, che seppur più silenzioso, non
    nebulizza tutti i medicinali) E SOLUZIONE IPERTONICA.
    All’occorrenza, quindi non da acquistare anticipatamente, elenco alcuni
    rimedi naturali e omeopatici adatti a diverse situazioni.

  • SINATOP = Crema Intensiva non steroidea in caso di Dermatite Atopica.
    (Utilizzata, risolto il problema ma ha lasciato la pelle un po’ ruvida e
    secca)

  • KINDIVAL = Insonnia, sonni Agitati, risvegli improvvisi, 5 granuli prima
    della nanna, meglio se non troppo ravvicinati alla pappa.

  • CAMILIA = Disturbi attribuiti alla dentizione del neonato. Una fiala 2/3
    volte al giorno.

  • BALSAMO PRIMI DENTI = Pasta per disturbi attribuiti alla dentizione
    del neonato. In commercio potrete trovare anche ALOVEX e DENTINALE
    (quest’ultimo considerato già medicinale ha anche un anestetico tra i
    componenti).

  • COLIKIND = Coliche

  • CALMì Sciroppo = Irascibilità e nervosismo, da mettere sul ciuccio ogni
    volta che vogliano esser consolati, o se hanno un fastidio.

  • RIMIKIND Globuli = medicinale omeopatico con azione fluidificante ed
    espettorante sui catarri da raffreddamento, libera il naso aiutando nella
    difficoltà respiratoria. Utile anche in caso di rinite allergica.

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