Nell'uffico della cittadella - Cronache Salerno
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Gli incontri di Penna nell’uffico della cittadella di Pina Ferro Il magistrato Roberto Penna avrebbe tenuto incontri con alcuni imprentori direttamente presso il proprio ufficio della cittadella giudiziaria di Salerno. E’ quanto emerge dal decreto di perquisizione notificato l’altro ieri al sostituto procuratore, a Maria Gabriella Gallevi, avvocato del Foro di Salerno, all’imprenditore Eugenio Rainone della Rcm costruzioni gruppo Rainone, a Umberto Inverso vice presidente fondo investimenti, Gregorio Fiscina ex consigliere comunale e provinciale ed ex candidato a sindaco di Buccino, a Fabrizio Lisi, generale della Guardia di Finanza in quiescenza ed ex comandante scuola allievi marescialli dell’Aquila e, a Francesco Vorro di San Giuseppe Vesuviano. Secondo l’accusa, il magistrato in servizio presso la Procura della Repubblica di Salerno, assegnato alla sezione specializzata in materia di reati contro la pubblica amministrazione e in materia di edilizia e ambiente avrebbe informato di imprenditori di rilievo operanti nel settore degli appalti e delle costruzioni, quali Vorro Francesco (Presidente dell’ Unione dei Consorzi Stabili Italiani e fondatore e amministratore del Research Consorzio Stabile società Consortile A R.L.), e G.R. (titolare della R.C.M. Costruzioni). Penna si sarebbe incontrato direttamente o mantenuto contatti attraverso Umberto Inverso e Fabrizio Lisi, al fine di ottenere vantaggi economici per la Gallevi (compagna del magistrato e avvocato del Foro di Salerno), alla quale i predetti imprenditori si impegnavano a concedere incarichi professionali ed opportunità di lavoro, in parte giàconcretizzatesi nel periodo monitorato dall’attività di indagine. Inoltre, sembra che Penna Roberto avrebbe rivelato ad alcuni imprenditori, l’esistenza di procedimenti penali a lui assegnati per la conduzione delle
indagini, e fra questi, in particolare, un procedimento relativo ad abusi edilizi commessi nel Comune di Buccino del cui stato delle indagini e delle iniziative investigative da intraprendere avrebbe informato Gregorio Fiscina. Dalle intercettazioni telefoniche effettuate dai carabinieri su disposizione della Procura di Napoli (titolare del fascicolo investigativo) è emerso che “gli indagati Vorro, Inverso e Lisi avevano assunto la cura degli interessi del consorzio, costituito da 93 aziende, denominato “ReseArch”, operante nel settore dei lavori pubblici e che, a seguito di interdittive antimafia emesse dalla Prefettura di Napoli nei confronti di alcune delle società consorziate, avevano ritenuto di trasferire a Salerno, attribuendo altresı̀ la funzione di rappresentante legale attribuita a M. R., ed un ruolo di rilievo a Fabrizio Lisi, entrambi Generali della Guardia di Finanza collocati a riposo; determinazioni, queste, volte a fornire alle Autorità deputate ai controlli, un’immagine nuova e lecita alle attività svolte”. In tale contesto, scrive la pubblica accusa il 5 gennaio 2021 si è svolto una riunione all’interno dell’ufficio di Roberto Penna, cui hanno preso parte anche l’avvocato Maria Gabriella Gallevi, Inverso e Vorro. Nel corso della riunione è stata discussa la possibilità della Gallevi di procurare buoni uffici al Consorzio presso la Prefettura di Salerno, anche per la stipula di un protocollo di legalità , nonche ́ di avere la disponibilità di funzionari della Prefettura di Salerno per ottenere notizie utili alla tutela degli interessi delle società consortili. Nel corso dell’incontro, è emersa la figura di altro imprenditore del salernitano, Eugenio Rainone, sul conto del quale Penna non esitava a manifestare l’intenzione di svolgere delle indagini, “ciò che formava oggetto di successivi commenti tra Inverso Umberto e lo stesso Rainone Eugenio, al quale Inverso rappresentava il rischio di imminenti controlli giudiziari paventato dal Penna, proponendogli, in virtù dei rapporti ormai instaurati con il magistrato, come opportuna soluzione, l’attribuzione di incarichi di collaborazione professionale alla compagna Maria
Gabriella Gallevi”. Lo stesso giorno, subito dopo aver lasciato Eugenio Rainone, Umberto Inverso incontrava Penna Roberto ancora presso gli Uffici della Procura di Salerno, e, immediatamente dopo, contattava dapprima Rainone e, poi, Maria Gabriella Gallevi , organizzando per quello stesso pomeriggio un incontro. L’incontro avvenne l’ 8 gennaio. Maria Gabriella Gallevi ha, effettivamente (come emerge dall’attività investigativa), iniziato una collaborazione professionale con il Gruppo Rainone anche attraverso Valeria Rainone, sorella di Eugenio, che amministra la Cassa Edile di Salerno. Al magistrato era stato assegnato un procedimento iscritto in seguito ad un esposto riguardante presunte anomalie nel ripascimento del litorale salernitano affidato ad una delle società del Gruppo Rainone. La strumentalità di tali iniziative era resa evidente dall’accortezza dimostrata dal magistrato di occultare il suo ruolo nella trattazione del procedimento, allorquando, nei giorni immediatamente successivi all’assegnazione, richiese telefonicamente ad una collega, rappresentandole di non poter recarsi in Ufficio ed insieme l’urgenza dell’atto, di redigere una delega per l’acquisizione del capitolato d’appalto per i lavori di ripascimento del litorale L’ex generale figura anche in informativa su P4 L’ex generale della Guardia di Finanza indagato nell’ambito di un’inchiesta nella quale la Procura di Napoli ipotizza i reati di rivelazione di segreto d’ufficio, corruzione in atti giudiziari e traffico di influenze, continuati e in concorso, figura anche tra i nomi inseriti in una informativa prodotta a suo tempo nell’ambito delle indagini sul faccendiere Luigi Bisignani coinvolto nell’inchiesta sulla cosiddetta Loggia P4.
Insieme con l’ex alto ufficiale sono stati iscritti nel registro degli indagati anche un magistrato inquirente di Salerno, una avvocatessa legata sentimentalmente al pm (l’anno scorso in odore di candidatura, poi sfumata, in una lista a Eboli, in provincia di Salerno), alcuni noti imprenditori, e faccendieri. Gli incontri, secondo quanto accertato dai carabinieri svolti negli uffici della Procura di Salerno, sono al vaglio degli inquirenti partenopei che stanno facendo accertamenti su sette persone (per sei, ieri, sono scattate una serie di perquisizioni, anche in Procura a Salerno). Le riunioni, intercettate dai carabinieri, si sono tenute tra il 5 e l’8 gennaio scorsi.L’ex alto ufficiale, insieme con un collega di pari grado, anche lui in quiescenza, ha assunto – secondo quanto emerso dagli accertamenti – il ruolo di rappresentante legale di un consorzio colpito a Napoli da interdittive antimafia riguardanti alcune società del gruppo. Le procedure dell’inchiesta sul ripascimento tutte attivate:Penna aveva nominato il perito per il carotaggio che sarebbe stato effettuato a settembre di Pina Ferro Il ripascimento della fascia costiera della parte orientale della città di Salerno sarebbe all’origine dell’inchiesta che vede iscritto nel registro degli indagati il magistrato
Roberto Penna, un avvocato del Foro di Salerno e alcuni imprenditori oltre ad un ex generale della Guardia di finanza. Un indagine che Penna ha seguito e che lo ha portato alla nomina di un perito che aveva il compito di effettuare un carotaggio della sabbia utilizzata per ampliare l’arenile della zona orientale della città. Il carotaggio era stato conferito ma materialmente sarebbe stato effettuato nel prossimo mese di settembre al fine di evitare la compromissione della stagione balneare. Decisione dettata anche dal fatto, probabilmente, che si stava venendo fuori da una situazione di emergenza sanitaria che aveva messo in ginocchio numerosi settori economici, compreso quello della balneazione. Dunque, a settembre, con il volgere al termine della stagione balneare il perito nominato dal sostituto procuratore avrebbe effettuato la perizia indispensabile all’indagine sul ripascimento che il magistrato stava portando avanti. Contestualmente alla nomina del perito, il magistrato dispose anche il prelievo e sequestro di un campione della sabbia che era stata posta per ampliare l’arenile e che in quel periodo era al centro di numerose polemiche e critiche. In tanti avevano sollevato dubbi e accuse sulla sabbia che era stata utilizzata per il ripascimento. Dunque, stando a questi fatti, il magistrato stava procedendo nell’inchiesta seguendo alcune tempistiche. Le procedure erano state attivate tutte e gli incarichi affidati. Per quanto concerne gli incarichi ricevuti dalla Gallevi da parte della Cassa Edile, dove tra i vertici figura la sorella dell’imprenditore Rainone, pare che tali incarichi siano stati affidati per delle procedure di recupero credito. Si tratterebbe di incarichi di poche centinaia di euro che non avvrebbe liquidato neppure la Cassa Edile. Nelle prossime ore il magistrato potrebbe presentare una memoria difensiva attraverso la quale chiarire la sua posizione in merito a quanto gli è stato contestato.
Cariello: “Ho la necessità di riprendere la mia vita di professionista e recuperare una immagine totalmente distrutta” di Pina Ferro E’ stato un fiume in piena l’ex sindaco di Eboli Massimo Cariello nel corso dell’udienza dibattimentale che lo vede imputato e celebrata dinanzi al collegio (presidente Lucia Casale) della seconda sezione penale del Triubunale di Salerno. Presenti in aula, oltre a Massimo Cariello ed alla pubblica accusa rappresentata dal pm Francesco Rotondi vi erano: gli avvocati Sofia e Farano delle costituite parti civili del Comune di Eboli e Cava de’ Tirreni. Con l’udienza di ieri, si avvia verso la conclusione il processo. Infatti, il prossimo 22 luglio dovrebbe esservi la discussione finale e poi la sentenza. Nelle dichiarazioni rese, Massimo Cariello, spiega la sua posizione in merito ai due capi d’imputazione che lo hanno portato ad essere destinatario di una misura cautelare eseguita la mattina del 9 ottobre del 2020. In merito al capo 1 d’imputazione (reati articolo 110, 323 del codice penale), abuso d’ufficio, Cariello ha riferito ai giudici: “Nella mia funzione di sindaco ho solo svolto la mia attività politico amministrativa, in particolare consentire, in base alla norma regionale 19/2009, l’introduzione di una serie di misure straordinarie premiali e semplificate per l’edilizia abitativa, per il recupero dei complessi produttivi dismessi e per gli insediamenti produttivi al fine di
contrastare la crisi economica e la tutela dei livelli occupazionali. Il mio ruolo e della maggioranza è stato quello di consentire l’attuazione della suddetta legge regionale, operando nell’ambito delle competenze comunali, solo dopo, quando in qualita’ di delegato all’urbanistica, fui informato dall’ufficio urbanistica- edilizia privata, di richieste da parte di imprenditori della ex area pip, tramite loro consulenti tecnici e legali, i quali evidenziavano che la legge regionale 19/2009, delegava alle amministrazioni comunali gli indirizzi e l’attuazione del piano casa l.r. 19/2009. Anche perchè la situazione attuale prevedeva una disparità delle attività produttive presenti nelle aree industriali rispetto ad altre aree. Sulla base delle indicazioni tecniche da parte dell’ufficio urbanistica, ci fu proposta una delibera di indirizzo, la quale fu portata in sede di commissione consiliare e successivamente in consiglio comunale per l’approvazione degli atti d’indirizzo così come chiesto dagli uffici. Dal punto di vista tecnico non era mia competenza entrare nel merito delle specifiche in materia di violazione delle norme regionali e nazionali, anche se poi, nel corso del dibattimento è emerso, in modo inoppugnabile, la regolarità dell’applicazione delle norme, chiarendo in modo netto l’inesistenza, sia della violazione del rapporto di copertura, sia dell’indice di fabbricabilità fondiaria, ma ancora più importante ,chiarendo che nessuna variante allo strumento urbanistico e’ stata apportata, così come erroneamente presente nel capo d’imputazione. Vorrei soffermarmi sulla parte della discussione politica che ci fu in consiglio comunale e durante gli incontri preliminari nelle commissioni consiliari. Infatti, come sicuramente avrete letto dagli interventi in consiglio comunale, l’oggetto unico di discussione con una parte dell’opposizione era solo sul consumo del suolo nella zona” e”, nello specifico sulla delocalizzazione dei volumi improduttivi da almeno 3 anni, insomma solo sull’articolo 7, nessuno e ripeto nessuno fece riferimento alle presunte violazioni dell’articolo 8 comma 3, anche perchè in quella sede fu evidenziata la disparità che
gli imprenditori della nostra area industriale, ex area Pip, avrebbero subito se non davamo attuazione all’articolo 8 comma 3 rispetto ad altri imprenditori agevolati in altre aree. Mi preme ricordare che quando l’ufficio mi comunicò la problematica, ricordo molto bene che gli imprenditori interessati erano oltre 6, infatti, sono state consegnate determine riguardanti altri imprenditori e di richieste avanzate prima di La Marca. In merito alla telefonata con la marca nello specifico l’utilizzo della parola “miracolo” da parte del sottoscritto, essa innanzitutto è un intercalare che uso frequentemente, nello specifico del colloquio con La Marca, fu semplicemente un modo per evidenziare lo sforzo politico rivolto al mondo dell’impresa locale, anche perchè nella legalità dell’atto votato in Consiglio, lo ritengo e non solo io cosi come potete vedere dagli interventi in Consiglio, una scelta politica forte a favore delle attività produttive, se mi consente specie nell’approvazione dell’articolo 7 cioè quello riguardante le aree non produttive a differenza dell’articolo 8 comma 3. Quindi nell’utilizzare il termine miracolo ho voluto evidenziare la capacità politica della nostra maggioranza di fare scelte importanti per il territorio in un settore strategico per il territorio stesso, in particolare nella ex area Pip, dovuto ad una forte lamentela degli imprenditori a causa della cattiva gestione degli ultimi 15 anni del consorzio in essere, consorzio che sotto la nostra amministrazione è stato messo in liquidazione” Per quanto riguarda il capo d’imputazione che fa riferimento al Consorzio Farmaceutico Cariello ha spiegato: “Nella mia funzione di sindaco ero rappresentante nell’assemblea dei sindaci del Consorzio Farmaceutico, pertanto il rapporto con il direttore generale Sorrentino era frequente, specie quando scoppiò la situazione degli ammanchi presso alcune farmacie, in particolare una di Salerno ed alcune nell’Agronocerino. La situazione divenne molto preoccupante quando lo stesso Sorrentino subì minacce a tal punto da essere scortato. Noi sindaci fummo più di una volta invitati a mediare dai sindacati, io stesso, all’inizio, avendo sempre avuto un
rapporto costante e positivo con le organizzazioni sindacali sia per il ruolo che ho svolto in Provincia in qualità di assessore al Lavoro che come presidente della commissione provinciale per l’Impiego e sia per la mia attività lavorativa prevalente di consulente del lavoro esperto in relazioni sindacali. Cercai di comprendere la posizione delle organizzazioni sindacali, ma dopo aver notato una difesa ad oltranza nei confronti dei dipendenti responsabili degli ammanchi, con gli altri sindaci componenti l’assemblea condividemmo con maggiore forza la posizione del Sorrentino, cioè quella di agire nei confronti dei dipendenti colpevoli degli ammanchi attraverso le procedure previste per legge. Ma dopo un periodo di calma con i sindacati, gli stessi decisero di proseguire nella difesa strenue dei dipendenti, e chiesero la convocazione di un tavolo prefettizio. A quell’incontro partecipò l’assessore del comune di Salerno, Luigi Della Greca, il quale però ebbe un atteggiamento tenue con i sindacati, e questa sua posizione non condivisa del tutto da noi altri sindaci assenti all’incontro, creò molta agitazione nei confronti del Sorrentino specie per quello che aveva gia passato in precedenza con minacce e ritorsioni da parte dei dipendenti. Ho voluto fare questa premessa per far comprendere meglio il perchè avevamo, in particolare io, Alfieri sindaco di Capaccio e Servalli sindaco di Cava de Tirreni, contatti frequenti con Sorrentino essendo molto preoccupati. Tenete presente che l’atteggiamento di Salvatore Memoli nei nostri confronti (mi riferisco a tutti i sindaci capofila) era estremamente critico, al limite del dileggio anche sul modo con cui cercavamo di risolvere la vertenza sindacale. Ho ancora conservato un messaggio whatsapp che vi consegno e che documenta il motivo per il quale il Memoli non poteva non essere inviso ai sindaci . In precedenza, con un messaggio del 7 giugno 2019, aveva pronosticato rogne per tutti noi sindaci: “aspetto il giorno che per i sindaci di un certo consorzio succeda l’irreparabile. spero che questi sindaci paghino amaramente la loro assenza di vigilanza”. A gennaio del 2020 ricevo altro messaggio di analogo tenore : “cari sindaci non
vi lascerò dormire tranquilli”. Leggo dal capo d’imputazione che avrei promesso al Sorrentino un mio intervento sugli altri sindaci teso ad ostacolare la nomina di Salvatore Memoli quale presidente del consorzio farmaceutico: la circostanza non può essere vera per tre ordini di motivi. Il primo motivo: la nomina del presidente del Cda come da accordi istituzionali spettava al comune di Salerno, ma solo a scadenza naturale e pertanto nessuno di altri componenti avrebbero sindacato la scelta come prassi vuole, tranne nei casi di incompatibilità cosa che comunque nel caso di Memoli era noto, incompatibilità dovuta a due contenziosi che egli aveva con il Consorzio. Il secondo motivo: Sorrentino non nutriva nei confronti del Memoli lo stesso risentimento che invece covavamo noi sindaci per il suo modo errato di atteggiarsi nei nostri confronti e per il fatto che auspicava che per noi consorziati accadesse l’irreparabile. Il terzo motivo: al netto del fatto che non mi pare che la carica fosse in scadenza – è che gli altri sindaci non avevano bisogno di alcuna pressione da parte mia per nutrire avversione nei confronti del Memoli, dal momento che sia Alfieri sia Servalli e il comune di Salerno erano destinatari degli stessi odiosi messaggi telefonici. Si aggiunga poi che era risaputo che il sogno del memoli era quello di arrivare alla privatizzazione del consorzio, con una visione personale e mai condivisa con nessuna delle forze politiche che componevano le maggioranze dei comuni consorziati. così come era noto che il Memoli si trovava nella condizione di non poter più nuocere al consorzio farmaceutico per via della sua incompatibilita’ a rivestire cariche amministrative. posso confermare che tutte le comunicazioni con il Sorrentino, specie negli ultimi 2 anni, vertevano, quasi esclusivamente, sulla questione degli ammanchi e del fatto che lui spesso si sentiva troppo sotto pressione dai sindacati e dipendenti e molto preoccupato per le conseguenze delle scelte dirigenziali che stava compiendo si con il nostro supporto istituzionale ma avvertiva un certo scollamento ultimamente da parte nostra, per questo mi chiedeva di continuare a sostenerlo in questa battaglia di legalità, anche
perchè non voleva piu vivere i brutti momenti delle minacce e della scorta. signor presidente e membri del collegio, vorrei aggiungere alcune parole in merito alla mia situazione giudiziaria in particolare al fatto che dopo ben oltre 9 mesi con un processo immediato in corso mi trovo ancora nella condizione di essere ai domiciliari, nonostante le mie dimissioni da sindaco avvenute un mese dopo la misura cautelare e nonostante che la prefettura abbia nominato un commissario ex questore affiancato da 2 subcommissari, compiendo in questi mesi centinaia di atti amministrativi. Vi chiedo la possibilità di valutare la mia liberazione in modo da poter cercare di recuperare almeno la mia immagine professionale messa enormemente in discussione dalle mie note vicende politiche amministrative, 9 mesi sono una eternità per chi ha cercato di svolgere sempre un ruolo da cittadino e da amministratore con oltre 25 anni di esperienza, senza aver mai avuto alcun problema giudiziario. Purtroppo la mia esperienza da sindaco, nonostante l’amore smisurato, la conoscenza e l’esperienza amministrativa di tanti anni, che ho messo nel ruolo di sindaco, mi ha danneggiato come neanche nel mio peggiore incubo potevo immaginare, ora saranno i processi nei vari gradi a decidere la mia innocenza, cosa di cui sono pienamente convinto, o colpevolezza, ma vorrei che tutto si svolgesse nel pieno rispetto della mia libertà. ho la necessità di riprendere la mia vita di professionista e recuperare una immagine totalmente distrutta, non vi nascondo le notevoli difficoltà economiche che stiamo affrontando io e la mia famiglia e che peggiorano di giorno in giorno, anche perché la mia attività principale è quella di consulente del lavoro, attività che attualmente è sospesa causa misura cautelare, che svolgo a Salerno e presso le aziende dello studio associato dove lavoro. Vi ringrazio per avermi dato la possibilità di svolgere l’attività di mediatore, l’unica che in questa situazione posso svolgere, ma che rappresenta una secondaria attività specie dal punto di vista economico. sul versante politico oramai il mio presente e futuro è totalmente annientato, non so cosa, chi, e come io possa ancora
condizionare un atto amministrativo un imprenditore o un politico di turno. Tutti hanno preso le distanze, inoltre la misura dei domiciliari attualmente riguarda solo il capo d’imputazione di cava, non capisco ora in che modo possa compiere gli atti che mi vengono imputati, sia perché il coimputato Sorrentino (peraltro gli è stata revocata l’interdizione) non ha oggi alcun ruolo nel consorzio farmaceutico e nel concorso di cava, ma anche perché il reato di corruzione che mi viene indicato è collegato alla mia attività di sindaco appartenente all’assemblea del consorzio farmaceutico, non capisco come potrei reiterare il reato. Ho solo il bisogno di riprendermi da questo incubo e cercare di potermi difendere nelle varie fasi processuali con la possibilità di poter mantenere la famiglia col decoro necessario che deriva dalla mia attività lavorativa che posso svolgere unicamente da uomo libero”. Voglia di spiaggia, aumentano del 5% le prenotazioni degli stabilimenti salernitani di Monica De Santis Salerno e provincia registrano un 5% in più in materia di prenotazioni negli stabilimenti balneari. Segnale questo che le persone hanno voglia di mare e, di spiagge in sicurezza e senza preoccupazioni organizzandosi per tempo. E quanto emerge dai dati raccolti da Spiagge.it, il portale dedicato ai gestori e agli utenti degli stabilimenti balneari, che evidenzia una crescita costante delle prenotazioni di lettini e ombrelloni, non solo a Salerno e provincia ma lungo tutte le
aree litoranee dello stivale, sponde dei laghi comprese. In particolare, stando al report presentato, nel giugno 2021 si è registrato un aumento delle prenotazioni pari al 350% rispetto allo stesso mese del 2020, raggiungendo le 45.000 prenotazioni con una media di 52€ a prenotazione. A fare da apripista, ci sono le zone costiere adriatiche con la Puglia che registra un +500% di prenotazioni e Marche e Abruzzo che crescono del 400%; si affianca la Liguria, con la stessa percentuale. Tra le province più cercate e prenotate, invece, sul podio spunta a sorpresa Napoli (24%), seguita da La Spezia (19%) e poi Gorizia (8%), ed ancora ex equo da Bari, Lecce, Salerno e Ravenna (5%), poi Rimini e Ancona (3%) e infine Savona e Pescara (2%). Per quanto riguarda i laghi, infine, spiccano le sponde del Lago Maggiore e del Lago di Como. Cambiano le modalità di prenotazione, sempre più orientate verso i sistemi digitali, ma non le abitudini degli italiani in riva al mare. Secondo i dati condivisi da Spiagge.it, infatti, l’85% delle prenotazioni prevedono solamente ombrellone e due lettini, il minimo indispensabile per godersi una giornata di sole, anche se sono in aumento le prenotazioni di postazioni esclusive, come i lettini a baldacchino (8%). A questo si aggiunge l’attenzione per i servizi, con 1 italiano su 4 che ricerca e seleziona lo stabilimento sulla base delle attività proposte, in primis quelle dedicate ai bambini, seguite dagli sport acquatici e dagli sport da spiaggia che hanno registrato un aumento di interesse pari al 250% rispetto allo scorso anno. Confermata rispetto al 2020, invece, la durata media delle prenotazioni, pari a 1,8 giorni (molto spesso concentrati nel weekend), con il numero che sale fino a 2,7 per le vacanze in Sicilia e in Sardegna e scende all’1,3 per quelle in Liguria e in Toscana. “Il desiderio di vivere una vacanza senza preoccupazioni e senza brutte sorprese all’arrivo è confermata non solo dalle prenotazioni anticipate, ma anche dall’interesse dimostrato dagli italiani verso gli stabilimenti indipendentemente dall’aumento dei prezzi impostati dai gestori sulla piattaforma”, sottolineano Niccolò Para e Andrea Menghi, co-fondatori di Spiagge.it. “Grazie al
nostro sistema di pricing dinamico, che permette agli stabilimenti di massimizzare i profitti andando facilmente a modificare in valore percentuale i prezzi delle singole postazioni o dei settori della spiaggia in base al tasso di occupazione, abbiamo notato che, nonostante il rialzo dei prezzi, il tasso di occupazione rimane spesso invariato”. Se da una parte la domanda di ombrelloni, quindi, non è sensibile all’aumento dei prezzi, dall’altra viene invece nettamente influenzata dal ribasso. Secondo i primi test effettuati da Spiagge.it, infatti, è stato dimostrato che attivando le promozioni gli stabilimenti possono attirare, soprattutto per quei settori della spiaggia meno esclusivi, una quantità di prenotazioni fino al 60% in più. La Scogliera è tra i cinque lidi più postati su Instagram Che sia per condividere le proprie esperienze con amici e membri della famiglia o per conservare un ricordo personale, l’estate è forse la stagione più paparazzata dell’anno, complici il divertimento, la spensieratezza e i luoghi meravigliosi che fanno da cornice alle proprie vacanze. Per chi quest’anno vuole portare a casa con sé e condividere sui social spiagge e angoli di mare italiani da sogno, Spiagge.it , il portale dedicato ai gestori e agli utenti degli stabilimenti balneari, suggerisce i 5 stabilimenti balneari più instagrammabili d’Italia. Dalla Riviera Romagnola alla Costiera Amalfitana, passando per Sardegna e Basilicata, ecco i 5 luoghi ideali per scattare foto, creare reel e video da
condividere per un “effetto wow” assicurato: Singita Miracle Beach per le atmosfere etniche- Marina di Ravenna, Lido Sabbia d’Oro Beach Club per i suoi lettini a baldacchino – Scanzano Jonico (MT); Arveskida Beach per la sua spiaggia caraibica – Domus de Mari (CA); Bagni Mario 65 per le sue cabine azzurre – Riccione (RN) e infine ma non ultima La Scogliera per una vacanza a picco sul mare – Positano. Incastonato tra le scogliere della Costiera Amalfitana e bagnato da un mare cristallino, La Scogliera unisce le meraviglie della natura al comfort. Tra lettini e ombrelloni, cocktail e gustosi piatti freddi, lo stabilimento balneare offre numerosissimi spunti e angoli da imprimere nella mente e fotografare con creatività, ma la vera magia avviene al tramonto, quando il calar del sole regala colori e atmosfere indimenticabili da vivere, immortalare e condividere. La Scogliera a Positano è un resort letteralmente incastonato in mezzo alle rocce della Costiera Amalfitana, un luogo amato e conosciuto il tutto il mondo, dove la natura e il relax si fondono insieme. La sera La Scogliera si trasforma in un romantico tramonto sul mare, in cui è possibile trascorrere del tempo nel lounge bar, ideale per una serata rilassante. La notte invece i clienti possono usufruire dei lettini e gustarsi degli ottimi cocktail per godersi il panorama inconfondibile della Costiera Amalfitana. Tra i principali servizi troviamo il lido in cui è possibile noleggiare lettini e ombrelloni, realizzata il una terrazza sul mare il tutto per garantire un comfort indimenticabile. Il ristorante offre un servizio di alto livello preparando dei gustosi piatti freddi da gustare nel locale o in spiaggia, avvolti da un’atmosfera memorabile. La sera La Scogliera si trasforma con l’organizzazione di numerosi eventi e musica dal vivo con ospiti importanti, per puro divertimento. La Scogliera è un luogo incantevole nella Costiera Amalfitana, per trascorrere delle vacanze indimenticabili in uno dei posti più belli del mondo.
Napoli incontra gli studenti stranieri dell’Accademia Italiana di Monica De Santis Si è svolto ieri mattina l’incontro tra il sindaco Vincenzo Napoli, e gli studenti internazionali di Accademia Italiana che studiano la lingua e la cultura italiana a Salerno. L’incontro, moderato da Barbara Cangiano, ha avuto la natura di dibattito aperto con domande libere al Sindaco da parte del pubblico internazionale di carattere culturale, artistico e politico. L’incontro è stato svolto in italiano con livello graduato della lingua, con il supporto delle docenti di Accademia Italiana. “È stato davvero un piacere incontrare ieri mattina studenti e docenti dell’Accademia Italiana di Salerno. Un dibattito aperto con ragazzi provenienti da ogni angolo del pianeta, che trascorreranno alcuni mesi a Salerno, di cui sono certo serberanno uno splendido ricordo. – ha dichiarato il sindaco di Salerno – L’Accademia, brillantemente diretta da Francesca Romana Memoli, svolge da un lato un ruolo di promozione e diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo e dall’altro rappresenta un’importante occasione di marketing territoriale. Salerno ha e vuole continuare ad avere un ruolo d’avanguardia nel panorama nazionale: l’Accademia ci supporta nella nostra operazione di promozione della nostra città e di questo siamo profondamente grati. La città di Salerno – prosegue ancora il sindaco – si propone come città pilota, nel panorama regionale, per quanto riguarda innovazione urbanisca, per quanto riguarda le proposte culturali, se volessi solo ricordare le cose che sono in corso in questi giorni, dalla mostra di Pino Musi alla
mostra Chelsea Hotel a Palazzo Fruscione, passando per la grande lirica nello spazio antistante al Teato Ghirelli. Siamo una città dove si possono fruire cose che altrove non sono pensabili. L’Accademia Italiana, e noi di questo ne siamo grati, ci fa da supporto nella funzione di promozione dell’immagine della nostra città all’estero. E’ un prestigio del quale siamo grati alla direttrice e che credo che funzionerà sempre di più nei prossimi anni”. Il sindaco poi, ha voluto ancora una volta rivolgersi a tutti i salernitani, lanciando nuovamente un appello al rispetto delle semplici ma essenziali regole per prevenire il contagio da Covid 19 “Non ho dato uno sguardo agli indicatori sul contagio degli ultimi giorni ma mi sembra che le cose stiano andano bene. Nonostante questo invito sempre i miei concittadini ad avere una particolare attenzione a non abbassare la guardia, perchè il pericolo è sempre in agguato. Se da un lato stiamo registrando notizie positive in merito al numero di contagi, che in città sembrano essere uno, due al giorno, dall’altro lato questo non ci deve far gioire perchè è il segno che il virus circola ancora nella nostra città. Senza contare che le varianti, in particolare quella Delta, si sta diffondendo sempre più velocemente ed il nostro obiettivo deve essere quello di far si che non arrivi a Salerno. Ecco perchè è importante proseguire con la campagna di vaccinazione, che anche questa in città sta procedendo in maniera molto celere e far si che siano sempre di più le persone vaccinate”. L’importante è farlo sempre con chi hai voglia tu di Olga Chieffi
E’ fissato per domani sera, alle ore 20, lo start del workshop intensivo “Donna Luce”, promosso da Antonio Grimaldi e dal suo Teatro del Grimaldello, presso il Convento di Sant’Antonio di Nocera Inferiore. Due giorni con performance finale, dedicati a Raffaella Carrà e alle sue canzoni che inneggiano all’amore e perfino al sesso. Le richieste dell’attore e regista Antonio Grimaldi sono chiare: “Sei donna maschio lesbica gay trans sei di colore, sei piccola/o, sei grande grande sei vecchia/o ? L’ importante è far L amore con chi hai voglia tu. Portati un caschetto biondo un vestito glamour, una bandiera arcobaleno o un tricolore. Solo così possiamo raccontare”. La performance aperta al pubblico si svolgerà presso il Castello del Parco Fienga, nella serata del 18 luglio. Sarà un workshop nel segno di Raffaella Carrà, la diva possibile, volto fotogenico, risata espansiva e immagine coerente: capelli biondi a caschetto, corti sulle spalle, belle gambe, vestiti vistosi e sexy, ma nel giusto equilibrio., la fidanzata d’Italia e non solo d’Italia. Con quel pizzico di anticonformismo accettabile dalle platee conformiste, puritane e benpensanti del tempo del bianco e nero televisivo che poi, addirittura dopo una disputa politica, divenne a colori. L’ombelico di fuori che fece finta di fare scandalo, lo stacco di coscia e le canzoni che inneggiavano all’amore e perfino al sesso. In questi casi aiuta il fatto che nessuno sta attento alle parole e, quando il motivo è orecchiabile, è la musica che predomina e il testo viene subissato dal ritmo. Pensate solo, “Gelato al cioccolato” di Malgioglio, peraltro autore di testi anche della Carrà: quella che sembra una canzonetta per bambini, non a caso cantata dall’innocente Pupo, in realtà si riferiva ad una storia sex con un uomo di colore. Ecco perché “tu, gelato al cioccolato… dolce e un po’ salato”. Così, la nostra Raffaella con “Come è bello far l’amore da Trieste in giù che poi s’intitola Tanti auguri, rivolti per l’appunto “a chi tanti amanti ha”, testi dell’allora suo compagno Boncompagni. L’unica obiezione poteva essere solo geografica: Trieste non è così a nord. Bisognava semmai scendere da Bolzano in giù, che anche da quelle parti di sicuro ci sono osservanti e
praticanti del far l’amore che avrebbero gradito. Così si sarebbero compresi tutti gli italiani. E che dire di “A far l’amore comincia tu”, remixata da Bob Sinclair in versione disco, che ha travalicato i confini generazionali, arrivando come un tormentone fino ai giorni nostri e divenendo il motivo di apertura del film “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino. Proprio “Tanti auguri“, nota anche come “Com’è bello far l’amore…”, è un inno alla libertà sessuale. Non a caso, il pezzo è diventato un simbolo del movimento LGBT, tanto da eleggere la Carrà a “icona gay mondiale” al World Pride di Madrid nel 2017. Ma la rivoluzione innescata dalla vulcanica Raffaella Carrà è ancora più dirompente, perché a cantare quanto sia bello fare l’amore “in campagna ed in città” è una donna, una donna libera, affermata, sensuale e soprattutto una donna protagonista del suo tempo. Una donna che non fa un passo indietro, ma che con la sua forza dirompente si afferma nello scenario italiano e internazionale con carisma e talento, insegnando che “girando questa terra io mi sono convinta che, non c’è odio non c’è guerra quando a letto l’amore c’è”, “Com’è bello far l’amore da Trieste in giù, l’importante è farlo sempre con chi hai voglia tu…”. La maggior parte dei suoi inni pop sessuali sono un prodotto della Televisione italiana degli anni ’70, ma non sono reliquie del passato: la gente conosce, ancora, i testi a memoria e li canta non appena si presenta l’occasione. Oggi sembra una cosa semplice sollecitare il piacere sessuale in una canzone, ma Raffaella Carrà è stata una pioniera che ha aiutato le persone a vivere vite più appaganti, usando ritmi a cui nessuno che abbia sangue nelle vene può resistere.
Corruzione e traffico influenze a Salerno, indagato Pm Penna, avvocato, politici e imprenditori di Pina Ferro Avrebbe informato degli imprenditori su procedimenti a loro carico in cambio di un tornaconto. L’inchiesta , firmata dalla Procura di Napoli, scuote il palazzaccio salernitano. Roberto Penna, magistrato in servizio presso la Procura della Repubblica di Salerno, è stato tra i destinatari di una serie di perquisizioni disposte dalla Procura di Napoli nell’ambito di un’ indagine dei carabinieri nella quale gli inquirenti ipotizzano i reati di corruzione in atti giudiziari e traffico di influenze, continuati e in concorso. Tra gli indagati, oltre al magistrato che si occupa di reati in settore dell’edilizia, reati ambientali e contro la pubblica amministrazione, figurano anche alcuni imprenditori, un generale della Guardia di Finanza in quiescenza e un avvocato. I militari dell’Arma hanno perquisito le abitazioni e gli uffici degli indagati tra le province di Napoli, Salerno e a Roma, compreso quello del magistrato, nel palazzo che ospita la Procura di Salerno. Acquisiti dai carabinieri documentazione cartacea e apparati informatici (computer, telefoni, dispostivi per la memorizzazione dei dati) a disposizione degli indagati. Il decreto di perquisizione, nella mattinata di ieri, è stato notificato oltre che al sostituto procuratore Roberto Penna anche a Maria Gabriella Gallevi, avvocato del Foro di Salerno, all’imprenditore Eugenio Rainone della Rcm costruzioni gruppo Rainone, a Umberto Inverso vice presidente fondo investimenti, Gregorio
Fiscina ex consigliere comunale e provinciale ed ex candidato a sindaco di Buccino, a Fabrizio Lisi, generale della Guardia di Finanza in quiescenza ed ex comandante scuola allievi marescialli dell’Aquila e a Francesco Vorro di San Giuseppe Vesuviano. Il magistrato, secondo gli inquirenti, avrebbe informato gli imprenditori circa alcuni procedimenti penali riguardanti abusi edilizi in cui risultano coinvolti e di cui lui si stava occupando. L’avvocato in questione avrebbe ottenuto incarichi professionali grazie all’intervento del magistrato a cui è legata. Penna, in cambio, avrebbe evitato di svolgere indagini sul conto degli imprenditori. Accuse alquanto pesanti che devono essere confermate nelle successive indagini che saranno espletate nelle prossime ore e settimane. Ovviamente ora i militari e i magistrati napoletani vaglieranno il materiale che è stato acquisito presso le abitazioni e gli ufficii di coloro che sono stati iscritti nel registro degli indagati Sull’inchiesta avviata dalla procura di Napoli poco trapela. Le notizie che circolano sono solamente quelle relative all’effettuazione delle perquisizioni effettuate nella giornata di ieri da parte dei carabinieri presso le abitazioni e gli uffici delle persone che sono finite sul registro degli indagati. Poche le notizie ufficiali in merito alla vicenda che nelle prossime ore potrebbe apparire più chiara così come la posizione del magistrato. Falanga: “In tutti i comuni al voto, Udc andrà con
centrodestra unito” di Erika Noschese L’Udc sta con il centrodestra in tutte le città capoluogo. Lo ha ribadito, se mai ce ne fosse stato bisogno, il coordinatore regionale del partito Ciro Falanga che, nei giorni scorsi ha preso parte al tavolo regionale della coalizione per la scelta dei candidati sindaci nei capoluoghi chiamati al voto. “Certamente sì. L’Udc è una forza politica del centrodestra e non si sposta anche nei territori in cui la coalizione in questione, almeno a livello di previsioni, potrebbe non essere vincente – ha dichiarato Falanga – Inoltre, noi abbiamo la linea nazionale e la applichiamo anche sul territorio: a Salerno, così come le altre città che vanno al voto amministrativo, la linea del partito nazionale è stata sempre quella di convergere sul centrodestra”. Dunque, nessuna ipotesi di centrosinistra e, di conseguenza, si chiude – ancor prima di essere ufficializzato – il confronto tra l’amministrazione uscente e il partito, come inizialmente ipotizzato dopo un primo incontro tra il commissario provinciale Mario Polichetti e il cittadino Aniello Salzano. “Non è mai balenata, né a livello nazionale né regionale, andare con il centrosinistra”, ha chiarito Falanga che conferma il sostegno alla coalizione e al candidato sindaco Michele Sarno, sostenuto da Fratelli d’Italia, già da diversi mesi. Una decisione che, almeno per il momento, non riguarda Battipaglia dove l’Udc sostiene il candidato sindaco Antonio Visconti, espressione di centrosinistra. In questo caso, infatti, la scelta spetterà al coordinamento provinciale che dovrebbe riunirsi già nella giornata di venerdì su convocazione di Lello Ciccone. “Non abbiamo ancora esaminato Battipaglia, per il momento ci siamo occupati dei capoluoghi di provincia e poi passeremo ad esaminare le altre città al voto”, ha dichiarato ancora Falanga. Al momento, a dispetto di
quanto ipotizzato nei giorni scorsi, nessun cambio per quanto riguarda il commissario cittadino Aniello Salzano, a patto che segua le indicazioni dei vertici nazionali del partito: “Dipende se si allinea alle decisioni nazionali e regionali, a quel punto non vedo perché privarsi di persone autoritarie come Salzano”, ha infatti chiarito il coordinatore regionale. Intanto, ieri mattina, la vice coordinatrice provinciale del partito Maria De Caro è stata ricevuta da Lorenzo Cesa, segretario nazionale del partito, per discutere dello sviluppo del partito, in provincia di Salerno e a livello regionale. De Caro ha presentato a Cesa i progetti che sta portando avanti il coordinatore provinciale, il dottor Mario Polichetti, responsabile nazionale del settore sanità per l’Udc. Un colloquio cordiale durante il quale il coordinatore nazionale ha rinnovato la stima per tutto il coordinamento provinciale, esprimendo parole di apprezzamento per Polichetti e la stessa De Caro, ribadendo che, a livello provinciale, si seguirà la linea dettata dai vertici nazionali, in piena coerenza alle indicazioni del segretario nazionale Lorenzo Cesa. Omicidio Vassallo, il 23 luglio ad Acciaroli il gruppo di lavoro parlamentare istituito presso la Commissione Antimafia L Presidente della Fondazione “Angelo Vassallo Sindaco Pescatore”: “Un’attenta attività d’indagine già in corso, in maniera autonoma, presso il Parlamento. Un segnale importante
che proviene dalle istituzioni. La nostra è una corsa contro il tempo, per evitare i termini di prescrizione dell’inchiesta, arrivando ai responsabili di un omicidio ancora irrisolto. Hanno ucciso Angelo, ma le sue idee di legalità e sostenibilità sopravvivono” POLLICA. Si intensifica l’attività di indagine presso le istituzioni sull’omicidio ancora irrisolto di Angelo Vassallo, il Sindaco Pescatore. Il prossimo 23 luglio 2021 sarà ad Acciaroli il gruppo di lavoro parlamentare istituito presso la Commissione Antimafia Presieduta dal prof. Nicola Morra: un team, coordinato dall’on. Luca Migliorino, per ispezionare tutti gli elementi istruttori utili a non far cadere nel vuoto il fascicolo d’inchiesta, prima che decorrano i termini della prescrizione. “Un’attenta attività d’indagine, già condotta in maniera autonoma dal Parlamento – sottolinea il presidente della Fondazione e fratello del Sindaco Pescatore, Dario Vassallo – È una cauta speranza. Occorre fare luce sulla verità e mantenere alta l’attenzione, prima che decadano i termini della prescrizione. È una corsa contro il tempo, per Angelo, per il Cilento e per uno Stato di diritto che tuteli la legalità”. Undici anni fa a Pollica, piccolo comune del Cilento, veniva infatti ucciso Angelo Vassallo, sindaco del paese, ma soprattutto punto di riferimento per la propria comunità, e non solo, per la sua integrità morale e per l’attenzione e sensibilità ai temi della legalità e dell’ambiente. Sul suo omicidio non sono ancora state accertate le responsabilità. Soddisfare l’aspettativa di verità e giustizia sul delitto costituisce un dovere morale, e questo non solo nei confronti della vittima, dei suoi familiari, e di una comunità profondamente scossa, ma anche di tutti quegli amministratori che lavorano assiduamente per il rinnovamento e la rinascita dei propri territori.
Una verità, sul barbaro assassinio del primo cittadino, chiesta instancabilmente da anni, dal presidente della Fondazione Angelo Vassallo nonché fratello del sindaco, Dario Vassallo, che nel 2019 è approdato in commissione parlamentare antimafia dove è stato udito per ore dai parlamentari in una seduta plenaria, mettendo a verbale ben 430 pagine di memorie, con nomi e cognomi di uomini della società civile, delle Istituzioni e della politica, facendo riferimento a fatti e circostanze ben dettagliate. Contenuto dell’audizione in per gran parte segretato. “La venuta ad Acciaroli della Commissione Antimafia documenta la forza dello Stato che, quando opera al pieno delle sue funzioni – insiste Dario Vassallo – e nel pieno delle sue forze, dimostra che non ce n’è per nessuno e non arretra davanti a niente, perché è fondamentale arrivare alla verità, non solo per noi ma per un Paese intero”. Morì dopo intervento di riduzione dello stomaco, in 4 a processo. Michele Alfano spirò nella clinica Cobellis di Vallo della Lucania di Pina Ferro Spirò a seguito di un’intervento chirurgico per la di riduzione dello stomaco effettuato presso la clinica ‘Cobellis’ di Vallo della Lucania. Era il 2016 quando il cuore di Michele Alfano di Capaccio si fermò per sempre. Dopo quasi
cinque anni e numerosi colpi di scena in sede di udienza preliminare, il gup del Tribunale di Vallo della Lucania, Sergio Marotta, ha rinviato a giudizio, con l’accusa di omicidio colposo in concorso, i chirurghi che operarono il 40enne. Ad affrontare il processo saranno: Luigi Cobellis (titolare della struttura), Luigi Angrisani (specialista esterno), Giovanni Novi (di Ascea) e Rocco Cimino (ex sindaco di Teggiano). Accolta dunque la richiesta di rinvio a giudizio presentata dal Pubblico ministero Vincenzo Palumbo della Procura della Repubblica cilentana: la prima udienza si terrà il 17 dicembre prossimo davanti al giudice monocratico del Tribunale di Vallo della Lucania. Prosciolte invece da ogni accusa altre 10 persone, tra medici ed infermieri, che furono iscritte nel registro degli indagati, all’epoca dei fatti, come atto dovuto. Soddisfatti per la decisione del gup i familiari del compianto Michele Alfano, in primis i tre figlioletti e la vedova, Irene Conforto, che a StileTV ha dichiarato : “Finalmente potremo iniziare la nostra battaglia nel nome di mio marito, affinché venga fatta luce e giustizia sulle cause del suo decesso, che ha lasciato in tutti noi un vuoto di disperazione e rabbia, perché Michele in quella clinica è entrato vivo… qualcuno, ora, davanti alla legge dovrà spiegare perché dopo è morto, e non avrò pace finché non ci saranno sentenze; ci tengo a ringraziare moltissimo il nostro legale, l’avvocato Pierluigi Spadafora, il quale si sta battendo con noi e si è reso protagonista di un discorso conclusivo, davanti al gup, che ha commosso tutti”. Michele Alfano, 40enne di Capaccio Paestum affetto da obesità, morì nella casa di cura “Cobellis” di Vallo della Lucania, il 17 novembre del 2016, dopo 14 giorni di agonia a seguito di un intervento di riduzione dello stomaco, cosiddetto “sleeve gastrectomy”, cui si era sottoposto per perdere peso. La procura vallese dispose immediatamente il sequestro della cartella clinica, nominando il medico legale Adamo Maiese quale consulente tecnico, lo stesso che ha eseguito l’esame esterno e l’autopsia sulla salma: durato oltre 3 ore, l’esame autoptico accertò che, a causarne la morte, fu un’infezione
letale provocata da un “buco” allo stomaco. Più precisamente, secondo il magistrato Palumbo che ha chiesto ed ottenuto il processo per omicidio colposo in concorso, i quattro chirurghi imputati “per colpa dovuta ad imperizia, imprudenza e negligenza, consistite dapprima nel cagionare, durante l’intervento chirurgico, una fistole gastrica sulla parete postero-superiore dello stomaco e, successivamente, nel non diagnosticarne la presenza, nonostante fossero comparsi segni d’infiammazione e di peritonite nel paziente, cagionandone la morte per insufficienza multiorgano complicata da lesione gastrica e conseguente peritonite chimica nonché polmonite bilaterale”. Nella foto, l’ultimo scatto pubblicato da Michele Alfano sui social prima di entrare in sala operatoria: da allora non si è mai più ripreso, fino alla morte.
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