GLI EFFETTI DEL CORONAVIRUS SULLA POVERTÀ: IL PUNTO DI VISTA DELLE CARITAS LOMBARDE - Delegazione regionale Osservatori delle povertà
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IN EMBARGO FINO A VENERDì 2 LUGLIO ORE 11.30 GLI EFFETTI DEL CORONAVIRUS SULLA POVERTÀ: IL PUNTO DI VISTA DELLE CARITAS LOMBARDE Delegazione regionale Osservatori delle povertà
GLI EFFETTI DEL CORONAVIRUS SULLA POVERTÀ: IL PUNTO DI VISTA DELLE CARITAS LOMBARDE Delegazione regionale Osservatori delle povertà
INDICE Introduzione Luciano Gualzetti pag. 7 Gli effetti del Coronavirus sulla povertà: il punto di vista delle Caritas lombarde Delegazione regionale Osservatori delle povertà (a cura di) pag. 11 1. Il tempo del lockdown e della piena emergenza socio-sanitaria (marzo-maggio 2020) pag. 12 2. La fase della lenta e incerta “ripresa” (giugno-agosto 2020) pag. 19 3. La fase attuale (settembre 2020-marzo 2021) pag. 22 4. Quali povertà per il prossimo futuro pag. 27 Conclusioni Claudio Dagheti pag. 31 Ringraziamenti pag. 35
INTRODUZIONE La Caritas - Delegazione della Lombardia (d’ora in poi Delegazione) è un organi- smo di coordinamento delle Caritas Lombarde volute dalle Diocesi che insistono sul territorio regionale, per promuovere la testimonianza della carità della co- munità ecclesiale diocesana, cercando di favorire una lettura e una riflessione comuni per meglio operare al servizio degli ultimi e delle stesse comunità cri- stiane e civili della Lombardia. Complessivamente le Caritas Diocesane, che hanno dimensioni e caratteristiche pastorali e sociali diverse, operano attraverso una presenza capillare costitui- ta da 1.689 Caritas Parrocchiali (55% sul totale delle Parrocchie), 672 Centri di Ascolto (Tab. 1) e una pluralità di Opere Segno diocesane e parrocchiali (mense, empori, fondi Diocesani, rifugi notturni e centri diurni per senza dimora, centri di accoglienza per italiani e stranieri, per donne sole o vittime di tratta, padri separati, malati di AIDS,…), che incontrano e soccorrono le migliaia di famiglie in difficoltà che anche in Lombardia sono purtroppo presenti. Tab. 1: Presenza delle Caritas parrocchiali e i centri di ascolto nelle diocesi lombarde (dati sito ufficiale della CEI 2021) % Abitanti Caritas % CP sulle Centri di Diocesi Abitanti diocesi su Parrocchie Parrocchiali Parrocchie ascolto Lombardia (CP) su Diocesi Bergamo 996.216 10% 389 270 69% 70 Brescia 1.184.219 12% 469 161 34% 53 Como 555.321 6% 338 65 19% 15 Crema 101.552 1% 63 25 40% 14 Cremona 363.660 4% 222 81 36% 32 Lodi 291.778 3% 124 71 57% 66 Mantova 371.518 4% 168 21 13% 19 Milano 5.607.817 57% 1.101 920 84% 391 Pavia 193.383 2% 99 15 15% 2 Vigevano 181.348 2% 87 60 69% 10 Totale 9.846.812 3.060 1.689 55% 672 La Delegazione non gestisce direttamente queste attività, ma opera a livello re- gionale per raccogliere gli indirizzi della Conferenza Episcopale Lombarda (CEL) in materia di pastorale della carità e favorire una collaborazione tra le Caritas Lombarde, in particolare la formazione, negli ambiti sociali di interesse comu- 7
ne. Se necessario, la Delegazione si coordina per prendere posizioni condivise diverse misure di sostegno attivate, di cui non sempre ha beneficiato chi ne nei confronti delle istituzioni regionali e, in accordo con l’Osservatorio Giuridico aveva più diritto; questo è accaduto perché le misure sono state tante, spesso della CEL o in ascolto della Consulta Ecclesiale delle Opere Socio Assistenziali sovrapposte e poco chiare. È per evitare che situazioni di questo tipo si ripetano della Lombardia, suggerisce proposte e modifiche normative al fine di mitigare che le Caritas Lombarde hanno sottoscritto il protocollo “Inps per Tutti - Rete gli effetti negativi sulle fasce deboli della popolazione di un sistema economi- Agile di Welfare”, che vede la stretta collaborazione tra Inps e Centri di Ascolto co e sociale complesso come quello lombardo e per migliorare le sue politiche Caritas al fine di favorire la conoscenza e l’accesso alle prestazioni previdenziali sociali. È per questo motivo che la Delegazione ha da sempre una particolare e assistenziali erogate dall’Inps anche per le fasce più deboli. cura della lettura comune dei fenomeni che si sviluppano in Regione e del mo- L’obiettivo di questo report è di offrire una lettura aggiornata di quanto le Ca- nitoraggio delle risposte che la Chiesa, attraverso le sue Caritas promuove nelle ritas lombarde hanno vissuto in questo periodo, nella consapevolezza che non diverse situazioni. E questo lo fa ormai da quasi 20 anni attraverso un Coordina- possa essere definitiva, poiché è in corso una crisi sanitaria, economica e socia- mento regionale degli Osservatori delle Risorse e delle Povertà, che periodica- le, di cui è difficile prevedere la fine. Il report, però, insieme ad altri strumen- mente cura un Report sulle Povertà. ti, ci può aiutare a tenere viva l’attenzione sulla necessità di non cadere nella Anche in un anno molto sofferto come quello caratterizzato dal Covid - 19 non trappola dell’emergenza e ci può aiutare a capire dall’esperienza maturata cosa abbiamo rinunciato a raccogliere il frutto di un monitoraggio che, promosso da conservare di questi tempi e cosa, invece, abbandonare, affinché si possa pen- Caritas Italiana, è riuscito a mantenere lo sguardo non solo sulle emergenze e sare di realizzare dei cambiamenti nel lungo periodo; ancora, il report ci aiuta sulla crescente domanda sociale conseguente alla pandemia, ma anche sul sen- a riconoscere le cause strutturali delle povertà e a capire cosa fare per rimuo- so e sulle modalità inedite che hanno costretto tutti i soggetti privati e pubblici verle; ci aiuta anche a non dare per carità quello che è previsto per giustizia e a reinventarsi per non lasciare indietro nessuno. a lavorare in modo tale che chi si rivolge a noi sia messo in condizione di fare a meno del nostro aiuto. La profonda crisi che stiamo attraversando ha rischiato di produrre fratture insa- nabili nel nostro tessuto sociale ed economico, che, da un lato hanno compro- Questo è il compito non solo della Caritas, ma di tutta la comunità, che deve messo la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nelle comunità, dall’altro hanno riallacciare quei legami di fiducia che possono curare le ferite lasciate dalla pan- favorito l’attivazione di nuove forme di sostegno a favore di persone, famiglie e demia, nella speranze che le cose possano cambiare veramente per tutti, in par- imprese colpite dagli effetti della pandemia. In questo contesto, la Chiesa, attra- ticolare, per gli ultimi. verso la sua azione pastorale, è stata capace di abitare queste situazioni come occasione per vivere la sua fondamentale missione di annuncio e di prossimità. Nonostante il necessario ridimensionamento della vita liturgica, in questo tem- Luciano Gualzetti po così travagliato, la Chiesa ha riaffermato la sua volontà e capacità di stare Delegato Regionale Caritas lombarde accanto alla gente che soffre e di allearsi con istituzioni ed enti laici, per dare dignità alle persone in difficoltà. In questi lunghi mesi i nostri operatori hanno sostenuto persone che conoscevano già e altre che non avevano mai incontrato prima; hanno toccato con mano la fragilità in cui versano intere famiglie, la cui sopravvivenza dipende da un lavoro precario, stagionale, senza alcuna garanzia; hanno compreso le difficoltà connesse alla convivenza forzata durante i lock- down per tutti quei nuclei che non disponevano di abitazioni sufficientemente ampie; hanno ascoltato madri e padri di ragazzi disabili, cui il lockdown ha sot- tratto la possibilità di avere relazioni interpersonali, fondamentali per la costru- zione del loro progetto di vita; hanno accompagnato e sostenuto gli anziani, mai così soli come in quest’ultimo anno. In questa situazione drammatica, accanto alla distribuzione di beni materiali (cibo, vestiti, materiale scolastico e informatico) e all’attivazione di fondi per il sostegno economico alle famiglie in difficoltà, le Caritas lombarde hanno mes- so in campo risposte innovative per l’accompagnamento e l’orientamento alle 8 9
Gli effetti del Coronavirus sulla povertà: il punto di vista delle Caritas lombarde Delegazione regionale Osservatori delle povertà (a cura di)1 Fin dai primi giorni dell’emergenza Covid-19, di fronte alle sfide drammatiche e le forti criticità, le Caritas lombarde hanno continuato a stare accanto agli ulti- mi e alle persone in difficoltà, spesso in forme nuove e adattate alle necessità contingenti. Per cercare di avere un quadro complessivo dell’attività svolta e tentare di de- scrivere le conseguenze economiche e sociali della pandemia, nel contributo che segue saranno riportati i risultati per la Lombardia di tre rilevazioni nazio- nali realizzate da Caritas Italiana nei mesi di giugno e settembre 2020 e a marzo 2021. Tutte le indagini sono state realizzate mediante un questionario struttu- rato sottoposto a tutti i direttori e responsabili delle Caritas diocesane d’Italia con l’obiettivo di approfondire in particolare: come mutano i bisogni, le fragilità e le richieste di aiuto in questo tempo inedito; il tema della rimodulazione degli interventi e delle prassi operative; l’impatto dell’emergenza sanitaria sulla crea- zione di nuove categorie di poveri, ma anche su volontari e operatori. In questi mesi nei quali il nostro Paese è stato travolto dal Covid-19 si possono individuare (fino a oggi) tre grandi momenti, che corrispondono alle diverse fasi di avvio delle misure e dei provvedimenti governativi utili a contenere l’epide- mia: la prima, della “dura emergenza”, durante la quale si è pagato il prezzo più alto sul fronte dei contagi e delle vite umane, coincidente con il blocco totale delle attività e con i 69 giorni nei quali gli italiani sono “rimasti a casa”; la se- conda, vissuta nei mesi estivi, nella quale si è avviata una lenta ripartenza, dai contorni e confini incerti; la terza, che va da settembre 2020 a marzo 2021 e che ha coinciso, da un lato, con un nuovo aumento dei contagi e con le conseguen- ti chiusure regionali, dall’altro con l’avvio e il consolidamento della campagna vaccinale. In ciascuna delle fasi analizzate le azioni messe in campo dalla rete Caritas sono state preziose. ¹ I primi due paragrafi del presente contributo sono una rilettura alla luce dei dati lombardi del pezzo “Gli effetti del Coronavirus sulla povertà: il punto di vista Caritas nell’analisi di tre monitoraggi nazionali e delle informazioni raccolte presso i centri di ascolto” di Federica De Lauso, pubblicato in Caritas Italiana, Gli anticorpi della solida- rietà, Roma, 17 ottobre 2020. 11
1. Il tempo del lockdown e della piena emergenza Grafico 1 - Condizioni occupazionali delle persone che si sono rivolte alle Caritas lom- socio-sanitaria (marzo-maggio 2020) barde nel periodo marzo-maggio 2020: categorie più frequenti indicate dalle diocesi Le informazioni raccolte attraverso la rilevazione di giugno testimoniano gli ef- lavoratore dipendente non toccato dal lockdown lavor. auton./stagionale non toccato dal lockdown fetti della crisi sanitaria e dei conseguenti contraccolpi socio-economici in ter- esodato senza ammortizzatori sociali mini di povertà. In tre mesi (considerando l’intervallo temporale marzo-maggio) studente la rete delle Caritas lombarde ha aiutato circa 77.000 persone, portavoci spesso lavorat. auton./stagion. con bonus 600/800 euro delle istanze e delle necessità dell’intero nucleo familiare. Possiamo dunque im- inabile parziale o totale al lavoro maginare che quel numero corrisponda ad altrettanti nuclei. Il dato, anche se lavoratore dipendente con Cig ordinaria già di per sé molto significativo, è decisamente sottostimato in quanto riferito casalinga solo a una quota di Caritas diocesane - 8 su 10 - che sono state in grado di forni- impiego irregolare in essere Inoccupato (in cerca di prima occupazione) re questa informazione in termini complessivi. Tra i beneficiari il 36% (in valore pensionato assoluto 27.901 persone2) è rappresentato dai cosiddetti “nuovi poveri”, che lavor. auton./stagion. in attesa bonus 600/800 euro per la prima volta hanno sperimentato condizioni di disagio e di deprivazione lavoratore dipendente in attesa di Cig economica tali da dover chiedere aiuto. lavoratore precario senza ammortizzatori sociali impiegato irregolare fermo per covid I dati nazionali raccolti nel trimestre considerato mettevano in evidenza sul fron- disoccupato (in cerca di nuova occupazione) te della cittadinanza, un capovolgimento delle consuete proporzioni di presen- 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 ze: le persone di cittadinanza italiana, solitamente minoritarie, rappresentavano infatti quasi i due terzi del totale (il 61,6%), a fronte di un’incidenza straniera più SI NO contenuta (38,4%). In Lombardia, invece, l’incidenza di persone straniere è stata mediamente più alta (49,2%), anche se si riscontrano significative differenze tra Fonte dati: Delegazione regionale Caritas lombarde – Osservatori delle povertà le diverse diocesi: si va infatti dal 20% di persone straniere nella diocesi di Man- tova al 65% in quelle di Bergamo e Milano. Affiora in modo netto anche nella nostra regione la presenza di un’economia Per quanto riguarda la condizione occupazionale, i dati evidenziano al contem- nera e grigia, sfiorata solo tangenzialmente, in particolare nei primi mesi dell’e- po l’acuirsi di situazioni problematiche preesistenti e il nascere di nuove forme mergenza, dalle misure di tutela messe in campo dall’amministrazione pubblica. di vulnerabilità, associate in modo particolare al blocco delle attività economi- Marcato anche l’impatto del blocco delle attività sul lavoro regolare: i dati Istat che e produttive del periodo. Come registrato anche a livello nazionale, tra gli in tal senso parlano di circa 8 milioni di lavoratori che hanno sperimentato la assistiti nel periodo marzo-maggio in tutte le 10 diocesi lombarde prevalgono sospensione della propria attività, la gran parte dei quali cassaintegrati che di i disoccupati, le persone con impiego irregolare fermo a causa delle restrizioni fatto hanno registrato una penalizzazione retributiva complessiva (oltre ai ritar- imposte dal lockdown e i lavoratori dipendenti in attesa di cassa integrazione; di delle mensilità, in taluni casi)3. seguono i lavoratori precari o intermittenti che, al momento della presa in cari- Esaminando più in dettaglio le problematicità riscontrate durante la fase più co, non godevano di ammortizzatori sociali, segnalati tra le categorie prevalenti cruenta dell’emergenza, tutte le Caritas lombarde segnalano, in primo luogo, da 8 diocesi su 10. un forte incremento dei bisogni connessi alla povertà economica, alla perdita del lavoro e alle difficoltà legate al pagamento di un affitto o di un mutuo (cfr. Tab. 1). Accanto a tali ambiti di bisogno compaiono poi fenomeni nuovi: il primo è correlato alle difficoltà scolastiche, che hanno coinvolto molte famiglie non in grado di provvedere all’acquisto della strumentazione necessaria ai loro figli ³ I dati INPS confermano quanto evidenziato dalle Caritas diocesane: il numero delle domande di cassa integrazione ordinaria e in deroga alla data del 3 giugno non risulta- vano tutte corrisposte; cfr. https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?item- ² Il dato è riferito a 9 diocesi su 10. dir=53779 12 13
per seguire la didattica a distanza (tablet, pc, connessioni wi-fi); passano anche Tab.1. Variazione delle problematiche percepite presso le 10 Caritas lombarde nel pe- da qui le storie di deprivazione materiale vissute dai ragazzi appartenenti alle riodo marzo- maggio 2020 famiglie meno abbienti: forme di disuguaglianza sociale che afferiscono l’ambi- to educativo, e che, sommate a tante altre, andranno a condizionare il futuro Problematiche In aumento Stabile In diminuzione di questi ragazzi, innescando nei casi più gravi circoli viziosi di povertà. E, in tal senso, i dati della statistica pubblica fotografano una situazione ben chiara: nel- le famiglie mediamente più istruite (e quindi anche con un livello di reddito più Difficoltà nel pagamento di affitto o mutuo 10 0 0 alto) solo il 7% non possiede un pc o tablet, a fronte di una media nazionale del 33,8%; nette anche le differenze macro-regionali a riguardo: in Italia la percen- Difficoltà a visitare/mantenere un contat- 9 1 tuale di ragazzi tra i 6 e i 17 anni che non dispone di un computer o di un tablet è to con parenti/congiunti in carcere pari al 12,3%; tra i ragazzi del Mezzogiorno l’incidenza sale al 20% (Istat, 2020)4. Diffusione del gioco d’azzardo/scommesse 1 5 4 Colpiscono poi i numerosi alert delle Caritas inerenti la dimensione psicologica: Diffusione dell’usura e dell’indebitamento 5 5 0 tutte le diocesi hanno segnalato che il disagio psicologico-relazionale e la solitu- Violenza/maltrattamenti in famiglia] 6 4 0 dine sono in aumento e 9 diocesi hanno sottolineato l’incremento delle forme di depressione tra le persone incontrate. Difficoltà delle persone in situazione di di- 8 2 0 sabilità/handicap In 9 diocesi si segnala anche l’aumento delle problematiche carcerarie, legate soprattutto alle difficoltà a mantenere un contatto con i congiunti detenuti. Difficoltà scolastiche (compiti, seguire le 10 0 lezioni, ecc.) Da segnalare, inoltre, che 8 diocesi su 10 evidenziano l’aumento delle difficoltà per le persone disabili e le loro famiglie, che, private del sostegno socio-assi- Problemi burocratici/amministrativi dei 7 3 0 stenziale a domicilio o del supporto dei centri diurni, sono rimaste sole ad occu- migranti parsi quotidianamente della cura, in una condizione di isolamento accentuata Perdita del lavoro/fonti di reddito 10 0 0 dal lungo lockdown di primavera. Mancanza di alloggio (per i senza dimora) 6 4 0 Si è poi registrato in 7 diocesi l’aumento del fenomeno della “rinuncia o rinvio di cure e assistenza sanitaria”, determinato dal blocco dell’assistenza specialistica Rinuncia/rinvio di cure e assistenza sani- 7 3 0 taria ordinaria e di prevenzione e che potrebbe determinare in futuro un effetto di onda lunga sul piano del carico assistenziale e del profilo epidemiologico del Solitudine 10 0 0 nostro Paese. Depressione 9 1 0 Infine, 6 diocesi hanno messo in evidenza anche l’accentuarsi delle problema- Disagio psicologico-relazionale 10 0 0 tiche familiari, in termini di conflittualità di coppia, violenza, difficoltà di accu- Fonte dati: Delegazione regionale Caritas lombarde – Osservatori delle povertà dimento di bambini piccoli, conflittualità genitori-figli. Pensiamo a cosa possa aver significato l’invito a “stare a casa” nei contesti familiari dove, appunto, si vivono situazioni di maltrattamento e violenza. I dati dei centri antiviolenza in A fronte di uno spettro di fenomeni così vasto e inedito, le Caritas lombarde Italia confermano questa lettura: nel periodo 1° marzo -16 aprile 2020 le chia- hanno evidenziato una grande capacità di adattamento, mettendo in atto ri- mate ai centri antiviolenza sono aumentate del 73% rispetto allo stesso periodo sposte innovative e diversificate, mai sperimentate in precedenza (Tab.2). Si è del 20195. Si può parlare quindi, in questo tempo, di una povertà dalle mille registrata in particolare l’attivazione di servizi di ascolto e di accompagnamento sfaccettature. telefonici, che in soli tre mesi hanno supportato oltre 16.084 persone. Non sono poi mancati gli aiuti di tipo materiale, come ad esempio la consegna di pasti a domicilio o la fornitura di pasti da asporto, accanto al lavoro ordinario degli em- ⁴ https://www.istat.it/it/files//2020/04/Spazi-casa-disponibilita-computer-ragazzi.pdf pori/market solidali e delle mense, riorganizzati secondo le nuove disposizioni ⁵ Cfr. Istat, 2020, Violenza di genere ai tempi del covid-19: le chiamate al numero verde sanitarie anti-contagio. 1522; cfr. https://www.istat.it/it/files/2020/05/Stat-today_Chiamate-numero-antivio- lenza.pdf 14 15
Da richiamare anche l’operatività sul fronte sanitario. Le Caritas parrocchiali Tab.2. Numero di diocesi che hanno erogato i servizi e numero di persone aiutate per e diocesane si sono mobilitate con la distribuzione di dispositivi di protezio- servizio nel periodo marzo-maggio 2020 (v.a) ne individuale e igienizzanti (nel periodo considerato sono stati distribuiti oltre 245.000 dispositivi), con la messa a disposizione di alloggi per i periodi di qua- N. di diocesi che Numero di Tipo di servizi hanno attivato il beneficiari rantena e isolamento, con l’accoglienza di infermieri e medici, con l’acquisto di servizio singoli farmaci e prodotti sanitari, con servizi di assistenza psicologica. Fornitura dispositivi di protezione individua- C’è infine tutto il filone di iniziative attivate specificamente per le persone senza 9 719 le/fornitura igienizzanti dimora: dal cibo da asporto, ai servizi residenziali rimodulati secondo gli stan- dard di sicurezza (alcuni di questi sono stati creati ex-novo proprio durante que- Servizi di supporto psicologico 8 672 ste settimane), agli interventi di sorveglianza sanitaria in strada. Servizi di ascolto e accompagnamento tele- 10 16.084 fonico La tabella 2 mostra quante diocesi hanno erogato i servizi elencati e, per ciascu- Accompagnamento alla dimensione del lutto 5 257 no di essi, quante persone ne hanno beneficiato. I dati riportati in tabella sono sicuramente sottostimati alla luce del fatto che molte Caritas diocesane, data la Fornitura pasti da asporto / consegne a do- 9 20.673 particolare situazione di emergenza e criticità, non sono state in grado di fornire micilio il dettaglio del numero di persone aiutate, potendo invece indicare o il numero Rimodulazione dei servizi per senza dimora 10 896 di famiglie supportate o il numero di prestazioni erogate. Attività di sostegno per nomadi, giostrai e cir- 8 3.001 censi Interventi a sostegno delle piccole imprese 4 10 Accoglienza infermieri e medici 4 63 Alloggio per quarantena/isolamento 4 109 Presenza in ospedale/Rsa 3 11 Acquisto farmaci e prodotti sanitari 8 1.426 Ascolti in presenza su appuntamento 10 1.706 Assistenza domiciliare 2 54 Supporto/orientamento rispetto alle misure 9 2.802 messe in atto dalle amministrazioni/governo Sportelli medici telefonici 2 Fondi diocesani (a supporto delle famiglie in 9 1.043 difficoltà Supporto allo smart working per famiglie/for- 4 330 nitura PC e strumenti informatici Attività di supporto alle famiglie per la didat- 6 727 tica a distanza (fornitura di pc, tablet, ecc.) Aiuto per lo studio/doposcuola fatti al telefo- 3 50 no Altri servizi 6 Fonte dati: Delegazione regionale Caritas lombarde – Osservatori delle povertà 16 17
In termini di prassi operative un elemento di grande importanza risiede nel fatto 2. La fase della lenta e incerta “ripresa” che, oltre al contributo che la Conferenza Episcopale Italiana ha messo a di- (giugno-agosto 2020) sposizione dai Fondi dell’8x1000, sono fiorite moltissime iniziative di solidarietà (da parte di aziende, enti, negozi, supermercati, famiglie, singoli cittadini) e che molte delle azioni sono state attivate anche in forma coordinata e sinergica con La data del 18 maggio 2020 ha segnato il termine del periodo del lockdown, la altri attori del territorio: 9 diocesi hanno collaborato con le amministrazioni lo- misura restrittiva eccezionale (mai attuata prima nella storia della Repubblica cali, 9 con parrocchie, 9 con associazioni/enti non ecclesiali, 9 con altri enti di Italiana) che rimarrà indelebilmente nei ricordi di tutti noi. Da quel giorno le natura ecclesiale e 8 con la Protezione civile. attività commerciali come bar, ristoranti, negozi, ma anche biblioteche e musei, sono potute ripartire, adeguandosi ai protocolli previsti dal settore aziendale Accanto all’impegno degli operatori, prezioso è stato poi l’apporto dei volontari, di riferimento. Il 3 giugno, giorno della riapertura dei confini regionali, segna molti dei quali giovani, che nella fase più critica dell’emergenza hanno favorito poi un ulteriore passo avanti verso la “ripartenza”. Questi due momenti, oltre la continuità dei servizi, in sostituzione delle persone over 65 rimaste a casa in ad incidere nella quotidianità di ciascuno, hanno avuto un impatto evidente sul via precauzionale. Il monitoraggio di giugno ha consentito di svelare i numeri fronte economico e occupazionale. complessivi del volontariato attivato dalle Caritas (almeno di una parte). Nelle 10 diocesi lombarde ci sono 14.163 volontari; di questi sono 2.827 gli over 65 Il monitoraggio realizzato nel mese di settembre ha dunque voluto fotografare che si sono dovuti fermare per ragioni di sicurezza sanitaria6 e 312 le nuove proprio questa fase di “ripartenza”, indagando il fenomeno della povertà e del leve (under 34), attivate in questo tempo di emergenza. Purtroppo anche tra gli disagio sociale in un tempo di maggiore ordinarietà, pur nell’eccezionalità del operatori e i volontari non sono mancati contagi e vittime da Covid-19: il moni- momento. toraggio di giugno rileva 24 contagiati e 7 deceduti. Rispetto al numero di persone accompagnate, la prima cosa che emerge dal confronto con la fase più emergenziale è il calo degli assistiti, che da giugno ad agosto risultano circa 22.000 (esattamente 21.986)7. Si tratta in media di circa 2.700 persone a diocesi (il dato nazionale è di 1.200 persone a diocesi). In linea con il dato generale cala anche il numero medio dei nuovi ascolti, che si attesta su un totale di 5.851, pari al 26,6% sul totale delle persone ascoltate (nel trime- stre marzo-maggio i nuovi poveri erano 27.901, con un’incidenza del 36% sul totale delle persone incontrate). Gli evidenti segnali di miglioramento sono certamente dovuti all’evoluzione positiva della situazione sanitaria ed economica dei mesi estivi, ma, come se- gnalato dai direttori delle Caritas diocesane, la diminuzione delle richieste di aiuto è un fenomeno abbastanza consueto nei mesi estivi ed è riconducibile alla chiusura di molti centri di ascolto per la pausa di agosto e, in alcune aree della nostra Regione, all’avvio della stagione turistica che favorisce impieghi temporanei nel settore, in grado di risollevare in qualche modo la condizione economica di alcune famiglie (es. nell’ambito della ristorazione o delle piccole attività commerciali). Il peso della situazione di eccezionalità risulta tuttavia di fatto ancora alto: in media per le diocesi lombarde il 61% delle richieste di aiuto registrate in esta- te sono ancora riconducibili, direttamente o indirettamente, all’emergenza Co- vid-19. Pesano ancora molto nelle storie di fragilità e vulnerabilità economica i ritardi delle misure stanziate dal Governo a supporto dell’occupazione: secon- ⁶ Il dato è stato fornito da 8 diocesi su 10. ⁷ Il dato si riferisce a 8 diocesi che hanno fornito il valore complessivo. 18 19
do 7 diocesi ad incidere sono le attese delle mensilità della cassa integrazione Tab.3 Servizi/attività attivi nelle diocesi lombarde nel periodo giugno-agosto 2020 ordinaria o in deroga, mentre pesano meno quelle dei bonus per autonomi/ stagionali, segnalati solo da 4 diocesi. SI NO Rispetto alle forme di intervento e prestazioni erogate dalle Caritas diocesane, Servizi di supporto psicologico 6 4 si inizia a registrare una graduale e lenta ripresa, anche se 4 diocesi su 10 dichia- Servizi di ascolto e accompagnamento telefonico 8 2 rano di avere ancora alcuni servizi sospesi a causa dell’emergenza socio-sanita- ria. Si tratta di servizi che, date le misure restrittive imposte dalla pandemia, Fornitura pasti da asporto / consegne a domicilio 7 3 risultano più difficili da realizzare; tra questi, i guardaroba, le formazioni in pre- senza, i centri per anziani. Interventi a sostegno delle piccole imprese 5 5 Assistenza domiciliare 2 8 Entrando nello specifico delle attività, la tabella 3 evidenzia la riapertura dei Supporto/orientamento rispetto alle misure messe in atto dalle amministra- centri di ascolto “in presenza”: in tutte le diocesi sono previsti ascolti su appun- 8 2 zioni/governo] tamento accanto ad ascolti ad accesso libero (8 diocesi) e ad ascolti telefonici (8). Molto significativa, poi, la presenza di Fondi diocesani di solidarietà, pro- Sportelli medici telefonici 0 10 mossi dalle diocesi in occasione dell’emergenza socio-sanitaria a supporto delle Fondi diocesani (a supporto delle famiglie in difficoltà) 9 1 famiglie in difficoltà, in modo analogo a quanto fatto dalle Chiese diocesane su- Ascolti in presenza su appuntamento 10 0 bito dopo la grave crisi economica del 2008. Da sottolineare poi tutta la preziosa attività sul fronte dell’accompagnamento e orientamento rispetto alle misure Ascolti in presenza accesso libero 8 2 previste dal Decreto “Cura Italia” e “Decreto Rilancio” (REM, Bonus per i lavora- Fonte dati: Delegazione regionale Caritas lombarde – Osservatori delle povertà tori stagionali, indennità per lavoratori domestici, bonus baby sitter, ecc.); sono state azioni molto utili, che hanno permesso a numerose persone e famiglie in Per quanto riguarda più nello specifico i servizi per i senza dimora, 5 diocesi a difficoltà di poter accedere a tali misure pubbliche. fronte dell’emergenza sanitaria hanno implementato nuovi servizi di accoglien- C’è infine il tema del lavoro, in particolare quello della sofferenza sperimentata za notturna: in alcuni casi, sono stati protratti gli orari di apertura dei dormitori, da tanti piccoli commercianti e lavoratori autonomi: rispetto a questo fronte le rimasti aperti h24 per tutelare il più possibile le persone gravemente emargina- Caritas diocesane si sono attivate con sostegni economici specifici, anche at- te, particolarmente esposte ai rischi connessi all’emergenza sanitaria anche a traverso fondi diocesani dedicati, utili a sostenere le spese più urgenti legate al causa delle loro condizioni di vita; in altri sono stati attivati nuovi servizi/progetti pagamento dell’affitto degli immobili, delle rate del mutuo, delle utenze o agli per l’accoglienza notturna. acquisti utili alla ripartenza dell’attività. Rispetto alle sinergie create dalle Caritas diocesane in tempo di emergenza con gli altri soggetti del territorio, il monitoraggio di settembre evidenzia come spes- so tali collaborazioni tendano a consolidarsi e a tramutarsi in prassi operati- ve stabili; in Lombardia, questo è avvenuto sia all’interno della rete ecclesiale, quindi con parrocchie e altre realtà/associazioni religiose, sia con le ammini- strazioni comunali e con altri soggetti di natura non ecclesiale: in Lombardia, in 9 diocesi su 10 le attività congiunte svolte in piena emergenza socio-sanitaria con i soggetti del territorio sopra citati si stanno trasformando in collaborazioni stabili. Infine, nelle diocesi lombarde si registra una grande incertezza rispetto alla pos- sibilità che le risorse di volontariato disponibili prima dell’emergenza sanitaria possano esserlo ancora nel prossimo futuro: solo 1 diocesi dichiara di poter contare ancora su di loro, 3 pensano di no e 6 non sono ancora in grado di dirlo. 20 21
3. La fase attuale è mediamente del 50%, mentre l’incidenza media della componente straniera (settembre 2020-marzo 2021) è del 57%. La situazione che si è venuta a creare negli ultimi mesi è stata caratterizzata Grafico 2. Variazione delle problematiche percepite presso le 10 Caritas lombarde nel principalmente da due fenomeni: da un lato, la ripresa dei contagi nei mesi au- periodo settembre 2020 – marzo 2021 tunnali, che ha indotto il governo ad istituire nuovamente la zona rossa nelle regioni di volta in volta più colpite, tra cui anche la Lombardia; dall’altro, l’avvio Pers one/fami glie con di fficoltà abitati ve della campagna vaccinale, che nella nostra regione, dopo un inizio difficoltoso, Problematiche delle persone richiedenti asilo/rifugiati ha contribuito al miglioramento della situazione ospedaliera e ha consentito la Pres a in carico delle pers one senza dimora parziale riapertura delle attività produttive e commerciali del nostro territorio. Rinuncia/rinvio dell’assistenza sanitaria ordinaria Difficoltà legate al precariato/occupazione GIOVANILE Con un nuovo monitoraggio, realizzato nel mese di aprile, si è voluta fotografare Difficoltà legate al precariato/occupazione FEMMINILE la situazione che si è andata delineando nel periodo compreso tra settembre Violenze domes tiche 2020 e marzo 2021. L’indagine si proponeva di evidenziare le variazioni regi- Dipendenze da sostanze (droghe, alcol, ecc.) strate dagli operatori nelle problematiche incontrate e la tipologia di persone Cres cente coinvolgimento dell a criminalità organizzata maggiormente colpite, con un’attenzione particolare a due gruppi: le diverse Problematiche l egate all a detenzione/carcere categorie di lavoratori e i richiedenti e/o beneficiari delle misure governative di Problematiche connesse alla disabilità/non autosufficienza sostegno al reddito. Inoltre, il questionario ha voluto indagare l’attività svolta Disagio ps ico-s ociale delle donne dalle reti Caritas nell’ultimo periodo, mettendo in evidenza sia le collaborazioni Disagio ps ico-s ociale degli anziani attivate sul territorio, che gli interventi realizzati per far fronte ad alcune proble- disagio ps ico-s ociale dei giovani matiche specifiche. gioco d'azzardo/ludopati e usura/indebitamento illegal e pov ertà minoril e pov ertà educativa Nei mesi considerati la rete delle Caritas lombarde ha accompagnato 78.882 0 2 4 6 8 10 persone8: un dato che, dopo il calo dei mesi estivi di cui si è parlato nel paragrafo precedente, è tornato a valori simili a quelli registrati con il primo monitorag- in aumento nessuna variazione non so/non intercetto questa problematica in diminuzione gio. Quanto alla cittadinanza, mediamente le persone straniere rappresentano il 49,8% delle persone incontrate, dato che conferma quanto emerso dalla pri- Fonte dati: Delegazione regionale Caritas lombarde – Osservatori delle povertà ma rilevazione. Diversa però è la rappresentatività della componente straniera all’interno delle diverse diocesi: si va, infatti, dal 29% di Vigevano al 73% di Lodi. Il grafico 2 sintetizza la situazione relativa alle variazioni registrate nelle diocesi Più omogeneo il dato relativo alla presenza femminile, che mediamente ricopre lombarde in corrispondenza delle problematiche elencate: 9 diocesi su 10 se- il 51% del totale e che, all’interno delle diverse diocesi, va da un minimo del 30% gnalano l’aggravarsi delle difficoltà abitative delle famiglie e delle condizioni oc- a Vigevano ad un massimo del 59% registrato a Milano. cupazionali dei giovani; seguono con 8 diocesi segnalanti le difficoltà lavorative delle donne e la povertà educativa, che, insieme al disagio psico-sociale delle Il dato sui nuovi poveri è stato rilevato da 8 diocesi su 10 e rispetto al primo nuove generazioni, in aumento in 7 diocesi, è una delle “novità” più dramma- monitoraggio fa registrare un calo: mediamente in Lombardia i nuovi poveri tiche introdotte dalla pandemia, che per oltre un anno ha stravolto la routine sono il 13% (erano il 36% dopo la prima rilevazione); il dato può essere spiegato scolastica dei minori frequentanti le scuole di ogni ordine e grado, incidendo dalla parziale e graduale ripresa delle attività produttive di questo ultimo perio- negativamente, da un lato, sulla loro preparazione scolastica, dall’altro sulla loro do, che ha fortunatamente impedito l’aggravarsi di alcune situazioni precarie, capacità di mantenere un saldo equilibrio psicologico in un contesto che li aveva evento che si era invece verificato nei primi mesi della pandemia. La presenza bruscamente privati delle loro certezze e della loro quotidianità. femminile tra le persone che si sono rivolte per la prima volta alla rete Caritas Quotidianità che è stata messa in crisi anche per coloro che sono soggetti a ⁸ Il dato si riferisce a 9 diocesi su 10. pene detentive e che ha interessato sia la vita all’interno delle carceri, che quel- 22 23
la all’esterno, come segnalato da 7 diocesi. Infatti, la seconda ondata di conta- ricevere la cassa integrazione ordinaria o in deroga ( “abbastanza frequenti” in gi ha colpito in modo pesante queste realtà, causando difficoltà, isolamento e 6 diocesi, “molto frequenti” in 3) e le persone in difficoltà economica in attesa interruzione di percorsi già avviati. I contatti coi familiari sono stati possibili, del Reddito di cittadinanza (“molto frequenti” per 6 diocesi e “abbastanza fre- ma più diradati a causa dei limiti posti all’uso delle nuove tecnologie e questo quenti” per 2). La pandemia, da un lato, ha fatto emergere l’estrema fragilità di ha aumentato i disagi all’interno delle carceri. Quanto alle esecuzioni esterne, un sistema sociale che permette al suo interno la presenza di sacche così vaste la crisi pandemica ha inevitabilmente compromesso i percorsi di formazione e di lavoro sommerso, in cui lavoratori privi di qualsiasi forma di tutela rischiano orientamento al lavoro, i tirocini e i contratti già avviati, provocando un brusco in tempi brevi di trovarsi nella situazione di aver bisogno di rivolgersi alle reti arresto nei percorsi di emancipazione dei detenuti. Caritas per poter andare avanti; dall’altro, la crisi seguita al covid–19 ha anche messo in evidenza i ritardi e le difficoltà del governo nell’ erogare in tempi ra- Semplificando, accanto all’amplificarsi della questione carceraria, la maggioran- gionevoli sia le indennità di cassa integrazione legittimamente spettanti ai lavo- za delle diocesi lombarde individua nelle problematiche abitative, nelle difficol- ratori in regola, sia le misure di sostegno al reddito riconosciute a chi ne aveva tà lavorative, soprattutto di donne e giovani, e nella condizione giovanile i tre fatto richiesta. ambiti che maggiormente hanno risentito degli effetti della crisi. Il monitoraggio nella nostra regione conferma poi il triste primato del settore Il grafico 3 riporta i risultati relativi alla frequenza con cui nel periodo conside- della ristorazione, indicato da tutte le diocesi lombarde come uno di quelli che rato si sono presentate ai centri Caritas persone in difficoltà a causa di problemi ha maggiormente risentito della crisi pandemica. In difficoltà anche gli esercizi lavorativi e/o in conseguenza della mancata percezione di misure di sostegno al commerciali, segnalati da 6 diocesi, e il settore del turismo e del fitness (pale- reddito. stre/centri sportivi), indicati come tra i più penalizzati da 5 diocesi. Nei sette mesi considerati, la rete Caritas delle diocesi lombarde ha realizzato Grafico 3. Quanto sono frequenti le seguenti situazioni tra le persone che avete ac- nuovi servizi e progetti, finalizzati a prendersi carico delle situazioni di disagio, compagnato in questo periodo di emergenza? (settembre 2020-marzo 2021) talora con modalità innovative rispetto al passato. Accanto ai molti e necessari fondi di sostegno economico alle famiglie in difficoltà nati in concomitanza della In difficoltà economica senza buoni spesa comunali pandemia e presenti in 9 diocesi su 10, sono sorti progetti destinati a sostene- re l’acquisto di device per gli studenti che altrimenti non sarebbero riusciti a Persone con RDC terminato seguire la didattica a distanza (6 diocesi); ancora, sono stati attivati interventi Persone cui è stato rifiutato il REM specifici sul fronte del lavoro (6 diocesi) e in 3 diocesi è stato attivato un fondo IN ATTESA del Reddito di Cittadinanza di sostegno alle piccole imprese. È stato inoltre aperto un servizio di housing IN ATTESA del Reddito di Emergenza per famiglie monogenitoriali e, infine, è stato attivato un servizio sanitario di Commerciante IN ATTESA delle misure di sostegno continuità assistenziale destinato alle persone emarginate, prive di iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale. Da ricordare anche la grande attività di orienta- Lavorat. precario senza ammortizzatori sociali mento alle tante misure di sostegno al reddito che i centri Caritas di 9 diocesi Lavor. Aut./stag. IN ATTESA di misure di sostegno stanno continuando ad offrire alle persone che vi si rivolgono. IN ATTESA della CIG ordinaria/CIG in deroga Come già messo in evidenza dai precedenti monitoraggi, la crisi di questi mesi Impiego irregolare FERMO per Covid19 ha rappresentato per molti l’occasione di stringere nuove collaborazioni, allar- 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 gando lo spettro dei soggetti con cui partecipare a progetti comuni. Nella tabella 4 sono elencati i servizi pubblici, privati ed ecclesiali con cui la rete delle Caritas Molto frequenti Abbastanza frequenti poco presenti per nulla presenti non so lombarde ha collaborato negli ultimi sette mesi. Fonte dati: Delegazione regionale Caritas lombarde – Osservatori delle povertà La categoria più presente è quella delle persone con impiego irregolare fermo a causa della pandemia, che in 6 diocesi viene segnalata come “molto frequente”, in 3 come “abbastanza frequente”; seguono i lavoratori dipendenti in attesa di 24 25
Tab. 4 Distribuzione diocesi per collaborazioni attivate. Settembre 2020 – marzo 2021 4. Quali povertà per il prossimo futuro Tipo di soggetti Numero diocesi Collaborazioni ancora attive Nel corso del 2020, come conseguenza delle misure adottate dal governo per Amministrazioni comunali 10 10 rallentare la corsa della pandemia, le Caritas lombarde hanno registrato un au- Servizi sanitari/ospedalieri 8 7 mento del numero di persone non più in grado di provvedere ai loro bisogni pri- Scuole 5 5 mari e per questo costrette a chiedere aiuto per fare la spesa, pagare le bollette del gas e della luce, l‘affitto, la rata del mutuo. Gli “impoveriti da Covid”, come Protezione civile 5 4 sono stati definiti in modo sbrigativo, ma in ogni caso efficace, si sono aggiunti Inps 4 4 alle persone che già si rivolgevano alla Caritas. Tra loro, ritroviamo chi aveva Carcere 7 7 già subito gli effetti della crisi del 2008: persone che, uscite allora dal mercato Agenzie case (Ater, Aler, ecc.) 4 4 del lavoro, non erano più riuscite ad avere un’occupazione stabile e si erano arrangiate con quei “lavoretti” (parcheggiatore abusivo, idraulico, imbianchino Croce Rossa 8 8 e all’occorrenza elettricista, colf e badante in nero), spazzati via dal primo lock- Legambiente 2 2 down e che il Covid si è incaricato di farci sapere quanto fossero fondamentali Patronati/Caf/sindacati 7 7 per un numero non piccolo di persone persino in una regione ricca come la Fondazioni bancarie 7 7 Lombardia. Parrocchie 10 10 In altri casi chi è stato messo con le spalle al muro dal blocco delle attività eco- Volontariato vincenziano 8 8 nomiche, invece, un lavoro vero e proprio ce lo aveva. Ma lo stipendio reale che percepiva al netto degli straordinari, magari pagati fuori busta, era in realtà Sant’Egidio 2 2 molto misero, al limite della sussistenza. Cosicché quando è arrivata la cassa Cav 8 8 integrazione (spesso con un clamoroso ritardo), si è ritrovato con un reddito Scout Agesci 7 7 insufficiente per soddisfare le esigenze quotidiane . È quello che è successo, per esempio, a tanti camerieri, cuochi, lavapiatti, custodi di albergo. Lavoratori poco Acli 6 6 qualificati ma che avevano trovato in queste mansioni una chance di integrazio- Misericordie 1 1 ne, che per gli immigrati aveva rappresentato anche un’occasione per inserirsi Fonte dati: Delegazione regionale Caritas lombarde – Osservatori delle povertà nel contesto sociale e per ricongiungersi alle loro famiglie. Infine, si sono aggiunti ai bisognosi di assistenza coloro che, a dispetto del bloc- Dalla tabella si evince che non si è trattato di esperienze occasionali, poiché su co dei licenziamenti, il lavoro lo hanno già perso. Lavoratori ai quali le aziende un totale di 109 collaborazioni attivate, solo 2 ad oggi non sono più in essere. non hanno rinnovato i contratti a termine durante il lockdown di primavera o Infine, il quarto monitoraggio si sofferma sul contributo dato dai 69 giovani del quello “a geometria variabile” dell’autunno. In genere professionisti nei setto- servizio civile che, insieme ai tanti altri volontari Caritas, in questi mesi si sono ri degli eventi o dello spettacolo, anche della salute e del benessere. Persone resi disponibili ad offrire il loro aiuto in diversi servizi e opere ecclesiali. 51 di spesso giovani: dai montatori dei palchi agli addetti alle luci; dal fisioterapista loro sono stati impiegati in nuove forme di attività correlate al covid-19, tra le all’istruttore in palestra. quali: servizi di welfare leggero (supporto anziani per disbrigo piccole faccende Questo scenario ha messo sotto pressione il sistema di aiuti offerto dalle Caritas e per contatti telefonici); supporto nell’attività di distribuzione degli alimenti e lombarde, che in 9 casi su 10 hanno costituito dei fondi ad hoc come misura di nella consegna dei device nelle scuole; collaborazione con mense e con centri emergenza all’inizio del primo lockdown, riuscendo così a sostenere migliaia di di ascolto. famiglie attraverso sussidi mensili. Fortunatamente, molte di queste famiglie al termine del periodo in cui sono state aiutate (in genere 3 mesi), hanno visto migliorare la propria condizione; molte altre, però, non si sono ancora riprese e sono a carico del sistema di aiuti Caritas, senza prospettiva di uscirne a breve. Occorre, però, pensare che, oltre a queste persone già aiutate dalle Caritas, ce 26 27
ne sono moltissime che le nostre realtà hanno intercettato poco, ma che, sicu- no, seppure non sufficiente a tornare ai livelli del 2019. La variazione rispetto ramente, dopo tutti questi mesi di poca o nulla attività, versano in condizioni allo stesso periodo dell’anno precedente è contenuta al -7,3%, dopo aver toc- economiche estremamente precarie. Si pensi alle famiglie e ai piccoli impren- cato il -23,5% nel trimestre precedente. In particolare, le attività di alloggio e ditori titolari di attività commerciali o artigianali che si sono indebitati in questi ristorazione sono ancora molto lontane dal recuperare i livelli pre-Covid, con un mesi per stare a galla, ma non sono in grado di restituire i prestiti contratti, né fatturato che mostra un calo su base annua del -23,5%. Nonostante la riaper- attingendo ai propri redditi né dando fondo ai propri patrimoni. Tra il 2019 e tura nei mesi estivi, la minore propensione a consumare alimenti fuori casa, il il 2020 le denunce per usura sono aumentate sia a livello nazionale (da 191 a proseguimento di molte attività in smart working, la preferenza verso un “turi- 302), che regionale (da 17 a 37). Tecnicamente vengono definiti sovra-indebi- smo di prossimità”, nonché i ripetuti e altalenanti lockdown hanno continuato a tati. Prima della crisi erano 90mila in Italia di cui 20mila in Lombardia. Nono- penalizzare questo settore. Anche per i servizi alla persona il recupero è ancora stante le riforme legislative recentemente introdotte, queste persone rischiano molto parziale (-13,1%): è questo il settore a cui appartengono, tra le altre ca- di perdere la casa o il negozio e il laboratorio dal quale traggono il reddito e tegorie, anche quelle di colf e badanti, che rappresentano una parte conside- quindi di aggiungersi ai nuovi poveri prodotti dalla crisi economica innescata revole delle persone che si rivolgono normalmente alle Caritas e che sono state dalla pandemia. fortemente penalizzate dalle misure restrittive imposte soprattutto durante il primo lockdown. Per quanto riguarda invece i dipendenti, è di qualche giorno fa la notizia della proroga - al 30 giugno per le grandi imprese e al 31 ottobre per le piccole - del Negli ultimi tempi sono emersi i primi segnali di ripresa, che si spera saranno blocco dei licenziamenti, predisposto dal governo per tutelare i lavoratori in confermati in virtù anche delle prossime riaperture stabilite dal governo. Intan- questi mesi di emergenza; la sensazione, comunque, è che, data l’attuale situa- to, però, a un anno dall’inizio del contagio, le Caritas lombarde continuano ad zione sanitaria, sociale ed economica del Paese, questo provvedimento possa attivarsi per sostenere persone, famiglie e imprese colpite dagli effetti socio-e- soltanto rimandare di qualche mese la perdita di nuovi posti di lavoro. conomici della pandemia. Perdita che andrebbe ad aggravare la situazione economica della Regione Lom- bardia, i cui indicatori economici descrivono una situazione preoccupante. Se- condo Unioncamere9 nel 3°trimestre 2020 l’occupazione in Lombardia ha subito un forte calo: -107 mila occupati, scendendo a 4 milioni e 357 mila (dai 4 milioni e 483 mila del 3°trimestre 2019), come effetto della diminuzione degli indipen- denti (-110 mila) solo marginalmente compensata da un lieve aumento dei di- pendenti (+3 mila). In valori assoluti la diminuzione della base occupazionale ha riguardato sia gli uomini che, in misura meno intensa, le donne: i lavoratori sono stati infatti 65 mila in meno rispetto al terzo trimestre 2019 (pari al -2,6%), mentre per le lavoratrici la perdita è stimata in 41 mila unità (pari al -2,1%). Si tratta di un “salto indietro” che riporta lo stock occupazionale ai livelli del 2017, vanificando la crescita sperimentata negli ultimi anni. Le categorie più penalizzate dalla crisi legata al Covid-19 sono i lavoratori a tempo determinato (in calo del -24,1% nel secondo trimestre), quelli part-time (-7,1%) e i giovani (-5,1% per i 15-34enni). Anche sul versante delle imprese forti sono le difficoltà. Sempre secondo Union- camere10, nel terzo trimestre le imprese attive nei servizi in Lombardia mostra- no una ripresa del fatturato dopo la caduta evidenziata nei primi 6 mesi dell’an- ⁹ Unioncamere Lombardia, Il mercato del lavoro in Lombardia. 3° trimestre 2020 10 Unioncamere Lombardia, Rapporto trimestrale servizi. L’andamento economico in Lombardia. 3° trimestre 2020 28 29
CONCLUSIONI1 La Lombardia è stata sicuramente una delle regioni italiane più colpite da questa pandemia e, fin dalla prima ora, si è trovata in un contesto emergenziale mai vi- sto prima. Alcuni territori (pensiamo al territorio lodigiano-cremasco della zona di Codogno/Castiglione o a Bergamo e alla Val Seriana, oppure al Cremonese o al territorio bresciano) sono stati pesantemente colpiti nella prima ondata, altri nella seconda ed altri ancora nella terza: attraverso un report come il presente risulta complesso restituire la fotografia di ciò che è accaduto nelle singole co- munità, nelle singole famiglie che sono state colpite da effetti diretti o indiretti dell’emergenza sanitaria. Ricordo una parrocchia della mia diocesi che si è tro- vata improvvisamente a commemorare 15/18 defunti a settimana nel marzo/ aprile 2020, quando prima della pandemia mediamente morivano 1 o 2 perso- ne ogni settimana; allo stesso modo un’altra comunità ha visto, secondo l’ISTAT, segnare un aumento del 575%2 di morti nel marzo 2020…tutti conosciamo qual- cuno che è stato ammalato o, peggio, che non ce l’ha fatta…tutti conosciamo qualcuno che a causa della pandemia ha perso il lavoro o perlomeno ha dovuto rallentare, oppure si è trovato a dover rivedere il proprio stile di vita. È davvero difficile raccontare i singoli volti, le singole storie che restano, talvolta celati, dietro i dati e le statistiche che abbiamo scelto di raccogliere in questo breve report. Sarebbe giusto riuscire a passare dal “fenomeno” al “volto”. Il fenomeno (“fatto da studiare suscettibile di osservazione diretta o indiretta”3) deve lasciar spazio al volto4, che non è semplicemente il viso, la faccia, ma qualcosa con cara- tura più elevata: è carattere, essenza, natura, è una storia, è desiderio di futuro, è la complessità di una vita. Il volto richiede uno sguardo che vada al di là del fenomeno, che lo contempli e ne colga l’essenza. Perché questa contemplazione si realizzi occorrono spazi e luoghi nei quali lasciar accadere l’altro: i Centri di Ascolto, le opere di accoglienza (sia per chi è in difficoltà ma anche per sanitari, medici ed infermieri venuti a sostenere l’emergenza anche dall’altra parte del mondo!), i dormitori che si sono trasformati in centri diurni o, ancora, i fondi messi a disposizione dalle diocesi per l’emergenza covid, sono sicuramenti luo- ghi privilegiati di incontro e relazione. Restano purtroppo le preoccupazioni per il futuro: l’imminente sblocco dei li- cenziamenti, i contratti di lavoro non rinnovati, le famiglie che lasciano indietro ¹ A cura di Claudio Dagheti, referente Osservatorio delle Povertà e delle Risorse Lombardia, di- rettore Caritas diocesana di Crema ² Comune di Soncino, confronto decessi del mese di marzo 2019-2020. https://www.cremaoggi. it/2020/04/10/mortalita-provincia-numeri-dellistat-fotografano-unecatombe-crema-335-un-me- se/ ³ Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, alla voce “fenomeno”. ⁴ Liberamente ispirato da scorci del pensiero di Emmanuel Lévinas. 31
affitti e mutui, i cinquantenni che si trovano senza lavoro e con la necessità di Per la produzione di questo report si ringraziano in particolare Federica De Lau- riqualificarsi, gli adolescenti e i giovani che perdono il piacere delle relazioni so (Caritas Italiana) ed Elisabetta Lovere (Caritas Ambrosiana) per il lavoro svol- sociali, i vaccini che ancora non raggiungono i più poveri in Italia ma anche nel to insieme al gruppo dell’Osservatorio regionale delle Povertà e delle Risorse: mondo, e molte altre grandi sfide che ci troveremo ad affrontare nei prossimi Livia Brembilla (Bergamo), Michele Brescianini (Brescia), Alessio Antonioli (Cre- tempi. Allo stesso tempo, come comunità cristiane, abbiamo imparato qualco- mona), Ivana Fazzi (Como), Vittorio Maisano (Lodi), Davide Boldrini (Mantova), sa di prezioso: abbiamo capito che per essere una Chiesa ospedale da campo5 è Sara Benvenuti (Pavia), Isabella Cargnoni (Vigevano). importante trovare sempre il modo di “esserci” … sempre e comunque! La Chie- sa non può rischiare di non-esserci. Una Chiesa che si espone, che non ha paura di correre, con intelligenza, dei giusti rischi, che non si chiude nella paura ma sceglie di stare in compagnia dell’uomo ed in particolare dell’uomo che soffre. Una Chiesa che tesse reti e collaborazioni senza la paura di stringere alleanze anche con soggetti che hanno mission differenti, proprio com’è avvenuto nei territori più colpiti dalla pandemia. Il restare una “Chiesa in uscita” è sicuramen- te una delle sfide che ci troveremo ad affrontare. Abbiamo anche riscoperto che la nostra prevalente funzione pedagogica, tanto desiderata cinquant’anni fa da Paolo VI6, va costantemente rivista in forme con- sone ai tempi ed ai bisogni che viviamo e non è data una volta per sempre. La Caritas non può non essere attenta a quello che sta accadendo all’interno delle nostre comunità: la solidarietà spontanea e naturale della prima fase pandemi- ca ha spesso ceduto il passo a forme di egoismo, di esclusione sociale e, talvolta, di rabbia. Promuovere progetti che facilitino il dialogo, proporre riflessioni sul senso di carità nelle comunità e costruire progetti pastorali che mettano davve- ro al centro gli ultimi delle nostre comunità, ci sembrano attenzione prioritarie volte a non tradire il messaggio del Vangelo nel tempo che viviamo. La Caritas, in questa direzione, può fare davvero molto: animare le comunità cristiane per far sì che la carità non sia una cosa da fare appannaggio di alcuni delegati, ma sia una dimensione costitutiva7 e naturale dell’essere cristiano8, così che chi soffre, anche a causa dell’attuale situazione sanitaria e sociale, si senta incontrato come volto e non soltanto come fenomeno di povertà. ⁵ PAPA FRANCESCO, Meditazione mattutina, Domus Sanctae Marthae, Oltre i formalismi, Marte- dì, 1° Aprile 2014 ⁶ Paolo VI, 1° Convegno di Caritas italiana, 28 settembre 1972. «[…] Al di sopra di questo aspetto puramente materiale della vostra attività, deve emergere la sua prevalente funzione pedagogi- ca, il suo aspetto spirituale che non si misura con cifre e bilanci, ma con la capacità che essa ha di sensibilizzare le Chiese locali e i singoli fedeli al senso e al dovere della carità in forme consone ai bisogni e ai tempi […]». ⁷ DON SALVATORE FERDINANDI, Radicati e fondati nella carità, EDB, Bologna 2008, 275-309 ⁸ PAPA FRANCESCO, FT 62,180-186 32 33
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