Narrare con l'archivio - Forum internazionale, 19 novembre 2020 a cura di Rosanna Pavoni e Raimonda Riccini in collaborazione con MEET Digital ...
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Narrare con l’archivio Forum internazionale, 19 novembre 2020 a cura di Rosanna Pavoni e Raimonda Riccini in collaborazione con MEET Digital Cultural Center p.1
Introduzione Da alcuni anni l'idea di archivio si sta arricchendosi di molteplici significati in virtù delle nuove possibilità, strategie, modalità d'uso offerte dal digitale. Opportunità che pongono anche inedite sfide all’interpretazione e alla diffusione dei patrimoni. Narrare con l’archivio si propone di portare all’attenzione di studiosi, istituzioni e pubblico una questione sempre più centrale per gli operatori del settore e per tutti gli utilizzatori: l’abbandono della visione cumulativa e della fruizione meramente quantitativa dei dati digitalizzati, a favore dell’accesso a una conoscenza strutturata, costruita attorno ai dati stessi, ma anche fortemente dinamica, come consentono oggi le tecnologie applicate alla gestione dei dati. L'incontro si sviluppa su tre temi: 1. archivi di architetti e designer digitalizzati e public history 2. archivi di architetti e designer digitalizzati, diversi metodi differenti obiettivi: modalità e metodologie per l'integrazione e la condivisione di archivi eterogenei sul Web 3. archivi di architetti e designer digitalizzati e didattica Su ogni tema si proporrà una domanda 1. un archivio online come quello Magistretti fa riferimento a due ambiti disciplinari, architettura e design. Ma la sua utilità come fonte documentaria non si limita in realtà solamente a questi ambiti: l'ampio arco temporale in cui si svolge l'attività di Magistretti, la diversificazione dei progetti e dei committenti, l'aderenza progettuale alle nuove esigenze abitative, nuove realtà sociali e famigliari, nuovi orientamenti urbanistici, nuovi gusti che si susseguono nei 60 anni di lavoro, rendono l'archivio un prezioso e ricco strumento per approfondire, arricchire, illustrare ricerche e storie diverse tra loro; diverse per argomento, per destinatari, per finalità. Quali i possibili usi multidisciplinari degli archivi online p.2 nella costruzione del racconto storico?
2. La Fondazione Magistretti si è posta la domanda su “che cosa” concentrare l'indagine, la digitalizzazione, la schedatura del patrimonio archivistico dello studio Magistretti, se sui singoli fogli oppure sui progetti; la risposta che è stata data, partendo dal rispetto della struttura originale dell'archivio, è stata quella di privilegiare la seconda possibilità e dunque ciò che è stato prodotto è la schedatura dei progetti di Magistretti attraverso i materiali archivistici. Con questa impostazione, è stata affrontata la digitalizzazione che ad oggi è arrivata a coprire circa il 65% del patrimonio archivistico. La massa di archivi oggi disponibili online evidenzia unpanorama di approcci metodologici profondamente differenti a cui corrispondono obiettivi e risultati differenti. In questa complessa realtà digitale, come far emergere le fonti per progettare nuovi percorsi di ricerca e nuove relazioni? come approfondire modalità e metodologie per l'integrazione e la condivisione di archivi eterogenei sul Web: quali progetti di integrazione e scambio basati su alcune tecnologie emergenti (LOD e IIIF)? 3. Le nuove regole imposte dalle norme di sicurezza post COVID obbligano i luoghi della cultura di ridotte dimensione spaziali a ripensare le modalità di racconto dei propri patrimoni e a costruire nuove strategie e nuovi strumenti per arrivare a pubblici differenti. Lo studio museo Vico Magistretti non potrà più svolgere visite guidate in presenza rivolte agli studenti delle scuole e delle università poiché, per garantire il corretto distanziamento, non potranno entrare contemporaneamente più di 5 persone. L'archivio online diventa lo strumento monografico con cui e su cui lavorare per una rinnovata didattica che vede coinvolti curatori, docenti, studenti. Con quali modalità si può lavorare su e con queste fonti online per creare nuove offerte integrate di strumenti di apprendimento? p.3
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Narrare con l'archivio – Contributo 01 Soprintendenza archivistica e bibliografica di Lombardia, Puglia e Basilicata Annalisa Rossi 1. L’archivio, in quanto sistema cei, digitali, contratti, progetti, schiz- unitario e inscindibile di ‘do- zi, bozzetti, disegni, prototipi, libri, cumenti’ e delle relazioni che campionari di materiali, modelli e fi- intercorrono fra essi, si qualifica ex nanche monumenti o parti di essi. La se come ‘multidisciplinare’, ammes- pratica classificatoria dei beni cultu- so che la ‘multidisciplinarietà’ possa rali, figlia di un tradizionale approccio proporsi come categoria epistemolo- specialistico agli stessi, legato alla gica di lettura degli oggetti della co- tradizione accademica e alla forma- noscenza. Il concetto di ‘multidisci- zione dei soggetti piuttosto che alla plinarietà’ presuppone un approccio esplorazione della effettiva natura lineare alla conoscenza e, prima an- plurale di essi, ci induce oggi a pen- cora, agli oggetti a partire dai quali sare alla chiave di lettura multidisci- si attivano le inferenze che contribui- plinare come ritrovata modalità di ac- scono a generarla. cesso agli archivi (e, con essi, anche alle altre ‘categorie’ di beni culturali), Gli archivi superano in se stessi il con- secondo un tentativo, virtuoso quan- cetto di disciplina e di linearità, nella to posticcio, di individuare dall’ester- misura in cui sono costituiti da ‘com- no una unitarietà plurale, intrinseca, ponenti’ plurali (per supporto, per ca- che, invece, era andata semplice- ratteristiche, per natura, per processi mente dimenticata. di produzione, ecc.) e da un numero potenzialmente infinito di relazioni fra Così intesi, gli archivi tutti e, in par- esse. Anche se osservato ‘soltan- ticolare, quelli di architettura e desi- to’ nella sua natura di bene culturale gn (nei quali il disegno d’autore, pur (ove lo sia per nascita – archivi statali mantenendo la sua natura di ogget- e pubblici e ove lo sia per investitura to d’arte, si qualifica primariamente – archivi privati dichiarati di importan- come componente, nodo di una rete te interesse culturale ai sensi del Co- infinita di relazioni che lo connettono dice dei Beni Culturali e del Paesag- agli altri documenti e da questa rete gio), un archivio supera le medesime trae gran parte del proprio significa- definizioni delle singole categorie di to individuale), trovano nella rete un beni culturali, non in quanto fattispe- ambiente utile a mettere in trasparen- cie residuale attingibile in carenza di za, come cartina al tornasole, proprio specifiche qualificazioni, quanto piut- quella trama infinita di relazioni che tosto, al contrario, come fattispecie essi stessi sono. Il tema della infini- originaria e assorbente, anche giuri- tezza del sistema, oltre che rappre- dicamente, rispetto alle altre. sentarsi in termini ossimorici, pone una questione ontologica prima an- Gli archivi di architettura e design cora che epistemologica: se l’archivio sono l’antonomasia di ciò, costitui- è autoreferenziale nella sua comples- p.5 ti, come sono, da documenti carta- sità sistemica, allora non è riprodu-
Narrare con l'archivio – Soprintendenza archivistica e bibliografica cibile perfettamente, neanche in digi- nale, di tipo precipuamente cognitivo. tale, ma la ‘rappresentazione’ che se ne darà potrà essere solo una delle Nel datalake globale, in cui produtto- n-rappresentazioni possibili. re e consumatore del dato si confon- dono, fino a coincidere negli stessi A partire da questa consapevolezza di soggetti, che si osservano nel mo- infinitezza ontologica e, nel contem- mento stesso in cui osservano l’altro, po, di limite epistemologico e, quindi, secondo processi ben descritti dal- narrativo, ogni ‘racconto’ dell’archivio le teorie cibernetiche di seconda ge- trova un suo valore specifico nel pe- nerazione, gli archivi, intesi secondo rimetro suo proprio e nello specifico quanto formulato in risposta alla pri- profilo dei destinatari della narrazio- ma domanda, non hanno bisogno di ne. Su tutto resta una sola domanda: ‘nuove’ relazioni né di ‘nuovi’ percorsi perché? Una narrazione ha da esse- di ricerca. re necessaria in quanto rispondente a un bisogno specifico di conoscen- Se gli archivi sono strutturalmente za. Un bisogno è espressione di una portatori di un numero infinito di re- carenza di conoscenza di una perso- lazioni fra gli oggetti (i.e. ‘documen- na, di una comunità, di un contesto: ti’) che li compongono, la realtà digi- a cambiamento del soggetto portato- tale sarà funzionale a renderne conto re del bisogno, cambia il modo di in- solo se fondata su una approfondita terrogare l’oggetto e, quindi, il modo e preliminare conoscenza delle com- di ‘raccontare’, cioè di mettere in va- ponenti che li costituiscono e della lore, ovvero di valorizzare, la cono- sintassi che le connette, nella ferma scenza attinta. consapevolezza della parzialità ne- cessaria di questa conoscenza. La I racconti storici si costituiscono non conoscenza della grammatica e della delle storie attingibili dagli archivi, ma sintassi di ogni archivio è la condizio- delle trame narrative che le relazioni ne preliminare e imprescindibile per di cui un archivio si compone intes- la inferenza dei dataset necessari ad sono: l’ordito che ne risulta è un tes- accompagnarne la messa a disposi- suto possibile, più o meno sottile e zione nella rete globale. prezioso e caldo a seconda del biso- gno di chi lo indossa. Non gli archivi Le tecnologie Linked Open Data o per la storia, dunque, ma le storie per International Image Interoperability gli archivi. Framework sono strumenti, funzio- nali a generare ontologie e strutture Si vada a incominciare. di metadati capaci di correlare i dati portati dagli archivi (come da qualun- que altro ‘oggetto’ culturale) in una 2. Se per ‘realtà digitale’ si in- rete, appunto, di informazioni tradu- tende il luogo aperto del cibili in ‘narrazioni’ e nei percorsi di web, teoricamente raggiun- ricerca che ne sono il presupposto. Il gibile da parte di chiunque senza li- nodo reale non sono le tecnologie né miti di spazio o di tempo, la com- i formati delle immagini e dei dati. Il plessità ne rappresenta di certo una nodo reale è rappresentato da QUALI dimensione imprescindibile, sebbe- ‘oggetti’ si decide di tradurre in im- ne, dal punto di vista della fruizione, magini e, quindi, da QUALI informa- l’accesso alla conoscenza a mezzo zioni di corredo (i metadati, appunto) della rete sia discreto, quindi discon- di quelle immagini si sceglie di met- tinuo per definizione, venendo meno tere in sequenza e di utilizzare per la processualità progressiva, propria comporre le architetture che le tec- p.6 dell’apprendimento lineare tradizio- nologie rendono interoperabili.
Narrare con l'archivio – Soprintendenza archivistica e bibliografica La scelta a monte del cosa tradurre tecniche dei singoli ambiti disciplinari in immagini e con quali informazio- e della informatica medesima devono ni costituisce la vera rivoluzione, che disporsi. La digitalizzazione del patri- nel contempo è retrocessione dagli monio culturale è questione integral- scenari di libertà della ricerca scienti- mente archivistica. Diversamente, fica tradizionale. La mistificazione del parliamo di superfetazioni narrative medium digitale come democratico, che nulla hanno a che vedere con la perché rende tutto disponibile a tut- valorizzazione e con il disegno, quan- ti, è l’esatto opposto della realtà del to mai urgente e necessario, di una digitale (applicato non solo ai beni mappa della conoscenza sostenibile, culturali): un esempio di scelte fatte in quanto consapevole. La funzione di altrove dalla rete, spesso da pochi tutela archivistica, oggi come mai pri- o pochissimi, a fronte di ragioni non ma, è chiamata a intervenire in prima sempre note e tantomeno dichiarate. linea per rispondere a questi bisogni. La ricerca non ha bisogno di nuovi percorsi quanto, piuttosto, di muover- Si vada a incominciare. si all’interno di un perimetro (fisico o digitale) del quale siano chiari i confi- 3. ni e le ragioni che li hanno determinati. L’apprendimento è un proces- La scelta di un set di metadati de- so che, per essere efficace, scrittivi di una immagine e, prima an- ha bisogno di essere situato, cora, la scelta di digitalizzare questo ovvero di contestualizzarsi con rife- o quell’archivio (per restare sugli ar- rimento a esperienze di conoscenza chivi) e, nel suo ambito, questo o quel coerenti con il profilo di funzionamen- ‘documento’ è essa stessa un atto di to della persona (e/o della comunità) definizione di una specifica mappa che apprende. della conoscenza, navigabile certo, forse più rapidamente che l’esplora- La generazione di sistemi informativi zione degli scaffali tradizionali di un integrati, in cui i dati aperti siano in archivio o di una biblioteca o dei de- grado di dialogare in modo corretto positi di un museo, ma pur sempre (dal punto di vista della interoperabili- mappa, a fronte di una realtà che è e tà dei formati) e coerente (dal punto di resta altrove, diversa e altro e ‘di più’. vista della logica informativa che pre- Le ragioni della scelta e il perimetro siede la selezione dei dati da rendere di essa sono il nodo rispetto al quale disponibili) e trasparente (dal punto di la scelta della tecnologia o del player vista del grado di esplicitazione e di sono successive e subordinate. pubblicità dei principi e delle ragioni che hanno guidato la selezione dei In assenza di questa consapevolez- dati da rendere disponibili) è il pre- za, si corre il rischio, a ogni livello supposto di ogni ipotesi di apprendi- istituzionale e in qualunque contesto mento che possa ritenersi sostenibile professionale, di piegarsi alla prima e capable (nel senso di Sen). proposta dell’algocrate di turno, ma- gari, come pure accade, particolar- Affinché ciò sia possibile, occorre un mente allettante in quanto gratuita. presidio di policy, una governance Per attingere questa consapevolez- consapevole dei processi sottostanti za e farne l’architettura di ogni ipo- alle scelte di digitalizzazione a fron- tesi di digitalizzazione del patrimonio te di una mappa chiara dei bisogni culturale, a prescindere dalla natura di apprendimento delle comunità di dei beni oggetto di intervento e a pre- riferimento (che siano i bambini, gli scindere dalla scala dello stesso, c’è studiosi di settore, il pubblico gene- bisogno di competenze archivistiche, rico, gli storici, ecc.). Occorre condi- p.7 al servizio delle quali le conoscenze videre i bisogni e gli obiettivi, quindi
Narrare con l'archivio – Soprintendenza archivistica e bibliografica mappare le priorità, prima di condi- videre le infrastrutture tecnologiche, che generano architetture semanti- che e ontologie. La digitalizzazione è primariamente tema di competenze di cittadinan- za, ovvero di cultura organizzativa pubblica e privata, nella prospettiva di una solida consapevolezza del- la necessità di co-costruire proces- si di collaborazione e partenariato. Gli investimenti, le scelte tecnologi- che, l’individuazione degli operatori economici di riferimento e delle mo- dalità di ingaggio sono successive e non preliminari. Rem tene: verba sequentur. La funzione di tutela archivistica e le connessa responsabilità pubbli- ca della scelta dalla quale si gene- ra la mappa della conoscenza futu- ra insistono primariamente su questo obiettivo, di cui l’art. 9 della Costitu- zione è la causa finale. p.8
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Narrare con l'archivio – Contributo 02 Centro APICE Archivi della Parola, dell’Immagine e della Comunicazione Editoriale Università degli Studi di Milano Raffaele De Berti APICE, centro funzionale dell’Uni- totale di circa 130.000 fotogrammi, versità degli Studi di Milano, nato ma il lavoro è in progress. nell’ottobre 2002, è attivo nella con- L’Arco cronologico di fotografie e servazione e valorizzazione di fon- negativi va dagli anni 1940 agli anni di bibliografici e archivistici che si 1990; La Notte, nata nel 1952, rilevò incrociano e si confrontano con la infatti anche l’archivio fotografico del storia del ’900 e della sua industria Corriere Lombardo. editoriale. L’osservatorio privilegiato attraverso il quale questa storia è let- L’inventario di tutti i materiali sche- ta, e contemporaneamente scritta e dati è disponibile on line nel portale rappresentata, è quello di una nutrita La Statale Archivi (www.archivi.unimi. schiera di scrittori, critici, editori, gra- it) e consente molteplici ricerche per fici, illustratori, tipografi, stampatori, parole chiave. soggetti produttori dei suoi archivi e delle sue biblioteche d’autore. Il progetto di digitalizzazione dei ne- gativi fotografici della “Notte” (sui Nel 2011 APICE ha acquisito l’ar- quali il Centro Apice ha acquisito chivio fotografico del quotidiano La tutti i diritti) è iniziato per alcuni casi Notte. Attualmente conservato in esemplari come per la mostra itine- 18 scaffali di compactus , consta di rante “Ri-conosciamo Milano: il Mu- 360 metri lineari per un totale di circa nicipio 5” inaugurata il 24 ottobre 1850 buste di conservazione. Si trat- presso la biblioteca Chiesa Rossa di ta complessivamente di circa 85.000 Milano). Gli oltre 80 documenti espo- fascicoli di stampe fotografiche e un sti ripercorrono la cronaca dell’attua- conteggio, per quanto non puntuale, le Municipio 5 di Milano tra il 1952 e delle stampe contenute nei fascicoli il 1995; una cronaca fotografica che, fa ascendere il numero di fotografie a a distanza di anni, è ora diventata la circa 500.000 unità. storia visiva di questi luoghi. Le fotografie sono suddivise in 9 se- Si può però ipotizzare un lavoro più rie: Persone, Materie, Luoghi, Prota- ampio di digitalizzazione (compatibil- gonisti di Cronaca, Cinema, Vignette, mente con nuovi finanziamenti) che Negativi e diapositive, La Notte, Do- coinvolga la storia e la trasformazio- cumentazione amministrativa. ne dei quartieri periferici interessan- do competenze multidisciplinari di Oltre alle serie di stampe fotografiche storici, sociologi, urbanisti e archi- si trova la serie Negativi: questi sono tetti per raccontare le trasformazio- giunti ad Apice in 154 piccole scatole ni di Milano in un progetto di Public bianche tematiche, contenenti circa History dal titolo Memorie e nuove 300.000 negativi; al momento sono identità degli abitanti dei quartieri pe- p.10 state schedate 11000 bustine per un riferici di Milano.
Narrare con l'archivio – APICE I negativi digitalizzati dell’Archivio, di- visi per i 9 Municipi attuali di Milano potranno essere disponibili su un sito dedicato liberamente accessibile dal sito di istituzionale di APICE. Si potrà chiedere la collaborazione del sistema bibliotecario milanese e di associazioni sul territorio per coin- volgere direttamente gli abitanti dei quartieri, invitandoli a fornire le loro testimonianze sui luoghi e sugli avve- nimenti proposti, o a proporne a loro volta altri, documentati da fotografie e racconti, scritti o orali. I materiali e le testimonianze raccolte potranno essere inseriti nel sito per idealmente ampliare e “dialogare” con i materia- li dell’archivio. Per coinvolgere i nuovi residenti della zona si chiederà loro d’identificare i luoghi del passato e di fotografarli come si presentano oggi, e di raccontare la loro esperienza odierna in quegli stessi luoghi. I docenti e gli studenti dei corsi di storia, sociologia, urbanistica ed ar- chitettura potranno essere coinvolti nelle diverse fasi del progetto per la costruzione di un vero e proprio rac- conto fotografico multidisciplinare dei quartieri periferici di Milano dagli anni Cinquanta a oggi. p.11
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Narrare con l'archivio – Contributo 03 IBC Istituto per i beni artistici culturali e naturali dell’Emilia-Romagna Brunella Argelli e Manuela Cristoni 3. L’esperienza dell’Istituto per i contenuti e iniziative interamente fru- beni artistici culturali e natu- ibili a distanza su web e canali social, rali dell’Emilia-Romagna con rimodulando i prodotti e le strategie i progetti più innovativi di educazione di comunicazione e fruizione. al patrimonio culturale selezionati da Io amo i Beni culturali e Quante storie Per quanto riguarda l’utilizzo didatti- nella Storia co di fonti archivistiche online, già nel 2011, nell’ambito della 10.a edizione La situazione di emergenza sanita- di Quante storie nella Storia, l’IBC in ria ha obbligato senza ombra di dub- collaborazione con gli altri enti pro- bio le istituzioni culturali a pensare motori della manifestazione, promuo- in maniera strutturata e non spora- veva il seminario Didattica e archivi dica a modalità diverse di fruizione sul web, per indurre archivisti e do- del proprio patrimonio, avvalendo- centi a sviluppare una discussione in- si degli strumenti che il web offre, a torno ai problemi metodologici con- partire dai canali di comunicazione e nessi alle molteplici opportunità che dai social istituzionali (sito web, Face- il web offre per sviluppare una didat- Book, YouTube, Instagram, Twitter in tica della storia e degli archivi. primis). Di conseguenza anche le atti- In anni successivi l’Istituto beni cul- vità didattiche, nelle quali solitamen- turali nell’ambito delle proprie attività te il contatto diretto con le fonti rap- volte a favorire l’avvicinamento delle presentava uno dei principali punti di giovani generazioni al patrimonio cul- forza e stimolo nonché di partenza turale, soprattutto tramite il concorso per lo sviluppo del percorso didatti- Io amo i beni culturali, ha promosso co, sono state e vanno in parte rimo- un approccio creativo e innovativo da dulate. D’altro canto, anche il mondo parte degli studenti al patrimonio. della scuola ha forzatamente adotta- In diversi progetti pervenuti si rileva to strumenti per proseguire a distan- l’uso, a fianco delle fonti documen- za l’azione formativa, costringendo i tarie tradizionali, di risorse digitali, di docenti a rivedere in tempi brevi me- ambienti di condivisione e apprendi- todologie e programmazioni, ad im- mento online che integrano incontri parare ad utilizzare nuove tecnologie. in presenza a scuola, nei luoghi della Ad esempio le scuole e le istituzio- cultura e nel territorio, un marcato uti- ni culturali che in questa situazione lizzo da parte degli studenti dei device hanno aderito alla 19.a edizione di personali, la realizzazione di prodotti Quante storie nella Storia. Settima- permanenti messi a disposizione del- na della didattica e dell’educazione la comunità, talora aperti a succes- al patrimonio in archivio, manifesta- sive implementazioni, che contribui- zione tradizionalmente incentrata su scono ad accrescere la conoscenza eventi e iniziative in presenza, hanno del territorio, delle sue emergenze ar- p.13 concentrato i loro sforzi per realizzare tistiche e culturali, della storia locale
Narrare con l'archivio – IBC e non solo, come ad esempio e-bo- Pensiamo quindi utile sottoporre ok, ipertesti, timelines, mappe tema- all’attenzione del Forum alcuni pro- tiche, giochi interattivi, web app, per- getti di educazione al patrimonio pre- corsi virtuali con realtà aumentata in miati nell’ambito del concorso Io amo base alla tecnologia dei QR code. In i Beni culturali o presentati nell’ambi- alcuni casi sono stati realizzati anche to della manifestazione Quante storie siti web dedicati in cui pubblicare, nella Storia. Settimana della didattica condividere e valorizzare i materiali e e dell’educazione al patrimonio in ar- l’esito della ricerca e dell’esperienza chivio, che coinvolgono in primo luo- didattica: si tratta di siti sicuramente go archivi, ma non solo, e scuole del meno complessi e strutturati rispet- territorio emiliano-romagnolo, che to al portale dell’Archivio Magistret- maggiormente si sono posti in tale ti, che forniscono però un accesso ottica innovativa. online a fonti documentarie diversi- ficate e costituiscono potenzialmen- te materiale per ulteriori percorsi. Un Concorso Io amo i beni culturali – 3.a. elemento comune si può rintracciare ed. (2013-2014) nella volontà di narrare microstorie (di LibertAria singole persone o di comunità) collo- (a.s. 2013-2014 e seguenti - Museo candole in più ampi contesti che ven- civico del Risorgimento di Bologna / gono delineati in parallelo. Liceo “Laura Bassi” di Bologna, Isti- tuto Parri) Questi progetti si contraddistinguo- "LibertAria: libertà negata, libertà no per l’interdisciplinarità e l’approc- combattuta, libertà ricercata, libertà cio spiccatamente laboratoriale, in celebrata”, è un percorso di ricerca cui lo studente è il protagonista del storica il cui tema era stato suggerito percorso didattico, che ne prevede dal 70° anniversario della lotta parti- il coinvolgimento attivo e un appor- giana (1943), e poi della Liberazione to quanto più possibile personale e (1945). La ricerca ha preso in esame creativo nelle sue varie fasi, attraver- i documenti dell’archivio della scuo- so l’esercizio non solo di conoscenze la, con lo scopo di ricostruire l’inci- disciplinari ma anche di competenze denza delle leggi razziali e le forme di trasversali che implicano la capacità controllo e repressione attuate dalla di selezionare, interpretare e rielabo- Repubblica sociale italiana sugli stu- rare in maniera personale le fonti do- denti e i professori dell’allora Istituto cumentarie, di gestire in autonomia magistrale Laura Bassi (libertà ne- la propria attività lavorando singolar- gata), l’adesione degli alunni e degli mente e in gruppo, spesso in ottica di ex-alunni della scuola alla lotta an- una peer to peer education, metten- tifascista e partigiana (libertà com- do a frutto capacità comunicative e di battuta, libertà ricercata), e le forme espressione linguistica, anche in lin- di celebrazione della Resistenza nei gua straniera, oltre che competenze documenti scolastici del dopoguerra tecnologiche informatiche e digitali. (libertà celebrata). In tal senso anche l’ormai ventenna- A fianco dell’archivio scolastico si le manifestazione Quante storie nella sono utilizzate anche fonti online Storia si è rivelata un interessante os- quali il database dei caduti partigia- servatorio delle mutate esigenze di- ni (www.storiaememoriadibologna.it), dattiche che il mondo della scuola ha il database dei partigiani bolognesi posto agli archivisti: le attività labo- (www.storia-culture-civilta.unibo.it/ ratoriali di didattica della storia sono it/ricerca/scienze-del-moderno-sto- state sempre di più affiancate / inglo- ria-istituzioni-pensiero-politico/parti- bate da progetti di educazione al pa- giani), il dizionario biografico on line p.14 trimonio culturale. Gli antifascisti, i partigiani e le vittime
Narrare con l'archivio – IBC del fascismo nel bolognese (www. progetti_view.php?id=22 – scheda di iperbole.bologna.it/iperbole/isrebo/ progetto Concorso Io amo i beni cul- strumenti/strumenti.php). I risultati turali – 4.a ed. (2014-2015) di questa ricerca storica hanno dato vita a diversi esiti e restituzioni, tra Graziosi Around cui si segnalano l’implementazione (a.s. 2014-2015 - Museo civico d'arte del portale Storia e Memoria di Bo- di Modena / Istituto superiore d'arte logna e la redazione del sito web ht- "Adolfo Venturi" di Modena; Scuola tps://laurabassilibertaria.wordpress. alberghiera e di ristorazione di Ser- com/ in cui sono pubblicate e con- ramazzoni, Istituto di istruzione su- divise le ricostruzioni biografiche e i periore per le tecnologie agrarie e documenti raccolti sugli studenti ed servizi "Lazzaro Spallanzani" di Ca- ex studenti del Liceo che partecipa- stelfranco Emilia, Comune di Savi- rono alla lotta di Liberazione. gnano sul Panaro, Intersezione srl, Consorzio mercato coperto "Albinel- http://www.doc.mode.unibo.it/pro- li" di Modena, FIAB - Federazione ita- getti/io-amo-i-beni-culturali/liberta- liana amici della bicicletta, Modena.) ria-liberta-negata-liberta-combat- tuta-liberta-ricercata - scheda del Le opere e i monumenti di Giuseppe progetto (a.s. 2013-2014) su MOdE Graziosi (Savignano sul Panaro 1879 UniBo - Firenze 1942) presenti nel centro storico di Modena vengono raccon- Quante storie nella Storia – 14.a ed. - tate in modo originale e interattivo, 4-10 maggio 2015 attraverso un itinerario crossmediale Codice Memoria. QR Code che, avvalendosi di una mappa e di (a.s. 2014-2015 – Fondazione Fossoli strumenti web, offre un percorso per- di Carpi / classe II F IIS “A. Meucci” sonalizzabile per esplorare l’artista e di Carpi) il suo tempo, a partire dalla Gipsote- ca a lui dedicata fino a Savignano sul Obiettivo del progetto è creare sche- Panaro, cittadina in cui è nato. Una de-guida ai principali luoghi della sorta di museo diffuso all'aperto che memoria di Carpi – Museo Monu- consente di evidenziare il rapporto mento al Deportato, Campo di Fos- che unisce il Museo Civico d'Arte di soli, ex Sinagoga di Carpi ora sede Modena, al quale afferisce la Gipso- della Fondazione ex Campo Fossoli, teca Graziosi, al territorio cittadino. Poligono di tiro di Cibeno – renden- Il sito http://www.graziosiaround.it/ dole fruibili in modo interattivo con la intende essere uno strumento desti- creazione di QR code, scaricabili dal nato a rimanere in modo permanente sito della Fondazione Fossoli o diret- a disposizione di tutti, cittadini e turi- tamente sui luoghi di memoria inte- sti. In particolare nella sezione News ressati dal progetto. e Multimedia sono elencati prodotti Gli studenti lavoreranno alla creazio- ed eventi a tema volti alla diffusione ne dei QR Code, cureranno la stesu- del progetto. ra dei contenuti, la grafica e l’organiz- zazione delle schede e mappe della http://www.doc.mode.unibo.it/pro- memoria, arricchibili nel tempo con getti/io-amo-i-beni-culturali/grazio- ulteriori materiali. Il percorso didatti- si-around - scheda progetto MOdE co dopo una prima fase di documen- UniBo tazione è proseguito nella ricerca e Concorso Io amo i beni culturali 5.a rielaborazione informatica e contenu- ed. (2015-2016) tistica. Quante storie nella Storia. 15.a Setti- mana della didattica in archivio (2-8 p.15 http://www.fondazionefossoli.org/it/ maggio 2016)
Narrare con l'archivio – IBC Nel volto di una città il cam- la Cineteca di Bologna / Liceo “Laura biamento dell’uomo Bassi” di Bologna) (a.s. 2015-2016 – Archivio storico co- munale, Biblioteca comunale Ario- Le pellicole conservate da Home mo- stea e Archivio di Stato di Ferrara, vies nell’Archivio del Film di Famiglia Fondazione Zanotti / Liceo artistico rappresentano un grande patrimonio “Dosso Dossi” e Istituto tecnico “Co- di materiali che documentano mo- pernico-Carpeggiani” (sezione infor- menti di vita familiare e cittadina dai matica) primi anni ’20 fino agli anni ’80 del A partire dallo studio della carto- 900. Il progetto si propone di valo- grafia conservata nell’Archivio sto- rizzare l’Archivio attraverso percorsi rico comunale, nell’Archivio di Stato didattici, di ricerca che, esaminando e nella Biblioteca comunale Ariostea le immagini del passato di alcuni luo- si è condotta una ricerca relativa alle ghi di Bologna e confrontandole con trasformazioni urbanistiche dal Me- il presente, giungano a individuare le dioevo al Rinascimento. Lo scopo trasformazioni dei luoghi e degli stili era riconoscere e individuare edifici e di vita. Dopo una visita agli archivi monumenti storici di riferimento, sia gli studenti hanno sviluppato il pro- per la parte medievale che per quel- getto lavorando su una selezione di la rinascimentale. Una volta acquisite fonti predisposta da archivisti e do- queste informazioni, gli studenti del centi e condivisi in drive, effettuando Liceo artistico, con l’aiuto degli in- a loro volta riprese dei medesimi luo- segnanti, hanno realizzato disegni e ghi oggi: il prodotto finale è un video, immagini relativi ai beni individuati. interessante esperimento di rappre- Le immagini sono state poi utilizzate sentazione urbana in cui si confron- dagli studenti dell’Istituto tecnico per tano passato, con il riutilizzo dei ma- realizzare il videogioco “Time Travel- teriali d’archivio, e presente grazie ai ler in Ferrara”. Il percorso è stato og- filmati degli studenti. getto del volume In gioco tra le carte, http://www.doc.mode.unibo.it/pro- scaricabile dal sito a&b ArchiBiblio getti/io-amo-i-beni-culturali/il-mon- del Comune di Ferrara. do-formato-ridotto-sguardi-sulle-tra- http://www.doc.mode.unibo.it/pro- sformazioni-del-centro-di - scheda getti/io-amo-i-beni-culturali/nel-vol- progetto MOdE UniBo to - di - u n a- c i t t%C 3%A0 - il - c a m - biamento-dell%E2%80%99uomo Concorso Io amo i beni culturali 7.a scheda progetto MOdE UniBo ed. (2017/2018) In gioco tra le carte. Un videogame per Quante storie nella Storia 17.a ed. (7- scoprire l’evoluzione di Ferrara tra Me- 13 maggio 2018) dioevo e Rinascimento https://www. La guerra in città (1940-45) comunebookferrara.it/2017/06/23/ (a.s. 2017-2018 – Fondazione Fossoli in-gioco-tra-le-carte-un-videoga- di Carpi / ITI “L. Da Vinci” di Carpi e me-per-scoprire-levoluzione-di-fer- IIS “A. Venturi” di Modena) rara-tra-medioevo-e-rinascimento/ Il prodotto finale del progetto è l’App Concorso Io amo i beni culturali 6.a CARPINGUERRA, un’applicazio- ed. (a.s 2016-2017) ne digitale che unisce in un percor- so unico i luoghi della memoria nel Il mondo in formato ridotto: territorio di Carpi. L’App, ottimizzata sguardi sulle trasformazioni del cen- per dispositivi con sistema operati- tro di Bologna attraverso il cinema vo Android, offre all’utente una visi- amatoriale (a.s. 2016-2017 - Home ta virtuale articolata in 14 tappe, con movies. Archivio Nazionale del Film modalità innovative di fruizione delle p.16 di Famiglia, Archivio Fotografico del- informazioni, opportunamente cata-
Narrare con l'archivio – IBC logate e arricchite da contenuti mul- documentato dalle cartelle cliniche, timediali diversificati, pensati per mi- redigendo dapprima testi informativi gliorare e amplificare l’esperienza del poi, rielaborando le biografie, hanno visitatore. I segni diffusi del territorio prodotto testi narrativi in prima per- (Museo Monumento, Campo di Fos- sona, con progettazione in classe e soli, lapidi, edifici e tracce nascoste), scrittura condivisa su documenti in insieme a filmati, animazioni, mappe Google drive. interattive e documenti d’archivio, ri- disegnano virtualmente lo spazio del- Scheda progetto su MODE UNIBO la città di oggi in un itinerario di visita http://www.doc.mode.unibo.it/pro- a ritroso nel tempo del secondo con- getti/io-amo-i-beni-culturali/impaz- flitto mondiale. zire-di-guerra-storie-di-ricovera- ti-al-manicomio-provinciale Scheda progetto e materiali: http:// w w w.doc.mode.unibo.it /proget- Concorso Io amo i beni culturali 7.a ti/io-amo-i-beni-culturali/la-guer- ed. (2017/2018) ra-citt%C3%A0-1940-45-visita-vir- Immagini e scritture della tuale-e-interattiva-al-museo (MOdE Valle del Dragone UniBo) (a.s. 2017-2018 - Biblioteca comunale http://www.fondazionefossoli.org/it/ “Monsignor Adolfo Lunardi” di Fras- progetti_view.php?id=40 (sito Fon- sinoro / Istituto “Angelo Fortunato dazione Fossoli) Formìggini” - Liceo scientifico e clas- http://www.itivinci.mo.it/pvw/app/ sico di Sassuolo - sede di Palagano, MOIT0006/pvw_sito.php?sede_codi- Istituto comprensivo di Montefiori- ce=MOIT0006&page=2301067 (sito no, Comune di Palagano, Comune di ITI “Leonardo Da Vinci”) Montefiorino, Museo della Repubbli- ca di Montefiorino e della Resistenza, Concorso Io amo i beni culturali 7.a Associazione “Amici del Museo del- ed. (2017/2018) la Resistenza” di Montefiorino, As- Impazzire di guerra: storie sociazione “La Luna” di Palagano, di ricoverati al manicomio provincia- Associazione “Arcata” di Frassinoro, le “Francesco Roncati” durante la I Università di Bologna - Dipartimento Guerra mondiale. Un percorso dalle di Filologia classica e italianistica). carte alle persone, tra ricerca e nar- Il progetto è nato dalla necessità di razione. individuare, censire, raccogliere, pre- servare e diffondere la memoria del- (a.s. 2017/2018 - Archivio dell'ex-O- la Valle del Dragone, ad oggi costitu- spedale Psichiatrico Provinciale ita in gran parte da raccolte private di “Francesco Roncati”-Istituzione Gian documenti scritti e fotografici del No- Franco Minguzzi della Città metropo- vecento. Gli studenti hanno raccolto, litana di Bologna / Liceo “Laura Bas- digitalizzato e catalogato i documen- si” di Bologna) ti, e li hanno diffusi e narrati attraver- so una mostra itinerante e un video. Il Il percorso didattico è stato condot- progetto, aperto a continui incremen- to su una selezione di cartelle cliniche ti, sta proseguendo e vari materiali digitalizzate dopo aver esaminato la sono stati implementati nel sito de- documentazione originale in archivio. dicato http://www.immaginiscritture. In un apposito spazio virtuale G-Su- it/ . ite, gli studenti hanno studiato le Le iniziative del progetto rientrano scansioni delle cartelle cliniche asse- nelle pratiche afferenti la public hi- gnate a ciascun gruppo. Sia in classe story: l’ampia partecipazione di sog- sia in autonomi gruppi di lavoro, han- getti del territorio che hanno contri- p.17 no ricostruito il segmento biografico buito nei vari comuni della valle alle
Narrare con l'archivio – IBC operazioni di raccolta e trattamento La memoria della Primavera di Pra- dei materiali in supporto agli studen- ga http://www.iger.org/2019/03/15/ ti, testimonia l’importanza per que- jan-primavera-di-fuochi-e-di-liber- ste comunità di preservare e condi- ta/#1553158754534-079d7ab1-8c29 videre un patrimonio che sarebbe diversamente rimasto inaccessibile Concorso Io amo i beni culturali 9.a al pubblico inteso nel senso più am- ed. (2019-2020) pio possibile, presso i singoli privati Quante storie nella Storia 19.a ed. possessori. (2-8 maggio 2020) ArchiviAmo per la moda http://www.doc.mode.unibo.it/pro- (a.s. 2019-2020 – Archivio storico co- getti/io-amo-i-beni-culturali/immagi- munale di Carpi / Istituto IPSIA “G. ni-e-scritture-della-valle-del-drago- Vallauri”, ITI “L. Da Vinci” di Carpi, ne - scheda progetto MOdE UniBo Fondazione Fashion Research Italy di Bologna; ForModena soc. cons. a r.l.; Concorso Io amo i beni culturali 8.a Carpi Fashion System di Carpi) ed. (2018-2019) Cronache dal passato: la pri- A partire dallo studio, analisi e rior- mavera di Praga raccontata alla radio dino degli archivi amministrativi del- (a.s. 2018-2019 - Biblioteca della Fon- le Cooperative di Trecciaie di Fossoli dazione Gramsci Emilia-Romagna / e Migliarina (1900 -1960 ca), le prime Istituto d’Istruzione Superiore Aldini “aziende” agli albori della moda car- Valeriani Sirani e Liceo Ginnasio Sta- pigiana, conservati presso l’Archivio tale “Luigi Galvani” di Bologna) Storico Comunale, di materiali e cam- pionature di trecce e maglieria nei Il progetto prende l’avvio con azioni fondi archivistici del Centro Etnogra- di contestualizzazione attraverso ma- fico, le studentesse dell'IPSIA “Val- teriali letterari e audiovisivi a scuola, lauri” di Carpi - sezione moda hanno e prosegue con la ricerca presso la compreso l’importanza della corretta Fondazione Gramsci su fonti diver- realizzazione, gestione e valorizza- sificate, in parte anche digitalizzate, zione degli archivi aziendali di questo soprattutto stampa periodica e fon- settore, non soltanto in senso com- ti orali. L’esito del progetto è consi- merciale e stilistico ma anche stori- stito nella restituzione dei contenuti co culturale e hanno appreso come elaborati nella prima fase di studio e strutturare un archivio aziendale mo- ricerca attraverso la realizzazione di derno, sia nella parte amministrativa, un programma radiofonico di divul- che creativa (bozzetti, campionari). gazione storica. Il programma Jan: Primavera di fuochi e di libertà, è sta- Il risultato finale è la realizzazione to scritto, condotto, e gestito in tut- ed implementazione di un “archivio ti gli aspetti tecnici, interamente da- aziendale virtuale”, corredato di ma- gli studenti. Le interviste realizzate teriali digitali (disegni dei bozzetti, dagli studenti sono conservate nella foto dei capi), per l’impresa simula- Raccolta di videointerviste della Fon- ta Fashion Lion realizzata nell’ambito dazione Gramsci Emilia-Romagna a del PON Terremotivati, che si andrà disposizione per la consultazione al ad implementare via via nella parte pubblico. di comunicazione e nella produzione di nuovi capi con le Fashion Capsule http://www.doc.mode.unibo.it/pro- prodotte dalle studentesse. Dal pun- getti/io-amo-i-beni-culturali/cro- to di vista informatico l’infrastruttura nache - dal-pa s s ato -la-primave - è stata realizzata dall’ITI “L. Da Vin- ra-di-praga-raccontata-alla-radio ci” di Carpi – Sezione informatica e a p.18 - scheda progetto MOdE UniBo breve (presumibilmente entro novem-
Narrare con l'archivio – IBC bre) sarà accessibile dal sito dell’Isti- L’archivio multimediale Toni- tuto Vallauri. no e Arturo Spazzoli https://www.archivissima.it/2020/ https://fratellispazzoli.it/ eventi/322-archivi-amo-la-moda - La storia dei fratelli Spazzoli è nar- podcast ArchiviAmo la moda nell’am- rata attraverso un archivio digitale e bito di Archivissima 2020 un sito web. L’archivio documentale con cui è stato costruito questo sito Concorso Io amo i beni culturali 9.a è consultabile nella versione digita- ed. (2019-2020) le presso la Biblioteca “Gino Bianco” Liceo “Gioia” 1935-1945. La della Fondazione A. Lewin. scuola attraverso il suo archivio (a.s. 2019/2020 - Archivio di Stato di Diciotto storie delle stragi Piacenza / Liceo statale “M. Gioia” di dell’aeroporto di Forlì Piacenza) www.diciottostorie.it Presentazione del sito web realizzato L’obiettivo del progetto è salvare e va- in collaborazione col Comune di For- lorizzare la memoria storica per ren- lì per il progetto “Storie e Storia”: un dere le fonti fruibili da tutti e far emer- viaggio nell’archivio documentale re- gere eventi legati alla discriminazione lativo alle 18 vittime ebree delle stragi razziale nella città di Piacenza. Infat- del settembre ‘44. A partire dai do- ti si prevede di operare una ricogni- cumenti dell’epoca, digitalizzati e re- zione dell’archivio scolastico liceale staurati, sono state ricostruite le vite negli anni 1935-1945, individuare le di queste persone e gli avvenimenti principali serie della documentazio- locali e europei che ne segnarono il ne, digitalizzare i documenti, al fine destino. di renderli fruibili per la cittadinan- za attraverso la loro messa in rete, il Entrambi questi siti fanno dialogare le caricamento sull’APP Piacenza (app storie dei personaggi con il più am- realizzata dal Comune di Piacenza), pio contesto storico e rappresentano l’allestimento di una mostra e la pub- progetti di public history andando a blicazione del relativo catalogo. Inol- toccare vicende e personaggi radica- tre, si ipotizza la collocazione di una ti nella memoria cittadina. Sono inol- pietra d’inciampo di fronte al Liceo tre pensati all’origine come progetti qualora dalla ricerca emergano epi- aperti ad ampliamenti e integrazioni sodi di discriminazione razziale nei e possono costituire preziose fon- confronti di docenti e/o studenti. Gli ti online per successivi approfondi- studenti del Liceo Gioia, dopo esse- menti e ricerche. re stati formati alla ricerca d’archivio, Per questo sono stati presentati al verranno seguiti dalle insegnanti e più vasto pubblico e anche al mon- dai referenti dell’Archivio di Stato di do della scuola, pur se nascono con Piacenza nella fase di organizzazio- obiettivi differenti: Diciotto storie è ne, studio e digitalizzazione dei ma- stato realizzato in collaborazione con teriali. il Comune di Forlì, per un utilizzo di- dattico, proponendosi l’obiettivo di Si segnalano inoltre due siti presen- contribuire all’insegnamento e ap- tati all’attenzione del pubblico e delle profondimento della storia della Sho- scuole da parte della Biblioteca Gino ah nelle scuole, secondo una moda- Bianco - Fondazione Alfred Lewin di lità che rendesse attivo e partecipato Forlì in collaborazione con l’Associa- fra i ragazzi l’esercizio della memoria. zione Spazzoli, nell’ambito della 17.a Il sito, che utilizza documenti conser- (7-13 maggio 2018) e 18.a edizione (6- vati nell’Archivio Centrale dello Stato, 12 maggio 2019) di Quante storie nel- è concepito come un “work in pro- p.19 la Storia. gress” a cui gli stessi studenti posso-
Narrare con l'archivio – IBC no dare un contributo, e costituisce sionismo e alle fake news, al rappor- quindi un punto di riferimento a lun- to tra storia e memoria, alle specifici- go termine per l’attività delle scuole tà delle singole tipologie di fonti, dei su più anni scolastici. È comunque loro meccanismi di produzione e ma- al tempo stesso un progetto che va nipolazione. alla radice della costituzione e identi- tà della stessa Fondazione Lewin (Al- A tal proposito si segnala il progetto fred Lewin è uno dei diciotto fucilati), condotto dalla Fondazione Fossoli di oltre che un’occasione di recupero Carpi e premiato nella nona edizione alla memoria comune forlivese di un di Io amo i Beni culturali Dal revisio- fatto “dimenticato” per circa 50 anni. nismo alle fake news che verrà pre- L’Archivio Spazzoli nasce invece dal- sentato il 18 novembre 2020 nell’am- la volontà dei discendenti di Arturo e bito del webinar “Fake News Lecture Tonino Spazzoli, costituitisi in asso- Series” organizzato da IFLA - Inter- ciazione, di tramandare e condividere national Federation of Library Asso- la memoria e i valori dei loro familiari, ciations and Institutions. attraverso la conoscenza delle vicen- ht tps://ibc.regione.emilia-roma- de biografiche calate però nel conte- gna.it/notizie/2020/dal-revisioni- sto storico, politico e sociale locale, smo-alle-fake-news-corso-labo- con un apparato ampio e storiogra- ratorio-per-la-realizzazione-di-vo- ficamente curato. L’apporto in que- ci-di-wikipedia . sto caso è venuto piuttosto da singoli cittadini che hanno messo a disposi- D’altro canto, anche gli stessi do- zione e condiviso materiali documen- centi vanno supportati con specifi- tari di varia natura con l’Associazio- che azioni formative volte all’appro- ne, permettendone la riproduzione e fondimento di strategie, strumenti, pubblicazione. risorse e metodologie didattiche at- tive, alla progettazione di lezioni ef- Infine alcune considerazioni: ficaci sull’acquisizione, comprensio- Anche se in questi progetti si intrave- ne, rielaborazione e riuso delle fonti dono le enormi potenzialità che il web informative da parte degli studenti. e le tecnologie informatiche mettono Ciò comporta da parte dei docenti a disposizione, resta da un lato ineli- acquisire conoscenze e competenze minabile il rapporto dei docenti con relative all’apprendimento in ambienti i curatori degli archivi, mediatori cul- digitali, la ricerca, l’utilizzo e la valu- turali, nella messa a punto di percor- tazione delle fonti informative online, si didattici idonei agli specifici biso- elementi del diritto d’autore in vista gni educativi. D’altro canto il punto di del riutilizzo di tali fonti, specie per maggiore criticità si conferma l’ope- progetti finalizzati alla produzione di razione di selezione e interpretazio- open educational resource o comun- ne critica delle fonti, operazioni che que prodotti per cui è prevista una il web complica specie per studenti successiva diffusione. che affrontano per la prima volta tale compito, e non credo sia un caso che sia gli archivi comunali che soprat- tutto le principali “agenzie formative” di didattica della storia del Novecen- to includano ormai stabilmente nella loro offerta formativa percorsi speci- ficatamente volti alla cittadinanza at- tiva digitale, all’alfabetizzazione me- diale e digitale, con una particolare p.20 attenzione all’informazione, al revi-
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Narrare con l'archivio – Contributo 04 Archivio Gae Aulenti Nina Artioli Gli archivi nascono per loro natura leggere se guardiamo esclusivamen- come entità finite: si definiscono la te all’archivio fisico di per sé. Fino ad consistenza del fondo, il numero di oggi abbiamo avuto bisogno di let- unità, il criterio di catalogazione. Sia- ture critiche, di racconti biografici, di mo stati abituati a parlarne in termini studi storici e di diverse altre informa- di materiali, di fogli, di schizzi, di pro- zioni per poter accedere a questo ric- getti, tutti elementi numerabili e finiti. co substrato di informazioni. La realtà è che oggi il digitale ci offre una grande opportunità, la possibilità Il digitale è uno strumento potente di non considerarli più come entità fi- che potrebbe offrirci l’opportunità di nite ma come nuclei di partenza, ele- poter accedere a questi elementi in menti da cui far originare pensiero e modo diretto. Le storie, le esperien- riflessione. Banche dati si, ma con un ze, gli ingredienti e le relazioni pos- potere di racconto in grado di portare sono essere consultate in modo di- chi li consulta, chi li legge, ad aprirsi retto, immediato, senza filtri critici. verso moltissimi altri mondi. Chi consulta gli archivi può leggere lettere, vedere foto, sentire interviste, Gae Aulenti nella sua lunga carriera ha ascoltare racconti, costruendosi un reso la multidisciplinarietà dell’archi- viaggio alla ricerca delle tracce e dei tetto non solo un carattere riconosci- riferimenti che i protagonisti degli ar- bile del suo operato ma un vero e pro- chivi ci hanno lasciato a disposizione. prio modo di approcciarsi alle cose. L’architetto deve incuriosirsi di tut- La fruizione non è più solo finalizzata to ciò che lo circonda. A partire dal allo studio e alla conoscenza dell’o- contesto urbano in cui opera, deve pera dell’autore ma diventa un’espe- conoscerne la storia, i caratteri fisi- rienza di formazione, un’esperienza ci e morfologici insieme con la real- che ci permette di cogliere la ricchez- tà di chi quel luogo lo vive, gli aspetti za e la complessità di questi architetti sociologici e antropologici diventano da cui dobbiamo imparare a coltiva- caratteri distintivi. Subito dopo vie- re la multidisciplinarietà piuttosto che ne la capacità di leggere questi ele- la specificità. menti per poterli poi trasformare in una riflessione, un pensiero ed infine in una visione progettuale, qui sono le arti dare l’ispirazione (la musica, il teatro, l’arte, la letteratura). Infine la conoscenza tecnica e l’esperienza che servono a dare la giusta forma a questa visione. Tutti questi elemen- ti, questi ingredienti di cui sono for- p.22 mati i progetti, sono molto difficili da
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Narrare con l'archivio – Contributo 05 Fondazione Giorgio Cini Andrea Barbon 1. Ritengo che le informazioni teroperabilità dei dati digitali. Va in più contenute negli archivi si inter- sottolineato che un punto qualificante sechino inevitabilmente con gli dei modelli che noi stiamo utilizzan- avvenimenti e i personaggi del periodo do è l’apporto decisivo delle tecnolo- storico definito dall’arco temporale dei gie intermedie. I complessi e ripetitivi suoi materiali e non solo. Per far emer- processi di scansione e descrizione gere oggi queste letture interdiscipli- dei documenti possono infatti essere nari sono disponibili strumenti, come i in buona parte risolti applicando me- LOD, che agevolano la ricerca storica todologie di lavoro Agile e da algorit- per mezzo della costruzione di relazio- mi di AI. Per realizzare una digitalizza- ni spontanee fra i materiali digitalizza- zione integrale è necessario dunque ti custoditi nei diversi archivi. Perché progettare il processo, integrarlo con questo si verifichi è indispensabile che le informazioni di contesto, arricchir- l’architettura dei dati di questi archivi lo attraverso procedure automatiche rispetti i contesti disciplinari (web se- di controllo qualità e post produzione mantico, ontologie) e gli stessi dati sia- delle immagini e dei testi, e assister- no descritti in maniera granulare. lo con metodi organizzativi mutuati dall’industria (metodologie Lean Agile). 2. Il tema dell’emersione delle 3. fonti è centrale nel dibattito Proprio nel periodo del lock- sulle digitalizzazioni. La no- down di primavera il Centro stra esperienza maturata nei progetti ARCHiVe ha convertito le atti- della Fondazione Giorgio Cini di Vene- vità formative tipicamente svolte attra- zia, e confluita nel progetto del Centro verso workshop in presenza in semina- ARCHiVe, ci ha portato all’adozione di ri online. Questo è stato possibile non modelli e metodologie per il trattamen- solo sfruttando le piattaforme di video to dei materiali d’archivio. La digitaliz- conferenza ma soprattutto grazie alla zazione integrale e la retro documen- grande quantità di materiali d’archivio tazione sono due modelli sperimentali digitalizzati, alla preparazione del per- che stiamo sviluppando quali fonda- sonale e alle tecnologie di digitalizza- menti della costruzione di una più am- zione sviluppate nel Centro che sono pia possibile base informativa. Le in- esse stesse tema di formazione e di in- formazioni di contesto (archivistiche), teresse per un pubblico allargato. At- quando presenti, sono spesso il car- traverso la ARCHiVe Online Academy dine del processo di digitalizzazione e è stato possibile offrire una panorami- quindi della retro documentazione ot- ca di contenuti e costruire una comuni- tenuta attraverso algoritmi di estrazio- tà qualificata e numerosa difficilmente ne e referenziazione automatica delle coinvolgibile in presenza. entities. In questo senso le tecnologie citate nella domanda, LOD e IIIF, sono p.24 attualmente le più performanti per l’in-
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