N 77 - villa pascoli onlus

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N 77 - villa pascoli onlus
N°77

Estate 2016
N 77 - villa pascoli onlus
Cari amici lettori,
passata la Primavera che ci ha regalato colori sgargianti e nuova voglia di vita, ci apprestia-
mo all‘ appuntamento con la Cena dell’Estate. Un avvenimento sempre gradito e partecipato
ogni anno di più. In questo 2016 abbiamo pensato di far coincidere questa bella serata con
la ricorrenza del Santo Patrono di Barga, San Cristoforo, per questo motivo sulle tavole avrete
modo di trovare il San Cristoforo riprodotto dai nostri ospiti durante il permanente laborato-
rio di pittura organizzato da oltre 15 anni presso la Villa.
Gli anziani da un bel pò di tempo si sono impegnati in questa ennesima iniziativa ed hanno
mostrato impegno e soddisfazione per raggiungere il risultato previsto. Intanto, tavole estive
ed addobbi colorati occupano tutto quanto il piazzale che divide le due strutture. La piacevo-
lissima musica di fisarmonica si unisce al canto delle cicale, ospiti e parenti a piccoli gruppi si
trovano posizionati o al fresco dei secolari alberi o in angoli adombrati, si scambiano chiac-
chiere, si ride, si scherza, si versa anche qualche lacrima di commozione per la felicità d’aver
riabbracciato in questa bella serata qualche parente o amico.
Ed ora tutto è pronto per iniziare. Buon appetito e buona serata!

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Hanno contribuito alla realizzazione di questo numero: Chiara Casci, Sandra Rigali, Caterina Salvi.

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VISITA PASTORALE
A VILLA PASCOLI
Nell’ ambito della tradizionale Setti-
mana della Solidarietà, nello scorso
mese di maggio, l’Arcivescovo di Pisa
Giovanni Paolo Benotto, dopo alcuni
anni è ritornato in visita alla Villa di
Riposo. Ha celebrato la Santa Messa
presso il nostro istituto assieme agli
ospiti, parenti ed ai ragazzi del G.V.S.
Nonostante il maltempo, notevole è
stata la partecipazione.

Prima del congedo, Il Vescovo, ha
salutato cordialmente i cari anziani,
intrattenendosi per un po’presso la
struttura. Lo salutiamo, lo ringrazia-
mo e lo aspettiamo presto!

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UNA PICCOLA GRANDE DONNA                           in lavanderia, o in farmacia o in sala da
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                                                   si perdeva anche a imboccare e rincuorare,
                                                   o a riferire le conzidioni degli ospiti ai loro
                                                   parenti, obbediva e comandava e talvolta
“Se noi lavoravamo otto ore lei ne lavorava        anche sgridava, pregava e organizzava. A
sedici!”, ricorda Anna Maria ex assistente alla    ritmo continuo tutti i santi giorni, amata e
Villa di Riposo “G. Pascoli” di Barga. E non       ammirata, dolce e decisa, il lavoro era la sua
sta parlando di una collega, bensì di una          vita, la Villa la sua casa, di cui raramente ne
anziana, Marisa Piagentini (“la Marisina”)         varcava il cancello, come nella straziante
originaria di Chiozza, paesino ai piedi di         visita sulla tomba della mamma. O quando
San Pellegrino in Alpe, nel comune di              fu invitata a trascorrere il Natale a casa del
Castiglione Garfagnana. Dopo una lunga             figlio della nostra ospite Caterina, con la
esperienza in Brasile dove era emigrata con        quale Marisa instaurò, una decina di anni fa,
i genitori, alla loro morte tornò in Italia e      uno straordinario sodalizio affettivo, perché
trascorso qualche anno, causa ripetute crisi       anche di questo si rivelò pienamente capace:
epilettiche, in accordo con il fratello, scelse    una forte amicizia, del resto parimenti
il ricovero nella nostra Struttura. In realtà      ricambiata, dove Marisa si comportò come
quando Marisa arrivò alla casa di riposo           e più di una sorella, testimonianza resa dal
era tutt’altro che anziana, aveva 51 anni          figlio Giovanni. Con il passare del tempo e
non ancora compiuti. Capelli neri, pieni di        il miglioramento delle condizioni di lavoro
boccoli, lunghi sotto le spalle, altezza scarsa,   delle dipendenti, l’impegno di Marisa si è
sicuramente inferiore al metro e cinquanta,        progressivamente ridotto, senza però mai
sembrava una bambolina. Non passò molto            sospendersi del tutto, salvo ovviamente negli
tempo che il suo carattere e la sua età la         ultimi mesi, complice anche una frattura del
portarono a rendersi disponibile per gli altri.    femore, perchè sempre intatto è rimasto lo
Erano altri tempi con il personale                 spirito di servizio verso il prossimo.
costretto a un notevole impegno, a fronte          Forse veramente questa piccola donna
dei molti anziani ricoverati nella Villa. E’ in    è stata davvero grande, ha posto gli altri
questo contesto che ha inizio l’incessante         al centro della propria vita, con assoluto
attività di Marisa a sostegno del lavoro delle     distacco verso i beni materiali. E se i saggi
dipendenti e in aiuto agli altri ospiti più        e tutti gli spiriti nobili sostengano che la
svantaggiati. Quando in cucina, quando             dimensione dell’essere prevalga su quella
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dell’avere, che siamo nati per amare e che quello che conta alla fine è l’amore, “la Marisina”
straoridinariamente semplice e umile, ha dato a tutti una sonora lezione di vita, ma non a
discorsi, o un giorno sì e l’altro no, ma sette giorni su sette, domeniche incluse.
Alcune volte la natura compie miracoli: se la figura di un “piccolo” contiene l’altezza di un
gigante.

Dopo 39 anni passati con noi, Marisa si è spenta novantenne, il primo maggio scorso, mese
dedicato alla Madonna, a cui lei era molto devota, nonchè Festa dei Lavoratori. Giorno più
adatto non poteva scegliere, perché..... se le altre lavoravano otto ore, lei ne lavorava sedici!
E gratis.Ovviamente.

(Numerose testimonianze e toccanti ricordi delle dipendenti di ieri e di oggi della Villa di
Riposo, di chi l’ha conosciuta e di chi ha verificato e beneficiato del suo operato, saranno
pubblicati nel prossimo numero del giornalino dell’Istituto in uscita in luglio o in agosto).

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INEGUAGLIABILE...

                                                    Marisa ha vissuto quasi 40 anni alla Villa di
                                                    Riposo "G. Pascoli". Chissà quante persone
                                                    l'hanno conosciuta, l'hanno vista all'opera,
                                                    quante si ricorderanno di lei. Sarebbe in-
                                                    teressante avere le loro testimonianze, da
                                                    aggiungere a quelle riportate qui su "Il nostro
                                                    Giornalino. Ma forse possono bastare que-
                                                    ste. Impressionano e commuovono. Perché
                                                    lei era impressionante e commovente. Di lei
                                                    impressiona l'instancabile lavoro a fianco
                                                    delle assistenti e commuove il suo premuro-
                                                    so adoperarsi verso i bisogni degli altri ospiti,
                                                    che hanno suscitato quella viva ammirazione
                                                    e quella affettuosa stima che emergono dalle
                                                    parole di chi oggi la ricorda con piacere e
                                                    dispiacere. Una volta nel suo armadio spuntò
un sacchetto gonfio e ricolmo: completamente tutto pieno di banconote, regalatele dai
parenti in segno di gratitudine per il bene fatto ai propri cari. Erano lì, da anni: tutte fuori-
corso! Marisa era così, senza interesse per le cose da comprare. Sembrava interessata solo
agli altri, al rapporto con gli altri. Dolce e sorridente, sapeva suscitare e ricevere affetto, così
importante per lei, forse anche perché doveva anche compensare quello profondo dei ge-
nitori e dei fratelli che le erano venuti a mancare. E in quei momenti di vuoto, improvvisi,
laceranti, trafitta dal senso di solitudine, senza parenti, sembrava spersa nel mondo, anda-
va in crisi di pianto, quasi di panico, invocava la mamma, la casa, e forse anche le assistenti,
per essere consolata e coccolata, e tutte prontamente accorrevano a rincuorarla e rassicu-
rarla, facendola sentire "in famiglia". E così ritornava la Marisa che tutti conoscevano. E così
ritornava al suo incessante lavoro, scorrendo, spedita e silenziosa, da un reparto all'altro, o
balzando in aiuto di ospite in ospite. Insomma una straordinaria persona, certamente con
le sue paure e i suoi limiti, che ha trascorso una vita ermeticamente chiusa dentro la Villa,
ma totalmente aperta agli altri.
E, come ha scritto recentemente un famoso storico, se "il Cristianesimo è la religione nella
quale alla fine dei Tempi nessuno verrà giudicato per le cose belle e grandi che ha fatto, ma
semplicemente chiedendogli se ha dato da mangiare agli affamati e da bere agli assetati"
allora la nostra Marisina assurge a pieno merito nella schiera degli eletti.
Nel giorno del funerale, nella penombra della chiesa, quando il sacerdote benedice la bara,
un raggio di sole irrompe improvviso dalla vetrata, e l'avvolge illuminandola: le porte del
Cielo si erano già aperte, per accogliere Marisa al "banchetto celeste". E questa volta, final-
mente, senza grembiulino.

                                                                Chiara

Le dipendenti di ieri e di oggi, e chi a vario titolo ha conosciuto Marisa, si uniscono in un
unico omaggio pervaso di affetto, stima e gratitudine, che pare proietti la figura di questa
donna come un ideale modello da seguire..... ma come ha sottolineato la nostra assistente
Giovanna: "Nessuno riuscirà a fare quello che ha fatto Marisa!".
Quindi, forse ineguagliabile.

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TRIBUTI A MARISA

Milena Passerotti (ex assistente Villa di Riposo). "Oddio ma che mi dici povera Marisina. Lo
sapevo che stava male mi aggiornava Kety che lavora lì da voi. Bella, come era bella, con
quei capelli neri lunghi giù sotto le spalle e pieni di boccoli. Glielo dissi io al Dottor Lucigna-
ni: ma come una bambolina così la mette su in camera all'ultimo piano? E difatti la trasferì
subito dopo pochi giorni, giù a piano terra. E Marisa cominciò a venirci dietro a imparare
subito il lavoro. Era tanto brava. Faceva di tutto riordinava i tavoli, affettava il pane, imboc-
cava gli ospiti, lavava i piatti, sia nella Villa che nella parte Nuova, aiutava in infermeria e
in lavanderia, piegava i panni e consegnava i vestiti. Era sempre in traffico e sempre con
amore ed educazione, anche se ogni tanto qualche sfavata le scappava. Lavorava più di noi,
quella povera donna. A quel tempo il lavoro non mancava gli anziani erano tanti, più di 110
e io se non ci fosse stata lei mi sarei disperata non ce l'avrei fatta. E' stata una donna brava,
anzi bravissima! Bella come era bella, l'ho sempre negli occhi e nel cuore! Me la ricorderò
sempre, e sempre mi ricorderò della Villa, i momenti più belli della mia vita".

Liliana Pighini Pia (ex assistente Villa di Riposo). "La Villa Pascoli era come la mia seconda
casa, lavorandoci trascorrevo lì buona parte della mia giornata e gli ospiti erano un pò la
mia famiglia. Mi ricordo quando arrivò la Marisina, questa ragazza giovane e mora, ingenua
e buona. La sua giovane età e la sua disponibilità ce la fecero subito benvolere. Grande la-
voratrice, si prestava sempre per dare una mano. Trascorsi gli anni, sono stata per un perio-
do ospite alla Villa Pascoli; ho ritrovato la Marisina, con cui condividevo il tavolo dei pasti,
ed era solamente un tantino segnata dal tempo, ma come sempre gentile e lavoratrice!
Così ti voglio ricordare, una ragazza mora e sorridente. Arrivederci Marisina".

Paola Agostini (ex assistente Villa di Riposo, presente al funerale con la sorella Viviana)."Io
ho sempre considerato la casa di riposo come una famiglia. A differenza di un ospedale
dove uno si ricovera per sette-otto giorni, qui venivi per rimanere, per abitarci. E quindi
si creava con gli anziani un rapporto umano duraturo, che ti dava la possibilità di trattare
loro proprio come dei familiari, stabilendo un forte legame affettivo; per questo motivo
rimpiango la Villa di Riposo. Con Marisa il rapporto era speciale perché siamo entrate tutte
e due nel solito periodo, a distanza di pochi giorni e con lei ho trascorso tutta la mia vita
lavorativa. Lei aveva solo 51 anni. Mi ricordo il giorno che arrivò accompagnata dal più
anziano fratello, o forse è meglio dire che mi ricordo della mia gaffe, rivolgendomi a lei:
«Buongiorno signora adesso sistemiamo subito suo fratello in camera». E lei: «Veramente
sono io che mi ricovero». Il Dottor Lucignani, si raccomandò con noi assistenti, di cercarle
un'occupazione un compito da svolgere, vista la sua giovane età. Cominciò così la "collabo-
razione" di Marisa con il personale, tanto che da subito la considerammo come una di noi
(anche se delle volte ci comandava)”.

Anna Maria Pieroni (ex assistente Villa di Riposo). "Potrei raccontare tanti aneddoti su
Marisa, a partire dal 1980 anno in cui cominciai a lavorare alla Villa. E' il mese di maggio
dedicato alla Madonna e mi piace ricordare quando Don Francesco verso le 17 veniva con
la statua della Vergine, annunciando la sua presenza con uno squillante fischio di richiamo.
Marisa radunava gli anziani e predisponeva meticolosamente la seduta di preghiera. Ogni
settimana su un piano diverso nella Villa vecchia e Marisa sempre pronta. Anzi, se il parroco
doveva per qualche motivo assentarsi, proseguiva lei la celebrazione. E gli altri giorni, sette
giorni su sette sempre a lavoro ad aiutarci nelle più svariate faccende, apparecchiare, spa-

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recchiare, riordinare. Se noi lavoravamo otto ore, lei ne lavorava sedici! Mattina e pomerig-
gio. Ma non solo, cercava di pacificare i vecchietti che litigavano tra loro, interveniva deci-
samente e cercava di placare le dispettose discussioni. Faceva anche la relazione ai parenti
degli ospiti, quando venivano in visita, spiegando loro come stavano, se avevano mangiato
e cose simili. Riceveva tanti regalini come cioccolatini, dolcetti, caramelle, che metteva da
parte per dare ai suoi parenti quando fossero venuta a trovarla. Speranza che purtroppo
andava regolarmente delusa". Anna Maria, dopo il pensionamento è spesso tornata a fare
visita a Marisa, anche quando oramai la lucidità non consentiva più di riconoscerla. Così ne-
gli ultimi giorni, in ospedale non l'ha mai privata della sua affettuosa e ricorrente presenza.
Le tre rose bianche nella bara, sono il suo ultimo segno di amore e di riconoscenza.

Lisa Santi Marroni (ex assistente Villa di Riposo). "Quando, nei primi anni '80, venni alla
Villa di Riposo a un colloquio per entrare a lavorare in cucina, in fondo al corridoio vicino
all'ufficio, vidi una figura con un grembiulino e le chiesi se era la cuoca. Mi rispose che era
una ricoverata. Ecco, appena arrivata il mio primo incontro con Marisa, con quel suo im-
mancabile pannellino. Ci teneva e ogni anno a Natale glielo regalavamo uno nuovo che poi
lei indossava. Mi ha aiutato tanto quando poi entrai a fare la cuoca; prima apparecchiava
nei reparti e poi scendeva in cucina a darmi una mano. La cucina a quel tempo si trovava
dove ora c'è la cucinetta del personale, e accanto nel sottoscala la mattina al mio arrivo
trovavo le patate che lei aveva sbucciate, tra gli altri lavoretti che svolgeva, la sera prece-
dente con pazienza e amore dietro mia richiesta: la ringraziavo con un piccolo coscetto di
pollo, di cui era golosa, e lei era felice. Aiutare il personale era il suo lavoro e il lavoro era la
sua vita. E se quando qualcuna di noi la invitava a limitarsi, se ne aveva per male. Assisteva
anche gli altri anziani, ma senza farsi comandare: "Non sono mica la tua serva!" li apostrofa-
va, quando magari tendevano ad approfittarsene, poi però quando avevano bisogno se ne
accorgeva, ed era la prima a porgerli un bicchiere d'acqua. Le si voleva molto bene, e lei ce
lo voleva a noi. Un bacio e un grazie, cara Marisina".

Silvia Biagioni (ex assistente Villa di Riposo). “Cara Mari, ti ricordo con tanto affetto per la
persona buona e generosa che eri, abbiamo passato tanti anni insieme. La Villa Pascoli è
stato il tuo percorso di vita e lì giorno dopo giorno tutti abbiamo imparato a volerti bene.
Eri piccola però sapevi come farti valere. Giravi di corsa da un reparto all’altro per darci una
mano. Bastava un sorriso, una carezza che eri felice. Sarai sempre nel mio cuore”.

Piera Mugnai (vedova ex Direttore della Villa di Riposo Massimo Lucherini). "Un giorno
Massimo rientrò a casa tutto contento, sembrava avesse vinto un terno al lotto. Dopo una
decina di tentativi o forse più, dopo aver tribolato l'ira di Dio, aveva convinto Marisa. Lui
così caparbio, alla fine era riuscito nell'ardua impresa: aveva portato Marisa a prendere un
gelato! A Barga al "Giardino" a 400 metri di distanza. Mai prima di allora Marisa era uscita
dal cancello della Villa. Sembrava fosse stata in America. Ma era felice, e Massimo forse an-
cora di più! Marisa alla Villa c'è stata bene, si sentiva accettata e per questo lavorava tanto e
con piacere, era la fattoressa e contendeva anche le assistenti".

Gloria Guidi (ex assistente Villa di Riposo)."Alla mia cara Marisa: fare del bene sempre, del
male a nessuno. Questo è il pensiero che l'ha guidata nella lunga vita che il Signore le ha
donato".
Alma Ciambelli (ex assistente Villa di Riposo). "Le ho voluto un bene dell'anima".

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Alessandra Casci (ex assistente Villa di Riposo). "Sei stata una grande persona" .

Giusy Nitrini (ex terapista Villa di Riposo). "Marisina.....buona, onestà ed operosa, amata
è stimata da tutti. Aveva sempre una parola buona per giovani e anziani. Nessuno muore
sulla terra finché vive nel cuore di chi resta".

Serena Santarini (ex assistente Villa di Riposo). "Ho letto su facebook...come mi dispiace..
mi sono venute le lacrime agli occhi. Era come una mamma per tutti noi....la ricorderò sem-
pre. Ciao dolce Marisina. Meriterebbe tanto di più".

Ferruccio Guidi (elettricista). "Se mi ricordo di Marisa? Io con mio fratello Renzo, assieme al
Dr. Lucignani e al Massimo Lucherini, l'abbiamo costruita la Villa di Riposo! Marisa era sem-
pre a lavoro, e quanto lavorava!"

Giuliano Luti (imprenditore edile). "La mia ditta ha costruito l'ampliamento della Villa di
Riposo, verso la fine degli anni '70 il primo e a metà degli anni '80 il secondo. Lei si dava
sempre da fare, quando sotto in lavanderia o sopra nei reparti, sempre sorridente. Era
splendida. La ricordo molto volentieri".

Giovanni Simonetti e Donatella Scatena (figlio e nuora dell'ex ospite Caterina Rossi, pre-
senti al funerale). "Non dimenticheremo mai lo stupore che provò la prima volta il giorno
di Natale di qualche anno fa, quando entrò in casa nostra. Non era mai uscita per andare
da qualcuno, ma la grande amicizia che aveva instaurato con Caterina l'aveva convinta
ad uscire dal suo nido. Si è sempre presa cura di lei, con l'affetto che neanche una sorella
può avere, tanto che erano diventate inseparabili. Quando due anni orsono Caterina se n'è
andata, la piccola Marisina, pur non dicendoglielo, ha capito che la sua Amica non sarebbe
più tornata. Anche per noi sei stata una di Famiglia e non ti dimenticheremo mai".

Cinzia Giannoni (figlia dell'ex ospite Ada Turri). "Ho conosciuto bene Marisa perché man-
giava al solito tavolo con mia mamma Ada, quando era ospite alla Villa. Era oramai anziana,
ma al suo lavoro di apparecchiare non veniva meno, era il "suo" lavoro e qualche volta si
beccava con Luciano se lui osava usurparglielo. Aveva un forte senso del dovere; una volta
era malata e non poteva partecipare al settimanale corso di pittura che Sandra Rigali tiene
in Villa per gli ospiti, ma si fece comunque portare presso la in carrozzina per informarla
dell'indisponibilità; Sandra la tranquillizzò assegnandoli scherzosamente 15 giorni di ferie,
e lei ritornò al suo posto sollevata. Un giorno mia mamma non era scesa a tavola perché
ammalata e Marisa non vedendola, si preoccupò di lei e salì in camera per sincerarsi sulle
sue condizioni. Marisa era così, pronta, disponibile e interessata agli altri. Non sono voluta
mancare al suo funerale, con mio fratello Ghislano".

Cesarina Moscardini (figlia dell'ex ospite Leni Gonnella). "Marisa era una persona straor-
dinaria molto legata al suo lavoro e alla Villa di Riposo che considerava casa sua. Molto
generosa e prodiga nell'aiutare gli altri, tanto da vederla quasi cadere nella foga di avvici-
narsi agli anziani che chiedevano aiuto. Tutti i giorni venivo a trovare Leni e la sentivo come
una di famiglia; il giorno del suo funerale ho provato una forte impressione, quasi uguale a
quella avuta quando è morta mia madre".

I parenti di Teresina Bacci (ex ospite). "Ciao Marisa, ci ricorderemo di te... cha avevi avu-

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to una vita così complicata, ma volevi rendere migliore quella degli altri. Non si possono
dimenticare le persone buone e generose come te, i tuoi occhi attenti e le tue mani agili....i
tuoi passi svelti e la tua voce calda, che ogni volta ci ricordava che la vita è meravigliosa,
nonostante tutto. Abbiamo avuto il piacere di conoscerti....abbiamo il dovere di accompa-
gnarti con le nostre preghiere nel tuo ultimo viaggio".

Ada e Antonio Fiori (nuora e figlio dell'ex ospite Teresina Bacci, presenti al funerale). "Ab-
biamo appreso che la nostra Marisa ci ha lasciato. Noi la ricordiamo sorridente e intenta a
piegare i tovaglioli. Ciao carissima Marisa!".

Paola Bonaldi (figlia dell'ex ospite Flora Gherardi). "Marisa era un'istituzione".

Renata Tognarelli (amica, presente al funerale). "Marisa è stata una donna eccezionale".

Edoardo Mucci (amico, anni 10). "Di te ricordo che quando venivo a trovarti alla Villa, eri più
bassa di me, quando avevo 6 anni. Ti portavo i miei disegni, mi facevi i complimenti e mi
abbracciavi. Quando la mia mamma mi ha detto che ci avevi lasciati, mi è tanto dispiaciuto.
Ciao Marisina!!".

Maria Antonietta Aurori (amica, presente al funerale). "Ciao Marisina, eri una donna picco-
lina, ma il tuo cuore era quello di un gigante e ti ha permesso di vivere la tua vita donando
agli altri tutto ciò che poteva: un aiuto, un incoraggiamento, una carezza, un sorriso e per
questo ti ricorderemo sempre con affetto."

Luigi Salvi (direttore Villa di Riposo). "Marisa rimarrà nel cuore di tanti, ci mancherà molto".

Claudia Pieri (cuoca Villa di Riposo). "Dolcissima Marisina, l'ho conosciuta 20 anni fa, le ho
voluto subito bene, così attenta com'era a tutto, non le scappava niente; molto religiosa,
faceva sempre vigilie (per Natale, per le Ceneri e il Venerdì Santo). Veniva sempre in cucina
e chiedeva la minestrina con l'olio senza altro e così faceva tutti gli anni. Piccoli ricordi mi
tornano alla mente, come quando facevo la polenta dolce che a lei piaceva tanto e che
mi chiedeva sempre con il latte e diceva: "Non si scordi cuoca il latte, che a me piace tanto
così". Poi la ricordo a braccetto alla Caterina, sua amica, persona carissima anche lei. Passa-
vano dal tunnel aprivano la porta e mi dicevano: "Faccia a ammodo cuoca con quelle pen-
tole lì da sola". E sempre questa cosa me la ripeteva tutte le volte che mi vedeva nel reparto.
Era veramente una carissima persona, che ricorderò sempre con molta nostalgia".

Nadia Santi (assistente Villa di Riposo). “Ti voglio ricordare così: davanti ad una pila di piatti
da lavare, con il tuo grembiulino. Era tutto il tuo mondo, ma tu eri felice così”.

Elda Bertolaccini (operatrice Villa di Riposo). “Resterai nel mio ricordo, non dimenticando
mai l’aiuto che mi davi 20 anni fa. Con affetto”.

Deborah Nutini (assistente Villa di Riposo). “Nel mio cuore resterà sempre il ricordo della
tua bontà e dolcezza”.

Roberta Bimbi (infermiera professionale Villa di Riposo). “Ti rivedo vicino al letto di Caterina
che accarezzi amorevolmente…eri proprio questa: bontà infinita!”.

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Silvia Bertolotti (assistente Villa di Riposo). “E’ poco che son qui, ma dal momento in cui
sono entrata per me sei stata UNA DI NOI!".

Tiziana Tazzioli (assistente Villa di Riposo). “Noi eravamo la tua famiglia, ci mancherai tan-
to. Lassù prendici cura di noi”.

Linda Taddei (assistente Villa di Riposo). “Marisina… per me era una cara donna e Villa Pa-
scoli era «la sua casa». Un cuore dolce e grande aveva la piccola Mari. Era, è, parte della Villa
di Riposo Giovanni Pascoli”.

Erika Ghiloni (assistente Villa di Riposo). “Ti ricorderò con tanto affetto…..donna generosa
e piena d’amore verso gli altri. Proteggi tutti noi da Lassù”.

Melissa Bacci (assistente Villa di Riposo). “Non so dove vanno le persone che muoiono, ma
so dove restano….Tu cara «Marisina» resterai per sempre nel cuore di tutti noi…..Grazie... ”.

Clara Pelliccioni Marazzini (terapista Villa di Riposo). “Ti ricorderò sempre con tanto affetto
cara piccola donna!!! Ricorderò sempre il tuo sorriso, la tua pazienza nel prodigarsi verso
gli altri ospiti con la tua generosità. Ti porterò sempre, cara Marisina, nel mio cuore. Con
te non ho fatto nessun sforzo nel riabilitarti, era la tua costante umiltà a riabilitare me e gli
altri animi di tutti. Grazie”.

Roberta Palandri (infermiera professionale Villa di Riposo). “Gli occhi sono lo specchio delle
persone: i tuoi riflettevano amore, simpatia e bontà; grazie per tutto ciò che ci hai insegna-
to”.

Giovanna Caproni (assistente Villa di Riposo). “Marisa…ci sarebbe da scrivere un libro per
ricordarla; la strada che ci ha insegnato è stata quella del sacrificio, l’ascolto dell’altro, l’u-
miltà e…. dell’amore. Anche il sole l’ha voluta salutare per l’ultimo suo viaggio. Ciao Marisi-
na!!! Resterai per sempre con me e con tutti noi. Da Lassù proteggici”.

Francesco Orsi (dipendente Villa di Riposo). “Marisa è stata la nostra Madre Teresa”.

Lucia Profili (mamma del nostro ospite Claudio). “Cara Marisina, si sarebbe potuto pensare
a una vita triste, di solitudine. Ma tu hai saputo trasformarla in un percorso di tenerezza, di
affetto e di aiuto per gli altri. Hai fatto della Villa la tua casa, delle persone la tua famiglia.
Hai dimostrato che la serenità è fatta di piccole cose e di esperienze condivise. Partendo, ci
hai lasciato di te un ricordo dolcissimo”.

Elvia Buriani (ospite Villa di Riposo). "Io e la cara Marisa ci volevamo bene. Anzi lei mi
diceva: « Io ti voglio bene, te me ne vuoi?" Io le rispondevo di sì e lei era tutta contenta". Mi
piacerebbe avere una foto di lei."

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LETTERA A MARISA…
Cara Marisa mi ricordo ancora nel lontano 1992, quando al mio primo incarico come in-
fermiera varcai il portone di Villa Pascoli e il primo ospite che mi si presentò fu una piccola
signora, non molto anziana, bassa di statura, robusta e ordinata nel vestire.
La signora mi diede la mano e mi disse:
“Io sono Marisa, lei è la nuova infermiera?”
Oh Marisa…quante volte ho chiamato quel nome…
Per aiutarmi con un ospite, per trovare le cose, per sapere il nome delle persone…
Marisa eri la prima ad alzarti e l’ultima ad andare a letto.
Piccola Donna che correvi come un personaggio dei cartoni animati fra i tavoli da apparec-
chiare della sala da pranzo.
Piccola Donna antica, con quelle gonne più lunghe del dovuto, con le pantofole di pezza e
con quell’inseparabile grande grembiule legato in vita.
Quante volte ti ho visto la sera addormentata in veranda in compagnia di Grazia, mentre
guardavi le telenovele, addormentata su una poltrona dove i piedi non toccavano terra.
Quante volte ti ho visto arrabbiata o scorbutica perché troppo meticolosa nelle tue cose.
Ti ho visto piangere…
Mi ricordo i nostri abbracci “io gigante e tu bambina” per la differenza di peso e statura.
Quante volte mi hai portato nella tua camera:
Sempre pulita, ordinata, precisa.
Quante volte all’interno di quella camera mi davi di nascosto una cioccolata, delle caramel-
le o un pacchetto di biscotti che avevano portato per te e mi dicevi:
“NON TI FARE VEDERE, PORTALI AL BIMBO! (Francesco aveva 3 anni)
Cara Marisa le persone non si perdono mai se le hai nel cuore…
Puoi perdere la loro presenza, la loro voce, il loro profumo.
Ma ciò che hai da loro imparato, ciò che ti hanno lasciato… quello non lo perderai MAI!!!...
Grazie Marisa.

                           Giuseppina Biagioni (ex infermiera professionale Villa di Riposo).

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L‘ingegner Enrico Croccolo, abituale frequentatore
      della Biblioteca Fratelli Rosselli di Barga, in seguito
      all’erudite ricerche sui testi di storia locale ci pregia di
      questo suo componimento poetico ispirato al tragico
      terremoto che colpì la Garfagnana nel 1700.

                         LE TERME DI TORRITE

                    Dove sono le vasche ed i sedili
               delle Terme con l’acque calde e fredde
                    da diverse sorgenti alimentate,
              giacciono infrante al suono fra le erbacce
                 distrutte da un violento terremoto.
                  Crollaron sia le case che le Terme,
                   le salubr’acque deviate e sparse.
                      Le case furon poi ricostruite
                 ma non l’antiche Terme che dettero
                      ristoro a chi abitava il luogo
                  ed ai paesi intorno a Castelnuovo.
                   Giorno verrà che un benefattore
                  riporterà le Terme allo splendore

                                         Enrico Croccolo

Un caro saluto e sentite condoglianze ai familiari e agli amici di:

Luigi Casella                              Luciana Pieroni
Luigi Mondati                              Sergio Micheli
Lina Adami                                 Marisa Denti
Anna Piro                                  Romano Lunardi
Marissa “Marisina” Piagentini              Liliana Landini
Lorena Donati                              Emma Scapezzi
Ausilia Pucci                              Alberto Tognarelli
Dina Brega                                 Iolanda Biagioni

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MELONI MARIA

“Che bel verde, che bel frescolino e che bella Casa che è la vostra!”

Queste sono le parole della cara Maria arrivata qui a Villa Pascoli da qualche mese. Classe
1925, nata a Trieste da padre sardo, impiegato nella Finanza e madre fiorentina, casalinga.
Vissuta per un certo periodo a Bologna, dove ha frequentato fino alla quarta elementare,
e successivamente a Lucca. Maria continua dicendo:” studiavo molto bene e frequentavo
la quarta magistrale quando purtroppo mio padre morì; da quel momento le cose in casa
nostra cambiarono.. mio fratello più grande di me di due anni, s’era sposato ed era via da
casa, io dovetti forzatamente interrompere gli studi per andare a lavorare.
Era il 1941 e mi impiegai al Comune di Capannori all’ ufficio leva per qualche mese e dopo
all’Inam finchè non arrivò la guerra e furono tempi davvero duri e neri. In tutta la lucchesia
furono problemi, gente sfollata nelle campagne, miseria e povertà ci accompagnarono
per anni. Noi abitavamo a San Cassiano a Vico, in affitto, in un vecchio convento, di una
decina di stanze, intorno un grande orto, il tutto circondato da un muro molto alto che
non permetteva dal fuori di intravedere l interno, per questo motivo diversi vicini di casa
in quel periodo si rifugiarono da noi, soprattutto di notte.
Per fortuna non accadde mai nulla! Finalmente la guerra terminò e tutto faticosamente
tornò alla normalità. Continuai a lavorare come impiegata ma questa volta alla Cantoni
Cucirini Coats, la grande fabbrica di filati conosciuta in tutta Italia. Andavo in bicicletta la
mattina e tornavo la sera. Nel 1953, organizzai assieme ad alcune amiche il Capodanno in
un locale al Passo delle Radici, ma per motivi futili, la serata non andò a buon fine ed io
rimasi imbronciata per tutto il giorno, finchè la sera mio fratello mi portò ad una festa in
casa di amici a Lucca.
Conobbi in quell’occasione un ragazzo pisano che di lì a quattro anni diventò mio marito.
Era impiegato al Tribunale di Pisa e proveniva da una buona famiglia. Sposammo a Lucca
27 aprile 1957 e andammo ad abitare a Pisa in un nostro appartamento. In quegli anni
trovai occupazione come impiegata all’Università di Pisa, ho avuto modo di conoscere
tanti professori e personalità interne all’Istruzione. Sono stati anni piacevoli e sereni finchè
nel 1981 raggiunsi l’età della pensione e nel 1983 anche mio marito diventò pensionato,
così, liberi entrambi ci dedicammo a escursioni e gite in montagna. Siamo sempre stati
affascinati dai monti e dal verde in generale, nei fine settimana d’estate ci godevamo del
fresco dell’ Abetone e dintorni e durante il mese d’agosto villeggiavamo tutti gli anni da
quelle parti. Ora di nuovo qui tra le montagne, ho ritrovato un ambiente accogliente e
gradito, sto volentieri a Villa Pascoli e mi godo del bel verde di questa cittadina.

Un caro benvenuto a:
                                                  Emilia Lenci (Capannori)
Bernardina Di Malta (Barga)
                                                  Anna Maria Pantera (Lucca)
Sara Lenzi (Pistoia)
                                                  Nunziata Cirillo (Lucca)
Maria Cancherini (Castelnuovo Di Garfagnana)
                                                  Asolo “Roberto” Luperini (Pisa)
Leonella Della Lastra (Capannori)
                                                  Marusa Pratali (Lucca)
Francesco Carradini (Barga)
                                                  Luciano Chiappa (Barga)
Silvano Giannecchini (Pescaglia)
                                                  Dina Crobeddu (Barga)
Maria Rosa Meloni (Lucca)
                                                  Talia Febi (Capannori)
Iliana Maria Di Marco (Capannori)
                                                  Alda Becucci (Lucca)
Nelda Ruspetti (Montepluciano, Si)
                                                  Massimo Trabucchi (Carrara)
Renato Ruggi (Barga)
                                                  Natalina Gabriella Onofri (Lucca)

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E’ arrivato il nuovo mezzo!

Novità alla Villa di Riposo. Agli inizi di luglio è arrivato un nuovo Partner! Multispace, com-
pact, multimediale, euro 6, confortevole, monovolume, esteticamente gradevole, persona-
lizzato con le scritte “Villa di Riposo G. Pascoli Barga e Società Benemerita Barga-Chicago”.
Dotato di pedana elettrica per facilitare la salita e la discesa, e fiore all’occhiello, la predi-
sposizione e l’attrezzatura per accogliere direttemante l’ospite sulla carrozzina per un più
comodo accesso sul mezzo. Ringraziamo e salutiamo il vecchio Doblò per tutti questi anni
di onorato servizio.
Benvenuto Tepee Peugeot! E auguri di buon lavoro.

P.s. Un augurio (che da parte del Direttore suona più come un monito) anche a Francesco,
che possa mantenere amichevoli rapporti tra la carrozzeria e la carreggiata.

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SARA E L’ALLUVIONE DEL 1966.

“Son Pistoiese, e son qui per far la riabilitazione alle mie gambe, che ultimamente non
lavorano tanto bene. Ho un fratello che abita da tanti anni a Fornaci di Barga perchè ha
lavorato all ‘Europa Metalli dagli anni’60 e mi ha consigliato la vostra Villa per ricevere l’assi-
stenza di cui ho necessità. Conosco bene assai questi posti, perchè li frequentavo venendo
da Pistoia in visita alla famiglia di mio fratello. C ‘e bello qui; c è tanto verde e l’aria buona!”
Sara è una bella signora, ops signorina, per l’esattezza, spigliata e diretta, dopo aver con-
seguito il Diploma di Contabile continua dicendo :” Mi impiegai negli anni 50 in un grande
Magazzino Concessionario della Lambretta ( Innocenti) con sede a Milano, ma con magaz-
zino anche Pistoia e in diversi altri posti d’Italia, dove si vendevano gli Scooter, i Furgoni e
Lambretta. Lavorai 16 anni lì come contabile, con tre o quattro colleghe. Nel 1966 lo stato
impose l’obbligo della patente, per gli Scooter ed allora il lavoro ci diminuì perchè la gente
preferì allora acquistare una macchina, magari usata, anzichè uno scooter, e cosi da poter
portare a spasso tutta la famiglia. Mi trovai così bell e licenziata!Il 4 Novembre del 1966 ,
mi alzai di buon mattino, m accorsi che pioveva forte, avevo deciso d ‘andare a Fornaci di
Barga a trovare la bimba piccolina del mio fratello..presi il primo treno per Lucca, e conti-
nuava a piovere forte..il treno era vuoto..c ero io ed un signore solo.. arrivati all’altezza del
Ponte del Diavolo, a Borgo a Mozzano..e mi resi conto che l’acqua aveva ricoperto gli argini
del Serchio.. Al Signore che era vicino a me chiesi se avevano aperto le dighe.. e questo
con un fare meravigliato mi rispose.. “ Ma di dove viene lei? ma non lo sa che l ‘è venuta l
alluvione a Firenze?”.. io rimasi di stucco.. e appena arrivata a Fornaci mi precipitai a casa
del mio fratello. S’ accese la televisione e si vide il Palazzo Pitti con l’acqua che arrivava alle
finestre del primo piano.. mamma mia che lavori!!!! .. pensai di telefonare alla mamma per
sentire che succedeva a Pistoia.. ma i telefoni non andavano e allora andai alla stazione di
Fornaci e da lì telefonai a casa. La mia mamma mi disse che a casa la situazione era a posto,
dalle parti di Quarrata invece erano tutti sott’acqua perchè era andata di fuori la Brana, che
è un fiumiciattolo da nulla che mai aveva fatto paura fino a quel giorno. A Firenze era un
disastro,l’ Arno traboccò e inondò tutta la città da cima a fondo,le persone che abitavano
al primo piano delle case, vennero destate con la barca.. c era tutto l’esercito in azione. Da
quella brutta avventura la Toscana andò tutta in tilt.Le macchine sciupate dall’alluvione
per volontà del Dott. Umberto Agnelli, furono valutate da ispettori inviati da Torino, i quale
vistavano il libretto di circolazione e stabiliva l’eventuale sconto per l’acquisto del nuovo. Ci
fu così un gran giro di mercato in generale e fu una buona occasione anche per me, perchè
al prima Concessionaria Fiat della Toscana che si trovava a Pistoia ebbi un’assunzione per
due mesi che mi durò per 20 anni. Negli anni dell’alluvione si vendevano soprattutto le 124
verde, era una berlina che portava a giro anche 6 persone, era grande e di bell’aspetto e
per quello che costava dava un bel rendimento.”

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FIORI SI’.. MA DI ZUCCA!

Ogni mattina, durante il periodo estivo, il buon Luciano Bacci, ospite da lunghi anni della
Villa, non manca mai di compiere un attento giretto di supervisione dell’orto. La passione
per le piante, per lo più da ornamento, da giardino ma in generale per tutti i tipi è ormai
risaputa da tutti. “ Il Bacci c’ ha il pollice verde!” questa è la frase di chiunque venga a parlar
di lui. Ed è proprio così; silenzioso e di poche parole è un attento e valido collaboratore
da un punto di vista floristico, segue con attenzione e con maestria gli sviluppi di tutte le
piante della casa; durante la stagione calda, s’impegna anche nell’orto, seguendo la graduale
crescita di ortaggi d’ogni genere che potete vedere facendo visita al bell’appezzamento di
terra che viene ad inquadrare la nostra proprietà. L’orto solitamente è piuttosto produttivo
e a gratificare il lavoro della persona che se ne occupa, insieme a Luciano, è il positivo
parere dei nostri anziani, che sedendosi a tavola passano ottimi commenti nel degustare i
risultati ottenuti. Varie sono le colture e semine portate avanti, ed anche il bel frutteto, un
pò in disparte riesce a dare dei buoni risultati. Come noterete, quest’oggi il nostro Luciano è
apparso in Villa con un bel mazzo di fiori, per tutte le donne, ma fiori di zucca! Bravo Luciano!

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GRAFICA: ARTEIMMAGINE FOTO&GRAFICA

     VILLA DI RIPOSO G.PASCOLI -
VIA ROMA 32, BARGA - TEL.0583711176
 www.villapascoli.it   villapascoli@libero.it
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