L'Appennino tra Romagna e Toscana sulle tracce del sommo poeta - www.viedidante.it - Le Vie di Dante
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www.viedidante.it L’Appennino tra Romagna e Toscana sulle tracce del sommo poeta Firenze - Scarperia e San Piero - Borgo San Lorenzo - Marradi - Brisighella - Faenza - Ravenna
LE “VIE DI DANTE” Le Vie di Dante rappresentano un inestimabile giacimento storico, reso accessibile da una rinnovata sinergia tra Emilia Romagna e Toscana, sfociata in un progetto interregionale e da un’articolata offerta ricettiva e da ser vizi in grado di soddisfare le esigenze del turista che non si accontenta più della semplice visita, ma vuole vivere intensamente la vacanza, cogliendo le tipicità del territorio. Grazie a questo progetto, alla cui base ci sono collaborazione, partecipazione e dialogo, il viaggio di Dante da Firenze a Ravenna, attraversando l’Appennino tra Romagna e Toscana, diventa un prodotto turistico all’insegna di ritmi slow tra cultura e natura, seguendo l’attitudine del nuovo turista: arrivare a una forma d’integrazione che renda sempre più piacevole e vivace il suo soggiorno. La cultura, uno degli elementi fondamentali delle proposte turistiche dell’Emilia Romagna e della Toscana, è vissuta, infatti, come una vera e propria immersione nel territorio, colto in tutti suoi aspetti. Ripercorrere e visitare i luoghi in cui il più grande poeta italiano visse, esule, diventa così un’esperienza di viaggio unica, tra antichi palazzi, pievi romaniche, piccoli borghi, musei e biblioteche, botteghe artigiane, natura incontaminata, salendo sul “trenino” che collega Faenza a Firenze via Marradi, oppure in sella a una bici lungo l’antica Via Faentina, o ancora a piedi attraverso uno dei tanti percorsi di trekking tra i territori provinciali di Ravenna e Firenze. Le proposte turistiche, consultabili sull’apposito sito www.viedidante.it o reperibili in aggiornati opuscoli presso gli Iat o alle fiere di settore, riguardano i sette Comuni di Firenze, Scarperia e San Piero, Borgo San Lorenzo, Marradi, Faenza, Brisighella e Ravenna con il loro patrimonio di monumenti, tradizione, identità ed enogastronomia. Nei percorsi delle Vie di Dante si esaltano e si fondono due regioni, valorizzandone i tratti comuni tra cui il calore, l’autenticità, la spontaneità della gente, l’innata vocazione all’ospitalità, al buon vivere e alla convivialità, la suggestione e il fascino senza tempo dei luoghi, la capacità di far convivere tradizione e innovazione, cultura e divertimento, qualità e convenienza. In questa brochure sono presentati, in maniera dinamica e coordinata, i territori coinvolti con le loro eccellenze, assieme ad approfondimenti e curiosità. Si tratta di un prezioso vademecum in grado di indirizzare al meglio anche il turista più esigente. 3
FIRENZE Godi, Fiorenza, poi che se’ sì g rande, che per mare e per ter ra batti l’ali, e per lo ‘nfer no tuo nome si spande! U ( If., XXVI canto) n itinerario che porterà che più si avvicina alla spiritualità tipica alla scoperta di una Fi- dell’epoca di Dante è senz’altro la renze meno conosciuta suggestiva Abbazia romanica di San Miniato rispetto a quella, ico- al Monte, peraltro citata nel Purgatorio (VII nica, del Rinascimento: canto). Ma oltre a questi luoghi - vissuti più la Firenze dove Dante Alighieri visse dalla o meno direttamente dal Sommo Poeta - nascita (1265) all’esilio (1302). Per Dan- esistono tante altre testimonianze, di ogni te un luogo inevitabilmente di amore e do- epoca, che documentano quanto la città lore, che ricorre molto spesso nella Divina sia profondamente intessuta dello spirito Commedia. di Dante. E’ il caso dei numerosi ritratti In questi anni Firenze visse un periodo di danteschi, da quelli medievali a quelli intense trasformazioni in tutti i campi (cul- ottocenteschi; dei cicli pittorici più o meno turale, politico, religioso, artistico, econo- ispirati alla Commedia; delle 33 celebri mico, urbanistico) che segnarono profonda- lapidi dantesche concentrate soprattutto mente l’identità della città. Proprio negli nel quartiere medievale. Mantenere sempre ultimi decenni del XIII secolo furono fondati viva e attuale l’eredità del Sommo Poeta è edifici-simbolo, come la Cattedrale di Santa il principale compito, anche attraverso la Maria del Fiore, Palazzo Vecchio, le Basili- tradizionale Lectura Dantis, della Società che di Santa Croce e di Santa Maria Novella. Dantesca la cui sede è nell’antico Palazzo Uno dei luoghi, insieme al Battistero, dell’Arte della Lana. 4
IL BATTISTERO - Borgo San Lorenzo - Scarperia e San Piero - Marradi - Brisighella - Faenza - Ravenna “Il mio bel San Giovanni” Eretto probabilmente nel corso (Inferno XIX.17), è l’af fettuoso dell’XI secolo, su antiche appellativo col quale Dante si vestigia di epoca romana, riferisce al Battistero fiorentino è a pianta ottagonale; se di San Giovanni; luogo in cui il l’esterno è sobriamente rivestito poeta fu battezzato, e al quale da geometriche decorazioni pensa auspicando il suo ritorno marmoree, l’interno rifulge in patria (Paradiso, XXV canto). grazie al grandioso mosaico Dedicato al Santo Patrono di dorato della cupola, dominato Firenze, San Giovanni Battista, il da un Cristo Giudice, ieratico, al Battistero è un edificio romanico, centro del Giudizio Universale, di straordinario interesse, nel probabile fonte d’ispirazione per cuore religioso della città. la Commedia. Firenze 5
I PRODOTTI TIPICI DELL’ENOGASTRONOMIA Sono semplici e schietti i piatti tipici: dalla famosa bistecca alla “fiorentina” sempre alta e al sangue, ai primi della tradizione contadina spesso a base di pane come la Pappa al pomodoro e la Ribollita, tutti insaporiti dall’olio extravergine di oliva. Che dire del Lampredotto, servito nel panino, che si può degustare al chiosco in puro spirito street food. I dolci tipici sono legati alle feste o alla stagionalità, segnaliamo le due ottime schiacciate all’uva e alla fiorentina, tipica del Carnevale. Sul versante vinicolo questa è terra di Chianti, con varie DOC e DOCG: i corposi rossi, i bianchi freschi e delicati e il famoso vino dolce o vin santo. Le specialità della cucina fiorentina si gustano in città in ristoranti stellati, trattorie o vinai, adatti a tutte le tasche. 6
I RITRATTI - Borgo San Lorenzo - Scarperia e San Piero - Marradi - Brisighella - Faenza - Ravenna La memoria dantesca si tramanda anche attraverso i numerosi ritratti di cui è costellata la città, a testimonianza della straordinaria fama che ha sempre accompagnato il Poeta, dal Trecento fino ai giorni nostri. Le sue più antiche raffigurazioni sono al Museo Nazionale del Bargello (Cappella della Maddalena, opera di Giotto e bottega), nel Palazzo dei Giudici e Notai (in via del Proconsolo), nel Cappellone degli Spagnoli di Santa Maria Novella, opera di Andrea Bonaiuti. Uno dei ritratti dipinti più rappresentativi è senz’altro Dante che mostra la Divina Commedia (Domenico di Michelino, 1465, Cattedrale di Santa Maria del Fiore). Dante figura nel ciclo affrescato degli Uomini e delle donne illustri realizzato intorno al 1450 da Andrea del Castagno, ed oggi visibile – inglobata negli Uffizi - nella ex-chiesa di San Pier Scheraggio (uno dei luoghi utilizzati, anche dallo stesso Dante, per le adunanze politiche prima dell’edificazione del Palazzo dei Priori, ovvero Palazzo Vecchio). Molte sono anche le sculture, i monumenti ottocenteschi a lui dedicati, realizzati in un periodo in cui molto sentito era il culto per i Grandi Italiani del passato. La Basilica di Santa Croce, Pantheon delle Itale Glorie, ne conserva ben due: una è la statua sul sagrato, opera di Enrico Pazzi, inaugurata al centro della piazza per le celebrazioni dantesche del 1865; l’altra, all’interno, è il Cenotafio di Dante di Stefano Ricci (1829), retorico monumento che mostra il Poeta accanto alle allegorie dell’Italia e della Poesia. Al 1842 risale la statua di Dante inserita, accanto ad altri Toscani Illustri, in una delle 28 nicchie del Firenze loggiato vasariano degli Uffizi. Della controversa maschera funebre esistono più esemplari in città: al Museo-Casa di Dante, a Palazzo Vecchio, al Bargello. 7
I PRODOTTI TIPICI DELL’ARTIGIANATO Opere che non stanno nei musei, raffinate, frutto di maestria, ricerca, innovazione e tradizione, opere uniche: sono i manufatti artigianali. Argento, oro, pelle, vetro, ceramica, seta, essenze, ricami, calzoleria, oggetti che prendono forma nelle botteghe artigiane fiorentine, soprattutto in Oltrarno. Il mondo artigiano è fatto di persone che conservano e tramandano un capitale umano dal valore inestimabile. La vocazione artigiana di Firenze ha portato alla nascita di due manifestazioni dedicate al settore. Artigianato e Palazzo che vuole riqualificare la figura dell’artigiano ai giorni nostri, e si svolge ogni anno al Giardino Corsini. La Fortezza da Basso ospita la Mostra Internazionale dell’Artigianato, nata nel 1931, a cui partecipano artigiani da tutto il mondo. 8
QUARTIERE DANTESCO - Borgo San Lorenzo - Scarperia e San Piero - Marradi - Brisighella - Faenza - Ravenna Questo quartiere è racchiuso Chiesa di Santa Margherita de’ fra piazza della Signoria, Cerchi (la “Chiesa di Dante”) dove il Orsanmichele, la Torre della poeta, secondo la tradizione, sposò Castagna, l’oratorio dei Buonomini Gemma Donati e conobbe Beatrice di San Martino e la Badia (la famiglia Portinari aveva qui le Fiorentina. E’ il cuore medievale proprie sepolture). In quest’area di Firenze, con i suoi vicoli e le si concentra il più alto numero di sue caratteristiche case-torri, dalla lapidi dantesche, con citazioni funzione civile e militare. La Casa di tratte dal suo capolavoro, affisse Dante, replica ottocentesca di una ad inizio ‘900 per mantenere vivo casa-torre, ospita il museo omonimo il legame fra Dante e quei luoghi che documenta la vita e le opere del e personaggi menzionati nella sommo poeta; è a due passi dalla Commedia. Firenze 9
BORGO S.LORENZO S an Lorenzo, patrono di Borgo e qui festeggiato con iniziative religiose e civili, ci ricorda che nelle notti d’agosto cadono le sue lacrime: quelle stelle che come scintille sembrano volare su di noi. Ed è facile nelle colline che contornano il paese sperimentare un’esperienza nuova come sdraiarsi sotto un cielo buio - che in città ormai è impossibile trovare - e cercare una e i Santi Francesco e Domenico di Matteo Rosselli. L’abside è affrescata da Galileo Chini. A lato della facciata, a destra, è un tabernacolo in terracotta policroma opera delle Fornaci Chini. Poco distante dal centro storico si trova l’Oratorio del Santissimo Crocifisso dei Miracoli, eretto nel ‘700 per ospitare un Crocifisso ligneo dipinto qui lasciato nel 1400 da alcuni pellegrini tedeschi che fuggivano dalla peste. Collocato in una nicchia sopra l’altare maggiore è stella cadente esprimendo un desiderio. celato da una grande tela ottocentesca manovrata La prima tappa sarà assolutamente riservata al da una “macchina” che ne consente l’elevazione o centro storico entrando dalle due porte, quella l’abbassamento nelle occasioni in cui il Crocifisso è Fiorentina e dell’Orologio, residuo delle antiche mura esposto all’adorazione dei fedeli. costruite nel 1351. E’ d’obbligo la visita alla Pieve Nelle vicinanze dell’Oratorio c’è il la Villa Pecori di San Lorenzo risalente al 941, il più grande degli Giraldi che ospita il Museo della Manifattura Chini. edifici romanici del contado fiorentino. All’interno Nella villa circondata da un bel parco sono presenti una grande ricchezza di opere d’arte. Tra queste: numerosi interventi pittorici e architettonici di una Madonna attribuita a Giotto, un Crocifisso su Galileo Chini e della sua famiglia mentre al piano tavola di scuola giottesca, una Madonna in Trono superiore ci sono le sale museali con magnifici col Bambino attribuita ad Agnolo Gaddi, La Vergine pezzi ceramici e vetrate liberty. 10
NEI DINTORNI TRA LE COLLINE CHE CIRCONDANO IL CAPOLUOGO... Borgo San Lorenzo - Scarperia e San Piero - Marradi - Brisighella - Faenza - Ravenna Incantevole è la passeggiata a piedi che dalla piazzetta di Grezzano conduce al Museo della Civiltà Contadina di Casa d’Erci (www. casaderci.it) una grande casa colonica con ricostruzioni d’epoca (la camera da letto, la cucina, la filatura, il bucato ecc) e una ricca raccolta di attrezzi agricoli dell’8- 900. Poco prima del Museo merita una visita il Mulino ad acqua Faini risalente al ‘400. Da Casa d’Erci, collocata nel complesso forestale Giogo Casaglia, è possibile effettuare escursioni anche ad anello che conducono al crinale su sentieri ben tracciati o fermarsi a fare un pic-nic nell’area appositamente attrezzata. Da non perdere è la visita al Mulino ad acqua Margheri alla Madonna dei Tre Fiumi, in compagnia del proprietario signor Cerbai. Il mulino, probabilmente risalente all’anno 845, è ancora perfettamente funzionante: si potrà assistere al processo di macinatura e acquistare la farina di grano, granturco e marroni dal sapore antico. Al di là della strada c’è un piccolo Oratorio risalente al 1578. Si può salire fino al Passo della Colla di Casaglia e da lì, con escursioni a piedi o in mtb, si possono percorrere tanti itinerari all’interno del complesso forestale Firenze - Giogo Casaglia oppure scendere tra i castagni fino a Ronta. 11
SCARPERIA S.PIERO U niti già dalla storia con la presenza della famiglia De’ Medici che in queste terre ha lasciato i segni del prestigioso dominio, oggi i due paesi vivono in simbiosi grazie all’isitituzione, dal 1 gennaio 2014, del Comune unico di Scarperia e San Piero. Tante sono le risorse turistiche, culturali, dintorni le loro ville, come il prodigioso Castello del Trebbio ed eressero abitazioni anche all’interno del paese, come villa Adami (sede della biblioteca) e Villa Schifanoia. Il Castello del Trebbio, che ha conservato quasi intatta tutta la severità di costruzione medievale, fu costruito da Michelozzo Michelozzi su commissione di Cosimo de’ Medici, sui ruderi di una gastronomiche e sportive che il visitatore precedente torre feudale. Nel 2013 il potrà scoprire giungendo da Firenze, dalla Castello del Trebbio ha ricevuto l’ambito via Bolognese, o dal casello autostradale di riconoscimento di Patrimonio mondiale Barberino di Mugello. dell’Umanità dall’UNESCO. Sul colle più A San Piero a Sieve, infatti, convergono alto vicino al paese si erge la Fortezza di le più importanti strade mugellane San Martino, fatta costruire da Cosimo I che dalla città conducono a Imola e a nel 1569, alla cui costruzione contribuì Bologna. L’antico borgo si sviluppò intorno Bernardo Buontalenti. Poco distante è il all’omonima pieve sin dall’XI secolo Convento del Bosco ai Frati, fondato dagli ma, tra il XIV e XV secolo visse il suo Ubaldini prima dell’anno Mille, considerato momento più alto: i Medici edificarono nei uno dei più antichi della Toscana. 12
SCARPERIA Scarperia e San Piero - Marradi - Brisighella - Faenza - Ravenna In questo nuovo Comune la storia amministrare una vasta estensione continua verso Scarperia, dove da del contado mugellano. sempre gli Ubaldini hanno dominato Il Palazzo, oltre a ospitare un fino a quando la Repubblica prezioso archivio storico e l’antico Fiorentina per contrastarli decise orologio della torre campanaria, di fondare l’8 settembre 1306 una opera del grande architetto “terra nuova” denominata Castel fiorentino Filippo Brunelleschi, è San Barnaba e poi Scarperia sede del Museo dei Ferri Taglienti, (alla “scarpa” dell’Appennino). produzione di cui Scarperia vanta Nel centro storico, mirabile è il secoli di alta produzione e che oggi Palazzo dei Vicari, che dal XV presenta un nuovo allestimento, secolo fu sede del Vicario mandato tutto da scoprire da grandi, piccini dalla Repubblica Fiorentina per e di tutte le nazioni. Firenze - Borgo San Lorenzo - I PRODOTTI TIPICI DELL’ARTIGIANATO Da non perdere nella vicina via Solferino, l’antica Bottega del Coltellinaio dove si può assistere e partecipare alla costruzione di un coltello, accompagnati dalle mani esperte dell’artigiano, attraverso gli strumenti antichi ormai in disuso, gli odori, i rumori, i fumi del focolare, cosa significa costruire un coltello. 13
MARRADI O ltre il Passo della Colla, ancora in Toscana ma affacciato sulla terra di Romagna, si trova Marradi bagnata dalle acque del fiume Lamone che sfocia a Ravenna. Ed è proprio questa posizione centrale tra Firenze, Faenza e la riviera Adriatica che ha reso prospero questo paese nel passato. Infatti il viaggiatore che Fabroni da Pistoia o i Torriani da Milano che qui esiliate non vollero rinunciare agli agi e all’eleganza degli spazi cittadini. Il territorio marradese ricco di boschi e di acque trasparenti è ideale per chi ama le escursioni a piedi, in mtb o a cavallo. Vi proponiamo: la camminata per famiglie dal paese alla Rocca di Castiglionchio una antica fortificazione del VI secolo che domina il panorama dell’intera Valle del Lamone e la più arriva a Marradi, col treno della mitica ferrovia impegnativa escursione all’Eremo di Gamogna, Faentina, non si aspetta di trovare una struttura antico complesso monastico fondato da San Pier urbanistica poco usuale in località montane: le Damiani nel 1053, raggiungibile per sentiero abitazioni, i palazzi signorili ricordano piuttosto partendo da Ponte della Valle località Lutirano le vie del centro storico di Firenze. Ciò è stato o dal Passo dell’Eremo sulla provinciale che determinato da quelle nobili famiglie come i congiunge Marradi a San Benedetto in Alpe. 14
COSE DA VEDERE Palazzo Torriani del XVI secolo, Chiesa di San Lorenzo all’interno - Brisighella - Faenza - Ravenna oggi completamente restaurato, ne della quale sono conservati mirabili è la prova più evidente. L’interno dipinti della fine del ‘400 del conserva splendide decorazioni Maestro di Marradi, un anonimo di Galileo Chini e una tela di pittore che si formò accanto a Silvestro Lega. Nelle vicinanze si Domenico Ghirlandaio intorno al trova un altro gioiello marradese: 1475. Come dimenticare che a il settecentesco Teatro degli Marradi è nato e vissuto il poeta Animosi. Il cuore del centro storico Dino Campana, maestro del è l’incantevole Piazza Le Scalelle capolavoro “I canti Orfici”.: nella contornata dal Palazzo Comunale sede del Centro Culturale a lui con l’arioso loggiato, il seicentesco dedicato si trova il Centro Studi Palazzo Fabroni e la Chiesa del Campaniani, punto di riferimento Suffragio. Oltrepassato il ponte fondamentale per studiosi e studenti sul fiume è d’obbligo la visita alla di tutto il mondo. Marradi Firenze - Borgo San Lorenzo - Scarperia e San Piero - I PRODOTTI TIPICI DELL’ENOGASTRONOMIA E’ vietato non fermarsi a cena o Sagra delle Castagne. Marradi a pranzo per l’assaggio dei piatti è infatti la patria del “marron tipici di questa fetta di Romagna buono”: numerosi sono i versanti Toscana: i ravioli di ricotta e delle colline coperti da castagneti spinaci, le tagliatelle al fungo che, come dei giardini ben curati, porcino, al cinghiale o arricchite interrompono l’uniformità della dal tartufo di stagione, i cappelletti vegetazione spontanea. L’amore per con lo stracchino e il raveggiolo, le questa pianta e la volontà di creare grigliate di selvaggina e di castrato un progetto che la rappresentasse di agnellone, la zuppa inglese, le in tutti i suoi aspetti hanno fatto crostate, la torta di ricotta, la crema nascere la Strada del Marrone del fritta e nell’autunno tutti i dolci a Mugello di Marradi che propone base del marrone IGP Mugello, qui al turista un vero e proprio viaggio celebrato ogni anno dalla famosa attorno al castagno. 15
BRISIGHELLA B risighella, uno dei Borghi più belli d’Italia, è un antico borgo medie- vale e termale certificato Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano per le sue qualità paessaggistiche ed ambientali, incastonato nel Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, nell’Appennino Tosco-Ro- magnolo, lungo l’antica via Faentina che collega Fi- renze–Faenza–Ravenna (oggi percorribile anche in Firenze nella battaglia Campaldino nel 1289, cui prese parte notoriamente anche Dante Alighieri; ma poi fu a lungo un campione dei ghibellini di Romagna, in alle- anza con gli Ordelaffi di Forlì. Motivo per cui sembra di poter dire che egli fu guelfo in Toscana e ghibellino in Romagna. Tale contrasto irritò non poco il Sommo poeta. Nel Canto XXVII dell’Inferno, in cui Dante lo indicò, senza nominarlo espressamente, come il signore di Imola e Faenza, ne stigmatizzò il com- treno). La caratterizzano tre pinnacoli rocciosi, i fa- portamento politico, considerandolo contraddittorio: mosi tre colli, su cui poggiano la rocca manfrediana «Le città di Lamone e di Santerno ( sec. XIV), il santuario del Monticino (secolo XVIII), conduce il lïoncel dal nido bianco la torre detta dell’Orologio (sec. XIX). che muta parte da la state al verno» La sua origine risale al Duecento quando Maghinardo (Dante Alighieri, Inferno, Canto XXVII, 49-51) Pagani da Susinana, signore del luogo, che nel 1290 Agli inizi del XIV secolo il territorio passò nel- fece costruire una torre di difesa sullo sperone roccioso le mani dei Manfredi di Faenza, che rimasero dove oggi si erge la torre dell’orologio, per controllare a capo della città fino alla fine del XV secolo. i commerci ed i passaggi dalla Romagna ghibellina ver- Nel 1500 Brisighella fu conquistata da Cesare so la Firenze guelfa. Durante la sua lunga carriera mi- Borgia, poi, tra il 1503 ed il 1509, entrò nei ter- litare, Maghinardo combatté dalla parte della guelfa di ritori amministrati dalla Repubblica di Venezia. 16
COSE DA VEDERE Dall’alto, una Fortezza, una Chiesa, ed Pieve del Thò. Passando ai Tre Colli, - Faenza - Ravenna una Torre merlata la guardano come la Rocca Manfrediana è stata eretta fossero custodi. Brisighella si svela nel XIV secolo dai Manfredi, signori di nel luccichio del gesso che affiora, Faenza, per poi passare ai veneziani. occhieggia nei colori pastello delle Sul pinnacolo di uno dei tre coli si erge dimore del centro storico e si anima la Torre dell’Orologio. Il terzo colle è nelle sue feste coinvolgendo te, ospite, dominato dal Santuario della Madonna in un’esperienza indimenticabile A del Monticino, risalente al XVIII secolo. Brisighella non si può non percorrere Uscendo dal borgo e immergendosi l’Antica Via del Borgo, chiamata anche nell’affascinante territorio circostante, Brisighella Via degli Asini: la sua particolarità si può visitare la Grotta Tanaccia, una che la rende unica al mondo è quella delle più belle grotte del Parco Regionale di essere una strada sopraelevata che della Vena del Gesso: i suoi ambienti, corre praticamente inglobata all’interno frutto di fenomeni carsici, sono visitabili di una fila di edifici. Da vedere anche tutto l’anno ad eccezione del periodo in la Pieve di San Giovanni in Ottavo, o cui i pipistrelli vanno in letargo. I PRODOTTI TIPICI DELL’ENOGASTRONOMIA Firenze - Borgo San Lorenzo - Scarperia e San Piero - Marradi - Brisighella è anche un ricco giacimento carni di razza Bovina Romagnola, i gastronomico. La sua specificità, frutti dimenticati (tra cui primeggia La tuttavia, è quanto mai legata ai prodotti Pera Volpina), le Pesche, le Nettarine di un territorio ancora in gran parte e le Albicocche I.G.P. di Romagna integro ed ecologicamente intatto. ed, infine, il carciofo Moretto, tipico Il prodotto principe è rappresentato della zona dei calanchi. Eccellenze dall’olio extravergine di oliva della produzione vitivinicola sono i “Brisighello” che si fregia della tipici vitigni autoctoni della Romagna, Dop europea. Inoltre non possiamo in particolare il Sangiovese D.O.C. dimenticare il formaggio conciato e l’Albana di Romagna D.O.C.G. con stagionatura nelle grotte di (eccellente la versione Passita) che gesso, la carne di Mora Romagnola danno luogo a produzioni di altissima (un’antica razza suina autoctona), le qualità. 17
FAENZA L a via Faentina è la direttrice di comunicazione principale tra la Romagna e la Toscana, grazie alla Strada Provinciale 302 e al collegamento ferroviario che invita il turista, in maniera slow, a ripercorrere i passi del Sommo Poeta. Al centro di questo “itinerario dantesco” si trova la città di Faenza, in I PRODOTTI TIPICI DELL’ENOGASTRONOMIA E DELL’ARTIGIANATO La c e ra mica a F ae nz a v anta u na tra- d i z i o n e plu rise colare , e spre ssione di Provincia di Ravenna. Faenza, di origine u n a r t i g ianato ar tist i co di e cce z iona- romana e situata sulla Via Emilia, è una l e q u a l i tà. L a cit tà, pe r la su a posi- città di 60.000 abitanti ed è nota per la z i o n e g e ografica, ha sapu t o cost i t u i r- produzione ceramica, che risale al XII secolo s i c o m e ce nt ro ce ram i co e u rope o di e che raggiunge il suo apice nel periodo p ri m a ri a i m por t anz a, al pu nto che la rinascimentale. m a i o l i c a è conosciu t a i n t u tt o il m on- La città si è trasformata in un lungo arco d o c o n i l nom e france se di F aie nce . di evoluzione storica, arricchendosi di A c c a t t i v ante e v arie gat a è l’of fe r t a architetture di grande pregio, con una d e i p rodot ti tipi ci e de ll’e nogast ro- forte caratterizzazione rinascimentale e n o m i a , v aloriz z ata e prom ossa dalla neoclassica. S t ra d a de l Sangiov e se . 18
COSE DA VEDERE La splendida Piazza del Popolo è il cuore Civiltà Neoclassica in Romagna che pulsante della Città di Faenza, tra due suggella magistralmente, sia sotto il - Ravenna eleganti porticati contrapposti, uno sul profilo architettonico che decorativo, fianco del Palazzo Comunale e l’altro sul la civiltà romagnola nel neoclassicismo fianco del Palazzo del Podestà. Chiude e Piazza Nenni (già della Molinella), la piazza la Torre civica dell’orologio. con pavimentazione in ciottoli su cui si Faenza Adiacente a Piazza del Popolo affaccia il prestigioso Teatro comunale troviamo la Piazza della Libertà, con Masini, anch’esso di epoca neoclassica la Cattedrale rinascimentale (Giuliano (1780-1788). da Maiano, 1474) intitolata a S. Pietro Il Museo Internazionale delle apostolo e la Fontana monumentale su Ceramiche (M.I.C.), fondato nel 1908, Firenze - Borgo San Lorenzo - Scarperia e San Piero - Marradi - Brisighella - progetto di Domenico Paganelli (sec. è uno dei più importanti musei dell’arte XVII). Felicissima resta l’età della fioritura ceramica a livello mondiale e ospita neoclassica dalla fine del XVIII secolo raccolte di ogni secolo e continente, fino al primo trentennio del successivo, oltre a prestigiose mostre anche di arte con esempi di rilevanza artistica contemporanea, mentre le numerose attraverso l’opera di Giuseppe Pistocchi, botteghe ceramiche, collocate Giovanni Antonio Antolini, Felice principalmente nella suggestiva cornice Giani, e Pietro Tomba. Tra le numerose del centro storico di Faenza, continuano realizzazioni si annoverano Palazzo la grande tradizione dell’artigianato Milzetti, oggi Museo Nazionale della artistico di Faenza. 19
RAVENNA D ante passò gli ultimi anni della propria vita a Ravenna dove si spense la notte tra il 13 e 14 settembre 1321 forse a causa di febbri malariche contratte durante un’ambasceria a Venezia. I suoi solenni funerali si celebrarono nella basilica di S. Francesco, fabbrica culturale e religiosa di grande prestigio nel Trecento. Ravenna resse la città dal 1316 al 1322. Il Poeta poté abitare in una casa messa a disposizione dal suo ospite (non si conosce l’esatta ubicazione) dove trovarono posto anche i figli Pietro, Jacopo e Antonia, che prese i voti monastici con il nome di Beatrice; si trattò di un periodo sereno di vita e di studio. L’esule fiorentino lasciò nella città “dell’ultimo rifugio ”l’estremo lascito letterario della sua arte, le Egloghe dove sono presenti, è assai presente nella Commedia sia attraverso sotto l’allegoria pastorale, alcuni personaggi del la citazione esatta del toponimo che attraverso nucleo di devoti e ammiratori riuniti intorno a evocazioni poetiche, celebre è il nostalgico ricordo lui, ma portò soprattutto a termine la Commedia, di Francesca in Inferno V “Siede la terra dove nata vale a dire gli ultimi canti del Paradiso di cui il fui su la marina dove ‘l Po discende per aver pace Boccaccio, primo biografo del sommo poeta, narra co’ seguaci sui”. Francesca forse è la più celebre un avventuroso ritrovamento da parte del figlio dei tanti personaggi ravennati incontrati nel Pietro. Dopo la sua morte qui furono attivi maestri viaggio oltremondano ed è la prima interlocutrice e letterati che fecero della città un centro di rilievo del pellegrino dopo Virgilio. Il soggiorno ravennate del primo umanesimo, furono protagonisti della fu propiziato dall’ospitalità elargita dal signore prima diffusione e diedero origine ad un vero e di Ravenna, Guido Novello Da Polenta, che proprio culto. 20
LA TOMBA DI DANTE Ravenna La Tomba di Dante, sublimata e vissuta da tutta la comunità ravennate come patrimonio identitario per eccellenza, fu commissionata dal Cardinale Legato Luigi Valenti Gonzaga a Camillo Morigia che la terminò nel 1781. Firenze - Borgo San Lorenzo - Scarperia e San Piero - Marradi - Brisighella - Faenza - L’opera architettonica, anche se modesta di dimensioni, rispetta dignitosamente i canoni neoclassici settecenteschi. È posizionata in fondo a via Dante, tra il secondo chiostro del convento francescano detto chiostro della cisterna o chiostro Dante ed il Quadrarco di Braccioforte. Il piccolo edificio è composto da una facciata sormontata da timpano, con cornice dorica, in cui si apre, all’interno di un arco a tutto sesto, la porta di accesso. Sull’architrave compare la scritta “Dantis poetae sepulcrum”; il timpano aggettante ospita una serpe che si morde la coda, simbolo dell’eternità. La cupoletta si conclude con una pigna, antico simbolo di sepoltura. 21
I PRODOTTI TIPICI DELL’ENOGASTRONOMIA Ravenna e la Romagna sono terra ospitale e di antica tradizione culinaria. Nei menù tipici non possono mancare i gustosi primi fatti a mano come tagliatelle, lasagne, strozzapreti al ragù, passatelli a base di parmigiano e uova, cappelletti ripieni di formaggio, al ragù o in brodo, oppure i piatti a base di pesce come il risotto alla marinara, i tagliolini allo scoglio e gli spaghetti con le vongole. A seguire le classiche grigliate, di carne o pesce, annaffiate dai vini delle nostre colline. Non si può lasciare la Romagna senza aver gustato le fragranti piadine farcite con lo Squacquerone di Romagna, il formaggio morbido locale, o con saporiti affettati e salumi. 22
BASILICA DI SAN FRANCESCO – CASA DI FRANCESCA – QUADRARCO DI BRACCIOFORTE – PALAZZO DEI DA POLENTA Ravenna La Basilica di S. Francesco fu fatta erigere Da Polenta, capo dei Guelfi e padre di alla metà del V secolo dal vescovo Francesca, cacciò dalla città i suoi avversari Neone che la dedicò agli Apostoli. Verso politici e la mantenne fino al 1441 quando il X secolo fu riedificata, prese il titolo di subentrò la Serenissima. Il Quadrarco di basilica e fu intitolata a San Pier Maggiore; Braccioforte situato vicino alla Tomba di Firenze - Borgo San Lorenzo - Scarperia e San Piero - Marradi - Brisighella - Faenza - nel 1107 aggiunse il titolo di canonica. Dante, è chiamato “Braccioforte” secondo Nel 1261 fu data in concessione ai Frati un’antica leggenda per cui due fedeli Minori Francescani che vi officiarono fino avrebbero prestato giuramento invocando al 1810, anno in cui vennero soppressi gli il “braccio forte” di Cristo, la cui immagine Ordini religiosi per volontà di Napoleone era qui conservata. I. Solo nel 1949 i Francescani tornarono a All’interno ci sono i sarcofagi “Pignatta” e celebrare messe nella chiesa. “Traversari”, databili tra il V e il VI secolo, In Via Zagarelli alle Mura, al numero ma riutilizzati successivamente per le civico 2, si trova un’antica abitazione detta sepolture di esponenti di famiglie nobili “Casa di Francesca”, che risale al ‘200, ravennati. Altri tre sarcofagi si trovano nel appartenuta alla famiglia dei Da Polenta. piccolo giardino, in prossimità del dosso Questa famiglia ebbe la supremazia a dove furono conservate le spoglie dantesche Ravenna quando, dal 1275, Guido Minore durante la Seconda Guerra Mondiale. 23
I PRODOTTI TIPICI DELL’ARTIGIANATO La grande tradizione del mosaico permea ancora oggi la città Ravenna grazie agli artisti che con le loro opere tramandano quest’arte antica: numerose botteghe propongono oggetti e souvenir, di ispirazione antica o di taglio contemporaneo. Le tele stampate sono realizzate ancora oggi come nel passato applicando sugli stampi intagliati a mano una pasta colorante a base minerale di diversi colori, tra cui il tipico color ruggine, ricavato amalgamando l’ossido di ferro con farina e aceto di vino. In città si pratica ancora il ricamo bizantino, un “lavoro ad ago” di origine orientale che risale al V secolo, quando veniva utilizzato per ornare il vestiario degli Esarchi e dei loro cortigiani. 24
S. APOLLINARE NUOVO Ravenna La Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, fatta costruire da Teoderico (493-526) accanto al suo palazzo, fu in origine adibita a Firenze - Borgo San Lorenzo - Scarperia e San Piero - Marradi - Brisighella - Faenza - Chiesa palatina, di culto ariano. Dopo la riconquista bizantina e la consacrazione al culto ortodosso (metà del VI secolo) fu intitolata a San Martino, vescovo di Tours. Secondo la tradizione, nel IX secolo le reliquie di Sant’Apollinare furono qui traslate dalla Basilica di Classe e in quell’occasione ricevette la sua intitolazione a Sant’Apollinare, detta “Nuovo” per distinguerla da un’altra chiesa dallo stesso nome presente in città. S. APOLLINARE IN CLASSE La Basilica di Sant’Apollinare in Classe si erge grandiosa e solenne a circa 8 km dal centro di Ravenna. Fu edificata da Giuliano Argentario su ordine dell’arcivescovo Ursicino durante la prima metà del VI sec. su una precedente area cimiteriale in uso tra la fine del II e l’inizio III secolo, dove sembra abbia trovato sepoltura lo stesso protovescovo Apollinare. La chiesa è stata definita il più grande esempio di basilica paleocristiana. Nonostante le spoliazioni subite nel corso dei secoli, la chiesa tutt’oggi preserva la bellezza della struttura originaria ed è ammirata per gli splendidi mosaici policromi del suo catino absidale e gli antichi sarcofagi marmorei degli arcivescovi collocati lungo le navate laterali. 25
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L’Appennino tra Romagna e Toscana sulle tracce del sommo poeta www.viedidante.it Firenze - Scarperia e San Piero - Borgo San Lorenzo - Marradi - Brisighella - Faenza - Ravenna
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