MXGP 2019, Milestone fa felici gli appassionati di motocross
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MXGP 2019, Milestone fa felici gli appassionati di motocross Come ogni anno, anche per questo 2019 è finalmente arrivata l’ora di MXGP 2019: il titolo Milestone per Pc, Xbox One e Ps4 dedicato all’adrenalinico mondo del motocross che arriva, con questa edizione, alla sua quinta apparizione sul mercato. MXGP 2019, differentemente da quello che i più potrebbero pensare, non è affatto un prodotto di nicchia: la grande cura dei dettagli che la software house milanese riversa in ogni sua produzione, specialmente in quelle più recenti, rende il titolo un qualcosa di godibile per ogni giocatore, dai casual gamers fino ai piloti più esperti. C’è da dire che già dal primo avvio del gioco è difficile non rimanere colpiti da ciò che si vede sullo schermo. Non c’è componente di MXGP 2019 che non abbia ricevuto limature consistenti, ed i frutti del lavoro di miglioramento si possono notare fin dal primo
momento in cui ci si confronta con i menù, i tutorial, l’interfaccia e la colonna sonora, tutti protagonisti di un evidente e notevole balzo qualitativo. Ciascun elemento appare curato fin da principio, e questa piccola attenzione tecnica si riflette nella caratterizzazione di tutte le moto e delle componenti, che siano le finiture in carbonio di una marmitta della Arrow o le saldature sul metallo dell’Akrapovich. La licenza ufficiale del campionato Motocross ha permesso, come è ovvio, di riprodurre fedelmente piloti, livree, sponsor e tracciati, per una modalità carriera che ricalca le sequenze della stagione in corso. Ad ogni modo, è possibile anche “saltare” l’ostacolo, almeno in termini di personalizzazione dell’esperienza, affidando le fortune del pilota virtuale, creabile attraverso un editor, ad uno sponsor piuttosto che ad un altro. Si tratta, è bene precisarlo, di un’opportunità prettamente estetica, che garantisce all’utente di gestire a proprio gusto i “colori” e lo stile di moto, abbigliamento e accessori. Il vero modificatore dell’esperienza risiede però nella scelta di approccio. In pratica, è possibile tanto affrontare la campagna in modalità Standard, per un gameplay evidentemente arcade, quanto giocare di “fino” e, quindi, in modalità Realismo, per una fisica, specie quella legata ai pesi di moto e pilota, ben più intransigente. Proprio per queste ragioni, come accennavamo prima, il titolo può essere giocato e apprezzato da qualsiasi tipo di gamer. Ovviamente trattandosi di un gioco di motocross in gara bisogna badare non certo solo alla velocità, ma alla gestione dei salti e, quindi, al posizionamento del bolide piuttosto che del pilota. Insomma, la conoscenza dei tracciati, ma anche la corretta lettura delle varie situazioni, tra piloti avversari e ostacoli presenti a bordo pista, è essenziale per il raggiungimento delle prime posizioni. Anche ai livelli di difficoltà più bassi.
Oltre alla modalità Carriera MXGP 2019 offre anche un simpatico editor dei tracciati. Imparando a utilizzarlo è quindi possibile creare la pista dei propri sogni sfruttando una serie di strumenti e preset estremamente semplici ed efficaci, ma il risultato finale corrisponde raramente alle aspettative, perché la totale assenza di dislivelli e piccoli “fronzoli” estetici finisce per disegnare piste eccessivamente piatte e prive di una reale varietà. Per testare la propria moto poi esiste l’area Playground dove è possibile correre in una zona collinare della Provenza. Qui non solo è possibile confrontarsi con una simpatica serie di challenge capaci di toccare la destrezza in sella, l’abilità nel trial e la pura velocità, ma addirittura creare piccole gare “waypoint” artigianali attraverso le quali sfidare altri membri della community. Insomma, il Playground si è rivelato quella tavolozza che mancava all’editor dei tracciati, e risulta particolarmente affascinante perché riesce a deviare efficacemente dall’esperienza tradizionale, consentendo di scalare il fianco delle colline o di lanciarsi a tutto gas in un downhill suicida. La ciliegina sulla torta, poi, sta nella presenza di una “modalità finale” destinata esclusivamente a coloro che riuscissero a completare ogni sfida presente fra boschi e laghetti. Oltre a quanto elencato fino a ora, sono presenti altre modalità:
dalla classica prova a tempo alla gara veloce, dove si potrà decidere se utilizzare il proprio pilota o uno dei campionati MXGP e MXGP 2. Insomma, a livello di offerta ludica il titolo non delude. A livello tecnico ed estetico, MXPG 2019 è il titolo di Milestone con la caratterizzazione del rider più convincente in assoluto, e le decine di piccoli movimenti pensati per accompagnare ciascun sobbalzo in gara fanno un ottimo servizio al realismo. Realismo che si ritrova nell’estetica dei circuiti, ormai divenuti visivamente impeccabili, impreziositi da un gradevole sistema d’illuminazione e da immancabili effetti particellari. Gli skybox e gli sfondi regalano un’identità ed una palette cromatica proprie a ciascuna location, dai monti di Pietramurata, passando per le sterpaglie della Turchia, per arrivare infine alle piccole superfici acquatiche che fanno capolino fra i dossi di Shangai ed in Lettonia. Anche gli elementi storicamente più spigolosi, come le comparse fra il pubblico ed i modelli scenografici, sono arrivate a presentarsi in forma smagliante. La fase di gara scorre discretamente liscia, e non solo per merito dell’ottimo comparto visivo; al di là degli spigoli, abbiamo particolarmente apprezzato la marcia indietro fatta sul reset istantaneo al momento dell’uscita dal tracciato, sistema che penalizzava l’immersione e che ha finito per essere sostituito da un pratico timer. Le tanto discusse collisioni,
invece, sembrano aver trovato finalmente la quadra, e capita molto raramente di trovarsi con la faccia nel fango senza una ragione precisa. Tirando le somme, si può senza dubbio affermare come MXGP 19, al netto di qualche imperfezione come un frame rate non sempre stabilissimo (unica vera pecca del gioco), risulti un titolo più che godibile figlio di anni e anni di esperienza da cui Milestone è riuscita a imparare dai propri errori. Lo specializzarsi in un genere perfezionandolo sempre di più è ciò che, da sempre distingue l’azienda milanese da molte altre presenti sul mercato. Grande varietà, possibilità di essere goduto sia dai casual gamers, ma anche da chi cerca un’esperienza realistica, un editor di mappe e la possibilità di affrontare sfide nel Playground fanno sì che questo MXGP 2019 sia un titolo da tenere da conto. Fango, salti, velocità e adrenalina vi aspettano. GIUDIZIO GLOBALE: Grafica: 8,5 Gameplay: 8 Sonoro: 8
Longevità: 7,5 VOTO FINALE: 8 Francesco Pellegrino Lise Galaxy Fold in arrivo a settembre, ma Samsung pensa già al successore Samsung è ormai in dirittura d’arrivo riguardo al rilancio
ufficiale del suo primo smartphone pieghevole, ossia il Galaxy Fold che è stato inizialmente rinviato a causa di problemi di progettazione. Il dispositivo potrebbe debuttare sul mercato sudcoreano il 6 settembre, giorno di apertura dell’Ifa, la fiera tecnologica di Berlino. La notizia è stata riportata dal quotidiano coreano Yna, ma al momento non c’è una data della commercializzazione nei mercati internazionali. Il Galaxy Fold è stato presentato a febbraio e l’arrivo sui mercati era previsto ad aprile. Ma il lancio è stato rinviato dopo le recensioni negative di alcuni esperti di tecnologia. Il colosso ha riposto molte speranze nel dispositivo pieghevole, con il quale punta ad arrivare fra le prime nel settore e imporsi. Il Galaxy Fold chiuso misura come uno smartphone da 4,6 pollici, mentre aperto è come un tablet da 7,3 pollici. Tra i cambiamenti apportati al dispositivo dopo la “bocciatura” degli esperti, uno in particolate riguarderebbe la pellicola protettiva dello schermo, ora inserita nelle cornici in modo da impedirne la rimozione. Stando alle ultime informazioni trapelate in rete e riportate da Bloomberg, Samsung sarebbe anche al lavoro su un nuovo pieghevole più piccolo e più sottile di Galaxy Fold: ci si aspetta infatti un pannello da 6,7″ ed uno spessore più contenuto. Questo lo renderebbe più maneggevole rispetto al primo pieghevole del produttore sudcoreano. Sempre secondo Bloomberg, il nuovo smartphone
integrerebbe un sensore fotografico nella superficie interna, ovvero quella sulla quale si piega il device, e due sensori posti su quella esterna. Il design dello smartphone sarebbe caratterizzato da una forma quadrata, quando piegato, e Samsung l’avrebbe commissionato al noto designer Thom Browne. Al momento non è noto se il fatto che sia più “contenuto” rispetto a Galaxy Fold contribuirà a renderlo più economico. F.P.L. Club Basket Frascati,
Fernando Monetti: “Roberto Giammò e Manuel Monetti due colonne del settore giovanile” Frascati (Rm) – Il un momento in cui in casa Club Basket Frascati stanno ripartendo tutte le attività e giocoforza i riflettori sono maggiormente puntati sulla serie C Gold che ha iniziato la preparazione il 26 di agosto scorso, il presidente Fernando Monetti parla di ciò che rappresenta il cuore pulsante dell’attività del club tuscolano, quel florido settore giovanile che è enormemente cresciuto a livello di qualità oltre che di numeri. “In questi ultimi anni – dice il massimo dirigente – abbiamo investito moltissimo nelle strutture (oggi vantiamo la disponibilità di quattro impianti bellissimi di cui tre sono palazzetti e di diversi spazi in impianti scolastici) e in progetti più o meno specifici per la crescita dei nostri due settori maschile prima e femminile poi, che ci hanno permesso di ottenere risultati di grandissima soddisfazione sia come numero di atleti e atlete oggi facenti parte del nostro vivaio, che come risultati prettamente sportivi. Mi piace su tutti ricordare le due finali nazionali maschili consecutive del 2014-15 ottenute con l’under 15 e nel 2015-16 con l’under 16, dove arrivammo tra le migliori sei formazioni in Italia e poi ricordare anche nel femminile il titolo regionale under 16 della scorsa stagione con una serie incredibile di 22 vittorie consecutive senza mai perdere una partita, finali comprese, il terzo posto nella categoria under 13 e l’altro titolo nella Coppa Lazio under 18. Tutto questo è stato possibile grazie alla passione e all’enorme capacità di tutto il nostro staff tecnico e in particolare per il lavoro dei nostri due fondamentali allenatori e responsabili dei due settori, ovvero Roberto
Giammò e Manuel Monetti rispettivamente responsabili l’uno del settore giovanile maschile e direttore tecnico della società e l’altro del settore femminile. Roberto Giammò è una vera e propria “icona” del basket giovanile, assolutamente uno dei migliori tecnici giovanili in circolazione: il suo modo di allenare “incanta”, è un po’ alla vecchia maniera quando gli allenatori curavano veramente i fondamentali di base e per ore stavano sui minimi particolari, dando sfogo però anche alle doti individuali con l’aggiunta di nozioni moderne nella parte tattica e soprattutto nella crescita fisica dei ragazzi, ma direi ancora di più in quella psicologica, aspetto su cui Roberto pone particolare attenzione da sempre – rimarca Monetti – Vederlo allenare i suoi ragazzi per ore e senza guardare mai l’orologio affascina anche i non addetti ai lavori e proprio il suo impegno ed il suo lavoro certosino ha permesso ai tantissimi ragazzi passati per le sue mani di arrivare a traguardi inizialmente insperati, come le finali nazionali e non solo. Infatti moltissimi dei sui ragazzi oggi giocano in prima squadra da noi in serie C gold, in altre prime squadre della regione o sono passati al semi professionismo delle categorie superiori di serie B e in alcuni casi anche di serie A, senza parlare poi dei tantissimi atleti che hanno fatto parte delle selezioni regionali e delle nazionali giovanili. Tantissime le annate su cui Roberto ha lasciato il “segno” indelebile del suo operato in questi anni al Club Basket Frascati, non per ultimi i gruppi 2002 e 2003 con alcuni elementi che già dallo scorso anno si sono affacciati nella nostra prima squadra, passando quindi nelle capaci e sapienti mani di coach Rossella Cecconi per continuare anche con lei un percorso di crescita, tant’è che abbiamo deciso per questo motivo di fare da quest’anno una seconda prima squadra con il nome Monteporzio che parteciperà al campionato di serie D e dare così maggiori opportunità ai nostri tantissimi giovani. Roberto, terminato il percorso di formazione, consegnerà alle categorie superiori come l’under 18, l’under 20 e appunto le prime squadre, i sui “gioielli” che per la maggior parte avrà visto crescere la propria
asticella di qualità a prescindere dal naturale talento e a seguito di un periodo con lui di circa 3 o 4 anni, i ragazzi potranno continuare poi a divertirsi e giocare a basket anche dopo le giovanili essendo diventati tutti dei buoni giocatori – dice convinto il presidente – In questa stagione Roberto ripartirà nuovamente con lo stesso entusiasmo e passione dal basso prendendo sotto la sua ala protettrice e tecnica le annate 2004-2005 e 2006 e buttando un occhio attento anche sulla 2007 che esce proprio quest’anno dal mini basket: sono ancora di più certo che anche da questi gruppi riuscirà a plasmare i futuri campioni dei prossimi anni. Per la femminile il discorso è leggermente diverso soprattutto nella storia, che è certamente molto più giovane e soprattutto per i numeri che non sono quelli della maschile e quindi per certi versi le difficoltà sono anche maggiori dovendo contare appunto su meno atlete a disposizione, specie per un settore che è iniziato da noi appena sei o sette anni fa. Anche per Manuel Monetti vale un po’ il discorso fatto per Roberto: dedizione totale e passione sono gli ingredienti del successo di questi anni, oltre chiaramente alle indubbie capacità. Formare un settore praticamente da zero, con atlete inizialmente di diverse annate è stato per Manuel un vero sforzo anche di formazione e di fantasia durante gli allenamenti, ma la costanza ed il coinvolgimento ha fatto in modo che questo settore sia cresciuto di anno in anno, pertanto ha potuto ottenere risultati straordinari e forse insperati in maniera veramente rapida, considerando che nelle due ultime stagioni Manuel è riuscito con le sue ragazze a partecipare in tutti i campionati delle diverse categorie Fip, dalla under 13 alla under 18, ottenendo come detto un titolo regionale under 16 da imbattuto, una Coppa Lazio under 18 e uno straordinario terzo posto alle final-four della categoria under 13 con le 2006-2007. Ma non è tutto qui, perché lo spessore del lavoro fatto per ore e ore in palestra tra allenamenti di squadra, individuali e atletici ha consentito di formare giocatrici che già da un paio di stagioni hanno potuto esordire con minutaggi molto importanti in serie B e
per alcune di loro ci sono state opportunità importanti, come le selezioni nelle formazioni del Lazio e risultati altrettanto straordinari come il titolo di Mvp ottenuto proprio nel trofeo delle regioni della passata edizione, insomma un vivaio prolifero e di grande qualità formato in appena sei o sette anni di attività. La decisione è quella di lavorare sempre di più sul basso e sulle annate in entrata dal mini basket (dove la nostra responsabile del mini-basket Petra Prgomet sta facendo un ottimo lavoro) per potere attraverso la dedizione e le capacità di allenatori come Manuel fare un percorso ancora di maggiore qualità, proprio per questo ci sono in cantiere importantissimi progetti proprio per lo sviluppo e l’incremento del nostro vivaio anche al femminile. Per le più grandi con Manuel abbiamo deciso di intraprende percorsi diversi, per alcune ragazze offrire loro opportunità di maggiore crescita al di fuori dal nostro perimetro e per altre invece un percorso di crescita interno prendendo una decisione “coraggiosa”, ma estremamente futuribile per loro, ovvero quella di far partecipare la nostra prima squadra al campionato di serie C e comporre il roster prevalentemente di sole ragazze under. Si riparte con una stagione anche nel femminile piena di entusiasmo, soprattutto consapevoli che il lavoro sarà ancora più duro e di maggiore qualità, ma l’aver confermato Manuel Monetti alla guida di questo settore sarà per noi come società e soprattutto per tutte le ragazze che fanno parte del nostro vivaio e per quelle che decideranno di farne parte una garanzia totale di qualità tecnica e di concrete possibilità di diventare nel tempo delle ottime giocatrici. Un ringraziamento di cuore e un augurio di buon lavoro alle nostre due “colonne” del settore giovanile Roberto Giammò e Manuel Monetti” conclude il presidente Fernando Monetti.
Quando la storia si ripete: 8
settembre 1943 – 3 settembre 2019. Rosseau salva la faccia a tutti Il paese dei voltagabbana, 8 settembre 1943 – 3 settembre 2019: Come voltagabbana abbiamo una bella tradizione. Qualcuno ha paragonato, a ragione, Giuseppe Conte al Badoglio del dopo 8 settembre. Senza voler fare della dietrologia sterile e nostalgica, i tedeschi si trovarono improvvisamente in un paese nemico e a questa condizione reagirono da par loro, trucidando enormi masse di innocenti. I tedeschi sono fatti così, è nel loro DNA, e nel tempo non sono cambiati. Non reagiscono, infatti, alla richiesta di danni di guerra, né hanno mai voluto consegnare i loro criminali, rei di aver compiuto quelle stragi che tutti conosciamo. Tranne poi a chiedere scusa, come di recente, da un palco pubblico, ma assolutamente gratis, in Polonia. Così, da buon Italiano rispettoso della tradizione e del globalismo europeo, il professor Giuseppe Conte, dal curriculum lungo due braccia, ha ‘svenduto’, con il suo collega Tria, alla Merkel & Co. la manovra economica che invece molti si sarebbero aspettati, rendendo noto, a parer suo, d’aver evitato, novello supereroe, la manovra di infrazione da parte della UE. La quale UE è sgradita alla maggioranza degli Italiani, ma tant’è, noi ‘non contiamo un cazzo’, come disse il marchese del Grillo ai suoi compagni occasionali di bisbocce. Il professor Conte, apparso come sir Galahad all’orizzonte di una politica che voleva essere pettinata, ordinata, per funzionare – leggi M5S-Lega – ci aveva gabbati tutti, e
incominciavamo, nonostante le altre amare esperienze, a confidare in lui, nella sua esperienza di giurista, nel suo aplomb all’inglese, nei suoi nodi alla cravatta che rasentavano la perfezione, nei suoi colletti della camicia sempre impeccabili, sempre uguali. Fino all’attacco fuori della grazia di Dio in Senato, contro un Salvini che ha avuto l’unico torto di sbagliare i… conti, non calcolando che, cadendo il governo, non saremmo andati alle elezioni, ma ad un governo di rattoppo della legislatura. E confidando, probabilmente, nel fatto che fino ad allora i 5 stelle e il PD se l’erano date di santa ragione, sui social, sui media, in parlamento e dovunque fosse possibile. Confidando nei ‘duri e puri’, capo quel Di Maio che non più di una settimana prima aveva dichiarato pubblicamente che mai sarebbe andato con il ‘partito di Bibbiano’: cioè con il PD. Un PD che già un’altra volta aveva tentato, senza convinzione, di amalgamarsi con i duri e puri, ma senza risultato, un incontro, se ricordate trasmesso in streaming: condizione ormai sparita dal vocabolario cinquestellato. Che dire? Conte, lo scrivono i giornali, già da sei anni era un fan del Giglio magico (chi l’avrebbe mai detto?). E Giggino Di maio, ‘er bibbitaro’, come alcuni lo definiscono – soprattutto quel Berlusconi che farebbe meglio a star zitto: il più delle volte sta zitto, al massimo legge, e fa parlare gli altri – il duro e puro per eccellenza, l’abbiamo visto in costume da bagno, anche lui al mare. Dopo aver criticato il suo collega Salvini alla spiaggia Papeete, che probabilmente diventerà luogo di pellegrinaggio, con annesso Mojito. È un piccolo uomo; anzi, un piccolo ragazzo. Senza il suo abito blu con annessa cravatta, è davvero insignificante, fisicamente. Ma ancor più s’è rivelato un piccolo uomo in questa occasione. Doveva salvare la faccia, e ha evocato Rousseau, del quale s’era completamente scordato, preso nell’ingranaggio della
politica reale, quella che bada solo alle poltrone e alle posizioni di prestigio. Ha evocato Rousseau, e tutti si sono precipitati a votare sulla piattaforma – pare… non abbiamo i conteggi in mano, ma le cifre sono bulgare. Tranne che qualcuno, sui social, ha riscontrato che venivano contati solo i voti per il Sì all’inciucio. Un voltagabbana anche Di Maio? I fatti direbbero di sì. Ma di una dimensione ridotta, siamo proprio alla frutta. Una volta erano i grandi uomini che cambiavano opinione, oggi ci dobbiamo accontentare. Comunque vale sempre l’osservazione di qualcuno che mi fece, anni addietro, a proposito di ben altra faccenda, e cioè che non si manda un ragazzo a fare il lavoro di un uomo. I maligni potrebbero dire che abbiamo altri esempi: Renzi, ad esempio, dovrebbe, secondo quanto da lui dichiarato pubblicamente insieme alla sua sodale Santa Maria Elena Boschi, – a proposito del famoso fallimento del tentativo napoletanizzato di modifica della Costituzione – essere fuor della politica e dei santissimi. O cabbasisi, per dirla con Camilleri. Il quale, nato con la falce e martello tatuata sul cuore, tale è andato nel regno dei più, lui sì, coerente fino all’ultimo. A differenza, absit iniuria, di Napolitano, convertitosi dall’orbace alla camicia rossa nel 1945, dopo un ‘ripensamento’. Insomma, per farla breve, il concetto è chiaro: nel DNA italiota c’è un germe che ci porta a ‘cambiare opinione’ un po’ troppo e un po’ troppo in fretta. Se poi questo cambio precede una situazione di convenienza, transeat: l’uomo non è di legno, come scriveva quel viaggiatore di commercio mettendo in conto alla ditta le prestazioni sessuali delle prostitute: dopo tutto, per fare il suo lavoro, era costretto a sta lontano da casa, e si sa, quando certe cose premono, non riesci più a dormire. Quello che rimane è uno spettacolo squallido della nostra politica e dei nostri politicanti –
incluso lo spettacolo indecente della riunione al Senato in cui Salvini fu massacrato da un Conte che aveva già cambiato giacchetta, ma nessuno lo sapeva. Peccato. Avevamo incominciato a pensare che esistesse Babbo Natale, e magari anche Sir Galahad, il cavaliere bianco, senza macchia e senza paura. Purtroppo, come nella barzelletta, vince sempre il Cavaliere Nero, e a lui ‘nun je dovete rompe li cojoni.’ Rocca Priora (calcio, Prom.), Lunardini: “Non mi aspettavo lo spostamento nel girone D” Rocca Priora (Rm) – E’ iniziato il count-down per il ritorno del Rocca Priora nel campionato di Promozione, a distanza di
quattro anni dall’ultima volta. La formazione del presidente Marco Rocchi ha cambiato poco in estate, affidandosi alla forza del gruppo (che era stata uno dei segreti della cavalcata in Prima categoria) e al suo “condottiero” Paolo Lunardini. Anche l’esperto allenatore ritorna nella cadetteria del calcio laziale dopo diversi anni ed è molto carico per questa nuova avventura. “Il periodo di preparazione è stato sicuramente positivo. Non ci sono stati particolari problemi a livello fisico e i ragazzi hanno risposto bene a tutte le sollecitazioni. Sabato scorso abbiamo disputato l’ultima amichevole pre-campionato contro il Frascati, una delle possibili protagoniste del torneo, e abbiamo perso 2-1 nonostante fossimo sicuramente in ritardo di condizione rispetto agli avversari. E’ stato, comunque, un assaggio importante del livello delle squadre e dei singoli di spessore che incontreremo durante il campionato”. L’esordio del Rocca Priora è programmato per domenica mattina sul campo del Monte San Giovanni Campano che recentemente ha giocato pure in Eccellenza. “So poco dei primi avversari, se non che dispongono di un campo di terra. Sarà subito un impatto tosto, ma d’altronde sappiamo bene che ci sarà da combattere fino alla fine per centrare l’obiettivo della permanenza in categoria”. Lo spostamento (a sorpresa) nel girone D non lo ha reso felice. “Non me l’aspettavo – dice Lunardini – Dovremo affrontare trasferte lunghe e in cinque casi giocheremo di pomeriggio. Sarà un girone di alto livello con la presenza di squadre come il Frascati, l’Atletico Torrenova, l’Atletico Morena, il Colleferro, il Ferentino e il Tecchiena. Noi cercheremo di essere all’altezza e devo ringraziare il mio staff, composto dal direttore sportivo Natale Giovannetti, dal preparatore atletico e mio vice Tiberio Baroni, dal preparatore dei portieri Fabio Giovanatti e dal fisioterapista Andrea Santi, per l’attento lavoro svolto fino a questo momento”.
Volley Club Frascati (serie C/f), Mola: “Dovremo essere bravi a gestire i momenti di difficoltà” Frascati (Rm) – La prima squadra femminile del Volley Club Frascati, che militerà anche in questa stagione in serie C, ha messo alle spalle la prima settimana (abbondante) di preparazione. Le ragazze affidate a coach Flavia Mola e al rientrante Zè Araujo Barros stanno affrontando una serie di doppie sedute che proseguiranno fino al prossimo week-end. “Abbiamo cercato di anticipare i tempi e di chiedere alle ragazze la disponibilità per le doppie sedute proprio per farci trovare più pronte possibili ai primi appuntamenti ufficiali” spiega la Mola che quest’anno avrà per la prima volta in carriera la responsabilità tecnica di una squadra maggiore, dopo aver fatto molto bene nelle giovanili. “Sto per affrontare un’esperienza molto importante e non facile, sono conscia delle difficoltà che ci potranno essere in un campionato di questo livello – sottolinea il tecnico – Bisognerà saper gestire gli inevitabili momenti di difficoltà che capiteranno nel corso della stagione, considerato che abbiamo un gruppo molto giovane”. Per questi motivi, l’obiettivo principale della serie C femminile del Volley Club Frascati è abbastanza chiaro. “Questa squadra viene da una salvezza all’ultima giornata nello scorso campionato e si è ulteriormente ringiovanita: dovremo pensare a salvarci il prima possibile. Ci aspettiamo che le ragazze che hanno già fatto la serie C l’anno passato possano mostrare evidenti segnali di crescita e che la presenza delle poche ragazze “over” che sono in organico possa essere di stimolo alle altre meno esperte”. La Mola collaborerà a stretto gomito con Zè Araujo Barros, che già qualche tempo fa aveva fatto parte
della famiglia sportiva del Volley Club Frascati. “Non avevo mai lavorato con lui, ma sono contentissima di questi primi giorni assieme. Tra noi c’è un confronto costante anche al di fuori dello stretto discorso tecnico, speriamo di poter crescere anche noi e far migliorare questo gruppo di ragazze”. Molte di loro affronteranno anche il campionato di serie D, quello Under 18 e Under 16. “Quest’ultima sarà l’unica categoria “in età” per diverse nostre ragazze e quindi in quel campionato proveremo ad essere molto competitivi, dando comunque il massimo in ogni campionato”.
Roma cambia musica sul Verde: Fiorini è il nuovo assessore. Ancora nulla sul fronte Rifiuti. Ecco le novità Laura Fiorini è il nuovo assessore a al Verde pubblico di Roma. Attivista del M5S, 57 anni, si era candidata nel 2013 nel XIV Municipio, lo stesso distretto dove abita il sindaco Virginia Raggi, finora ha lavorato nello staff della prima cittadina. Ieri è stata scritta l’ordinanza di nomina. Torna occupata quindi la poltrona lasciata libera da Pinuccia Montanari sei mesi fa; l’ex assessore all’Ambiente, fedelissima di Beppe Grillo, si era dimessa l’8 febbraio, dopo il braccio di ferro sul bilancio dell’Ama che ha visto saltare anche il presidente e amministratore delegato della municipalizzata, Lorenzo Bagnacani. Per paradosso la delega dei rifiuti resta ancora senza un
assessore. La gestione della raccolta quindi continuerà a far capo alla sindaca direttamente. Riguardo gli alberi, il lavoro al nuovo assessore non mancherà di certo. Fusti e rami continuano crollare con un bilancio in positivo del 730 per cento di crolli negli ultimi due anni. Nel 2014 erano caduti 12 tronchi, in tutta la città. L’anno dopo, il 2015, ne sono venuti giù 32, poi 48 nel 2016 e altri 41 nel 2017. Nel 2018 ci sono stati 400 crolli. Altri 200 tronchi nei primi mesi del 2019. Silvio Monti, ex delegato al Servizio Giardini è durato in Comune poco più di un mese, si è dimesso a metà luglio. Anche il Dipartimento Ambiente è senza guida. Intanto 9 dipendenti del Servizio Giardini sono stati sospesi quando si è scoperto, grazie a un’indagine della Procura, che durante le ore di lavoro sbrigavano faccende personali e utilizzavano i mezzi di servizio per svolgere incarichi a pagamento. Ecco perché a Roma il verde piange e grida vendetta! L’ultimo scandalo riguarda gli scontrini pazzi della benzina per i veicoli dell’autoparco comunale: oltre alle auto dei vigili, si sta indagando anche sulle ricevute consegnate dai benzinai ai giardinieri.
Tra Roma e Ciampino, chiude il campo rom La Barbuta: via i primi 100 nomadi A Cento nomadi del campo La Barbuta ai confini tra Roma e Ciampino sono state assegnate le case dal Campidoglio. Altri 150 hanno fatto richiesta. La giunta Raggi sta smantellando una delle più grandi baraccopoli della Capitale che conta 656 nomadi come risulta dall’ultimo censimento, il 15% circa della popolazione nomade di Roma. La Barbuta dovrebbe chiudere tra tra dicembre e gennaio. Dunque, dieci container su 98 sono già stati liberati. Le ruspe sono attese in settimana per distruggere le baracche ed evitare che qualcuno le rioccupi. A novembre saranno portati via i rifiuti sparsi nei dintorni e sarà avviata una bonifica.
Governo Pd5, anche Rousseau dice si. Conte prepara la squadra di governo Dalla piattaforma Rousseau arriva il sì all’accordo di governo tra i pentastellati e il partito Democratico. Secondo quanto reso noto il 79 percento dei penta votanti pari a 63.146 unità ha dunque dato il via libera al governo giallo-rosso mentre 16.488 persone avrebbero espresso un voto contrario. Il presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte potrebbe recarsi nella mattinata al Quirinale per presentare la squadra dei ministri del suo governo e sciogliere la riserva. E’ quanto trapela da fonti parlamentari. A quel punto il nuovo
governo potrebbe giurare in serata o, più probabilmente, giovedì. A Palazzo Chigi si prospetta una notte di lavoro per definire la squadra di governo Ancora tanto è in discussione, incluse alcune caselle che in serata venivano considerate chiuse. Secondo fonti parlamentari sarebbe aperta la partita anche per l’incarico delicato di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Il premier incaricato Giuseppe Conte vorrebbe infatti un nome di sua stretta fiducia come quello del segretario generale della presidenza, Roberto Chieppa. Ma il M5s starebbe spingendo per assegnare l’incarico a un proprio esponente, come Vincenzo Spadafora o l’attuale ministro Riccardo Fraccaro. Il premier ha ricevuto la delegazione di Leu, composta dai capigruppo Federico Fornaro e Loredana De Petris. I dirigenti di Leu nel pomeriggio si erano riuniti a Montecitorio e al termine dell’incontro è emersa la richiesta di entrare nel governo con pari dignità. In questa chiave viene considerata in pole position per un ministero la deputata Rossella Muroni.
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