COMUNE DI ANZOLA Mercoledì, 26 agosto 2015
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COMUNE DI ANZOLA Mercoledì, 26 agosto 2015 Cultura e turismo 26/08/2015 La Repubblica (ed. Bologna) Pagina 14 ALBERTO ALBERTI CINEMA A ANZOLA 1 Pubblica amministrazione 26/08/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 9 DINO PESOLE Coperture a prova di mercati e di Ue 2 26/08/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 9 MARCO ROGARI Tassa prima casa: partita ancora aperta sullo «stop per tutti»... 4 26/08/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 9 Renzi: «Via Imu e Tasi dal 2016» 6 26/08/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 36 Addio all' albo con regole transitorie per tre anni 8 26/08/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 36 ARTURO BIANCO Competenze più nette e responsabilità da riscrivere 9 26/08/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 36 DAVIDE COLOMBO Un ruolo unico, incarichi a termine e licenziabilità 11 26/08/2015 Italia Oggi Pagina 32 SERGIO TROVATO I vincoli ambientali non evitano Imu e Tasi 13 26/08/2015 Italia Oggi Pagina 32 MATTEO BARBERO Anticipazioni a enti infiltrati 14 26/08/2015 Italia Oggi Pagina 32 MATTEO BARBERO Edilizia scolastica Ora il rendiconto 15 26/08/2015 Italia Oggi Pagina 32 DARIO FERRARA Uffici postali salvi 17
26 agosto 2015 Pagina 14 La Repubblica (ed. Bologna) Cultura e turismo CINEMA A ANZOLA Alle 21,15 in piazza Grimandi ad Anzola, per la rassegna Cinema in piazza, proiezione del film di Eric Lartigau, "La famiglia Bélier". ALBERTO ALBERTI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 1
26 agosto 2015 Pagina 9 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione L' ANALISI. Coperture a prova di mercati e di Ue Nessun dubbio sulla necessità di avviare rapidamente un percorso progressivo e strutturale di riduzione della pressione fiscale. Con coperture certe e a prova di mercati, oltre che di Bruxelles, per rendere strutturale e credibile l' intera operazione. È prima di tutto una questione di equità. L' obiettivo è creare le premesse perché il nostro Paese diventi «un pochino più libero», come ha osservato ieri al Teatro Rossini di Pesaro il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Dino Pesole Un impegno programmatico che conferma il premier passerà per l' abolizione di «Imu e Tasi per tutti», per poi proseguire nel 2017 con l' Ires e nel 2018 con l' Irpef. Come finanziare l' intera operazione, che in tre anni dovrebbe comportare meno entrate per circa 45 miliardi? Come sempre, è sul passaggio decisivo delle coperture che andrà misurata l' effettiva possibilità di centrare l' obiettivo. Renzi non ha fatto cenno alla tempesta che si è abbattuta sui mercati sull' onda del brusco rallentamento dell' economia cinese. Argomento che sarà al centro dell' intervento del ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan, questa mattina al Meeting di Cl a Rimini. È l' Europa in primis a dover battere un colpo, a voltare in fretta pagina in direzione di politiche attive dirette al sostegno della crescita e dell' occupazione. Il momento pare propizio lo stesso premier lo lascia intendere perché Bruxelles allenti ulteriormente le maglie della disciplina di bilancio così da aprire lo spazio a margini aggiuntivi di flessibilità. Renzi punta all' effetto cumulato delle riforme già realizzate e di quelle in progress, cui collegare la flessibilità sul versante degli investimenti produttivi. È la scommessa dei mesi a venire, con diverse incognite che attengono in parte alle variabili esterne (quale sarà a conti fatti il prezzo da pagare alla fine di un' estate che ha visto chiudersi con affanno dopo mesi la crisi greca per passare ora alla nuova tempesta originata dalla Cina?) e alle variabili politiche interne. È qui per limitarci alla messa a punto della prossima legge di stabilità che entra in gioco la fondamentale partita con le coperture. Renzi non ha scoperto le carte sull' entità e la composizione della manovra, evidentemente ancora in via di prima definizione ma è chiaro che questa sarà la vera scommessa del prossimo autunno. A partire dalla prova decisiva cui sarà chiamato il Parlamento nel momento in cui si troverà a dover dire la sua sul più imponente taglio della spesa corrente mai realizzato finora (con esclusione della maxi manovra dell' autunno del 1992). Mancano al momento diversi addendi, e vanno individuate coperture aggiuntive alla spending review per finanziare il pacchetto di riduzioni fiscali. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 2
26 agosto 2015 Pagina 9 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione Verso la manovra. Governo al lavoro per individuare la dote da 3,4 miliardi che sale a non meno di 4,3 miliardi con l' eliminazione di Imu agricola e tassa sugli imbullonati. Tassa prima casa: partita ancora aperta sullo «stop per tutti» e sul nodocopertura ROMA Un' abolizione della Tasi sulla prima casa «per tutti». Il premier dal Meeting di Cl a Rimini sembra voler spazzare via dal campo delle ipotesi l' opzione della selettività per il taglio della tassa sugli immobili cara a minoranza Pd e Cgil. Ma la partita non è ancora chiusa. Con Scelta civica che rilancia su un taglio parziale per finanziare lo stop dell' Imu sui capannoni. E tutto da sciogliere è anche il nodo delle coperture. L' operazione per cancellare la Tasi sull' abitazione principale costa 3,4 miliardi che, con lo stop a Imu agricola e tassa sui cosiddetti "imbullonati", confermato sempre dal premier, sale a non meno di 4,3 miliardi. Con i Comuni già in pressing per recuperare il gettito che verrà a mancare con lo stop al prelievo sulla prima casa. Pressing che continua anche sul versante della selettività. Tra le richieste arrivate a Palazzo Chigi da minoranza Pd e Cgil quelle di mantenere l' imposta sulle abitazioni principali di fascia più elevata e non solo su ville e castelli su cui agisce ancora l' Imu oppure nei confronti di chi è possessore di più immobili. A rilanciare con forza l' ipotesi di un taglio selettivo è il sottosegretario all' Economia e leader di Scelta civica, Enrico Zanetti: «Sì al taglio della Tasi sulla prima casa. Ma non per tutti. Deve restare per gli immobili di valore maggiore per finanziare, con 1,2 miliardi, la deducibilità al 100% per le imprese dell' Imu sui capannoni». Ma il messaggio di Matteo Renzi sembra non lasciare spazio a compromessi: dal 2016 il prelievo sarà azzerato su tutte le abitazioni principali. Un intervento da inserire nella prossima manovra all' interno del capitolo sulla nuova local tax (da cui dovrebbero restare però fuori la Tari e le tasse sull' occupazione delle aree pubbliche e sulle affissioni) insieme allo stop all' Imu agricola e alla tassa sugli "imbullonati" sale a non meno di 4,3 miliardi. Ma una copertura certa non è stata ancora trovata dai tecnici del Governo. E la partita si annuncia tutt' altro che semplice. Sul tavolo ci sono diverse opzioni (si veda Il Sole24 Ore del 21 agosto): dall' attribuzione ai sindaci di tutto il gettito dell' Imu sui capannoni industriali all' irrobustimento della quota di quello legato all' Imu sulla seconda casa garantita ai Comuni (oggi il 50% va allo Stato). Secondo i dati diffusi dall' agenzia delle Entrate, nel 2014 sul versante delle imposte di natura patrimoniale la Tasi ha pesato per 4,6 miliardi (di cui circa 3,4 miliardi riconducibili direttamente all' abitazione principale) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 4
26 agosto 2015 Pagina 9 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione Renzi: «Via Imu e Tasi dal 2016» essun annuncio a sorpresa ma tante conferme. A partire dalla «rivoluzione fiscale», dal l'abolizione della tassa sulla pri ma casa e dell'imu agricola e su gli imbullonati già dal prossimo anno, per poi proseguire nel 2017 con la riduzione al 24% dell'Ires e concludere nel 2018 con il ta glio dell'Irpef. La campagna d'autunno di Matteo Renzi è co minciata tra applausi ma anche contestazioni. Un bianco e nero che ben fotografa il clima con cui il premier dovrà fare i conti. Renzi ne era consapevole ancor prima di intraprendere il tour per Rimini, Pesaro e L'Aquila. Tre tappe che Renzi ha sfruttato per ricordare gli impegni già re alizzati (Jobs act, riduzione del costo del lavoro, riforma eletto rale), ma soprattutto per rilan ciare i prossimi obiettivi: taglio delle tasse e riforma costituzio nale in primis, «per consentire all'Italia di fare l'Italia». Un ragionamento che ripete rà nel corso dell'intera giornata a partire da Rimini. Il premier arriva al meeting di Comunione e liberazione accolto da strette di mano e richieste di selfie. Nessun tifo da stadio ma molta curiosità per la sua prima vol ta alla convention ciellina, che non lesina gli applausi quando il premier tocca temi sensibili co me la politica per l'immigrazio ne. «Possiamo anche perdere tre voti, ma non cederemo al provincialismo della paura. Pri ma salviamo le vite». Il premier furbescamente apre il suo intervento dicendo che «non voleva venire». «Non certo per questioni ideologi che», rassicura, quanto per non ripetere il rito della passerella dei suoi predecessori che non hanno mai fatto mancare la loro presenza «magari perché ap passionati dall'idea di utilizzare questo luogo come una bellisi ma agorà». Renzi spazia dalla politica internazionale («l'alle anza con gli Stati Uniti è la no stra stella polare ma sarebbe un errore tragico costruire l'Euro pa contro la Russia») ai suoi ri cordi di studente, quando gio vane scout cattolico guardava con diffidenza gli esponenti ciellini. La platea apprezza, le battute di mani si ripetono così come le risate. Poi vira sui temi che gli stanno più a cuore. «Berlusconismo e antiberlusconismo hanno bloc cato il Paese per vent'anni» at tacca ricevendo in cambio l'ap plauso più fragoroso. Le riforme non sono più rinviabili. E a chi lo accusa, anche dentro il Pd, di mettere a rischio la democrazia con il ridimensionamento del Senato replica con una battuta: «Non è che devi votare tante vol te perché ci sia più democrazia. Quello ironizza è il Telegatto perché moltiplicando le poltro ne si fanno contenti i politici, non gli elettori». Parole che ov viamente non piacciono alla mi noranza dem («battute da avan spettacolo» le definisce Vanni no Chiti). Renzi però ha deciso di dismettere l'abito grigio per ri spolverare quello del rottamato re, di chi non ci sta a farsi imbri gliare dalla casta. «Presentano 500mila emendamenti? Una ri sata li seppellirà», rilancia con riferimento alle richieste di mo difica della riforma del Senato. Nel mirino del premier natural mente finisce anche Matteo Sal vini e la sua serrata annunciata per novembre. «Vuole Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 6
26 agosto 2015 Pagina 36 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione SEGRETARI COMUNALI. Addio all' albo con regole transitorie per tre anni L' addio all' Albo dei segretari comunali e provinciali è cosa ormai fatta nonostante le vaste campagne di solidarietà nei confronti della categoria che si sono articolate durante tutto l' iter di approvazione della delega. A difesa del loro nome e ruolo si sono schierati magistrati di primissimo piano come Gerardo Colombo o Pier Camillo Davigo, mentre il presidente dell' Anac, Raffaele Cantone, li ha riconosciuti come «le migliori sentinelle contro il malaffare». Ma tant' è, il Governo è andato fino in fondo. I segretari comunali confluiranno nel nuovo ruolo unico dei dirigenti degli enti locali che dovrà essere istituito, in ossequio alla riforma della dirigenza, «previa intesa con la conferenza Statoregioni». Saranno questi dirigenti ad assolvere ai compiti di attuazione dell' indirizzo politico, di coordinamento dell' attività amministrativa, di direzione degli uffici e di controllo della legalità. Ma in sede di prima applicazione della riforma, è stata introdotta una salvaguardia: nei primi tre anni, gli enti locali privi di direttore generale (articolo 108 Tuel) dovranno conferire l' incarico ai segretari comunali già iscritti nel relativo albo. Nel nuovo quadro di riferimento è previsto l' obbligo in via generale per gli enti locali di nominare comunque un dirigente apicale (in sostituzione del segretario comunale). E in capo a questi dirigenti deve essere mantenuta la funzione rogante per coloro che ne hanno i requisiti (tutti gli ex segretari). Il decreto delegato chiarirà le forme di accesso a questo ruolo della dirigenza degli enti locali con l' istituto del corsoconcorso e del concorso. Varrà la regola generale che l' assunzione a tempo indeterminato scatterà dopo il superamento di un esame di conferma dopo i primi tre anni di servizio. Ovviamente una volta entrati nel ruolo unico della dirigenza degli enti locali anche per gli ex segretari comunali e provinciali funzionerà il principio del limite dell' incarico e della rotazione , tramite le valutazioni che saranno fatte dalla costituenda Commissione per la dirigenza locale che dirà la sua su valutazioni, assegnazioni e revoche degli incarichi. I posti dirigenziali resi vacanti dovranno essere resi pubblici, con congruo anticipo, nella banca dati tenuta dal Dipartimento della Funzione pubblica, cui è affidata la gestione tecnica dei tre nuovi ruoli della dirigenza (statale, regionale e locale), i dati professionali e gli esiti delle valutazioni relativi a ciascun dirigente. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 8
26 agosto 2015 Pagina 36 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione ORGANI DI GOVERNO E MANAGER. Competenze più nette e responsabilità da riscrivere La responsabilità amministrativa e contabile che può maturare in capo ai dirigenti viene largamente ampliata; è questo l' effetto che si raggiunge attraverso la sottrazione della possibilità che gli amministratori possano essere chiamati in giudizio dalla Corte dei conti e dell' impegno a modificare questa forma di responsabilità, limitando nel contempo la possibilità che in capo ai dirigenti pubblici maturino quelle dirigenziale o di risultato, nonché disciplinare. Possono essere così riassunte le principali indicazioni dettate dalla legge n. 124/2015, cosiddetta Madia, di riforma e riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni, in materia di responsabilità dei dirigenti. Siamo in presenza di una legge delega ed i provvedimenti attuativi devono vedere la luce entro il termine massimo di 12 mesi dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge delega, quindi entro il 13 agosto 2016 e potrano essere modificati entro i 12 mesi successivi, senza la necessità di dovere ricorrere a nuovi interventi legislativi. Il Governo si è impegnato ad adottare il decreto (o i decreti) legislativo entro termini assai rapidi, al più tardi entro il 2015. Comunque, come peraltro avviene per la gran parte della legge cosiddetta Madia, non siamo in presenza di disposizioni immediatamente applicabili. I principi fissati dalla disposizione sono quanto mai ampi e generici, ma contengono almeno 2 punti fermi che meritano di essere evidenziati. In primo luogo, si vuole rimettere mano al principio della distinzione delle competenze tra organi di governo e dirigenza, escludendo i primi da ogni forma di maturazione di responsabilità amministrativa/contabile, cioè quella giudicata dalla Corte dei Conti, per le attività gestionali. Si sottolinea, per molti aspetti, quanto già previsto per gli enti locali dall' articolo 107, comma 6, del Dlgs n. 267/2000, disposizione che pone in capo ai dirigenti la responsabilità esclusiva «della correttezza amministrativa, della efficienza e dei risultati della gestione». Con la nuova formulazione la distinzione delle competenze tra organi di governo e dirigenza dovrà essere ulteriormente precisata e dovrà, in particolare, essere rafforzata quella che matura in capo ai dirigenti pubblici. È strettamente connessa con questa disposizione, e siamo al secondo punto fermo della riforma, la revisione delle responsabilità dirigenziali, amministrativo contabile e disciplinare che possono maturare in capo ai dirigenti pubblici. Con i provvedimenti attuativi, la responsabilità dirigenziale che ricordiamo essere sanzionata con il divieto di erogazione della indennità di risultato o con la sua drastica riduzione dovrà essere limitata ai Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 9
26 agosto 2015 Pagina 36 Il Sole 24 Ore
26 agosto 2015 Pagina 36 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione . La nuova dirigenza. Un ruolo unico, incarichi a termine e licenziabilità È vero che con la riforma anche i capi diventano licenziabili se valutati negativamente? La dirigenza pubblica con la riforma Madia dovrebbe trasformarsi profondamente, accentuando i profili di responsabilità, temporalità dell' incarico e rotazione all' interno di un ruolo unico. In questa prospettiva, se al termine di un incarico (di quattro anni, rinnovabili previa partecipazione a una procedura di avviso pubblico) il dirigente dovesse rimanere senza un nuovo incarico e dopo un periodo di collocamento in disponibilità non gliene vennisse assegnato un altro, in caso di valutazione negativa può decadere al ruolo. Per sfuggire a questa "ghigliottina" può chiedere il demansionamento a funzionario. Si tratta di un rafforzamente della possibilità di recessione dal contratto già prevista nel vecchio testo unico del pubblico impiego (articolo 21 Dlgs 165/2001) dove la revoca dell' incarico è legata al mancato raggiungimento di obiettivi di risultato; un meccanismo che non ha mai funzionato. Nelle sue linee generali la riforma prevede il superamento delle due fasce e, come detto, l' istituzione di un ruolo unico per lo Stato (in cui rientrano tutti i dirigenti delle amministrazioni statali, degli enti pubblici non economici nazionali, delle università e delle agenzie governative), un ruolo unico per le regioni (in cui confluiranno anche i dirigenti della Asl ma non i medici) e un ruolo unico degli enti locali (dove finiscono anche i segretari comunali). Restano fuori dal ruolo unico i soggetti con contratto in regime pubblico: i magistrati ordinari, amministrativi e contabili, gli avvocati e procuratori dello Stato, il personale militare e delle Forze di polizia di Stato, il personale della carriera diplomatica e della carriera prefettizia. Ogni ruolo avrà una sua Commissione con funzioni, tra le altre, di verifica del rispetto dei criteri di conferimento degli incarichi e dell' utilizzo dei sistemi di valutazione per la loro attribuzione o la revoca. Al termine di ogni incarico è da queste valutazioni che passeranno i dirigenti che, con interpello, verranno collocati alla guida di un nuovo ufficio o confermati per una sola volta in quello in corso. Tra i criteri di delega è previsto un rafforzamento della responsabilità dei dirigenti, con particolare riferimento alla esclusiva imputabilità a loro della responsabilità per l' attività gestionale e la verifica delle performance degli uffici. Sui sistemi di valutazione delle performance verrà introdotta una semplificazione dell' impianto normativo attuale e ad esso verrà collegata di più la retribuzione, con una omogeneizzazione del trattamento economico fondamentale e accessorio nell' ambito di ciascun ruolo unico. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 11
26 agosto 2015 Pagina 36 Il Sole 24 Ore
26 agosto 2015 Pagina 32 Italia Oggi Pubblica amministrazione I vincoli ambientali non evitano Imu e Tasi I divieti amministrativi posti dal comune per l' edificazione di un' area e i vincoli ambientali che gravano su di essa non escludono che l' immobile sia soggetto al pagamento dell' Ici, dell' Imu e della Tasi. Lo ha chiarito la Corte di cassazione, con l' ordinanza 12169 dell' 11 giugno scorso. Per i giudici di piazza Cavour, che hanno affermato l' assoggettamento a Ici delle aree edificabili soggette a vincoli, ma la regola vale anche per Imu e Tasi, la presenza di limiti nei piani regolatori comunali non fa venir meno il regime fiscale dei suoli edificabili. L' edificabilità di un' area non può essere esclusa dalla presenza di vincoli ambientali o di particolari destinazioni urbanistiche. Si tratta di una questione controversa e dibattuta da tempo quella che riguarda l' assoggettabilità alle imposte locali delle aree vincolate. Anche la posizione della Cassazione non è stata univoca. Tuttavia, ha costantemente ribadito la regola che la presenza di vincoli ha comunque un' incidenza sul valore venale in comune commercio dell' area e sulla base imponibile. Quindi, l' imposta va versata in misura ridotta. Del resto, per quantificare il valore dell' area occorre fare riferimento anche alla zona territoriale di ubicazione, all' indice di edificabilità e alla destinazione d' uso consentita. In senso contrario si è espressa sempre la Cassazione con la sentenza 25672/2008, affermando che se il piano regolatore generale del comune prevede che un' area sia destinata a verde pubblico attrezzato, questa prescrizione urbanistica impedisce al privato di poter edificare. L' area, dunque, non è soggetta al pagamento dell' Ici anche se l' edificabilità risulta dallo strumento urbanistico. L' orientamento non è uniforme neppure nella giurisprudenza di merito. Per esempio, secondo la Commissione tributaria regionale di Milano (sentenza 71/2013) un' area compresa in una zona destinata dal piano regolatore generale a verde pubblico attrezzato non è soggetta al pagamento dell' Ici. Il vincolo di destinazione non consente di dichiarare l' area edificabile poiché al contribuente viene impedito di operare qualsiasi trasformazione del bene. Per il giudice d' appello lo strumento urbanistico destina l' area a spazio pubblico per parco, giochi e sport, rendendo palese il vincolo di utilizzo meramente pubblicistico con la conseguente inedificabilità. SERGIO TROVATO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 13
26 agosto 2015 Pagina 32 Italia Oggi Pubblica amministrazione Per la liquidità istanze entro il 16/9. Anticipazioni a enti infiltrati I comuni infiltrati per mafia hanno tempo fino al prossimo 16 settembre per richiedere le anticipazioni di liquidità messe loro a disposizione dall' art. 6 del dl 78/2015. Lo rende noto il ministero dell' interno, con un comunicato pubblicato sul sito della Direzione centrale finanza locale. Possono accedere alla misura, finalizzata a garantire il tempestivo pagamento delle transazioni commerciali, tutte le amministrazioni che risultano commissariate ai sensi dell' art. 143 del Tuel ovvero il cui periodo di commissariamento risulti scaduto da non più di 18 mesi. Per presentare la richiesta, occorre accedere allo stesso sito indicato in precedenza, cliccare sulla sezione «Area certificati > Richiesta di dati agli enti > Richieste aperte» e inserire l' importo. Le anticipazioni potranno essere concesse fino a un massimo complessivo di 40 milioni per il solo anno 2015: qualora l' ammontare delle somme richieste dagli enti interessati ecceda tale importo, il riparto sarà effettuato in misura proporzionale alle istanze medesime. Le somme anticipate dovranno essere restituite con un piano di ammortamento a rate costanti, comprensive degli interessi calcolati sulla base del rendimento di mercato dei Buoni poliennali del tesoro a 5 anni in corso di emissione, entro un arco temporale massimo di 30 anni a decorrere dal 2019. In caso di mancata restituzione nei termini, scatterà il recupero a valere sulle risorse a qualunque titolo dovute dal ministero dell' interno. Non si tratta dell' unica agevolazione per gli enti sciolti per mafia prevista dal decreto enti locali. Il comma 7 dello stesso art. 6, infatti, consente loro di derogare, fino a 5 anni dallo scioglimento, al blocco delle assunzioni in caso di mancato rispetto dei tempi di pagamento e di assumere, anche in deroga agli altri limiti previsti dall' ordinamento, fino a un massimo di tre unità di personale a tempo determinato per fronteggiare le proprie esigenze di riorganizzazione strutturale. Ai relativi oneri, gli enti interessati devono, però, far fronte attraverso la corrispondente riduzione di altre spese correnti, nei limiti delle disponibilità di bilancio. © Riproduzione riservata. MATTEO BARBERO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 14
26 agosto 2015 Pagina 32 Italia Oggi Pubblica amministrazione C' è tempo fino al 14 settembre. Edilizia scolastica Ora il rendiconto Gli enti locali hanno tempo fino al 14 settembre per rendicontare sul sito del Mit i progetti di edilizia scolastica realizzati con risorse statali dal 2002 al 2012. Le eventuali economie saranno destinate ad altri interventi della stessa o di altra amministrazione. Lo ricorda una nota diffusa dall' Anci per fare il punto sulle novità introdotte dalla legge sulla «buona scuola» (legge 107/2015). La rendicontazione riguarda uno stanziamento complessivo di oltre 1,2 miliardi riguardante diversi programmi avviati nell' ultimo decennio, ossia, in particolare, quelli finanziati dalla legge 289/2002 (1°, 2° e 3° programma stralcio) e dalle delibere Cipe 32/10 e 6/12 (1° e 2° programma stralcio). L' obiettivo è consentire la riprogrammazione delle risorse residue da parte degli stessi enti che hanno portato a termine gli interventi previsti, oppure destinandole a nuovi progetti, anche di altri enti. Per utilizzare le economie, g l i enti dovranno rendicontare l' intervento eseguito entro il 14 settembre (60 giorni dall' entrata in vigore della legge 107), a pena di decadenza. Dopo tale data, scatterà il definanziamento degli interventi non avviati e per i quali non siano stati assunti obblighi giuridicamente vincolanti, anche giacenti presso la Cassa depositi e prestiti. Pertanto, verranno stralciate tutte le opere per le quali l' ente non ha provveduto a sottoscrivere il contratto di mutuo, ovvero non ha ancora provveduto all' aggiudicazione, anche parziale dei lavori. Le somme in tal modo recuperate saranno destinate dal Cipe alle medesime finalità di edilizia scolastica per la programmazione triennale 20152017, nonché degli interventi che si rendono necessari all' esito delle indagini diagnostiche sugli edifici scolastici sulla base dei dati risultanti dall' Anagrafe dell' edilizia scolastica. La rendicontazione avverrà telematicamente sul sito del Mit https://rendicontazionebuonascuola2015.mit.gov.it Gli enti titolari, che hanno ricevuto via pec dal ministero le credenziali per l' autenticazione sul portale, dovranno aggiornare la propria anagrafica, lo stato di avanzamento dell' intervento e comunicare il quadro economico all' attualità e l' importo delle economie che si intendono utilizzare. Il sistema restituirà una ricevuta che gli enti dovranno firmare (digitalmente) e trasmettere al Mit. Sono inoltre attive due pec «ad hoc»: rendicontazionescuole@pec. mit. gov.it per la trasmissione della rendicontazione e info. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 15
26 agosto 2015 Pagina 32 Italia Oggi
26 agosto 2015 Pagina 32 Italia Oggi Pubblica amministrazione Tar Friuli: Poste deve valutare i siti svantaggiati. Uffici postali salvi La crisi non basta per chiudere. La crisi colpisce tutti e alle Poste le esigenze di spending review non bastano per chiudere i due suoi uffici nelle frazioni del comune di montagna: in base alle regole Ue un servizio universale come quello per raccomandate e bollettini di pagamento deve essere garantito contemperando le legittime necessità di taglio dei costi delle imprese con le condizioni orografiche delle zone svantaggiate. E non è stata presa in considerazione la proposta di chiusura alternata delle due sedi avanzata dall' amministrazione locale. È q u a n t o e m e r g e dalla sentenza 332/15, pubblicata dalla prima sezione del Tar Friuli Venezia Giulia. Istruttoria carente Accolto il ricorso di uno dei comuni che furono devastati dal terremoto del '76. Poste italiane spa può senz' altro sopprimere gli uffici per risparmiare ma la chiusura deve avvenire dopo aver comparato gli interessi in gioco e necessita di un' adeguata motivazione. Il richiamo al mero dato economico e ai criteri di distanze indicati dal dm 7 ottobre 2008 non bastano nella specie a giustificare la decisione: si tratta infatti di criteri che non possono essere considerati assoluti né di automatica applicazione perché in base ai principi della direttiva 2008/6/Ce bisogna tenere conto della situazione geografica di determinate zone, in modo da raggiungere un equilibrio e un bilanciamento tra gli interessi degli utenti e quelli dell' azienda. Evidente, dunque, la carenza d' istruttoria e di motivazione per il provvedimento delle Poste che ignorano la controproposta proveniente dal comune. E pagano le spese di giudizio. DARIO FERRARA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 17
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