MICETI: CARATTERI GENERALI - GIOVANNI DI BONAVENTURA, PHD CI "MICROBIOLOGIA E MICROBIOLOGIA CLINICA" CDS MEDICINA E CHIRURGIA UNIVERSITÀ "G ...
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Miceti: caratteri generali Giovanni Di Bonaventura, PhD CI “Microbiologia e Microbiologia Clinica” CdS Medicina e Chirurgia Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara AA 2019-2020
Funghi • Inizialmente classificati nel Regno Plantae, i funghi o miceti (mykes = fungo) costituiscono uno dei cinque Regni del mondo vivente (Monera, Protista, Fungi, Plantae, Animalia) • Eucarioti, non contengono clorofilla, producono spore e strutture filamentose • Parete cellulare a composizione peculiare (glucano, chitina) • Distribuzione ubiquitaria (suolo, acqua, aria) • Aerobi obbligati o facoltativi • Importante ruolo nel ciclo energetico C-N: – saprofiti: decompongono il materiale organico non vitale in nutrienti inorganici solubili – eterotrofi: utilizzano composti di carbonio organico per la nutrizione – rilasciano enzimi nel substrato, lo digeriscono e ne assumono i nutrienti • Elevato grado di adattamento all’ospite e scarsa virulenza: delle oltre 100.000 specie fungine note, poco meno di 500 sono patogene per l’uomo
Funghi: struttura cellulare eucariotica • Dimensioni: – 10-15 m (vs batteri: 0.8-5 m) • Organizzazione: unicellulare o pluricellulare • Assenza di strutture per la locomozione • Assenza di capsula: – ad eccezione di Cryptococcus neoformans • Parete cellulare: – maggiormente ispessita e rigida (vs parete batterica) – assenza di peptidoglicano e acidi teicoici (insensibili ai -lattamici) – polisaccaridi (75%; chitina, glucano) + proteine (20%) + lipidi (5%) – presenza di melanina (in funghi “dematiacei”) • Membrana cellulare: – presenza di steroli (vs membrana batterica, tranne che in Mycoplasma) a funzione “stabilizzante” • In sede citoplasmatica, presenza di: – nucleo ben definito – sistemi di membrane (reticolo endoplasmico, mitocondri) – ribosomi 80S • Disponibilità di pochi fattori di virulenza (vs batteri)
Funghi: morfologia • Lieviti: organizzazione unicellulare • Funghi filamentosi (ifomiceti o muffe): organizzazione pluricellulare Funghi dimorfici (crescono come lieviti o muffe a seconda delle condizioni ambientali): - lieviti (37°C; in vivo, nell’ospite) - muffe (25°C; in vitro, nell’ambiente)
Lieviti • Unicellulari • Sferici, ellissoidali (ovalari) • Dimensioni: 4-5 (fino a 20) m • Riproduzione: lievito con evidente solco cicatriziale – Gemmazione (+ frequente) • gemma (cicatrice di gemmazione) gemmazione • pseudoifa (se cellule figlie rimangono in contatto) – Fissione binaria • una cellula madre si divide in due cellule figlie • simile a quella batterica – Sporulazione • asessuata (avviene ripetutamente; importante per la pseudoifa riproduzione e propagazione della specie) • sessuata (rara) • Colonie (su terreno agarizzato): – grandi (1-3 mm), margine regolare, color crema Candida: colonie su agar
Funghi filamentosi (muffe) • Multicellulari • Composti da ife – strutture filamentose e tubuliformi (l: 5-50 m; d: 2-10 m) • Le ife possono essere suddivise in compartimenti per la presenza di pareti trasversali porose (setti): – ife settate (almeno 1 nucleo per compartimento) – ife asettate o cenocitiche (nuclei liberi nel protoplasma)
Funghi filamentosi (muffe) L’accrescimento e la ramificazione delle ife formano il micelio, organizzato in: parte vegetativa (ife vegetative o ife substrato, reproductive anucleate, localizzate sul/nel substrato per structure ottenerne i nutrienti) parte riproduttiva (ife aeree, parte cotonosa delle muffe) ad accrescimento apicale vegetative structure Accrescimento apicale
Modalità di riproduzione Ogni elemento di disseminazione che proviene dalla riproduzione sessuata od asessuata prende il nome di spora, importante elemento tassonomico per l’identificazione dei miceti. La riproduzione avviene attraverso: 1. il trasporto di frammenti del tallo (corpo vegetativo) 2. la formazione di organi specializzati (spore) destinati alla: – riproduzione vegetativa (asessuata), mediante produzione di spore asessuate – riproduzione sessuata, mediante organi maschili e femminili che formano spore sessuate Nel ciclo vitale di un fungo, le due modalità di riproduzione, sessuata ed asessuata, possono essere presenti entrambe, escludersi od alternarsi.
Funghi – riproduzione Sporulazione asessuata Nei Funghi Imperfetti (Deuteromiceti) è l’unico tipo di sporulazione nota; quella sessuata (stato “perfetto”) manca oppure non è, ad oggi, ancora conosciuta. • Produzione di spore asessuate (mitospore): – in strutture specializzate derivanti dalle ife: • conidi (prodotte dai conidiofori; es. Penicillium) • sporangiospore (prodotte nello sporangio sacculiforme; es. Zygomycetes) 1 1 2 3 3 4 2 5 5 4 Penicillium: 1. Conidiospore; 2. Fialidi; 3. Zygomycetes: 1. Sporangio; 2. Sporangioforo; Vescicola; 4. Conidioforo; 5. Ife settate 3. Endospore; 4. Ife non settate; 5. Rizoidi
Riproduzione asessuata Penicillium spp.
Funghi – riproduzione Sporulazione asessuata • Produzione di spore asessuate (mitospore): – per modificazione delle ife (tallospore): • Artrospore (cilindriche, a parete spessa, prodotte per frammentazione dell’ifa) • Clamidospore (a parete ispessita, prodotte dal rigonfiamento di un tratto ifale) • Blastospore (prodotte per gemmazione di una cellula parentale, possibile formazione di pseudoife) artrospore clamidospore blastospore
Funghi – riproduzione Sporulazione sessuata • Chiamata anche “stato perfetto” • Ambientale (raramente presente nell’ospite od in vitro) oospore • Plasmogamia + cariogamia + meiosi • Produzione di spore sessuali: – Oospore: derivano dalla fecondazione di una struttura femminile (oogonio) da parte di una cellula maschile (anteridio) – Zigospore: fecondazione eterotallica ifa+/ifa- a formare una singola spora a parete spessa – Ascospore: formate all’interno dell’asco, racchiuso in un corpo fruttifero o ascocarpo, variabile per forma e dimensione zigospore – Basidiospore: formate nella parte finale di una struttura chiamata basidio; tipiche dei funghi eduli e di grosse dimensioni basidiospore ascospore
Riproduzione asessuata/sessuata Zygomycetes
Classificazione esemplificativa dei principali patogeni fungini Suddivisione in 4 phyla (divisioni) sulla base delle differenze nelle strutture riproduttive: • Ascomycota – riproduzione sessuata mediante ascospore • comprende la maggior parte dei funghi di rilevanza clinica: Candida albicans, Histoplasma capsulatum, Pneumocystis carinii, Blastomyces • Funghi mitosporici (già Deuteromycota o Funghi Imperfetti) – riproduzione asessuata mediante conidi; (riproduzione sessuata ignota) • Aspergillus, Fusarium, Tricophyton, Scedosporium, Candida • Basidiomycota – riproduzione sessuata mediante basidiospore • Cryptococcus, Malassezia • Zygomycota – riproduzione sessuata mediante zigospore; riproduzione asessuata mediante sporangiospore • Rhizopus, Mucor, Rhizomucor
Malattie causate da Funghi 1. Malattie da Ipersensibilità – Reazione allergica a spore e muffe: • a seguito di protratta esposizione a spore • polmonite da ipersensibilità (rinite, asma bronchiale, alveolite) 2. Micotossicosi – Intossicazione a seguito di ingestione di funghi che producono tossine (metaboliti secondari): • alcaloidi dell’ergotammina (vasocostrizione con necrosi e gangrena; ossitocici) • aflatossine (metaboliti bisfuranocumarinici prodotti da Aspergillus flavus): potenti cancerogeni nell’animale (uomo ?) 3. Infezione
Infezione fungina Nonostante la diffusione praticamente ubiquitaria dei funghi (oltre 100.000 specie note), soltanto in alcune situazioni essi causano una infezione (500 specie nell’immunocompromesso, 100 specie in soggetti «normali»). Nel determinismo di una infezione fungina giocano un ruolo critico: 1. Resistenza (o sensibilità) dell’ospite 2. Dimensioni dell’inoculo 3. Virulenza fungina
“Resistenza” naturale all’infezione La maggior parte delle infezioni fungine viene contratta da sorgenti esogene/ambientali. In teoria, tutti i funghi patogeni per l’uomo vivono nell’ambiente con una diffusione ubiquitaria (suolo, acqua, aria) Pochi i patogeni “franchi”; sono per lo più “opportunisti”. I funghi patogeni generalmente mostrano un basso potenziale patogeno, poiché gran parte dei soggetti possiede una elevata resistenza all’infezione: immunità cellulo-mediata (fagociti, neutrofili, macrofagi alveolari) immunità umorale: ruolo minore (opsonizzazione fungina) cute: integrità, pH, turnover epiteliale, flora batterica commensale, contenuto in acidi grassi le superfici mucose ostacolano la colonizzazione fungina fattori umorali (transferrina) limitano la crescita fungina
“Sensibilità” all’infezione • Principali fattori di rischio: – Alterata (ridotta) risposta immune dell’ospite dovuta a: • patologie preesistenti (diabete mellito scompensato, AIDS) • iatrogena (terapia citotossica, radioterapica, steroidea, immunosoppressiva) – Interruzione della continuità del tegumento (ustioni, lesioni da oggetti taglienti) – Presenza di substrati abiotici colonizzabili (impianti protesici) – Alterazioni della normale flora batterica residente (intestinale, vaginale) secondarie a terapia antibiotica a spettro esteso
Virulenza fungina 1. Capacità di sopravvivere nei tessuti • Dimorfismo muffa-lievito (Histoplasma spp, Coccidioides spp, Blastomyces spp, Sporothrix spp) e dimorfismo lievito-pseudoifa (Candida spp): maggiore predisposizione alla disseminazione ematica (lievito) e/o alla diffusione nei tessuti (muffe) 2. Capacità di contrastare le difese dell’ospite • Sopravvivenza intrafagocitaria (resistenza a radicali tox O2), neutralizzando l’azione degli enzimi lisosomiali (C. immitis, H. capsulatum) • Protezione da specie reattive dell’ossigeno (ROS) (produzione del pigmento melanina in C. neoformans e A. fumigatus) • Interferenza sulla fagocitosi (capsula polisaccaridica in C. neoformans) 3. Produzione di tossine ed enzimi • Rilascio di cheratinasi (Dermatofiti), fosfolipasi (C. albicans) 4. Termotolleranza (22-35°C)
VIE DI INGRESSO BOCCA VIE RESPIRATORIE OCCHIO • Inalazione (istoplasmosi, coccidiomicosi, aspergillosi) • Ingestione (funghi eduli) • Transcutanea (sporotricosi) • Virulentazione di funghi CUTE saprofiti sulle superfici muco-cutanee a seguito di dismicrobismo (candidosi) VIE UROGENITALI ANO
COLONIZZAZIONE BOCCA VIE RESPIRATORIE OCCHIO Il fungo divide ad un dato sito anatomico senza arrecare danno all’ospite CUTE VIE UROGENITALI ANO
INFEZIONE BOCCA VIE RESPIRATORIE OCCHIO Invasione e moltiplicazione del fungo nel tessuto dell’ospite con produzione di un danno cellulare locale (almeno inizialmente) CUTE VIE UROGENITALI ANO
Classificazione delle principali micosi – Micosi superficiali (Malassezia furfur, Trichosporon spp) • limitate allo strato esterno di cute e capelli (di cui i funghi si nutrono) – Micosi cutanee (dermatofiti: Microsporum spp; non dermatofiti: Candida spp) • invadono in profondità epidermide e annessi cutanei (unghia, capelli) – Micosi subcutanee (Sporothrix shenckii) • infezioni del derma, tessuto sottocutaneo, muscolo e fasce – Micosi sistemiche (Histoplasma, Coccidioides, Blastomyces) • inizialmente limitate al polmone (ma anche seni paranasali, tratto enterico), successivamente possono diffondere ad altri organi – Micosi opportunistiche (Aspergillus, Candida, Cryptococcus) • causate da funghi che sono patogeni soltanto nell’ospite immunocompromesso
Micosi - classificazione
Le infezioni micotiche NON sono contagiose. La maggior parte dei patogeni fungini è saprofita del suolo e le relative infezioni non sono quindi generalmente trasmissibili tra individui (fatta eccezione per Candida e qualche dermatofita). Gli episodi epidemici (outbreaks) sono causati da una esposizione ambientale comune piuttosto che dovuti alla trasmissibilità.
Farmaci antifungini Uno dei primi chemioterapici (iodio orale) venne usato come antimicotico già nel 1903; tuttavia, lo sviluppo di molecole per il trattamento di infezioni fungine è stato fortemente limitato (a causa di): Ridotta efficacia terapeutica (vs infezioni batteriche) per: – scarsa tossicità selettiva in quanto i target cellulari terapeutici hanno struttura simile rispetto a quelli della cellula «ospite»: presenza di steroli sia nella cellula ospite (colesterolo) che in quella fungina (ergosterolo) – la maggior parte dei funghi è in grado di detossificare, modificando (per idrossilazione) la struttura dell’antifungino – limitato investimento in R&S di nuove molecole, soprattutto a causa della minore prevalenza delle infezioni micotiche rispetto a quelle batteriche La frequenza delle infezioni fungine è aumentata solo recentemente a causa di: - aumentato numero di pazienti “a rischio” per le infezioni micotiche - aumentata consapevolezza, laboratoristica e clinica - impiego di procedure diagnostiche/chirurgiche invasive (protesi, cateteri) - aumentato consumo di farmaci e malattie immunosoppressive
Farmaci antifungini Le molecole ad attività antifungina possono agire a differenti livelli: • inibizione della sintesi di parete cellulare (echinocandine) • alterazione della funzionalità di membrana (polieni) • inibizione della sintesi di membrana (azoli) • inibizione della sintesi di acidi nucleici (analoghi nucleosidici) • alterata formazione di microtubuli (griseofulvina)
Farmaci antifungini Echinocandine • Metaboliti di Penicillium griseofulvum • Caspofungina, anidulafungina, micafungina • Fungicidi: inibiscono la sintesi di β-glucani (glicano-sintasi), componenti caratteristici di parete cellulare, aumentando la permeabilità parietale • Somministrazione e.v., bassa tossicità • Utilizzate in associazione con altri farmaci per il trattamento di infezioni sistemiche da Aspergillus, Candida spp. e Pneumocystis jirovecii in soggetti immmunocompromessi
Farmaci antifungini Polieni • Metaboliti secondari di Streptomyces spp • Macrolidi lattonici ciclici: amfotericina B, nistatina • Fungicidi: legano gli steroli di membrana, danneggiandola • Scarsa tossicità selettiva: nefrotossicità, febbre, anemia • Amfotericina B, maggiore affinità vs. cellula fungina (ergosterolo) nella cui membrana forma dei pori che ne aumentano la permeabilità con effetto dose-dipendente. Principale opzione terapeutica (i.v.) per le infezioni sistemiche. • Nistatina, analogo strutturale di amfotericina B, impiegata per il trattamento topico di candidosi orofaringee (mughetto), vaginali (vaginiti) e mucocutanee
Farmaci antifungini Derivati azolici imidazolo fluconazolo • Maggior gruppo di antifungini disponibile in commercio • Scarsa tossicità • Fungistatici. Danno di membrana: blocco della sintesi di ergosterolo per inibizione della demetilazione 14- del suo precursore (24-metilene diidrolanosterolo) ad opera di una C-14- demetilasi • Imidazoli (due atomi di N nell’anello azolico): – miconazolo, econazolo, ketoconazolo • Triazoli (tre atomi di N nell’anello azolico): – fluconazolo, itraconazolo • Somministrati per via orale per profilassi e nel trattamento di candidiasi muco-cutanee, dermatofiti ed alcune infezioni sistemiche (meningite criptococcica e da coccidioidi)
Farmaci antifungini Analoghi nucleosidici • 5-fluorocitosina (pirimidina fluorata polare) • Fungistatico • Pro-farmaco antimetabolita: penetrato nella cellula fungina (permeasi), viene convertito in acido 5- fluorouracile (forma attiva), quindi incorporato nel DNA (al posto dell’uracile) bloccandone la sintesi • Somministrata per i.v., è farmaco di elezione per meningite fungina (attraversa la barriera emato- encefalica e -liquorale) ed altre infezioni sistemiche da Candida, Aspergillus e Cryptococcus neoformans • Azione sinergica con amfotericina B (che aumenta la permeabilità cellulare) • Rilevante tossicità (epatica, nausea, diarrea, anemia aplastica) sebbene le cellule umane non abbiano l’enzima per l’attivazione del pro-farmaco • Induce rapidamente resistenza nei ceppi sensibili
Farmaci antifungini Griseofulvina • Metabolita di Penicillium griseofulvum • Fungistatico, mediante differenti meccanismi di azione: – disgregazione del fuso mitotico durante la divisione – si concentra nello strato corneo dove forma una barriera in grado di bloccare la crescita e la penetrazione fungina – inibizione sintesi acidi nucleici – inibizione sintesi proteica • Somministrata per via orale, per il trattamento di gravi micosi cutanee ed ungueali (dermatofiti) • Effetti collaterali: cefalee, disturbi gastrointestinali, reazioni allergiche • Non attiva verso C. albicans ed altri agenti di infezioni sistemiche (probabilmente causato da un deficit di captazione)
Tests di sensibilità in vitro • E’ necessario valutare la sensibilità agli agenti antifungini per le stesse ragioni considerate nei tests di antibiotico-sensibilità: – definire una terapia mirata nei confronti dell’agente eziologico – predire l’outcome clinico associato alla terapia – monitorare l’emergenza di farmaco-resistenze – predire la efficaci di nuove molecole • Differenti metodiche: sia in fase liquida che solida, manuali (Kirby-Bauer, Epsilometer test, brodo-diluizione) ed automatizzate • Tuttavia, la predittività per la risposta clinica è limitata da una scarsa standardizzazione, particolarmente per gli azoli e la 5-fluorocitosina: – preparazione dell'inoculo (nel caso dei funghi filamentosi si associa anche la scelta delle strutture di fungo da studiare ovvero ife o conidi) – tipo di terreno da utilizzare – la durata dell'incubazione – i criteri di interpretazione – la riproducibilità e la corrispondenza dei dati in vitro con la risposta clinica
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