Per quanto tempo la "Paolo Berlusconi Finanziaria" può permettersi di coprire le perdite de Il Giornale?

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Per quanto tempo la “Paolo Berlusconi Finanziaria”
              può permettersi di coprire le perdite de Il Giornale?
                                             di Paolo Sassetti

Uno dei limiti lamentati per il sistema italiano dell’informazione giornalistica è che esso non sia
dominato da “editori puri”, cioè da editori che concentrano nell’attività editoriale il loro core busi-
ness, senza eccessive diversificazioni da esso.

I principali gruppi editoriali nazionali, infatti, o fanno parte di gruppi conglomerati, oppure sono
controllati da sindacati azionari costituiti da banche/assicurazioni e società industriali. Il limite la-
mentato per questa anomala situazione di controllo di gruppi editoriali da parte di soggetti aventi in-
teressi economici diversi è che essa possa causare una forma di auto-censura dei giornalisti nei con-
fronti delle attività degli azionisti di controllo.

In breve, l’editore “puro” che trae profitto unicamente dalla sua attività editoriale, sarebbe mag-
giormente interessato, rispetto all’editore “ibrido”, alla completezza ed obiettività dell’ informazio-
ne, perché solo da essa dipenderebbero la diffusione dei suoi giornali e, in ultima analisi, la sua
stessa fortuna economica. L’editore “ibrido”, invece, può ipotizzare di usare la capacità di pressione
dei suoi media per realizzare forme di “scambio” col potere politico ed economico tramite le quali
alimentare le altre sue attività non editoriali, o anche semplicemente proteggerle da concorrenza o
interventi regolatori troppo invasivi da parte della politica.

Trattasi di uno schema interpretativo semplificato che, tuttavia, è ampiamente riconosciuto come
fondato.

Tuttavia, perché questo schema regga la prova dei fatti, è necessario che si verifichino anche altre
condizioni. Ad esempio, perché l’azienda editoriale garantisca effettivamente piena autonomia in-
tellettuale ai suoi collaboratori è necessario che l’azienda stessa non dipenda da finanziamenti pub-
blici in qualche modo discrezionali e che sia in grado di remunerare stabilmente il capitale investito.

Un giornale che debba ricorrere periodicamente agli azionisti per coprire le sue perdite strutturali,
cioè che presenti le perdite ricorrenti tipiche delle squadre di calcio italiane, solleva il lecito interro-
gativo se la copertura delle perdite sia il prezzo che gli azionisti si sobbarcano per coltivare un
hobby o se sia il prezzo che devono pagare per imporre la linea editoriale.

Il riferimento alle squadre di calcio non è casuale. Le squadre di calcio italiane della seria A sono
quasi tutte in perdita strutturale e ricorrono a forme di contabilità creativa per mascherare le perdite.
I loro azionisti sono normalmente facoltosi imprenditori che coltivano l’hobby costoso di mantenere
in vita queste società in passivo strutturale ma che, in cambio del sacrificio economico che è richie-
sto loro, si riservano – attraverso la scelta degli altri dirigenti delle società calcistiche e degli allena-
tori – di condizionare, sia pur indirettamente, la campagna acquisti dei giocatori.

Un giornale strutturalmente in perdita deve porre ragionevoli interrogativi ai suoi lettori sul perché
esso venga tenuto economicamente in vita: hobby costoso di un imprenditore illuminato o strumen-
to di pressione politica? Qualunque sia la risposta, è indubbio che la conoscenza della situazione
economico-patrimoniale di un giornale può essere utile ai lettori per farsi un’idea sulla sua effettiva
autonomia editoriale più precisa di quanto non siano le affermazioni unilaterali di editore e diretto-
re.

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Questo è, ad esempio, il caso de Il Giornale, un quotidiano recentemente oggetto della recrudescen-
 za di aspre polemiche. Come si evidenzierà, “il Giornale” è un quotidiano in perdita strutturale, per-
 dita che si è ampliata enormemente negli ultimi anni. Ma, non solo: essendo tale quotidiano la prin-
 cipale attività economica della Paolo Berlusconi Finanziaria, sulla carta configura l’imprenditore
 Paolo Berlusconi come rientrante nella virtuosa categoria degli editori “puri”. Il Gruppo, pertanto,
 in base ai dati di bilancio consolidati ufficiali, non può contare su altri significativi profitti da attivi-
 tà conglomerate per coprire le ingenti e crescenti perdite editoriali e, quindi, come attività editoriale
 “stand alone” rischia di dover chiudere se non recuperasse rapidamente il necessario equilibrio eco-
 nomico-finanziario.

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 Il quotidiano Il Giornale è controllato dalla Società Europea di Edizioni Spa, con sede a Milano, a
 sua volta partecipata al 39,27% dalla Arnoldo Mondatori e per il 60,73% dalla Paolo Berlusconi
 Finanziaria.

 Negli esercizi di bilancio 2007-2008 il quotidiano ha subito una importante riduzione delle vendite,
 cui è corrisposta una significativa riduzione del personale occupato:

                                          1999    2000    2001     2002          2003         2004     2005    2006     2007      2008
Diffusione (copie medie giornaliere)     220.492 225.572 218.439 205.608 198.207 204.099 204.004 215.553 199.573 188.727
Numero dipendenti                                                                262          261      260      255      249       203

 Le perdite cumulative negli esercizi 2007 e 2008 sono ammontate a 45,9 milioni di euro (cui vanno
 aggiunti 3,8 mln di perdite nei primi due mesi dell’esercizio 2009) ed hanno richiamato aumenti di
 capitale a copertura per complessivi 59,5 mln di euro nel periodo 2007-febbraio 2009.

                 (mln di euro)
   Conto Economico Civilistico             1999   2000   2001    2002     2003      2004        2005   2006    2007    2008    feb-09
   Valore della produzione                 81,2   86,5   81,8    84,3     107,8     118,1      109,2   101,0   84,4    70,2
   Costi della produzione                  83,1   83,5   87,4    81,6     102,5     113,4      110,2   114,2   107,1   91,9
   Reddito operativo                       -1,9   3,0    -5,6    2,7       5,3          4,7     -1,1   -13,2   -22,8   -21,7
   Oneri finanziari                        -0,5   -0,6   -0,6    -0,2      0,0          0,1     -0,2    -0,9   -1,1    -1,4
   Componenti straordinarie di reddito     0,0    0,4    12,2    0,2       0,0         -0,1     0,0     16,8    0,1    1,4
   Utile lordo                             -2,5   2,8    6,0     2,7       5,3          4,7     -1,2    2,7    -23,7   -21,7
   Utile netto                             -3,4   1,6    3,3     0,8       1,9          2,1     -2,0    0,7    -23,3   -22,7    -3,8

 Si consideri, tuttavia, che, nonostante l’indubbio peggioramento economico e patrimoniale del
 biennio 2007-2008, il gruppo editoriale appare in perdita strutturale al netto delle componenti stra-
 ordinarie di reddito (cioè non connesse alla gestione caratteristica editoriale), così come riclassifica-
 te dagli stessi amministratori

 Infatti, l’utile cumulativo prima delle imposte al netto di tali componenti straordinarie nel periodo
 1999-2006 è stimabile -9,3 mln di euro. Solo le ingenti componenti straordinarie di reddito registra-
 te negli esercizi 2001 e 2006 hanno consentito al gruppo un bilancio complessivamente positivo nel
 periodo 1999-2006. In particolare, nell’esercizio 2006 la plusvalenza fu dovuta alla cessione del
 contratto di leasing relativo all’immobile di via G. Negri 4 e, quindi, riguardò una transazione di na-
 tura finanziario-immobiliare non connessa alla gestione caratteristica del giornale.

 Al peggioramento della situazione economica è corrisposto un progressivo peggioramento della si-
 tuazione finanziaria e patrimoniale della società.

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(mln di euro)
 Stato Patrimoniale Civilistico           1999     2000         2001         2002         2003         2004            2005          2006          2007          2008          2009
 Crediti verso clienti                    15,9     22,3         18,3         25,9         28,7         38,4             34,0          29,2          33,5          30,5
 Debiti verso banche                      4,4          8,3          2,1          3,7          0,0          1,4          23,8          18,7          30,5          12,9
 Debiti verso fornitori                   12,6     12,1         14,4         16,4         28,6         39,2             31,0          24,0          20,1          25,6
 Patrimonio netto                         2,4          4,0          7,3          8,1          8,3          8,7          6,7           9,4           2,6           3,1
 Aumenti di capitale                                                                                                                                18,5          23,0          18,0

Si segnala, in particolare, l’espansione dei crediti, pur in una contraddittoria situazione di valore
della produzione in flessione, l’aumento medio dell’indebitamento bancario a partire dall’anno 2005
e l’espansione della voce fornitori, di nuovo pur in una condizione di valore della produzione in
contrazione, infine l’erosione del patrimonio netto nonostante le iniezioni di capitale. Tutti elementi
che indicano una situazione di crescente stress finanziario della testata.

Il Giornale è accreditato quale quinto quotidiano di informazione per diffusione in Italia. Il fatto che
esso sia stato mediamente in sostanziale perdita nella gestione caratteristica anche negli anni ante-
cedenti all’odierna crisi economica, da una parte solleva gravi interrogativi sullo stato più generale
di salute dell’editoria italiana, dall’altra solleva interrogativi sulla ratio economica da parte della
società Paolo Berlusconi Finanziaria nel sostenere indefinitamente perdite per il mantenimento in
vita della testata.

Infatti, Il Giornale appare con tutta evidenza come un costoso giocattolo, un po’ come l’Inter sta al-
la famiglia Moratti, con la differenza che dietro a Il Giornale non c’è la raffineria Saras dei Moratti
ma un gruppo di controllo anch’esso in perdita, cui, anzi, le perdite de Il Giornale rappresentano
parte sostanziale e parte sostanziale dell’assorbimento di cassa.

                                                 *****
Come impatta l’andamento de Il Giornale sui conti civilisti e consolidati della Paolo Berlusconi Fi-
nanziaria? In maniera sostanziale. Si consideri che al 31.12.2008 tutte le altre principali partecipa-
zioni della finanziaria di Paolo Berlusconi erano messe a bilancio a valore zero, con eccezione pro-
prio per il 60,73% della Società Europea di Edizioni, messa a bilancio a 23,1 mln, riconoscendo,
dunque, a tale partecipazione un elevato avviamento rispetto alla quota di patrimonio netto contabi-
le di 1,9 mln della società, pur essendo questa, come abbiamo vista, in perdita organica e strutturale
da svariati anni. Di fatto, la Società Europea di Edizioni per anni ha rappresentato la principale par-
tecipazione della PBF e, alla fine del 2008, di fatto era l’unica partecipazione di rilievo ancora ope-
rativa e, pertanto, le fortune della finanziaria di famiglia, al netto di altri investimenti di insuccesso
progressivamente svalutati, sono dipese - ed oggi più che mai dipendono - essenzialmente dalla per-
formance di questo ultimo investimento.

Negli esercizi 2004-2008 la Paolo Berlusconi Finanziaria ha registrato perdite cumulative nette per
oltre 71 mln di euro, in gran parte imputabili a svalutazioni su partecipazioni, ma comunque la so-
cietà si è rivelata essere in perdita ricorrente anche a livello operativo.

                   (mln di euro)
     Conto Economico Civilistico                1999         2000         2001         2002         2003         2004         2005          2006          2007          2008
     Valore della produzione                                                                                     0,4           0,4           0,1           1,1           0,7
     Reddito operativo                                                                                           -1,9          -2,6          -1,5          -2,0          -2,3
     Rettifiche su attività finanziarie                                                                          -0,8          -9,6         -36,6          -4,2         -18,2
     Utile netto                                                                                                 -0,7         -10,8         -37,5          -5,7         -16,6

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Pertanto, la sottoscrizione della quota parte della PBF negli aumenti di capitale 2007 e 2008 della
Società Europea di Edizioni (pari a circa 25,2 su 41,5 mln) e di quello dell’inizio 2009 (10,9 mln)
non è stata possibile tramite l’autofinanziamento della holding. La finanziaria, con tutta evidenza,
ha dovuto attingere a risorse dei soci di controllo Paolo ed Alessia Berlusconi per far fronte a que-
sto impegno di complessivi 36,1 mln di aumenti di capitale in tre anni per la sola Società Europea di
Edizioni, essendo la PBF una fonte strutturale di perdite anziché di generazione di cassa.

A livello consolidato di gruppo, questa condizione di perdite perduranti delle società controllate ha
condotto la PBF ad avere un patrimonio netto consolidato negativo per 13,4 mln al 31.12.2008 e, in
sostanza, a rappresentare un gruppo nel quale, essendo negativo il patrimonio netto consolidato,
l’attivo consolidato di bilancio è più che integralmente finanziato da debito a breve (banche) ed a
lungo termine (leasing). La relazione di bilancio richiama correttamente che il bilancio consolidato
valuta i diversi cespiti al costo storico ammortizzato ed il patrimonio netto non tiene conto dei po-
tenziali plusvalori insiti nell’attivo, ed in particolare nel valore della testata Il Giornale, che fu
comprata per 8,2 mln di euro. Tuttavia, pur con questa corretta precisazione, il bilancio consolidato
rappresenta comunque la situazione patrimoniale teorica di un gruppo finanziario-editoriale che a-
vesse direttamente avviato e consolidato nel tempo l’attività editoriale, anziché l’avesse acquistata
in avviamento. Questa situazione patrimoniale, al netto dell’avviamento, presenta comunque a livel-
lo consolidato gravi squilibri finanziari e patrimoniali, di fatto consolidando un’attività editoriale
indebitata ed in perdita all’interno di una finanziaria di controllo anch’essa indebita ed in perdita. In
sostanza, è solo grazie all’avviamento riconosciuto alla testata de Il Giornale che la PBF oggi con-
tinua ad esistere, in quanto il nostro ordinamento, diversamente da altri, non ammette società aventi
patrimonio netto negativo a livello di bilancio civilistico.

La problematicità nella stima dei plusvalori teorici rispetto al patrimonio netto di pertinenza sulla
Società Europea di Edizioni risiede nel fatto che, anche in tempi di mercato editoriale e pubblicita-
rio “normali”, la gestione caratteristica de Il Giornale si è mediamente rivelata sostanzialmente in
perdita e se si considera che il 2009 è stato anticipato quale anno di ulteriore perdita economica.

                 (mln di euro)
     Conto Economico Consolidato           1999   2000   2001   2002   2003   2004   2005   2006    2007    2008
     Valore della produzione
     Reddito operativo                                                                      -19,7   -30,4   -30,7
     Risultato ante imposte e minorities                                                    -25,7   -32,9   -28,1
     Utile/perdita di pertinenza                                                            -28,4   -22,4   -10,5

                 (mln di euro)
     Stato Patrimoniale Consolidato        1999   2000   2001   2002   2003   2004   2005   2006    2007    2008
     Patrimonio netto (incl. min)                                                            -9,5   -13,8   -13,7

Conclusioni

Il caso esaminato è interessante sotto molteplici aspetti, a partire da quello accademico della stima
del possibile avviamento di una società editoriale in perdita strutturale nella gestione caratteristica
che deve persino affrontare una congiuntura in peggioramento.

Dobbiamo augurare sinceramente a Vittorio Feltri di riuscire a rilanciare economicamente il gruppo
editoriale, ed a riportarlo almeno in sostanziale pareggio, in modo che nessun collaboratore della te-
stata debba sentire alcuna forma di sudditanza verso un azionista chiamato a coprire le perdite e, in
ultima analisi ed implicitamente, a farsi carico della remunerazione del personale occupato.

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Salvo ipotizzare una sostanziale ripresa dei mercati editoriale e pubblicitario italiani, considerata
l’elevata incidenza del costo del lavoro sul valore della produzione, è probabile che il l’equilibrio
economico de Il Giornale possa essere raggiunto solo attraverso una ulteriore riduzione
dell’occupazione.

Ad ogni modo, il risanamento economico della Società Europea di Edizioni è assai più rilevante po-
liticamente di quanto non si possa sospettare a prima vista. Infatti, la società fu ceduta da Silvio a
Paolo Berlusconi nel 1990, quando la legge Mammì sull’editoria vietò il possesso di testate giorna-
listiche a chi possedesse reti televisive. Ai tempi si sospettò che il ruolo di azionista di controllo di
Paolo Berlusconi fosse più formale che sostanziale.

Come si è già detto, attualmente la PBF ha liquidato (od ha in corso di liquidazione) tutte le princi-
pali attività non editoriali ancora residue. Solo dall’attività editoriale, dunque, può venire un cash
flow positivo e, giacché le risorse finanziarie personali di Paolo Berlusconi non possono essere illi-
mitate, proprio per questa limitatezza la PBF non potrebbe sostenere indefinitamente perdite senza
ammettere implicitamente che il sostegno finanziario al quotidiano presenti prevalenti motivazioni
extraeconomiche, come per l’Inter dei Moratti. Ma con sicuro meno divertimento per i tifosi. Non si
comprende, infatti, come Il Giornale possa mai vincere uno scudetto, nonostante un centravanti ec-
cezionale …

Monza e Brianza, 16 Febbraio 2010

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