MARIA GRAZIA SCHIAVO soprano - DOMENICA 10 GENNAIO 2021

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MARIA GRAZIA SCHIAVO soprano - DOMENICA 10 GENNAIO 2021
MARIA GRAZIA
SCHIAVO
soprano

MAURIZIO
IACCARINO
pianoforte

DOMENICA 10 GENNAIO 2021
ore 18.00

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della Associazione Alessandro Scarlatti
Passeggiate amorose                                                          NOTE DI SALA Maurizio Iaccarino
    da Napoli a Parigi tra il XVIII e il XIX secolo

                                                                                 Dalla fine del XVII secolo, Napoli fu il centro per eccellenza di
    Antonio Sacchini (1730-1786) 		           Guillame Cottrau (1797-1847) 		    diffusione della scuola musicale denominata appunto Scuola
    Non cerchi innamorarsi                    Raziella                           Musicale Napoletana, che continuò la sua tradizione didattica
                                                                                 fino agli inizi del ‘900. La crescita e diffusione di tale scuola fu
    Ferdinando Paër (1771-1839) 		            Teodoro Cottrau (1827-1879) 		     possibile anche grazie ai conservatorî.1 Fondati nella seconda
    da Douze ariettes                         La sorrentina
                                                                                 metà del XVI secolo, furono inizialmente deputati ad accogliere
    en differentes langues:
    Pupille tenere                            Charles Gounod (1818-1893) 		      orfani poveri o abbandonati non solo di Napoli ma di tutto il
    Capriccio melancolico                     Venise                             regno. L’introduzione della musica quale materia di studio ri-
                                                                                 sale alla fine del XVII secolo: grazie a maestri di valore come
    Francesco Mancini (1672-1737)             Reynaldo Hahn (1874-1947) 		       ad esempio Francesco Durante, i giovani poterono contare su
    Dir ch’io t’ami                           À Chloris                          un’istruzione di altissimo livello che permise loro, una volta usci-
                                              Si mes vers avaient des ailes      ti, di poter lavorare come musicisti. Allievo di Durante fu Anto-
    Domenico Cimarosa (1749-1801)                                                nio Sacchini (1730-1786) che, formatosi appunto a Napoli, visse
    Necessaria è lla femmena                  Giacomo Puccini (1858-1924) 		     a Venezia, Londra e Parigi (dove venne accolto come un pos-
                                              E l’uccellino
                                                                                 sibile alleato contro l’influenza glückiana). Ci ha lasciato una
    Anonimo (trascr. De Meglio)		             Sole e amore
    La fata dello Scodillo                                                       grande quantità di musica tra melodrammi, musica sacra e
                                              Stefano Donaudy (1879-1925) 		     strumentale. Venne definito all’epoca come “il più grande me-
    Gaetano Donizetti (1797-1848)             da 36 Arie di stile antico:        lodista del mondo”.2 Interessante è il suo manoscritto del 1785
    La zingara (da Ispirazioni viennesi)      No, non mi guardate                denominato Le Cahier de musique de Fanny Bazin, di recente
                                              Perché dolce, caro bene…           edito da ELPE-Musique che raccoglie 19 melodie dedicate ap-
    Gioachino Rossini (1792-1868)                                                punto all’undicenne Bazin e che costituisce il “succo” delle lezio-
    Il rimprovero                             Mario Pilati (1903-1938)		         ni che Sacchini, per conto della regina Maria Antonietta, le offri-
    (da Soirée musicales)                     Tammurriata (da Echi di Napoli)    va. Il volume ha anche il pregio di testimoniare la ricercatezza
                                                                                 e l’intensità della vita artistica che la regina Maria Antonietta
    Vincenzo Bellini (1801-1835) 		           Victor Herbert (1859-1924)
    L’abbandono                               Kiss me again (da M.lle Modiste)   offriva agli intimi.3 L’aria che abbiamo scelto per aprire il con-
                                                                                 certo, Non cerchi innamorarsi, è una preziosa miniatura col ca-
                                                                                 rattere, più che di vera e propria “aria”, di “esercizio”. È contenuta
                                                                                 infatti, in A treatise of singing (1799) dell’organista, cantante e
                                                                                 compositore inglese Joseph Corfe (1740-1820). Il trattato, oltre
                                                                                 che nozioni di teoria musicale e tecnica vocale, comprende
                                                                                 una serie di melodie di autori diversi (Jommelli, Sacchini, Anfos-
                                                                                 si) volte appunto a migliorare e perfezionare l’emissione voca-

                                                                                 1. Napoli contava inizialmente quattro Conservatori: il conservatorio dei Poveri
                                                                                 di Gesù Cristo, l’ultimo a nascere, fu poi soppresso. Gli altri tre (Santa Maria di
                                                                                 Loreto, Pietà de’ Turchini, Sant’Onofrio a Capuana) vennero a mano a mano
                                                                                 accorpati in un unico istituto dando vita, nel 1808, al Real collegio di musica che
                                                                                 aveva sede presso il Convento di San Sebastiano. Nel 1826 poi, avvenne il trasfe-
                                                                                 rimento nella sua sede attuale ossia il convento dei Padri Celestini di San Pietro
                                                                                 a Majella col nome di Reale Conservatorio di Musica di San Pietro a Majella.
                                                                                 2. DiChiera, The new grove dictionary of opera p.115
                                                                                 3. Le Cahier de musique de Fanny Bazin, archiviato dal sito internet di El-
                                                                                 pe-musique il 29 novembre 2014 nella biblioteca digitale Internet Archive.

2                                                                                                                                                                      3
le. Da notare in quest’aria, è il sapiente alternarsi di figurazioni                   marosa e Paisiello. Anche per il Paër (che fu peraltro insegnan-
    col punto e “lisce”, l’uso delle appoggiature secondo la teoria                        te di composizione del giovane Franz Liszt) ci fu una parentesi
    degli affetti4 e della melodia per gradi congiunti, con lo scopo                       parigina importante: subentrò a Gaspare Spontini nella direzio-
    evidente di stimolare gli allievi a “creare” l’effetto del legato.                     ne del Théatre-Italien, avendo poi come successore l’acerrimo
        Se Sacchini fu allievo di Durante, non gli fu da meno Fran-                        nemico7 Gioachino Rossini. Presentiamo nel nostro program-
    cesco Mancini (1672-1737) che fu invece allievo di Francesco                           ma 2 arie tratte dalle Douze ariettes en differentes Langues
    Provenzale. A differenza del Sacchini, Mancini visse per tutta la                      avec Accompagnement de Pianoforte. Il pianoforte, con un
    sua vita a Napoli, se escludiamo dei viaggi a Roma per la mes-                         accompagnamento semplice ed un basso in molti punti tipi-
    sinscena di alcuni suoi lavori. Egli fu direttore del Conservatorio                    camente “albertino”8 ha il compito di supportare l’espressivi-
    di Santa Maria di Loreto (il più antico dei quattro conservatori                       tà del canto naturalmente dipendente dal testo, col sapiente
    napoletani) contribuendo così alla formazione di una nuova                             uso degli abbellimenti, delle sincopi e dei salti, secondo la già
    generazione di compositori i quali portarono successivamen-                            citata teoria degli affetti. È da segnalare, nell’arietta n.9 Entra
    te la scuola napoletana in Europa. La sua produzione musica-                           l’uomo allor che nasce, un uso dell’accompagnamento più
    le (che comprende una grande quantità di lavori teatrali, oltre                        “moderno” se non “orchestrale”. L’imitazione della cosiddetta
    che musica vocale sacra, profana e musica strumentale) fu                              “quinta dei corni” da parte della mano sinistra del pianoforte su
    più abbondante nel periodo in cui affiancò come assistente                             una destra vagamente irrequieta, l’uso di armonie dissonan-
    Alessandro Scarlatti,5 maestro della Cappella Reale di Napoli.                         ti in corrispondenza della frase in un mar di tante pene, l’an-
    La struggente Dir ch’io t’ami è presentata in questo concerto                          damento “smanioso” delle sestine che precedono l’inizio del
    in una versione “ottocentesca”. Ferma restando la purezza e                            canto, le scale cromatiche in corrispondenza degli “affanni” ne
    la squisitezza della linea del canto, l’elaborazione dell’accom-                       fanno una deliziosa lezione che anticipa chiaramente tutto ciò
    pagnamento è frutto del tipico rimaneggiamento dell’800, coi                           che accadrà coi “successori” della scuola italiana.
    suoi bassi profondi, gli arpeggi, la ricchezza degli accordi, che                           Se Mancini fu “autenticamente” napoletano, Sacchini e
    fondono l’ordine e l’affetto della forma classica, con quella                          Paër napoletani di adozione, forse il più napoletano di tutti
    “tempestosa” dello stile romantico.6                                                   (pur essendo nato ad Aversa) è Domenico Cimarosa (1749-
        Di origini tedesche era invece Ferdinando Paër (1771-1839)                         1801), che annoverò peraltro tra i suoi maestri lo stesso Sac-
    che, giunto in Italia nella città di Parma, fu allievo di Gaspare                      chini. Cresciuto nell’ambiente del melodramma italiano di
    Ghiretti (a sua volta allievo del Conservatorio della Pietà de’                        Paisiello e Piccinni, non poté non partorire capolavori che
    Turchini di Napoli) e di Gian Francesco Fortunati (perfezionato-                       sarebbero entrati a far parte dell’Olimpo dell’opera buffa na-
    si con Giovanni Battista Martini). Le sue numerose opere liriche                       poletana, dove l’elemento comico si fondeva sapientemente
    (più di 50 titoli) furono composte nel tipico stile italiano di Ci-                    con quello patetico/affettuoso. L’aria Necessaria è lla fem-
                                                                                           mena (come nella tipica tradizione teatrale del ‘700, dove i
    4. La teoria degli affetti è una teoria estetica relativa al rapporto tra musica e
    sentimenti. Ebbe pieno sviluppo in epoca barocca, quando furono codificate             personaggi borghesi si esprimevano in italiano e i popolani,
    in modo preciso le corrispondenze tra affetti e figure musicali sia in campo           spesso presi dalla commedia dell’arte, in dialetto) è custodi-
    strumentale che vocale. In seguito (seconda metà del XVIII secolo), la teoria
    degli affetti mirò a esprimere non tanto le singole emozioni quanto il carattere
                                                                                           ta nella Biblioteca del Conservatorio San Pietro a Majella di
    complessivo di un personaggio. (cfr. Enciclopedia Treccani)                            Napoli ed offre un esempio “cameristico” dello stile composi-
    5. Alessandro Scarlatti (1660-1725) è considerato il vero padre della scuola           tivo di Cimarosa, nel quale la parola non è serva della musi-
    Musicale Napoletana del ‘700. La traccia che lasciò nel melodramma, nella
                                                                                           ca, ma padrona (per dirla con Pergolesi e Paisiello).
    cantata da camera ma anche nella musica sacra, fu talmente profonda da
    fare in modo che molti giovani compositori europei scegliessero Napoli come
    centro per la loro formazione. Il linguaggio musicale da lui utilizzato, nobile ed     7. Cfr Enciclopedia della Musica Garzanti, Garzanti Editore s.p.a., 1996
    elegante, riuscì a contrastare gli stereotipi teatrali e vocali dominanti nel teatro   8. Il basso albertino è una forma di accompagnamento basato sull’esecuzio-
    dell’epoca (cfr. la satira di Benedetto Marcello Teatro alla moda, del 1720).          ne arpeggiata e uniforme da un punto di vista ritmico delle note che formano
    6. Nell’800, con la “riscoperta dei classici”, molti compositori rielaborarono mu-     l’accordo. Prende il nome dal suo “inventore” ossia Domenico Alberti (nato a
    sica “antica” secondo le regole ottocentesche. Una delle operazioni di maggior         Venezia tra il 1710 e il 1717 e morto a Roma intorno al 1740). Ancor prima di Napo-
    successo fu compiuta da Alessandro Parisotti (1853-1913) che raccolse in tre           li, Venezia fu una fucina di talenti sia per la musica operistica che per quella
    volumi (tuttora fondamentali nella didattica del canto dei Conservatori italia-        strumentale. Essa non fu a caso tappa obbligata di molti compositori, come
    ni), armonizzandole e rielaborandole, arie del ‘700 italiano.                          avvenne ad esempio per Sacchini.

4                                                                                                                                                                                5
La gloriosa tradizione didattica della scuola napoletana in-                         Guglielmo Tell, aveva consegnato il romanticismo ai posteri. A
    fluenzò senza dubbio i compositori italiani dell’800: se il Sacchini                     Parigi, dove si era ritirato per curare un esaurimento nervoso,
    venne definito alla sua epoca “il più grande melodista”, non gli                         scrisse una grande quantità di musica tra cui, appunto, le So-
    fu da meno Vincenzo Bellini (1801-1835), che passò alla storia                           irée, ossia 12 canzoni per voce e pianoforte di cui 8 su testi di
    soprattutto per l’invenzione melodica struggente e passionale.                           Pietro Metastasio10 e 4 di Carlo Pepoli (tra cui la celeberrima ta-
    Anch’egli indirizzato a Napoli (fu allievo di G. Furno, G. Tritto e N.                   rantella La danza), il nobile che ne frequentò la casa parigina. Il
    Zingarelli) fu autore, per sua scelta e non perché la sua bre-                           rimprovero è su testo di Pietro Metastasio: caratteristica di que-
    ve vita non glielo abbia permesso, di pochi lavori teatrali che                          sto brano è quella di usare un testo per certi versi drammatico
    fondono la lezione “classica” dello Zingarelli con una visione ro-                       ossia Mi lagnerò tacendo/della mia sorte amara/Ma ch’io non
    mantica basata sul contrasto delle passioni e sugli accenti di                           t’ami o cara/Non lo sperar da me su una musica tutt’altro che
    espressione, secondo proprio quanto il compositore scriveva                              drammatica: la tonalità maggiore e l’andamento della melo-
    nel 1828. La romanza da camera L’abbandono, scritta tra il 1833                          dia ci suggeriscono un falso lagnarsi o meglio un lagnarsi “qua-
    e 1834, è un esempio squisito del gusto belliniano: la voce del                          si ironico”. È curioso che Rossini iniziò a “lagnarsi” nel suo periodo
    soprano (registro prediletto dal Bellini) con la leggerezza del so-                      parigino: musicherà quasi fino all’ossessione il testo del Me-
    litario zeffiretto evocato all’inizio, si dipana agilmente in un “Al-                    tastasio, naturalmente ogni volta con modalità differenti, ora
    legro agitato” accorato e dolente, assecondato da un accom-                              con uno spumeggiante Bolero, ora con uno straziante ricordo
    pagnamento lineare ritmicamente, spesso acefalo alla mano                                dell’ultima pagina del Fac ut portem dello Stabat mater.
    destra, al fine di “confermare” o meglio “sostenere” l’affanno                                Se Rossini omaggia Napoli con La danza, il francese Guil-
    della voce nella ricerca del bene perduto. Con Gaetano Doni-                             laume Cottrau (1797-1847) giunto a Napoli al seguito di Murat,
    zetti (1797-1848) e Gioachino Rossini (1792-1868) si completa la                         compose e raccolse canzoni napoletane che fece pubblicare
    triade di compositori ottocenteschi che trovarono in Napoli una                          per la casa editrice Girard della quale fu direttore. Non gli fu da
    base operativa fondamentale. Nel 1822 Donizetti scrisse un’ope-                          meno il figlio Teodoro (1827-1879)11 che succedette al padre nel-
    ra semiseria per il Teatro Nuovo di Napoli, La zingara,9 evidente-                       la direzione della casa editrice e che con la sua celebre Santa
    mente molto vicina al teatro rossiniano. Sono del 1842, invece,                          Lucia diede inizio a un nuovo stile della canzone napoletana.
    le Ispirazioni viennesi, una raccolta di 5 arie e due duettini: in                       Il programma del nostro concerto prevede di Cottrau-padre
    una di queste, La zingara, la narratrice-protagonista ci porta nel                       Raziella, nella struggente tonalità di si bemolle minore, dove
    mondo magico e “libero” nel quale è cresciuta e vive. Con un                             protagonista è la melodia fortemente connessa al testo, nel
    incipit stentoreo (la reiterazione di un mi naturale affidato solo                       quale un giovane racconta le sue disillusioni amorose per la
    alla voce, senza accompagnamento) ci parla della sua nasci-                              fanciulla, appunto, di nome Graziella. La sorrentina di Teodoro
    ta: con ritmo di danza, controtempi, acciaccature, acrobazie                             Cottrau è invece una barcarola con allegri ricordi donizettiani
    vocali, ne conosciamo la vita tra predizioni felici e meno felici,                       e di melodie dell’opera buffa, su un basso ritmicamente can-
    viaggi da un villaggio all’altro, vita a contatto con la natura. Ma                      tilenante (come spesso accade nel melodramma ottocente-
    anche per la zingara arriva l’amore: un giovane che un giorno                            sco): anche in questo caso il tema (in verità assai frequente) è
    le fece leggere la propria mano e per il quale ella subito provò                         l’amore non corrisposto. E di sofferenza d’amore si parla anche
    tenerezza. In questo frammento il tempo diventa più lento, l’ac-                         ne La fata dello Scodillo, di autore anonimo ma di raffinatez-
    compagnamento arpeggiato e dunque più melodioso, il canto                                za belliniana per la delicatezza della linea melodica arricchita
    più legato e malinconico. Ma dopo questo breve episodio il ri-                           da accenti patetici. È la storia forse un po’ “censurata”, come
    torno alla vocalizzazione, ora gioiosa, ora vagamente languida,
    ci fa capire, come dirà Georges Bizet nella sua Carmen qualche                           10. Pietro Metastasio (1698-1782) fu il più grande poeta italiano dell’età del me-
                                                                                             lodramma: i suoi libretti vennero musicati dalla maggior parte dei compositori
    anno dopo, che la zingara libera è nata e libera morrà.                                  dell’epoca e insieme ad Apostolo Zeno fu artefice della riforma del melodram-
        Composte tra il 1830 e il 1835 e pubblicate nel 1835 sono in-                        ma, rendendolo sostanzialmente più sobrio. Anche per Metastasio ci fu una
                                                                                             tappa napoletana: fu proprio qui che poté venire a contatto con musicisti del
    vece le rossiniane Soirée musicales. Oramai il pesarese, col suo                         calibro di Scarlatti, Vinci, Porpora (del quale fu allievo), Sarro.
    9. Quest’opera non presenta recitativi cantati tra un numero e l’altro, ma parlati.      11. Teodoro Cottrau fu anche amico di Donizetti, Pacini e di F. e L. Ricci: ne pub-
    Prevede personaggi buffi e seri e l’uso sia dell’italiano che del dialetto napoletano.   blicò varie composizioni, favorendone anche la diffusione all’estero.

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di frequente avveniva per i testi troppo “espliciti”, di una bel-               l’impressionismo (grazie alla visualizzazione di ciò che si suo-
    lissima donna che accoglie in una grotticella tanti giovani ai                  na/canta) e il tardo-romanticismo (secondo alcuni, un nuovo
    quali predice il futuro: il suo fascino è sconvolgente a tal pun-               romanticismo).13 Quelle che proponiamo nel programma di
    to che tutti se ne innamorano ma a differenza degli altri, è il                 stasera sono molto diverse per struttura e significato ma non
    narratore a soffrire più di tutti per il peso di questo amore che               certo per intensità. À Chloris (del 1913, dalla seconda raccolta
    non si concretizzerà mai. Queste splendide canzoni si trovano                   di Mélodies, scritte tra il 1896 e il 1921), è su poesia di Théophile
    nella raccolta Echi di Napoli, curata dal pianista e compositore                de Viau (1590-1626): delle dieci stanze di cui il componimento
    Vincenzo De Meglio (1825-1883) che ne tradusse anche il testo                   è strutturato, ne viene usata da Hahn solo una. Questo testo
    in italiano. In questa raccolta, La sorrentina è denominata La                  sembra rimarcare la ricerca della bellezza dell’arte tipica del
    vera sorrentina e figura di autore anonimo. Nella raccolta Eco                  parnassianesimo di cui fu grande esponente Théophile Gau-
    del Vesuvio, divisa in fascicoli ognuno intestato a una località                tier, poeta molto amato da Hahn. Pochi bassi, morbidi, profon-
    napoletana e contenente brani di autori diversi, la canzone, in                 di, rotondi, volti a porre in risalto la purezza e la “verità” della
    italiano, è attribuita a Teodoro Cottrau, in tonalità di si bemolle             melodia. Tali bassi richiamano il basso ostinato di una ciac-
    maggiore (rispetto al do maggiore della raccolta di De Meglio)                  cona che, col suo essere raddoppiato all’ottava, dà al brano
    e, naturalmente, con un arrangiamento diverso.                                  un deciso rigore ritmico, mentre la melodia affidata al piano-
         È inevitabile, pensando a Venezia e Napoli come centri ne-                 forte è delicatamente ornata “alla maniera di Lully” di cui Hahn
    vralgici per lo sviluppo della musica operistica e strumentale                  era grande ammiratore. Riguardo la parte affidata alla voce,
    nel resto dell’Italia e in Europa, che danze quali la Tarantella, o             Hahn utilizza frasi spezzate, quasi a lasciar intendere l’emozio-
    il tema della gita in gondola (rigorosamente a tempo di bar-                    ne e la mancanza di respiro di chi parla della propria amata.
    carola), venissero apprezzati da autori sia italiani che stranie-               Su un basso così rigoroso accompagnato dalla bella melodia
    ri. La mélodie française, nata da una costola della romanza                     del pianoforte, l’effetto che si crea è senza dubbio suggestivo
    settecentesca (e che attinge non solo alla tradizione italiana                  e realistico poiché dà l’idea della cadenza del parlato e dun-
    ma anche a quella tedesca di Schubert), può essere consi-                       que anche dell’emozione che prova colui che dedica il suo
    derata, soprattutto per l’importanza dei testi poetici musicati,                amore a Clori. L’intero brano è pieno di elementi belcantistici
    un genere letterario prima ancora che musicale. L’interprete                    (suspiratio,14 crescendo e diminuendo, effetti di sincope), del
    non deve essere solo cantante ma prima ancora narratore.                        quale Hahn era peraltro profondo estimatore.15 Diverso è il di-
    L’accompagnatore, non solo un pianista ma un’orchestra in                       scorso della mélodie probabilmente più famosa di Hahn, os-
    miniatura.12 Anche Charles Gounod (1818-1893) nelle 6 Mélod-                    sia Si mes vers avaient des ailes (composta nel 1888 su poesia
    ies rende omaggio alla città lagunare con la strofica Venise                    di Victor Hugo da un Reynaldo Hahn appena adolescente). La
    (1849), dove su un accompagnamento “oscillante”, quasi a                        leggiadria dei versi che potrebbero avere ali come lo spirito o
    descriverci il movimento perpetuo ma tranquillo dell’acqua,                     come l’amore o come gli uccelli, viene evocata dal pianoforte
    si scioglie un canto dai toni scuri, così come scura è la de-                   e dai suoi arpeggi carezzevoli. In questa melodia, dunque, il
    scrizione di una città silenziosa e deserta durante la notte. Gli               pianoforte “descrive” mentre la voce “racconta”.
    unici sprazzi di luce provengono dai raggi lunari che illumina-
    no i volti di coloro che aspettano di incontrare un amante. Li                  13. Secondo il musicista Virgil Thomson (1896-1989)  - Virgil
    collier jeté/Sur la beauté! Anche Reynaldo Hahn (1875-1947),                    Thomson, Possibilities, 1:1. Citato in Kathleen Hoover – John Cage, Virgil Thomp-
    assiduo frequentatore dell’ambiente letterario di Mallarmé e                    son: His life and musica, Thomas Yoseloff, New York 1959, p. 250.
    Proust, ci ha lasciato un gran numero di delicate liriche (pe-                  14. La suspiratio è una tra le più antiche figure retorico-musicali, con la quale
                                                                                    si può esprimere il desiderio, il pianto ecc. Non corrisponde necessariamente
    raltro compose 6 Chansons en dialecte vénitien) sospese tra                     a un segno di pausa.
    12. Cfr Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française – Risor-   15. Cfr Maurizio Iaccarino – Reynaldo Hahn e il canto dell’anima – Franco Di
    se digitali sulla musica romantica francese                                     Mauro Editore

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I compositori italiani a cavallo dell’800 e del ‘900, immisero                    zioni infatti, dai respiri agli accenti, sono scritte esplicitamente
     nelle romanze “da salotto” gli accenti melodrammatici che                              (a differenza di quanto avveniva fino alla prima metà dell’800,
     erano propri dell’opera lirica. Anche Giacomo Puccini (1858-                           dove molte indicazioni erano implicite nella prassi esecuti-
     1924), universalmente conosciuto per la sua produzione ope-                            va) e dunque a disposizione degli interpreti per una maggior
     ristica, si dedicò alla composizione di piccole e raggianti perle                      chiarezza esecutiva. Donaudy, dunque, accorpa la tradizione
     da camera. Nella ninna-nanna E l’uccellino (1899), con lontane                         settecentesca di una linea melodica assolutamente inerente
     reminiscenze de La Rondine (opera, come La Bohème, di am-                              al testo e ai suoi affetti, e la necessità, tutta novecentesca, di
     bientazione parigina…), la semplice melodia affidata al canto                          particolarizzare lo spartito con ogni genere di indicazione (ben-
     è accompagnata dai tocchi leggiadri del pianoforte che imi-                            ché già l’ultimo Verdi ci abbia abituati a questo tipo di lettura,
     ta deliziosamente il cinguettio dell’uccellino che “canta sulla                        dove nulla è lasciato al caso). Se la “riscoperta” dei classici in
     fronda”.16 Sole e amore (1888), pubblicata sul supplemento del                         una chiave più elaborata e moderna fu appannaggio di molti
     periodico artistico-musicale Paganini, è un “germe” (termine                           compositori a cavallo tra ‘800 e ‘900, con Mario Pilati (1903-1938)
     usato da Puccini stesso nella dedica sull’autografo donato a                           napoletano di origine e formazione, e i suoi Echi di Napoli (1933,
     Francesco Paolo Tosti) del celebre quartetto del terzo atto de                         poi trascritti per orchestra nel 1935) assistiamo a una delle più
     La Bohème. In questa gemma preziosa si trovano elementi                                genuine ricreazioni del mondo musicale e sentimentale popo-
     caratteristici tipici della scrittura pucciniana, quali ad esem-                       laresco.20 Basati su poesie popolari, si tratta di 8 brani (dei quali
     pio controtempi, accelerazioni melodiche dovuti a quartine o                           proponiamo Tammurriata) che secondo il Gavazzeni non si di-
     terzine che suggeriscono l’effetto “rubato”.17                                         menticano per il loro senso realistico, per la scrittura che marca
          La tradizione melodica italiana e della gloriosa scuola na-                       lo stile e gli dà determinatezza e valore d’arte.21
     poletana fu recepita ed elaborata anche da Stefano Donaudy                                  Tra XIX e XX secolo, la fortuna dell’opera lirica, della di lei
     (1879-1925), ricordato soprattutto per le sue Arie di stile antico,                    figlia operetta (parigina, viennese, inglese) e della melodia
     nelle quali la nostalgia del classico si fonde con la ricchezza ar-                    “all’italiana” non si limitò a fermarsi in Europa: volò oltreoceano
     monica e la fantasia di un compositore di fine secolo che però                         per mettere radici negli Stati Uniti, a Broadway, facendo na-
     dalla romanza fin de siècle, accusata di essere spesso troppo                          scere la commedia musicale americana (musical comedy),
     convenzionale nella sua struttura, si distaccò completamente.18                        di carattere brillante (senza escludere però alle volte motivi
     No, non mi guardate e la villanella Perché dolce, caro bene sono                       anche tragici), con brani musicali di varia derivazione ispirati
     leggermente diverse per forma (la prima con un tema, uno svi-                          all’opera lirica, al jazz, alla musica leggera. È per questo mo-
     luppo e la ripresa del tema, l’altra strofica), la prima in modo                       tivo che abbiamo deciso di inserire in programma un brano
     maggiore malinconicamente ironica, la seconda in modo mi-                              all’apparenza avulso da tutto il resto: Kiss me again, tratto da
     nore teneramente patetica.19 Notevole è in entrambe la dovizia                         M.lle Modiste di Victor Herbert (1858-1924, praticamente as-
     di particolari dei quali è corredata la partitura. Tutte le indica-                    solutamente coevo del “nostro” Puccini!) che è considerato
                                                                                            uno dei massimi esponenti della musical comedy, è un brano
     16. Il linguaggio musicale ha radici più antiche di quello umano. Tali radici sono
                                                                                            nel quale l’idea melodica è probabilmente superiore a quella
     senza dubbio comuni in tutte le forme di vita superiore. Tantissimi compositori
     hanno “attinto” alla bellezza del mondo animale per le loro creazioni, infatti la      armonica. Ma l’orchestrazione e la passionalità del testo ne
     letteratura musicale è piena di brani nei quali la voce umana imita il canto           fanno un piccolo capolavoro. Ascoltando i languidi versi Safe
     degli uccelli (ad esempio, Le rossignol et la rose di Camille Saint-Saëns o Le
     rossignol di Alabiev, tra i più famosi), ma anche di veri e propri cicli strumentali   in your arms/far from alarms/Daylight shall come but in vain/
     e/o vocali dedicati agli animali.                                                      Tenderly pressed close to my breast/Kiss me, kiss me again ci
     17. Michael Kaye, The Unknown Puccini, Oxford University Press, New York, 1987         sentiamo forse tutti un po’ più al sicuro, “protetti” e speranzosi
     18. Fonte: Enciclopedia Treccani.                                                      che gli abbracci e i baci che ci mancano da così tanto tempo
     19. La villanella di Donaudy, di argomento profano, è molto più vicina alla villa-     possano ritornare presto a colmare le nostre vite.
     nella napoletana (nata nel XVI secolo e che porterà poi alla nascita della can-
     zonetta e del madrigale: proprio del madrigale, “accusato” talvolta di ecces-
     sivo manierismo, la villanella era spesso una parodia) che a quella francese.
     Quest’ultima nasceva come ballata in imitazione di canti contadini tramandati          20. Roberto Zanetti, La musica italiana del Novecento, Bramante editore, 1985,
     per via orale (squisito esempio è la Villanelle della belga Eva Dell’Acqua, una        VOL: II, pp. 952-954.
     tipica Chanson rurale).                                                                21. G. Gavazzeni, Mario Pilati, in Musica d’oggi, n. 1, 1939, pagg. 10-13

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GLI INTERPRETI

     Maria Grazia Schiavo                                                         Maurizio Iaccarino
     Le interpretazioni di Maria Grazia Schiavo la affermano come uno dei         Si è brillantemente diplomato presso il Conservatorio Carlo Gesual-
     più interessanti soprani della sua generazione nel repertorio baroc-         do Da Venosa di Potenza sotto la guida di Massimiliano Albanese. Ha
     co, tradizionale e nel Bel Canto: Violetta ne La Traviata diretta da Nello   studiato Composizione presso il Conservatorio San Pietro a Majella,
     Santi; il ruolo titolo in Lucia di Lammermoor diretta da Roberto Abba-       dove ha anche iniziato ad approfondire lo studio del repertorio operi-
     do, Adina in Elisir d’amore diretta da Bruno Campanella, Pamina ne Die       stico e vocale con Alfonso Amato e prestato la propria collaborazione
     Zauberflöte, diretta da Michele Mariotti, Donna Anna nel Don Giovanni        nella classe di Musica da Camera di Antonio Florio. Contemporanea-
     diretta da Christofer Hogwood, La Contessa di Folleville nel Viaggio a       mente si è dedicato allo studio del canto, e cominciato lo studio del
     Reims, Konstanze nel Die Entführung aus dem Serail, Gilda nel Rigoletto      clavicembalo con Enrico Baiano, e successivamente perfezionato
     diretta da Stefano Ranzani.                                                  al Conservatorio San Pietro a Majella la propria formazione musicale,
          Partecipa al concerto inaugurale diretto da Riccardo Muti per la ri-    conseguendo, col massimo dei voti e lode, il diploma accademico di
     apertura, dopo il restauro, del Teatro di San Carlo a Napoli cantando        secondo livello in accompagnamento al pianoforte con Antonio Ma-
     il “Veni Creator Spiritus” di Jommelli; va in tournée col Demofoonte di      ione.
     Jommelli diretto da Riccardo Muti, regia Cesare Lievi, ruolo di Dircea a         È stato premiato in numerosi concorsi dedicati alla musica da
     Salisburgo (Festival di Pentecoste), Parigi e Ravenna.                       camera e nel 2010 al Concorso Internazionale per cantanti e piani-
          Ottime le recensioni, tra cui quella del prestigioso Financial Times:   sti collaboratori Rolando Nicolosi di Roma, risultando peraltro tra i più
     “luminous, heartfelt singing of Maria Grazia Schiavo as Dircea stood         giovani vincitori. Vanta prestigiose collaborazioni con il Teatro San
     out”.                                                                        Carlo di Napoli, Teatro Regio di Torino, Teatro Verdi di Salerno, del qua-
          Scelta dal maestro Riccardo Muti per il Festival di Pentecoste 2010     le è maestro di sala dal 2013, Ravello Festival, Festival de Royaumont,
     di Salisburgo canta nel ruolo di Amital ne La Betulia Liberata, oratorio     Cappella della Pietà de’ Turchini, Musikaakademie Siegerland Süd-
     giovanile di Wolfgang Amadeus Mozart.                                        westfalen. È stato maestro accompagnatore in concorsi nazionali e
          La popolare trasmissione radiofonica La Barcaccia le ha dedicato        internazionali per cantanti e strumentisti. Attualmente è collaborato-
     un’intera puntata in occasione del suo debutto – con ottimo riscontro        re al pianoforte nonché spartitista presso il Conservatorio San Pietro
     di critica – all’Opera di Roma nel ruolo protagonista di Konstanze de Il     a Majella di Napoli e il Conservatorio Giuseppe Martucci di Salerno. È
     ratto dal serraglio, che mancava dal teatro romano da 38 anni.               pianista accompagnatore del Coro Polifonico di Napoli “Joseph Gri-
          Partecipa alla Los Angeles Opera ad un gala in onore di Placido Do-     ma” diretto da Luigi Grima, che ha debuttato con grande successo il
     mingo. Ha cantato nello Stabat Mater di Rossini nella Città del Vaticano     28 giugno 2018 presso il Museo Archeologico di Napoli. Ha pubblicato
     di fronte al Presidente della Repubblica Napolitano ed a Papa Bene-          per la Franco di Mauro Editore alcuni saggi nonché una serie di rifles-
     detto XVI.                                                                   sioni sull’accompagnamento pianistico intitolati “Diario di bordo di un
          Approda al Teatro alla Scala nel Tamerlano di Händel interpretando      pianista accompagnatore”.
     il ruolo di Asteria al fianco di Placido Domingo, spettacolo con la dire-
     zione di Diego Fasolis e la regia di David Livermore che vince il Premio
     Abbiati.
          Ha cantato al Teatro del Maggio Fiorentino nella Missa in Tempore
     Belli sotto la direzione di Zubin Metha.
          Gli impegni recenti e futuri includono La Traviata all’Opéra di Roma,
     il Don Giovanni all’Opéra Royale de Liège, Les Contes d’Hoffmann al Te-
     atro di San Carlo, Die Entführung aus dem Serail al Grand Théâtre de
     Genève, Rigoletto al Palau des Arts di Valencia sotto la direzione di Ro-
     berto Abbado.

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con il sostegno di
IL PROGETTO                                                                   IL COMITATO

                                                                                   Il Comitato AMUR nasce in maggio 2020 dalla volontà di riunire alcune tra le più
                                                                                   importanti istituzioni d’Italia della musica da camera in un unico organismo, con
                                                                                   lo scopo di promuovere attività e obiettivi comuni. Preceduto dall’esperienza quin-
                                                                                   quennale di Associazioni Musicali in Rete (da qui “AMUR”), il Comitato si è formato
                                                                                   proponendosi come forza propulsiva e propositiva, per una risposta concreta e Na-
                                                                                   zionale alla vita culturale, puntando anche alla partecipazione a reti internazionali.
                                                                                   Il valore del fare sistema, che da sempre accomuna le istituzioni coinvolte, si tra-
                                                                                   muta in impegno comune: le Istituzioni della musica classica, consce della respon-
                                                                                   sabilità morale e dell’eredità culturale da tramandare alle nuove generazioni, in-
                                                                                   tendono stimolare ulteriori adesioni e altrettante unioni virtuose in Italia e all’estero,
                                                                                   e al tempo stesso rilanciare l’attività concertistica di musica classica nel Paese.
                                                                                   Gli enti concertistici storici, da Trieste a Napoli, si riuniscono con l’obiettivo di valo-
     Il progetto Silenzio in sala a tempo di Musica nasce dal dialogo tra il       rizzare tutta la programmazione concertistica dei membri del Comitato Amur e
     Comitato Amur e il fotografo Daniele Ratti e coinvolge le realtà che          promuovere progetti comuni come la circuitazione di giovani professionisti e l’or-
     fanno capo al Comitato e che si identificano nelle più importanti isti-       ganizzazione di tournée per artisti italiani e internazionali, convegni, viaggi culturali,
                                                                                   manifestazioni che arricchiscano la vita culturale del Paese. Il Comitato rivolge al
     tuzioni operanti nella musica classica.
                                                                                   giovane pubblico un’attenzione particolare impegnandosi a programmare prove
                                                                                   aperte e progetti speciali rivolti alle scuole.
     Musica e fotografia si incontrano con l’obiettivo di supportare i mu-
     sicisti nell’attuale contesto di incertezza e ricreare una stagione 20/21
                                                                                   fanno parte del comitato amur:
     a porte chiuse ma raccontata attraverso immagini e suoni.
                                                                                   campania:  Associazione Alessandro Scarlatti
                                                                                   emilia romagna:   Associazione Ferrara Musica, Fondazione Musica Insieme di Bolo-
     13 concerti, 13 teatri, 13 scatti sono i protagonisti di Silenzio in Sala a   gna e Società dei Concerti di Parma
     Tempo di Musica e diventano il contenuto di azioni mirate di comu-            friuli-venezia giulia: Società dei Concerti di Trieste

     nicazione e promozione a supporto degli artisti e del mondo della             lombardia: Società del Quartetto di Milano e Fondazione La Società dei Concerti di

     cultura.                                                                      Milano
                                                                                   marche: Marche Concerti
                                                                                   sicilia: Associazione Musicale Etnea e Associazione Siciliana Amici della Musica
                                                                                   toscana: Associazione Musicale Lucchese
           “Come si fa a fotografare la musica?                                    umbria: Fondazione Perugia Musica Classica Onlus

           Immaginate un teatro fermo, immobile; immaginate il                     veneto: Amici della Musica di Padova e Società del Quartetto di Vicenza

           centro della scena, una luce sola che illumina il musicista
           ed il suo strumento; immaginate che inizi a suonare per
                                                                                   L’importanza di creare una collaborazione stabile e unica tra enti di tale espe-
           un tempo determinato.                                                   rienza e rappresentatività del territorio si accompagna alla volontà di estendere
           Ora davanti a lui rivolto verso la platea c’è una macchina              la partecipazione ad altre istituzioni musicali con caratteristiche analoghe e che
           fotografica ed un fotografo, fermi immobili che per tutto il             condividano le finalità del Comitato Amur, diffuse su tutto il territorio nazionale.
           tempo della performance; a camera fissa viene scattata                   Per consentire la maggior visibilità a livello anche internazionale delle attività del
                                                                                   Comitato e dei suoi membri, il Comitato Amur ha realizzato un portale web che
           una sola fotografia.
                                                                                   armonizzi le programmazioni artistiche delle singole istituzioni.
           Il risultato: un teatro immobile da una parte ed una figura
           in movimento dall’altra. In questo momento immobile la
           musica vive.”

                                                        Daniele Ratti

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PROSSIMI CONCERTI

Sabato 16 gennaio 2021 ore 18.00

ILYA GRINGOLTS violino
PETER LAUL pianoforte
Ludwig van Beethoven – Integrale delle Sonate
per violino e pianoforte – secondo concerto

Sonata in mi bemolle maggiore op. 12 n. 3;
Sonata in la maggiore op. 30 n. 1;
Sonata in fa maggiore op. 24 La primavera

Guida all’ascolto di Stefano Valanzuolo
www.ilteatroinrete.it

Sabato 23 gennaio 2021 ore 18.00

ILYA GRINGOLTS violino
PETER LAUL pianoforte
Ludwig van Beethoven – Integrale delle Sonate
per violino e pianoforte – terzo concerto

Sonata in la maggiore op. 12 n. 2;
Sonata in do minore op. 30 n. 2;
Sonata in sol maggiore op. 96

Guida all’ascolto di Stefano Valanzuolo
www.ilteatroinrete.it

                                                19
www.associazionescarlatti.it
Piazza dei Martiri 58, Napoli − tel. +39 081 406011

La Associazione Scarlatti fa parte del Comitato AMUR

                  Evento realizzato con   Questa iniziativa
                  il contributo della     è contro il “sistema”
                  Regione Campania        della camorra
                  L.R. 6/2007
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