MALTE CEMENTIZIE SPECIALI CON FUMO DI SILICE - Ing. Mario Berra Dr. Salvatore Tavano
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Ing. Mario Berra Dr. Salvatore Tavano MALTE CEMENTIZIE SPECIALI CON FUMO DI SILICE Summary A new material, called Silica Fume, with pozzolanic and filler function is tested in cement mortars. These two E functions are much more effective than those obtained from pozzolana or slag. Silica Fume is a by-product from silicon and ferro-silicon industry. It is employed with very good results when a superplasticizer based on sulphonated naphthalene formaldehyde condensate is added to the cement mortars. In this work special mortars with low water/cement + Silica ratio are evaluated in comparison with traditional mortars without Silica Fume. The determined characteristics are the following: setting time, compressive and flexural strengths, modulus of elasticity, pull out, drying shrinkage and frost resistance. All these characteristics, compared with those of mortars with low water/cement ratio but without Silica fume, show very important improvements. 1. INTRODUZIONE Nell'ambito dei problemi del recupero energetico e di riduzione dell'inquinamento un nuovo materiale sta trovando posto tra i componenti dei conglomerati cementizi: il fumo di silice. Questo materiale è una polvere di scarto ottenuta dai pro- cessi di produzione dei Silicio e delle leghe Ferro-Silicio e costituisce, quando sia aggiunto agli impasti cementizi, un componente che esplica una funzione di filler ed una funzione pozzolanica. Queste due azioni si collocano ad un livello di efficacia più elevato rispetto a quello dei materiali finora conosciuti così da rendere interessante il loro studio ed il loro sfruttamento. In questo lavoro vengono esaminate alcune proprietà dei conglomerati cementizi modificati con l'aggiunta di fumo di silice, con particolare riguardo a malte per impieghi speciali. 2. FUMO DI SILICE Si tratta di una polvere costituita da particelle di silice provenienti dalla condensazione di un fumo nei forni di riduzione della quarzite per la produzione di silicio metallico o sue leghe. Alla temperatura di reazione di 2000 °C questo fumo, lasciando i forni, viene bruscamente raffreddato a 200 °C e non ha il tempo di reintegrare una fase cristallina, dando quindi origine ad una tipica struttura amorfa. La polvere così ottenuta viene abbattuta con opportuni impianti di filtrazione e immagazzinata in silos. In tabella 1 viene mostrata l'analisi chimica di un tipico fumo di silice. Altre caratteristiche dei materiale sono indicate in tabella 2. Particolare attenzione merita il valore di superficie specifica che risulta essere circa 50 volte più elevato di quello di un normale cemento o di una cenere volante. A livello morfologico il materiale può essere definito come una silice colloidale costituita da: a) Particelle sferiche isolate di SiO2 amorfa, con diametro compreso tra 0,01 e 0,50 gm. b) Agglomerati di dette particelle costituenti degli ammassi globulari di forma più o meno sferica, con diametro da 1 a 3 µm. L'analisi spettrografica ai raggi X e quelle svolte per mezzo della diffrazione elettronica confermano l'assenza di qualsiasi struttura cristallina. L'osservazione al microscopio elettronico dimostra invece l'esistenza di legami tra le diverse particelle sferiche costituenti gli agglomerati (fig.1)
3. PASTE CEMENTIZIE MODIFICATE CON FUMO DI SILICE Solo nella letteratura recente si trovano riferimenti relativi all'impiego di fumo di silice negli impasti cementizi [1,2,3,4,5,6]. In particolare assai scarse sono le pubblicazioni in lingua italiana [7]. Negli anni '70 questo materiale era considerato uno scarto di produzione e pertanto veniva per lo più depositato in apposite discariche. Solo dalla fine degli anni '70 il prodotto venne via via rivalutato ed attentamente studiato per vari impieghi, soprattutto nei conglomerati cementizi. e stato coniato anche un termine inglese «Microsilica concrete» che serve ad identificare un certo tipo di calcestruzzo modificato con fumo di silice le cui proprietà provengono essenzialmente, come si vedrà in seguito, dalle differenti caratteristiche che la pasta di cemento con fumo di silice presenta nei confronti di una normale pasta. Nei conglomerati cementizi il fumo di silice può essere sostanzialmente utilizzato in due modi: a) In sostituzione di parte dei cemento, laddove è disponibile a bassi costi. b) In aggiunta al cemento per migliorare le proprietà delle paste, delle malte e dei calcestruzzi, allo stato fresco e soprattutto a quello indurito. Poiché il fumo di silice è un sottoprodotto dell'industria del silicio, esso è reperibile a costi relativamente bassi solo nelle aree in cui l'energia elettrica, fonte primaria per la produzione dei silicio, è disponibile in grandi quantità (USA, URSS, Norvegia ecc.). Inoltre, dato il basso peso specifico in mucchio, i costi di trasporto hanno una incidenza molto elevata sul prezzo finale dei materiale. Questi sono i motivi per cui l'uso dei fumo di silice in sostituzione al cemento appare meno importante che non l'uso come aggiunta. Inoltre il miglioramento della durabilità e la possibilità di produrre conglomerati cementizi ad elevate resistenze meccaniche con processi di routine, rendono ancora più interessante quest'ultimo tipo di applicazione. A riguardo della durabilità si possono citare gli studi di Sollevold [8] sulla struttura dei pori di paste di cemento e fumo di silice. Egli ha concluso che a rapporto a/c costante la porosità totale non cambia rispetto a quella di una pasta di solo cemento, ma la dimensione dei pori è notevolmente ridotta rendendo più difficile la penetrazione dell'acqua e diminuendo quindi la permeabilità. Come detto nell'introduzione, il fumo di silice nelle paste di cemento, e quindi nei calcestruzzi, esplica una funzione di filler e una funzione pozzolanica, che può essere misurata determinando la quantità di idrossido di calcio che si sviluppa nel tempo in paste contenenti differenti dosaggi di fumo di silice. Regourd [9,10] ha trovato nei suoi lavori che l'attività pozzolanica si colloca ad un alto livello. Altri ricercatori come Trattenberg l'hanno valutata a livello medio [11]. Un'altra proprietà importante delle paste di cemento con fumo di silice, è quella di incorporare, e quindi bloccare, la diffusione dello ione cloro proveniente dall'esterno ed inoltre di reagire con gli idrossidi alcalini presenti nella pasta di cemento [12,13,14]. Quest'ultima proprietà può in parte spiegare l'elevata resistenza delle paste, e quindi dei calcestruzzi modificati con fumo di silice, nei confronti dell'espansione dovuta alla reazione aleali-aggregato. 4. MALTE SPECIALI CON BASSISSIMO RAPPORTO A/C. Normalmente il fumo si silice viene considerato come legante e pertanto il rapporto a/c è trasformato nel rapporto, a/(e+s) dove con s si intende il dosaggio di fumo di silice. Un particolare utilizzo dei fumo di silice consiste nel confezionare malte speciali con bassissimo rapporto a/(c+s). Questo tipo di impasto, per la sua composizione particolare, richiede un accurato controllo e dosaggio dei componenti. Ciò può essere garantito attraverso l'impiego di un premiscelato prodotto industrialmente. E’ noto che il rapporto a/c stechiometrico è 0,23 (acqua di combinazione) [15]. Tuttavia poiché la reazione di idratazione è in competizione con fenomeni di assorbimento d'acqua da parte dei micropori di gelo, occorre fornire al sistema, oltre all'acqua di combinazione,
anche quella necessaria per saturare i micropori. Se la stagionatura nel conglomerato cementizio avviene sotto acqua o in atmosfera satura d'umidità il rapporto a/c minimo per idratare tutto il cemento e per saturare i micropori è pertanto intorno a 0,36 [16]. L'aggiunta di fumo di silice al sistema consente, in relazione alla sua estrema finezza (alcune particelle hanno dimensioni dell'ordine dei micropori ovvero di 0,01-0,05 µm), di riempire i vuoti tra le più grandi particelle di cemento (funzione di filler). Si ottiene in questo modo un sistema che lascia a disposizione dell'acqua un volume molto piccolo. Ciò fa si che il rapporto a/(c+s), al momento dei confezionamento dell'impasto, possa scendere al di sotto dei valore di 0,36 a condizione però che vengano annullate le forze di attrazione fra le particelle più fini costituenti il sistema [17].Quest'annullamento, in un sistema così povero d'acqua, è possibile solo in presenza di un agente che disperda tutte le particelle e in modo particolare quelle di fumo dì silice. Tale azione si ottiene aggiungendo all'impasto un super fluidificante disperdente che viene assorbito dalle particelle e che agisce attraverso un meccanismo basato su due fenomeni: il primo di impedimento sterico, il secondo di repulsione elettrostatica fra le particelle caricate negativamente. Nel seguito viene presa in esame una malta cementizia confezionata con fumo di silice e super fluidificante a base di naftalen solfonato condensato con formaldeide avente una particolare composizione. 5. PROPRIETA’ FISICO MECCANICHE E DURABILITA’ DI MALTE CON RAPPORTO A/(C+S) MINORE DI 0,36 Nei laboratori dei Centro di Ricerca Idraulica e Strutturale (CRIS) dell'ENEL è stata condotta una serie di prove speri- mentali con lo scopo di accertare le proprietà di una malta premiscelata modificata con fumo di silice, caratterizzata da una bassissima richiesta di acqua. Sono state verificate sia le caratteristiche meccaniche della malta indurita, sia alcune proprietà riconducibili alla durabilità, confrontando i risultati con quelli forniti da analoghe malte tradizionali, non contenenti fumo di silice. 5.1. Materíalí, modalità di confezione e prove la malta premiscelata presa in esame è costituita da cemento Portland ad alta resistenza, fumo di silice, additivo superfluidificante disperdente, e sabbia dì prefissata granulometria con dimensione massima dei granulo pari a 4 mm. l'acqua aggiunta è stata dei 6% sul peso totale della miscela secca. Un aspetto molto importante per una corretta utilizzazione di questo materiale è rappresentato dalle modalità di confezione. Esse prevedono una accurata e continua miscelazione per circa 10 minuti durante i quali la malta assume una consistenza rigido-plastica (spandimento secondo UNI 7044 pari a 44-48). Inoltre, dopo il getto è indispensabile ricoprire opportunamente le superfici del provini, evitando il più possibile l'evaporazione. Sono state confezionate diverse serie di provini. la maturazione dei quali, dopo la sformatura a 24 ore dal confezionamento, è avvenuta in acqua a 20 °C. Le caratteristiche fisico- rneccaniche determinate sono: - tempi di presa; - resistenza a compressione; - resistenza a flessione; - resistenza a trazione indiretta; - comportamento post-rottura; - pull-out. - ritiro plastico e da essiccamento; - resistenza ai cieli di gelo e disgelo;
- modulo elastico. 5.2. Risultati 5.2.1. Tempi di inizio e fine presa I tempi di inizio e fine presa sono stati determinate secondo la norma UNI 7123-72 «Determinazione dei tempi di inizio e fine presa mediante la misura della resistenza alla penetrazione per calcestruzzi e malte». I valori trovati sono di circa 17 ore per l'inizio presa e di 20 ore per la fine presa. 5.2.2. Resistenza a compressione, flessione e trazione La resistenza a compressione e flessione è stata determinata sia su travetti 4x4x16 cm secondo le norme sui requisiti di accettazione dei cementi (D.M. 3/6/68) che su provini di dimensione superiore: cubi da 10 cm di lato per le compressioni e prismi 10x10x50 cm per le flessioni. Le prove di resistenza a trazione indiretta - brasiliana sono state condotte su provini cubici 10x10x10 cm. In Tabella 3 sono riportati i valori di compressione (Re) e flessione (Rf) ottenuti sui travetti 4x4x16 cm alle stagionature di 1,3,7,28,90 e 180 giorni. La Tabella 4 mostra invece i valori di compressione, flessione e trazione indiretta (Rt) ottenuti su cubi e prismi alle stagionature di 7 e 28 giorni. I risultati forniti rappresentano la media di 3 o più provini. Non si è notata alcuna particolare dispersione dei risultati. la densità apparente in condizioni sature è risultata mediamente di 2380 kg/m3. 5.2.3. Comportamento post-rottura Il comportamento post-rottura delle malte esaminate è stato determinato su provini cilindrici con dimensioni di 5 cm di diametro e 10 di altezza, ottenuti per carotaggio da cubi. Ciascun provino è stato sottoposto a una sollecitazione di compressione monoassiale con una macchina sufficientemente rigida tale da poter seguire la fase di post-rottura dei materiale. Tutte le prove sono state condotte con una velocità di deformazione costante di 2,5 µm/sec, registrando la curva completa sforzo- deformazione di cui un esempio è riportato in figura 2. E’ stato così possibile fornire una valutazione della fragilità o duttilità di questa malta. 5.2.4. Pull-out La determinazione della resistenza di pull-out o di sfilamento della malta in esame è stata condotta misurando la forza richiesta per sfilare una barra metallica Ø 20 mm annegata in un getto di malta contenuto nella cavità di un cilindro di calcestruzzo ad alta resistenza (fig. 3). Questa prova fornisce una indicazione dell'aderenza tra ferro e malta, particolarmente importante nel caso di ancoraggi. Poiché tali ancoraggi richiedono normalmente l'uso di una malta autolivellante, si è modificato il contenuto d'acqua del 6% in peso sul peso della miscela secca, portandolo al 7%. D'altra parte prove preliminari su cubi 10x10x10 confezionati con il 7% d’acqua hanno fornito, alle diverse stagionature, (1, 2, 7, 28 giorni), i valori riportati in tabella 5. In tabella 6 vengono invece mostrati i risultati delle prove di pull-out condotte alle stesse stagionature.
5.2.5. Ritiro plastico e ritiro da essiccamento La variazione di volume che segue il processo di idratazione dei cemento e in particolare la diminuzione dei volume totale dei sistema acqua e cemento può essere distinta in variazione volumetrica che si verifica quando la miscela è ancora plastica (Ritiro plastico) e variazione volumetrica che si verifica nella pasta indurita (Ritiro idraulico). Entrambi sono stati misurati in un ambiente con condizioni termoigrometriche costanti (20 OC e 50% UR). In figura 4 è riportato l'andamento dei ritiro plastico nelle prime 48 ore. A 8 ore si raggiunge un valore di circa 1.900 µm/m, mentre per tempi più lunghi le misure di variazione volumetriche si assestano a livelli inferiori. Il ritiro idraulico o da essiccamento, invece, controllato dopo una maturazione in acqua di 7 giorni, per un tempo di 5 mesi su dei provini di dimensione 1 0 x 1 0 x 50 cm', ha registrato un valore massimo di circa 400 µm/m con un valore asintotico a 430 µm/m (figura 5). 5.2.6. Resistenza ai cicli di gelo e disgelo e Modulo elastica Per la determinazione della resistenza alla degradazione per cieli di gelo e disgelo si è seguita la normativa UNI 7087-72, utilizzando provini di dimensioni 10x10x40 cm. Dopo le iniziali fasi di stagionatura, protratte per 90 giorni, alcuni provini sono stati sottoposti ai cicli di gelività. Per le dimensioni in esame la norma prevede cieli di 8 ore con temperature variabili da +5 °C in acqua a -25 °C in aria. Altri provini di riferimento, invece, sono stati conservati in normali condizioni per lo stesso periodo di tempo. La norma prevede inoltre che le prove, a meno di un precoce deterioramento, devono essere condotte per 300 cicli, misurando e confrontando i moduli elastici dei provini sottoposti ai cieli e quelli dei provini di riferimento. Nel caso in esame la prova è stata protratta fino ai 400 cicli. In tabella 7 è mostrato come varia il modulo elastico statico dei tre provini sottoposti a gelività, così come quello dei due di riferimento, all'aumentare del numero dei cicli. 5.3 Confronti e osservazioni A causa della ridottissima quantità d'acqua la malta allo stato fresco ha mostrato delle spiccate caratteristiche di coesione. Il notevole ritardo dei tempi di inizio e fine presa registrato (l'intervallo di circa tre ore può essere considerato normale) (par. 5.2.1.) può essere attribuito alla particolare composizione della malta. Inoltre il fatto che, per la malta esaminata, il bleeding è praticamente nullo, pur essendo di per sè un aspetto positivo, obbliga a un controllo accurato della stagionatura per limitare le conseguenze negative del ritiro plastico. Questo particolare ritiro avviene quando la velocità di evaporazione dell'acqua dalla superficie di un conglomerato cementizio fresco supera la velocità di essudazione o bleeding, causando fessurazioni. I risultati ottenuti (par. 5.2.5) evidenziano un ritiro massimo della malta, a 8 ore dal con- fezionamento, di circa 1 900 µm/m che è certamente superiore a quello di una analoga malta senza fumo di silice con normali rapporti acqua-cemento. Tuttavia in corrispondenza dei periodo di presa si registra un aumento di volume che riporta il valore di ritiro a circa 1200 µm/m. più usuale per una normale malta. In ogni caso il problema di eventuali fessurazioni viene facilmente risolto impedendo, attraverso dei fogli di politene o film adatti posti sulla superficie della malta, l'evaporazione dell'acqua durante la prima fase di
maturazione. I risultati delle resistenze a compressione (par. 5.2.2.) mostrano valori che, per stagionature oltre i 7 giorni, sono superiori ai 100 MPa; se confrontati con i valori forniti da analoghe malte preconfezionate per ripristino strutturale, segnano, alle varie stagionature, miglioramenti di più dei 30%. Anche le caratteristiche di resistenza a flessione e il modulo elastico (par. 5.2.6.) mostrano sensibili miglioramenti. Le curve sforzo-deformazione complete della fase di post rottura (par 5.2.3 e fig. 2) evidenziano invece come la malta in esame abbia un comportamento fragile, dei resto prevedibile in quanto in generale una crescita delle resistenze conduce ad una accentuazione della fragilità. Inoltre la fig. 2 mostra come il diagramma sforzi-deformazioni sia sostanzialmente rettilineo fin quasi a rottura denotando un comportamento perfettamente elastico e una scarsa tendenza a deformarsi plasticamente (creep). Per una valorizzazione di questo materiale fragile risulta utile in fase pratica l'aggiunta di fibre che consente un apporto di risorse di duttilità. Inoltre le particelle ultrafini di fumo di silice, opportunamente disperse dal superfluidificante, aderiscono perfettamente alla superficie della fibra, aumentandone la resistenza allo sfilamento. Questa proprietà vale naturalmente anche per i ferri di armatura e può essere dimostrata dalle prove di sfilamento (pull-out). Per la particolare metodologia adottata (par. 5.2.4) ed inoltre per la mancanza di sicuri valori di confronto, sono state condotte delle apposite prove comparative su analoghe malte impiegate per ancoraggi. I risultati dei confronto sono mostrati in tabella 5. Il valore di ritiro da essiccamento (par. 5.2.5) registrato (400 µm/m) è nettamente inferiore ai valori di malte aventi analoghi contenuti di cemento e pari lavorabilità (1000 µ/m). Tale risultato è in relazione con i bassissimi rapporti al(c+s) che si possono realizzare impiegando la malta in esame, senza pregiudizio per la lavorabilità. Inoltre, grazie anche agli elevati valori di resistenza a trazione, essi lasciano prevedere l'assenza di fessurazioni a beneficio dell'impermeabilità e quindi della durabilità nel tempo. Infine la malta in esame, sottoposta ai cicli di gelo e disgelo, si è comportata in modo più che soddisfacente avendo fatto registrare, dopo 400 cicli, un sostanziale mantenimento dei valore iniziale dei modulo elastico statico. Questo risultato assume maggior rilievo tenendo conto che nella malta non è presente aria occlusa, come è confermato dal valore di densità in condizioni sature (2380 kg/m3). Poiché questa malta potrebbe essere utilizzata per applicazioni speciali, sarebbe auspicabile l'esecuzione di prove di resistenza al gelo in presenza di sali disgelanti [17] e di prove atte a caratterizzare la resistenza all'usura [18]. 6. CONCLUSIONI L'utilizzo dei fumo di silice negli impasti cementizi, accoppiato ad un opportuno superfluidificante, permette di confezionare impasti con bassissimo rapporto acqua/cemento + silice, mantenendo ancora buone lavorabilità. Ciò è reso possibile dall'elevatissima finezza di questo materiale che riempie i vuoti tra le particelle di cemento (effetto filler) e realizza un sistema estremamente compatto ed addensato, lasciando a disposizione dell'acqua un volume molto piccolo. Questo fatto, insieme ad una efficace azione pozzolanica, giustifica le elevatissime prestazioni che si possono ottenere con miscele cementizie modificate con fumo di silice, sia a livello di caratteristiche meccaniche, in particolare alle brevi stagionature, che a livello di durabilità nel tempo. I risultati delle prove sperimentali condotte su una malta .contenente fumo di silice e un additivo superfluidificante disperdente dei tipo naftalensolfonato (NSF) hanno infine consentito di verificare direttamente le prestazioni di tali miscele.
7. BIBLIOGRAFIA [1 ] Malhotra, V. M., Carette, G. G.: Silica Fume. A Pozzolan of new interest for use ín some concretes, Concrete Construction, May 1982, pp. 444-446. [2] Mehta, P. K., Giorv, 0. E.: Properties of Portland Cement Concrete containing Fly- Ash and Condensed Silica fume, Cement and Concrete Research, Vol. 12, pp. 587- 595, 1982. [3] Buil, M., Pailliere, A. M., Roussel, B., High strongth mortars containing condensed Silica Fume, Cement and Concrete Research, vol. 14, pp. 693-704, 1984. [4] Buii, M., Pailliere, A. M., Utilisation des fillers ultrafins dans les betons, Symposium lnternational sur les Granulats, Nice, 21-23 mai 1984.
Tab. 7 Modulo elastico (Mpa) dei provini sottoposti a gelività e dei provini di riferimento Cicli 0 20 50 80 250 400 Provini I 47.500 49.000 50.600 49.800 40.700 38.200 II 44.400 44.400 49.200 44.200 39.200 36.000 III 45.900 46.100 50.200 50.300 42.400 41.000 IV Rif. 46.100 47.600 50.200 51.500 40.600 51.000
Tab. 8 Resistenza allo sfilamento della malta in esame (con fumo di silice) e di analoghe malte impiegate per ancoraggi (A e B) Tipo di malta Acqua % Consistenza Sfilamento (Mpa) 1 giorno 28 giorni Malta con fumo di silice 7 autolivellante 8,1 10,1 A 12 autolivellante 4,9 8,2 B 13 autolivellante 5,1 8,2
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