Let's give peace a chance - Monthly Outlook Marzo 2022 - UniCredit Group
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Indice Let’s give peace a chance Pagina 3 Sommario Pagina 5 La lettera dei CIO Pagina 7 In evidenza Pagina 13 Macro & Markets Pagina 21 Asset Allocation dei nostri portafogli in gestione Pagina 29 Rubriche Monthly Outlook Marzo 2022 2
Sommario Let’s give peace a chance Aggiornamento Mercati Un Vladimir Putin senza freni sta sconvolgendo il mondo, proprio quando il Covid iniziava ad allentare la morsa. L’invasione dell’Ucraina non è soltanto una catastrofe umanitaria, ma ha anche conseguenze che dureranno a lungo sulla geopolitica (Guerra Fredda 2.0), sulla sicurezza e sull’architettura energetica in Europa, così come sull’economia e sui mercati finanziari. La stessa Russia pagherà probabilmente un prezzo molto alto. Le sanzioni dovrebbero mandare presto l’economia del paese in recessione e rallenteranno notevolmente il potenziale di crescita economica nel lungo termine. Anche l’Europa, però, sta pagando un prezzo per la sua libertà, sotto forma di un’inflazione significativamente più alta e di un deciso rallentamento della crescita. Seppur vero che la ripresa post- Covid non dovrebbe interrompersi, il rischio di stagflazione, ovvero un’economia fiacca unita a un’inflazione elevata, è aumentato con il conflitto in Ucraina. Politiche Monetaria Le Banche Centrali hanno ancora una volta hanno sorpreso per il loro approccio “hawkish” (aggressivo) alle politiche monetarie. La FED ha già iniziato il suo ciclo di inasprimento e, inaspettatamente, ha segnalato altri sei rialzi dei tassi di 25 punti base ciascuno solo per quest’anno, recuperando così le aspettative dei mercati. Monthly Outlook Marzo 2022 3
Sommario La BCE prevede di accelerare la riduzione degli acquisti di titoli e di eliminare gradualmente il programma già nel terzo trimestre del 2022. Ma ha disaccoppiato il cosiddetto “sequencing”, facendo diventare improbabile un primo rialzo dei tassi per questo autunno. Mercati Finanziari I mercati finanziari hanno reagito pesantemente all’invasione russa dell’Ucraina. I beni rifugio come i titoli di stato, l’oro e il dollaro hanno registrato una forte domanda, mentre gli asset rischiosi come le azioni e le obbligazioni societarie hanno sofferto. Nel frattempo, tuttavia, ci sono già stati dei contro movimenti, soprattutto nei titoli di Stato e nelle azioni, che ritornano sui livelli precedenti l’invasione. Sebbene i prezzi delle azioni rimangano influenzate dalla poca propensione al rischio degli investitori a breve e dalle revisioni negative degli utili, la prospettiva nel lungo periodo sembra essere interessante sia in termine di valutazione relativa, ma anche di potenziale di crescita derivante dai programmi di investimento proposti dai governi europei. Tuttavia, nel breve termine, ci concentriamo sulla gestione del rischio, preferendo società con profili di business stabili, maggiore potere nella determinazione dei prezzi, più resilienti agli scenari avversi e con un’elevata generazione di cassa/rendimento da dividendi elevati. Rimaniamo positivi sulle azioni europee, ma siamo pienamente consapevoli che le azioni statunitensi, giapponesi e dei mercati emergenti, in particolare i paesi asiatici, siano meno colpite dal conflitto Russia/Ucraina. Per i mercati obbligazionari, le prospettive sono più complesse. Saranno condizionati dalla fuga verso gli assets sicuri in tempi di grande incertezza (rendimenti in calo) e la prospettiva di una politica monetaria più restrittiva. Al di là delle oscillazioni a breve termine, tuttavia, i rendimenti nominali dovrebbero aumentare senza che i rendimenti reali emergano dal loro terreno negativo nel prossimo futuro. L’aumento dell’inflazione sostiene il nostro sottopeso strutturale nelle obbligazioni globali, anche se non vogliamo perdere di vista le obbligazioni societarie di maggiore qualità e, in modo selettivo, le obbligazioni dei mercati emergenti. Inoltre, nell’attuale contesto di elevata incertezza, l’esposizione al dollaro USA e all’oro offre interessanti opportunità di copertura del portafoglio nonché una maggiore riserva di liquidità. Monthly Outlook Marzo 2022 4
La lettera dei CIO Let’s give peace a chance Il conflitto in Ucraina sta provocando tremende sofferenze alle popolazioni Manuela D’Onofrio coinvolte. Ci colpisce anche il fatto che gli stessi ideali di pace, libertà e prosperità su cui si basa l’Europa, siano ora minacciati. La risposta dell’Occidente e dell’UE all’invasione russa dell’Ucraina, fatta di aiuti umanitari, politici e militari e di sanzioni ampie e dure contro la Russia, è stata immediata. Per la prima volta l’Unione ha deciso investimenti per miliardi di euro nella difesa e nella sicurezza energetica e, fatto non meno importante, sta mettendo a punto un piano per finanziare congiuntamente queste iniziative. Head of Group Investment Il conflitto è anche uno shock per l’economia e i mercati. Arriva solo a due anni Strategy dai primi effetti della pandemia, dalle cui conseguenze ci stiamo riprendendo solo ora sia in termini sanitari che economici. Il principale canale di trasmissione attraverso il quale il conflitto in Ucraina sta colpendo la nostra economia e i nostri mercati è il rapido aumento dei prezzi dell’energia, specialmente del petrolio e del gas, connesso alle preoccupazioni sulla continuità delle forniture. Data la forte Philip Gisdakis dipendenza dell’approvvigionamento energetico europeo dalla Russia, questo è del tutto comprensibile. Oltre ai costi dell’energia, si sono impennati anche quelli di molte materie prime. Stiamo parlando di importanti metalli industriali come il palladio e il nichel, ma anche di materie prime agricole (grano) e dei fertilizzanti. Le restrizioni commerciali giocano un ruolo meno decisivo dal punto di vista macroeconomico, poiché i volumi di esportazione di beni e servizi europei verso la Russia e l’Ucraina sono relativamente bassi. Questi ulteriori aumenti dei prezzi dell’energia e delle materie prime stanno CIO UniCredit Bank AG (HypoVereinsbank) (Germania) colpendo l’economia globale in un momento in cui le preoccupazioni per l’inflazione erano già una grande sfida per l’economia e i mercati finanziari, negli Stati Uniti, ma anche in Europa. Questo mette le banche centrali, soprattutto la Banca Centrale Europea e la Federal Reserve degli Stati Uniti, in una posizione Monthly Outlook Marzo 2022 5
La lettera dei CIO difficile. Da un lato, infatti, avevano iniziato il percorso di rientro dalla politica monetaria ultra-accomodante dei tempi della pandemia. D’altra parte, i principali motori dell’inflazione, cioè l’aumento dei costi dell’energia e le strozzature nelle catene di approvvigionamento (che sono particolarmente cruciali per l’Europa), non possono essere influenzati da misure di politica monetaria a breve termine. Inoltre, il conflitto in Ucraina e le sanzioni stanno rallentando la ripresa economica nella fase post-pandemia. Per converso, un notevole sforzo di investimento è già richiesto a breve termine in risposta alle nuove sfide strategiche riguardanti la difesa e la sicurezza energetica. Il dilemma delle banche centrali è che un forte aumento dei tassi dettato da una politica monetaria troppo rigida renderebbe più difficile finanziare gli investimenti necessari a trovare una soluzione strutturale alla crisi energetica e al problema della sicurezza europea. Una politica monetaria troppo accomodante, d’altra parte, desterebbe preoccupazioni sulla dinamica dei prezzi fino a innescare una spirale salari-prezzi. I primi segni di questa dinamica sono già visibili negli Stati Uniti, il che suggerisce un approccio di politica monetaria molto più rigoroso sia per la Fed quest’anno che per la BCE. I mercati obbligazionari saranno probabilmente soggetti a dinamiche difficili da prevedere. In atto vediamo due processi contrastanti: il movimento verso “strumenti sicuri” sta facendo diminuire i rendimenti ed in contemporanea la politica monetaria restrittiva porterà ad un aumento dei tassi nominali di breve termine, ma non sufficiente a raggiungere tassi di interesse reali positivi. Inoltre, dovranno essere finanziati programmi di investimento su larga scala, il che dovrebbe portare a una pressione sull’offerta dal lato delle obbligazioni. In questo scenario, sarà interessante osservare come la BCE si comporterà nel ridimensionare i suoi programmi di acquisto di obbligazioni. Per le azioni, invece, il quadro appare meno complesso. A breve termine, dati i rischi elevati e la scarsa possibilità di fare previsioni sulla sicurezza e sull’energia, una gestione rigorosa dei rischi è certamente d’obbligo. Tuttavia, se la nebbia si dirada e l’ambiente economico si dimostra ragionevolmente stabile, le azioni dovrebbero essere ben sostenute. Tuttavia, i rendimenti che gli investitori si potranno aspettare rifletteranno una crescita economica meno robusta. Dalla crisi attuale si può anche trarre una lezione chiave. La risposta alle sfide strategiche è il progresso tecnologico, con investimenti mirati. Lo stesso è stato per la crisi dovuta alla pandemia. E una parte significativa degli investimenti necessari ora si inserisce comunque nel grande quadro dell’azione contro il cambiamento climatico. Allora perché non fare la cosa giusta ancora più velocemente? In questa grave e tragica situazione, l’ideale europeo è più vivo e più forte di quanto non fosse da molto tempo. Monthly Outlook Marzo 2022 6
In evidenza I mercati finanziari tra incertezza geopolitica e ciclo monetario restrittivo I mercati finanziari sono al momento in balìa del conflitto in Ucraina. Il conflitto causa enormi incertezze (geo)politiche ed economiche (si veda il nostro articolo Macro & Markets), ma anche distorsioni finanziarie. Ad esempio, l’indice Euro Stoxx 600 ha perso oltre il 7% di valore dall’inizio del conflitto ucraino (14.02.2022) all’11 marzo 2022. Il suo omologo statunitense, l’indice MSCI US Equity, è sceso del 3% abbondante nello stesso periodo (si veda il Grafico 1). Da allora, comunque, il mercato azionario ha recuperato un pò di terreno. Dato che il conflitto in Ucraina si protrarrà, secondo le previsioni, sui mercati nelle prossime settimane dovrebbe continuare a prevalere una bassa propensione al rischio. Anche se molti effetti (potenziali) del conflitto in Ucraina sono già stati prezzati dai mercati, probabilmente ci saranno altre correzioni temporanee. 1. IL CONFLITTO IN UCRAINA MANDA IN TILT I MERCATI AZIONARI... 5000 550 S&P 500 in (USD) Euro Stoxx 600 (rs, in Euro) 4500 500 4000 450 3500 400 3000 350 2500 300 2000 1500 250 Gen 15 Gen 16 Gen 17 Gen 18 Gen 19 Gen 20 Gen 21 Gen 22 Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Monthly Outlook Marzo 2022 7
In evidenza Altre incertezze passano in secondo piano al momento. Una di queste è l’attesa normalizzazione della politica monetaria da parte delle principali banche centrali nel contesto della ripresa economica dopo la pandemia. È indubbio che l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime causato dal conflitto in Ucraina, sommato alle sanzioni contro la Russia e alle possibili misure di ritorsione, determinerà un ulteriore rialzo dell’inflazione. Allo stesso tempo, il conflitto peserà anche sul quadro macroeconomico, mettendo le banche centrali in una situazione difficile. La domanda principale per i mercati azionari è se un’inflazione in crescita o persistentemente alta, sommata al rallentamento dell’attività economica, finirà per portare alla stagflazione o se l’impatto complessivo del conflitto in Ucraina rimarrà gestibile (si veda anche il nostro articolo Macro & Markets). Per ora la stagflazione non è il nostro scenario di base. Ma anche se il conflitto in Ucraina non portasse alla stagflazione, quest’anno la crescita (prevista) degli utili aziendali sarà probabilmente inferiore alle aspettative. Al momento ipotizziamo che le conseguenze del conflitto in Ucraina e le sanzioni contro la Russia freneranno la ripresa economica nell’area dell’euro, ma non la annulleranno. Negli Stati Uniti, invece, l’impatto sull’economia sarà probabilmente meno marcato. Questo è importante per i mercati azionari, in quanto significa che anche la crescita degli utili aziendali rimarrà positiva, anche se a un livello inferiore rispetto alle nostre stime precedenti. In questo contesto, i nostri colleghi dell’ufficio studi hanno rivisto al ribasso i loro obiettivi per gli indici Euro STOXX 50, DAX e S&P 500, indicando sconti maggiori per le azioni europee rispetto a quelle statunitensi. Questo riflette il rischio di ribasso più alto per le azioni europee a causa della maggiore interdipendenza economica dell’Europa con Russia e Ucraina. Mentre i nuovi obiettivi per gli indici implicano un potenziale di rialzo a due cifre rispetto ai livelli attuali entro la fine dell’anno, un’ulteriore escalation delle tensioni geopolitiche potrebbe comportare un ulteriore rischio al ribasso a breve termine. Il conflitto in Ucraina causa notevoli distorsioni sui mercati del petrolio Tuttavia, il conflitto in Ucraina sta provocando anche considerevoli distorsioni sui mercati del petrolio. Al momento di questa pubblicazione, il prezzo del Greggio (Brent - il benchmark per l’Europa) si è attestato intorno ai 127 dollari al barile, mentre il greggio WTI (benchmark per gli Stati Uniti) era quotato intorno ai 123 dollari (si veda Grafico 2). Si tratta di rialzi di oltre il 60% dall’inizio dell’anno! Se questa crescita proseguirà e i maggiori costi energetici delle imprese saranno trasferiti ai consumatori, allora è probabile che anche i prezzi al consumo aumentino in misura significativa. Si può già prevedere che le attuali turbolenze sui mercati delle materie prime causeranno un consistente rialzo dei tassi d’inflazione globali nei prossimi mesi. Monthly Outlook Marzo 2022 8
In evidenza 2. ... E I PREZZI DEL GREGGIO VANNO ALLE STELLE 140 Prezzo del greggio Brent (in USD/bbl) 120 Prezzo del greggio WTI (in USD/bbl) 100 80 60 40 20 0 -20 -40 Gen 15 Gen 16 Gen 17 Gen 18 Gen 19 Gen 20 Gen 21 Gen 22 Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy La ragione principale dell’aumento dei prezzi del petrolio è la paura delle potenziali conseguenze del conflitto in Ucraina, in particolare del fatto che presto potrebbe non essere più possibile avere petrolio dalla Russia, nel caso di un embargo totale sulle importazioni di petrolio russo. Le sanzioni occidentali stanno già gravando sul traffico di container da e per la Russia, e nel medio termine questa situazione potrebbe riguardare anche gli scambi di materie prime dalla Russia (comprese le esportazioni di energia). Anche se importanti beni russi per l’esportazione, quali petrolio e gas, non sono attualmente oggetto dei divieti di esportazione, prima o poi potrebbero emergere strozzature nelle forniture, se le principali compagnie di trasporto continueranno a sospendere le consegne da e per la Russia. Nella settimana al 5 marzo, il numero di petroliere registrate nei porti russi è già diminuito in misura significativa (si veda il Grafico 3). 3. CROLLA IL NUMERO DI PETROLIERE NEI PORTI RUSSI Arrivi giornalieri di navi petroliere nei porti russi 2300 2100 1900 1700 1500 1300 1100 Il numero delle petroliere è diminuito drasticalmente già all’inizio di marzo 900 700 500 Gen 20 Apr 20 Lug 20 Ott 20 Gen 21 Apr 21 Lug 21 Ott 21 Gen 22 Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Monthly Outlook Marzo 2022 9
In evidenza L’impatto dei rialzi dei rendimenti sui mercati azionari è limitato In teoria, la crescita dei rendimenti obbligazionari Nonostante la situazione attuale, le banche centrali dell’area euro e degli Stati porta a una riallocazione Uniti si stanno perlopiù attenendo ai loro piani di normalizzazione della politica delle attività. Di solito questo monetaria. Mentre la Federal Reserve statunitense ha aumentato il suo tasso comporta lo sostituzione di interesse di 25 punti base (pb) a marzo, annunciando contestualmente 6 di azioni con obbligazioni a rialzi successi da qui a fine anno, la settimana precedente anche la BCE aveva rendimento più alto, poiché confermato il suo corso “restrittivo”, annunciando l’intenzione di ridurre i suoi queste ultime appaiono più acquisti netti di obbligazioni nell’ambito del programma QE (quantitative interessanti in un contesto easing) più rapidamente di quanto segnalato a dicembre. Questa stretta è stata economico meno dinamico. Il parzialmente mitigata dalla decisione di svincolare la fine del programma di QE rischio della normalizzazione dalla tempistica del primo rialzo dei tassi, permettendo alla BCE di aspettare della politica monetaria è, tutto il tempo necessario prima di aumentare i tassi. Pertanto, i mercati azionari quindi, che la rimozione del europei non dovrebbero per il momento fronteggiare una pressione aggiuntiva sostegno della banca centrale derivante dalla stretta monetaria della BCE. Il rischio più immediato per renda i mercati azionari ulteriori correzioni al ribasso deriva piuttosto da un’eventuale continuazione più più vulnerabili a ribassi aggressiva, da parte della Federal Reserve, del suo percorso di rialzo dei tassi di temporanei. interesse. Il rendimento del titolo di Stato di riferimento a 10 anni degli Stati Uniti è sceso Il tasso d’interesse a tratti sotto la soglia dell’1,70% nella seconda settimana di marzo a causa neutrale o tasso d’interesse della ridotta propensione al rischio sulla scia del conflitto in Ucraina, ma è poi naturale descrive il tasso tornato attorno 2% verso la fine della settimana del 10 marzo. È così riuscito a d’interesse reale (cioè il tasso compensare il calo dei rendimenti indotto dal conflitto in Ucraina nell’arco di d’interesse nominale al netto pochi giorni. Tenendo conto di un’aspettativa di tasso d’interesse a lungo termine dell’inflazione) che consente della Fed del 2,5%, dell’ipotesi di un tasso d’interesse reale neutrale attuale di di mantenere un’economia in 0-0,25% e di un tasso d’inflazione a medio termine previsto poco sopra il 2%, equilibrio senza accellerazioni stimiamo un rendimento nominale del titolo di Stato americano a 10 anni di poco o rallentamenti. Tenendo superiore al 2% per quest’anno (per la fine del 2023: 2,2%), anche se le ultime conto dell’inflazione prevista, proiezioni fanno pensare ad un aumento dei rendimenti. Questo significa che sui una banca centrale può quindi mercati azionari una pressione residua derivante dall’aumento dei rendimenti modificare il proprio tasso di obbligazionari, in scia al processo di normalizzazione della politica monetaria interesse di riferimento, senza della Federal Reserve statunitense, ci sarà, ma sarà probabilmente contenuta. alterare lo stato di equilibrio di lungo periodo sull’andamento Osservando la politica dei tassi di interesse della Federal Reserve in passato, dell’economia. notiamo quattro diversi cicli di rialzo dei tassi di interesse negli ultimi tre decenni, ma nessuno ha prodotto un impatto particolarmente negativo sui mercati azionari. Il Grafico 4 mette a confronto questi periodi di stretta monetaria con la performance a 12 mesi dell’indice S&P500 (la linea in rosso). Si nota che l’indice azionario di riferimento ha registrato mediamente un robusto guadagno del 10% circa durante questi periodi. Il grafico, tuttavia, mostra anche che si sono registrate oscillazioni della performance azionaria talvolta elevate (fino al 40%). Anche questo è in linea con la nostra aspettativa di un 2022 ancora positivo, ma più volatile per i mercati azionari. Tuttavia, a causa della maggiore incertezza causata dal conflitto in Ucraina, nelle prossime settimane dobbiamo aspettarci una volatilità significativamente più alta di quella che avevamo ipotizzato in precedenza in alcune aree. Monthly Outlook Marzo 2022 10
In evidenza 4. I RIALZI DEI TASSI DI INTERESSE NON SONO DI PER SÉ UN MALE PER LE AZIONI ... 12 60% S&P 500, performance mobile a 12 mesi (in %, scala di destra) 10 40% Tasso di interesse di riferimento USA (in %, scala di sinistra) 8 20% 6 0% 4 -20% 2 -40% 0 -60% 1990 1995 2000 2005 2010 2015 2020 Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Guardando indietro all’inizio dell’anno - quindi prima dello scoppio del conflitto in Ucraina - si poteva già osservare una propensione al rischio significativamente La deviazione standard è più bassa sui mercati finanziari, in scia al rialzo troppo rapido e pronunciato dei una misura statistica della rendimenti obbligazionari. In passato, si è vista una decisa correlazione tra il dispersione dei rendimenti, ritmo di crescita dei rendimenti obbligazionari e gli effetti negativi sui mercati che indica l’entità dello azionari. Il ritmo di crescita dei rendimenti può essere misurato con il numero di scostamento dei rendimenti deviazioni standard di rialzo del rendimento oltre le sue normali oscillazioni (in dalla loro media. Di solito, media due deviazioni standard). Il Grafico 5 mostra la relazione storica tra l’entità il 95% circa dei rendimenti (in punti base) dello scostamento del rialzo del rendimento dei titoli del Tesoro restano all’interno di due USA a 10 anni oltre due deviazioni standard e la relativa performance media deviazioni standard, mentre giornaliera dell’indice S&P500. Il risultato è chiaro: quanto più rapida è stata la le fluttuazioni superiori a due crescita eccessiva (ovvero, oltre due deviazioni standard) dei rendimenti, tanto deviazioni standard sono maggiore è stato l’impatto negativo sui mercati azionari. Per i mercati azionari considerate eventi rari e questo rischio si presenta, nel caso in cui la Federal Reserve si senta obbligata a quindi attribuite a circostanze varare un ciclo restrittivo più aggressivo di quanto previsto in precedenza. eccezionali particolari. Monthly Outlook Marzo 2022 11
In evidenza 5. ... MA PORTANO MAGGIORE VOLATILITÀ SUI MERCATI AZIONARI 0,5 Performance media giornaliera dell’indice azionario di 0,0 riferimento USA (in %) -0,5 -1,0 -1,5 -2,0 0 5 10 15 20 25 30+ Numero di punti base oltre le normali oscillazioni del rendimento dei titoli di Stato statunitensi a 10 anni (cioè al di sopra di due deviazioni standard della media mensile), da agosto 2020 Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Cosa significa tutto questo per la nostra strategia di investimento? L’attuale mix di rischi geopolitici, il conflitto in Ucraina e i prossimi cicli monetari restrittivi determinano notevoli incertezze riguardo all’andamento futuro dei mercati finanziari. In tale contesto stiamo aumentando l’attenzione alla gestione del rischio, così come all’attuazione di allocazioni tattiche. Tuttavia, non appena la nebbia dell’incertezza si diraderà, le prospettive per inflazione e crescita dovrebbero tornare favorevoli, soprattutto in Europa. Nulla dovrebbe quindi ostacolare un rally sui mercati azionari. Da ultimo, ma sicuramente non meno importante, anche i programmi d’investimento in energie rinnovabili e difesa avviati dai governi europei dovrebbero dare una spinta all’economia (per i dettagli sulla nostra strategia d’investimento, si veda la sezione “Asset Allocation dei nostri portafogli in gestione”). Monthly Outlook Marzo 2022 12
Macro & Markets Il conflitto in Ucraina: il nuovo shock Un Vladimir Putin senza freni sta sconvolgendo il mondo, proprio quando il Il più evidente è l’inversione a Covid iniziava ad allentare la morsa. L’invasione dell’Ucraina non è soltanto una U della Germania riguardo alla catastrofe umanitaria, ma ha anche conseguenze che dureranno a lungo sulla propria politica in materia di geopolitica (Guerra Fredda 2.0), la sicurezza e l’architettura energetica in Europa, sicurezza ed energia. Ulteriori così come sull’economia e sui mercati finanziari. La stessa Russia pagherà molto 100 miliardi di euro per la probabilmente un prezzo enorme. Putin pare aver sottovalutato non soltanto la difesa, fornitura di armamenti determinazione a difendersi dell’Ucraina, ma anche la reazione dell’Occidente. e il piano per ridurre la sua L’aggressione ha provocato la reazione dell’Occidente, ha isolato la Russia dipendenza energetica dalla a livello internazionale, ha rinsaldato i legami tra NATO, UE e Stati Uniti e ha Russia hanno trasformato innescato un cambiamento epocale in Europa. il precedente approccio cooperativo nell’esatto Putin potrebbe raggiungere il suo apparente obiettivo di annettere parti opposto. Riguardo all’impatto dell’Ucraina. Tuttavia, è improbabile che raggiunga i suoi presunti obiettivi del conflitto in Ucraina sulla geostrategici di indebolire ulteriormente l’Occidente democratico, respingere la lotta sistemica tra autocrazia e NATO ed ampliare la sua sfera di potere ai confini dell’ex Unione Sovietica, al democrazia, sulla geopolitica contrario. I popoli minacciati si rivolgeranno sempre più verso l’Occidente, ma e sull’Europa, si rimanda soprattutto le estese sanzioni dovrebbero spingere a breve l’economia russa in anche al “Sunday Wrap” di recessione e rallentarne notevolmente il potenziale economico a lungo termine. Erik Nielsen, Chief Economics Advisor del Gruppo UniCredit, Anche l’Europa, però, sta pagando un prezzo per la sua libertà, sotto forma di del 6 marzo 2022. un’inflazione significativamente più alta e di un deciso rallentamento della crescita. È improbabile, tuttavia, che la ripresa post-Covid si interrompa, almeno non nel nostro scenario di base (nessun intervento della NATO, nessuno stop improvviso delle forniture russe di gas e petrolio). Le forze che sottostanno al recupero e alla ripresa sono troppo determinanti perché si arrivi a questo. II rischio di stagflazione, ovvero economia debole sommata a inflazione elevata, è però aumentato significativamente con il conflitto in Ucraina. Monthly Outlook Marzo 2022 13
Macro & Markets Le sanzioni danneggeranno pesantemente la Russia, con probabile recessione È probabile che la Russia non si aspettasse sanzioni così rapide, concertate e dure da parte dell’Occidente, in particolare il congelamento delle riserve Finora, le banche russe valutarie e l’estesa disconnessione delle sue banche dal sistema di transazioni coinvolte nel settlement delle finanziarie internazionali SWIFT. L’insieme delle sanzioni sta provocando pesanti consegne di gas e petrolio in danni all’economia russa. Ma anche le restrizioni alle esportazioni verso la Russia Occidente sono ancora esenti. (soprattutto di tecnologia ed elettronica) - la UE è il partner più importante della In caso di ulteriore escalation, Russia con una quota pari a un terzo degli scambi - le sanzioni contro le principali tuttavia, potrebbe essere industrie russe, contro uomini d’affari, oligarchi e funzionari, nonché il ritiro di varata anche questa misura. grandi gruppi dalla Russia lasceranno probabilmente gravi tracce sull’economia, soprattutto perché il crollo senza precedenti del rublo e delle azioni russe, sommato all’aumento dell’inflazione, ha già depresso il clima economico nel Paese. Allo stesso tempo, anche la fiducia nel sistema bancario è in calo. Prevediamo pertanto che la Russia scivolerà in recessione già questa primavera (si veda il Grafico 6). 6. RUSSIA: LA RECESSIONE PARE INEVITABILE PIL reale (indice, livello pre-Covid = 100) 110 Proiezioni pre-conflitto Nuove proiezioni Andamento storico 105 Conflitto in Ucraina/sanzioni 100 95 Covid Proiezioni 90 Q4 19 Q4 20 Q4 21 Q4 22 Q4 23 Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit Group Investment Strategy Il potenziale di crescita della Russia risente già del rapido invecchiamento della Inoltre, è probabile che le sanzioni riducano la crescita potenziale a un modesto popolazione, di infrastrutture 1-2%, portando così la Russia a perdere ulteriore terreno rispetto ai suoi inadeguate, della forte concorrenti dei mercati emergenti. Putin potrebbe riprovare a serrare le fila dipendenza dai combustibili con Pechino sul piano politico. Ma il divario economico con la Cina aumenterà fossili e di un’integrazione drammaticamente. significativamente ridotta nell’economia globale. Anche l’Europa sta pagando un prezzo: più inflazione, meno crescita Sanzioni e ritorsioni colpiscono, ad ogni modo, anche l’Europa (occidentale). Il canale di trasmissione più importante è il pesante aumento dei prezzi dell’energia La quota della Russia nella (si veda il Grafico 7). L’Europa è fortemente dipendente dalle forniture russe produzione mondiale del (quasi il 45% di tutte le importazioni di gas naturale dell’UE; greggio: circa il palladio (che ha un ruolo 27%). Tuttavia, anche i prezzi dei metalli industriali e delle materie prime centrale nei convertitori agricole sono aumentati notevolmente, poiché la Russia è anche tra i maggiori catalitici) è di poco inferiore produttori mondiali in queste aree. al 45%. Per il grano è dell’11% (insieme all’Ucraina addirittura attorno al 15%). Monthly Outlook Marzo 2022 14
Macro & Markets 7. I PREZZI DELL’ENERGIA IN FORTE RIALZO... 280 160 Prezzo del greggio Brent (USD/barile) Prezzo del gas naturale (Europa EEX, 240 140 EUR/MWh) 200 120 160 100 120 80 80 60 40 40 0 20 Gen 17 Gen 18 Gen 19 Gen 20 Gen 21 Gen 22 Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit Group Investment Strategy Questo ha un notevole impatto sull’andamento dell’inflazione dell’UEM. Dobbiamo aumentare significativamente le nostre previsioni. I prezzi al consumo In Italia bisogna risalire a livello UEM dovrebbero salire al 7,5% entro metà anno (si veda il Grafico 8), alla metà degli anni ‘80, in prima di scendere rapidamente e significativamente, come tipico degli shock Germania addirittura alla metà esogeni. L’anno prossimo l’inflazione dovrebbe riavvicinarsi al target del 2% degli anni ‘70, per trovare tassi della BCE. L’attuale forte impennata dell’inflazione, però, sta rallentando di inflazione così elevati. notevolmente la crescita economica (perdita di potere d’acquisto). 8. ... ALIMENTANO NOTEVOLMENTE L’INFLAZIONE Inflazione dei prezzi al consumo nell’UEM (armonizzata, % su base annua) 8,0 Nuove proiezioni 7,0 Proiezioni precedenti 6,0 5,0 4,0 3,0 Medie annue 2,0 1,0 Proiezioni UniCredit 0 Dic 21 Mar 22 Giu 22 Set 22 Dic 22 Marc 23 Giu 23 Set 23 Dic 23 Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit Group Investment Strategy Al contrario, l’importanza delle relazioni commerciali e finanziarie bilaterali per l’area dell’euro è molto più gestibile. La Russia rappresenta solo il 3% del volume degli scambi, mentre nel caso delle attività bancarie al massimo l’Austria può essere descritta come particolarmente esposta (si veda il Grafico 9). Monthly Outlook Marzo 2022 15
Macro & Markets 9. RELAZIONI FINANZIARIE GESTIBILI CON LA RUSSIA Crediti bancari nei confronti della Russia (% del PIL) 4,0 Settore pubblico Settore privato (ex banche) 3,5 Banche russe 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0 Austria Italia Francia Germania Regno Unito Stati Uniti Spagna Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit Group Investment Strategy Resta un ultimo canale di trasmissione, quello della fiducia. Sia a livello di imprese che di consumatori, la fiducia potrebbe subire battute d’arresto che si Poco prima dell’invasione sovrapporranno alla recente tendenza al rialzo, ma probabilmente solo a breve dell’Ucraina, gli indici dei termine. responsabili degli acquisti dell’UEM, i dati sulla fiducia La ripresa post-Covid non si interromperà, ad ogni modo economica della Commissione Il conflitto in Ucraina finirà per avere un forte impatto negativo sulla crescita europea e l’indice IFO sul clima nell’Europa occidentale. La ripresa post-Covid non dovrebbe, comunque, economico, sempre molto arrestarsi. Perché no? seguito, sono tornati a crescere. 1. Il Covid fa meno paura. I dati sull’incidenza sono in calo in tutto il mondo, al pari di quelli, ancora Voglia di viaggiare repressa: più importanti, relativi a ospedalizzazioni e decessi (si veda il Grafico 10). Compagnie aeree e operatori Le restrizioni governative sono in fase di allentamento, gli indici di mobilità turistici segnalano un marcato stanno salendo con decisione. Questo quadro sta innescando un effetto di aumento di prenotazioni recupero, soprattutto nel settore dei servizi, finora pesantemente colpito. di vacanze e voli, si veda Anche se la situazione in Cina inizia a preoccuparci. la Frankfurter Allgemeine del 18 gennaio 2022 (qui) Urlaub 2022. Monthly Outlook Marzo 2022 16
Macro & Markets 10. IL MURO DELLA VARIANTE OMICRON VA IN PEZZI 3000 50 Nuovi casi (per milione di persone, tendenziale, G6*) 2500 Nuovi decessi (per milione di persone, 40 tendenziale, G6*) Ricoveri ospedalieri settimanali (per 2000 milione di persone, G6*) 30 1500 *G6: Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Spagna 20 1000 10 500 0 0 Feb 20 Giu 20 Ott 20 Feb 21 Giu 21 Ott 21 Feb 22 Fonte: ourworldindata.org/Covidvirus, UniCredit Group Investment Strategy 2. Il risparmio in eccesso attutisce la perdita di potere d’acquisto. Sebbene il processo di normalizzazione sia già iniziato, i tassi di risparmio sono ancora nettamente superiori alle medie di lungo periodo. Questo implica un potenziale di rialzo per i consumi privati. 3. La politica fiscale torna ad essere espansiva. Nuove iniziative di difesa significano ulteriori impulsi di politica fiscale, che ridurranno così in misura significativa il fiscal drag previsto finora o, Per fiscal drag si intende addirittura, lo trasformeranno in spinta fiscale. Sgravi fiscali e aiuti di Stato la perdita di crescita dovuta per attutire l’impennata dei prezzi dell’energia vanno nella stessa direzione. alla riduzione dello stimolo fiscale (minore crescita a 4. Le strozzature negli approvvigionamenti si stanno riducendo a livello livello di spesa e/o maggiori generale. entrate fiscali). Il conflitto in Ucraina può ritardare l’andamento, ma è difficile che inverta la rotta. I tempi di consegna e gli ordini arretrati sono già in deciso calo. La media di costi di trasporto, Questo vale anche per gli indici compositi di pressione nella catena di prezzi dei semiconduttori, approvvigionamento, nonostante il rapido aumento dei prezzi dell’energia. bollette del gas, del carbone e del petrolio è diminuita in 5. Nuovi ordini in aumento. modo sostenibile da inizio Dopo la flessione di inizio anno, i sotto-indici dei nuovi ordini dei direttori anno ed è aumentata solo acquisti sono risaliti a livelli decisamente in territorio espansivo. Questo leggermente di recente. andamento vale anche per il rapporto previsionale tra nuovi ordini e scorte e non dovrebbe cambiare in modo sostanziale, perché la perdita di crescita economica indotta dal conflitto in Ucraina al di fuori dell’Europa rimane del tutto gestibile. In sintesi, quindi, ci aspettiamo che quest’anno l’area dell’euro subisca perdite dolorose ma sopportabili in termini di crescita. Invece del 3,8% stimato in A causa della loro maggiore precedenza, prevediamo ora che il PIL reale cresca solo del 2,8-3% quest’anno dipendenza energetica dalla (si veda il Grafico 11). Nel 2023 gli effetti frenanti dovrebbero dimezzarsi in Russia, è probabile che termini di intensità, con una crescita del PIL che scenderà attorno al 2,2-2,5%. Germania e Italia siano più Il rallentamento economico dovrebbe essere pertanto molto più pesante per colpite di Francia e Spagna. parlare di stagnazione. Monthly Outlook Marzo 2022 17
Macro & Markets 11. CONSISTENTE RALLENTAMENTO, MA NESSUNA STAGNAZIONE O RECESSIONE PIL reale UEM (indice, livello pre-Covid = 100) 110 Proiezioni precedenti Nuove proiezioni 105 Andamento storico Scenario di rischio (embargo sulle 100 forniture russe di gas e petrolio) 95 90 Covid Proiezioni 85 Q4 19 Q2 20 Q4 20 Q2 21 Q4 21 Q2 22 Q4 22 Q2 23 Q4 23 Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit Group Investment Strategy Le banche centrali stringono le redini: crescita più lenta e inflazione più alta. Questo significa un’ulteriore sfida per la BCE. Nella seconda metà del 2023, La banca centrale ha reagito adottando un tono più aggressivo per quanto riguarda tuttavia, la BCE dovrebbe la riduzione degli acquisti di titoli. La BCE ora vuole eliminare gradualmente “restare a guardare”, al fine di il programma già nel terzo trimestre dell’anno. Nel contempo, ha almeno rivalutare l’andamento (delle verbalmente disaccoppiato il cosiddetto sequencing, ovvero la cessazione degli aspettative) dell’inflazione. acquisti di titoli seguita dall’inizio del suo ciclo di politica restrittiva. Un primo Dopo quella fase, tuttavia, rialzo dei tassi questo autunno (come precedentemente prezzato dai mercati) è i segnali indicano ulteriori quindi diventato improbabile. Prevediamo l’inizio del ciclo nel corso del primo misure di inasprimento. trimestre del 2023, a cui seguirà un secondo passaggio di 25 punti base allo 0,50% fino alla metà del prossimo anno (cfr. grafico 12). 12. BCE: PRIMO RIALZO DEI TASSI NON PRIMA DELL’INIZIO DEL 2023 90000 8,0 Attività BCE (in miliardi di EUR) 8000 7,0 Trend (6,5% per anno, media 1999- 2006) 7000 6,0 Tasso di rifinanziamento (RS, %) 6000 5,0 5000 4,0 4000 3,0 3000 2,0 2000 1,0 1000 0 0 -1,0 Gen 99 Gen 02 Gen 05 Gen 08 Gen 11 Gen 14 Gen 17 Gen 20 Gen 23 Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit Group Investment Strategy Monthly Outlook Marzo 2022 18
Macro & Markets La Federal Reserve è o diventata veramente falco – e giustamente, secondo Finora nessuna grande casa noi. Dopotutto, l’economia statunitense è molto meno colpita dalla guerra in di investimenti ha declassato Ucraina rispetto all’Europa. Tuttavia, ciò aumenterà ulteriormente il vantaggio in modo consistente le proprie economico degli Stati Uniti (si veda il Grafico 13). previsioni sul PIL statunitense a causa del conflitto in Ucraina. 13. IL VANTAGGIO ECONOMICO DEGLI STATI UNITI SI AMPLIA 105 Stati Uniti Proiezioni precedenti 100 Nuove proiezioni UEM 95 90 Covid Proiezioni 85 80 IV/19 II/20 IV/20 II/21 IV/21 II/22 IV/22 II/23 IV/23 Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit Group Investment Strategy La Fed si è mossa. Come ampiamente previsto, a metà marzo ha alzato il tasso dei Fed Funds di 25 punti base portandolo allo 0,50% a metà marzo, Dopo la revisione al ribasso giustificando la sua mossa con la continua pressione inflazionistica (proprio di indotta dal conflitto in Ucraina, recente, l’inflazione dei prezzi al consumo ha segnato un massimo di 40 anni ci vorrà almeno fino al 2025 al 7,9%), la stretta sul mercato del lavoro e una crescita robusta sullo sfondo perché l’area dell’euro torni dell’output gap che verrà presto colmato. Inoltre, la Fed ha segnalato altri sei al suo percorso tendenziale rialzi dei tassi di 25 punti base ciascuno solo per quest’anno, raggiungendo così pre-Covid. le aspettative dei mercati. Dove sono i rischi? Quanto è realistico uno scenario di stagflazione? L’attuale livello di incertezza, eccezionalmente così elevato, continua a rendere inevitabile di ragionare in termini di scenari. Cosa potrebbe andare diversamente dal nostro scenario di base? Fondamentalmente, vediamo ancora due possibilità di escalation. Nel peggiore degli scenari, la NATO potrebbe avere un coinvolgimento, oppure - come appare piuttosto improbabile - l’Occidente dichiarerà una no-fly zone in Ucraina. Una valutazione quantitativa degli effetti su inflazione e crescita in uno scenario così estremo sembra non solo poco seria, ma anche fuori luogo alla luce dell’imminente catastrofe umanitaria mondiale, o almeno europea. D’altra parte, riteniamo che il rischio di un embargo occidentale in piena regola sulle forniture russe di petrolio e gas sia molto più alto (sarebbe irrazionale per la Russia interrompere le forniture, ma non lo si può escludere). Questo passo è al momento sempre più considerato, anche se è ancora visto con scetticismo in alcune parti dell’ Europa a causa della sua elevata dipendenza energetica dalla Russia. Monthly Outlook Marzo 2022 19
Macro & Markets Se ci fosse un embargo rapido e ad ampio raggio, i prezzi dell’energia L’UE ha presentato solo di probabilmente schizzerebbero di nuovo. A questo punto i governi occidentali recente piani al riguardo (qui) sarebbero tentati di mitigare gli effetti su famiglie e imprese attraverso la politica fiscale (riduzione di tasse e imposte, sussidi), di ridurre al minimo l’aumento dei prezzi rilasciando scorte strategiche, di spostarsi sempre più verso altri Paesi fornitori e di “incoraggiare” i restanti Paesi produttori ad aumentare la loro produzione (nel caso del greggio, Venezuela e Iran potrebbero essere fornitori che sono stati poco presenti sul mercato mondiale di recente; nel caso del gas naturale, invece, le riserve di capacità sono limitate). Allo stesso tempo, l’UE e i governi nazionali incentiverebbero il passaggio alle energie rinnovabili, il risparmio di energia (premi di rottamazione) e la riduzione dell’intensità energetica della produzione. Tuttavia, poiché tutto questo avrebbe effetti solo a lungo termine, anche la produzione di energia elettrica a carbone e l’energia nucleare potrebbero venire temporaneamente potenziate. Nel breve termine l’approvvigionamento energetico europeo non pare essere a rischio. I depositi sono ben forniti. Il punto critico, tuttavia, è se riusciremo Per i dettagli, vedere lo studio a superare il prossimo inverno senza il gas russo. Secondo uno studio del del Bruegel Institute del 28 prestigioso think tank belga Bruegel, dovrebbe essere tecnicamente possibile febbraio 2022 qui. sostituire il gas russo già per il prossimo inverno, senza che l’attività economica ne risulti devastata, le persone soffrano il freddo o l’approvvigionamento elettrico subisca interruzioni. Ma questo richiederebbe notevole capacità di improvvisazione, spirito imprenditoriale, oltre a interventi pubblici e supporto fiscale. Le importazioni di gas naturale liquefatto dovrebbero essere aumentate ai limiti della capacità, ma al contempo i consumi di gas dovrebbero essere ridotti del 10-15%. E il costo aggiuntivo per rifornire in tempo lo stoccaggio di gas sarebbe pari a 60 milioni di euro, sei volte di più rispetto ai tempi normali. Può essere che sottovalutiamo la capacità di risoluzione dei problemi della UE nei momenti di crisi. Ma la realtà potrebbe essere meno rosea nel prossimo inverno, come sottolineato nello studio. È del tutto possibile che la ripresa economica subisca un’altra battuta d’arresto a cavallo dell’anno (forse scendendo addirittura in territorio negativo nel breve termine) e che l’inflazione torni a salire. Tecnicamente, si tratterebbe di stagflazione, ma presumibilmente di breve durata, perché, a differenza degli anni ‘70, lo shock dell’offerta non colpirà mercati del lavoro poco flessibili ed è probabile che non comporti una spirale salari-prezzi. Ci dovrebbero venire risparmiati anni di stagnazione, abbinata a un’inflazione elevata, anche nello scenario di rischio di embargo sulle forniture russe di petrolio e gas, perlomeno ce lo auguriamo. Monthly Outlook Marzo 2022 20
Asset Allocation dei nostri portafogli in gestione Difensivi nel breve, ma fiduciosi nel lungo termine POSIZIONAMENTO CLASSI D’INVESTIMENTO UNIVERSO INVESTIBILE SOTTOPESO NEUTRALE SOVRAPPESO Azioni globali Obbligazioni globali PRINCIPALI CLASSI Liquidità D’INVESTIMENTO Mercati monetari Alternativi USA Europa AZIONI Pacifico (MS)1 Mercati Emergenti PRINCIPALI Titoli di Stato in Euro ASSET CLASS Titoli di Stato non in Euro IN DETTAGLIO OBBLIGAZIONI Obbligazioni corporate IG in Euro Obbligazioni corporate HY Obbligazioni Mercati Emergenti Petrolio MATERIE PRIME Oro 1 MS=Mercati sviluppati (Australia, Giappone, Hong Kong, Nuova Zelanda, Singapore) Le ultime settimane sono state segnate dall’invasione della Russia in Ucraina, alla cui popolazione estendiamo la nostra vicinanza e solidarietà. I paesi occidentali hanno reagito con un’escalation di sanzioni che stanno colpendo duramente l’economia russa. Dal 20 febbraio in poi, oltre all’aumento del prezzo delle materie prime energetiche, abbiamo assistito a un fenomeno di “flight to quality”, ovvero un aumento dell’avversione al rischio con correzioni nelle asset class più rischiose come le azioni e l’apprezzamento di asset più difensivi come i titoli di stato, l’oro e le valute rifugio come il dollaro. Monthly Outlook Marzo 2022 21
Asset Allocation 14. I PREZZI DELLE MATERIE PRIME A LIVELLO GLOBALE CONTINUANO A CRESCERE SULLA SCIA DEL CONFLITTO RUSSIA/UCRAINA 60000 1600 Grano (scala di destra) Nickel (scala di sinistra) 1400 50000 1200 40000 1000 In $ per tonnellata In $ per buschel 30000 800 600 20000 400 10000 200 0 0 Gen-02 Gen-06 Gen-10 Gen-14 Gen-18 Gen-22 Fonte: UniCredit Group Investment Strategy 15. RITORNO AL FLIGHT TO QUALITY: PREZZO SPOT DELL’ORO (DOLLARI PER ONCIA) IN AUMENTO 160 2500 Oro (scala di destra) Brent (petrolio - scala di sinistra) 140 2000 120 100 1500 In $ per barile In $ per oncia 80 1000 60 40 500 20 0 0 Gen-02 Gen-06 Gen-10 Gen-14 Gen-18 Gen-22 Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Monthly Outlook Marzo 2022 22
Asset Allocation 16. IL DOLLARO E LE ALTRE VALUTE RIFUGIO HANNO BENEFICIATO DI UNA MAGGIORE AVVERSIONE AL RISCHIO 1,7 Andamento Euro - dollaro 1,6 1,5 1,4 1,3 1,2 1,1 1,0 0,9 0,8 Gen-02 Gen-06 Gen-10 Gen-14 Gen-18 Gen-22 Fonte: UniCredit Group Investment Strategy Tuttavia, nonostante tutte le cattive notizie, la curva dei rendimenti USA non si è ancora invertita (un indicatore anticipatore di recessione), rimanendo piatta. 17. CURVA DEI RENDIMENTI GOVERNATIVI USA 2 ANNI / 10 ANNI 3,5 2-10 anni curva del rendimento, Obbligazioni Governative USA 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 -0,5 Gen-02 Gen-06 Gen-10 Gen-14 Gen-18 Gen-22 Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Infatti, l’impatto negativo sulla crescita e l’inflazione è maggiore per la zona euro: la Russia fornisce circa un terzo del gas naturale e un quarto del greggio consumato nella zona euro. L’impatto sugli Stati Uniti, data la loro indipendenza energetica, e sulla Cina, è inferiore. Il rischio di stagflazione, cioè inflazione più elevata e minore crescita del PIL, è quindi maggiore nella zona euro. Non sorprende che i settori difensivi stiano sovraperformando rispetto ai ciclici. Monthly Outlook Marzo 2022 23
Asset Allocation 18. I CICLICI CONTRO I DIFENSIVI SCENDONO PIÙ NETTAMENTE IN EUROPA 104 Andamento settore Ciclici vs difensivi Outperformance dei cliclici in USA Andamento settore Ciclici vs difensivi 100 in Europa 96 92 88 Outperformance dei difensivi 84 Mar-21 Mag-21 Lug-21 Set-21 Nov-21 Gen-22 Mar-22 Fonte: Bloomberg, Goldman Sachs Global Investment Research Tuttavia, a più lungo termine, possiamo aspettarci che la crisi ucraina sia una sorta di prova di maturità per l’eurozona. Ci aspettiamo una forte spinta verso una politica comune dell’energia e della difesa, che dovrebbe tradursi in un rilancio degli investimenti a lungo termine in questi settori, superando così gli effetti della stagflazione a breve termine e dell’eccesso di risparmio che ha condannato l’Europa a tassi di crescita anemici in passato. 19. STIME NATO DELLA SPESA PER LA DIFESA IN % DEL PIL REALE (DATI AL 2021) Spesa per la difesa vs il 2% di target (% di PIL reale) 4,5 3,0 1,5 0,0 Albania Belgio Bulgaria Canada Croazia Repubblica Ceca Danimarca Estonia Francia Germania Grecia Italia Lettonia Lituania Lussemburgo Montenegro Olanda Macedonia del nord Norvegia Polonia Portogallo Romania Repubblica Slovacca Slovenia Spagna Turchia Regno unito Stati Uniti NATO Totale Ungheria Fonte: NATO Communique PR/CP (2021)094, BofA Global Research Come è già successo in passato (le spese militari della seconda guerra mondiale negli Stati Uniti sono riuscite a far superare completamente gli effetti della “Grande Recessione”) i tempi di guerra offrono opportunità di acquisto a lungo termine, poiché la crescita tendenziale del PIL beneficia di cospicui investimenti. E le grandi banche centrali occidentali dovranno normalizzare solo gradualmente le loro politiche monetarie, per sostenere il finanziamento degli investimenti strategici dei loro governi. Monthly Outlook Marzo 2022 24
Asset Allocation I mercati finanziari conoscono bene questa dinamica e, in questa prospettiva, i confronti recenti sono incoraggianti anche in termini di tempo di recupero (vedi tabella sotto). 20. INDICE S&P500 ED EVENTI GEOPOLITICI ANDAMENTO S&P GIORNI CORREZIONE DAL PRIMO SHOCK DI MERCATO DATA PRECEDENTE RIBASSO RIPRESA GIORN0 MASSIMO Gli Stati Uniti si ritirano dall’Afganistan 30/8/2021 0,4% -0,1% 1 3 Generale iraniano ucciso in un attacco aereo 3/1/2020 -0,7% -0,7% 1 5 Attacco drone in Arabia Saudita 14/9/2019 -0,3% -4,0% 19 41 Crisi missilistica in Nord Corea 28/7/2017 -0,1% -1,5% 14 36 Bombardamento della Siria 7/4/2017 -0,1% -1,2% 7 18 Attentato durante la maratona di Boston 15/4/2013 -2,3% -3,0% 4 15 Attacco alla metropolitana di Londra 5/7/2005 0,9% 0,0% 1 4 Attacco a Madrid 11/3/2004 -1,5% -2,9% 14 20 Attacco terroristico in USA 11/9/2001 -4,9% -11,6% 11 31 Invasione del Kuwait 2/8/1990 -1,1% -16,9% 71 189 Attentato a Regan 30/3/1981 -0,3% -0,3% 1 2 Guerra dello Yom Kippur 6/10/1968 0,3% -0,6% 5 6 Olimpiadi di Monaco 5/9/1972 -0,3% -4,3% 42 57 Offessiva del Tet 30/1/1986 -0,5% -6,0% 36 65 Guerra dei 6 giorni 5/6/1967 -1,5% -1,5% 1 2 Incidente del Golfo del Tonchino 2/8/1964 -0,2% -2,2% 25 41 Assassinio di Kennedy 22/11/1963 -2,8% -2,8% 1 1 Crisi Missili di Cuba 16/10/1962 -0,3% -6,6% 8 18 Crisi di Suez 29/10/1956 0,3% -1,5% 3 4 Rivoluzione Ungherese 23/10/1956 -0,2% -0,8% 3 4 N. Korean invade S. Korea 25/6/1950 -5,4% -12,9% 23 82 Attacco di Pearl Harbor 7/2/1941 -3,8% -19,8% 143 307 Media -1,1% -4,6% 19,7 43,2 Fonte: LPL Research, Indice S&P Down Jones, CFRA, Goldman Sachs Global Investment Research Per riassumere, l’aumento dei tassi d’interesse nominali non terrà il passo con l’aumento dell’inflazione e i tassi d’interesse reali rimarranno negativi per un lungo periodo di tempo, favorendo così le classi di attività reali e di rischio, principalmente le azioni. Monthly Outlook Marzo 2022 25
Asset Allocation 21. TASSI REALI D’INTERESSE NEGATIVI ANCORA PER UN PO’ DI TEMPO 10 10 Indice dei prezzi al consumo USA (CPI in % anno su anno, dx) 8 8 Tasso di Interesse Fed Fund (in %) 6 6 4 4 2 2 0 0 -2 -2 Gen-90 Gen-94 Gen-98 Gen-02 Gen-06 Gen-10 Gen-14 Gen-18 Gen-22 Fonte: Federal Reserve Board, Bureau of Labor Statistics Continuiamo a credere che l’aumento dell’inflazione sostenga il nostro sottopeso strutturale sulle obbligazioni globali, dove preferiamo le obbligazioni societarie e, selettivamente, le obbligazioni dei mercati emergenti. Sebbene vulnerabili all’avversione al rischio a breve termine e alla revisione negativa degli utili, le azioni rimangono interessanti sul lungo termine in termini di valutazione relativa. Tuttavia, siamo sempre più difensivi, concentrandoci su società con un maggiore potere di determinazione dei prezzi, più resilienti a scenari avversi e con un’elevata generazione di flussi di cassa/elevato rendimento dei dividendi. Manteniamo il nostro sovrappeso sulle azioni europee, ma siamo consapevoli che le azioni di USA, Giappone e dei Mercati Emergenti, in particolare i paesi asiatici, siano meno colpite dal conflitto Russia/Ucraina. Inoltre, nell’attuale contesto di elevata incertezza, l’esposizione al dollaro e all’oro offre interessanti opportunità di copertura del portafoglio, nonché un maggiore cuscinetto di liquidità. Portafogli in Gestione: riepilogo dell’asset allocation di UniCredit Group Investment Strategy Sovrappeso azioni globali La crescita globale in decelerazione, ma superiore al trend, sostiene le azioni, nonostante l’incertezza e la maggiore volatilità derivanti dalle tensioni geopolitiche, dall’aumento dei tassi negli Stati Uniti e dalla pandemia. Valutazione relativa attraente, dato che i tassi reali rimangono negativi. Sovrappeso azioni europee Nel breve termine è l’area più colpita dalla guerra Russia/Ucraina, a lungo termine beneficerà di maggiori investimenti nell’energia e nella difesa. Monthly Outlook Marzo 2022 26
Asset Allocation Neutrali azioni USA Crescita elevata, ma la Fed sta optando per un orientamento più restrittivo. Opportunità di acquisto selettive derivanti dal calo dei mercati azionari e dalla positiva stagione degli utili. Sovrappeso azioni dei mercati emergenti Valutazioni attraenti, prezzi delle materie prime più elevati e un ciclo di rialzo dei tassi più avanzato offrono opportunità di acquisto a lungo termine. In Cina è già in corso un moderato allentamento monetario. Si raccomanda la selettività dei paesi e dei settori. Neutrali azioni Pacifico Le azioni giapponesi sono sostenute dalla ripresa globale, dallo stimolo fiscale interno e dall’indebolimento dello yen. Sottopeso Obbligazioni globali Vulnerabili all’aumento dell’inflazione e al rialzo dei rendimenti. Sovrappeso obbligazioni societarie Euro Investment Grade Ancora sostenute dagli acquisti della BCE, ma il loro spread più ristretto le rende più vulnerabili all’aumento dei tassi d’interesse. Preferiamo il debito finanziario subordinato, per la migliorata patrimonializzazione delle banche europee e la minore duration. Neutrali obbligazioni societarie ad alto rendimento Rendimenti attraenti e scenario dei tassi di default favorevole, considerando che ci aspettiamo una crescita del PIL superiore al trend nel 2022. La minore durata rispetto ai titoli di Stato e alle obbligazioni societarie Investment Grade europee è un vantaggio, data l’aspettativa di una graduale normalizzazione dei tassi di interesse. La loro minore liquidità dovrebbe essere presa in considerazione in caso di ulteriori turbolenze sui mercati. Sottopeso titoli di Stato dell’UEM Sottopesiamo le obbligazioni governative core dell’euro per la loro elevata duration. Preferiamo i titoli di Stato periferici, come quelli dell’Italia e della Spagna, sostenuti dall’azione della BCE. Preferire una duration breve e aumentare selettivamente il posizionamento sui titoli legati all’inflazione può essere utile per affrontare lo scenario base di aumento dell’inflazione. Neutrali titoli di Stato non UEM Prevediamo un aumento dei rendimenti dei titoli governativi USA nel 2022. Sovrappeso obbligazioni dei mercati emergenti La ricerca di rendimento sostiene la nostra positività, ma siamo difensivi e selettivi considerando la politica monetaria restrittiva della Fed e l’inflazione nei Mercati Emergenti. Sovrappeso da neutrali sulla liquidità L’elevata incertezza geopolitica supporta un temporaneo incremento di liquidità. Neutrali sugli alternativi Offrono opportunità di de-correlazione dei portafogli e beneficiano del ruolo di copertura dell’inflazione di alcune sue componenti (real estate, commodities). Monthly Outlook Marzo 2022 27
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