Il prezzo della libertà - Monthly Outlook Maggio 2022 - UniCredit Group
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Indice Il prezzo della libertà Pagina 3 Sommario Pagina 5 La lettera dei CIO Pagina 8 In evidenza Pagina 12 Macro & Markets Pagina 21 Asset Allocation dei nostri portafogli in gestione Pagina 29 Rubriche Monthly Outlook Maggio 2022 2
Sommario Il prezzo della libertà Aggiornamento di mercato La terribile guerra in Ucraina, la fornitura di armi pesanti e le possibili conseguenze di un embargo energetico globale: questi sono gli argomenti che dominano oggi i titoli dei giornali e guidano i mercati, soprattutto in Europa. Ma l’aspettativa di un inasprimento delle politiche monetarie delle Banche Centrali insieme ai blocchi causati dalle politiche Covid-zero in Cina, continuano a esercitare pressioni sugli investitori e sull’economia. Dobbiamo prepararci a tassi di interesse in aumento e, almeno per il momento, tassi di inflazione ancora più elevati accompagnati da una crescita più lenta. È probabile che questa crisi sia ancora meno grave di quella del 2020 e potrebbe essere ulteriormente limitata se le aziende e le famiglie saranno sufficientemente flessibili da adattarsi e la politica economica agirà in modo mirato. Anche senza un rigido embargo energetico, dovremo probabilmente ridimensionare ancora una volta le nostre previsioni sulla crescita economica, soprattutto a causa delle ulteriori perdite di potere d’acquisto e dei problemi più pronunciati della catena di approvvigionamento. Per maggiori dettagli, leggi la nostra sezione Macro e Mercati. Inflazione Negli Stati Uniti e in alcune parti d’Europa, l’inflazione ha recentemente raggiunto il livello più alto degli ultimi quattro decenni. Se è vero che negli Stati Uniti possiamo notare il tasso di inflazione più alto tra le principali nazioni industrializzate, è altresì vero che lo slancio più forte si registra in Europa, in particolare nell’Europa centro-orientale. Monthly Outlook Maggio 2022 3
Sommario Molti osservatori ritengono che i massimi siano stati raggiunti e si aspettano un rapido calo. Tuttavia, lo scetticismo sembra appropriato, date le continue pressioni sui prezzi dei generi alimentari (l’enorme calo delle esportazioni di grano, olio commestibile e fertilizzanti da Ucraina e Russia avrà un impatto notevole), i continui problemi della catena di approvvigionamento e il rischio di un potenziale embargo energetico globale. Politiche monetarie A causa dell’inflazione eccessiva, le Banche Centrali delle principali nazioni industrializzate aumenteranno probabilmente i loro tassi di interesse di riferimento più rapidamente di quanto stimato in precedenza. È probabile che la Federal Reserve statunitense (Fed) faccia dei rialzi di 50 punti base (pb) all’inizio di maggio e anche a metà giugno, prima di tornare ai consueti rialzi da 25 pb, portando il tasso ufficiale statunitense a 2,2%-2,5% raggiunto già all’inizio del prossimo anno. In definitiva, i mercati si aspettano un tasso obiettivo di oltre il 3%. Allo stesso tempo, la Fed andrà avanti con la vendita dei titoli. Anche la Banca Centrale Europea (BCE) sta adottando un tono più rigoroso, anche se il suo compito è più difficile di quello della Fed visto il deterioramento del mix crescita-inflazione. È del tutto possibile che la BCE termini il suo programma di acquisto di titoli a luglio e inizi il suo ciclo di rialzo dei tassi a settembre 2022. Entro la fine del prossimo anno, i mercati prevedono un aumento totale dei tassi di interesse di 200 punti base. Mercati Finanziari Continuiamo a credere che l’aumento dell’inflazione sostenga la nostra view negativa sulle obbligazioni globali. Tuttavia, si stanno sviluppando opportunità d’investimento a lungo termine e stiamo monitorando da vicino i primi punti d’ingresso sul mercato dei Treasuries USA. Pur essendo vulnerabili alle tensioni geopolitiche e alla revisione negativa degli utili, le azioni rimangono interessanti nel lungo termine anche se consigliamo un approccio sempre più difensivo e orientato alla qualità. Ci concentriamo su società con un maggiore capacità di imporre i prezzi e con un’elevata generazione di flussi di cassa/alto dividendo. All’interno del mercato azionario riteniamo che le azioni americane siano attualmente sostenute da una migliore dinamica degli utili e siano più resilienti alle tensioni geopolitiche rispetto a quelle dei mercati Europei. Siamo sempre più difensivi sulle azioni dei Paesi Emergenti, poiché la crescita globale è destinata a rallentare. L’oro continua ad essere un bene rifugio nei momenti di incertezza. In tema valutario, il dollaro continua ad essere sostenuto dal processo di rialzo dei tassi della Fed e dall’avversione al rischio per il conflitto Russia/Ucraina. Monthly Outlook Maggio 2022 4
La lettera dei CIO Il prezzo della libertà La guerra in Ucraina tiene il mondo sulle spine e i suoi effetti economici si Manuela D’Onofrio fanno sentire sui mercati. Anche se gli indici azionari europei hanno recuperato notevolmente dalle pesanti perdite di marzo, le fluttuazioni sono ancora elevate. Oltre agli effetti della guerra e delle sanzioni – in particolare la forte fluttuazione del prezzo del petrolio, del gas e di altre materie prime – altri sviluppi stanno smorzando l’umore dei mercati azionari. Se da una parte in USA l’intenzione della Federal Reserve di inasprire maggiormente la sua politica monetaria sta portando i suoi primi effetti (negativi), in Europa, la politica cinese dello zero-covid sta peggiorando la fiducia, poiché le rigide chiusure porteranno probabilmente ad ulteriori interruzioni nelle catene produttive globale. La Head of Group Investment struttura industriale europea, che è fortemente orientata al commercio estero, Strategy ne soffre particolarmente. Guardando gli indici azionari MSCI, l’indice europeo (scambiato in euro) ha subito perdite per circa il 6% dall’inizio dell’anno*, mentre il mercato statunitense ha segnato un -11%. L’indice del Pacifico (che riguarda i mercati azionari dei paesi Philip Gisdakis industrializzati) mostra una perdita del 14%, i mercati emergenti del 15%. Le azioni tedesche hanno perso quasi il 12% e quelle cinesi il 21% (tutti gli indici non europei sono denominati in USD, i cinesi in Yuan). I mercati obbligazionari non sono molto meglio. In un contesto di aumento delle aspettative di inflazione e di un’azione probabilmente più aggressiva delle Banche Centrali l’indice dei Titoli di Stato dell’area Euro è sceso quasi del 9% con i rendimenti delle Obbligazioni governative che sono aumentati notevolmente in modo speculare. Questo significa che la performance dei cosiddetti portafogli multi-asset – ovvero quelli composti da azioni e obbligazioni – hanno sofferto. L’aumento dei CIO UniCredit Bank AG (HypoVereinsbank) (Germania) rendimenti delle obbligazioni ha, infatti, colpito entrambe le classi di attività. Monthly Outlook Maggio 2022 5
La lettera dei CIO Tuttavia, a nostro avviso, questi non sono motivi per nascondere la testa sotto la *Per l’andamento dettagliato sabbia. Mentre questi fattori di rischio (prezzi dell’energia, inflazione, strozzature nel lungo termine degli della catena di approvvigionamento, ecc.) stanno rallentando l’economia e indici abbiamo inserito una abbattendo il sentimento del mercato, le prospettive per le aziende europee e tabella alla fine di questa statunitensi non sono ancora negative. Per esempio, anche se il Fondo Monetario pubblicazione. Internazionale (FMI) ha notevolmente abbassato le sue previsioni di crescita per la zona euro a causa della guerra in Ucraina e di ulteriori pressioni, ci si aspetta ancora tassi di crescita del PIL del 2,8% e del 2,3% rispettivamente per il 2022/23. Entrambe le cifre sono superiori alla crescita media dei cinque anni prima della pandemia. Per gli Stati Uniti, il Fondo prevede rispettivamente il 3,7% e il 2,3%. La media quinquennale 2015-2019 è del 2,4%. Inoltre, gli utili aziendali dovrebbero ancora mostrare una crescita robusta secondo le stime di consenso. Tenendo conto di queste aspettative e degli attuali cali di prezzo, i livelli di valutazione delle azioni globali sono notevolmente diminuiti. Il rapporto prezzo-utili (P/E) dell’MSCI Europe (l’indice azionario del mercato europeo), per esempio, è appena sotto 13, mentre al picco post-pandemia era oltre 18. Anche il rapporto P/E del MSCI Nord America (l’indice azionario Nord- Americano) è diminuito notevolmente (attualmente: poco meno di 18, massimo del periodo: 23), ma si tratta di un valore comunque superiore a quelli visti nei 15 anni prima della pandemia. E’ chiaro che la maggiore crescita degli Stati Uniti rispetto all’Europa e il fatto che la guerra in Ucraina e le sue conseguenze economiche colpiscano gli Stati Uniti molto meno dell’Europa parlano a favore delle azioni statunitensi. L’inasprimento pianificato della politica monetaria statunitense – la Federal Reserve ha annunciato significativi aumenti dei tassi d’interesse e una notevole riduzione delle sue partecipazioni obbligazionarie – sta pesando sulle azioni statunitensi, soprattutto sui titoli tecnologici che sono sopravalutati, ma l’ambiente economico appare ancora abbastanza buono. Non a caso la Fed pensa che la significativa stretta delle condizioni monetarie sia consigliabile ed economicamente sopportabile. Ciononostante, ci aspettiamo una volatilità ancora elevata sui mercati finanziari, almeno per il trimestre in corso. Non si possono escludere ulteriori (gestibili) battute d’arresto. Tuttavia, il quadro economico potrebbe schiarirsi nella seconda metà dell’anno. Le fasi di aumento dei tassi d’interesse della Fed non sono solitamente negative per le azioni. Storicamente, un impatto significativo è emerso solo quando la Banca Centrale ha dovuto tagliare nuovamente i tassi di interesse di fronte a un peggioramento delle prospettive economiche. I rischi di recessione negli Stati Uniti, innescati da un eccessivo irrigidimento della politica monetaria, sono attualmente oggetto di discussione, ma probabilmente siamo ancora molto lontani da una tale situazione. In Europa, i cittadini stanno soffrendo per una inflazione molto alta, ma a La spirale prezzi/ salari differenza degli Stati Uniti, le pressioni sui prezzi provengono principalmente dal rappresenta l’interdipendenza lato energetico e dalle strozzature della catena di approvvigionamento. Questi dei prezzi per beni e servizi due fattori non possono essere realmente influenzati dalla Banca Centrale con i e i salari. Sia i prezzi che i suoi strumenti. In Europa, i pericoli di una spirale salari-prezzi sono sotto controllo. salari aumentano a spirale, Inoltre, l’economia europea dovrebbe beneficiare degli inevitabili investimenti in in modo tale che né i prezzi infrastrutture energetiche più sostenibili e in un programma di sicurezza. più alti né i salari più alti giovano economicamente al Quindi non c’è motivo per gli investitori per nascondersi. La prospettiva a medio lavoratore o alle aziende che termine appare favorevole. A breve termine, tuttavia, le azioni europee non vendono beni e servizi. sembrano più sopravvalutate dopo le recenti riduzioni di prezzo, nonostante la Monthly Outlook Maggio 2022 6
La lettera dei CIO continua volatilità dei mercati. L’esperienza ci insegna che i tempi volatili non sono un cattivo momento per spingersi verso opportunità di rendimento a medio termine. Nonostante le pressioni simultanee su obbligazioni e azioni negli ultimi mesi, gli investitori con portafogli ben diversificati – anche tenendo conto di esposizioni a valute di diversi paesi – sono stati in grado di ottenere rendimenti significativamente meno negativi rispetto alle performance singole di azioni e obbligazioni europee. Questo dimostra che i portafogli ben diversificati e che coprono ampiamente le opportunità di investimento portano ad una certa stabilità anche in tempi difficili. Basandosi su questa stabilità, si potrebbero poi realizzare le opportunità di rendimento per il futuro. Monthly Outlook Maggio 2022 7
In evidenza Strategia d’investimento: scegliere i settori su cui investire diventa sempre più importante Dopo la pandemia, la guerra in Ucraina è stato un altro shock per l’economia globale. Questa tensione non ha fatto altro che rafforzare un trend che già si stava facendo avanti sui mercati nella fase post-pandemia: la pressione inflazionistica. Tuttavia, l’impatto della guerra sull’economia e sui mercati è fondamentalmente diverso da quello del Coronavirus. E questo è un fattore molto importante di cui tenere conto nella strategia di investimento. Nei paragrafi seguenti, abbiamo confrontato questi due diversi shock e cercato di trarne delle conseguenze utili per la nostra strategia di investimento. Per l’economia occidentale, la guerra in Ucraina si manifesta essenzialmente come uno shock di approvvigionamento di energia e di materie prime. Le sanzioni commerciali e una possibile interruzione delle forniture di energia dalla Russia, innescate dagli embarghi dell’Occidente o dalle contromisure prese dalla Russia, potrebbero avere conseguenze di vasta portata per le imprese e i cittadini. Tuttavia, la natura di questo shock è fondamentalmente diversa dalla crisi causata dal COVID-19. Quest’ultimo, infatti, ha colpito principalmente i settori dei servizi legati al consumo come i viaggi, la ristorazione, gli alberghi e la vendita al dettaglio. All’inizio della pandemia c’erano anche preoccupazioni su come le restrizioni sociali potessero influenzare i processi di produzione industriale. E in effetti, le misure di blocco hanno colpito le catene di approvvigionamento in tutto il mondo. Ma le implicazioni per il settore manifatturiero si sono rivelate subito meno drammatiche delle conseguenze per il settore dei servizi, specialmente quelli legati al consumo. Ciò significa che lo shock si è sentito più forte alla fine delle catene di produzione. Il consumo di alcuni servizi è stato colpito in modo massiccio, ma altri settori, come il commercio online, ne hanno beneficiato in modo significativo. Lo shock energetico causato della guerra in Ucraina differisce fondamentalmente per questo motivo, poiché colpisce l’inizio stesso dei processi di produzione, per esempio nella produzione a grande consumo energetico di materie come Monthly Outlook Maggio 2022 8
In evidenza l’acciaio o di prodotti chimici di base. Gran parte dell’incertezza sui mercati deriva dal fatto che, a causa della complessità e della forte interconnessione delle catene di produzione e fornitura, non è chiaro come una possibile interruzione all’inizio di un processo produttivo possa influenzare l’economia generale. Se alcuni prodotti relativi alla fase iniziale mancano o diventano inaccessibili per le aziende, i processi industriali che dipendono da essi potrebbero fermarsi. Ci sono stati persino avvertimenti isolati sulla minaccia di deindustrializzazione dell’economia europea nel caso di un boicottaggio delle forniture di gas. Non c’è da stupirsi che gli investitori siano turbati da tali rischi. Questi avvertimenti evidenziano ancora una volta la vulnerabilità di un’economia globalmente interconnessa e integrata agli eventi shock. Questo era già avvenuto con la pandemia. Nel caso attuale, tuttavia, le catene di approvvigionamento integrate a livello globale non significano solo rischi, ma anche opportunità, perché è anche vero che i semi lavorati possono essere acquistati da diversi fornitori. Se, per esempio, alcuni semilavorati diventano inaccessibili nel mercato locale a causa del boicottaggio del gas russo, questi potrebbero essere acquistati da un altro produttore sul mercato mondiale. Se è vero che tali sviluppi possono comportare rischi di sopravvivenza per il produttore locale è anche vero che questo processo permetterebbe di mantenere intatti i processi di produzione al dettaglio. Queste questioni ci portano ad analizzare due concetti economici basilari: l’elasticità della domanda di un bene e la sua sostituzione. L’elasticità del prezzo è misurata come il cambiamento dell’offerta o della domanda al variare del prezzo. Se l’elasticità della domanda è alta, un aumento del prezzo di un prodotto causerebbe un forte calo della domanda corrispondente. Al contrario se l’elasticità della domanda è bassa, la variazione di prezzo non determina un cambiamento proporzionale nella domanda del bene. Due esempi ci aiutano a capire le conseguenze che ci si può aspettare sui processi di produzione. DOMANDA ANELASTICA In un contesto di monopolio, i clienti +$ +$ +$ che hanno bisogno del prodotto a monte sono disposti a pagare prezzi più alti. In questo caso, la produzione a valle diventa più costosa, ma il processo rimane intatto. DOMANDA ELASTICA +$ In un contesto in cui l’azienda produttrice è in intensa concorrenza sul mercato mondiale, cioè che ci siano concorrenti che possono offrire il prodotto a un prezzo competitivo, i clienti dell’azienda originale andranno a comprare altrove. Possono sorgere rischi di sopravvivenza per l’azienda colpita, ma la produzione a valle può in linea di principio essere mantenuta. Monthly Outlook Maggio 2022 9
In evidenza Questa rappresentazione è molto semplificata e le interrelazioni saranno molto più complesse nella realtà, ma mostrano quali principi sono all’opera. Per gli investitori, i costi di produzione e la stabilità dei margini sono fattori chiave nelle decisioni di investimento e non sono questioni banali. Uno sguardo alla performance da un anno all’altro dei singoli settori del mercato azionario europeo lo rende chiaro. Non sorprende che i settori dell’energia e delle materie prime siano in cima alla tabella delle performance quest’anno, mentre il settore dei consumi sia in fondo (si veda grafico 1). 1. PERFOMANCE 2022 DEI SETTORI ENERGETICI, METALLI E MINERARIO Indice 100= 01.01.2022 160 Metalli ed estrazioni Settore Energetico 140 MSCI Europa (in Euro) Settore Chimico Settori dei consumi 120 100 80 60 40 Gen 17 Gen 18 Gen 19 Gen 20 Gen 21 Gen 22 Nota: la performance passata, le simulazioni e le previsioni non sono indicatori affidabili della performance futura. Gli indici non sono acquistabili e quindi non comprendono i costi. Quando si investe in titoli, vengono sostenuti costi che riducono la performance. Nel caso di un investimento in valuta estera, il rendimento può anche aumentare o diminuire a causa delle fluttuazioni valutarie. Aggiornamento: 25/04/2022. Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit Group Investment Strategy Il settore dei consumi ha difficoltà a trasferire l’intera pressione dei prezzi ai consumatori, andando ad erodere i propri margini. È anche interessante che l’industria chimica, che in realtà dovrebbe essere una delle vittime degli alti costi energetici, si trovi nel mezzo. I produttori europei di fertilizzanti, per esempio, sono tra i grandi vincitori di quest’anno. I loro prodotti sono ancora richiesti e le restrizioni commerciali sui fornitori russi riducono la concorrenza. Le aziende chimiche, d’altra parte, che fabbricano prodotti sostituibili, stanno mostrando sostanziali perdite di prezzo delle azioni. Quali conclusioni si possono trarre da questo per gli investitori? Prima di tutto, shock come quello della pandemia e dei prezzi dell’energia, provocano vincitori e vinti. E come mostrano gli esempi del settore chimico, le corrispondenti conseguenze economiche per le singole aziende non sono necessariamente banali. Le aziende dei settori con una forte concorrenza globale subiscono una pressione maggiore in un ambiente caratterizzato dall’aumento dei costi di produzione rispetto a quelle il cui campo di attività è meno competitivo. Queste aziende sono in grado di mantenere i loro margini stabili anche in un ambiente inflazionistico perché possono trasferire ai loro clienti gli aumenti di prezzo dei prodotti intermedi. Monthly Outlook Maggio 2022 10
In evidenza Con la giusta selezione di settori e aziende, gli investitori possono riuscire a posizionarsi in modo stabile anche in tempi di inflazione elevata e rendimenti crescenti – soprattutto perché gli investimenti obbligazionari sono complessivamente meno interessanti considerati i rendimenti reali negativi e perdite di prezzo sostanziali (a causa dei rendimenti crescenti). Tuttavia, le aspettative di rendimento degli investitori dovrebbero prendere in considerazione l’ambiente macroeconomico attualmente molto complicato e i rischi. Nonostante tutte le incertezze in tempi segnati dalla guerra, dall’inflazione e dalle contromisure delle banche centrali, l’umore delle aziende in Europa si sta dimostrando sorprendentemente robusto nel complesso. Questo fa sperare in una stabilizzazione dei mercati nel trimestre in corso – seguita da una moderata tendenza al rialzo nella seconda metà dell’anno. Ad aprile, ad esempio, sia l’indice PMI dell’Unione Monetaria Europea (Composite Purchasing Managers’ Index) – sebbene esclusivamente a causa della componente dei servizi – sia l’indice IFO tedesco (Information und Foschung, che stima il sentiment e le condizioni nel settore aziendale della zona euro) sono sorprendentemente aumentati (cfr. grafico 2). Ciò fa sperare in una stabilizzazione dei mercati nel trimestre in corso, seguita da una moderata tendenza al rialzo nella seconda metà dell’anno. 2. GLI INDICATORI ECONOMICI SONO RELATIVAMENTE ROBUSTI 70 110 Indice PMI dei servizi Indice PMI del manufatturiero 60 100 Indice IFO (scala di sinistra) 50 90 40 80 30 70 20 60 10 50 Gen 16 Gen 17 Gen 18 Gen 19 Gen 20 Gen 21 Gen 22 Fonte Refinitiv Datastream, UniCredit Group Investment Strategy Monthly Outlook Maggio 2022 11
Macro & Markets L’inflazione preoccupa, i tassi d’interesse salgono e la crescita rallenta La guerra in Ucraina, la fornitura di armi e le possibili conseguenze di un embargo energetico sono gli argomenti che continuano a dominare i notiziari in questo periodo, soprattutto in Europa. Ma anche l’aspettativa di una politica monetaria più restrittiva da parte delle Banche Centrali, in un contesto di eccessiva inflazione a livello mondiale e il lockdown per il Covid in Cina, continua a mettere sotto pressione gli investitori e l’economia. È molto probabile che dovremo prepararci ad un aumento più rapido dei tassi di interesse e, almeno per il momento, sia a livelli di inflazione ancora più elevati che ad un rallentamento della crescita. In uno scenario estremo, ovvero se le importazioni di tutte le forniture energetiche russe fossero bloccate, con limitata possibilità di sostituzione del gas naturale, l’eurozona potrebbe persino scivolare in recessione. Tuttavia, la contrazione sarà probabilmente meno grave di quella provocata dal Covid nel 2020 e potrebbe essere ulteriormente limitata se imprese e famiglie saranno abbastanza flessibili ad adattarsi e la politica economica agirà in modo mirato. Anche senza un rigido embargo energetico dovremo probabilmente abbassare nuovamente le nostre previsioni sul PIL. Le ulteriori perdite di potere d’acquisto e il peggioramento dei problemi delle catene di approvvigionamento si stanno facendo sentire. Un embargo energetico totale – Cosa succederebbe? Ad ogni settimana di guerra non solo si aggrava la tragedia umana, ma Secondo le stime del Fondo aumentano anche i costi economici – per l’Ucraina, per la Russia, ma anche per monetario internazionale, l’Europa occidentale e centro-orientale. Da quando si è appreso dei crimini di il PIL dell’Ucraina dovrebbe guerra russi, la pressione politica per un rigido embargo energetico è aumentata. crollare di almeno il 35% nel L’UE ha già imposto un divieto sulle importazioni di carbone e, a breve, potrebbe 2022. Allo stesso tempo il seguirne un altro sulle importazioni di petrolio. Entrambi hanno ragion d’essere. PIL russo dovrebbe diminuire In questi casi la dipendenza può essere gestita, le opportunità di sostituzione del 12% nell’anno in corso, sono sufficienti e il tempo stringe, se si vuole colpire Putin sul piano finanziario. il quadruplo rispetto all’anno Ciò non toglie che la Russia nel medio termine potrebbe individuare alternative del Covid, il 2020 (-3%). di vendita. Monthly Outlook Maggio 2022 12
Macro & Markets Nel caso del gas naturale, tuttavia, le posizioni sono divise. La resistenza viene soprattutto da Germania, Italia, Austria e Ungheria, a causa della loro elevata dipendenza dalle importazioni dalla Russia. Dal momento che Mario Draghi sta iniziando a preparare la sua uscita di scena (e il rieletto Viktor Orban sostiene le sanzioni UE solo fino a un certo punto, nella migliore delle ipotesi), la decisione finale sarà probabilmente presa in Germania. I timori per le conseguenze per l’industria del Paese, che è fortemente dipendente dal gas naturale (in particolare l’industria chimica), faranno probabilmente esitare Berlino ancora per qualche tempo. Secondo il governo, le sanzioni devono colpire la Russia, ma allo stesso tempo essere sopportabili per la Germania. E non sarebbe così nel caso di un embargo sul gas naturale dalla Russia. I sostenitori di un embargo totale, d’altro canto, citano sia impegni etici (nessun finanziamento alla guerra) sia motivazioni economiche. Secondo alcuni studi Cosa succederebbe? The gli effetti di un embargo energetico radicale sull’economia tedesca nel suo Economic Effects for Germany complesso sarebbero “considerevoli, ma gestibili” (non necessariamente per of a Stop of Energy Imports tutti i settori e le aziende). Le rinomate simulazioni del modello di Bachmann et from Russia, Bachmann et al. stimano un declino del PIL nel breve termine dallo 0,3% al 2,3%, a seconda al., econPOL Policy Report delle ipotesi. Un embargo mirato a tagliare le risorse finanziarie della Russia 36/2022, marzo 2022 (link). porterebbe, dunque, a una recessione. Non si tratterebbe, tuttavia, di una recessione così profonda come quella indotta dal Covid (PIL reale 2020: -4,5%) e sarebbe quindi un prezzo “accettabile” per la libertà e l’indipendenza. Inoltre, un passo di questo genere accelererebbe l’eliminazione graduale dell’energia fossile, come auspicato a livello politico. I risultati della simulazione dipendono molto dalle elasticità di sostituzione Gli studi dell’Istituto tedesco e dagli eventuali effetti di trasmissione. Sulla base di un puro modello input- per la ricerca economica (DIW) output multisettoriale, la contrazione del PIL rimarrebbe addirittura ampiamente e dell’Accademia nazionale sotto l’1% (cfr. tabella 3). In uno scenario più pessimistico, in cui risulti molto delle scienze Leopoldina difficile sostituire il gas russo al di fuori del settore elettrico a breve termine, giungono a risultati simili. i costi economici salirebbero a circa il 2-2,25% del PIL o fino a 1.000 euro pro Recentemente, la Bundesbank capite aggiuntivi. Se poi aggiungiamo le ricadute sulla domanda e sulla fiducia tedesca ha parlato di un calo dei consumatori, arriviamo a un calo del 3% del PIL. del 2%. 3. COSTO ECONOMICO DI UN EMBARGO ENERGETICO TOTALE PER LA GERMANIA BACHMANN ET AL. RISULTATI COSTO PER PIL GNE1 DELLA SIMULAZIONE IN % E IN EURO CITTADINO (EURO)2 Impatto embargo totale con piena 0,2-0,3 0,2-0,4 80-120 sostituzione delle materie da altri paesi Impatto di uno shock del 10% del 1,2 1,3 500-700 fabbisogno di petrolio, gas e carbone Impatto di uno shock del 30% del 2,2 2,3 800-1000 fabbisogno di gas 1 GNE, Gross National Expenditrue è la Spesa Nazionale Lorda ovvero la sommatoria fra i consumi, gli investimenti e la spesa nazionale 2 Euro oltre ai costi esistenti Fonte: Bachmann et al., econPOL Policy Report 36/2022, marzo 2022 Secondo gli autori dello studio, la politica economica dovrebbe quindi mirare il più rapidamente possibile ad aumentare gli incentivi per la sostituzione e il risparmio delle energie fossili. Una politica completamente dedicata alle famiglie a basso reddito, senza ridurre gli incentivi a risparmiare energia, sarebbe un modo efficace in termini di costi per garantire un’equa ripartizione degli oneri. Monthly Outlook Maggio 2022 13
Macro & Markets Tuttavia, queste simulazioni sono state oggetto di aspre critiche in Germania. Il prezzo del gas in Europa Sindacati e associazioni di datori di lavoro, in rara sintonia, prevedono che resta, però, al momento il crollo del PIL possa risultare il doppio, perché il modello di Bachmann ancora del 19% al di sopra del sottovaluta fortemente gli shock successivi legati ai prezzi dell’energia. Se un livello precedente alla guerra, Il aumento (protratto) di nove volte dell’attuale prezzo del gas fino a 900 EUR petrolio greggio di circa il 11%. per megawattora sia un’ipotesi più realistica, è comunque dubbio, soprattutto perché i prezzi del gas e del petrolio sono diminuiti notevolmente dai massimi di inizio marzo (vedi grafico 4). 4. I PREZZI DEL GAS E DEL PETROLIO SONO DIMINUITI NOTEVOLMENTE DA INIZIO MARZO 280 160 Prezzo del Brent (dollari/barile) – scala di destra 240 140 Prezzo del Gas naturale (European Energy exchange, Euro/MWh) – 200 120 scala di sinistra 160 100 120 80 80 60 40 40 0 20 Gen 17 Gen 18 Gen 19 Gen 20 Gen 21 Gen 22 Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit Group Investment Strategy La comunità accademica è stata più critica nei confronti delle elevate elasticità di sostituzione utilizzate (tra fonti energetiche e tra energia e altri fattori di produzione). Inoltre, le simulazioni potrebbero aver sottovalutato le possibili ripercussioni, i meccanismi di amplificazione e le reazioni a livello di fiducia e di domanda. Chi avrà avuto ragione si potrà nella migliore delle ipotesi stabilire a posteriori. Ad ogni modo, il governo tedesco ha accolto le critiche e ha aggiunto considerazioni Le raffinerie tedesche, ad pratiche e tecniche che i modelli non possono chiarire. A nostro parere, pertanto, esempio, sono impostate sulla è molto probabile che il governo tedesco non rinuncerà a breve ad opporsi a un composizione chimica del embargo energetico totale (scenario di base). Berlino sembra voler guadagnare petrolio greggio russo e in caso tempo per accumulare rapidamente scorte, e quindi ridurre al più presto la di embargo dovrebbero essere dipendenza dall’energia russa e prepararsi ad ogni evenienza (come con il “piano convertite di conseguenza. di emergenza per il gas”) e comunque sperare che, nel frattempo, la Russia non prenda misure unilaterali. Tuttavia, è quanto mai discutibile se la Germania sia in grado (e debba) aspettare fino al 2024 per fare a meno del gas russo, cosa che – secondo il governo – sarebbe possibile con un minimo attrito, specialmente se la guerra si intensificasse e si scoprissero nuovi crimini di guerra da parte dell’esercito russo. La pressione politica continua, ad ogni modo, ad aumentare. Un embargo energetico UE rapido e completo non diventerà, tuttavia, il nostro scenario di base in tempi brevi. Monthly Outlook Maggio 2022 14
Macro & Markets L’inflazione sale ai massimi da 40 anni... Ma anche senza un altro shock energetico (a livello di prezzi), saremo costretti Negli Stati Uniti l’inflazione ad abbassare nuovamente le nostre previsioni di crescita. Il motivo principale dei prezzi al consumo è salita è lo sforamento dell’inflazione. Mese dopo mese, le cifre stanno superando le dell’8,5% su base annua, il aspettative. Negli Stati Uniti e in alcune parti d’Europa, l’inflazione dei prezzi massimo da 40 anni. Questo al consumo è salita di recente al livello più alto da 40 anni. Con una variazione vale anche per la Germania. dell’1% abbondante su base mensile (o quasi il 15% annualizzato), l’aumento Nell’area euro l’inflazione è globale è circa il doppio del suo massimo precedente. Gli Stati Uniti hanno salita al livello più alto mai attualmente il tasso di inflazione più elevato tra i principali paesi industrializzati, misurato, al 7,4% (ma la serie ma lo slancio più forte è in Europa, in particolare nell’Europa centro-orientale (cfr. temporale risale solo al 1990). grafico 5). A guidare questa crescita sono i prezzi dell’energia (nell’UEM a marzo: +45% a/a, alimentari: +5%). 5. L’INFLAZIONE BALZA A NUOVI MASSIMI 12 CE4* Inflazione CPI (%, anno su anno) 10 USA Inflazione CPI (%, anno su anno) UEM Inflazione CPI (%, anno su anno) 8 *Polonia, Rep. Ceca, Ungheria, Slovacchia 6 4 2 0 -2 -4 Gen 00 Mar 03 Mag 06 Lug 09 Set 12 Nov 15 Gen 19 Mar 22 Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit Group Investment Strategy Non pochi osservatori ritengono che i valori massimi siano stati raggiunti e che, ora, ci si possa aspettare una rapida discesa, anche perché i prezzi del greggio e del gas naturale sono nel frattempo diminuiti in modo significativo. Tuttavia, la situazione è un po’ più complicata ed un certo scetticismo appare appropriato, soprattutto se dovesse esserci un altro shock dei prezzi dell’energia a seguito di un embargo totale (scenario di rischio). Anche in assenza di tale scenario, prevalgono i rischi al rialzo. La pressione giunge dai prezzi dei prodotti alimentari. L’enorme calo delle esportazioni di grano, olio Il rapido aumento dei prezzi alimentare e fertilizzanti dall’Ucraina e dalla Russia avrà un impatto significativo. del grano e del pane colpisce A questo si aggiungeranno i problemi della catena di approvvigionamento, che più gravemente i paesi più pesano sui prezzi dei prodotti industriali, in particolare nel settore automobilistico poveri dell’Africa e dell’America (ad esempio, i cablaggi). Allo stesso tempo, incombono effetti secondari. Latina. Cresce così il potenziale di tensioni sociali e agitazioni. Non si può, dunque, escludere che l’inflazione dei prezzi al consumo continui a salire e/o rimanga ai livelli elevati più a lungo del previsto su entrambe le sponde dell’Oceano Atlantico. In termini economici, questo implica un’ulteriore perdita di potere d’acquisto e, quindi, di crescita. Monthly Outlook Maggio 2022 15
Macro & Markets ...Le banche centrali devono reagire I tassi di disoccupazione sia negli Stati Uniti (3,6%) che Allo stesso tempo, ogni mese di eccessiva inflazione accresce la pressione sulle nell’area euro (6,8%) sono Banche Centrali affinché intervengano, soprattutto per il fatto che le pressioni sui tornati ai livelli pre-Covid o al salari continuano ad aumentare, facendo così salire i rischi di una spirale salari- di sotto. Allo stesso tempo, le prezzi. Non c’è da stupirsi che le aspettative di inflazione, che in precedenza retribuzioni orarie statunitensi erano abbastanza ben ancorate, siano di recente aumentate bruscamente – sono salite quasi del 7% su nell’area euro ancora più che negli Stati Uniti (cfr. grafico 6). base annua. In Germania, i salari effettivi nel primo trimestre sono stati superiori del 4% rispetto all’anno precedente. 6. ASPETTATIVE DI INFLAZIONE: LE BANCHE CENTRALI DEVONO REAGIRE IInflazione attesa (tasso medio d'inflazione su un periodo di 5 anni a partire da 5 anni, %, swap sull’inflazione) 3,5 USA UEM 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 Feb 16 Feb 17 Feb 18 Feb 19 Feb 20 Feb 21 Feb 22 Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit Group Investment Strategy Le Banche Centrali delle principali nazioni industrializzate aumenteranno, pertanto, i loro tassi di interesse di riferimento in modo più deciso e rapido La Bank of Canada e la di quanto stimato in precedenza, e la Fed sarà in testa. Non siamo gli unici a Reserve Bank of New Zealand prevedere che la Banca Centrale statunitense aumenti il suo tasso obiettivo di si sono già mosse e di recente 50 punti base (0,5 punti percentuali) sia all’inizio di maggio che forse anche hanno aumentato i loro tassi a metà giugno, prima di tornare ai consueti rialzi di 25 punti base (0,25 punti di interesse di riferimento di percentuali). Il tasso di riferimento neutrale degli Stati Uniti del 2,2%-2,5%, 50 punti base. ovvero un livello che non stimola né rallenta la crescita statunitense, dovrebbe essere raggiunto già all’inizio del prossimo anno, ma il ciclo non sarà ancora terminato. I mercati si aspettano come punto d’arrivo un tasso obiettivo superiore al 3% (cfr. grafico 7). Allo stesso tempo, la Fed proseguirà la riduzione del suo portafoglio obbligazionario. Monthly Outlook Maggio 2022 16
Macro & Markets 7. G LI INVESTITORI SI ASPETTANO CHE IL TASSO DEI FED FUND AUMENTERÀ AL DI SOPRA DEL 3% Attese di mercato per i tassi dei Fed Fund (Fed Funds Futures, %) 4,0 Attuale 1 mese fa 3,5 3 mesi fa 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 Mar 22 Set 22 Mar 23 Set 23 Mar 24 Set 24 Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit Group Investment Strategy Anche la BCE sta adottando un orientamento più restrittivo, il suo compito è più Per i dettagli dell’ultima difficile di quello della Fed a causa del peggioramento del mix crescita-inflazione. riunione del Consiglio Non si può, pertanto, escludere che la BCE ponga fine al suo programma di direttivo, si veda la ECB Review acquisto di titoli a luglio e inizi il ciclo di rialzo dei tassi a settembre 2022. Entro del nostro UniCredit Global la fine del prossimo anno i mercati prevedono un aumento dei tassi di interesse Head of Research, Marco Valli, per un totale di 200 pb (cfr. grafico 8). del 14 aprile 2022 (link). 8. ANCHE LA BCE È SOTTO PRESSIONE Aspettative di mercato sui tassi della BCE (Future Euribor, %) 2,5 Attuale 1 mese fa 2,0 3 mesi fa 1,5 1,0 0,5 0,0 -0,5 -1,0 Giu 22 Dic 22 Giu 23 Dic 23 Giu 24 Dic 24 Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit Group Investment Strategy Monthly Outlook Maggio 2022 17
Macro & Markets L’economia può far fronte agli aumenti dei tassi di interesse L’interrogativo è se il ciclo restrittivo più aggressivo della Fed e delle altre banche Storicamente, l’inevitabile centrali, unitamente alla guerra in Ucraina, non finirà per soffocare la ripresa riduzione dell’indebitamento post-Covid. Nel caso degli Stati Uniti, alla domanda si può essere rispondere con delle famiglie e/o delle un No. L’economia sembra essere sufficientemente resiliente. I bilanci aggregati imprese sovra-indebitate ha delle imprese e delle famiglie sono più solidi di quanto registrato da oltre dieci troppo spesso provocato un anni e la produzione industriale sta continuando a crescere straordinariamente rallentamento economico o bene, con le aziende che investono massicciamente e assumono molto (e sono addirittura una recessione. sempre alla ricerca di altri lavoratori). In un contesto di livelli elevati e in continua crescita della fiducia delle imprese e degli indici dei responsabili degli acquisti, questo non sorprende affatto. Il settore dei servizi ha già recuperato il crollo del Covid-19 all’inizio dell’anno. Dal lato della domanda, il forte aumento dei prezzi (della benzina) sta comprimendo la spesa dei consumatori e frenando i consumi. Tuttavia, lo smaltimento – non ancora ultimato – dell’eccesso di risparmio accumulato nell’era Covid, sommato a un forte aumento dell’occupazione e dei salari, fa da buon contrappeso e sostiene i consumi privati al di là di battute d’arresto di breve durata. Se il PIL reale dello scorso trimestre, con un inaspettato meno annualizzato Nel quarto trimestre del dell’1,4%, suggerisce visivamente un segno di debolezza, ciò è dovuto 2021, la sola variazione delle esclusivamente alle esportazioni nette (sottraendo 3 punti percentuali dalla scorte ha contribuito per 5,3 crescita), ma soprattutto alla contrazione delle scorte. Verso la fine del 2021, punti percentuali alla crescita le scorte sono state uno dei principali motori dell’esuberante crescita di quasi del PIL annualizzato del 6,9%. il 7% annualizzato. Lo stesso vale per le esportazioni. Escludendo entrambi i Al contrario, le scorte hanno fattori e guardando solo alla domanda interna il tasso di espansione era al 2,6%, ridotto la crescita di 0,8 addirittura più forte rispetto alla fine dello scorso anno (+2%). Continuiamo punti percentuali nel primo quindi a prevedere tassi di crescita del PIL notevolmente più elevati per questa trimestre del 2022. Allo stesso primavera e per l’estate. Tuttavia, dovrebbero indebolirsi in seguito (in altre tempo, le esportazioni sono parole, normalizzazione). diminuite del 6%. Alla fine del 2021 erano cresciuti di un A non far prevedere una brusca fine della ripresa negli Stati Uniti è anche il altissimo 22%. contesto delle condizioni finanziarie ancora favorevole che, nonostante il notevole aumento della volatilità e dei tassi di interesse, resta in territorio espansivo (cfr. grafico 9). Lo stesso vale per l’Europa. 9. NESSUN ALLARME DI STRESS FINANZIARIO (DI MERCATO) 3,0 0,8 EMU systemic stress indicator restrictive environment (ECB, RS) 2,5 0,7 US national financial conditions index 2,0 0,6 (Chicago Fed) 1,5 0,5 1,0 0,4 0,5 0,3 0,0 0,2 -0,5 0,1 expansive environment -1,0 0,0 Gen 00 Mar 03 Mag 06 Lug 09 Set 12 Nov 15 Gen 19 Mar 22 Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit Group Investiment Strategy Monthly Outlook Maggio 2022 18
Macro & Markets Le prospettive economiche si sono, tuttavia, offuscate e, soprattutto, sono diventate più incerte. Questo è dovuto principalmente alla guerra e alle sanzioni, unitamente all’ondata di pandemia, che hanno provocato una crescita quasi nulla della produzione economica nel primo trimestre; i consumi privati si sono addirittura significativamente ridotti. È dunque probabile che dovremo fare ulteriori aggiustamenti al ribasso anche per il trimestre in corso, anche se la crescita economica dovrebbe tornare a Questa situazione sta riprendere slancio una volta che la pandemia si sarà attenuata – i dati di incidenza favorendo il settore dei stanno finalmente diminuendo sensibilmente anche nell’Europa occidentale – e servizi, che finora è stato lo shock dei prezzi dell’energia e dell’inflazione si smorzerà (a condizione che non duramente colpito dal si concretizzi lo scenario di rischio di un embargo energetico). Un certo sostegno Covid. I corrispondenti giungerà dalle vivaci forze di cui sopra, quali bilanci sani, eccedenze di risparmio, indici dei responsabili degli crescita dell’occupazione e dei salari, nonché un’industria resiliente. acquisti stanno registrando performance migliori, almeno È improbabile che la crescita annualizzata sia di molto superiore al 2,5% in termini relativi, rispetto alle nell’UEM questa primavera, leggermente meno di quanto stimato un mese fa loro controparti manifatturiere. e solo un terzo di quello che avevamo previsto lo scorso autunno. Sulla base Le agenzie turistiche tedesche, della situazione attuale, tra l’altro, è difficile prevedere se si verificherà il solito ad esempio, prevedono che le rimbalzo, anche se temporaneo, non appena si smorzerà lo shock esogeno prenotazioni per l’estate 2022 quest’estate. Attualmente, siamo costretti a fare previsioni a vista. Il contesto è saranno ai livelli precedenti al momento troppo incerto. Questo significa anche che la crescita UEM del 2,5% alla pandemia. nell’intero 2022 va considerato più un livello indicativo che una vera e propria previsione numerica. Tra l’altro, sei mesi fa stimavamo una crescita del 4,3%. Cina: i lockdown rallenteranno sensibilmente la crescita L’Europa è di fatto anche l’area economica che il Fondo monetario internazionale ha di recente rivisto al ribasso più pesantemente. Ma i suoi economisti hanno Alla luce della guerra in abbassato significativamente anche le previsioni per la Cina al 4,4% soltanto Ucraina, il FMI ha abbassato le quest’anno. Il motivo non è tanto la guerra in Ucraina, bensì la rigida politica sue previsioni per l’economia zero-Covid di Pechino. L’ondata fortemente contagiosa delle varianti di Omicron globale nel 2022 dal 4,4% è ora arrivata in Cina e sta colpendo una popolazione non vaccinata a sufficienza. al 3,6%. Ucraina e Russia a Il governo ha imposto un lockdown in piena regola in aree che generano circa parte, la revisione al ribasso il 10% del PIL. Lockdown parziali riguardano invece il 25% della produzione dell’area euro è stata la più economica. Questa situazione sta frenando pesantemente il trimestre forte (-1,1 punti percentuali primaverile e accentuando i problemi della catena di approvvigionamento a al 2,8%; Germania: -1,7 punti livello internazionale. percentuali al 2,1%). La crescita della Cina è stata ridotta di Sì, è vero che la crescita del PIL nel primo trimestre è stata sorprendentemente mezzo punto percentuale, forte, con un aumento annualizzato di quasi il 7% (o +4,8% su base annua). quella degli Stati Uniti di un Tuttavia, i dati più recenti segnalano chiaramente una discesa. Particolarmente quarto di punto (link). colpita è la domanda finale interna. Non solo a marzo le vendite al dettaglio sono diminuite bruscamente (-3,5%), ma l’importantissimo mercato immobiliare è stato ancora più penalizzato. Allo stesso tempo, gli indici dei responsabili degli acquisti, sempre molto seguiti, sono scivolati al di sotto della soglia critica di 50 (vedi grafico 10) e l’indice dei servizi sensibili al Covid ancora più giù. Monthly Outlook Maggio 2022 19
Macro & Markets 10. L’ECONOMIA CINESE È SOTTO PRESSIONE 75 40 Vendite al dettaglio (%, anno su anno, scala di destra) 70 30 Indice PMI (Purchasing manager’s 65 index) sul manufatturiero 20 60 Indice PMI (Purchasing manager’s 10 index) sui servizi 55 50 0 45 -10 40 livello critico -20 35 -30 30 25 -40 Gen 10 Gen 12 Gen 14 Gen 16 Gen 18 Gen 20 Gen 22 Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit Group Investiment Strategy Questo contesto fa prevedere una crescita debole in questo trimestre Più recentemente, la banca primaverile, pari al 2% annualizzato nella migliore delle ipotesi, soprattutto centrale cinese ha abbassato perché è improbabile che Pechino abbandoni la strategia zero-Covid, se non altro il coefficiente di riserva per salvare la faccia. Il governo cercherà di alimentare la crescita con iniziative obbligatoria di 25 punti base. accomodanti di politica monetaria e fiscale (programmi infrastrutturali), che, Ci aspettiamo, inoltre, un insieme al probabile smorzamento dell’ondata Covid, dovrebbero favorire un taglio del tasso di interesse rimbalzo della crescita nel secondo semestre. L’obiettivo di crescita ufficiale ufficiale (attualmente: 2,85%). del +5,5% per il 2022 sarà però probabilmente mancato, e di molto. Vediamo rischi al ribasso anche nel medio termine. I problemi strutturali (eccessivo indebitamento delle aziende statali e dei governi regionali, bolla dei prezzi delle case) saranno probabilmente accentuati dalle iniziative dei paesi occidentali per ridurre gradualmente la loro dipendenza dalla Cina, dopo che Pechino ha serrato le fila con la Russia. Monthly Outlook Maggio 2022 20
Asset Allocation dei nostri portafogli in gestione I rischi crescenti di stagflazione richiedono un approccio più difensivo POSIZIONAMENTO CLASSI D’INVESTIMENTO UNIVERSO INVESTIBILE SOTTOPESO NEUTRALE SOVRAPPESO Azioni globali PRINCIPALI CLASSI Obbligazioni globali D’INVESTIMENTO Mercati monetari Alternativi USA Europa AZIONI Pacifico (MS)1 Mercati Emergenti PRINCIPALI Titoli di Stato in Euro ASSET CLASS Titoli di Stato non in Euro IN DETTAGLIO OBBLIGAZIONI Obbligazioni corporate IG in Euro Obbligazioni corporate HY Obbligazioni Mercati Emergenti Petrolio MATERIE PRIME Oro 1 MS=Mercati sviluppati (Australia, Giappone, Hong Kong, Nuova Zelanda, Singapore) In aprile gli investitori finanziari hanno dovuto far fronte ai timori di un’inflazione più alta e di politiche monetarie più restrittive, che hanno colpito duramente i mercati obbligazionari. Monthly Outlook Maggio 2022 21
Asset Allocation 11. IL RENDIMENTO DEI TITOLI DI STATO USA A 10 ANNI SI AVVICINA ALL’AREA DEL 3% 4,0 Rendimento Treasury 10anni (%) Covid 3,5 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 Gen 13 Gen 14 Gen 15 Gen 16 Gen 17 Gen 18 Gen 19 Gen 20 Gen 21 Gen 22 Fonte: UniCredit Group Investment Strategy Se, per esempio, analizziamo il drawdown storico dell’indice obbligazionario aggregato statunitense, il drawdown attuale è paragonabile a quello del 1994. Solo durante lo shock petrolifero degli anni ‘70 è stato più alto. 12. UNA GRANDE CORREZIONE DEL MERCATO OBBLIGAZIONARIO, PARAGONABILE A QUANTO SUCCESSO 40 ANNI FA La magnitudine delle perdite di mercato è paragonabile a quanto accaduto più di 40 anni fa, durante le crisi petrolifere. Correzione massima delle obbligazioni Investment Grade (%) 0 -1 -2 -3 --4 -5 -6 -7 -8 -9 -10 1976 1981 1986 1991 1996 2001 2006 2011 2016 2021 Obbligazionario Investment Grade rappresentato dall’indice Bloomberg US Aggregate Fonte: UniCredit Group Investment Strategy Dall’inizio dell’anno gli investitori continuano a disinvestire dalle obbligazioni, favorendo le azioni e le materie prime. Monthly Outlook Maggio 2022 22
Asset Allocation 13. FLUSSI GLOBALI PER ASSET CLASS (IN MILIONI DI DOLLARI) % ASSET DA INIZIO % DI ASSET DA SETTIMANALE ANNO INIZIO ANNO Azioni -0,1% 175.734 1,0% ETFs -0,1% 225.225 2,9% Fondi d’investimento -0,1% -49.685 -0,5% Obbligazioni -0,1% -102.492 -1,4% Materie Prime 0,3% 29.075 7,0% Mercati Monetari -0,8% -316.692 -4,7% Dati al 20/04/2022 Fonte: EPFR Global, BofA Global Research Tuttavia, gli investitori si chiedono se, data la sua politica più restrittiva che combina ora i rialzi dei tassi d’interesse alla riduzione del suo bilancio, la Federal Reserve riuscirà a guidare l’economia americana verso un atterraggio morbido (soft landing). In questa prospettiva, vale la pena dare un’occhiata all’appiattimento della curva dei rendimenti governativi USA 2-10 anni, che ha avuto una momentanea inversione a fine marzo. 14. SPREAD DI RENDIMENTO DEI GOVERNATIVI USA 10-2 ANNI 350 US yield curve (10Y-2Y, in bps) 300 250 200 150 100 50 0 -50 Gen 13 Gen 14 Gen 15 Gen 16 Gen 17 Gen 18 Gen 19 Gen 20 Gen 21 Gen 22 Fonte: Rielaborazione su dati Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy L’inversione della curva dei rendimenti ha anticipato in media di 12 mesi una recessione negli Stati Uniti, anche se la sua capacità predittiva è stata distorta dalla politica degli acquisti obbligazionari (QE) della Fed. Monthly Outlook Maggio 2022 23
Asset Allocation 15. INVERSIONE DELLA CURVA DEI RENDIMENTI E RECESSIONI NEGLI USA INVERSIONE DELLA CURVA INIZIO RECESSIONE MESI DI ANTICIPO Ago 78 Gen 80 17 Set 80 Lug 81 10 Gen 89 Lug 90 6 Feb 00 Mar 01 13 Feb 06 Dic 07 22 Ago 19 Feb 20 6 Media 12,3 Fonte: UniCredit Group Investment Strategy, rielaborazione su dati Bloomberg Pertanto gli investitori azionari sono ora preoccupati per un hard landing / recessione degli Stati Uniti nel 2023. La crescita dell’Eurozona è più pesantemente influenzata dalle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina, con la possibilità di una recessione tecnica che aumenterebbe nel caso di un embargo totale sulle importazioni di gas russo, mentre gli indicatori anticipatori PMI della Cina sono già in zona di contrazione, principalmente come conseguenza della politica di tolleranza zero verso il Covid. Nel mese di aprile il rapporto di revisione degli utili globali a un mese è sceso a 0,74 da 0,82, una lettura inferiore a 1 segnala che ci sono più società con revisione negativa degli utili rispetto a società con revisione positiva. Il rapporto è sceso ed è inferiore a 1 in tutte le aree geografiche: negli Stati Uniti è sceso a 0,81 da 0,87, in Europa si è attestato a 0,64 da 0,75, in Asia Pac ex Japan a 0,67 da 0,69, in Giappone a 0,75 da 0,98, mentre nei mercati emergenti a 0,72 da 0,76. Su base settoriale la lettura più elevata si osserva su Energia (2,12), Banche (1,48), Semiconduttori (1,11), Utilities (1,06) e Materiali da costruzione (1,91) mentre la più bassa è per Media (0,50), Consumi Discrezionali (0,51) e Assicurazioni (0,54). I settori che hanno evidenziato i miglioramenti più significativi sono Consumi di prima necessità (a 0,62 da 0,47), Tech Hardware (a 0,81 da 0,65), mentre i peggioramenti più significativi sono stati registrati da Semiconduttori (a 1,11 da 1,89) e Telecom (a 0,56 da 0,90). Gli investitori azionari stanno diventando più difensivi, sia in termini di allocazione azionaria regionale, dove stanno preferendo i Paesi Svillupati (DM) rispetto ai Paesi Emergenti, sia in termini di allocazione settoriale, dove l’energia e i difensivi stanno sovraperformando in termini relativi. Monthly Outlook Maggio 2022 24
Asset Allocation 16. I FLUSSI NETTI DI FONDI VERSO I PAESI SVILUPPATI SUPERANO QUELLI VERSO I PAESI EMERGENTI (IN MLN DI USD) % ASSET SETTIMANALE DA INIZIO ANNO Totale Azioni -0,1% 175.734 Fondi di Investimento -0,1% -49.685 ETF -0,1% 225.225 Totale Mercati Emergenti 0,2% 54.836 Brasile -0,7% -408 Russia 0,0% 221 India -0,1% -1.102 Cina 1,0% 31.151 Totale Mercati Sviluppati -0,1% 120.898 USA -0,2% 81.287 Europa -0,2% -25.923 Giappone 0,0% -2.930 Internazionale 0,0% 61.891 Fonte: EPFR, BofA Global Research Inoltre, gli investitori istituzionali iniziano a mettere in discussione la ponderazione degli asset cinesi nei loro portafogli globali, dato il basso punteggio ESG della Cina. La loro diffidenza è aumentata dopo la brutale invasione della Russia in Ucraina, considerata la stretta relazione tra Cina e Russia e il rischio che l’amministrazione Biden imponga sanzioni alle aziende cinesi. Più in generale, gli asset dei mercati emergenti sono sotto pressione a breve termine per la politica monetaria più aggressiva della Fed e, a lungo termine, per il rischio di deglobalizzazione/riduzione della crescita globale e richiedono quindi un approccio più prudente e selettivo. 17. VERSO UNA FASE DI DEGLOBALIZZAZIONE? Sommatoria delle importazioni ed esportazioni come % del PIL Globale Rivoluzione industriale, Tensioni che libero commercio e stabilità Protezionismo e 2 Liberalizzazione degli scambi seguono la crisi Klasing and Milionis monetaria guerre mondiali nell’era della globalizzazione finanziaria Penn World Tables 9.1 70 World Bank 60 50 40 30 20 10 0 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000 2020 Fonte: Rielaborazione FT, Klasing and Milionis (2014), Penn World Tables 9.1, World Bank Monthly Outlook Maggio 2022 25
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