Piano di Sostenibilità - Azienda Usl di Bologna 2012/2015

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Piano di Sostenibilità - Azienda Usl di Bologna 2012/2015
Piano di Sostenibilità
Azienda Usl di Bologna

                                                   2012/2015

    A cura della
Direzione Strategica dell’Azienda Usl di Bologna
Sommario

0. L’EREDITÀ DELL’UNIFICAZIONE E DEL PIANO STRATEGICO 2009/2011                           3

1. IL PIANO DI SOSTENIBILITÀ DELL’AUSL DI BOLOGNA                                         8

2. LA STRUTTURA DEL PIANO DI SOSTENIBILITÀ                                               10

2.1 LA VISIONE PER IL PERIODO 2012-2015                                                  11

I CONTENUTI DEL PIANO DI SOSTENIBILITÀ                                                   12
A. POLITICHE PER L’ACCESSO                                                               12
B. RETI INTEGRATE DEI SERVIZI SANITARI E SOCIO SANITARI                                  12
C. GOVERNO DEI CONSUMI, PRESA IN CARICO E APPROPRIATEZZA                                 14
D. I GRANDI PROGETTI DI CENTRALIZZAZIONE                                                 14
E. INVESTIMENTI ED ATTIVAZIONE DI NUOVE RISORSE E CAPACITÀ D’ATTRAZIONE                  14
LA METODOLOGIA DEL PIANO DI SOSTENIBILITÀ                                                15

2.2 I 34 PROGETTI PER IL CAMBIAMENTO                                                     16

2.3 GLI EFFETTI SULLA STRUTTURA D’OFFERTA..                                              17

A.     RIORGANIZZARE LA RETE D’ACCESSO                                                   17
B.    RETI INTEGRATE DEI SERVIZI SANITARI E SOCIO SANITARI: RETE OSPEDALIERA             19
C.    RETI INTEGRATE DEI SERVIZI SANITARI E SOCIO SANITARI: RETE TERRITORIALE            20
D.     RETI INTEGRATE DEI SERVIZI SANITARI E SOCIO SANITARI: RETE DELLA SALUTE MENTALE   21
E.    GOVERNO DEI CONSUMI, PRESA IN CARICO E APPROPIATEZZA                               22
F.    I GRANDI PROGETTI DI CENTRALIZZAZIONE                                              23
G.     INVESTIMENTI ATTIVAZIONI DI NUOVE RISORSE E CAPACITÀ D’ATTRAZIONE                 24

3. IMPATTO ECONOMICO DEL PIANO DI SOSTENIBILITÀ                                          25

3.1    CONTENIMENTO/RIDUZIONE DEL PERSONALE                                              26
3.2    SERVIZI NON SANITARI                                                              27
3.3    SERVIZI SANITARI                                                                  27
3.4    ACQUISTO DI PRESTAZIONI SANITARIE                                                 28
3.5    BENI SANITARI                                                                     29
3.6    FARMACEUTICA TERRITORIALE                                                         29
3.7    SALDO DI MOBILITÀ                                                                 30
3.8    TICKET E ALTRE RISORSE                                                            30
3.9    ALTRE MISURE DI RAZIONALIZZAZIONE                                                 31

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Azienda Usl di Bologna – Piano di Sostenibilità 2012/2015
0.   L’eredità dell’unificazione e del Piano Strategico
     2009/2011
Dal 2005 la nuova Azienda USL di Bologna si è impegnata a mantenere l’aumento dei costi
derivanti dall’unificazione delle tre aziende in coerenza con le necessità di sviluppo,
contemporaneamente ha avviato processi di integrazione con l’AOU e lo IOR che presentavano
elementi di significativa opportunità: la ricchezza di strutture caratterizzate da elevati livelli di
professionalità, ancorché eterogeneamente distribuite nelle diverse realtà, che hanno consentito di
avviare processi di crescita capaci di migliorare i livelli qualitativi dell’assistenza erogata,
uniformandoli su tutto il territorio della nuova azienda territoriale.
Su quel contesto orientato allo sviluppo, tuttavia, ha pesato la difficile situazione economica
ereditata dal 2004 dalla nuova Azienda che presentava una diffusa situazione di diseconomicità dei
servizi gestiti e che faceva registrare i costi pro-capite tra più elevati di tutta la RER. Il tema
dell’economicità della gestione, peraltro, interessava anche l’AOU e lo IOR, rafforzando l’esigenza
di promuovere forme di integrazione di carattere metropolitano.
Con il 2008 si è chiuso un ciclo importantissimo nella vita della sanità dell’area bolognese,
caratterizzato, da un lato, dal primo mandato della CTSS e, dall’altro, dall’avvio e completamento
del processo di fusione che, partendo dalle tre aziende preesistenti, ha portato alla nascita
dell’Azienda USL di Bologna.
In questo nuovo contesto l’Azienda si è impegnata a tracciare un processo di pianificazione per lo
sviluppo organico di piani e progetti sfociati nella presentazione del Piano Strategico Metropolitano
2009/2011 che, oltre a risultare fondamentale come risorsa in termini di metodi e strumenti (la
logica di costruzione ha infatti dato coerenza e condivisibilità agli stakeholder esterni costruendo
importanti alleanze con le altre Aziende del territorio e con le istituzioni locali), ha permesso
all’Azienda sia dal punto di vista dei processi di omogeneizzare l’offerta dei servizi, di sviluppare la
qualità delle cure e avviare il modello dipartimentale come costruzione di una responsabilità diffusa
e di sostegno al governo clinico, sia dal punto di vista sostenibilità complessiva di rispettare i
parametri generali attraverso il perseguimento degli obiettivi enunciati e attraverso un operazione di
forte governo centralizzato dei fattori produttivi, che ha consentito sia di raggiungere l’obiettivo di
mantenere i trend di crescita dei costi inferiore a quello dei ricavi, sia di mantenere questi due
parametri ben al di sotto delle medie regionali.

                                 CRESCITA COSTI-RICAVI 2005-2010

                 40%

                 35%

                 30%

                 25%

                 20%

                 15%

                 10%

                 5%

                 0%
                         2004       2005              2006               2007                 2008           2009       2010

                                    Bologna: Ricavi     Bologna: Costi          Media RER: Ricavi    Media RER: Costi

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Azienda Usl di Bologna – Piano di Sostenibilità 2012/2015
Nel dettaglio il tasso di crescita dei costi aziendali rimane tra i più bassi della RER per tutto il
periodo 2005/2010. Nel secondo triennio preso in esame il tasso di crescita dei costi si mantiene a
3/4 della media regionale.

Il tasso di crescita dei finanziamenti è notevolmente inferiore a quello dei costi con l’effetto di
risanamento del deficit. Nel secondo triennio il finanziamento di Bologna si è drasticamente ridotto
rispetto alla media regionale. Contestualmente la crescita dei costi si è mantenuta molto sotto media
in entrambi i trienni: il margine di manovra si è fortemente ridotto.

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Azienda Usl di Bologna – Piano di Sostenibilità 2012/2015
Il Piano Strategico Metropolitano 2009/2011 si è focalizzato sul consolidamento dei cambiamenti
avviati negli esercizi precedenti, sulle azioni di riqualificazione dei servizi e sulla definizione di
nuove progettualità, fortemente orientate ad affrontare le sfide del futuro, con una particolare
attenzione a tutti i processi di riorganizzazione, sia di carattere intradipartimentale che aprendo
all’integrazione di rete con l’AOU e lo IOR, capaci di porre al centro dell’attenzione il paziente e i
sui bisogni.
Le grandi direttrici di intervento strategico che hanno caratterizzato tale Piano, hanno riguardato:

   Area 1: Rete Ospedaliera della Provincia di Bologna
   Area 2: Nuovi modelli di assistenza ospedaliera: la ricerca di maggiore qualità ed efficienza
    attraverso lo sviluppo tecnologico e organizzativo
   Area 3: Accesso ai servizi e nuovi modelli di consumo.
   Area 4: La rete dei servizi territoriali
   Area 5: L’approccio alla prevenzione verso una piena integrazione tra i Dipartimenti
   Area 6: Innovazione e gestione del percorso dei pazienti fragili e cronici
   Area 7: Sistemi di accesso e partecipazione dei cittadini
   Area 8: Sviluppo del capitale umano
   Area 9: Ricerca e innovazione di leve aziendali per le nuove sfide imposte dall’evoluzione
    tecnologica e dal cambiamento del contesto competitivo

Gli indirizzi strategici hanno trovato la loro concretizzazione nello sviluppo delle progettualità
dell’area metropolitana bolognese che hanno interessato e tuttora interessano tutti gli ambiti
d’intervento: dall’assistenza ospedaliera e della rete dell’emergenza-urgenza, all’assistenza primaria
e il ruolo dell’Azienda territoriale, agli altri programmi di innovazione e miglioramento dei servizi.
Di seguito riportiamo i principali progetti:

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Azienda Usl di Bologna – Piano di Sostenibilità 2012/2015
E’ difficile riassumere lo stato di attuazione dei vari progetti per la quantità notevole di interventi di
innovazione e miglioramento, che hanno avuto diversi gradi di avviamento e di avanzamento nel
periodo di vigenza del Piano 2009/2011, in ogni caso sono progettualità già espresse e pronte per
essere inserite nel nuovo Piano di Sostenibilità. Di seguito vengono richiamati, in maniera sintetica,
i principali cambiamenti conseguiti a seguito della strategia del triennio 2009/2011.
   Avvio e consolidamento di alcune Reti Cliniche (della emergenza, cardiologica, oncologica,
    ortopedica, e altre) non solo intra aziendali ma anche in collaborazione con le altre aziende del
    territorio, con particolare intensità con lo IOR e l’Azienda Ospedaliero Universitaria.
   Diminuzione, conseguente, delle U.O.C., eliminando ridondanze, e delle posizioni apicali, in
    favore di strutture semplici e del conferimento di incarichi professionali che valorizzino la
    competence.
   Stabilizzazione delle risorse umane (sia attraverso il mantenimento quantitativo che politiche di
    superamento del precariato) accompagnata da una modifica del mix professionale orientata
    all’investimento sulle figure assistenziali del comparto (infermieri e tecnici).
   Adozione di modelli organizzativi improntati al superamento delle logiche divisionali e in
    favore della implementazione delle piattaforme logistiche e professionali: ospedali per intensità
    di cura e complessità assistenziale, piattaforme operatorie, percorsi diagnostico terapeutici
    assistenziali.
   Forte impegno nello sviluppo della cultura del la valutazione e del miglioramento della qualità
    dell’assistenza e della sicurezza delle cure.
   Unificazione di servizi di supporto a livello interaziendale.

Al contempo sono state poste in essere modificazioni organizzative, procedurali e di processo che
hanno creato nuove occasioni per supportare percorsi di innovazione non ancora maturi negli anni
scorsi. Di seguito citiamo, tra l’altro, alcune di queste modificazioni:
   Rilancio dei dipartimenti come insiemi di strutture complesse e semplici, ricchi di dinamiche
    professionali, luogo del governo clinico e assistenziale, coinvolti in modo trasversale nelle reti;
   adozione, allo stesso tempo, di forme di gestione dei fattori produttivi più efficienti e
    centralizzate, liberando i dirigenti sanitari da funzioni improprie per concentrare il loro agire sul
    governo clinico;
   adozione dell’approccio ai problemi di salute in una logica di desease management, attraverso
    specifici percorsi clinici (PDTA) come quelli per l’emergenza (es. Stroke e IMA), i percorsi per
    i pazienti oncologici (es. mammella, colon, polmone, etc.), i percorsi per pazienti con bisogni
    sanitari e socio assistenziali complessi (disabili, autistici, etc.) o portatori di cronicità
    (scompenso cardiaco, epilessia, etc.);
   promozione di cambiamenti nei comportamenti professionali e nelle logiche di integrazione
    informate al Chronic Care Model come il case manager, la dimissione informata e protetta,
    l’integrazione fra la medicina generale e la rete assistenziale sociosanitaria, le cure palliative,
    etc. con conseguenti cambiamenti nelle cure primarie;
   riorganizzazione dei sistemi di offerta intra ospedalieri e di integrazione H/T per percorsi clinici
    per cluster di pazienti con patologie importanti e che abbiano bisogno della presa in carico delle
    cronicità;

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Azienda Usl di Bologna – Piano di Sostenibilità 2012/2015
   adozione di modalità di promozione della qualità dei percorsi e dei processi di cura attraverso
    l’audit e le logiche di gestione del rischio;
   avvio di piattaforme di servizi aziendali che prefigurino service interni non solo a livello di
    laboratorio o di bioimmagini, ma anche di funzionalità operatoria o disponibilità di
    organizzazione degli ospedali per intensità e complessità assistenziale;
   adozione di strumenti di governo e di gestione (anche quelli operativi) adeguati alle novità
    introdotte dalle reti ospedaliere intra e interaziendali, e dalla utilizzazione di percorsi che
    attraversano molti dipartimenti;
   rilancio della funzione di direzione sanitaria per funzioni trasversali ai dipartimenti (di
    stabilimento, di innovazione organizzativa, di sostegno all’implementazione di strumenti per il
    governo della produzione della attività cliniche);
   riorganizzazione delle funzioni dei distretti in funzione di garanti, presso i sindaci e i cittadini
    del loro territorio, della completezza dei percorsi e dell’equità di erogazione delle prestazioni,
    rafforzandone il ruolo di governo (e allocazione delle risorse) del FNA e di integratori tra i
    servizi presenti sul Territorio;
   interventi sull’accesso dei cittadini ai servizi e alle prestazioni per renderli più equi e
    maggiormente orientati alla semplificazione e alla automazione, con l’obiettivo di mettere
    maggiormente al centro il cittadino e i suoi bisogni, in una logica di rafforzamento della
    garanzia dei diritti;
   piena integrazione di tutti i servizi di supporto in piattaforme interaziendali a livello provinciale.

Il Piano di sostenibilità può quindi da un lato avvalersi dei risultati di cambiamento e innovazione
conseguiti nel precedente quadriennio, dall’altro lato può basare le azioni previste su reti cliniche e
progetti di innovazione inter e intra aziendali già avviati.

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Azienda Usl di Bologna – Piano di Sostenibilità 2012/2015
1. Il Piano di Sostenibilità dell’Ausl di Bologna
Introduzione
        Il Piano di Sostenibilità dell’Ausl di Bologna è il risultato di un approfondito lavoro di
contestualizzazione nel settore sanitario e socio sanitario metropolitano che tiene conto della gravità
della situazione socio economica generale, dell'analisi dell'offerta e della mobilità, delle aree critiche
su cui incidere prioritariamente, ma al contempo va certamente collegato al precedente Piano
Strategico 2009/2011. Si segnala che il presente Piano di Sostenibilità viene presentato dall’Azienda
Usl di Bologna senza ancora aver avuto un sufficiente grado di coinvolgimento/integrazione con il
punto di vista delle altre Aziende Sanitarie del territorio metropolitano e di Area Vasta e in special
modo non contiene le potenzialità di un eventuale razionalizzazione dell’offerta dell’AOU, oggetto
di un percorso di pianificazione che si concluderà più avanti.
Ulteriore ambito di contestualizzazione del Piano è il riferimento alla legislazione attualmente
vigente, in particolare l’ultima Legge Finanziaria frutto di ben quattro manovre correttive. Va
dunque sottolineato che considerati i repentini cambiamenti di scenario sul panorama internazionale
e nazionale è probabile allo stato attuale ipotizzare ulteriori interventi da parte del Governo
(variazioni in corso d’anno del Fondo Sanitario Nazionale e adozione del piano di Spending review)
che vadano nella direzione di riduzioni del Fondo Sanitario.
Il Piano di Sostenibilità rappresenta, oltre ad un adempimento della Direzione dell’Ausl di
Bologna in relazione agli obiettivi della Delibera Regionale GPG/2012/128 del 03/02/2012, la sfida
e l'impegno proposto per un nuovo patto tra diversi attori del sistema e il punto di riferimento per le
decisioni future per la salvaguardia e la sostenibilità del sistema aziendale: è stato infatti già
discusso, nelle linee generali e nei progetti, con la CTSS e sarà tra breve oggetto di confronto con le
OOSS.

Le logiche del piano sono in sintesi orientate alla:

   •   Ricerca della continuità nell’innovazione, come valorizzazione delle esperienze positive che
       in questi anni si sono sviluppate nei molteplici settori di eccellenza dell’Azienda,
       orientandole verso lo sviluppo tracciato. Per fare ciò occorre costruire alcune linee guida che
       catturino il senso e la direzione delle trasformazioni.

   •   Ricerca della sostenibilità dello sviluppo del sistema aziendale che, a partire dalla
       riqualificazione e valorizzazione delle esperienze, individui la strada per riconquistare un
       riequilibrio economico-finanziario entro i prossimi anni, utilizzando le economie derivanti
       dal miglior utilizzo delle risorse, dalle economie prodotte dalle innovazioni, dalle politiche di
       razionalizzazione che siano in grado di ridurre strutturalmente i costi dell’Azienda.

In un quadro di estrema complessità e dinamicità come quello attuale è dimostrato che attenersi ad
una programmazione rigida non porta a cogliere i cambiamenti esterni che oggi più che mai
influenzano le dinamiche aziendali. Il tentativo di questa Direzione è quello di dare corpo alla
strategia emergente, cioè leggere ed interpretare il contesto di riferimento, identificarne le
connessioni e le sinergie, ricondurle ad un percorso che sia in linea con le idee di fondo del Piano
Strategico 2009/2011, e sviluppare progettualità ad alto contenuto di innovazione che permettano
una razionalizzazione dei fattori produttivi, contrastando la logica dei tagli lineari, e salvaguardando
la qualità dei servizi erogati.
Il Piano di Sostenibilità 2012-2015 dell'Azienda è da considerarsi uno strumento di pianificazione
che prende in considerazione elementi strategici emergenti che orienteranno le scelte aziendali nel
breve, medio e lungo periodo, con metodi e logiche di intervento progressive, a partire già dall'anno
2012. Il Piano si compone sostanzialmente di progetti che coprono tutti gli ambiti della struttura

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Azienda Usl di Bologna – Piano di Sostenibilità 2012/2015
d’offerta aziendale con vario grado di maturazione e possibilità di attuazione. Si propone dunque
come strumento dotato di flessibilità operativa in grado di garantire accelerazioni se si dovessero
verificare aggravamenti della situazione finanziaria, come viceversa poterli programmare su un arco
temporale più lungo.

Gli effetti attesi dal Piano di Sostenibilità

La situazione economico finanziaria complessiva dell’Ausl di Bologna nell’anno 2012 si presenta
e si caratterizza per una sostanziale conferma di risorse rese disponibili dalla RER rispetto al 2011.
In realtà, nel 2012 la normativa nazionale prevede l’obbligo di copertura di tutte le quote di
ammortamento di competenza dell’anno, relative agli investimenti in strutture e tecnologie. In
sostanza, nel 2012 le risorse disponibili sono a crescita zero rispetto all’anno 2011 (che ha avuto lo
stesso andamento), questo a fronte di un incremento di costi legati alla crescita inflattiva, per
esempio: gli interessi passivi, per i beni e i servizi (farmaci, materiale sanitario, servizi di
lavanderia, pulizia, utenze ) pari al 3,5% annuo in tutto il Paese. Per far fronte alla complessa
situazione attuale e futura, che prevede dunque nel triennio 2012/2014 un andamento decrescente
dei finanziamenti regionali destinati all’Azienda, si rendono necessarie importanti politiche di
ripensamento dell’assetto produttivo aziendale e inter aziendale tramite azioni di razionalizzazione e
di miglioramento dell’efficienza che siano in grado di salvaguardare sia il mantenimento della
qualità nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza, sia la sostenibilità economico finanziaria.
L’introduzione del Piano di Sostenibilità (fig. 1) prevede obiettivi generali al fine di garantire un
sistema di governance che presidi il costante equilibrio tra il sistema delle prestazioni e quello dei
finanziamenti, e obiettivi specifici che sono da un lato, quelli di valorizzare gli elementi
d’eccellenza del Servizio Sanitario Metropolitano e di investire in settori strategici quali la
prevenzione, le nuove tecnologie, i sistemi informatici ed informativi, la clinical governance e la
sicurezza delle cure, la ricerca e le innovazioni; dall’altro, quelli di affrontare le criticità del sistema,
con particolare attenzione al recupero strutturale di efficienze e di appropriatezza e al miglioramento
della qualità percepita da parte dei cittadini.
Il Piano di Sostenibilità, illustrato nei suoi effetti previsti nella Figura 2, è stato elaborato in
continuità con il precedente Piano Strategico ma rientra a tutti gli effetti nella strategia emergente
che questa Direzione si trova ad affrontare. Il Piano è costruito sull’ipotesi che i finanziamenti del
FSR per il periodo 2012/2014
Fig. 1
                                        Tendenziale Costi e Valore della produzione
                                                       (2012-2014)

                                               Ricavi          Costi      Finanziamento Q.C.

                                                                                                                    35,5%
                  36,0%
                                                    33,1%                          33,6%
                  34,0%

                  32,0%
        Variazione % sul 2004

                  30,0%         28,6%                                                                               28,1%
                  28,0%                             27,2%                          27,0%
                                                                                                                 Tendenziale costi
                  26,0%

                  24,0%         22,6%
                  22,0%                             21,1%

                  20,0%
                                2011                    2012                       2013                             2014
                                                                       Anno                    Piano di Sostenibilità

                                                                                                                                     9
Azienda Usl di Bologna – Piano di Sostenibilità 2012/2015
2. La struttura del piano di Sostenibilità

                                                            10
Azienda Usl di Bologna – Piano di Sostenibilità 2012/2015
2.1 La visione per il periodo 2012-2015
        L’Azienda USL di Bologna, nel confermarsi una delle più grandi e rilevanti aziende socio-
sanitarie del Paese, responsabile della tutela della salute di circa 850.000 cittadini, con oltre 8.500
dipendenti e 1,801 miliardi di euro di bilancio annuo, si confronta, a partire dal 2012, con un nuovo
scenario nazionale e regionale che può rendere il sistema dei servizi provinciale più vulnerabile di
altri se non verranno adottate adeguate azioni di miglioramento che portino a cambiamenti
significativi nelle abitudini e nei consumi sanitari dei cittadini, nelle modalità di organizzazione
dell’offerta e nei comportamenti professionali, tali da rendere più appropriata la domanda e più
adeguata ed efficiente offerta.
La predisposizione, allo stesso tempo, di azioni di efficientamento e a sostegno della sostenibilità,
che portino a regime i vantaggi economici dell’unificazione e della nascita delle reti provinciali, si
rende necessario anche per sostenere alcune azioni di sviluppo già previste dal Piano Strategico
Metropolitano, tra le quali un posto di rilievo merita il rilancio delle Neuroscienze come asset
strategico dopo l’avvio del IRCCS. D’altra parte il processo di unificazione appena conclusosi ha
consentito, in questi anni, significativi cambiamenti culturali e organizzati, che potrebbero aver
creato le condizioni favorevoli per l’adozione di nuove modalità di governo della domanda e di
organizzazione dell’offerta, indispensabili da un lato per un approccio unitario ai problemi di
garanzia di qualità e sviluppo, dall’altro per assicurare sostenibilità al sistema.
Questi processi di cambiamento, che hanno visto la Direzione Strategica impegnata nel primo
mandato in forma ‘collaterale’ alla gestione ordinaria, e che hanno dato origine a numerosi
documenti aziendali, devono rappresentare oggi, all’inizio di un nuovo mandato ma anche a fronte
della difficile congiuntura economica, un patrimonio essenziale. Una base per il rilancio di un
efficace governo aziendale e interaziendale metropolitano, per incidere sul governo della domanda e
dei consumi, per ottenere un ancor maggiore efficientamento nell’utilizzo delle risorse e una
maggiore incisività nella eliminazione delle ridondanze e nel contrasto alla inappropiatezza sia sul
versante della domanda che dell’offerta, operando nel contempo per rendere i servizi piu’ qualificati
e sicuri, superando dannose logiche localistiche o anacronistiche difese di vecchi poteri
professionali, con una capacità di cambiamento che porti a regime il valore aggiunto dei profondi
cambiamenti avvenuti nella sanità della provincia di Bologna, trasformandoli in processi di
innovazione in grado di assicurare risultati sulla sostenibilità complessiva del sistema (es. Piano
della specialistica, ruolo di garanzia dei Distretti, percorsi clinico assistenziali).
Occorre, infatti, prender atto che a fronte di interventi importanti sulla rete ospedaliera, inclusi i
grandi investimenti infrastrutturali sui presidi della rete provinciale ospedaliera, sussistono criticità
che denunciano il mancato superamento di logiche pre-unificazione. Per esempio i decrementi di
produzione e l’utilizzo inefficiente dei letti in numerosi ospedali minori della rete, che
rappresentano un segnale del mancato superamento delle logiche localistiche di autosufficienza e di
replicazione di modelli ospedalieri superati. Emerge in tutta evidenza, quindi, la necessità di
rivedere dal punto di vista quali-quantitativo una rete di offerta che porti a risultato, anche
economico, le opportunità offerte dalle reti cliniche metropolitane e della adozione dei percorsi di
presa in carico, da sostituire e non sovrapporre alla logica dominante delle divisioni ospedaliere, del
letto e del primario.
Occorre riconoscere, inoltre, che risultano a tutt’oggi poco incisivi gli interventi di governo della
spesa territoriale che, pur tentata dalla sfida della innovazione, ha mantenuto inalterati
comportamenti non sufficientemente responsabili nel governo dei consumi e di resistenza
all’innovazione più che di qualità e centralità del paziente. Permangono, pertanto, alcune patenti
criticità in termini di eccesso di consumi e di costi, specie di quelli condizionati da prescrittori
convenzionati, privati, da operatori comunali e sociosanitari, e da politiche sociali e sanitarie
improntate a eccessi di delega ad operatori del terzo settore e del privato sociale.

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Azienda Usl di Bologna – Piano di Sostenibilità 2012/2015
Il risultato di questi ritardi nel portare a regime il patrimonio di innovazione accumulato, frutto
anche della eccessiva focalizzazione sull’unificazione istituzionale più che sulle necessarie
operazioni di revisione e alleggerimento delle reti ospedaliere e territoriali, si fa sentire
drammaticamente a livello di bilancio, specie nella specifica congiuntura economica. Il bilancio in
pareggio con gli obiettivi prefissati, dal 2007 al 2010, mostra dal 2011 in modo inequivocabile un
trend di crescita dei costi (dovuto a fattori endogeni ed esogeni come il costo del denaro) che, a
fronte della riduzione assoluta del finanziamento, creano una necessità di rientro difficilmente
raggiungibile solo con azioni di efficientamento, del resto ampiamente utilizzate negli otto anni
seguiti all’unificazione.
Risulta chiaro, pertanto, che non si tratta di affrontare la situazione contingente del 2012 ma di
mettere mano a una revisione dei costi attraverso azioni incisive di riordino della rete dell’offerta,
che liberino risorse mal utilizzate nelle ridondanze e negli approcci burocratici del passato, e
traccino un nuovo sistema dei diritti, nel,quale la garanzia di equa risposta alla domanda e al
bisogno si accompagni ad una coerente organizzazione dell’offerta orientata in modo prioritario alla
qualità ed alla concentrazione nell’acuzie, specie in quella complessa, e alla prossimità e continuità
nella cronicità. In questa coerenza devono essere trovati i necessari spazi di sviluppo delle
integrazioni dei professionisti, sulle quali basare la revisione critica dell’offerta di letti e piattaforme
ambulatoriali.

I contenuti del Piano di Sostenibilità
Il Piano di Sostenibilità presenta la definizione di una strategia di breve e medio termine che
individui con chiarezza gli elementi caratteristici della sua evoluzione per i prossimi anni. Il Piano
in sintesi è declinato secondo la seguente struttura:

       a. Politiche per l’accesso
       La scelta di puntare su reti di servizi con porte d’accesso a percorsi di presa in carico e
       dematerializzare i processi di prenotazione attraverso la multicanalità d’accesso (anche
       informaticamente) rende possibile una forte riduzione del ricorso alla prenotazione del
       singolo cittadino presso gli sportelli fisici tradizionali, puntando su automatismi
       tecnico/procedurali che permettano di ridurre anche i passaggi burocratici. Il Piano prevede
       azioni per la qualificazione dell’accesso l’uso estensivo degli sportelli decentrati e capillari
       delle farmacie e parafarmacie per le operazioni più semplici e la concentrazione delle attività
       complesse in corrispondenza degli sportelli nei principali stabilimenti di produzione
       (Ospedali e Case della Salute).

       b. Reti integrate dei servizi sanitari e socio sanitari

               b1. Riorganizzazione rete ospedaliera
                Le azioni di modernizzazione dell’offerta prevedono radicali innovazioni:
                •   nei piccoli ospedali di cintura, con l’obiettivo di proporzionare l’offerta ai
                    bisogni di prossimità, specie per sul versante della “long term care”, modulando
                    proporzionalmente i livelli di intesità di cura ed assistenza su regimi intermedi e
                    bassi
                •   ospedali negli ospedali poli e mono specialistici (Bellaria, IRCSS come e parte
                    dell’Ospedale Sant’Orsola, nei quali concentrare la produzione ad alto grado di
                    complessità e di attrazione,

                                                                                                         12
Azienda Usl di Bologna – Piano di Sostenibilità 2012/2015
•   negli ospedali Hub per la gestione dell’acuzione (Ospedale Maggiore, Ospedale
                   Sant’Orsola, Ospedale di Bentivoglio, nei quali concentrare funzioni e discipline
                   collegate alla rete dell’emergenza per il trattamento del paziente acuto complesso,
                   delocalizzando al contempo le funzioni a minore complessità in alcune sedi di
                   prossimità, ed eliminando le funzioni e le attività “non core” (es riabilitazione,
                   lungodegenza) per le quali incrementare la complementarietà con il privato
                   accrediatato.

               •   Negli ospedali di prossimità (1-2, individuabili anche negli ospedali della
                   categoria 1) trasformabili in “factory” per la produzione di alto volume di attività
                   a bassa-media complessità in regime diurno

               Le azioni prevedono una prima fase di riduzione dei letti scarsamente utilizzati
               introducendo organizzazioni per intensità di cura e complessità assistenziale seguite
               da una fase di forte polarizzazione sul supporto alla cronicità e/o sull’attività
               produttiva in regime diurno. Ci si propone anche in tal senso di sperimentare la strada
               di una trasformazione di parte di posti letto per acuti in posti letto assistenziali
               (CRA). Le azioni di innovazione del sistema si caratterizzano per la dimensione
               sovra-aziendale che consente anche il superamento di molte UOC e relativa
               concentrazione dei letti in alcuni tra gli ospedali di Bologna.

               b.2 Riorganizzazione rete territoriale
               Le azioni di razionalizzazione della rete territoriale si focalizzano sull’avvio delle
               nuove Case della Salute come occasione di integrazione tra i servizi e gli operatori
               che permettano da un lato il miglioramento dell’accessibilità del cittadino alle cure e
               dall’altro un più razionale utilizzo delle risorse in una logica di reti orizzontali. La
               localizzazione di 6 Case della Salute negli ospedali di cintura rappresenterà
               l’occasione di ridefinire le responsabilità sull’accesso diretto sollevando i Pronto
               Soccorso dal carico della domanda impropria e ridefinendo i confini tra la continuità
               assistenziale (ex guardia medica) e le attività H/24 dell’ospedale. In questo senso si
               prevede un progetto di riassetto complessivo della continuità assistenziale a supporto
               della Casa della Salute. Sono previste inoltre azioni per il miglior utilizzo e a costi
               più contenuti della continuità di cura sulla terminalità e sulla disabilità, la
               trasformazione di parte di posti letto per acuti in posti letto assistenziali (CRA) che
               potrà portare ad allocare parte degli eventuali risparmi sul FRNA.
               Va sottolineato che il socio sanitario è il settore più favorito dalle logiche
               complessive di riorganizzazione dell’assistenza ospedaliera, in quanto potrà trovare
               modalità di sviluppo legate all’allargamento delle attività e dei posti letto se però sarà
               capace di uscire dalla logica “assistenziale” tipica del Terzo Settore. Per sviluppare
               logiche di accorpamento del socio sanitario è determinante il coinvolgimento, in una
               logica di sistema, di tutti i soggetti erogatori nel disegno complessivo aziendale,
               ponendo nuove riflessioni sui livelli di assistenza “possibili” e quindi sulla
               sostenibilità delle assistenze attualmente garantite. Questo in ragione del fatto che i
               livelli assistenziali erogati dall’Azienda Usl di Bologna sono più alti della media
               regionale e che alcune assistenze (es. pazienti psichici) sono completamente a carico
               del sistema sanitario.

                                                                                                      13
Azienda Usl di Bologna – Piano di Sostenibilità 2012/2015
c. Governo dei consumi, presa in carico e appropriatezza
       Prevalentemente orientato ad aumentare il controllo dell’appropiatezza di farmaci e di
       specialistica ambulatoriale anche attraverso larazionalizzazione e la riconfigurazione dei
       modelli di offerta, e attraverso la presa in carico diretta e completa da parte degli specialisti
       ambulatoriali, da perseguire attraverso si sistemi informatici di prenotazione diretta dei
       controlli e delle prestazioni, sia attraverso lo sviluppo dei percorsi clinico assistenziali
       avviati negli anni precedenti (patologie oncologiche, croniche, ecc..), sia con la
       riconfigurazione dei DSA. Rientrano in questa linea le azioni di promozione di stili di vita
       sani e comportamenti che prevengano/ritardino patologie croniche e non autosufficienza.

       d. I grandi progetti di centralizzazione
       Integrazione sempre maggiore fra le diverse Aziende Sanitarie presenti nel territorio
       cittadino, che portino a operazioni di radicale innovazione, razionalizzazione e riordino
       come la costruzione del Laboratorio Unico Metropolitano (LUM), la realizzazione della rete
       ortopedica metropolitana, l'unificazione della Chirurgia Pediatrica di Bologna, il
       Trasfusionale Unico Metropolitano (TUM). Sono in corso tra le Aziende nuove azioni di
       unificazione di servizi sanitari che consentiranno una ottimizzazione nell’uso delle risorse
       umane e tecnologiche, parallelamente alla armonizzazione nell’offerta di servizio,
       consentendone l'innalzamento della qualità complessiva, sia sul versante della omogeneità
       dell'offerta di servizio che su quello dell'accesso ai percorsi di cura e degli standard tecnico-
       professionali.
       Sul versante dell’attuazione di politiche comuni di Area Vasta e Area Metropolitana e dei
       servizi di supporto, occorre perseguire soluzioni di forte integrazione e, dove possibile, di
       unificazione a livello provinciale, in maniera da omogeneizzare gli strumenti gestionali,
       migliorare e uniformare gli standard di servizio, massimizzare l’efficienza delle strutture ed
       ottenere economie di scala.
       In particolare sui servizi amministrativi (servizi economali, logistici e personale) e i servizi
       clinici e tecnici di supporto (ingegnerie cliniche, specifiche aree degli uffici tecnici, SPP e
       medici competenti, fisica sanitaria, servizi farmaceutici).

       e. Investimenti ed attivazione di nuove risorse e capacità d’attrazione
       Bologna deve continuare a rappresentare un punto di riferimento nazionale ed internazionale
       sia per valorizzare alcuni ambiti di eccellenza per i cittadini (trapianti, neurochirurgia,
       oncologia, percorso del trauma, ecc…) sia per promuovere la ricerca clinica e/o di base
       facendo leva su asset consolidati come l’IRCCS delle Neuroscienze. Si prevede che questo
       potrà portare ad un miglioramento del saldo di mobilità e al contempo ad una maggiore
       competitività sui progetti di ricerca nazionali ed internazionali.

Il Piano programmato su un orizzonte temporale 2012/2015 (durata del mandato dell’attuale
Direzione Generale) ha come obiettivo di ridurre strutturalmente i costi aziendali al fine di liberare
risorse per sostenere il livello degli investimenti necessari all’evoluzione qualitativa e tecnologica
dei servizi offerti e per far fronte agli inevitabili incrementi inflattivi del costo dei fattori produttivi
evitando così tagli lineari.

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Azienda Usl di Bologna – Piano di Sostenibilità 2012/2015
La metodologia del Piano di Sostenibilità
Nel Piano è contenuto l'insieme dei progetti di intervento (diversi per grado di specificazione e
maturazione) che l'Azienda esplica come possibili contenuti specifici o integrazioni di quanto
previsto nelle parti dedicate alle visioni e politiche, da una parte, e agli impegni e azioni, dall'altra.
Il Piano dei progetti, è classificato in distinte macro dimensioni che ne caratterizzano il senso e la
tipologia di intervento. In generale, gli interventi intendono mantenere inalterati e talvolta innalzare
i livelli di risposta ai bisogni contribuendo, al contempo, alla sostenibilità dell’intero sistema dei
servizi attraverso un miglior uso delle risorse. Le macro dimensioni sintetizzano alcuni schemi
generali e ricorrenti che consentono di raggiungere l’obiettivo desiderato. In particolare si intende
per:
 razionalità produttiva: una strategia di intervento che innova la tipologia e la costellazione di
     servizi in grado di dare risposta a un bisogno, in questo caso si tratta di una modalità diversa di
     soddisfacimento del bisogno;
 logiche di efficientamento: una strategia che interviene sulla parte di “filiera produttiva” non
     direttamente a contatto con l’insieme dei processi di erogazione del servizio, le modificazioni
     non toccano quindi le modalità consolidate di risposta ai bisogni;
 logiche di alleggerimento: una strategia che ricerca ed elimina dal processo di risposta al
     bisogno alcuni elementi che non solo non contribuiscono al soddisfacimento del bisogno, ma
     rappresentano oneri che incombono sul destinatario dei servizi, l’idea di fondo è quella dello
     snellimento (lean) per preservare solo e soltanto le componenti che generano valore per l’utente;
 razionalità distributiva: una strategia di intervento focalizzata sulla componente dei servizi
     rappresentata dalla “configurazione erogativa”, in pratica sulle modalità (come, dove e quando)
     di messa a disposizione del servizio, non viene innovato il core del servizio, ma le sue modalità
     di fruizione
 ricerca di nuove risorse: una strategia che non tocca direttamente i servizi, ma guarda
     all’ambiente — prevalentemente, ma non esclusivamente, esterno — per ricercare opportunità di
     incremento delle risorse finanziare e reali in grado di contribuire alla sostenibilità dell’Azienda.

Una sintesi è rappresentata nello schema seguente:

               Macro dimensioni                                  Vantaggi cittadino             sigla
    Razionalità         Riconfigurazione dei
                                                             Vantaggi qualità/sicurezza         (rp)
     produttiva                 servizi
                     Evitare sovrapposizioni e                 Vantaggi organizzativi
     Logiche di
                      ridondanze, allocazione                procedurali non visibili dal        (e)
  efficientamento
                       flessibile delle risorse                      cittadino
                      Eliminazione di fattori a
     Logiche di                                            Vantaggi organizzativi
                       basso valore aggiunto                                                   (lean)
  alleggerimento                                       procedurali visibili dal cittadino
                             procedurali
                        Riconfigurazione dei
                        servizi nell’ottica del
    Razionalità                                              Maggior garanzia di equità,
                           miglior mix tra                                                      (rd)
    distributiva                                            riordino attività di back office
                          centralizzazione e
                         decentralizzazione
                                                                  Alto standard dimostrato
 Ricerca di nuove         Versus interno/esterno
                                                                     dalla attrattività del     (nr)
      risorse                   Azienda
                                                                           sistema

                                                                                                        15
Azienda Usl di Bologna – Piano di Sostenibilità 2012/2015
2.2 I 34 Progetti per il cambiamento

I progetti sono contestuali alle Aree di riferimento e strettamente collegati tra loro in una logica di
sostenibilità.

                                                                                                                                                                                           lo g i c h e
             AREE                    n°                                                                         PROGETTI

                                     1    La nuova rete degli sportelli: qualificazione, centralizzazione back office, decentramento servizi di 1· livello                                 rd
                                     2    Il nuovo percorso della protesica: responsabilità, appropiatezza prescrittiva, centralizzazione del back office                                 lean
     Accesso e accessibilità
                                     3    Accesso integrato alle cure: prericoveri e percorsi in uscita dal PS                                                                            lean
                                     4    Accesso diretto al prelievio nei punti di maggiore domanda (almeno 2 per distretto)                                                              rd
                                     5    Funzioni specialistiche e piattaforme negli ospedali di cintura (vocazioni e specializzazioni)                                                   rd
                                     6    La rete dell'emergenza: accesso alla rete dell'emergenza e funzioni hub & spoke di Pronto Soccorso e Primo Intervento                            rp
                                     7    Gli ospedali di prossimità: nodo specialistico per la gestione del paziente cronico complesso                                                    rd
                                     8    Intensità di cura negli ospedali della rete: appropriato uso della degenza e qualità dell'assistenza                                             rd
                         rete        9    I nuovi blocchi operatori OM e O. Bellaria: innovazione gestionale per aumentare produttività e gestire la complessità organizzativa           rp/rn
                      ospedaliera    10   Piano direttore per l'Ospedale Maggiore: vocazione per l'acuzie complessa, confort, umanizzazione                                                rp
                                     11   La grande ortopedia di Bologna: lo IOR si fa in 4                                                                                                rp

Reti integrate dei                   12   Il Piano direttore del Bellaria: profilo polispecialistico (neurologia, oncologia riabilitazione, specialistica)                                 rp
 servizi sanitari e                  13   Bentivoglio hub per acuti nell'area extra-cittadina e per i territori di confine                                                               rd/rp
  socio sanitari                     14   La rete della post-acuzie e della riabilitazione                                                                                                 rp
                                     15   Le Case dalla Salute dentro gli ospedali: ribaltiamo la prospettiva!                                                                             rp
                                     16   Riassetto della continuità assistenziale (guardia medica) a supporto delle Case della Salute                                                   lean/rd
                                     17   Le nuove Case della Salute prioritarie per il cambiamento (Vado Monzuno, San Matteo della Decima, San Pietro in Casale ... )                   rd/lean
                          rete
                                     18   Le Case della Salute nei nodi ambulatoriali dell'Azienda (San Lazzaro, Crevalcore, Nani, Beroaldo, Pieve di Cento, Palagio/Pelagi ... )        rd/lean
                      territoriale
                                     19   Aumento dell'offerta residenziale per gli anziani attraverso la riconversione dei PL per acuti non e mal utilizzati                              rp
                                     20   Hospice e rete delle cure palliative per le migliori cure ed il trattamento del dolore per la qualità della vita in qualunque momento            rd
                                     21   Revisione qualitativa e tariffaria dei servizi accreditati DSM e Disabilità                                                                      rd
                                     22   La prevenzione della non autosufficienza e negli stili di vita (E-Care e Wellness)                                                               nr
                                     23   Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali come garanzia di qualità ed equità delle cure                                                    lean
 Governo dei consumi, presa in
                                     24   Presa in carico nella specialistica ambulatoriale per garantire continuità delle cure, migliorare l'appropriatezza e ridurre i consumi          lean
    carico e appropiatezza
                                     25   Governo clinico dell'uso del farmaco nell'ospedale                                                                                              rp/e
                                     26   Appropiatezza nell'uso del farmaco sul territorio                                                                                                rd
                                     27   Concentrazione nella produzione di prestazioni sanitarie intermedie (Lum, Tum, Dietologia, Centrale antiblastici... )                             e
 Concentrazione e unificazione
                                     28   Unificazione interaziendale nelle responsabilità di direzione                                                                                    rp
          dei servizi
                                     29   Unificazione dei servizi amministrativi di Area Vasta                                                                                             e
                                     30   La Ricerca nell'Azienda come asset fondamentale: l'IRCCS e non solo                                                                              nr

  Investimenti, attivazione di       31   Logistica dell'accesso, foresteria e centri servizi (AOU e OM)                                                                                   nr
    nuove risorse e capacità         32   Standard di qualità alberghiera in tutti i reparti (AOU e OM)                                                                                    nr
         d'attrazione                33   I progetti di austerity e i progetti di sostenibilità energetica                                                                                nr/e
                                     34   Miglioramento del saldo di mobilità                                                                                                              nr

                                                                                                                                                                                    16
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e la razionalizzazione
 2.3 Gli effetti sulla struttura d’offerta..                           dei fattori produttivi

Il percorso metodologico del Piano di Sostenibilità adotta un approccio di carattere sistemico.
Individua per ogni Area di cambiamento gli effetti attesi sulla struttura d’offerta e la
razionalizzazione dei fattori produttivi al fine di poter determinare una stima dell’impatto
economico.
Nello specifico per quanto riguarda l’efficienza di scala derivante dall’implementazione dei progetti
del Piano, occorre ricordare che molti interventi di razionalizzazione della struttura di offerta
presuppongono l'esistenza di vantaggi derivanti dalla concentrazione strutturale della produzione in
minor luoghi di cura. Valutare l'esistenza e misurare l'ampiezza di questi vantaggi ci sembra, a
questo riguardo, presupposto di non poco rilievo alla luce di un Piano che pone in essere processi di
razionalizzazione/ridimensionamento delle risorse disponibili modificando la scala di produzione.
Prendendo le mosse da queste premesse nel presente lavoro stimiamo la consistenza degli effetti
sulla struttura d’offerta a seguito di dinamiche di razionalizzazione.

   A. Riorganizzare la rete d’accesso

Premessa operativa

La rete d’accesso attuale (2011) si occupa della gestione di 17 milioni all’anno di operazioni di
accesso ai servizi presso gli sportelli per circa 900 mila assistiti attraverso 48 Sportelli Unici
Distrettuali (119 punti di erogazione), 203 farmacie, 12 parafarmacie.
L’offerta di Accesso proposta si basa sulla costruzione di una rete composta da diversi attori:
   • Sportelli Unici Accesso aziendali - SUA
   • Punti di accettazione aziendali - PDA
   • Farmacie e parafarmacie- CUP Farma
   • Call center e web
   • Reti Amiche
La riorganizzazione dei percorsi d’accesso privilegia innanzitutto gli accessi diretti, e l’accesso
attraverso i percorsi clinico assistenziali (presa in carico diretta) che configurano minori
prenotazioni, l’utilizzo delle farmacie e parafarmacie e gli strumenti call center e web, inoltre le reti
amiche per le operazioni di incasso dei pagamenti in maniera diffusa sul territorio. Gli sportelli a
gestione diretta aziendale (SUA e PDA) sono così potenziati/concentrati al fine di poter effettuare
prestazioni più complesse, presa in carico amministrativa, interfacce privilegiate per soggetti fragili.

Effetti sulla struttura d’offerta

 Forte riduzione del fabbisogno di prestazioni che richiedano prenotazione e quindi interazione
  con lo sportello in funzione dell’utilizzo dell’accesso diretto e dell’utilizzo di altri canali per le
  prestazioni più semplici.
 Accorpamento in riduzione dei punti amministrativi di front office aziendali, concentrazione
  delle attività complesse in corrispondenza degli sportelli nei principali stabilimenti di

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produzione (Ospedali e Case della Salute) con riduzione a regime del 50% dei punti, secondo lo
  quanto indicato dalla tabella 1;
 Riduzione delle “distanze” nel ciclo di prescrizione, prenotazione, erogazione, con conseguente
  riduzione dei disagi del cittadino ed inefficienze operative evidenziate dalla non compliance tra
  medico e servizi amministrativi.
 La scelta della multicanalità per la rete d’incasso rende necessario la completa informatizzazione
  del processo. Migliorando la possibilità/facilità e le modalità di controllo e di tracciabilità della
  posizione di debitori e creditoria di ogni utente, aumenta l’efficacia nelle fasi di incasso dei
  ticket.
 Semplificazione delle procedure e percorsi di presa in carico dei bisogni complessi e/o cronici
  (assistenza protesica, PDTA) e bisogni a forte integrazione sociale e sanitaria del cittadino.

Effetti sui fattori produttivi

 Riduzione del personale amministrativo
 Riduzione appalto con società in house CUP2000 a seguito della riduzione del numero di
  sportelli (al netto quindi di eventuali reinternalizzazioni del personale)
 Riduzione dei costi di prenotazione presso le farmacie per calo del numero di prenotazioni e di
  pagamenti
 Riduzione dei costi manutenzioni, calore, pulizie, utenze, ecc a seguito della riduzione delle sedi
  di erogazione e delle superfici gestite.
 Maggiori incassi del ticket da valutare alla luce della riduzione effettiva dell’assistenza
  specialistica.

Proposta di razionalizzazione presentata ed approvata dalla CTSS di Bologna

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B. Reti integrate dei servizi sanitari e socio sanitari: rete ospedaliera

Premessa operativa

Il quadro complessivo degli interventi, sotto forma di azioni di modernizzazione dell’offerta
attraverso la riorganizzazione e frutto di radicali innovazioni, specie sui piccoli ospedali della rete,
che permettano di concentrare l’offerta su bisogni di prossimità (supporto al modello di Chronic
Care) e facciano percepire l’intervento in riduzione come migliorativo alla maggioranza degli utenti
locali più che in riduzione.
Per quanto riguarda l’assistenza ospedaliera, le azioni del piano offrono, oltre agli aspetti di
maggiore focalizzazione sull’innovazione e l’appropiatezza, risultati di riduzione di posti letto della
rete ottenibili in fasi progressive:

   • una prima fase di riorganizzazione per intensità di cura dei piccoli ospedali, con riduzione di
     letti scarsamente utilizzati pari a circa 130/150, fase questa già avviata con le riduzioni estive
     in atto da consolidare a ottobre. Questo processo comprende anche il trasferimento al
     Maggiore dell’SPDC del Sant’Orsola (ambedue gli SPDC di Bologna presso l’Ottonello)
     avvenuto come riduzione estiva dal 1 luglio e contestato dalle OOSS.

   • una seconda fase, caratterizzata da una più incisiva e radicale razionalizzazione dell’offerta,
     con una maggiore focalizzazione di alcuni stabilimenti sul fronte del supporto alla cronicità,
     (con trasformazione di letti in post acuzie e possibilmente in CRA ed eliminazione della
     degenza ordinaria), del recupero ad alta intensità (riabilitazione intensiva), della
     specializzazione produttiva (piattaforme day surgery), della alta specializzazione (con
     eliminazione delle funzioni non essenziali). In tale contesto trova spazio anche la
     delocalizzazione in contesti extra cittadini dotati di logistica, tecnologie e confort alberghieri
     favorevoli, di attività produttive dei grandi ospedali come l’AOU da attuare a partire
     dall’autunno 2012 ed in grado di determinare ulteriori riduzioni pari a 60/80 letti degli
     ospedali dell’Azienda Usl (all’infuori dell’Ospedale Maggiore). Bentivoglio conserverebbe
     in questo scenario il proprio di Hub dell’area extra cittadina, rafforzato da competenze
     specialistiche specifiche (come la chirurgia bariatrica), fatta eccezione per la degenza
     pediatrica, largamente sottoutilizzata, per la quale è logico pensare ad un accentramento
     verso i poli dell’Ospedale Maggiore e dell’AOU. In questa fase, e con la medesima logica, si
     dovrebbe procedere al definitivo superamento del punto nascita di Porretta.

   • Questi interventi verranno accompagnati da azioni di unificazione di reparti specialistici
     AUSL + AOU + IOR con riduzione di letti presso la AOU ancora in fase di definizione, con
     contemporanea messa a punto del progetto di trasformazione di tutta l’area Malpighi\Pelagi
     dell’AOU in Casa della Salute con posti letto di CRA (progetto che deve vedere in prima fila
     Comune di Bologna e ASP).

Effetti sulla struttura d’offerta

 Riorganizzazione e razionalizzazione delle piattaforme di servizio (radiologie, laboratori e
  blocchi operatori)
 Concentrazione della produzione con incremento della produttività

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 Riduzione Posti letto secondo le fasi precedentemente descritte e quantificabili orientativamente
  come segue:

       o Prima fase (- 200\250 letti): prevalentemente sulla rete dei piccoli Ospedali e Bellaria

       o Seconda fase (- 200\250 letti): prevalentemente presso AOU e Bellaria (dettaglio da
         definire)

Effetti sui fattori produttivi

 Forte riduzione del fabbisogno del personale medico, infermieristico, OSS e tecnico sanitario
  equivalente alla dotazione organica di almeno 10 reparti (limitandosi agli effetti sulla sola
  Azienda Usl)
 Riduzione dei costi degli appalti di supporto all’attività di degenza (portantinaggio, rifiuti
  speciali, ecc) in relazione alla riduzione dei posti letto.
 Riduzione dei costi di trasporto merci e persone in funzione della concentrazione della
  produzione
 Riduzione dei costi manutenzioni, calore, pulizie, utenze, ecc a seguito della riduzione delle sedi
  di erogazione e delle superfici gestite.

    C. Reti integrate dei servizi sanitari e socio sanitari: rete territoriale
       Premessa operativa

E’ necessario sottolineare l’importanza di agire anche sul ripensamento della rete territoriale che
per numero e capillarizzazione di servizi spesso di dimensioni molto piccole (poliambulatori e
ambulatori, punti prelievo, consultori familiari, servizio di continuità assistenziale ex guardia
medica, pediatrie di comunità, ecc..), al fine di migliorare la qualità assistenziale e l’uso efficiente
delle risorse. Quindi lo sviluppo dell’assistenza territoriale, basato sulle innovazioni delle Case delle
Salute, dell’accesso diretto alle prestazioni in particolare dei punti prelievi, dell’integrazione MMG
e Medici di Continuità Assistenziale (ex guardia medica) e il potenziamento della rete domiciliare e
rete socio sanitaria integrata consentiranno di attuare un processo di concentrazione e
razionalizzazione delle forme assistenziali territoriali, con particolare riferimento a:

   rete dei consultori familiari
   pediatrie di comunità
   punti prelievo
   punti di continuità assistenziale (ex guardia medica)
   offerta di specialistica con particolare riferimento ai servizi di odontoiatria, cardiologia,
    dermatologia, ecc..

Le azioni di riorganizzazione della rete territoriale saranno accompagnate da innovazioni sulle
modalità d’accesso (ad esempio l’accesso diretto ai prelievi ampliando l’offerta e migliorando le
sedi di erogazione).
Inoltre la recente riorganizzazione territoriale (Distretti di Committenza e Garanzia e del
Dipartimento di Cure Primarie gestionale) e il nuovo accordo con i MMG dovranno consentire di
migliorare l’appropiatezza prescrittiva e dei consumi territoriali con particolare riferimento alla
farmaceutica territoriale e all’assistenza specialistica, segmenti nei quali la popolazione bolognese si
colloca per alti livelli di consumo.

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Infine tale revisione complessiva della rete d’offerta consentirà il superamento di sedi frammentate
che non ottimizzavano la gestione delle risorse e influenzano negativamente i tempi medi di attesa
per il cittadino.

Effetti sulla struttura d’offerta

 Creazione di 21 Case della Salute di cui 6 avviate già durante l’anno 2012 (come da specifico
  Piano aziendale Case della Salute di prossima presentazione alla RER)
 Accorpamento in riduzione di alcune sedi di erogazione territoriale
 Riorganizzazione e centralizzazione della Continuità Assistenziale (ex Guardia medica)
 Complementarietà Pubblico/Privato per garantire a minor costo la produzione dell’assistenza
  specialistica e riabilitazione.
 Sussidiarietà con le prestazioni ospedaliere e conseguente maggiore appropriatezza nel consumo
  di specialistica e di accessi al Pronto Soccorso.

Effetti sui fattori produttivi

 Riduzione personale infermieristico, Ostetrico, Riabilitativo, OSS e in piccola parte di personale
  medico a seguito della riorganizzazione delle reti territoriali.
 Riduzione di personale di Continuità Assistenziale anche attraverso il non rinnovo di un numero
  consistente di contratti a tempo determinato
 Riduzione del personale di Continuità Assistenziale a seguito della riorganizzazione territoriale a
  seguito della non copertura dei rapporti cessati per quiescenza
 Sostanziale mantenimento del costo per la Medicina Generale
 Riduzione dei costi manutenzioni, calore, pulizie, utenze, trasporti, ecc... a seguito della
  riduzione delle sedi di erogazione e delle superfici gestite.

   D. Reti integrate dei servizi sanitari e socio sanitari: rete della salute
      mentale

Effetti sulla struttura d’offerta

 Concentrazione dei 2 reparti di SPDC a Bologna città in un unico Polo presso l’Ospedale
  Maggiore
 Sviluppo di forme di assistenza a minor intensità (potenziamento dei gruppi appartamento e
  delle comunità alloggio per ridurre gli inserimenti in residenze ad alta intensità)
 Riallocazione dei pazienti con bisogni a prevalenza socio sanitaria, inappropiatamente a carico
  della Salute Mentale, sulle corrette forme di assistenza (FRNA).
 Negoziazione con i soggetti privati, gestori di residenze e semi residenze, al fine di
  omogeneizzare al ribasso le tariffe per l’inserimento dei pazienti.

Effetti sui fattori produttivi

 Lieve riduzione del personale infermieristico e della riabilitazione
 Contenimento e possibile riduzione dei costi per inserimento a retta
 Restituzione ai Comuni e al FRNA di costi indebitamente allocati sul bilancio sanitario

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Azienda Usl di Bologna – Piano di Sostenibilità 2012/2015
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