LA STABULAZIONE DEL PYTHON REGIUS - Italian Morph ...
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LA STABULAZIONE DEL PYTHON REGIUS Il Python regius appartenente alla famiglia Pythonidae è un animale tipico della zona dell'Africa occidentale e lo si può trovare in stati come il Ghana, il Togo, il Benin e altri limitrofi. Foto : Python regius Ancestrale nella sua colorazione base nella posizione di cova Foto di Niccolò Asso Foto presa dal web
Il Python regius a differenza di quanti credano erroneamente non è certo un animale deserticolo ma vive in posti ricchi di vegetazione e umidità molto alta per quasi tutto il periodo dell'anno, ed ecco perchè la stabulazione del Python regius ancora oggi trova spesso molti errori da parte di neofiti e anche da parte di allevatori ma che spesso cascano in errori molto banali Foto presa dal web di un tipico termitaio usato spesso come rifugio Foto presa dal web dell'habitat tipico del Python regius
Foto presa dal web che ritrae un Python regius nel suo habitat Partendo da questo possiamo dire che il Python regius per essere stabulato non ha bisogno di chissà quali accortezze o delicatezze come altri tipi di animali anche se non bisogna sottovalutare alcune cose che andremo ad elencare. Come stabulazione base ha bisogno di una zona calda normalmente impostata intorno ai 30 C°( non esagerare oltre i 32 C°) i quali sono perfetti per dare un punto caldo oltre le loro normali temperature di stabulazione come in natura in quanto pur essendo un animale africano il range di temperature nel quale vive va dai 20 C° ( in alcune zone le temperature minime scendono anche sotto i 10 C° in alcuni periodi dell'anno)ad oltre 30 C°. Mediamente si sposta in zone calde oltre i 30 C° solo per termoregolarsi ma la temperatura normale di vita sta al di sotto di questo valore. La zona calda se l'animale viene stabulato in un terrario adeguatamente ampio va costantemente monitorata o con la sonda del termostato se digitale o con un termometro a sonda per tenere controllato che non ci siano sbalzi eccessivi o malfunzionamenti della fonte riscaldante. Il resto del terrario come zona intermedia e zona fredda non è necessario regolarla in quanto avendo garantito la zona calda il resto vien da sé e di leggende in merito alle temperature ne circolano fin troppe con animali tenuti in ambienti troppo caldi e secchi. Anni e anni di scorrette informazioni portano spesso errate gestioni o terrorismo psicologico nel neofita che vive male se la temperatura varia di qualche grado. Perchè la loro natura non cambia anche se vive in cattività, per approfondimenti bisogna aprire i libri e conoscere gli studi fatti.
Spesso fa comodo portare avanti leggende come “ mettilo a 32 zona calda e 27 zona fredda in un cassetto sotto al letto al buio o non ti mangia “ perché non si hanno altre nozioni da spiegare per affrontare ogni singola situazione in base alla necessità di allevamento o di semplice animale da godersi nel proprio terrario. Terrorismo psicologico che spesso nel neofita causa non poche paranoie inutili che portano spesso alla resa e alla cessione dell' animale. E qui nasce la seconda leggenda sul Python regius, quella del “ deve vivere necessariamente in uno spazio piccolo “. E' risaputo che ama gli spazi piccoli in cui rintanarsi ed ecco che qui trova importanza fondamentale una tana adeguata in zona calda, ma ciò non significa che uno spazio ampio in cui muoversi non sia gradito, anzi. E' fondamentale come viene svezzato l'animale e il ritmo di frequenza dei pasti che vengono somministrati il quale spesso per averli pronti presto nella riproduzione viene esagerato spingendo l'animale che per natura è accumulatore a mangiare fino a raggiungere il massimo accumulabile iniziando poi il digiuno ( come in natura in concomitanza con la stagione secca per carenza prede conseguente la carenza di acqua ). Quindi è fondamentale alimentare correttamente un animale fin da subito per poterlo stabulare in uno spazio di qualsiasi dimensione si voglia a patto di avere e mantenere i parametri corretti con la zona calda, UNA CORRETTA AERAZIONE ( ancora più fondamentale della temperatura ) e una corretta umidità. Più spazio e zone anche per arrampicarsi si danno e più l'animale muovendosi crescerà sano e con massa pulita. Ricordiamo che pur essendo un animale terricolo, soprattutto da piccolo non disdegna arrampicarsi e avere abitudini semi-arboricole come documentato in libri dedicati e studi effettuati. La tendenza di oggi porta ad avere animali grassi e fermi in un cassetto ai fini solo riproduttivi per emulare breeder mondiali che per necessità detengono animali in rack vista la quantità posseduta. L'animale vive bene, mangia e si riproduce comunque ma non è paragonabile ad un animale che è cresciuto muovendosi e mangiando correttamente e questo può portare ad avere anche grasso accumulato molto pericoloso, cosa che un animale alimentato bene con adeguato movimento difficilmente avrà. Quindi la scelta va effettuata sempre in base alle proprie necessità valutando tutto. Riassumiamo il tutto in maniera schematica : -Zona calda : intorno ai 30 C° mantenuta costante per una zona che copre circa un terzo del terrario( un eventuale abbassamento notturno di temperatura simulando il ritmo circadiano non fa certo male di un paio di gradi circa) -Zona fredda : indifferente la temperatura se adeguata e corretta la restante stabulazione. -Aerazione : prese basse in zona calda e alte in zona fredda adeguate per evitare condensa o ristagni di umidità che portano patologie serie e garantire un gradiente in tutto il terrario. -Umidità : 70 80 % è il range ottimale. Nei giorni più secchi anche intorno al 60% va
bene ma sotto comincia ad essere non adeguata se tenuta costantemente. Tale umidità deve essere mantenuta automaticamente con la stabulazione e non con intervento umano nebulizzando, quindi bisogna ricreare un ambiente adeguato per mantenerla per esempio optando per un substrato corretto e appunto una corretta aerazione e IMPORTANTE non deve essere visibile sotto forma di condensa costante o acqua sulle pareti e il substrato deve essere sempre asciutto al contatto soprattutto in zona calda in quanto un substrato bagnato può causare all'animale problemi di salute. -Dimensione terrario : indifferente se l'animale sta bene e mangia correttamente a patto di garantire una zona calda con una tana per un terzo circa del terrario. Tana in zona fredda opzionale ma non obbligatoria. Consigliate cortecce di sughero delle quali vanno pazzi soprattutto tubolari grandi nelle quali si infilano dentro per sentirsi sicuri. -Acqua : sempre in zona fredda e mantenuta pulita. Per animali rognosi nel mangiare o con particolari problemi è consigliabile invece agire sullo spazio più ristretto per consentire una maggiore presa di sicurezza ( casi isolati da valutare singolarmente in quanto non sono tutti uguali ). Importante il parametro dell'altezza del terrario che è consigliabile non superare i 35 cm ( salvo leggi che obbligano ad un minimo di altezza ) per mantenere umidità corretta in quanto essa tende a salire e in un terrario troppo alto si disperderà troppo sfalsando i parametri. Personalmente ho trovato parametri perfetti e stabulazione ottimale in terrari in legno da 100cm x 50cm x 35cm di altezza per ogni tipo di animale, dal baby all'adulto e in vasche per rack da 80cm x 60cm circa con 18 cm di altezza anche qui per qualsiasi taglia di peso. Per concludere, che voi vogliate stabulare l'animale in un terrario ( legno, vetro o pvc ) o in un rack con vasche in plastica dovrete tenere conto in ogni caso della legislazione vigente perché non in tutta Italia sono consentiti i rack e i terrari richiedono certe dimensioni minime. Appurato dove vorrete tenerli, le cose fondamentali da tenere presenti sono la perfetta aerazione che deve esserci con prese d'aria adeguate che permettono un continuo ricircolo e ricambio di aria, una zona calda adeguata come sopra descritto, una collocazione dove c'è luce naturale del giorno per garantire il ritmo circadiano ( non luce solare diretta ) o in alternativa una stanza con illuminazione artificiale non diretta nelle teche, una tana in zona calda adeguata, una ciotola con acqua fresca sempre pulita da collocare in zona fredda, arredi a piacere consigliati sotto forma di corteccia di sughero o legno di mangrovia e un substrato più idoneo possibile al mantenimento dei parametri fondamentali. Le fonti di calore possono essere diverse, come anche i substrati usati, ma come ampiamente sperimentato e testato possiamo consigliare sicuramente il tappetino riscaldante come fonte di calore ottimale e la fibra di cocco come miglior substrato ( assicurarsi che sia totalmente naturale e non addizionata con qualcosa in quanto si trova spesso per agricoltura addizionata con composti chimici per le piante ). Per eventuali dettagli più mirati all'uso di altre fonti o per qualsiasi richiesta potete chiedere nel gruppo “Pitone reale “ sulla piattaforma social Facebook. Il Python regius oltre alla sua colorazione base chiamata Ancestrale possiede molte mutazioni genetiche che portano ad avere molteplici colorazioni. Sono i morph.
Qui di seguito alcuni dei nostri animali con il morph indicato Foto : Clownaxanthic Vpi di Niccolò Asso Foto : Clownpiebald ( sulla sinistra ) e Ghiaxanthic ( sulla destra) di Be Stam ( Antonello Stambé )
Foto : Enchiclownpiebald di Niccolò Asso Foto : Pastelpiebald di Pamela Scarano Foto : Pastelpiebald di Pamela Scarano
ALIMENTAZIONE DEL PYTHON REGIUS Ed eccoci finalmente al capitolo forse più importante in quanto dall'alimentazione derivano tutte le fasi del Python regius dalla crescita al mantenimento e infine alla riproduzione, argomento “delicato” e che causa non pochi problemi sopratutto ai neofiti, ma non solo a loro. Tante leggende circolano nel mondo del Python regius riguardanti la loro alimentazione e i loro famosi stop alimentari. In questo capitolo cercheremo di smentire molte leggende circolanti, spiegarne molte altre e dare una linea guida per una corretta alimentazione nelle varie fasi della vita del vostro amato serpente. Tutto ciò che verrà spiegato è frutto di anni di allevamento, di raccolta dati, di ore spese a monitorare tutti gli animali che sono passati da casa nostra oltre ad essere integrato da trafiletti culturali presi da libri scritti da persone esperte i quali verranno indicati con la dovuta fonte. Iniziamo subito con un piccolo trafiletto preso dal libro “ Ball Pythons The history, natural history, care, and breeding “ di D. Barker and T. Barker – Vpi il quale recita : “The authors of almost every book, manual and article written on ball python maintenance have begun the section of feeding ball pythons with a discussion of how reluctant they are, or can be, to feed in captivity. We have worked with thousands of ball pythons over the years , and that is not our experience. It is our experience that ball pythons tend to be willing feeders.” Cosa dice questo trafiletto che è solo un pezzo di un capitolo molto più lungo ? Dice semplicemente il contrario di tutto quello che purtroppo ad oggi circola nel mondo italiano del Python regius e non solo italiano. Dice semplicemente la verità e cioè che hanno un ottimo responso alimentare, soprattutto i giovani. Prosegue dicendo che gli adulti occasionalmente possono affrontare dei digiuni che possono andare da 1 a 4 mesi che sono del tutto normali e conclude in un altro pezzo dicendo questo : “all in all, ball pythons are very EASY snakes to feed”. I pitoni reali sono degli animali molto facili da alimentare. Trovate qualche cosa di strano e incredibile rispetto a quello che avete sentito e sperimentato fino ad oggi ? Certo, perché purtroppo la prima leggenda che circola è proprio quella sulla difficoltà nel cibarlo e i lunghi periodi di digiuno. Verità o falsità ? Diciamo una via di mezzo, nel senso che questa leggenda purtroppo si basa su tante versioni ed esperienze che hanno portato tanti Python regius ad iniziare lunghi periodi di digiuno o avere problemi nel cibo per un fattore comune dovuto all'allevamento intensivo per scopi riproduttivi e cioè l'errata alimentazione e l'eccessivo carico di prede che viene somministrato nei periodi di fame e soprattutto durante la crescita post svezzamento. Una somma di molti errori protratti in tanti soggetti per un drammatico passaparola hanno reso purtroppo la leggenda una verità, basata però su errori comuni. Pochi si prendono la briga di sperimentare, studiare e analizzare i comportamenti dei propri animali cercando di capire il perché di alcuni comportamenti e il perché di alcune leggende circolanti, pochi dedicano il tempo necessario per analizzare tutto questo perché comporta un sacrificio non indifferente e molto tempo per poter trarre delle conclusioni. Noi ci siamo presi l'impegno di farlo e siamo qui per offrirvi l'opportunità di capire e provare sui vostri animali i metodi che consentono di avere un animale in salute e con una crescita regolare e continua il che porta molti benefici. Iniziamo a spiegare il concetto di stop alimentare che può benissimo avvenire
soprattutto in soggetti adulti in un determinato periodo dell'anno o in determinati momenti della riproduzione che spiegheremo dopo. In natura il Python regius vive in zone ricche di vegetazione le quali sono popolate da molteplici prede di cui l'animale si nutre, ma in alcuni periodi dell'anno dove le piogge scarseggiano, anche le prede scarseggiano causando una minore presenza sul territorio che porta i predatori a cibarsi molto poco e da qui nasce quel famoso periodo di digiuno naturale che l'animale affronta solitamente durante il nostro periodo “ invernale “. Proprio perché abituati a questo periodo di digiuno si sono evoluti facendo scorta di prede prima dell'arrivo di questo periodo accumulando il più possibile riserve per poter poi affrontare lunghi periodi di digiuno, cosa che però in cattività non si verifica in quanto siamo noi a cibarli. Ecco che qui entra in gioco il fattore umano ovvero la nostra capacità di capire queste cose e agire per evitare questi periodi di digiuno che sono comunque fattori stressanti per l'animale e per noi che siamo costretti a sprecare prede in caso non dovessero mangiare, il che non è certo una cosa bella e utile. Conoscendo queste poche nozioni possiamo agire perfettamente sull'alimentazione in maniera tale da permettere all'animale di crescere senza accumulare troppo e di restare affamato il giusto dandogli un ritmo metabolico variabile in alcuni momenti per non tenerli sempre fissi ad un certo regime. Il primo errore da non fare è esagerare con il cibo quando l'animale è nel periodo di “ voracità “ in quanto vi sarà capitato di notare alcuni periodi in cui mangerebbero anche tutti i giorni o li vedete sempre in cerca di cibo. No non è una cosa tragica non darglielo anche se hanno fame, è una cosa che aiuta loro e voi. Partiamo dalla nascita e arriviamo a spiegare tutto il percorso da fare con ritmi consigliati e sperimentati con successo sulla totalità dei Python regius passati da casa nostra( salvo qualche caso che può sempre discostarsi dal totale essendo variabili animali ) . La fase più importante è lo svezzamento e la crescita successiva dell'animale che sono fasi cruciali per una buona riuscita anche futura sul responso alimentare. Lo svezzamento non deve essere forzato ( salvo casi problematici e fatti solo da personale esperto o dietro consiglio veterinario ) su animali sani e in salute, deve essere spontaneo e seguendo un ritmo che non eccede subito nel somministrare troppe prede in quanto i piccoli per ovvi motivi avranno un responso alimentare elevato. Dovendo crescere quindi, una volta partiti a mangiare autonomamente saranno sempre affamati e qui purtroppo entra in gioco il primo errore fatto da troppe persone che vogliono cedere quanto prima l'animale per ragioni economiche o di altro tipo, i quali somministrando pasti troppo ravvicinati o errati possono portare subito ad un accumulo che può portare a digiuno per alcuni periodi non certo graditi a chi prenderà l'animale. C'è anche il lato opposto della medaglia, ovvero somministrare pasti troppo piccoli che non permettono la crescita regolare dell'animale che non metterà peso. In questo caso sta all'allevatore fare le cose correttamente. Un corretto svezzamento prevede la somministrazione di topi svezzati/adulti di circa 10, 15, 20 grammi in base al peso del piccolo appena nato, che di solito ha una media che va dai 50 agli 80 grammi anche se possono capitare babies sotto i 50 grammi i quali andranno svezzati con prede più piccole ovviamente e magari dopo aver chiesto consiglio a persone più esperte per evitare problemi successivi l'errato pasto. La tempistica di svezzamento consigliata è di proporre la preda adeguata una volta ogni 7/8 giorni, mute escluse dove vanno lasciati a digiuno per tutto il periodo. Successivamente al primo periodo dopo lo svezzamento e fino diciamo intorno ai 500/
600 grammi circa ( se poi sono 650/700 non cambia nulla ) è consigliato somministrare solo topi adulti intorno ai 25/28 grammi nel numero di un topo alla settimana facendo ogni tanto saltare un pasto volutamente e ogni tanto dandone uno in più nello stesso pasto sempre che l'animale ne accetti due in un unico pasto. Per fare un esempio pratico possiamo tenere un ritmo di questo tipo : – un topo ogni 7 giorni per 3 settimane, la quarta settimana si salta e poi alla quinta settimana si riprende magari dandone due ripartendo poi la settimana successiva con un topo ogni 7. Questo ritmo poi non deve per forza essere fisso in questa maniera, questo è un semplice consiglio guida per avere un ottimo responso, ma potete cambiarlo come siete comodi e in base alla vostra disponibilità di prede. Di base tenete un ritmo comunque di uno alla settimana anche se cercano altro cibo. Siamo arrivati al mezzo chilo circa, cosa facciamo ? Tendenzialmente continuiamo con un topo la settimana, ma nel caso mangiasse di gusto anche un secondo topo possiamo dare un paio di pasti con due prede alternati a due pasti con una preda sola sempre saltando ogni tanto un pasto o anche due volendo, tranquilli non muoiono di certo di fame e anzi gli può solo giovare al consumo di eventuale grasso accumulato. Consigliamo sempre la somministrazione di topi e non di ratti in quanto questi ultimi possono causare un eccessivo accumulo rispetto al topo che può portare in tempi brevi ad uno stop, cosa testata su più animali in fase di crescita. Quindi dimenticatevi i ratti per ora, ma se proprio per problemi di reperibilità di prede o di qualsiasi altro motivo che non sia la fretta di crescerli dovete dare il ratto, state su ratti piccoli di peso non superiore ai 60 grammi possibilmente, allungando magari i tempi a uno ogni 12 o 15 giorni ( sempre per animali che hanno superato il mezzo chilo ). Questo ritmo è consigliato fino al chilo circa di peso dell'animale indipendentemente dall'età. Siamo finalmente arrivati al chilo, cosa facciamo ? Ci sono alcune considerazioni da fare sulla scelta da seguire. Se si sta parlando di una femmina che dovrà poi andare a riprodursi quando sarà il momento allora si potrà incominciare a somministrare ratti del peso di 100 120 grammi massimo con cadenza ogni 15 giorni facendo saltare ogni tanto un pasto come spiegato prima ma restando sempre su una preda a pasto, non eccedete salvo casi in cui avete più animali e qualcuno rifiuta, piuttosto che buttare la preda se qualcuno accetta il secondo potete darlo allungando poi il tempo del pasto successivo e in questo caso però fatelo per animali che superano abbondantemente il chilo e mezzo. La somministrazione dei ratti non è certo un obbligo, possono crescere tranquillamente con i topi tutta la vita e in salute perfetta e qui riporto una citazione sempre presa dal libro citato sopra : “Ball python can live long and happy lives eating only mice, small mice when they are youg and large mice when they are adult.” Tradotto significa che possono vivere molto a lungo e felici anche solo alimentati con topi, piccoli quando sono giovani e adulti quando sono cresciuti. Non sempre un animale abituato al topo poi decide di cibarsi di un ratto, alcuni possono rifiutare la nuova preda, altri invece non guardano neanche cosa gli date e mangerebbero anche le pinze. Nel caso rifiutino non disperatevi, potete sempre andare avanti con topi oppure fargli
fare un periodo di digiuno controllato e sempre chiedendo un parere a persone esperte fino a che non accetteranno il ratto. Ripetiamo, che non è un obbligo, ma consigliato. Per animali in futura riproduzione, qualche ratto aiuta ad accumulare scorte necessarie anche se non sono obbligatori, abbiamo avuto qualche femmina alimentata solo a topi che si è riprodotta con successo superando i 2 chilogrammi senza nessun tipo di problema. Per quanto riguarda invece i maschi, che siano da riprodurre o meno è consigliabile somministrare solo topi e magari una tantum un ratto di piccole dimensioni se proprio volete e se l'animale accetta entrambe le prede senza aver poi problemi con il cambio di preda. Il ritmo per animali adulti sopra il chilo di peso quindi possiamo riassumerlo in : – un ratto di 100/120 grammi ogni 15 giorni con un salto di pasto ogni tanto – uno o più topi ( non esagerate con troppi topi comunque a pasto ) ogni 7 giorni con un eventuale salto di pasto che male non fa. – Un mix tra topo e ratto dando per alcuni pasti topi e somministrando un ratto sempre del peso massimo di 120 grammi una tantum con pausa una tantum. Questa è una linea guida consigliata ma di certo non obbligatoria, ognuno poi è libero di scegliere come e cosa somministrare ma se volete evitare periodi di digiuno e problemi nel cibarli vi consigliamo di seguire indicativamente queste istruzioni soprattutto se siete alle prime armi. Per quanto riguarda la modalità di somministrazione della preda dovete attenervi scrupolosamente alle leggi in vigore nel vostro comune/regione per non incorrere in violazioni. Con questo sistema difficilmente andrete incontro a stop o problemi alimentari, anche se non sono esclusi essendo comunque animali e con una varianza nei comportamenti oltre che una natura comunque propensa ad effettuare alcuni periodi di digiuno che avvengono anche in animali alimentati con questo regime nell'età adulta. Personalmente ho qualche animale adulto che qualche mese invernale di pausa lo fa sentendo magari anche altri animali in riproduzione o per semplice stop autonomo. Nulla di preoccupante o allarmante, se vi capita state tranquilli che quando avrà bisogno di cibo ( tendenzialmente con l'inizio della primavera ) ve lo farà capire e ricomincerà a mangiare. LA MUTA (Ecdisi) •Ecdisi: il processo del cambio della pelle esterna morta nei rettili. •Disecdisi: perdita anormale della pelle esterna morta nei rettili.
Il processo mediante il quale il nostro Pitone reale “perde la pelle” è chiamato ecdisi. Questo processo può durare da 9 a 14 giorni a seconda del rettile. In tutti i serpenti, l'intera epidermide viene cambiata, compresi gli “occhiali”. La scissione epidermica si verifica dopo l'infiltrazione di linfa ed enzimi tra la vecchia e la nuova pelle. Gli esemplari più giovani avranno cambi più frequenti rispetto agli animali più anziani. La disecdisi si verifica comunemente quando le condizioni ambientali non sono ideali, ad es. Temperatura, umidità e igiene non ottimali, stress, ecc. Molti proprietari, la prima volta possono farsi prendere dal panico ai segni della prima muta del loro serpente perché non sanno cosa sta succedendo al loro animale. INIZIO DELLA MUTA, primo/quarto giorno: possiamo notare che i colori del nostro serpente non sono più brillanti, ma iniziano ad essere spenti e la pancia può essere leggermente rosa (non per tutti è uguale la muta, sia in termini di “tempo” che segnali visivi del processo, ad esempio, alcuni esemplari possono non manifestare questo “rosa” e altri invece essere rosa intensi). Potremo notare un cambiamento comportamentale nel nostro pitone durante tutto il processo della muta, ovvero tenderà a rifugiarsi in tana senza mai uscire fino al completamento della muta. SECONDA FASE DELLA MUTA, quarto/ottavo giorno: il nostro serpente sarà completamente opaco o “blu”. Gli occhi diventeranno grigi / bluastri, questa condizione è causata dall'accumulo di liquido tra il nuovo e vecchio strato di pelle. In questa fase, la manipolazione o l'alimentazione del nostro Pitone non è consigliata, in quanto in questa fase è ipovedente e quindi può attaccare in modo difensivo sia te che la preda; e può anche subire stress a causa di un'attività eccessiva. Immagina di essere sballottato e di avere animali che corrono vicino a te, ma non puoi vedere. Potrebbe essere una situazione stressante per qualsiasi creatura. Quando osserviamo delle “rughe” di pelle intorno al collo, può essere il risultato della disidratazione, quindi assicurati di fornire acqua pulita e umidità adeguata. PENULTIMA FASE DELLA MUTA, ottavo/decimo giorno: sembrerà che il nostro Pitone reale sia tornato “normale”; lo vedremo schiarito, anche se sarà un pochino spento di colori, l'opacità degli occhi si schiarisce e il pitone palla si prepara finalmente a perdere la sua vecchia pelle! In questa fase, potrebbe essere difficile riconoscere che il serpente è in muta se non lo sai. ULTIMA FASE DELLA MUTA, decimo/dodicesimo giorno: la 'desquamazione' della pelle è generalmente un processo molto rapido, in questo passaggio, il pitone si strofinerà il naso contro le pareti del terrario o vasca (o qualsiasi cosa che c’è nel terrario: tana, ciotola, ecc) per iniziare a "staccare" la pelle, da prima sul muso per poi “sfilarsela” come un calzino.
DISECDISI POSSIBILI CAUSE: disidratazione, infezione della pelle, ferite della pelle, ustioni, cicatrici, ectoparassitismo, dieta povera o squilibrata, allevamento non ottimale, temperature ambientali non ottimali, stress, problemi metabolici. Nel caso avesse completato male il ciclo di muta si può procedere con il metodo HUMIDITY BOX per aiutarlo a terminare completamente il ciclo levando gli ultimi residui rimasti. HUMIDITY BOX Innanzitutto assicurarsi che effettivamente la muta sia finita e ci siano residui di muta. • procurarsi un contenitore di plastica con dei buchi per l’areazione, con coperchio che riesca a entrare nella teca/vasca, da posizionare per metà in zona calda; • aggiungere acqua per circa 1,5 cm a circa 28-30 C°; • aggiungere carta da cucina e far si che si inzuppi completamente; • aggiungere il serpente; • aggiungere della carta da cucina asciutta; • chiudere con un coperchio; • mettere il contenitore nella teca; • aspettare due ore; Al termine di tutta questa procedura estrarre il serpente e controllare che tutti i residui si siano levati e in caso di piccoli pezzi rimasti, procedere delicatamente a rimuoverli. In caso ci siano dei residui che non si tolgono nemmeno in questo modo evitare manovre invasive o pericolose e rivolgersi ad un esperto chiedendo consiglio. Controllare sempre le zone più importanti : occhi, muso, punta della coda e zona della cloaca con speroni ( i due uncini presenti di fianco alla cloaca ) . Qui di seguito una foto di un Pitone reale nella fase opaca della muta. BUROCRAZIA E LEGISLAZIONE Il Python regius è inserito nella Convezione C.I.T.E.S. (Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione, o CITES, dall'inglese Convention on International Trade of Endangered Species ) in appendice II allegato B. Questo significa che OGNI, SOTTOLINEO OGNI Pitone reale che possedete, che
acquistate o che vi regalano DEVE essere accompagnato da un documento che ne comprova la legale acquisizione con i dovuti dati della persona ( o ditta ) che vi ha rilasciato l'animale con i relativi estremi della nascita, che sia di importazione o che sia nato in cattività. Ogni animale che vi viene offerto senza documento è un animale illegale che comporta gravi rischi di essere perseguiti legalmente con gravi conseguenze e quindi dovete PRETENDERE il documento nel momento in cui acquisite l'animale ( MAI DOPO la sua acquisizione ma nel momento stesso in cui lo portate a casa ) e se avete dubbi o volete verificare la veridicità della provenienza, prima della sua acquisizione o successivamente alla sua acquisizione vi fate rilasciare gli estremi che potrete verificare telefonando o scrivendo al nucleo Cites Carabinieri Forestali della vostra zona. La legge non ammette ignoranza pertanto mettetevi sempre nella posizione di essere in regola per evitare sanzioni molto pesanti. Il documento di cessione ai fini C.I.T.E.S. cos'è e come deve essere fatto ? E' un foglio redatto in duplice copia in cui sono obbligatoriamente presenti i seguenti dati : – Dati personali di chi vi cede l'animale ( che sia un privato o una ditta ) – Dati personali di chi acquisisce l'animale ( cioè voi ) – Luogo e data di acquisizione – Dati relativi all'animale in questione che riguardano la specie e il suo inserimento nella C.I.T.E.S. , la quantità di animali acquisita , gli estremi della provenienza ( un numero di importazione se proveniente da fuori UE o estremi di una denuncia di nascita o dichiarazione di nascita se nato in UE ). – Firma su entrambi i fogli di chi cede e chi acquisisce. In caso di acquisto presso regolare ditta con partita I.V.A. Il documento sarà la fattura con tutti gli estremi compresi di prezzo o scontrino allegato. Eventuali dati opzionali ( sempre meglio averli ma non obbligatori ai fini di legge ) sono il tipo di morph ( mutazione genetica ), il sesso e la foto dell'animale. Questo documento va conservato per eventuali controlli per dimostrare la lecita acquisizione dello stesso e in caso di cessione va conservato e non ceduto. Per effettuare la cessione si compilerà un nuovo documento con gli estremi del nuovo proprietario, i vostri e quelli dell'animale e come detto sopra si farà in duplice copia con firma. Una volta ceduto si allegherà al vecchio documento conservandolo accuratamente. Per qualsiasi dubbio non affidatevi a social o altre fonti che possono portare mille versioni differenti ( a meno di trovare la fonte opportuna e corretta ) e prendete sempre contatto con i Carabinieri Forestali i quali vi daranno tutte le istruzioni per essere a norma e per fare le cose secondo legge. Sul sito Carabinieri.it troverete i vari nuclei Cites italiani al seguente link : http://www.carabinieri.it/arma/oggi/organizzazione/organizzazione-per-la-tutela- forestale-ambientale-e-agroalimentare/cites/contatti-cites LA RIPRODUZIONE Per quanto riguarda la riproduzione abbiamo deciso di non parlarne in quanto non è una cosa essenziale per la sua stabulazione e il suo mantenimento. E' un di più che se si vuole sperimentare è sicuramente una cosa molto bella, ma non una cosa da
sottovalutare per molti fattori, in primis la burocrazia che ci sta dietro che può portare a sanzioni molto pesanti se non correttamente seguita e il fatto che prima di arrivare a riprodurre gli animali che si decidono di allevare è necessario farsi le ossa imparando prima le basi del loro mantenimento e le misure per mantenere il loro benessere. Una riproduzione non è certo una cosa comunque da sottovalutare anche in termini di salute dell'animale. Ad oggi si “ gioca “ troppo spesso con queste cose dimenticando che si parla di animali e non di giocattoli. Pertanto la riproduzione se vorrete sperimentarla potete far riferimento al gruppo “ Pitone reale “ che trovate sulla piattaforma social Facebook nel quale potrete chiedere tutte le informazioni necessarie comprese quelle legislative che sono forse le più importanti per evitare problemi partendo dal presupposto che la salute degli animali è messa in primo piano sempre e comunque. Sperando di aver fatto cosa gradita, ringraziamo per l'attenzione e la lettura. Per qualsiasi approfondimento o dubbio vi rimandiamo sempre al gruppo “ Pitone reale” sul social Facebook. Scheda redatta da Niccolò Asso con la collaborazione di Antonello Stambé e Pamela Scarano. Contatti social Facebook/Instagram : Niccolò Asso Be Stam Pamela Scarano Pagina del Team : Recessive Creation nick_asso
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