ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLA LIGURIA RELAZIONE DEL CONSIGLIERE REGIONALE SERGIO ROSSETTI - Pippo ...

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ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLA LIGURIA

               RELAZIONE DEL CONSIGLIERE REGIONALE SERGIO ROSSETTI

  AL DDL 182 “DISPOSIZIONI COLLEGATE ALLA LEGGE DI STABILITA’ PER L’ANNO 2018”
  AL DDL 183 “LEGGE DI STABILITA’ DELLA REGIONA LIGURIA PER L’ANNO FINANZIARIO
                                       2018”
    AL DDL N. 184 “BILANCIO DI PREVISIONE DELLA REGIONE LIGURIA PER GLI ANNI
                                FINANZIARI 2018-2020

Prima di entrare nel merito del bilancio, del suo collegato e della finanziaria, dobbiamo mettere in
evidenza l’atteggiamento complessivo della Giunta e del Presidente.

Abbiamo assistito ad un comportamento poco rispettoso non solo del Consiglio Regionale e del
lavoro della Commissione bilancio, ma anche degli interlocutori istituzionali, delle parti sociali, degli
Enti e delle Autonomie Locali.

Ricordo che dopo aver presentato in Giunta la delibera di bilancio e degli altri atti normativi
correlati, l’Assessore al bilancio e Presidente della Giunta ha chiesto parere al Cal (l’organismo
degli enti territoriali regionali, non solo i Comuni), ha inoltrato gli atti ai Consiglieri regionali e agli
altri interlocutori auditi dalla Commissione.

Dopo la “denuncia“ del Gruppo Pd sulla posta di 5,6 milioni destinati al referendum sull’
“Autonomia Regionale”, in assenza di un qualsiasi atto formale sul referendum ma solo una legge
della Lega Nord cui Toti non poteva dire di no, con doppio (Toti-Rixi) salto mortale (dire tutto e il
contrario di tutto) la Giunta dichiara che quanto ha votato in modo unanime e distribuito per mare e
per monti è “un bilancio tecnico e fatto dagli uffici” e infatti in Commissione arrivano decine di
emendamenti. La Finanziaria viene stravolta in moltissimi articoli, molti dei quali modificati o
cancellati e con l’aggiunta di nuovi.
Dunque Enti Locali e parti sociali, oltre ai Consiglieri regionali, hanno approfondito e discusso una
mera bozza di bilancio.
Avevamo sconsigliato a Toti di tenere la delega al bilancio, perchè un assessore legge le delibere,
le condivide con i colleghi, con gli uffici e le direzioni, le presenta in giunta e le fa votare come
proprie. Ma il Presidente non ha tempo e quindi considera le delibere come “bozze degli uffici”.
La cosa più grave è che abbiamo chiesto, inascoltati, di ripetere le audizioni sul nuovo testo molto
modificato in Commissione. Ma per la maggioranza le audizioni sono una prassi inutile e quindi
non abbiamo potuto svolgere il nostro lavoro. Noi tutti consiglieri, di maggioranza e di minoranza.
La mancanza di rispetto del ruolo e delle relazioni istituzionali caratterizza questa Giunta. Ma c’è
qualcosa di più. La superficialità del procedere di Toti ci preoccupa. Leggi incostituzionali, lanci
sulla stampa di iniziative non realizzate, mancanza di presenza puntuale sui problemi, molta
retorica, molta comunicazione e buona immagine, ovviamente tutto pagato dalla collettività.

Ad oggi l'opposizione del Pd, non da solo per la verità, ha portato a importanti modifiche del
bilancio così come proposto dalla Giunta: 1) la ricollocazione dei 5,6 milioni di euro cha avevate
bloccato sull'eventuale referendum sull'autonomia regionale, 2) la cancellazione degli articoli che
liberalizzavano la pubblicità del gioco d'azzardo e la possibilità di fare, da parte dei concessionari,
sponsorizzazioni con indiretta pubblicità. Avete fatto una bella retromarcia sulla proposta che

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nell'Alta Via Ligure ci fosse la libera circolazione delle moto, avete bloccato la liberalizzazione dei
grandi negozi di vendita che volevate autorizzare automaticamente con la creazione di parcheggi,
scavalcando autonomia comunale, programmazioni e tutele paesaggistiche, tutela dei piccoli
esercizi.
Approfondendo questi contenuti ci pare difficile credere al Presidente quando dichiara che la
proposta della Giunta fosse tecnica e non politica, molto difficile credergli!!

Entrando nel merito del bilancio tale approccio si manifesta nei dati e nelle norme che oggi sono
all’attenzione del Consiglio

La valenza politica di questa discussione sta nel fatto che siamo a metà legislatura e quindi
possiamo esprimere una valutazione strutturata sull’operato della Giunta Toti e il conseguente
giudizio politico, valutando il lavoro svolto e le scelte più strutturali che, se compiute, dovrebbero
lasciare il segno della legislatura.

La nostra Regione presenta un saldo negativo sul piano della crescita economica e occupazionale.
A più riprese Istat, sindacati, Camera di Commercio e, ultima, Bankitalia hanno dichiarano che i
disoccupati sono aumentati, in un anno dal 9.6% al 10%, che tranne l’export calano la produzione
e i consumi. La popolazione invecchia e diminuisce. Mentre il turismo gode di una favorevole
contingenza internazionale, si trovano dati contraddittori sulla Liguria, aumentano le presenze
notturne, ma il dato non ha un riscontro netto sulle ricadute occupazionali. Eppure le aspettative
che si stanno creando per grandi lavori infrastrutturali dovrebbero essere volano di nuovi e più forti
investimenti; cito ad esempio il terzo valico, la gronda, il ribaltamento a mare, i progetti per le
periferie, i collegamenti stradali. Ma le statistiche ci dicono che la Liguria non ha “agganciato” la
ripresa che invece, osservando gli stessi dati, caratterizza il processo di crescita nel nord e nel
nord est.

Su cosa si potrebbe basare lo sviluppo della Liguria, dal punto di vista della Regione Liguria?

I fondi strutturali europei sono il primo grande volano per dare un impulso all’economia ligure.
Parliamo di una massa che si avvicina ai 900 milioni di euro da spender dal 2015 al 2021. Siamo
quasi alla metà dell’opera!

Ma per fare massa critica e dare forte impulso alla crescita bisogna sviluppare una strategia che
individui le filiere di produzione, le priorità e le vocazioni del territorio da sostenere. Se usati bene e
in modo tempestivo, ma soprattutto in modo integrato, i tre grandi Fondi potrebbero dare
un’accelerazione alla debole e lenta economia Ligure. In modo integrato, sinergico, con bandi
specifici a sostegno delle attività, dello sviluppo delle imprese e delle persone che operano in
quelle aziende

Ad oggi non c’è stato un bando regionale, una progettazione unitaria dei fondi. Tre assessori tra
loro ciechi e sordi, forse troppo succubi delle prassi e delle modalità della burocrazia interna.
Questa è la prima, grande e grave criticità del governo Toti.
Abbiamo visto l’emendamento che determina, per legge, un’azione per i giovani maturati e laureati.
Finalmente ci si accorge che c’è un’emergenza e finalmente si prova a operare per integrare i tre
fondi, FSE, FESR, e PSR.
Sul piano meramente legislativo l’articolo sul “pacchetto giovani” (non faccio battute sul pacchetto,
ma speriamo non sia tale…) di legge è superfluo. Già oggi la programmazione regionale può
essere fatta in modo “plurifondo” e precedentemente questa modalità è stata anche sperimentata
con un certo successo.
Ma cogliamo un barlume di connessioni, collaborazioni e volontà che da una parte sosteniamo e
sollecitiamo, dall’altra non possiamo non dichiarare tardiva.
Infatti l’analisi della gestione dei fondi europei e ben diversa dal positivo slancio comunicativo che
ha accompagnato la nascita dell’articolo di legge, non di un progetto ma per ora solo di un metodo.
Cambiate pure il nome alle cose, ma ad esempio si potrebbe ripetere l’iniziativa del 1.000 giovani

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assunti della passata legislatura che con incentivi alle aziende aveva positivamente dato risultati
occupazionali straordinari.
Dopo due anni e mezzo di governo possiamo entrare nel merito dell’utilità dell’uso dei Fondi.

Siamo in ritardo sul PSR. Penultimi in Italia, dagli ultimi dati in nostro possesso abbiamo speso il
3,5 %. Siamo a rischio, ovviamente negato con la continua dichiarazione di imminenti uscite di
bandi, di dover restituire decine di milioni di euro all’Europa. Il Ministero competente ha osservato
che abbiamo l’80% di probabilità di perdere i finanziamenti. L’Assessore Mai ci dirà che è più bello
dire che abbiamo il 20% di probabilità di non perdere denari. Ma la comunicazione alla lunga non
nasconde inefficienze e incompetenza. Perdere soldi sarebbe mortale per il fragile sistema
agricolo regionale. E francamente non ricordiamo alcuna azione strategica che consenta alle
aziende di fare un salto di qualità. Non esiste un’azione concreta che porti a restituire parte della
nostra terra all’agricoltura. Anzi abbiamo assistito alla triste vicenda per cui, malgrado le
moltissime aspettative, l’assessore Mai non ha attivato finanziamenti sull’agricoltura sociale che, a
suo dire, è da evitare perchè potrebbe agevolare l’integrazione degli immigrati. La paura
dell’invasione straniera mortifica non solo l’intelligenza, ma anche impedisce all’amministrazione di
realizzare un programma comunitario che in molte regioni ha consentito la nascita di nuove
aziende agricole, l’integrazione tra storiche aziende che lavorano la terra con soggetti sociali
vivaci, non solo cooperative sociali, e l’aumento degli addetti.
Se leggete bene i due programmi, FSE e PSR, troverete già tutto scritto. E’ possibile promuovere
bandi integrati tra loro, uno a sostegno dell’azienda agricola, l’altro a sostegno delle competenze
delle persone, agricoltori, nuovi agricoltori, persone fragili e diversamente abili che potrebbero
essere avviate a un percorso di integrazione, di avviamento al lavoro, di occupazione. Ecco
l’integrazione tra i Fondi, utili alle imprese e alle persone a sostegno dello sviluppo. Non fateci il
pacchetto agricoltura, ma fate bandi flessibili e tesi al riuso della terra.
A ben vedere avete fatto peggio: abbiamo ricevuto qui in consiglio le associazioni del settore
disperate perché sono fermi addirittura i fondi per la nascita di nuove aziende agricole. Alla faccia,
se posso esprimermi così, dell’interesse che dichiarate per i giovani, per il tema dell’occupazione e
dello sviluppo.
Agricoltura vuol dire, soprattutto in Liguria, conservazione e valorizzazione del territorio, migliore
antidoto al dissesto idrogeologico. Prevenzione e difesa del territorio dell’entroterra. Tutto molto
complicato, troppo per chi ama semplificare le questioni e vendere soluzioni da spot televisivi.
Tanto è vero che avete ridotto i fondi per i Parchi, ormai condannati alla sopravvivenza, non ne
avete consentito l’ampliamento, perché ai cacciatori non piacciono, come nel parco del Beigua,
addirittura per motivi politici, le nomine dei presidenti per chiarire, è depositata una proposta di
legge per chiudere il Parco di Montemarcello.

Il Fondo Sociale Europeo è forse quello più in linea tra i fondi effettivamente impegnati e quanto si
è programmato.
Ma in tema di formazione e di sviluppo delle competenze delle persone non abbiamo riscontrato
alcun processo innovativo. I bandi sono spesso sotto dimensionati, vedi quello dell’esclusione
sociale che richiedeva ben più dei 10 milioni impegnati, e costantemente in ritardo. Escono tardi e
gli esiti vengono dati in ritardo.
Malgrado ci siano statistiche molto preoccupanti sulla crescita della dispersione scolastica il FSE
non è stato ancora utilizzato per contrastare questa piaga sociale ed educativa. Gli investimenti
nazionali sulle scuole hanno consentito di non attivare investimenti regionali ma il deficit
educativo, tema nazionale, non vi ha spinto a fare progetti con le scuole e per le scuole. Salvo due
eccezioni: i cantautori e il dialetto che sono nel cuore dell’assessore Cavo. Non abbiamo più
trovato traccia dei Poli Formativi da sostenere e sviluppare sul nostro territorio dalla scuola
dell’obbligo all’Università, costituiti per legge regionale, che avrebbero dovuto costruire i processi
di acquisizione di competenze con le imprese su filiere presenti, strategiche.
Non abbiamo trovato traccia degli impatti, quantitativi e qualitativi, del sistema duale proposto a
parole dall’assessore competente. Per fortuna sono stati mantenuti i corsi triennali di formazione
professionale in età d’obbligo, ma evidentemente i corsi sono insufficienti e, per alcune tipologie di
corso, anche a costi ormai insostenibili per gli enti formativi.

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Il Fondo FESR – quello a sostegno delle imprese, dell’innovazione e della ricerca, dello sviluppo
delle politiche legate alla produzione e al consumo dell’energia - segna ritardi e mancanza di
strategia in modo molto evidente. Verifichiamo l’assenza di obiettivi strategici.
I Poli di ricerca costituiti dalla Regione Liguria sono stati per due anni a bagnomaria, prima il
contenzioso sul ruolo di Liguria Digitale, poi le difficoltà ad operare per obbiettivi hanno ritardato di
due anni l’azione regionale. Non aver dato continuità all’azione regionale, per come funzionano le
imprese e la ricerca è un delitto che non potrà essere recuperato. La nostra economia è in ritardo
perché siamo stati fermi troppo tempo su tante partite. Prendo i bandi sull’efficientamento
energetico, di cui abbiamo lanci mediatici, accordi sindacali, comunicati stampa. Il ritardo che
avete maturato è drammatico per gli enti pubblici e i privati che vedrebbero ridotti i consumi
energetici. Ritardo drammatico per chi opera e lavora sulle diverse forme di efficientamento
energetico. Gravissimo ritardo sulla riduzione dell’inquinamento a favore dell’ambiente. Dopo due
anni avete approvato il Piano Energetico Regionale che avevamo predisposto noi e così ora, il 7
dicembre è uscito un primo bando di 7 milioni di euro. Coraggio assessore, si dia da fare e faccia
presto, noi, se “ha bisogno”, siamo pronti ad aiutarla. Si trattava già due anni fa di mettere in
campo 48 milioni di euro di cui 30 per i comuni.
Anche sotto questo profilo siamo insoddisfatti perché gli investimenti progettuali che comuni ed
enti locali potrebbero attivare, facendo ripartire l’economia, rischiano di non partire a causa della
mancanza di risorse che gli stessi comuni hanno per le progettazioni. Noi abbiamo proposto un
fondo di rotazione che consenta ai comuni di progettare e, una volta approvati i progetti, restituire i
costi di progettazione Certo bisogna trovare in parte corrente e non in investimenti 2 o 3 milioni di
euro che potevano essere presi dall’accantonamento poi evitato di 5,6 milioni di euro per il
referendum della Lega.
Ma qual’é l’errore di fondo della gestione del Fondo dello Sviluppo economico? La mancanza di
una scelta di priorità e di obiettivi.
Abbiamo assistito ad una rincorsa ad aprire i bandi a tutti, a ogni categoria e attività economica.
Era comprensibile forse prima, perché con la crisi che diventava sempre più grave si doveva
sostenere di più tutti quelli che “dovevano resistere”. Con la ripresa la Liguria deve individuare i
suoi punti di forza per il proprio sviluppo e per sostenere l’azione delle imprese, costruire politiche
di sistema. Fare scelte industriali e sostenerne lo sviluppo. I finanziamenti a pioggia dati per
estrazione perché non si sono dati obiettivi strategici e di risultato, è il peggiore servizio che si
possa fare alla nostra economia. Forse serve a dare di più una risposta di rappresentanza a tutte
le categorie, ma non all’economia ligure. Sapete, parlo di casi concreti. Grazie ai bandi Filse un
dentista per cambiare sede dello studio ha preso circa 30 mila euro sull’ asse innovazione…
capite bene che lui è contento, probabilmente vi voterà, ma tale contributo non ha nessuna
ricaduta nella nostra comunità: occupazionale, di internazionalizzazione, di sviluppo di prodotto… i
soldi non è sufficiente spenderli in modo regolare, e, per carità, l’estrazione potrebbe essere una
forma molto populistica e trasparente di spendere i soldi, ma coincide con la spesa “a caso”, da
lotteria appunto. Chi vince la tombola è contento, ma il sistema economico regionale non cresce,
anzi, perde occasioni. Avete perso due anni di occasioni. E non è un caso se la Liguria non cresce
mentre cresce il Pil del paese.

L'altro punto forte dell'azione dell'amministrazione targata Toti doveva essere il Fondo Strategico
da cui pareva dipendesse un importante incremento di investimenti infrastrutturali e a sostegno
delle imprese.
Caro Presidente vorremmo conoscere non la lista della spesa generata dal Fondo Strategico, ma
gli impatti che i vostri investimenti hanno determinato sull'economia ligure.
L'impegno più consistente è stato l'acquisto della sede di piazza De Ferrari. 26 milioni di mutuo,
quando si potevano spendere solo i soldi del trasloco nella sede di via Fieschi. Altre intraprese con
il Fondo Strategico? il finanziamento anticipato di Villa Zanelli a Savona. Aspettavamo la spesa di
circa 30 milioni di euro attraverso bandi a sostegno delle imprese liguri. Non so se avete dato
corso a questi investimenti. Se sì, ci pare abbiate usato il solito metodo del finanziamento a
pioggia, quindi con dispersione di denaro ma senza una strategia per filiere, per prodotti o quanto
altro.

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Le cifre rimanenti stanziate sono forse francamente utili ma non strategici. Ricordo sei milioni per il
rifacimento degli alberghi. Ci sembra una cifra ridicola, per carità meglio di niente, ma sarà
possibile, in tutta la Liguria, intervenire su nemmeno una decina di alberghi che potranno
certamente ammodernarsi, ma tra questo e il rilancio del turismo la distanza è evidentemente
molto molto grande. Ci aspettavamo ad esempio investimenti per una strategia di accoglienza
diffusa nell'entroterra, un pensiero strategico per destagionalizzare il turismo savonese, che naviga
in un profondo declino malgrado il turismo in Italia stia crescendo. Questo è il bilancio del Fondo
Strategico, dopo due anni, e i dati economici sono lì a dimostrarlo. Malgrado le buone intenzioni
non avete aiutato la nostra economia ad agganciare il trend di crescita del nord del paese.

All'inizio di mandato, in occasione della finanziaria approvata nel dicembre 2015 per l'anno 2016,
avete promesso ingenti investimenti privati. Grazie al sostegno finanziario di Filse sul territorio si
sarebbe dovuto riscontrare un effetto moltiplicatore di investimenti, sviluppo e creazione di
impresa, consolidamento e superamento della crisi di molte altre. Avevate fatto intendere che
grazie a voi e al nuovo presidente di Filse, che arriva da Pordenone, sarebbero arrivati investitori
lombardi e veneti. Non ci risulta nulla di tutto questo! Avete mantenuto i tradizionali rapporti di
collaborazione con alcuni istituti bancari e con i fondi fidi che hanno prodotto ordinarie attività di
finanziamento.
Il giudizio politico è semplice: dagli annunci roboanti al classico parto del topolino.

Ci dichiariamo favorevoli all'azione che avete impostato affinché Ligurcapital venga iscritta come
intermediario finanziario albo 106 del TU bancario.
Tale scelta consente di superare l'impedimento da parte di Filse di agire come intermediario
finanziario in quanto alla luce delle recenti interpretazioni, questa funzione non può essere svolta
da chi ha usato fondi di terzi per questo fine, o ha gestito partecipazioni o ha concentrazione di
proprietà immobiliari.
Critichiamo la capitalizzazione di soli 4 milioni di euro di Ligurcapital, perchè stimiamo tale capitale
troppo "leggero" e il rischio che La Banca di Italia possa considerarlo insufficiente e quindi bocci la
procedura di iscrizione al 106 ci pare molto verosimile. In qual caso non sappiamo immaginare le
conseguenze per l'intera attività di finanziamento delle imprese liguri.
Rimane poi aperto, e su questo avete sempre evitato il dibattito in aula, di capire cosa succede di
Filse, quale caratteristica giuridica ritiene possa assumere, con attenzione al suo bilancio che ha
già subito perdite consistenti nell’anno precedente.
Permane, per concludere l'analisi sulla distanza tra il “dichiarato” e il “non fatto” della giunta, il
tema dell’annunciata e poi scomparsa intenzione di inserire soci privati in Ligurcapital. Non
avendone più parlato, spesso usate la parola privato come mantra salvifico e riteniamo che siate,
come auspichiamo, indietro sui vostri passi. L'esperienza della privatizzazione e le conseguenze
con le recenti sentenze ci inducono a credere che nei prossimi anni sia più utile consolidare
Ligurcapital così come è ora e mettere in sicurezza Filse. Positiva, ed era un proposta contenuta
anche nel programma elettorale del centrosinistra, la misura di esenzione IRAP per le nuove
imprese che nasceranno nel 2018 con azzeramento dell’imposta per 5 anni, ma, Presidente, ci
sentiamo di definire simbolica, se non ridicola, la dotazione finanziaria di 1,5 milioni di euro gestite
da Ligurcapital per la creazione di PMI in fase di start app. Un nano fondo potrà forse produrre 1 o
2 start app ma purtroppo la Liguria non brilla per imprese innovative collocandosi all’undicesimo
posto tra regioni italiane per numero di imprese iscritte nel registro speciale delle Camere di
Commercio delle PMI innovative.

Vado, Quiliano e la Valbormida sono una delle 15 aree di crisi complessa italiane. Non c’è Savona
capoluogo, ma sappiamo che l’economia complessiva rende faticoso anche l’economia del
Comune. In questa situazione ci siamo chiesti: cosa fa la Regione?
Ieri si è firmato l’intesa sull’aggiornamento dell’accordo del 15 settembre 2008 sulla piattaforma di
Vado. Possiamo partire da questa iniziativa, di per sé positiva integrando i FSE e FERS.
Si può fare molto.

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Vi proponiamo di predisporre un pacchetto di misure da inserire nell’accordo di programma,
sostenute da regione Liguria, grazie ai fondi strutturali, in modo integrato: ricerca – innovazione –
energia – formazione.
Potremo aiutare ad attrarre aziende sul territorio savonese dando loro la possibilità di accedere a
misure regionali per investimenti sotto il milione, mentre Invitalia finanzia i progetti sopra il milione
in aggiunta agli investimenti infrastrutturali che il territorio saprà individuare.
Richiamiamo la responsabilità politica della regione ad assumere un ruolo trainante mettendo idee,
risorse e opportunità a disposizione di chi vuole fare un insediamento industriale o logistico.
Fondamentale è dare immediatamente ossigeno alla riqualificazione delle persone inoccupate o
disoccupare o in ammortizzatore sociale.
Se arriva una nuova azienda a Cairo o a Vado che fa cose diverse di quelle tradizionalmente
presenti nell’area posiamo garantire attività formative e riconversione rapido del patrimonio umano
di cui l’azienda ha immediatamente bisogno.
Purtroppo ciò non è obbligatorio e mi pare che nessuno della Regione ci stia lavorando.

Parlate molto delle famiglie ma non create misure adeguate. Le azioni da Voi approvate oggi
sgravano le famiglie con quattro figli dell’Irpef regionale, cosi come accadrà per il 2018 per i nuovi
nati, purtroppo in Liguria parliamo di meno di dodicimila nascite annue. La prima misura non è
nuova, fu attivata dal Centro sinistra dal 2008 al 2011. Cuba una minore entrata di circa 900.000
euro, che in materia di fiscalità regionale è meno di una briciola. E nel tempo non ha dato alcun
risultato sul piano demografico, probabilmente, per rendere efficace questa misura si dovrebbe
abbassare a due o tre figli la soglia per lo sgravio dell’IRPEF, ma il sostengo alla maternità passa
attraverso una politica ben più ampia e determinata a tutela delle donne lavoratrici, i servizi per la
prima infanzia, il sostegno al nucleo familiare con strutture ad hoc presenti sul territorio e gli
incentivi alle forme di welfare aziendale che consentono alle donne di sentirsi più tutelate.
L’impressione è che sul piano politico il centro destra non possa non sventolare la propaganda pro
family ma in due anni e mezzo gli assessori competenti in questa materia non hanno proposto
nulla. Il governo di centro sinistra ha messo in campo la misura universalistica del reddito
d’inserimento come risposta alla flessibilità del mercato del lavoro e a sostegno delle famiglie
meno abbienti.
Da qui al 2020 ci saranno messi a disposizione più di 3,5 miliardi. Il 15% è finalizzato al cosiddetto
potenziamento dei servizi: servizi sociali comunali, uffici per l’inserimento lavorativo delle fasce
deboli, i centri per l’impiego , i servizi soci sanitari, la collaborazione con le agenzie di intermediane
al lavoro. La Regione Liguria avrebbe dovuto predisporre il piano regionale coordinando i diversi
attori del sistema per evitare che la misura sia meramente assistenziale riprogettando la rete dei
servizi sul territorio. Addirittura alcune regioni hanno aumentato con proprie risorse il fondo del ReI
per sostenere politiche attive a contrasto dell’esclusione sociale. Con grande sorpresa l’Assessore
Viale ha rinviato tutto a marzo e denunciamo qui, lo ha fatto per mero calcolo elettorale, sostenere
un’azione del governo del centro sinistra e quindi i cittadini Liguria durante la campagna elettorale
per la Viale non è un’opportunità ma una disgrazia. Noi pensiamo sia un grave peccato.

In conclusione alla mia relazione torno sul bilancio. Non posso non rimarcare grandi incertezze sul
futuro. Lo stesso Cal evidenzia con preoccupazione poste sottostimate se riferite agli stanziamenti
del 2017. E’ prassi recuperare risorse in assestamento, ma ogni anno i margini di manovra
discrezionale sono sempre minori. Quest’anno siete andati lunghi nel tempo, a novembre, e “corti”
nella soddisfazione dei servizi ai cittadini, potendo dare minimi riscontri a grandi bisogni. Riporto le
materie in cui si riscontrano differenze sostanziali in diminuzione tra impegnabile nel 2017 e
disponibilità nel 2018:

       a) per il diritto allo studio da 31.962 a 28.541 in milioni di euro
       b) per la tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali da 6.319 a 4.325 in milioni
          di euro
       c) per le politiche giovanili, sport, tempo libero da 2.968 a 1.759 in milioni di euro
       d) per turismo da 7.844 a 5.406 in milioni di euro
       e) per assetto del territorio ed edilizia abitativa da 33.912 a 25.329 in milioni di euro

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f) per interventi per la disabilità da 32.254 a 22.354 in milioni di euro
       g) per relazioni con le altre autonomie territoriali e locali da 49.429 a 16.693 in milioni di
          euro

                                CONCLUSIONI DEL DIBATTITO

In conclusione elenco le proposte migliorative che abbiamo formulato in commissione e aula: 1)
Fare un programma fondi europei per l'area di crisi complessa nel Savonese, per offrire azioni e
misure regionali a sostegno dell'attrattivita' per nuovi insediamenti industriali e logistici IGNORATO
2) confermare ai presidi sanitari che si occupano di disabili lo stesso budget del 2017 e bloccare i
tagli fatti loro da Alisa per il 2018 BOCCIATO 3) Prevedere un contributo di 2 Ml per Pubbliche
Assistenze e Croce Rossa a coprire i costi dei pedaggi autostradali e aumentare le tariffe ferme al
2012. BOCCIATO 3) Formulare un piano di stabilizzazione per i 41 tempi determinati di Alfa ai
sensi del Decreto Madia. ACCOLTO 4) Cancellare l'Irpef alle famiglie con tre figli. RINVIATO 5)
Predisporre rapidamente bando sull' agricoltura sociale integrando Fesr e FSE. IGNORATO 6)
Introdurre come in altre Regioni l'art bonus su sgravi tasse regionali. RINVIATO 7) Esentare del
bollo auto i mezzi delle Pubbliche Assistenze e della Croce Rossa. ACCOLTO 8) Costituzione
Fondo di rotazione per la progettazione opere pubbliche per i Comuni perché possano partecipare
ai finanziamenti europei e nazionali regionali. BOCCIATO 9) Ritirare articoli di legge spot sul gioco
d'azzardo. ACCOLTO 10) Ritirare articolo che, con la scusa di fare parcheggi determinava in
automatico la possibilità di aprire grandi esercizi commerciali. ACCOLTO 11) Concentrare gli
investimenti europei e regionali sulle vocazioni e filiere industriali, portuali, turistiche e dei servizi
evitando la dispersione dei finanziamenti con il più classico metodo del finanziamento a pioggia.
IGNORATO 11) Chiesto di non risparmiare sul Tpl. A fronte di maggiori investimenti nazionali la
Giunta ha fatto una cresta di 1 Ml di euro. BOCCIATO 12) Introdurre a bilancio poste per primi
interventi sui danni delle recenti mareggiate e gelate RINVIATO 13) Riportare i fondi per Parchi e
Aree Protette Regionali a quanto veniva stanziato nel 2014. BOCCIATO 14) Aumentare la
patrimonializzazione di LigurCapital che si appresta a diventare finanziaria ai sensi dell'art. 106 del
T.U. Bancario IGNORATO 15) Prevedere maggiori fondi per riqualificazione delle infrastrutture
alberghiere (6 ml bastano proprio per pochi) e per le Start Up dei giovani (1,5 ml sono cifre risibili).
IGNORATO 16) Prevedere che il Fondo Strategico Regionale sia usato anche per acquisto
recupero, dotazione infrastrutturale di aree e fabbricati da destinarsi ad attività produttive o di
servizi. ACCOLTO 17) Abbiamo proposto di accelerare il Piano Regionale di applicazione del
Reddito di Inserimento per programmare i servizi che potranno essere potenziati per diversi milioni
grazie al finanziamento dello Stato. IGNORATO .
Ovviamente abbiamo sostenuto e condiviso proposte di tutti i gruppi di opposizione e alcune scelte
effettuate dalla Giunta. Ricordo l'impegno di usare 28 ml dei fondi europei in un "Pacchetto
Giovani" per la loro occupazione o un contributo quanto mai necessario alle Province. Abbiamo
sostenuto alcune pallide intraprese, come per le famiglie numerose.

Ecco, a conclusione di un mese di lavoro, rimane il giudizio politico sul governo regionale:
amministrare l'ordinario, non fare scelte strategiche né riforme, comunicare molto rassicurando tutti
che stiamo meglio e "stare lontano" dai problemi che rendono la Liguria la regione della non
crescita.

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