La patologia venosa cronica degli arti inferiori: Diagnosi e Terapia - Dott.ssa Giorgia Baldelli - Asiam
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La patologia venosa cronica degli arti inferiori: Diagnosi e Terapia Riccione 27-29 maggio 2016 Dott.ssa Giorgia Baldelli
Definizione American Venous Forum 2004 Con il termine “malattia venosa cronica” si intende tutto lo spettro di alterazioni morfologiche e funzionali a carico del sistema venoso degli arti inferiori (dalle teleangectasie alle varici alle forme più avanzate di patologia) Con il termine “insufficienza venosa cronica” si intende un disturbo funzionale emodinamico del sistema venoso degli arti inferiori caratterizzato da ipertensione venosa e un corteo di segni e sintomi fra cui dolore, edema, alterazioni del trofismo cutaneo ed ulcerazioni
Epidemiologia - 5-30% della popolazione generale soffre di vene varicose - Rapporto F/M 3/1 - Fattori di rischio per MVC: età, sesso femminile,familiarità,obesità, gravidanza, anamnesi positiva per TVS, pregressi traumi agli arti - 20% dei pazienti con MVC va incontro nel tempo allo sviluppo di ulcere venose - 5-10% delle ulcere richiede almeno un anno di trattamento prima di andare incontro a guarigione completa
Anatomia ● Sistema venoso superficiale: grande safena, piccola safena, vene accessorie superficiali ● Sistema venoso profondo: vene che accompagnano il decorso delle arterie (femorale poplitea, tibiali, peroniere) e vene surali tributarie (gemellari, soleali) ● Vene perforanti: mettono in comunicazione i due sistemi attraversando la fascia muscolare
VENE PERFORANTI ● Perforano l’ aponeurosi muscolare mettendo in comunicazione il circolo venoso ● superficiale con il profondo . ● In numero da 80 a 140 per arto. ● Hanno un diametro inferiore a 2 mm, tuttavia un diametro superiore non implica sempre incompetenza . ● Sono provviste di almeno 2 valvole bicuspidi, sotto-aponeurotiche .
Valvole e pompa muscolare Una serie di valvole bicuspidi sono localizzate lungo il decorso delle vene profonde e superficiali allo scopo di assicurare l’unidirezionalità del flusso in senso caudo-craniale La contrazione della muscolatura del polpaccio durante la deambulazione agisce in sinergismo con le valvole
Fisiopatologia della MVC Aumento della pressione venosa per le seguenti cause: ● - incompetenza valvolare (vene superficiali, profonde,perforanti): primitiva, secondaria a TVS ● - ostruzione vascolare ● - disfunzione della pompa muscolare ● - alterazioni del microcircolo
In realtà la disfunzione valvolare inizialmente non è dovuta a un danno valvolare , ma a un rilassamento parietale che determina alterazione della funzionalità venosa.
Ruolo Centrale della Flogosi nella disfunzione venosa
Diagnosi Clinica - anamnesi - sintomatologia - esame obiettivo Diagnostica strumentale: - ecocolorDoppler - fotopletismografia - altri esami
Anamnesi ● - STORIA DI TROMBOSI VENOSE PROFONDE O SUPERFICIALI ● - FAMILIARITA’ PER TROMBOFILIA ● - ANAMNESI FARMACOLOGICA ● ( CONTRACCETTIVI, TERAPIE ORMONALI) ● - FUMO ● - GRAVIDANZE ● - FAMILIARITA’ PER INSUFFICIENZA VENOSA
Sintomi ● - Sensazione di pesantezza che si riduce con il sollevamento degli arti ● - edema alle caviglie prevalentemente serotino ● - dolore ● - sensazione di “bruciore” alle estremità prevalentemente notturne ● - crampi notturni ● - irrequietezza agli arti
Segni clinici ● - teleangectasie o vene reticolari ● - varici (attenzione a segni di pregresse trombosi venose superficiali) ● - corona flebectasica ● - edema perimalleolare ascendente solo parzialmente improntabile ● - iperpigmentazione cutanea ● - fibrosi di cute e sottocute ● - lipodermatoslcerosi ● - ulcere attive o cicatrizzate
Diagnostica strumentale ECOCOLORDOPPLER ●FOTOPLETISMOGRAFIA ●VENOGRAFIA ●ANGIOTC E ANGIORMN ●ECOGRAFIA ENDOVASCOLARE (IVUS) ●ESAMI DI LABORATORIO
EcocolorDoppler ● Raccomandato come primo esame diagnostico in tutti i pazienti con sospetti disturbi venosi cronici ● Sicuro ● Non invasivo ● Ripetibile ● Basso costo ● NB: Anche nello studio della insufficienza venosa superficiale va sempre indagata la pervietà del circolo profondo per escludere una secondarietà della IVS (TVP)
Valutazione della continenza sia del circolo venoso profondo che superficiale: paziente in ortostatismo con l’arto esaminato extra ruotato, tallone a terra e peso sull’arto contro laterale Dal legamento inguinale ad intervalli di 3-5 cm Grande safena, piccola safena, accessorie superficiali, perforanti Valutazione reflusso della giunzione safeno-femorale: Valsalva Valutazione reflusso altri distretti: compressione distale
REFLUSSO PATOLOGICO ● >1 SEC per la vena femorale comune e poplitea ● > 0,5 SEC per la grande e piccola safena e per le vene profonde di gamba ● > 0,5 sec per le perforanti (flusso diretto verso la superficie con diametro > 3,5 mm)
Fotopletismografia Utilizzata per lo studio non invasivo della pompa muscolare ● Le pletismografie ancora utilizzate e non in tutti i laboratori sono la fotopletismografia a luce riflessa e la pletismografia strain-gauge (o ad acqua) con occlusione venosa: ● Un rilevatore (cellula fotoelettrica, rilevatore di luce infrarossa, tubicino di silastic o strain-gauge, camera ad acqua) viene posto sulla cute della gamba, circa 10 cm al di sopra del malleolo interno e le variazioni di volume vengono registrate sia in condizioni spontanee che dopo sollecitazioni esterne (postura degli arti, movimenti attivi del piede, occlusione venosa realizzata gonfiando a monte del rilevatore un bracciale da sfigmomanometro a 60 mmHg). ● Il paziente esegue 10-15 movimenti di flesso estensione del piede, durante i quali il sangue passa dalle vene superficiali alle profonde, la cute diviene più chiara ed aumenta la luce riflessa. Alla sospensione dell’esercizio le vene superficiali tornano a riempirsi. La misura dello svuotamento sotto movimenti attivi da indicazioni preziose sulla efficienza della pompa muscolare venosa. In assenza di patologia il riempimento avviene per via normale in circa 20-30 secondi. In caso di varici, il riempimento avviene per via retrograda a causa del reflusso venoso, in tempo alquanto ridotti (pochi secondi).
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Altre metodiche di studio VENOGRAFIA Da eseguire solo in pazienti selezionati con ostruzione trombotica e/o sindrome post-trombotica in previsione di interventi di rivascolarizzazione ANGIOTC E ANGIORMN Utili nel sospetto di patologia venosa occlusiva a livello pelvico o di malformazioni vascolare congenite IVUS (ecografia intravascolare) In pazienti con sospetta occlusione o compressione esterna delle vena iliaca. Utile per monitoraggio stent iliaci
CEAP
CEAP (C)
CEAP (E) ● Ec Congenita ● Es Secondaria ● Ep Primitiva
E (s): SINDROME POST-TROMBOTICA Dopo una TVP a distanza di mesi o anni il trombo subisce un processo di ricanalizzazione che porta ad una più o meno completa ricanalizzazione della vena; nel tratto di vena ricanalizzato l’apparato valvolare è spesso compromesso per cui si instaura un reflusso in ortostatismo; l’ipertensione venosa che si crea a valle puo portare ad una dilatazione e “sfiancamento” delle perforanti con conseguenti varici secondarie
CEAP (A) As Circolo superficiale Ad Circolo profondo Ap perforanti
CEAP (P) Pr Reflusso Po Ostruzione Pr+o Mista
In response to the need for a disease severity measurement, the VCSS: American Venous Venous Clinical Forum committee Severity on outcomes Score assessment developed the Venous Severity Scoring system in 2000. There are three components of this scoring system, the Venous Disability Score, the Venous Segmental Disease Score, and the Venous Clinical Severity Score (VCSS). The VCSS was developed from elements of the CEAP classification (clinical grade, etiology, anatomy, pathophysiology), which is the worldwide standard for describing the clinical features of chronic venous disease. However, as a descriptive instrument, the CEAP classification responds poorly to change. The VCSS was subsequently developed as an evaluative instrument that would be responsive to changes in disease severity over time and in response to treatment. Based on initial experiences with the VCSS, an international ad hoc working group of the American Venous Forum was charged with updating the instrument. This revision of the VCSS is focused on clarifying ambiguities, updating terminology, and simplifying application. The specific language of proven quality-of-life instruments was used to better address the issues of patients at the lower end of the venous disease spectrum. Periodic review and revision are necessary for generating more universal applicability and for comparing treatment outcomes in a meaningful way. J Vasc Surg. 2010 Nov;52(5):1387-96. doi: 10.1016/j.jvs.2010.06.161. Epub 2010 Sep 27.
L'uso della VCSS è raccomandato per la valutazione dell'evoluzione della malattia nel tempo e il miglioramento dei sintomi dopo interventi terapeutici
TERAPIA
TERAPIA MEDICA RAZIONALE: ● Secondo le piu recenti teorie l'eziopatogenesi della IVC riconosce la FLOGOSI come primum movens del danno e conseguente indebolimento della parete vasale, della disfunzione valvolare e della successiva ipertensione venosa ● L'ipertensione venosa autoalimenta poi il processo flogistico con conseguente rilascio di mediatori fra cui l’ossido nitrico (N)O e varie molecole di adesione che determinano apertura degli spazi fra le cellule endoteliali, aumento della permeabilità capillare per fluidi e marcomolecole con stravaso di globuli rossi e leucociti nello spazio interstiziale che portano alla formazione di edema e lesioni cutanee fino all'ulcera
Terapia farmacologica moderna ● Ha come obiettivo quello di contrastare questi meccanismi eziopatogenetici e in particolare l'instaurarsi del circolo vizioso della flogosi ● deve essere considerata in tutti gli stadi della malattia e non come alternativa ad altri trattamenti (compressione-chirurgia)
Target d'azione dei farmaci venotropi: Tono venoso • Stasi del microcircolo • Drenaggio linfatico • Permeabilità capillare • Infiammazione delle vene e delle valvole • Reflusso veno-arteriolare e disturbo della • vasomozione Cuffia di fibrina pericapillare • Fibrinolisi e livelli di plasminogeno plasmatico •
FARMACI FLEBOTROPICI 1) DI ORIGINE NATURALE 2) SINTETICI 3) SEMISINTETICI 1. BENZOPIRONI (alfa e gamma-benzopironi) 2. SAPONINE 3. ESTRATTI VEGETALI 4. GLICOSAMINOGLICANI 5. FARMACI SINTETICI
ALFA-BENZOPIRONI Il principale è la CUMARINA che viene estratta dal Melilotus Officinalis Ampiamente utilizzata nel trattamento del linfedema Epatotossicità a dosi elevate
GAMMA-BENZOPIRONI (FLAVONOIDI) ● DIOSMINA ● FFMP (90%DIOSMINA +10%FLAVONOIDI: ESPERIDINA-DIOSMETINA- LINERINA) ● RUTOSIDEE (oxerutina, troxerutina) ● PROANTOCIANIDINE
Frazione Flavonoica Micronizzata Purificata FFMP ● Riduzione dell'espressione delle molecole di adesione con netta diminuzione del rilascio dei mediatori dell'infiammazione ● Prolungato effetto vasocostrittore della noradrenalina a livello delle pareti venose,con incremento del tono muscolare vasale ● Aumento del drenaggio linfatico mediante lincremento della frequenza e dell'intensità delle contrazioni della rete capillare linfatica ● Il suo utilizzo ha evidenza in tutti gli stadi della MVC con effetto di riduzione dei sintomi. Significativamente piu efficace della diosmina non micronizzata
RUTOSIDEE (Oxerutina-Troxerutina) ● Bloccano l'inattivazione della noradrenalina ● Effetto inibitorio sulla permeabilità capillare ● Scavenger dei radicali idrossilici ● Inibiscono adesione del neutrofili e della piastrine alla parete vasale ATTIVITA' ANTIOSSIDANTE ED ANTIEDEMIGENA MIGLIORAMENTE DEL TONO VENOSO, DEL FLUSSO EMATICO CAPILLARE E DELLA MICROCIRCOLAZIONE
SAPONINE Estratti di semi di ippocastano che contengono escina Estratti di Ruscus formati da ruscogenina e alcuni flavonoidi Effetto di riduzione della permeabilità vasale e una certa attività di vasocostrizione Utili nel riassorbimento degli edemi
SULODEXIDE ● Glicosaminoglicano : 80% eparina a basso- medio pm+ 20% dermatansolfato ● Attività antitrombotiche e profibrinolitiche ● Proprietà antiinfimammatorie MIGLIORA SINTOMI COME PESANTEZZA, EDEMA, DOLORE, CRAMPI RIDUCE I TEMPI DI GUARIGIONE DELLE ULCERE VENOSE
MESOGLICANO ● Attività endotelio-mediate (inibizione dell’adesione piastrinica e leucocitaria) ● Potenziamento della fibrinolisi endogena (stimolazione del tPA*)e del potere antitrombotico del plasma (attivazione diantitrombina III e del cofattore eparinico 2) evidenze sufficienti per suggerire l’uso del mesoglicano nelle ulcere croniche venose degli arti inferiori
PENTOSSIFILLINA ● Aumento della deformabilità degli eritrociti per incremento di ATP ● Inibizione della produzione di ossidanti da parte dei leucociti ● Modesta attività antiaggregante piastrinica e fibrinolitica Indicazione del favorire il processo di guarigione delle ulcere in associazione alla elasto compressione
INTEGRATORI ● COADIUVATORI FISIOLOGICI “NON CURATIVI ● SI DISTINGUONO DAI FARMACI SOPRATUTTO PER LA FUNZIONE: in particolare nel medicinale sono riportate le indicazioni terapeutiche sia nell'ambito della cura che della prevenzione, supportate da studi clinici, negli integratori no IL RUOLO DEGLI INTEGRATORI E' QUELLO DI FAVORIRE FISIOLOGICAMENTE LE FUNZIONI DELL'ORGANISMO NELL'INTENTO DI OTTIMIZZARNE IL NORMALE SVOLGIMENTO
TERAPIA COMPRESSIVA Applicazione di una compressione esterna su di un arto per mezzo di materiali di diversa natura al fine di prevenire e curare la malattia del sistema veno-linfatico ● BENDE ● TUTORI ELASTICI
BENDE ● L'entità della pressione di applicazione esercitata in condizioni statiche non dipende dalle caratteristiche dei materiali ma dalla legge di La Place: P= tn/ra t=tensione applicata alla benda n=numero di spire r=raggio della circonferenza dell'arto a=larghezza della benda ● La pressione ortostatica e di lavoro dipende invece dalle caratteristiche intrinseche della benda: I. Bende inestensibili o poco estensibili: pressioni di lavoro alte con pressioni di riposo piu basse II. Bende elastiche a lunga estensibilità: pressioni di lavoro solo lievemente piu alte delle pressioni di riposo QUINDI.....
● LA PRESSIONE ORTOSTATICA e DI LAVORO VARIA IN FUNZIONE DEL TIPO DI BENDA USATA ● LA PRESSIONE A RIPOSO DIPENDE DA CHI APPLICA IL BENDAGGIO (numero di spire, tensione data alla benda, anatomia della gamba) ● I BENDAGGI RIGIDI O SEMIRIGIDI POSSONO ESSERE APPLICATI E MANTENUTI IN SEDE COSTANTEMENTE DURANTE LE 24 H in quanto avendo basse pressioni di riposo sono ben tollerati ● LE BENDE ELASTICHE (COSI COME I TUTORI ELASTICI) MANTENGONO UNA PRESSIONE CONTINUA, RELATIVAMENTE INDIPENDENTE DALLA ATTIVITà MUSCOLARE pertanto devono essere di solito rimossi di notte perchè non tollerati
TUTORI ELASTICI ● Gambaletti ● Calza a mezza coscia ● Monocollant ● Collant ● Di sostegno o preventiva (quando nella struttura non è presente un filo di trama ma solo una maglia elastica): efficacia controversa ● Terapeutica: filo di trama e maglia elastica
TUTORE ELASTICO TERAPEUTICO ● Compressione graduata: decrescente dal basso verso l'alto con % di degressività che variano a seconda della classe di compressione ● Normativa tedesca RAL stabilisce norme di costruzione per le calze elastiche terapeutiche che si dividono in 4 classi di compressione I. I-18,7-21,7 mmHg II. II- 25,5-32,5 mmHg III. III- 36,7-46,5 mmHg IV. IV - > 58,5 mmHg ● Calze antiembolia: compressione standard 18 mmHg lla caviglia e 8 mmHg alla coscia: possono essere indossate anche in condizioni di riposo
MVC Funzionale e iniziale (CEAP 0-1) ● Calze di sostegno (10-18 mmHg alla caviglia): ● -non ci sono evidenze sulla riduzione della progressione della malattia verso IVC ● -efficacia sulla sintomatologia e sull'edema occupazionale ● Calze terapeutiche 10-20 mmHg (I-II classe sec classe francese): ● -maggior efficacia sulla sintomatologia
VENE VARICOSE (CEAP 2) L'uso delle calze elastiche terapeutiche (20-30 mmHg) è raccomandato in pazienti con varici sintomatiche Anche se..... Efficacia sulla sintomatologia nota nella esperienza clinica ma scarsamente provata da studi clinici randomizzati Esiguità di letteratura sul grado di compressione da utilizzare comunque > 18 mmHg
EDEMA (CEAP 3) ● Calze elastiche terapeutiche (20-30 mmHg) sono efficaci nel ridurre l'edema ● Bendaggio vs calza elastica 20-30 mmHg: non significativa differenza ● Bendaggio anelastico nella terapia dell'edema in fase acuta
TURBE TROFICHE DI ORIGINE VENOSA (Pigmentazione, Eczema Venoso,lipodermatosclerosi) ● Calze elastiche terapeutiche (30-40 mmHg) efficaci nel ridurre le aree di lipodermatosclerosi ● Esperienza clinica a favore del bendaggio anelastico che appare raccomandato nelle fasi acute
ULCERA CICATRIZZATA (CEAP 5) ● In assenza di compressione 2/3 delle ulcere recidivano ● Recidiva di ulcere significativamente ridotta dall'uso di elastocompressione 30-40 mmHG
ULCERA ATTIVA (CEAP 6) Risente efficacemente della terapia compressiva con elevati valori pressori (> 40 mmHG), di solito successiva a detersione chirurgica o farmacologica locale, mediante uso di ● - calze elastiche terapeutiche e sistemi di calze elastiche ● - bendaggio rigido medicato (bende all'ossido di Zn) ● - bendaggio multistrato (benda elastica+ anelastica) ● - compressione pneumatica intermittente
TERAPIA CHIRURGICA Scopo della chirurgia della MVC superficiale è la risoluzione del reflusso patologico con asportazione delle varici e/o bonifica dell’ulcera a scopo sintomatologico, preventivo o terapeutico del quadro clinico in atto o delle possibili complicanze, fermo restando il carattere evolutivo della MVC
TERAPIA CHIRURGICA Caratteristiche cliniche che motivano la scelta chirurgica - aspetto estetico - senso di pesantezza delle gambe - facile affaticabilità dell’arto - trombosi venose superficiali - Varicorragia - iperpigmentazione alla caviglia/ lipodermatosclerosi/atrofia bianca/ulcera
TECNICHE ABLATIVE TECNICHE CONSERVATIVE TECNICHE ENDOVASCOLARI
Conclusioni • La MVC è un problema da non sottovalutare come impatto sociale ed economico • La MVC comprende un ampio spettro di manifestazioni a carattere evolutivo dalle semplici teleangectasie fino alla ulcerazione (non solo rilevanza estetica!) • L’ecocolorDoppler è il principale strumento diagnostico da utilizzare per la diagnosi e la classificazione della MVC • Il trattamento deve essere personalizzato, mirato e discusso con il singolo paziente • Il principale target della moderna terapia farmacologica è la FLOGOSI vista come primum movens e come causa della evolutività della malattia attraverso l’innesco di un circolo vizioso • Elastocompressione, terapia medica e chirurgia non vanno viste come alternative ma devono agire in sinergismo
Grazie per l’attenzione…
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