La pace come cammino di speranza - MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE - Fondazione Nigrizia

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La pace come cammino di speranza - MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE - Fondazione Nigrizia
MENSILE DI INFORMAZIONE DEI MISSIONARI COMBONIANI                                                                                                                        1-2 – 2020
ANNO XXXIX (nuova serie) N. 1-2 Gennaio-Febbraio 2020 – 37129 Verona - Vicolo Pozzo, 1 – Poste Italiane Spa Sped. in A.P. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB Verona

MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA                                                                                                  (…) Dobbiamo perseguire una reale
                                                                                                                                    fratellanza, basata sulla comune ori-
MONDIALE DELLA PACE                                                                                                                 gine da Dio ed esercitata nel dialogo

La pace come
                                                                                                                                    e nella fiducia reciproca. Il desiderio
                                                                                                                                    di pace è profondamente inscritto
                                                                                                                                    nel cuore dell’uomo e non dobbiamo

cammino di speranza                                                                                                                 rassegnarci a nulla che sia meno di
                                                                                                                                    questo.
                                                                                                                                    (…) La pace è «un edificio da co-
Dialogo, riconciliazione e conversione ecologica.                                                                                   struirsi continuamente», un cammi-
                                                                                                                                    no che facciamo insieme cercando
Questo il titolo delmessaggio di papa Francesco                                                                                     sempre il bene comune e impegnan-
per la 53a Giornata mondiale della pace celebrata                                                                                   doci a mantenere la parola data e a
                                                                                                                                    rispettare il diritto. Nell’ascolto reci-
il 1° gennaio. Stralciamo                                                                                                           proco possono crescere anche la
                                                                                                                                    conoscenza e la stima dell’altro, fino
                                                                                                                                    al punto di riconoscere nel nemico il

L
        a pace è un bene prezioso, og-                            (…) La guerra, lo sappiamo, comincia                              volto di un fratello.
        getto della nostra speranza, al                           spesso con l’insofferenza per la diver-
        quale aspira tutta l’umanità.                                                                                               (…) Ci guida il brano del Vangelo
                                                                  sità dell’altro, che fomenta il desiderio                         che riporta il seguente colloquio tra
(…) La nostra comunità umana por-                                 di possesso e la volontà di dominio.                              Pietro e Gesù: «“Signore, se il mio
ta, nella memoria e nella carne, i                                Nasce nel cuore dell’uomo dall’egoi-                              fratello commette colpe contro di
segni delle guerre e dei conflitti che                            smo e dalla superbia, dall’odio che                               me, quante volte dovrò perdonar-
si sono succeduti, con cre-                                                                                                                  gli? Fino a sette volte?”. E
scente capacità distruttiva,                                                                                                                 Gesù gli rispose: “Non ti
e che non cessano di colpire                                                                                                                 dico fino a sette volte, ma
specialmente i più poveri e i                                                                                                                fino a settanta volte sette”»
più deboli. Anche intere na-                                                                                                                 (Mt 18,21-22). Questo cam-
zioni stentano a liberarsi dal-                                                                                                              mino di riconciliazione ci
                                                                                                                                             chiama a trovare nel profon-
le catene dello sfruttamen-
                                                                                                                                             do del nostro cuore la forza
to e della corruzione, che
                                                                                                                                             del perdono e la capacità
alimentano odi e violenze.
                                                                                                                                             di riconoscerci come fratelli
Ancora oggi, a tanti uomini                                                                                                                  e sorelle. Imparare a vive-
e donne, a bambini e anzia-                                                                                                                  re nel perdono accresce la
ni, sono negate la dignità,                                                                                                                  nostra capacità di diventare
l’integrità fisica, la libertà,                                                                                                              donne e uomini di pace.
compresa quella religiosa,
                                                                                                                                           (…) Che Maria, Madre del
la solidarietà comunitaria, la
                                                                                                                                           Principe della pace e Madre
speranza nel futuro.
                                                                                                                                           di tutti i popoli della terra, ci
(…) Le terribili prove dei                                                                                                                 accompagni e ci sostenga
conflitti civili e di quelli internazio-                          induce a distruggere, a rinchiudere                               nel cammino di riconciliazione, pas-
nali, aggravate spesso da violenze                                l’altro in un’immagine negativa, ad                               so dopo passo.
prive di ogni pietà, segnano a lungo                              escluderlo e cancellarlo. La guerra                               E che ogni persona, venendo in que-
il corpo e l’anima dell’umanità. Ogni                             si nutre di perversione delle relazioni,                          sto mondo, possa conoscere un’esi-
guerra, in realtà, si rivela un fratrici-                         di ambizioni egemoniche, di abusi di                              stenza di pace e sviluppare piena-
dio che distrugge lo stesso progetto                              potere, di paura dell’altro e della dif-                          mente la promessa d’amore e di vita
di fratellanza, inscritto nella vocazio-                          ferenza vista come ostacolo; e nello                              che porta in sé.
ne della famiglia umana.                                          stesso tempo alimenta tutto questo.                                                        Francesco
La pace come cammino di speranza - MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE - Fondazione Nigrizia
In Pace Christi

                                           FRATEL GIUSEPPE ZAMBONI
                                           SCARDEVARA DI RONCO ALL’ADIGE (VR) 25-9-1936
                                           CASTEL D’AZZANO (VR)14-12-2019

                                           Una vita vissuta
                                           nell’amore
                                           Un fratello buono e sorridente, dolce, umile
                                           e gentile, grande lavoratore e uomo di preghiera.
                                           Un fratello pienamente identificato con la sua
                                           vocazione comboniana

M
          i chiamo Giuseppe Zamboni.       nato con gioia e fiducia in mezzo a          to cammino da buoni cristiani, nel-
          Sono nato a Scardevara iI        non poche difficoltà, ma nella gioia di      la giustizia e nella gioia di servire
          25 settembre 1936. Sono          Gesù che, per sua grazia, mi avreb-          Dio e le sorelle e i fratelli bisognosi.
vissuto quasi sempre in paese              be sempre sostenuto. Così è stato e          Sempre con voi nella preghiera, nella
fino alla mia entrata a 19 anni, il 5      spero sia così fino all’ultimo respiro       gioia e nella pace.
settembre 1955, nel noviziato dei          della mia vita. Ho quindi tanto da                        Fratel Giuseppe Zamboni
missionari comboniani a Firenze            ringraziare il Buon Dio per questa                          missionario comboniano
per diventare fratello missionario.        bella vocazione che tanto amo.
Prima di allora, avevo lavorato per 4      Dopo il noviziato e 6 anni vissuti in
stagioni nella ditta Vittorio Meneghini.   Italia, ho avuto modo di girare un po’
Da piccolo volevo diventare sa-            il mondo, ma solo e sempre per ob-
cerdote missionario. È così che ho         bedienza, nel servizio di Dio e dei no-
vissuto un periodo di tempo in se-         stri fratelli e delle nostre sorelle. Sono
minario. Sono però poi stato con-          stato un anno in Inghilterra, 11 anni in
sigliato a uscire per… mancanza            Brasile, 6 anni in Spagna, quasi 7 in
di vocazione!? Più tardi, all’età di 18    Baja California (Messico), e i restanti
anni, un missionario mi chiese, così       qui in Malawi e Zambia. Da oltre tre
all’improvviso: “Perché non ti fai fra-    anni mi trovo nel noviziato di Lusaka,
tello missionario?” Gli risposi:“E per-    conoscendo ed amando Dio e i fra-
ché no?”                                   telli, e preparandomi alla buona mor-
E poi quante lotte interiori si susse-     te…ringraziando tanto il Signore per
guirono…Per pura casualità (voluta         questa vocazione e per la mia buona
da Dio) trovai in noviziato, come con-     famiglia, specialmente nonna Augu-
fessore, quello stesso padre che mi        sta, i parroci e tutta la buona gente di
aveva consigliato di abbandonare           Scardevara.
per… non sicura vocazione. Il Signo-       Con grande gioia, anche se lontano
re ha però messo sul mio cammino
un santo sacerdote, che ancora vive
                                           con il corpo, ma vicino e in mezzo a
                                           voi con lo spirito, siamo tanto e tanto
                                                                                               Abbonamento
oltre i cento anni, assicurandomi in       con voi tutti per questa bella ricorren-             Euro 35,00
nome di Dio che la mia vocazione           za. I santi Filippo e Giacomo, nostri          abbonamenti@fondazionenigrizia.it
era sicura. Così ho sempre cammi-          protettori, ci guidino sempre sul ret-

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La pace come cammino di speranza - MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE - Fondazione Nigrizia
nitori che vivono accanto ai loro figli. (…)
                                                                                  Questo vostro unico figlio fu diretto da voi pel
                                                                                  cielo, questo vostro figlio, ch’era tutto il vostro
                                                                                  patrimonio in terra, l’avete consacrato inte-
                                                                                  ramente a Dio, non riserbando per voi che
                                                                                  un perenne sacrifizio della sua lontananza,
                                                                                  ed anche della sua perdita per amore di G.
                                                                                  Cristo». E così scriveva fratel Giuseppe nel
                                                                                  1985: «Se sapeste quanto vi voglio bene
                                                                                  e come spesso penso a voi col grande
                                                                                  desiderio di rivedervi e passare assieme
                                                                                  almeno un poco di tempo; però la vita mis-
                                                                                  sionaria che il Signore nella Sua infinita
                                                                                  bontà e misericordia mi ha dato, richiede
                                                                                  anche questi sacrifici e rinunce».
                                                                                  Quella di fratel Giuseppe era una famiglia com-
                                                                                  posta di tanti fratelli e di una sola sorella che si
                                                                                  fece religiosa e partì missionaria in Giappone.
Malawi. Assemblea cristiana in preghiera                                          Una famiglia di quelle di una volta, in cui il la-
                                                                                  voro e il guadagnarsi il pane erano qualcosa
                                                                                  di fondamentale. Una famiglia profondamente

C    osì fratel Giuseppe scriveva ai suoi compaesani in
     occasione del 50° della sua professione religiosa.
All’annuncio della sua morte, un confratello ha scritto:
                                                                     cristiana, in cui si coltivava la solidarietà con i più poveri,
                                                                     a cui era sempre aperta la porta. E in cui si riteneva che il
                                                                     regalo più bello che si potesse fare a più povero di sé era
«Sono qui a pensare e a pregare per il buon Bepi. A                  quello di un figlio, una figlia, un fratello, una sorella che
me ha insegnato le cose più fondamentali della vita                  andassero nel mondo ad annunciare il vangelo ai lontani.
missionaria e cioè il lavoro e la preghiera, vissuti nella           Non c’è da meravigliarsi quindi che fratel Giuseppe abbia
massima umiltà. Non ha mai imparato il chichewa, la                  fatto “causa comune”, come voleva san Daniele Comboni
lingua africana, e neppure l’inglese. Ha parlato sempre              per i suoi figli, con le persone cui il Signore lo inviava. E
con la sua vita, la lingua che noi di certo non abbiamo              che dietro di lui ci fossero a sostenerlo i suoi cari che con
ancora imparato bene e cioè quella dell’Amore. Ha                    lui condividevano la fede e quindi anche la missione, e che
amato tanto. Forse anche per questo il suo cuore a furia             sono stati visti vicini a Giuseppe nell’assisterlo, visitarlo e
di amare si è stancato. Lo porto nel cuore. Lui dall’alto            accompagnarlo fino all’ultimo respiro.
continuerà a pregare per noi. Ne sono certo».                        La sua famiglia e la comunità di Scardevara hanno voluto
Durante il suo funerale nella comunità di Castel d’Azzano            onorare fratel Giuseppe accogliendolo nel cimitero del
(Vr), padre Renzo Piazza, suo ultimo superiore, ha sinte-            paese perché riposi tra i suoi in attesa della risurrezio-
tizzano l’esperienza umana e spirituale del discepolo del            ne. Si sono stretti a lui, martedì 17 dicembre, per dirgli,
Signore, che è stato fratel Giuseppe, in due parole: amare           durante il funerale in paese, e anche con il canto della
e servire. Cose che fratel Giuseppe ha fatto «nei suoi 83            liturgia magistralmente eseguito dalla corale, il grazie
anni di vita, di cui 62 spesi come fratello missionario com-         riconoscente che fratel Giuseppe merita.
boniano per amare e servire i fratelli d’Inghilterra, Brasile,                                                            padre Elio
Spagna, Messico, Malawi-Zambia e Italia».
Nel 1985 dal Messico così scriveva alla famiglia: «La
mia salute è buona, anche se ho addosso una continua
stanchezza che non mi permette sempre di fare ciò che
tanto desidero». Una vita, quella di fratel Giuseppe,
colma di lavoro, di umile servizio e fatica, sempre,
senza sosta. E ora, in paradiso, non sta certo tranquillo
a riposarsi. E mentre trascorre il suo tempo con Colui il
cui volto ha sempre cercato e amato con tutto il cuore e
con tutte le sue forze, intercede per quanti ha incontrato,
stimato e amato nella sua lunga vita missionaria. Non
dimentica certo i novizi africani con cui ha vissuto i suoi
ultimi anni in terra d’Africa.
Padre Renzo ha citato san Daniele Comboni che a suo
padre ricordava: «Non mi dite che sono beati quei ge-                Malawi. Incontro di comboniani

                                                                 3
La pace come cammino di speranza - MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE - Fondazione Nigrizia
Vita comboniana

Assemblea provinciale elettiva
Dal 25 al 29 novembre i rappresentanti delle 24 comunità comboniane
in Italia si sono ritrovati a Villa Baratoff (Pesaro) per l’assemblea elettiva

S
       ono stati giorni belli di          Il provinciale uscente, p. Giovanni         nell’attenzione agli immigrati la
       convivenza fraterna, confronto,    Munari, al termine dei suoi 6 anni di       grande sfida degli anni che stiamo
       riflessione e condivisione,        servizio di animazione dei confratelli      vivendo con cui confrontarci e
quelli vissuti da più di 40 comboniani,   in Italia, ha offerto una sua riflessione   giocarci il nostro futuro. Nel sinodo
rappresentanti-delegati della propria     su questo momento bello e difficile         sull’Amazzonia, celebratosi a Roma
comunità, che si sono riuniti a Pesaro    allo stesso tempo che stiamo                nell’ottobre scorso, padre Giovanni
a fine novembre con l’obiettivo di fare   attraversando. «Ho sempre avuto             vede il paradigma di una riflessione
una verifica sul cammino provinciale      chiaro – ha detto padre Giovanni –          e azione della Chiesa, ma anche del
degli ultimi anni e pianificare il        che siamo in un momento di svolta…          nostro Istituto in Italia.
futuro. Ogni delegato era chiamato a      Ho l’impressione che c’è un mondo           L’assemblea si è poi confrontata con
rispondere alla domanda: - Qual è la      che sta andando in frantumi e ce            don Paolo Boschini, un prete della
cosa più significativa accaduta nella     n’è un altro che un po’ alla volta si fa    diocesi di Modena-Nonantola («Met-
tua comunità in questi ultimi tre anni?   strada. Che richiederebbe risposte          tiamola così – racconta –. Sono un
Si è così accolto il vissuto delle        velocissime, mentre noi, quando             prete cattolico che si è trovato con
comunità e ci si è ascoltati, cosa        riusciamo, rispondiamo purtroppo            due “figli” musulmani». Don Paolo,
sempre molto arricchente. Perché          sempre in ritardo». Padre Giovanni          parroco della parrocchia della Bea-
sono tante le cose belle che i            ha ricordato che, nella fedeltà             ta Vergine Addolorata, riassume in
comboniani in Italia fanno e le           all’invito di papa Francesco, noi           tono scherzoso la sua esperienza
iniziative che portano avanti.            comboniani abbiamo identificato             all’interno del progetto Welchome.

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un istituto missionario come il nostro.                                     della vita della provincia che, nel
                                                 “Da dove cominciare? Da esperienze                                          pensiero della maggioranza dei
                                                 che ci costringano a prenderci cura                                         presenti, dovevano trovare spazio
                                                 di qualcun altro: meglio se questo                                          all’interno del Consiglio provinciale:
                                                 qualcun altro è una persona di cui                                          la pastorale giovanile e vocazionale,
                                                 nessuno si prende cura davvero”, ci                                         e l’animazione missionaria. La scelta
                                                 ha detto don Paolo.                                                         è caduta su padre Alessio Geraci
                                                 Il nostro assistente generale, padre
                                                                                                                             della comunità di Padova (GIM)
                                                 Pietro Ciuciulla, venuto apposta da
                                                                                                                             e padre Antonio Guglielmi, della
                                                 Roma, ci ha quindi offerto una rifles-
                                                 sione sulle sfide di questo momento                                         comunità di Palermo.
                                                 storico, a livello mondiale e di istituto.                                  Il Consiglio provinciale che anime-
                                                 Ha denunciato il clima di rifiuto, se                                       rà i confratelli presenti in Italia (dal 1
                                                 non di odio, che si sta diffondendo                                         gennaio 2020 al 31 dicembre 2022)
                                                 in Europa contro lo straniero, mentre                                       è così costituito: padre Fabio Bal-
                                                 “la nostra missione in Europa so-                                           dan, provinciale, 5 consiglieri sa-
                                                 gna società multiculturali capaci                                           cerdoti (i padri Giorgio Aldegheri
                                                 di accogliere e integrare”, ha detto.                                       della comunità di Rebbio, Eliseo
                                                 Padre Pietro non si nasconde le sfi-                                        Tacchella della comunità del CCM
                                                 de che l’Istituto si trova ad affrontare:                                   di Verona, Daniele Moschetti della
                                                 l’invecchiamento della guardia eu-                                          comunità di Castel Volturno, Anto-
                                                 ropea e l’irruzione dei nuovi combo-                                        nio Guglielmi e Alessio Geraci) e
                                                 niani dal sud del mondo, l’Africa in                                        dal fratello Roberto Bertolo della
                                                 particolare. Che non potranno non
                                                                                                                             comunità di Brescia.
                                                 incarnare in maniera “inculturata”
                                                                                                                             Al termine dell’assemblea, il nuovo
                                                 il carisma di san Daniele Comboni
                                                                                                                             provinciale, padre Fabio Baldan, ha
                                                 oggi.
                                                 Padre Fernando Zolli, intervenendo                                          condiviso lo spirito con cui intende
                                                 a nome della commissione Giusti-                                            prestare il suo servizio di animazione
                                                 zia e pace, salvaguardia della cre-                                         della provincia nel prossimo triennio,
                                                 azione ha proposto alcune iniziative                                        contando sulla collaborazione di
                                                 per sostenere processi di conversio-                                        tutti i confratelli, non nascondendo
                                                 ne ecologica integrale nelle nostre                                         però l’impressione che “molti di noi
Lo stesso che vede impegnate an-                 comunità. L’enciclica Laudato si’ di                                        sembrano aver rinunciato a tornare
che altre dodici famiglie della città di         papa Francesco è un punto di rife-                                          in missione, col risultato di tirare i
Modena nell’accoglienza di minori                rimento imprescindibile anche per                                           remi in barca”.
stranieri non accompagnati, per un               ogni comboniano.                                                            L’assemblea ha approvato, prima
periodo della durata minima di sei               Si è infine provveduto all’elezione                                         di concludersi, una mozione di
mesi).                                           degli ultimi 2 consiglieri provinciali,                                     sostegno a padre Alex Zanotelli “in
Il titolo dell’intervento di don Paolo: “In      da affiancare ai 4 eletti a suffragio                                       seguito a ripetuti attacchi denigranti
questo momento di cambiamento                    universale, individuati con
                                                                                                                             espressi da alcuni esponenti politici”.
n e l l a v i t a e d i n a m i ch e d e l l a   “criteri ministeriali”. Si sono voluti
Chiesa e della società italiana,                 accentuare due aspetti in particolare                                                       i confratelli partecipanti
quale può essere il contributo
di un istituto missionario?”. Don
Paolo ha inserito la sua riflessione
                                                                                                ANNO 94 - N. 1079 - € 3,00
                                                                      POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO
                                                                                      POSTALE DECRETO LEGGE 353/2003,
                                                                               (CONVERTITO IN LEGGE IL 27/02/2004 N. 46)
                                                                                     ARTICOLO 1, COMMA 1, DCB VERONA

                                                                                        numero 1
in un contesto molto ampio, quello                                                  gennaio 2020

sociale, politico, culturale e religioso
                                                      Un anno
dell’Italia di oggi. Ha parlato di “una
società malata d’individualismo                       SENZA
e carica di odio”, di una politica                    BUFALE                               LA NATURA
                                                                                           PER MANO

incapace di rispondere ai bisogni                                                                                                           Abbonamento
della gente, di processi culturali in                                                                                                         Euro 25,00
grande trasformazione e anche della
nostra Chiesa italiana imprigionata                                                                                                         con Mondiario
in schemi, modelli e strutture del                                                                                                            Euro 30,00
passato. Per ognuno di questi settori                PIACERE! SONO
                                                     Rita Levi                                                                  abbonamenti@fondazionenigrizia.it
                                                     Montalcini
ha individuato possibilità e stimoli
che dovrebbero essere accolti da

                                                                     5
La pace come cammino di speranza - MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE - Fondazione Nigrizia
Vita comboniana

SAN TOMÌO (VERONA)                                                                               Ballan, “imprestato” per l’occasione
                                                                                                 alla comunità di san Tomìo e che si è
CENTO ANNI DI PRESENZA COMBONIANA                                                                generosamente investito per l’ottimo

Eucaristia,
                                                                                                 svolgimento delle celebrazioni.
                                                                                                 Vari sono stati i confratelli presenti
                                                                                                 in questa o quella occasione. Molto

riconciliazione                                                                                  apprezzata e significativa anche la
                                                                                                 gradita presenza, il 23 novembre,

e missione
                                                                                                 del cardinale Laurent Monsengwo,
                                                                                                 arcivescovo emerito di Kinshasa.
                                                                                                 Nella chiesa di san Tomìo, a due
                                                                                                 passi da Piazza Erbe, in pieno centro
Il mese di novembre ha visto un susseguirsi di                                                   della città di Verona, san Daniele
celebrazioni per ricordare i cento anni di presenza                                              Comboni passò anche da vescovo:
                                                                                                 il 3 dicembre 1877, e il 10 seguente
ininterrotta dei comboniani in quello che è                                                      ricevette il mandato e la benedizione
considerato un importante “polmone spirituale della                                              del suo vescovo, il card. Luigi di
città” di Verona: la chiesa di san Tommaso apostolo,                                             Canossa, prima di ripartire per l’Africa
                                                                                                 con un drappello di nove missionari e
detta comunemente da secoli san Tomìo                                                            le prime 5 suore comboniane.
                                                                                                 Nel suo messaggio riconoscente

L
     e celebrazioni eucaristiche in-            del Centro missionario diocesano,                per il lavoro compiuto – “i combo-
     tendevano sottolineare il vin-             il 3 novembre, a quella presieduta               niani a san Tomìo da cent’anni” –,
     colo che lega i comboniani alla            dal vescovo della diocesi, mons.                 monsignor Zenti, vescovo della cit-
diocesi di san Zeno. Si è cominciato            Giuseppe Zenti il 23 novembre,                   tà, parla di san Tomìo come di un
con la celebrazione del 27 ottobre              per finire con quella che ha visto la            “faro” che «proietta anche oggi tre
nella chiesa di San Nicolò (la par-             presenza di padre Tesfaye Tadesse                potenti fasci di luce capaci di orien-
rocchia in cui si trova san Tomìo),             Gebresilasie, superiore generale                 tare la coscienza e l’opera di quanti
per passare a quella presieduta da              dei comboniani, il 30 novembre. Gli              si mettono alla scuola e al servizio
don Giuseppe Mirandola, direttore               onori di casa li ha fatti padre Romeo            del vangelo»:

San Tomìo (VR). Il vescovo di Verona con i concelebranti la sera del 23 novembre. Alla sua destra, il card. Monsengwo

                                                                      6
La pace come cammino di speranza - MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE - Fondazione Nigrizia
San Tomìo (VR). Il coro parrocchiale di Fumane di Valpolicella ha animato l’eucaristia
presieduta dal vescovo di Verona sabato 23 novembre

1) “Il primo fascio di luce è costituito         patrono della città, il 22 agosto 1880:   «Celebrare 100 anni di presenza inin-
dall’Eucaristia”, che vi è celebrata             «No, no, Verona, l’ubertà del tuo         terrotta dei Missionari Comboniani a
e adorata quotidianamente, a parti-              suolo, l’amenità dei famosi tuoi col-     San Tomìo – scrive il Consiglio genera-
re dalla festa del Corpus Domini del             li, la dolcezza del tuo clima, la ma-     le – diventa occasione per fare memo-
1945, grazie a un voto del vescovo               gnificenza dei tuoi monumenti non         ria del dono che Dio ci ha fatto come
Girolamo Cardinale e all’impegno di              sono ciò che ti fanno di vera gloria      Istituto e del cammino che ci ha fatto
Maria Martini, grande benefattrice               bella e onorata: perocché a che ti        fare in questi lunghi anni di servizio e
delle missioni comboniane.                       gioverebbero questi vanti senza la        ministero ai fedeli che ci sono stati affi-
2) “Il secondo è dato dall’esperien-             fede in Gesù Cristo?» (Scritti, 6070).    dati da Dio, attraverso la Chiesa».
za del perdono”. C’è sempre, quan-
do la chiesa è aperta, un sacerdote
comboniano che assolve e perdona
in nome di Gesù.                                     febbraio
3) “Il terzo scaturisce dalla gioia                  Ascoltato il Vangelo,
della missione”. Perché, come scri-                  Francesco disse:
ve il vescovo Giuseppe, «riconciliati                “Questo voglio,
con il Padre, illuminati dalla Parola,               questo chiedo,
sostenuti dal Pane di Vita, siamo                    questo desidero fare
ora in grado di rimetterci in cammi-                 con tutto il cuore!”
no per realizzare quella missione
evangelizzatrice che il Signore ha
affidato a ciascuno di noi con le pa-
role stesse con le quali si era rivolto
ai suoi apostoli: “date loro voi stessi              Intenzione di preghiera
da mangiare”».                                       Perché i superiori di tutte le circoscrizioni MCCJ radunati a Roma siano
Anche il Consiglio generale dei com-                 illuminati dallo Spirito e possano trovare le vie migliori per dare nuovo
boniani ha inviato ai confratelli di San             vigore al nostro servizio missionario nei vari continenti. Preghiamo.
Tomìo una lettera, in data 10 ottobre,
ricordando parole di san Daniele
                                                  Se vuoi andare veloce, cammina da solo. Se vuoi arrivare lontano,
Comboni pronunciate in occasione
                                                  cammina con gli altri. (Proverbio africano)
dell’omelia nella basilica di san Zeno,

                                                                       7
La pace come cammino di speranza - MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE - Fondazione Nigrizia
Vita comboniana

    VERONA/ MARTEDÌ DEL MONDO
    La speranza dei poveri
    non sarà delusa

Sant’Anastasia in Verona. Don Luigi Ciotti tra don Carlo Vinco (a sinistra) e padre Venanzio Milani

Il 3 dicembre per i Martedì del mondo è intervenuto                                                   gnarci tutti a lottare contro la pover-
                                                                                                      tà, soprattutto contro tutto ciò che
don Luigi Ciotti. Accolto da un pubblico attento,                                                     l’alimenta. Guai ai navigatori solitari,
catturato dal suo verbo di testimone per la libertà                                                   si impone un impegno collettivo.
e la giustizia, contro ogni schiavitù                                                                 Eppure lo vediamo tutti i giorni quel
                                                                                                      che accade. «Si è giunti perfino a te-

I
                                                                                                      orizzare e realizzare un’architettura
    l titolo di questo incontro dei Mar-         Nigrizia onlus, tra cui i Martedì del
                                                                                                      ostile in modo da sbarazzarsi della
    tedì del mondo, l’ultimo del 2019,           mondo. A introdurre don Ciotti è sta-
    è stato preso dal messaggio di                                                                    loro presenza anche nelle strade,
                                                 to un suo amico veronese, don Carlo
papa Francesco per la terza Giorna-              Vinco, presbitero diocesano, parro-                  ultimi luoghi di accoglienza», scrive
ta mondiale dei poveri (17 novem-                co della parrocchia urbana di San                    Francesco. Quando 30 anni fa ca-
bre 2019). Le parole del Salmo 9,19              Luca, che ha tracciato una breve                     deva il Muro di Berlino, ha ricordato
esprimono, secondo il vescovo di                 ma interessante analisi di una città                 don Ciotti, i muri erano nel mondo
Roma, un’incredibile attualità e una             a due volti: uno solidale e ospitale,                16. Oggi se ne contano 70 in 67 pa-
profonda verità. Vale ancora oggi la             l’altro tacciato di razzismo, come a                 esi diversi! 18 sono le recinzioni in
richiesta di restituire giustizia e supe-        volte lo descrivono i media nazionali.               Europa, di cui 16 sono state costruite
rare le iniquità. Risuonano le doman-            Ciò che è certo è che droga e mala-                  a partire dal 2013. Accogliere è vita,
de: «Come può Dio tollerare questa               vita mafiosa e ‘ndranghetista hanno                  è ospitalità. L’esempio è il costato
disparità? Come può permettere che               intaccato il tessuto anche della città               aperto del Cristo in croce: - Attirerò
il povero venga umiliato, senza inter-           di Giulietta.                                        tutti a me. Gli altri sono il termometro
venire in suo aiuto? Perché consen-              Nel suo lungo e appassionato in-                     della nostra umanità.
te che chi opprime abbia vita felice             tervento, il fondatore dapprima del
                                                                                                      Ma anche se «si possono costrui-
mentre il suo comportamento an-                  Gruppo Abele, realtà nata come aiu-
                                                                                                      re tanti muri e sbarrare gli ingressi
drebbe condannato proprio dinanzi                to concreto ai tossicodipendenti e al-
alla sofferenza del povero?».                    tre varie dipendenze, quindi dell’As-                per illudersi di sentirsi sicuri con le
Un migliaio di persone sono ac-                  sociazione Libera contro i soprusi                   proprie ricchezze a danno di quanti
corse ad ascoltare don Luigi Ciotti              delle mafie, punto di riferimento per                si lasciano fuori. Non sarà così per
a Verona nella spaziosa e meravi-                oltre 1600 organizzazioni nazionali                  sempre». Arriverà un giorno in cui,
gliosa chiesa del centro storico,                e internazionali, ha commentato il                   il papa ne è certo, si distruggeranno
Sant’Anastasia. Gli onori di casa li             messaggio di papa Francesco sul-                     le barriere create tra Paesi e l’arro-
faceva padre Venanzio Milani al ter-             la povertà, La speranza dei poveri                   ganza di pochi sarà sostituita con la
mine del suo servizio come anima-                non sarà delusa. Ha sottolineato, tra                solidarietà di tanti.
tore delle attività della Fondazione             l’altro, quanto necessario sia impe-                                            Silvia Ferrante

                                                                       8
La pace come cammino di speranza - MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE - Fondazione Nigrizia
I Missionari Comboniani in Italia
BARI                                 LECCE                              ROMA (Eur)
Via Giulio Petroni, 101              Via per Maglie, km. 5              Via Luigi Lilio, 80
70124 Bari                           73020 Cavallino (LE)               00142 Roma
tel. 080 5010499                     tel. 0832 612561                   tel. 06 519451
combobari@yahoo.it                   combonianilecce@gmail.com          curiamccj@comboni.org
ccp. 245704                          ccp. 13692736                      ccp. 568014

BOLOGNA                                                                 ROMA (San Pancrazio)
                                     LIMONE
Via dello Scalo, 10/5                                                   Via San Pancrazio, 17/B
40131 Bologna                        Via Campaldo, 18
                                                                        00152 Roma
tel. 051 432013                      25010 Limone sul Garda (BS)
                                                                        tel. 06 8992730
segreteriamccj@gmail.com             tel. 0365 954091
                                                                        combonisanpancrazio@gmail.com
ccp. 23973407                        combonianilimone@yahoo.it
                                                                        ccp. 11893005
                                     ccp. 1030493413
BRESCIA
                                                                        TRENTO
Viale Venezia, 112                   LUCCA
                                                                        Via delle Missioni Africane, 13
25123 Brescia                        Via del Fosso, 184
tel. 030 3760245                                                        38121 Trento
                                     55100 Lucca                        tel. 0461 980130
combrescia@virgilio.it               tel. 0583 492619
ccp. 14485254                                                           comboniani.trento@gmail.com
                                     combonilucca@gmail.com             ccp. 12974382
                                     ccp. 11856556
CASAVATORE
Via A. Locatelli, 8                                                     TROIA
80020 Casavatore (NA)                MILANO                             Corso Regina Margherita, 9
tel. 081 7312873                     Centro “P. Giuseppe Ambrosoli”     71029 Troia (FG)
combocasavatore@hotmail.it           Largo Missionari Comboniani, 1-3   tel. 0881 970057
ccp. 308809                          20161 Milano                       combonitro@libero.it
                                     CAA: tel. 02 6456486               ccp. 12031712
                                     combonianimilano@gmail.com
CASTEL D’AZZANO
                                     Rettoria: tel. 02 66220535
Centro ammalati e anziani                                               VENEGONO
“Fr. Alfredo Fiorini”                ccp. 12962205
                                                                        Via della Missione, 12
Via Oppi, 29                                                            21040 Venegono Superiore (VA)
37060 Castel d’Azzano (VR)           PADOVA                             tel. 0331 865010
tel. 045 8521511                     Via S. Giovanni di Verdara, 139    mccjvenegono2014@gmail.com
vr.caa@comboniani.org
                                     35137 Padova                       ccp. 550210
                                     tel. 049 8751506
CASTEL VOLTURNO                      combonipadova@gmail.com
Via Matilde Serao, 8                                                    VERONA Casa Madre
                                     gimpadova@giovaniemissione.it
81030 Castel Volturno (CE)                                              Vicolo Pozzo, 1
                                     ccp. 149351
tel. 0823 851390                                                        37129 Verona
combonianicastelvolturno@gmail.com                                      tel. 045 8092100
ccp. 19884808                        PALERMO                            casamadre@comboniani.org
                                     Parrocchia Santa Lucia             ccp. 16433377
CORDENONS                            Via Enrico Albanese, 2
Vial di Romans, 135                  90139 Palermo                      VERONA C.C.M.
33084 Cordenons (PN)                 tel. 091 303042                    Vicolo Pozzo, 1
tel. 0434 932111                     combonipa@gmail.com                37129 Verona
comboni.cordenons@gmail.com          ccp. 1000764975                    tel. 045 8092271
ccp. 11728599                                                           amministrazione@fondazionenigrizia.it
                                     PESARO                             ccp. 10486371
FIRENZE                              Via Angelo Custode, 18
Via Giovanni Aldini, 2               61122 Pesaro                       Fondazione Nigrizia onlus
50131 Firenze                        tel. 0721 50895                    Vicolo Pozzo, 1
tel. 055 577960                      combonianipesaro@gmail.com
combonifi@gmail.com                                                     37129 Verona
                                     ccp. 12309613                      tel. 045 8092290
ccp. 16123507
                                                                        abbonamenti@fondazionenigrizia.it

GOZZANO                              REBBIO
Via Basilica, 6                      Via Salvadonica, 3                 VERONA San Tomìo
28024 Gozzano (NO)                   22100 Rebbio (CO)                  Via Mazzini, 6/A
tel. 0322 94623                      tel. 031 524155                    37121 Verona
comboniani.gozzano@gmail.com         combonianirebbio@virgilio.it       tel. 045 8006138
ccp. 16306284                        ccp. 19081223                      padreporto2003@gmail.com

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La pace come cammino di speranza - MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE - Fondazione Nigrizia
Attualità

Campo sfollati a Goma (Rd Congo)

RD CONGO                                      Credo sia perché le oppressioni          solo scopo di terrorizzare e far fug-
                                              sono tali e tante, e anche nell’ordine   gire la gente del posto e sostituirla

Vincere                                       economico, che la gente riesce
                                              appena a tirare il fiato.
                                                                                       poi con elementi rwandesi, travestiti
                                                                                       da congolesi. Il tutto con documenti

il rancore
                                              Quando ascolto notizie di massacri       autentici procurati dall’ex presidente
                                              da parte degli islamisti e della         Joseph Kabila (alias Hyppolite Ka-
                                              reazione inorridita dell’opinione        nambe, un tutsi infiltrato dal presi-
Così Elio Farronato scrive                    pubblica, mi chiedo perché non si        dente rwandese Paul Kagame e ai
da Kinshasa Bibwa                             parli mai della gente sgozzata, dei
                                              massacri atroci che si compiono
                                                                                       suoi ordini). Durante la presidenza
                                                                                       Kabila, sono entrati in Rd Congo
(Rd Congo) agli amici                         nell’est del Congo, nella zona           probabilmente più di un centinaio
                                              ricca di miniere di coltan, razziate     di migliaia di rwandesi: inseriti in

Q
         ui mi rivolgo a fratelli e sorelle   sistematicamente dal Rwanda,             posti chiave dell’esercito e della poli-
         ridotti in stato miserabile          da cui trae la sua tanto decantata       zia, eliminando i congolesi autentici,
         dall’ingordigia umana,               prosperità. I vescovi parlano di una     intendono dividere la Rd Congo af-
attraverso le multinazionali del
                                              violenza oltre misura, «Ogni giorno      finché il Rwanda possa appropriarsi
profitto. Attendono una salvezza
                                              – dicono testualmente – questi           di quella zona.
che sembra tardare a venire. Ma la
                                              assassini inventano e mettono in atto    C’è una congiura del silenzio che si
Parola di Dio dà loro conforto. Sanno,
nel profondo del cuore, che Dio non           pratiche sempre più crudeli».            serve della corruzione e soprattutto
delude mai.                                   Questi massacri, nascosti all’infor-     del terrore. Esso regna sovrano fra la
Nutrono poca fiducia nel nuovo pre-           mazione pubblica, ben conosciu-          gente del posto perché chi denuncia
sidente che prima di Natale, nel suo          ti però dai governi internazionali,      i soprusi è indicato dagli infiltrati
discorso alla nazione, ha promesso            continuano anche in questi giorni al     rwandesi e sparisce per sempre.
che, a partire da gennaio 2020, oltre
ventimila funzionari avrebbero per-
cepito il loro salario. Naturalmente
senza arretrati.
Tra di loro sono tanti gli insegnanti
che lavorano da più di 10 anni: tutto
in regola, ma senza la paga perché
sul bollettino di paga, al posto del
montante di salario, c’è N.P.=Non-
Pagato. Oppure, per i nuovi assunti:
N.U. = Nuova-Unità. Purtroppo per
ora son solo promesse.
Son qui a chieder mi come sia
possibile che un’ingiustizia, così
grave e tanto palese, possa ancora
durare dopo tanti anni, senza
suscitare una rivolta popolare.               Scuola primaria in Rd Congo

                                                                 10
Bisogno di speranza                                                    I ragazzi mi raccontano: quasi ogni mattina, alla radio si
                                                                          annuncia che questo o quel villaggio è stato attaccato,
                                                                          lasciando un certo numero di morti e feriti. E si tratta dei
   DA PARTE SUA, IL FRATELLO DI ELIO,                                     loro villaggi. Oltre ai morti e feriti, ecco bruciate case
   LORENZO, COSÌ SCRIVE DA KISANGANI                                      e i campi sono spogliati del raccolto. Intanto l’esercito
                                                                          regolare e i protettori dell’ONU sono lì ma sembra che
   Qui in Rd Congo abbiamo bisogno di speranza. La no-                    proteggano i ribelli più che la popolazione. Che si ribella
   stra comunità, con 40 giovani candidati missionari, è una              alle “forze che non proteggono” e, disperati, bruciano il
   grande iniezione di speranza in mezzo a tanta tribolazio-              municipio.
   ne. Ed ecco qualche esperienza di questi nostri giovani
   coraggiosi.
   Uno mi racconta che, al villaggio, l’insicurezza era tale
   che ogni notte si coricava con il cuore sospeso e al mat-
   tino ringraziava il Signore perché era ancora in vita. Ha
   confidato: “Per vivere tranquillo pensavo di associarmi a
   qualche banda armata”.
   Un altro mi dice che la mamma ha dovuto crescere i figli
   da sola, dopo l’uccisione di papà.
   Un altro, da chierichetto, il mattino correva alla chiesa
   per la messa. Un mattino, meravigliato, si ferma attonito
   di fronte a porte aperte e a un disordine insolito. Sente
   una voce che grida: «Figliolo, scappa e nasconditi».
   Terrorizzato parte a gambe levate. Poi, tornata la calma,
   si costata che i tre preti a servizio della parrocchia
   sono stati rapiti. Era il 2016. E fino ad oggi di loro non
   si sa più nulla!
                                                                          Crisi umanitaria nella Repubblica democratica del Congo

Altrove, come a Kinshasa, le autorità
impediscono ogni manifestazione a
loro difesa.                                  Superiori provinciali
Qui a Kinshasa non si vive nel                1-1-2020 – 31-12-2022
terrore, certo, ma siamo assediati
dalla miseria. Per risparmiare i              ASIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. David Costa Domingues
soldi del trasporto pubblico, dalla           BRASILE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  P. Bossi Dario
periferia dove mi trovo, la gente             RD CONGO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  P. Ndjadi Ndjate Léonard
percorre quotidianamente anche                COLOMBIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Villarino Rodríguez Antonio
decine di chilometri a piedi, un              PROVINCIA DI LINGUA TEDESCA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Grabmann Hubert
fiume di persone che avanza con               SPAGNA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Pedro Andrés Miguel
                                              ECUADOR . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Poletto Ottorino
fatica, ostacolato da un altro fiume
                                              EGITTO-SUDAN . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Kyankaaga J. Richard
di persone che camminano in senso             ERITREA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Habtu Teklay Tiluq
inverso. Bisogna camminare con                ETIOPIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  P. Agostini Sisto
loro per capirne la fatica.                   ITALIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Baldan Fabio Carlo
Dappertutto la povera gente che               KENYA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Radol Odhiambo Austine
si dibatte contro le ingiustizie              PROVINCIA DI LONDRA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  P. Pelucchi Alberto
quotidiane incontra sempre nuove              MESSICO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  P. Sánchez González Enrique
difficoltà che non riesce a prevedere.        MOZAMBICO . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  P. António Manuel Bogaio Constantino
Riesce a fatica a risparmiare. E poi,         MALAWI-ZAMBIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  P. Mumba Michael Nyowani
una malattia improvvisa manda in              PROVINCIA NORDAMERICANA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Ezama Ruffino
                                              PORTOGALLO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Fernando Domingues
fumo tutti i risparmi. Sembra una
                                              PROVINCIA DEL CENTRAMERICA . . . . . . . . .  P. Calderón Vargas Juan Diego
fatica di Sisifo.
                                              PERÙ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  P. Martín Vargas Francisco José
È incredibile come questi fratelli,           CENTRAFRICA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  P. Longba Guéndé Godefroy-Médard
aggrappandosi a Gesù, mite e                  SUDAFRICA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Burgers Jude Eugene
umile di cuore, riescano a vincere i          SUD SUDAN . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Okot Louis Tony
rancori, amare e perdonare anche              TOGO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  P. Hounaké Kouassi Timothée
chi li sprofonda in tanta miseria e           CIAD . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Katsan Fodagni Kokouvi (Fidèle)
difficoltà.                                   UGANDA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  P. Kiwanuka Achilles Kasozi

                                                                     11
Attualità

   PADRE GIUSEPPE AMBROSOLI BEATO

   Il medico della carità

Il 28 novembre 2019, papa Francesco ha autorizzato
la Congregazione per le cause dei santi, «a promulgare,
fra gli altri, il miracolo, attribuito all’intercessione
del venerabile servo di Dio Giuseppe Ambrosoli,
sacerdote professo dei missionari comboniani del
Cuore di Gesù; nato a Ronago (Italia) il 25 luglio 1923
e morto il 27 marzo 1987 a Lira (Uganda)», come recita
il messaggio ufficiale vaticano                                                           Copertina di una biografia
                                                                                          di padre Giuseppe

P
      adre Giuseppe sarà dunque          cia alla mamma e ai familiari la sua     giorno della sua morte, nel 1987.
      proclamato “beato” nel corso       vocazione missionaria.                   Padre Giuseppe è ricordato ancora
      dell’anno. In attesa di sapere     Conseguita la laurea in medicina e       oggi in Uganda come “il medico del-
dove e quando si farà questa procla-     chirurgia, si reca a Londra per spe-     la carità”. Con il suo spirito è riuscito
mazione, chiediamoci: chi era padre      cializzarsi in malattie tropicali; en-   a trasformare il piccolo dispensario
Ambrosoli?                               tra poi tra i Missionari Comboniani,
                                                                                  medico di Kalongo in un ospedale
Nato il 25 luglio 1923 a Ronago          divenendo sacerdote nel 1955. Nel
                                                                                  efficiente e moderno e ha fondato,
(Como), padre Giuseppe lascia la fa-     febbraio 1956 s’imbarca per l’Afri-
miglia e una brillante carriera di me-   ca. È destinato a Kalongo, un vil-       accanto all’ospedale, la St. Mary’s
dico per dedicarsi agli ultimi. “Dio è   laggio sperduto nella savana, nel        Midwifery Training School, oggi uf-
amore, c’è un prossimo che soffre ed     Norduganda, per gestire un piccolo       ficialmente riconosciuta come una
io sono il suo servitore”. Con queste    dispensario medico, di cui farà un       delle migliori scuole di ostetricia del
semplici ma profonde parole annun-       grande ospedale. Vi rimane fino al       Paese.

                                                          12
Il miracolo per intercessione di pa-
                                               Per la gente che soffre
                                               S
dre Ambrosoli è quello di una gio-                 crivendo agli amici in occasione del Natale, mons. Giuseppe Fran-
vane donna ugandese. Così aveva                    zelli, vescovo emerito di Lira, scrive: «Il 28 novembre, approvando
stabilito nella primavera dello scorso         ufficialmente il miracolo avvenuto per sua intercessione, papa France-
anno la commissione medica istitui-
                                               sco ha aperto la via per la prossima beatificazione di padre Giuseppe
ta dalla Congregazione per le cause
                                               Ambrosoli, comboniano e medico, che ha operato per quasi 31 anni
dei santi, concludendo il suo esame
su una guarigione “straordinaria ed            nell’ospedale di Kalongo a servizio degli ammalati. Il giorno 30, nel
inspiegabile” dal punto di vista clini-        cimitero della missione, ho partecipato anch’io alla esumazione e
co e scientifico. È il miracolo che farà       ricognizione dei suoi resti. È stato un momento molto significativo e
di padre Giuseppe Ambrosoli, me-               intenso. Padre Ambrosoli è stato per me un confratello e amico con
dico- missionario comboniano che               cui ho condiviso alcuni tratti del mio cammino durante la mia prima
lasciò l’azienda familiare del miele e         esperienza missionaria fra il popolo acholi (leggi acioli). Quando ero
delle caramelle, sacrificando la sua           a Patongo, ogni tanto andavo a confessarmi da lui, e qualche volta ho
vita per gli africani, un beato.               ascoltato la sua confessione. Di lui conservo molti ricordi, soprattutto
La miracolata si chiama Lucia Lo-              la dolorosa vicenda dell’ultimo viaggio quando, nel febbraio 1987,
mokol. La sera del 25 ottobre 2008             siamo stati costretti dall’esercito del nuovo governo ad abbandona-
(la donna aveva 20 anni) stava per             re le nostre missioni. Umile, semplice e sempre disponibile, padre
morire di setticemia, perso il figlio          Giuseppe era uno che credeva davvero – come è scritto sulla sua
che portava in grembo: nell’ospeda-            tomba – che “Dio è amore e io sono il suo servo per la gente che
le di Matany, nel nord dell’Uganda,            soffre”. Per quanti lo avvicinavano, padre Giuseppe è davvero stato
dove era stata portata in condizioni           un riflesso dell’amorevole cura di Dio per tutti i suoi figli, specialmente
estreme, non c’erano più mezzi: im-            i malati e sofferenti. La Chiesa ha riconosciuto ora l’eroicità della sua
possibile salvarla.
                                               testimonianza e ce lo addita come modello. L’anno prossimo (il 2020)
È allora che il medico Eric Dominic,
                                               celebreremo con gioia la sua beatificazione. D’accordo con il nuovo
origini torinesi, le mise sul cusci-
no l’immagine di padre Giuseppe                vescovo, ho pensato di dedicargli una finestra della cattedrale, di
e chiese ai familiari di invocare “ il         fronte a quella di san Daniele Comboni. Personalmente, mi consola e
grande dottore”, morto il 27 marzo             incoraggia sapere che ora, lassù, ho un compagno di viaggio a cui ri-
del 1987 in Uganda, costretto ad ab-           volgermi perché mi accompagni e aiuti nel mio ultimo tratto di strada!
bandonare la missione e il suo ospe-           Da Ngetta, continuo infatti il mio cammino nella nuova veste di vesco-
dale di Kalongo dato alle fiamme dai           vo “emerito”, che non ha però nulla a che vedere con l’immagine di un
guerriglieri.                                  pensionato. I lavori per la cattedrale sono…quasi finiti. Il che significa
La mattina dopo, Lucia si era ripresa:         che ogni giorno c’è qualcosa da aggiungere o correggere. Mi ricorda
era viva, come nessuno avrebbe mai             “la fabbrica del duomo”, come dicono a Milano».
pensato.

Un giorno speciale                                                 Cos’è la
Così la nipote Giovanna Ambrosoli ha annunciato
la notizia agli amici e sostenitori dell’ospedale di
                                                                   Fondazione Ambrosoli
Kalongo                                                            La Fondazione Ambrosoli viene costituita nel 1998 dalla

«I  l 28 novembre la Santa Sede ha comunicato il ricono-
    scimento, da parte di papa Francesco, del miracolo
avvenuto per intercessione di padre Giuseppe. La notizia
                                                                   famiglia di padre Giuseppe Ambrosoli e dai missionari
                                                                   comboniani per dare continuità e futuro all’ospedale e
                                                                   alla scuola di ostetricia da lui fondati nel 1957 a Kalongo,
mi ha raggiunta qui a Kalongo mentre partecipavo alla              in Norduganda. Trasparenza, affidabilità e concretezza
riunione del consiglio di amministrazione dell’ospedale.           sono da sempre elementi imprescindibili di ogni nostro
Le campane hanno suonato a festa e l’emozione è stata              intervento.
grande. Questo momento fa sentire ancora più intenso e             Attraverso il sostegno al Dr Ambrosoli Memorial Hospital
profondo l’impegno di tutti coloro che ogni giorno lavorano        e alla St. Mary Midwifery School di Kalongo, si intende
per mantenere vivi questo ospedale e questa scuola a cui           assicurare alle popolazioni locali l’accesso a servizi sa-
padre Giuseppe ha dedicato e sacrificato la sua vita. No-          nitari qualificati per migliorare le condizioni di salute e di
stra responsabilità è sostenere e accompagnare questa              vita di ciascun individuo. Fedeli all’ideale comboniano di
incredibile opera di amore e di servizio per gli ultimi.           “salvare l’Africa con gli africani”, la Fondazione cammina
Insieme a Roberto e alla nostra famiglia voglio condividere        con le comunità locali promuovendo la formazione medica
questa gioia con voi che fate in modo che tutto questo sia         e manageriale locale, per accompagnare l‘ospedale verso
possibile. Ogni giorno».                                           l’autonomia futura e sostenere il progresso economico e
                                       Giovanna Ambrosoli          sociale del Paese.

                                                              13
Testimonianza

                      PADRE MANUEL JOÃO PEREIRA CORREIA

                      La vita è bella
                      …ma breve per realizzare tutti i nostri sogni.
                      “Mi trovo totalmente immobilizzato,
                      ma sento una pienezza di mente e di cuore,
                      sogno una realizzazione che prima non conoscevo.
                      Questa sedia a rotelle è diventata per me il migliore
                      dei pulpiti”. Così si esprime un comboniano
                      di origine portoghese che vive con la Sla
                      a Castel d’Azzano (Verona) con altri confratelli
                      anziani e ammalati

I
   l 2010 segna una svolta nella vo-     pronto per il Togo (Africa occiden-       Ed ecco a fine 2010 la rivelazione
   cazione e missione di padre Ma-       tale), dove lavora come missionario       inaspettata. La racconta agli amici:
   nuel João, missionario combo-         fino al 1993, quando è chiamato a         «Il prossimo 28 dicembre lascerò
niano, nato a Penajoia, sulla riva del   Roma per coordinare la formazione         il Togo e ritornerò in Europa, senza
fiume Douro, nel nord del Portogallo.    dei giovani candidati all’Istituto com-   sapere cosa mi aspetta. La malattia
Prete dal 15 agosto 1978, vive i pri-    boniano. Fa ritorno in Togo nel 2002.     che mi è stata diagnosticata (la scle-
mi anni di sacerdozio nella comunità     Col 1° gennaio 2005 inizia il suo         rosi laterale amiotrofica, SLA) segue
comboniana di Coimbra (Portogal-         servizio come superiore provin-           il suo corso e mi porterà con lei, invi-
lo), dedicandosi alla promozione         ciale dei missionari comboniani di        tandomi a uno sguardo diverso sulla
vocazionale dei giovani. Nel 1985 è      Togo, Ghana e Benin.                      vita. Rivisitando luoghi e persone, la

                                                           14
mente corre verso il passato, ricor-      prima con le stampelle e poi con la         mesi fa ho avuto una crisi respirato-
dando la prima volta, il mio arrivo in    sedia a rotelle, superando la pro-          ria, sono stato in ospedale per quat-
missione, giovane missionario pieno       gnosi dei medici. Ma nel 2016 deve          tro lunghe settimane e mi hanno fatto
di sogni ed entusiasmo. Sono già          lasciare Roma per essere traferito          la tracheotomia. Adesso respiro con
passati 25 anni! Allora, tutto era nuo-   in una comunità (Castel D’Azzano,           l’aiuto della macchina ed è con dif-
vo per me e mi sono lanciato, ani-        a Verona) dove – come dice – «io            ficoltà che riesco a farmi capire. Ad
ma e corpo, in questa avventura. Le       possa essere meglio assistito per-          ogni modo, non ho perso il buon
difficoltà dell’inizio, l’adattamento     ché la mia inseparabile compagna,           umore e, nonostante le difficoltà
al clima, lo sforzo per imparare la       la sla, non mi molla». Va a Verona          e gli imprevisti della malattia, sto
lingua e i costumi, l’impegno e la        «per rispondere a un’altra chiama-          bene. Mi sento sereno, un dono
sfida di una nuova cultura… non           ta di Dio a lasciare le mie sicurez-        che Dio mi concede grazie a voi. È
hanno diminuito il mio entusia-           ze e partire, ancora una volta, in          vero che mi ritrovo ogni volta più limi-
smo. Oggi, molte cose sono cam-           missione. Si tratta della penultima         tato nel corpo, adesso praticamen-
biate; è cambiata l’Africa e la sua       missione, poiché l’ultima sarà quella       te paralizzato, ma non mi mancano
gente, il volto della Chiesa e dei mis-   che ci verrà affidata in Paradiso. Mi       il sorriso e la buona disposizione,
sionari… e sono cambiato anch’io,         dispongo a viverla con l’impegno e          e lodo Iddio ogni giorno per il dono
com’è naturale!».                         la generosità dei lavoratori dell’ulti-     della vita. Non potendo usare le dita
Il cambiamento in atto, con la ma-        ma ora della parabola evangelica».          per scrivere, o la voce per dettare,
lattia, lo ha allontanato per sempre      E rassicura gli amici: «Non parto da        ho dovuto imparare ad usare il pun-
dall’Africa. Padre Manuel João vede       solo, vi porto nel cuore. Vi sono grato     tatore oculare; cioè, vi scrivo… con
questo allontanamento come un             per l’amicizia e la preghiera che han-      gli occhi! Meraviglie della tecnica!».
passaggio di testimone: «È grande         no ottenuto per me il miracolo della
                                          serenità e della gioia che mi hanno                                       a cura di
la soddisfazione nel vedere altri gio-                                                 padre Manuel Augusto Lopes Ferreira
vani missionari che raccolgono la         accompagnato nella malattia».
                                          Nel corso del 2018 accade un altro                        missionario comboniano
fiaccola dell’ideale missionario che
ha animato la nostra vita, pronti a       momento di “svolta” nel suo cam-            (continua nel numero di marzo
continuare adesso la comune mis-          mino, che racconta agli amici: «Sei         con un’intervista )
sione; ma ritornare a casa è sempre
un momento doloroso per un missio-
nario che ha fatto della missione la
sua patria».
Ma vede questo ritorno forzato in Eu-
ropa come una nuova opportunità e
un nuovo inizio, e lo descrive così
agli amici: «Ritorno sereno, convin-
to che il Signore continuerà fedele
alla promessa che mi ha fatto: Sarò
sempre con te, per dare senso alla
tua vita! Ritorno, perciò, convinto
che il meglio debba ancora veni-
re! Come il vino del miracolo di
Gesù alle nozze di Cana! Termino
la mia missione in Africa lodando il
Signore e accogliendo il Suo invito
a riprendere il cammino. Con il mio
passo incerto, a causa della malat-          Luce per i popoli d’Africa
tia, mi rivedo bambino che impara a
camminare. Dove mi porterà questa
strada non lo so… Ma sento che Dio
mi invita alla fiducia, all’abbandono
                                            N     el suo messaggio “alla Città di Roma e al mondo”, a Natale, papa Fran-
                                                  cesco ha tra l’altro detto: «Il Signore che è nato sia luce per i popoli
                                             dell’Africa, dove perdurano situazioni sociali e politiche che spesso costrin-
nelle Sue mani».                             gono le persone ad emigrare, privandole di una casa e di una famiglia.
Il cammino è determinato dalla natu-         Sia pace per la popolazione che vive nelle regioni orientali della Repubbli-
ra della malattia che avanza e limita i      ca democratica del Congo, martoriata da persistenti conflitti. Sia conforto
movimenti, a cominciare dalle gam-           per quanti patiscono a causa delle violenze, delle calamità naturali o delle
be. Padre Manuel João è destinato a          emergenze sanitarie. Sia conforto a quanti sono perseguitati a causa della
Roma, per far parte dell’équipe che          loro fede religiosa, specialmente i missionari e i fedeli rapiti, e a quanti ca-
coordina la formazione permanente            dono vittime di attacchi da parte di gruppi estremisti, soprattutto in Burkina
dell’Istituto comboniano. Resiste al         Faso, Mali, Niger e Nigeria».
decorso della malattia muovendosi

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Attualità

SUD SUDAN                                                                                                                                   primi missionari in Sud Sudan), un
                                                                                                                                            rappresentante della diocesi di Ve-

Centenario della fede                                                                                                                       rona – mons. Sergio Marcazzani – e
                                                                                                                                            uno dell’Istituto Mazza.
                                                                                                                                            Scrive mons. Marcazzani a proposito
                                                                                                                                            di don Angelo Vinco, primo evange-
                                                                                                                                            lizzatore di queste terre: «È l’uomo,
                                                                                                                                            lo studioso, il prete-missionario che
                                                                                                                                            desidera incontrare gli uomini, di-
                                                                                                                                            ventarne amico e compagno di viag-
                                                                                                                                            gio, e si fa uno di loro sempre preoc-
                                                                                                                                            cupato dei più dimenticati. Tra loro e
                                                                                                                                            per loro, nella località di Libo – isola
                                                                                                                                            di Gondòkoro, nel mezzo del grande
                                                                                                                                            Nilo – il 22 gennaio 1853, a 33 anni di
                                                                                                                                            età, immola la sua vita: fino ad oggi
                                                                                                                                            quel luogo è per tutti “terra santa” e
                                                                                                                                            memoria viva di “colui che per noi è
                                                                                                                                            un santo”».
                                                                                                                                            I momenti salienti della bella liturgia
                                                                                                                                            sono stati l’intervento del Card. Zu-
...di una Chiesa viva e sulla croce, come la                                                                                                beir, i gruppi danzanti, i canti dello
                                                                                                                                            straordinario coro e la lunga proces-
definisce mons. Paulino. Il 1° novembre, la Chiesa                                                                                          sione dei fedeli al momento delle
in Sud Sudan, in particolare, l’arcidiocesi di Juba,                                                                                        offerte. Vibrava in tutti la grande
ha celebrato un evento memorabile, la chiusura                                                                                              speranza di una nuova era per la
                                                                                                                                            Chiesa in Sud Sudan e per le pro-
del centenario della Fede                                                                                                                   spettive di pace e di riconciliazione
                                                                                                                                            tra la popolazione sudsudanese.

U
       na solenne cerimonia, piena                                    Hanno preso parte alla cerimonia                                      Alla fine, diversi vescovi si sono rivol-
       di colori, preghiere, canti,                                   anche il presidente della Repubbli-                                   ti ai fedeli e lo stesso presidente del-
       danze e offerte, quella che                                    ca del Sud Sudan, il generale Sal-                                    la repubblica ha salutato i presenti,
si è svolta sul terreno della prima                                   va Kiir Mayardit, e diversi ministri di                               impegnandosi una volta di più a gui-
parrocchia della diocesi di Juba, la                                  stato, governatori, commissari e altre                                dare il cammino verso la pace tra le
chiesa di Tutti i santi, a Rejàf.                                     autorità laiche. C’era anche una de-                                  diverse etnie e fazioni del paese.
La celebrazione eucaristica è iniziata                                legazione della parrocchia di Cerro                                   Tutti sono rientrati nelle loro case con
verso le 10.30 del mattino con la par-                                Veronese, città natale di don Angelo                                  gioia, lodando il Signore per questo
tecipazione di più di 15.000 pellegri-                                Vinco (sacerdote mazziano, uno dei                                    tempo di grazia per tutti i sudsudanesi.
ni provenienti da tutta l’arcidiocesi
e da altre località. L’evento è stato
promosso dall’arcivescovo Paulino
Lukudu Loro (ora emerito) e dal suo                                        Messaggio di Natale
vescovo ausiliare mons. Santo Loku
Pio. Tra gli ospiti illustri c’erano il                                    ai leader politici sudsudanesi
cardinale Gabriel Zubeir Wako, ve-
                                                                           Il giorno di Natale, congiuntamente all’arcivescovo di Canterbury,
scovo emerito di Khartoum e cele-
                                                                           S.G. Justin Welby, e dell’ex moderatore della Chiesa di Scozia,
brante principale, tutti i vescovi del-
la Conferenza episcopale cattolica                                         Rev. Dr John Chalmers, papa Francesco ha inviato un messaggio
sudanese, e i padri Tesfaye Tadesse,                                       ai leader sudsudanesi
superiore generale dei comboniani,                                         Illustri signori,
accompagnato da Alcides Costa,                                             In occasione del Santo Natale e dell’inizio del Nuovo Anno, desideriamo for-
assistente generale, venuti da Roma                                        mulare a voi e al popolo sudsudanese i migliori auguri di pace e di prosperità,
per una visita pastorale ai confratelli                                    assicurando la nostra vicinanza ai vostri sforzi per l’attuazione sollecita degli
nel paese.                                                                 Accordi di pace. Eleviamo pertanto le nostre preghiere al Cristo Salvatore per
Il 90% dei presenti ha meno di 30-40                                       un rinnovato impegno nel cammino di riconciliazione e di fraternità e invochia-
anni. «Celebriamo cent’anni della                                          mo abbondanti benedizioni su ciascuno di voi e sull’intera nazione. Il Signore
fede – dicono tutti – ma la nostra                                         Gesù, Principe della Pace, illumini e guidi i vostri passi nella bontà e nella veri-
fede ha 70 anni di più: ci è arrivata                                      tà, affinché si renda possibile la nostra auspicata visita a codesto caro Paese.
da don Angelo Vinco che per noi è                                                                                                      Francesco, Justin Welby, John Chalmers
un santo».

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