La pace come cammino di speranza - MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE - Fondazione Nigrizia
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
MENSILE DI INFORMAZIONE DEI MISSIONARI COMBONIANI 1-2 – 2020 ANNO XXXIX (nuova serie) N. 1-2 Gennaio-Febbraio 2020 – 37129 Verona - Vicolo Pozzo, 1 – Poste Italiane Spa Sped. in A.P. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB Verona MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA (…) Dobbiamo perseguire una reale fratellanza, basata sulla comune ori- MONDIALE DELLA PACE gine da Dio ed esercitata nel dialogo La pace come e nella fiducia reciproca. Il desiderio di pace è profondamente inscritto nel cuore dell’uomo e non dobbiamo cammino di speranza rassegnarci a nulla che sia meno di questo. (…) La pace è «un edificio da co- Dialogo, riconciliazione e conversione ecologica. struirsi continuamente», un cammi- no che facciamo insieme cercando Questo il titolo delmessaggio di papa Francesco sempre il bene comune e impegnan- per la 53a Giornata mondiale della pace celebrata doci a mantenere la parola data e a rispettare il diritto. Nell’ascolto reci- il 1° gennaio. Stralciamo proco possono crescere anche la conoscenza e la stima dell’altro, fino al punto di riconoscere nel nemico il L a pace è un bene prezioso, og- (…) La guerra, lo sappiamo, comincia volto di un fratello. getto della nostra speranza, al spesso con l’insofferenza per la diver- quale aspira tutta l’umanità. (…) Ci guida il brano del Vangelo sità dell’altro, che fomenta il desiderio che riporta il seguente colloquio tra (…) La nostra comunità umana por- di possesso e la volontà di dominio. Pietro e Gesù: «“Signore, se il mio ta, nella memoria e nella carne, i Nasce nel cuore dell’uomo dall’egoi- fratello commette colpe contro di segni delle guerre e dei conflitti che smo e dalla superbia, dall’odio che me, quante volte dovrò perdonar- si sono succeduti, con cre- gli? Fino a sette volte?”. E scente capacità distruttiva, Gesù gli rispose: “Non ti e che non cessano di colpire dico fino a sette volte, ma specialmente i più poveri e i fino a settanta volte sette”» più deboli. Anche intere na- (Mt 18,21-22). Questo cam- zioni stentano a liberarsi dal- mino di riconciliazione ci chiama a trovare nel profon- le catene dello sfruttamen- do del nostro cuore la forza to e della corruzione, che del perdono e la capacità alimentano odi e violenze. di riconoscerci come fratelli Ancora oggi, a tanti uomini e sorelle. Imparare a vive- e donne, a bambini e anzia- re nel perdono accresce la ni, sono negate la dignità, nostra capacità di diventare l’integrità fisica, la libertà, donne e uomini di pace. compresa quella religiosa, (…) Che Maria, Madre del la solidarietà comunitaria, la Principe della pace e Madre speranza nel futuro. di tutti i popoli della terra, ci (…) Le terribili prove dei accompagni e ci sostenga conflitti civili e di quelli internazio- induce a distruggere, a rinchiudere nel cammino di riconciliazione, pas- nali, aggravate spesso da violenze l’altro in un’immagine negativa, ad so dopo passo. prive di ogni pietà, segnano a lungo escluderlo e cancellarlo. La guerra E che ogni persona, venendo in que- il corpo e l’anima dell’umanità. Ogni si nutre di perversione delle relazioni, sto mondo, possa conoscere un’esi- guerra, in realtà, si rivela un fratrici- di ambizioni egemoniche, di abusi di stenza di pace e sviluppare piena- dio che distrugge lo stesso progetto potere, di paura dell’altro e della dif- mente la promessa d’amore e di vita di fratellanza, inscritto nella vocazio- ferenza vista come ostacolo; e nello che porta in sé. ne della famiglia umana. stesso tempo alimenta tutto questo. Francesco
In Pace Christi FRATEL GIUSEPPE ZAMBONI SCARDEVARA DI RONCO ALL’ADIGE (VR) 25-9-1936 CASTEL D’AZZANO (VR)14-12-2019 Una vita vissuta nell’amore Un fratello buono e sorridente, dolce, umile e gentile, grande lavoratore e uomo di preghiera. Un fratello pienamente identificato con la sua vocazione comboniana M i chiamo Giuseppe Zamboni. nato con gioia e fiducia in mezzo a to cammino da buoni cristiani, nel- Sono nato a Scardevara iI non poche difficoltà, ma nella gioia di la giustizia e nella gioia di servire 25 settembre 1936. Sono Gesù che, per sua grazia, mi avreb- Dio e le sorelle e i fratelli bisognosi. vissuto quasi sempre in paese be sempre sostenuto. Così è stato e Sempre con voi nella preghiera, nella fino alla mia entrata a 19 anni, il 5 spero sia così fino all’ultimo respiro gioia e nella pace. settembre 1955, nel noviziato dei della mia vita. Ho quindi tanto da Fratel Giuseppe Zamboni missionari comboniani a Firenze ringraziare il Buon Dio per questa missionario comboniano per diventare fratello missionario. bella vocazione che tanto amo. Prima di allora, avevo lavorato per 4 Dopo il noviziato e 6 anni vissuti in stagioni nella ditta Vittorio Meneghini. Italia, ho avuto modo di girare un po’ Da piccolo volevo diventare sa- il mondo, ma solo e sempre per ob- cerdote missionario. È così che ho bedienza, nel servizio di Dio e dei no- vissuto un periodo di tempo in se- stri fratelli e delle nostre sorelle. Sono minario. Sono però poi stato con- stato un anno in Inghilterra, 11 anni in sigliato a uscire per… mancanza Brasile, 6 anni in Spagna, quasi 7 in di vocazione!? Più tardi, all’età di 18 Baja California (Messico), e i restanti anni, un missionario mi chiese, così qui in Malawi e Zambia. Da oltre tre all’improvviso: “Perché non ti fai fra- anni mi trovo nel noviziato di Lusaka, tello missionario?” Gli risposi:“E per- conoscendo ed amando Dio e i fra- ché no?” telli, e preparandomi alla buona mor- E poi quante lotte interiori si susse- te…ringraziando tanto il Signore per guirono…Per pura casualità (voluta questa vocazione e per la mia buona da Dio) trovai in noviziato, come con- famiglia, specialmente nonna Augu- fessore, quello stesso padre che mi sta, i parroci e tutta la buona gente di aveva consigliato di abbandonare Scardevara. per… non sicura vocazione. Il Signo- Con grande gioia, anche se lontano re ha però messo sul mio cammino un santo sacerdote, che ancora vive con il corpo, ma vicino e in mezzo a voi con lo spirito, siamo tanto e tanto Abbonamento oltre i cento anni, assicurandomi in con voi tutti per questa bella ricorren- Euro 35,00 nome di Dio che la mia vocazione za. I santi Filippo e Giacomo, nostri abbonamenti@fondazionenigrizia.it era sicura. Così ho sempre cammi- protettori, ci guidino sempre sul ret- 2
nitori che vivono accanto ai loro figli. (…) Questo vostro unico figlio fu diretto da voi pel cielo, questo vostro figlio, ch’era tutto il vostro patrimonio in terra, l’avete consacrato inte- ramente a Dio, non riserbando per voi che un perenne sacrifizio della sua lontananza, ed anche della sua perdita per amore di G. Cristo». E così scriveva fratel Giuseppe nel 1985: «Se sapeste quanto vi voglio bene e come spesso penso a voi col grande desiderio di rivedervi e passare assieme almeno un poco di tempo; però la vita mis- sionaria che il Signore nella Sua infinita bontà e misericordia mi ha dato, richiede anche questi sacrifici e rinunce». Quella di fratel Giuseppe era una famiglia com- posta di tanti fratelli e di una sola sorella che si fece religiosa e partì missionaria in Giappone. Malawi. Assemblea cristiana in preghiera Una famiglia di quelle di una volta, in cui il la- voro e il guadagnarsi il pane erano qualcosa di fondamentale. Una famiglia profondamente C osì fratel Giuseppe scriveva ai suoi compaesani in occasione del 50° della sua professione religiosa. All’annuncio della sua morte, un confratello ha scritto: cristiana, in cui si coltivava la solidarietà con i più poveri, a cui era sempre aperta la porta. E in cui si riteneva che il regalo più bello che si potesse fare a più povero di sé era «Sono qui a pensare e a pregare per il buon Bepi. A quello di un figlio, una figlia, un fratello, una sorella che me ha insegnato le cose più fondamentali della vita andassero nel mondo ad annunciare il vangelo ai lontani. missionaria e cioè il lavoro e la preghiera, vissuti nella Non c’è da meravigliarsi quindi che fratel Giuseppe abbia massima umiltà. Non ha mai imparato il chichewa, la fatto “causa comune”, come voleva san Daniele Comboni lingua africana, e neppure l’inglese. Ha parlato sempre per i suoi figli, con le persone cui il Signore lo inviava. E con la sua vita, la lingua che noi di certo non abbiamo che dietro di lui ci fossero a sostenerlo i suoi cari che con ancora imparato bene e cioè quella dell’Amore. Ha lui condividevano la fede e quindi anche la missione, e che amato tanto. Forse anche per questo il suo cuore a furia sono stati visti vicini a Giuseppe nell’assisterlo, visitarlo e di amare si è stancato. Lo porto nel cuore. Lui dall’alto accompagnarlo fino all’ultimo respiro. continuerà a pregare per noi. Ne sono certo». La sua famiglia e la comunità di Scardevara hanno voluto Durante il suo funerale nella comunità di Castel d’Azzano onorare fratel Giuseppe accogliendolo nel cimitero del (Vr), padre Renzo Piazza, suo ultimo superiore, ha sinte- paese perché riposi tra i suoi in attesa della risurrezio- tizzano l’esperienza umana e spirituale del discepolo del ne. Si sono stretti a lui, martedì 17 dicembre, per dirgli, Signore, che è stato fratel Giuseppe, in due parole: amare durante il funerale in paese, e anche con il canto della e servire. Cose che fratel Giuseppe ha fatto «nei suoi 83 liturgia magistralmente eseguito dalla corale, il grazie anni di vita, di cui 62 spesi come fratello missionario com- riconoscente che fratel Giuseppe merita. boniano per amare e servire i fratelli d’Inghilterra, Brasile, padre Elio Spagna, Messico, Malawi-Zambia e Italia». Nel 1985 dal Messico così scriveva alla famiglia: «La mia salute è buona, anche se ho addosso una continua stanchezza che non mi permette sempre di fare ciò che tanto desidero». Una vita, quella di fratel Giuseppe, colma di lavoro, di umile servizio e fatica, sempre, senza sosta. E ora, in paradiso, non sta certo tranquillo a riposarsi. E mentre trascorre il suo tempo con Colui il cui volto ha sempre cercato e amato con tutto il cuore e con tutte le sue forze, intercede per quanti ha incontrato, stimato e amato nella sua lunga vita missionaria. Non dimentica certo i novizi africani con cui ha vissuto i suoi ultimi anni in terra d’Africa. Padre Renzo ha citato san Daniele Comboni che a suo padre ricordava: «Non mi dite che sono beati quei ge- Malawi. Incontro di comboniani 3
Vita comboniana Assemblea provinciale elettiva Dal 25 al 29 novembre i rappresentanti delle 24 comunità comboniane in Italia si sono ritrovati a Villa Baratoff (Pesaro) per l’assemblea elettiva S ono stati giorni belli di Il provinciale uscente, p. Giovanni nell’attenzione agli immigrati la convivenza fraterna, confronto, Munari, al termine dei suoi 6 anni di grande sfida degli anni che stiamo riflessione e condivisione, servizio di animazione dei confratelli vivendo con cui confrontarci e quelli vissuti da più di 40 comboniani, in Italia, ha offerto una sua riflessione giocarci il nostro futuro. Nel sinodo rappresentanti-delegati della propria su questo momento bello e difficile sull’Amazzonia, celebratosi a Roma comunità, che si sono riuniti a Pesaro allo stesso tempo che stiamo nell’ottobre scorso, padre Giovanni a fine novembre con l’obiettivo di fare attraversando. «Ho sempre avuto vede il paradigma di una riflessione una verifica sul cammino provinciale chiaro – ha detto padre Giovanni – e azione della Chiesa, ma anche del degli ultimi anni e pianificare il che siamo in un momento di svolta… nostro Istituto in Italia. futuro. Ogni delegato era chiamato a Ho l’impressione che c’è un mondo L’assemblea si è poi confrontata con rispondere alla domanda: - Qual è la che sta andando in frantumi e ce don Paolo Boschini, un prete della cosa più significativa accaduta nella n’è un altro che un po’ alla volta si fa diocesi di Modena-Nonantola («Met- tua comunità in questi ultimi tre anni? strada. Che richiederebbe risposte tiamola così – racconta –. Sono un Si è così accolto il vissuto delle velocissime, mentre noi, quando prete cattolico che si è trovato con comunità e ci si è ascoltati, cosa riusciamo, rispondiamo purtroppo due “figli” musulmani». Don Paolo, sempre molto arricchente. Perché sempre in ritardo». Padre Giovanni parroco della parrocchia della Bea- sono tante le cose belle che i ha ricordato che, nella fedeltà ta Vergine Addolorata, riassume in comboniani in Italia fanno e le all’invito di papa Francesco, noi tono scherzoso la sua esperienza iniziative che portano avanti. comboniani abbiamo identificato all’interno del progetto Welchome. 4
un istituto missionario come il nostro. della vita della provincia che, nel “Da dove cominciare? Da esperienze pensiero della maggioranza dei che ci costringano a prenderci cura presenti, dovevano trovare spazio di qualcun altro: meglio se questo all’interno del Consiglio provinciale: qualcun altro è una persona di cui la pastorale giovanile e vocazionale, nessuno si prende cura davvero”, ci e l’animazione missionaria. La scelta ha detto don Paolo. è caduta su padre Alessio Geraci Il nostro assistente generale, padre della comunità di Padova (GIM) Pietro Ciuciulla, venuto apposta da e padre Antonio Guglielmi, della Roma, ci ha quindi offerto una rifles- sione sulle sfide di questo momento comunità di Palermo. storico, a livello mondiale e di istituto. Il Consiglio provinciale che anime- Ha denunciato il clima di rifiuto, se rà i confratelli presenti in Italia (dal 1 non di odio, che si sta diffondendo gennaio 2020 al 31 dicembre 2022) in Europa contro lo straniero, mentre è così costituito: padre Fabio Bal- “la nostra missione in Europa so- dan, provinciale, 5 consiglieri sa- gna società multiculturali capaci cerdoti (i padri Giorgio Aldegheri di accogliere e integrare”, ha detto. della comunità di Rebbio, Eliseo Padre Pietro non si nasconde le sfi- Tacchella della comunità del CCM de che l’Istituto si trova ad affrontare: di Verona, Daniele Moschetti della l’invecchiamento della guardia eu- comunità di Castel Volturno, Anto- ropea e l’irruzione dei nuovi combo- nio Guglielmi e Alessio Geraci) e niani dal sud del mondo, l’Africa in dal fratello Roberto Bertolo della particolare. Che non potranno non comunità di Brescia. incarnare in maniera “inculturata” Al termine dell’assemblea, il nuovo il carisma di san Daniele Comboni provinciale, padre Fabio Baldan, ha oggi. Padre Fernando Zolli, intervenendo condiviso lo spirito con cui intende a nome della commissione Giusti- prestare il suo servizio di animazione zia e pace, salvaguardia della cre- della provincia nel prossimo triennio, azione ha proposto alcune iniziative contando sulla collaborazione di per sostenere processi di conversio- tutti i confratelli, non nascondendo ne ecologica integrale nelle nostre però l’impressione che “molti di noi Lo stesso che vede impegnate an- comunità. L’enciclica Laudato si’ di sembrano aver rinunciato a tornare che altre dodici famiglie della città di papa Francesco è un punto di rife- in missione, col risultato di tirare i Modena nell’accoglienza di minori rimento imprescindibile anche per remi in barca”. stranieri non accompagnati, per un ogni comboniano. L’assemblea ha approvato, prima periodo della durata minima di sei Si è infine provveduto all’elezione di concludersi, una mozione di mesi). degli ultimi 2 consiglieri provinciali, sostegno a padre Alex Zanotelli “in Il titolo dell’intervento di don Paolo: “In da affiancare ai 4 eletti a suffragio seguito a ripetuti attacchi denigranti questo momento di cambiamento universale, individuati con espressi da alcuni esponenti politici”. n e l l a v i t a e d i n a m i ch e d e l l a “criteri ministeriali”. Si sono voluti Chiesa e della società italiana, accentuare due aspetti in particolare i confratelli partecipanti quale può essere il contributo di un istituto missionario?”. Don Paolo ha inserito la sua riflessione ANNO 94 - N. 1079 - € 3,00 POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE DECRETO LEGGE 353/2003, (CONVERTITO IN LEGGE IL 27/02/2004 N. 46) ARTICOLO 1, COMMA 1, DCB VERONA numero 1 in un contesto molto ampio, quello gennaio 2020 sociale, politico, culturale e religioso Un anno dell’Italia di oggi. Ha parlato di “una società malata d’individualismo SENZA e carica di odio”, di una politica BUFALE LA NATURA PER MANO incapace di rispondere ai bisogni Abbonamento della gente, di processi culturali in Euro 25,00 grande trasformazione e anche della nostra Chiesa italiana imprigionata con Mondiario in schemi, modelli e strutture del Euro 30,00 passato. Per ognuno di questi settori PIACERE! SONO Rita Levi abbonamenti@fondazionenigrizia.it Montalcini ha individuato possibilità e stimoli che dovrebbero essere accolti da 5
Vita comboniana SAN TOMÌO (VERONA) Ballan, “imprestato” per l’occasione alla comunità di san Tomìo e che si è CENTO ANNI DI PRESENZA COMBONIANA generosamente investito per l’ottimo Eucaristia, svolgimento delle celebrazioni. Vari sono stati i confratelli presenti in questa o quella occasione. Molto riconciliazione apprezzata e significativa anche la gradita presenza, il 23 novembre, e missione del cardinale Laurent Monsengwo, arcivescovo emerito di Kinshasa. Nella chiesa di san Tomìo, a due passi da Piazza Erbe, in pieno centro Il mese di novembre ha visto un susseguirsi di della città di Verona, san Daniele celebrazioni per ricordare i cento anni di presenza Comboni passò anche da vescovo: il 3 dicembre 1877, e il 10 seguente ininterrotta dei comboniani in quello che è ricevette il mandato e la benedizione considerato un importante “polmone spirituale della del suo vescovo, il card. Luigi di città” di Verona: la chiesa di san Tommaso apostolo, Canossa, prima di ripartire per l’Africa con un drappello di nove missionari e detta comunemente da secoli san Tomìo le prime 5 suore comboniane. Nel suo messaggio riconoscente L e celebrazioni eucaristiche in- del Centro missionario diocesano, per il lavoro compiuto – “i combo- tendevano sottolineare il vin- il 3 novembre, a quella presieduta niani a san Tomìo da cent’anni” –, colo che lega i comboniani alla dal vescovo della diocesi, mons. monsignor Zenti, vescovo della cit- diocesi di san Zeno. Si è cominciato Giuseppe Zenti il 23 novembre, tà, parla di san Tomìo come di un con la celebrazione del 27 ottobre per finire con quella che ha visto la “faro” che «proietta anche oggi tre nella chiesa di San Nicolò (la par- presenza di padre Tesfaye Tadesse potenti fasci di luce capaci di orien- rocchia in cui si trova san Tomìo), Gebresilasie, superiore generale tare la coscienza e l’opera di quanti per passare a quella presieduta da dei comboniani, il 30 novembre. Gli si mettono alla scuola e al servizio don Giuseppe Mirandola, direttore onori di casa li ha fatti padre Romeo del vangelo»: San Tomìo (VR). Il vescovo di Verona con i concelebranti la sera del 23 novembre. Alla sua destra, il card. Monsengwo 6
San Tomìo (VR). Il coro parrocchiale di Fumane di Valpolicella ha animato l’eucaristia presieduta dal vescovo di Verona sabato 23 novembre 1) “Il primo fascio di luce è costituito patrono della città, il 22 agosto 1880: «Celebrare 100 anni di presenza inin- dall’Eucaristia”, che vi è celebrata «No, no, Verona, l’ubertà del tuo terrotta dei Missionari Comboniani a e adorata quotidianamente, a parti- suolo, l’amenità dei famosi tuoi col- San Tomìo – scrive il Consiglio genera- re dalla festa del Corpus Domini del li, la dolcezza del tuo clima, la ma- le – diventa occasione per fare memo- 1945, grazie a un voto del vescovo gnificenza dei tuoi monumenti non ria del dono che Dio ci ha fatto come Girolamo Cardinale e all’impegno di sono ciò che ti fanno di vera gloria Istituto e del cammino che ci ha fatto Maria Martini, grande benefattrice bella e onorata: perocché a che ti fare in questi lunghi anni di servizio e delle missioni comboniane. gioverebbero questi vanti senza la ministero ai fedeli che ci sono stati affi- 2) “Il secondo è dato dall’esperien- fede in Gesù Cristo?» (Scritti, 6070). dati da Dio, attraverso la Chiesa». za del perdono”. C’è sempre, quan- do la chiesa è aperta, un sacerdote comboniano che assolve e perdona in nome di Gesù. febbraio 3) “Il terzo scaturisce dalla gioia Ascoltato il Vangelo, della missione”. Perché, come scri- Francesco disse: ve il vescovo Giuseppe, «riconciliati “Questo voglio, con il Padre, illuminati dalla Parola, questo chiedo, sostenuti dal Pane di Vita, siamo questo desidero fare ora in grado di rimetterci in cammi- con tutto il cuore!” no per realizzare quella missione evangelizzatrice che il Signore ha affidato a ciascuno di noi con le pa- role stesse con le quali si era rivolto ai suoi apostoli: “date loro voi stessi Intenzione di preghiera da mangiare”». Perché i superiori di tutte le circoscrizioni MCCJ radunati a Roma siano Anche il Consiglio generale dei com- illuminati dallo Spirito e possano trovare le vie migliori per dare nuovo boniani ha inviato ai confratelli di San vigore al nostro servizio missionario nei vari continenti. Preghiamo. Tomìo una lettera, in data 10 ottobre, ricordando parole di san Daniele Se vuoi andare veloce, cammina da solo. Se vuoi arrivare lontano, Comboni pronunciate in occasione cammina con gli altri. (Proverbio africano) dell’omelia nella basilica di san Zeno, 7
Vita comboniana VERONA/ MARTEDÌ DEL MONDO La speranza dei poveri non sarà delusa Sant’Anastasia in Verona. Don Luigi Ciotti tra don Carlo Vinco (a sinistra) e padre Venanzio Milani Il 3 dicembre per i Martedì del mondo è intervenuto gnarci tutti a lottare contro la pover- tà, soprattutto contro tutto ciò che don Luigi Ciotti. Accolto da un pubblico attento, l’alimenta. Guai ai navigatori solitari, catturato dal suo verbo di testimone per la libertà si impone un impegno collettivo. e la giustizia, contro ogni schiavitù Eppure lo vediamo tutti i giorni quel che accade. «Si è giunti perfino a te- I orizzare e realizzare un’architettura l titolo di questo incontro dei Mar- Nigrizia onlus, tra cui i Martedì del ostile in modo da sbarazzarsi della tedì del mondo, l’ultimo del 2019, mondo. A introdurre don Ciotti è sta- è stato preso dal messaggio di loro presenza anche nelle strade, to un suo amico veronese, don Carlo papa Francesco per la terza Giorna- Vinco, presbitero diocesano, parro- ultimi luoghi di accoglienza», scrive ta mondiale dei poveri (17 novem- co della parrocchia urbana di San Francesco. Quando 30 anni fa ca- bre 2019). Le parole del Salmo 9,19 Luca, che ha tracciato una breve deva il Muro di Berlino, ha ricordato esprimono, secondo il vescovo di ma interessante analisi di una città don Ciotti, i muri erano nel mondo Roma, un’incredibile attualità e una a due volti: uno solidale e ospitale, 16. Oggi se ne contano 70 in 67 pa- profonda verità. Vale ancora oggi la l’altro tacciato di razzismo, come a esi diversi! 18 sono le recinzioni in richiesta di restituire giustizia e supe- volte lo descrivono i media nazionali. Europa, di cui 16 sono state costruite rare le iniquità. Risuonano le doman- Ciò che è certo è che droga e mala- a partire dal 2013. Accogliere è vita, de: «Come può Dio tollerare questa vita mafiosa e ‘ndranghetista hanno è ospitalità. L’esempio è il costato disparità? Come può permettere che intaccato il tessuto anche della città aperto del Cristo in croce: - Attirerò il povero venga umiliato, senza inter- di Giulietta. tutti a me. Gli altri sono il termometro venire in suo aiuto? Perché consen- Nel suo lungo e appassionato in- della nostra umanità. te che chi opprime abbia vita felice tervento, il fondatore dapprima del Ma anche se «si possono costrui- mentre il suo comportamento an- Gruppo Abele, realtà nata come aiu- re tanti muri e sbarrare gli ingressi drebbe condannato proprio dinanzi to concreto ai tossicodipendenti e al- alla sofferenza del povero?». tre varie dipendenze, quindi dell’As- per illudersi di sentirsi sicuri con le Un migliaio di persone sono ac- sociazione Libera contro i soprusi proprie ricchezze a danno di quanti corse ad ascoltare don Luigi Ciotti delle mafie, punto di riferimento per si lasciano fuori. Non sarà così per a Verona nella spaziosa e meravi- oltre 1600 organizzazioni nazionali sempre». Arriverà un giorno in cui, gliosa chiesa del centro storico, e internazionali, ha commentato il il papa ne è certo, si distruggeranno Sant’Anastasia. Gli onori di casa li messaggio di papa Francesco sul- le barriere create tra Paesi e l’arro- faceva padre Venanzio Milani al ter- la povertà, La speranza dei poveri ganza di pochi sarà sostituita con la mine del suo servizio come anima- non sarà delusa. Ha sottolineato, tra solidarietà di tanti. tore delle attività della Fondazione l’altro, quanto necessario sia impe- Silvia Ferrante 8
I Missionari Comboniani in Italia BARI LECCE ROMA (Eur) Via Giulio Petroni, 101 Via per Maglie, km. 5 Via Luigi Lilio, 80 70124 Bari 73020 Cavallino (LE) 00142 Roma tel. 080 5010499 tel. 0832 612561 tel. 06 519451 combobari@yahoo.it combonianilecce@gmail.com curiamccj@comboni.org ccp. 245704 ccp. 13692736 ccp. 568014 BOLOGNA ROMA (San Pancrazio) LIMONE Via dello Scalo, 10/5 Via San Pancrazio, 17/B 40131 Bologna Via Campaldo, 18 00152 Roma tel. 051 432013 25010 Limone sul Garda (BS) tel. 06 8992730 segreteriamccj@gmail.com tel. 0365 954091 combonisanpancrazio@gmail.com ccp. 23973407 combonianilimone@yahoo.it ccp. 11893005 ccp. 1030493413 BRESCIA TRENTO Viale Venezia, 112 LUCCA Via delle Missioni Africane, 13 25123 Brescia Via del Fosso, 184 tel. 030 3760245 38121 Trento 55100 Lucca tel. 0461 980130 combrescia@virgilio.it tel. 0583 492619 ccp. 14485254 comboniani.trento@gmail.com combonilucca@gmail.com ccp. 12974382 ccp. 11856556 CASAVATORE Via A. Locatelli, 8 TROIA 80020 Casavatore (NA) MILANO Corso Regina Margherita, 9 tel. 081 7312873 Centro “P. Giuseppe Ambrosoli” 71029 Troia (FG) combocasavatore@hotmail.it Largo Missionari Comboniani, 1-3 tel. 0881 970057 ccp. 308809 20161 Milano combonitro@libero.it CAA: tel. 02 6456486 ccp. 12031712 combonianimilano@gmail.com CASTEL D’AZZANO Rettoria: tel. 02 66220535 Centro ammalati e anziani VENEGONO “Fr. Alfredo Fiorini” ccp. 12962205 Via della Missione, 12 Via Oppi, 29 21040 Venegono Superiore (VA) 37060 Castel d’Azzano (VR) PADOVA tel. 0331 865010 tel. 045 8521511 Via S. Giovanni di Verdara, 139 mccjvenegono2014@gmail.com vr.caa@comboniani.org 35137 Padova ccp. 550210 tel. 049 8751506 CASTEL VOLTURNO combonipadova@gmail.com Via Matilde Serao, 8 VERONA Casa Madre gimpadova@giovaniemissione.it 81030 Castel Volturno (CE) Vicolo Pozzo, 1 ccp. 149351 tel. 0823 851390 37129 Verona combonianicastelvolturno@gmail.com tel. 045 8092100 ccp. 19884808 PALERMO casamadre@comboniani.org Parrocchia Santa Lucia ccp. 16433377 CORDENONS Via Enrico Albanese, 2 Vial di Romans, 135 90139 Palermo VERONA C.C.M. 33084 Cordenons (PN) tel. 091 303042 Vicolo Pozzo, 1 tel. 0434 932111 combonipa@gmail.com 37129 Verona comboni.cordenons@gmail.com ccp. 1000764975 tel. 045 8092271 ccp. 11728599 amministrazione@fondazionenigrizia.it PESARO ccp. 10486371 FIRENZE Via Angelo Custode, 18 Via Giovanni Aldini, 2 61122 Pesaro Fondazione Nigrizia onlus 50131 Firenze tel. 0721 50895 Vicolo Pozzo, 1 tel. 055 577960 combonianipesaro@gmail.com combonifi@gmail.com 37129 Verona ccp. 12309613 tel. 045 8092290 ccp. 16123507 abbonamenti@fondazionenigrizia.it GOZZANO REBBIO Via Basilica, 6 Via Salvadonica, 3 VERONA San Tomìo 28024 Gozzano (NO) 22100 Rebbio (CO) Via Mazzini, 6/A tel. 0322 94623 tel. 031 524155 37121 Verona comboniani.gozzano@gmail.com combonianirebbio@virgilio.it tel. 045 8006138 ccp. 16306284 ccp. 19081223 padreporto2003@gmail.com 9
Attualità Campo sfollati a Goma (Rd Congo) RD CONGO Credo sia perché le oppressioni solo scopo di terrorizzare e far fug- sono tali e tante, e anche nell’ordine gire la gente del posto e sostituirla Vincere economico, che la gente riesce appena a tirare il fiato. poi con elementi rwandesi, travestiti da congolesi. Il tutto con documenti il rancore Quando ascolto notizie di massacri autentici procurati dall’ex presidente da parte degli islamisti e della Joseph Kabila (alias Hyppolite Ka- reazione inorridita dell’opinione nambe, un tutsi infiltrato dal presi- Così Elio Farronato scrive pubblica, mi chiedo perché non si dente rwandese Paul Kagame e ai da Kinshasa Bibwa parli mai della gente sgozzata, dei massacri atroci che si compiono suoi ordini). Durante la presidenza Kabila, sono entrati in Rd Congo (Rd Congo) agli amici nell’est del Congo, nella zona probabilmente più di un centinaio ricca di miniere di coltan, razziate di migliaia di rwandesi: inseriti in Q ui mi rivolgo a fratelli e sorelle sistematicamente dal Rwanda, posti chiave dell’esercito e della poli- ridotti in stato miserabile da cui trae la sua tanto decantata zia, eliminando i congolesi autentici, dall’ingordigia umana, prosperità. I vescovi parlano di una intendono dividere la Rd Congo af- attraverso le multinazionali del violenza oltre misura, «Ogni giorno finché il Rwanda possa appropriarsi profitto. Attendono una salvezza – dicono testualmente – questi di quella zona. che sembra tardare a venire. Ma la assassini inventano e mettono in atto C’è una congiura del silenzio che si Parola di Dio dà loro conforto. Sanno, nel profondo del cuore, che Dio non pratiche sempre più crudeli». serve della corruzione e soprattutto delude mai. Questi massacri, nascosti all’infor- del terrore. Esso regna sovrano fra la Nutrono poca fiducia nel nuovo pre- mazione pubblica, ben conosciu- gente del posto perché chi denuncia sidente che prima di Natale, nel suo ti però dai governi internazionali, i soprusi è indicato dagli infiltrati discorso alla nazione, ha promesso continuano anche in questi giorni al rwandesi e sparisce per sempre. che, a partire da gennaio 2020, oltre ventimila funzionari avrebbero per- cepito il loro salario. Naturalmente senza arretrati. Tra di loro sono tanti gli insegnanti che lavorano da più di 10 anni: tutto in regola, ma senza la paga perché sul bollettino di paga, al posto del montante di salario, c’è N.P.=Non- Pagato. Oppure, per i nuovi assunti: N.U. = Nuova-Unità. Purtroppo per ora son solo promesse. Son qui a chieder mi come sia possibile che un’ingiustizia, così grave e tanto palese, possa ancora durare dopo tanti anni, senza suscitare una rivolta popolare. Scuola primaria in Rd Congo 10
Bisogno di speranza I ragazzi mi raccontano: quasi ogni mattina, alla radio si annuncia che questo o quel villaggio è stato attaccato, lasciando un certo numero di morti e feriti. E si tratta dei DA PARTE SUA, IL FRATELLO DI ELIO, loro villaggi. Oltre ai morti e feriti, ecco bruciate case LORENZO, COSÌ SCRIVE DA KISANGANI e i campi sono spogliati del raccolto. Intanto l’esercito regolare e i protettori dell’ONU sono lì ma sembra che Qui in Rd Congo abbiamo bisogno di speranza. La no- proteggano i ribelli più che la popolazione. Che si ribella stra comunità, con 40 giovani candidati missionari, è una alle “forze che non proteggono” e, disperati, bruciano il grande iniezione di speranza in mezzo a tanta tribolazio- municipio. ne. Ed ecco qualche esperienza di questi nostri giovani coraggiosi. Uno mi racconta che, al villaggio, l’insicurezza era tale che ogni notte si coricava con il cuore sospeso e al mat- tino ringraziava il Signore perché era ancora in vita. Ha confidato: “Per vivere tranquillo pensavo di associarmi a qualche banda armata”. Un altro mi dice che la mamma ha dovuto crescere i figli da sola, dopo l’uccisione di papà. Un altro, da chierichetto, il mattino correva alla chiesa per la messa. Un mattino, meravigliato, si ferma attonito di fronte a porte aperte e a un disordine insolito. Sente una voce che grida: «Figliolo, scappa e nasconditi». Terrorizzato parte a gambe levate. Poi, tornata la calma, si costata che i tre preti a servizio della parrocchia sono stati rapiti. Era il 2016. E fino ad oggi di loro non si sa più nulla! Crisi umanitaria nella Repubblica democratica del Congo Altrove, come a Kinshasa, le autorità impediscono ogni manifestazione a loro difesa. Superiori provinciali Qui a Kinshasa non si vive nel 1-1-2020 – 31-12-2022 terrore, certo, ma siamo assediati dalla miseria. Per risparmiare i ASIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. David Costa Domingues soldi del trasporto pubblico, dalla BRASILE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Bossi Dario periferia dove mi trovo, la gente RD CONGO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Ndjadi Ndjate Léonard percorre quotidianamente anche COLOMBIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Villarino Rodríguez Antonio decine di chilometri a piedi, un PROVINCIA DI LINGUA TEDESCA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Grabmann Hubert fiume di persone che avanza con SPAGNA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Pedro Andrés Miguel ECUADOR . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Poletto Ottorino fatica, ostacolato da un altro fiume EGITTO-SUDAN . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Kyankaaga J. Richard di persone che camminano in senso ERITREA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Habtu Teklay Tiluq inverso. Bisogna camminare con ETIOPIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Agostini Sisto loro per capirne la fatica. ITALIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Baldan Fabio Carlo Dappertutto la povera gente che KENYA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Radol Odhiambo Austine si dibatte contro le ingiustizie PROVINCIA DI LONDRA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Pelucchi Alberto quotidiane incontra sempre nuove MESSICO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Sánchez González Enrique difficoltà che non riesce a prevedere. MOZAMBICO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. António Manuel Bogaio Constantino Riesce a fatica a risparmiare. E poi, MALAWI-ZAMBIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Mumba Michael Nyowani una malattia improvvisa manda in PROVINCIA NORDAMERICANA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Ezama Ruffino PORTOGALLO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Fernando Domingues fumo tutti i risparmi. Sembra una PROVINCIA DEL CENTRAMERICA . . . . . . . . . P. Calderón Vargas Juan Diego fatica di Sisifo. PERÙ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Martín Vargas Francisco José È incredibile come questi fratelli, CENTRAFRICA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Longba Guéndé Godefroy-Médard aggrappandosi a Gesù, mite e SUDAFRICA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Burgers Jude Eugene umile di cuore, riescano a vincere i SUD SUDAN . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Okot Louis Tony rancori, amare e perdonare anche TOGO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Hounaké Kouassi Timothée chi li sprofonda in tanta miseria e CIAD . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Katsan Fodagni Kokouvi (Fidèle) difficoltà. UGANDA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P. Kiwanuka Achilles Kasozi 11
Attualità PADRE GIUSEPPE AMBROSOLI BEATO Il medico della carità Il 28 novembre 2019, papa Francesco ha autorizzato la Congregazione per le cause dei santi, «a promulgare, fra gli altri, il miracolo, attribuito all’intercessione del venerabile servo di Dio Giuseppe Ambrosoli, sacerdote professo dei missionari comboniani del Cuore di Gesù; nato a Ronago (Italia) il 25 luglio 1923 e morto il 27 marzo 1987 a Lira (Uganda)», come recita il messaggio ufficiale vaticano Copertina di una biografia di padre Giuseppe P adre Giuseppe sarà dunque cia alla mamma e ai familiari la sua giorno della sua morte, nel 1987. proclamato “beato” nel corso vocazione missionaria. Padre Giuseppe è ricordato ancora dell’anno. In attesa di sapere Conseguita la laurea in medicina e oggi in Uganda come “il medico del- dove e quando si farà questa procla- chirurgia, si reca a Londra per spe- la carità”. Con il suo spirito è riuscito mazione, chiediamoci: chi era padre cializzarsi in malattie tropicali; en- a trasformare il piccolo dispensario Ambrosoli? tra poi tra i Missionari Comboniani, medico di Kalongo in un ospedale Nato il 25 luglio 1923 a Ronago divenendo sacerdote nel 1955. Nel efficiente e moderno e ha fondato, (Como), padre Giuseppe lascia la fa- febbraio 1956 s’imbarca per l’Afri- miglia e una brillante carriera di me- ca. È destinato a Kalongo, un vil- accanto all’ospedale, la St. Mary’s dico per dedicarsi agli ultimi. “Dio è laggio sperduto nella savana, nel Midwifery Training School, oggi uf- amore, c’è un prossimo che soffre ed Norduganda, per gestire un piccolo ficialmente riconosciuta come una io sono il suo servitore”. Con queste dispensario medico, di cui farà un delle migliori scuole di ostetricia del semplici ma profonde parole annun- grande ospedale. Vi rimane fino al Paese. 12
Il miracolo per intercessione di pa- Per la gente che soffre S dre Ambrosoli è quello di una gio- crivendo agli amici in occasione del Natale, mons. Giuseppe Fran- vane donna ugandese. Così aveva zelli, vescovo emerito di Lira, scrive: «Il 28 novembre, approvando stabilito nella primavera dello scorso ufficialmente il miracolo avvenuto per sua intercessione, papa France- anno la commissione medica istitui- sco ha aperto la via per la prossima beatificazione di padre Giuseppe ta dalla Congregazione per le cause Ambrosoli, comboniano e medico, che ha operato per quasi 31 anni dei santi, concludendo il suo esame su una guarigione “straordinaria ed nell’ospedale di Kalongo a servizio degli ammalati. Il giorno 30, nel inspiegabile” dal punto di vista clini- cimitero della missione, ho partecipato anch’io alla esumazione e co e scientifico. È il miracolo che farà ricognizione dei suoi resti. È stato un momento molto significativo e di padre Giuseppe Ambrosoli, me- intenso. Padre Ambrosoli è stato per me un confratello e amico con dico- missionario comboniano che cui ho condiviso alcuni tratti del mio cammino durante la mia prima lasciò l’azienda familiare del miele e esperienza missionaria fra il popolo acholi (leggi acioli). Quando ero delle caramelle, sacrificando la sua a Patongo, ogni tanto andavo a confessarmi da lui, e qualche volta ho vita per gli africani, un beato. ascoltato la sua confessione. Di lui conservo molti ricordi, soprattutto La miracolata si chiama Lucia Lo- la dolorosa vicenda dell’ultimo viaggio quando, nel febbraio 1987, mokol. La sera del 25 ottobre 2008 siamo stati costretti dall’esercito del nuovo governo ad abbandona- (la donna aveva 20 anni) stava per re le nostre missioni. Umile, semplice e sempre disponibile, padre morire di setticemia, perso il figlio Giuseppe era uno che credeva davvero – come è scritto sulla sua che portava in grembo: nell’ospeda- tomba – che “Dio è amore e io sono il suo servo per la gente che le di Matany, nel nord dell’Uganda, soffre”. Per quanti lo avvicinavano, padre Giuseppe è davvero stato dove era stata portata in condizioni un riflesso dell’amorevole cura di Dio per tutti i suoi figli, specialmente estreme, non c’erano più mezzi: im- i malati e sofferenti. La Chiesa ha riconosciuto ora l’eroicità della sua possibile salvarla. testimonianza e ce lo addita come modello. L’anno prossimo (il 2020) È allora che il medico Eric Dominic, celebreremo con gioia la sua beatificazione. D’accordo con il nuovo origini torinesi, le mise sul cusci- no l’immagine di padre Giuseppe vescovo, ho pensato di dedicargli una finestra della cattedrale, di e chiese ai familiari di invocare “ il fronte a quella di san Daniele Comboni. Personalmente, mi consola e grande dottore”, morto il 27 marzo incoraggia sapere che ora, lassù, ho un compagno di viaggio a cui ri- del 1987 in Uganda, costretto ad ab- volgermi perché mi accompagni e aiuti nel mio ultimo tratto di strada! bandonare la missione e il suo ospe- Da Ngetta, continuo infatti il mio cammino nella nuova veste di vesco- dale di Kalongo dato alle fiamme dai vo “emerito”, che non ha però nulla a che vedere con l’immagine di un guerriglieri. pensionato. I lavori per la cattedrale sono…quasi finiti. Il che significa La mattina dopo, Lucia si era ripresa: che ogni giorno c’è qualcosa da aggiungere o correggere. Mi ricorda era viva, come nessuno avrebbe mai “la fabbrica del duomo”, come dicono a Milano». pensato. Un giorno speciale Cos’è la Così la nipote Giovanna Ambrosoli ha annunciato la notizia agli amici e sostenitori dell’ospedale di Fondazione Ambrosoli Kalongo La Fondazione Ambrosoli viene costituita nel 1998 dalla «I l 28 novembre la Santa Sede ha comunicato il ricono- scimento, da parte di papa Francesco, del miracolo avvenuto per intercessione di padre Giuseppe. La notizia famiglia di padre Giuseppe Ambrosoli e dai missionari comboniani per dare continuità e futuro all’ospedale e alla scuola di ostetricia da lui fondati nel 1957 a Kalongo, mi ha raggiunta qui a Kalongo mentre partecipavo alla in Norduganda. Trasparenza, affidabilità e concretezza riunione del consiglio di amministrazione dell’ospedale. sono da sempre elementi imprescindibili di ogni nostro Le campane hanno suonato a festa e l’emozione è stata intervento. grande. Questo momento fa sentire ancora più intenso e Attraverso il sostegno al Dr Ambrosoli Memorial Hospital profondo l’impegno di tutti coloro che ogni giorno lavorano e alla St. Mary Midwifery School di Kalongo, si intende per mantenere vivi questo ospedale e questa scuola a cui assicurare alle popolazioni locali l’accesso a servizi sa- padre Giuseppe ha dedicato e sacrificato la sua vita. No- nitari qualificati per migliorare le condizioni di salute e di stra responsabilità è sostenere e accompagnare questa vita di ciascun individuo. Fedeli all’ideale comboniano di incredibile opera di amore e di servizio per gli ultimi. “salvare l’Africa con gli africani”, la Fondazione cammina Insieme a Roberto e alla nostra famiglia voglio condividere con le comunità locali promuovendo la formazione medica questa gioia con voi che fate in modo che tutto questo sia e manageriale locale, per accompagnare l‘ospedale verso possibile. Ogni giorno». l’autonomia futura e sostenere il progresso economico e Giovanna Ambrosoli sociale del Paese. 13
Testimonianza PADRE MANUEL JOÃO PEREIRA CORREIA La vita è bella …ma breve per realizzare tutti i nostri sogni. “Mi trovo totalmente immobilizzato, ma sento una pienezza di mente e di cuore, sogno una realizzazione che prima non conoscevo. Questa sedia a rotelle è diventata per me il migliore dei pulpiti”. Così si esprime un comboniano di origine portoghese che vive con la Sla a Castel d’Azzano (Verona) con altri confratelli anziani e ammalati I l 2010 segna una svolta nella vo- pronto per il Togo (Africa occiden- Ed ecco a fine 2010 la rivelazione cazione e missione di padre Ma- tale), dove lavora come missionario inaspettata. La racconta agli amici: nuel João, missionario combo- fino al 1993, quando è chiamato a «Il prossimo 28 dicembre lascerò niano, nato a Penajoia, sulla riva del Roma per coordinare la formazione il Togo e ritornerò in Europa, senza fiume Douro, nel nord del Portogallo. dei giovani candidati all’Istituto com- sapere cosa mi aspetta. La malattia Prete dal 15 agosto 1978, vive i pri- boniano. Fa ritorno in Togo nel 2002. che mi è stata diagnosticata (la scle- mi anni di sacerdozio nella comunità Col 1° gennaio 2005 inizia il suo rosi laterale amiotrofica, SLA) segue comboniana di Coimbra (Portogal- servizio come superiore provin- il suo corso e mi porterà con lei, invi- lo), dedicandosi alla promozione ciale dei missionari comboniani di tandomi a uno sguardo diverso sulla vocazionale dei giovani. Nel 1985 è Togo, Ghana e Benin. vita. Rivisitando luoghi e persone, la 14
mente corre verso il passato, ricor- prima con le stampelle e poi con la mesi fa ho avuto una crisi respirato- dando la prima volta, il mio arrivo in sedia a rotelle, superando la pro- ria, sono stato in ospedale per quat- missione, giovane missionario pieno gnosi dei medici. Ma nel 2016 deve tro lunghe settimane e mi hanno fatto di sogni ed entusiasmo. Sono già lasciare Roma per essere traferito la tracheotomia. Adesso respiro con passati 25 anni! Allora, tutto era nuo- in una comunità (Castel D’Azzano, l’aiuto della macchina ed è con dif- vo per me e mi sono lanciato, ani- a Verona) dove – come dice – «io ficoltà che riesco a farmi capire. Ad ma e corpo, in questa avventura. Le possa essere meglio assistito per- ogni modo, non ho perso il buon difficoltà dell’inizio, l’adattamento ché la mia inseparabile compagna, umore e, nonostante le difficoltà al clima, lo sforzo per imparare la la sla, non mi molla». Va a Verona e gli imprevisti della malattia, sto lingua e i costumi, l’impegno e la «per rispondere a un’altra chiama- bene. Mi sento sereno, un dono sfida di una nuova cultura… non ta di Dio a lasciare le mie sicurez- che Dio mi concede grazie a voi. È hanno diminuito il mio entusia- ze e partire, ancora una volta, in vero che mi ritrovo ogni volta più limi- smo. Oggi, molte cose sono cam- missione. Si tratta della penultima tato nel corpo, adesso praticamen- biate; è cambiata l’Africa e la sua missione, poiché l’ultima sarà quella te paralizzato, ma non mi mancano gente, il volto della Chiesa e dei mis- che ci verrà affidata in Paradiso. Mi il sorriso e la buona disposizione, sionari… e sono cambiato anch’io, dispongo a viverla con l’impegno e e lodo Iddio ogni giorno per il dono com’è naturale!». la generosità dei lavoratori dell’ulti- della vita. Non potendo usare le dita Il cambiamento in atto, con la ma- ma ora della parabola evangelica». per scrivere, o la voce per dettare, lattia, lo ha allontanato per sempre E rassicura gli amici: «Non parto da ho dovuto imparare ad usare il pun- dall’Africa. Padre Manuel João vede solo, vi porto nel cuore. Vi sono grato tatore oculare; cioè, vi scrivo… con questo allontanamento come un per l’amicizia e la preghiera che han- gli occhi! Meraviglie della tecnica!». passaggio di testimone: «È grande no ottenuto per me il miracolo della serenità e della gioia che mi hanno a cura di la soddisfazione nel vedere altri gio- padre Manuel Augusto Lopes Ferreira vani missionari che raccolgono la accompagnato nella malattia». Nel corso del 2018 accade un altro missionario comboniano fiaccola dell’ideale missionario che ha animato la nostra vita, pronti a momento di “svolta” nel suo cam- (continua nel numero di marzo continuare adesso la comune mis- mino, che racconta agli amici: «Sei con un’intervista ) sione; ma ritornare a casa è sempre un momento doloroso per un missio- nario che ha fatto della missione la sua patria». Ma vede questo ritorno forzato in Eu- ropa come una nuova opportunità e un nuovo inizio, e lo descrive così agli amici: «Ritorno sereno, convin- to che il Signore continuerà fedele alla promessa che mi ha fatto: Sarò sempre con te, per dare senso alla tua vita! Ritorno, perciò, convinto che il meglio debba ancora veni- re! Come il vino del miracolo di Gesù alle nozze di Cana! Termino la mia missione in Africa lodando il Signore e accogliendo il Suo invito a riprendere il cammino. Con il mio passo incerto, a causa della malat- Luce per i popoli d’Africa tia, mi rivedo bambino che impara a camminare. Dove mi porterà questa strada non lo so… Ma sento che Dio mi invita alla fiducia, all’abbandono N el suo messaggio “alla Città di Roma e al mondo”, a Natale, papa Fran- cesco ha tra l’altro detto: «Il Signore che è nato sia luce per i popoli dell’Africa, dove perdurano situazioni sociali e politiche che spesso costrin- nelle Sue mani». gono le persone ad emigrare, privandole di una casa e di una famiglia. Il cammino è determinato dalla natu- Sia pace per la popolazione che vive nelle regioni orientali della Repubbli- ra della malattia che avanza e limita i ca democratica del Congo, martoriata da persistenti conflitti. Sia conforto movimenti, a cominciare dalle gam- per quanti patiscono a causa delle violenze, delle calamità naturali o delle be. Padre Manuel João è destinato a emergenze sanitarie. Sia conforto a quanti sono perseguitati a causa della Roma, per far parte dell’équipe che loro fede religiosa, specialmente i missionari e i fedeli rapiti, e a quanti ca- coordina la formazione permanente dono vittime di attacchi da parte di gruppi estremisti, soprattutto in Burkina dell’Istituto comboniano. Resiste al Faso, Mali, Niger e Nigeria». decorso della malattia muovendosi 15
Attualità SUD SUDAN primi missionari in Sud Sudan), un rappresentante della diocesi di Ve- Centenario della fede rona – mons. Sergio Marcazzani – e uno dell’Istituto Mazza. Scrive mons. Marcazzani a proposito di don Angelo Vinco, primo evange- lizzatore di queste terre: «È l’uomo, lo studioso, il prete-missionario che desidera incontrare gli uomini, di- ventarne amico e compagno di viag- gio, e si fa uno di loro sempre preoc- cupato dei più dimenticati. Tra loro e per loro, nella località di Libo – isola di Gondòkoro, nel mezzo del grande Nilo – il 22 gennaio 1853, a 33 anni di età, immola la sua vita: fino ad oggi quel luogo è per tutti “terra santa” e memoria viva di “colui che per noi è un santo”». I momenti salienti della bella liturgia sono stati l’intervento del Card. Zu- ...di una Chiesa viva e sulla croce, come la beir, i gruppi danzanti, i canti dello straordinario coro e la lunga proces- definisce mons. Paulino. Il 1° novembre, la Chiesa sione dei fedeli al momento delle in Sud Sudan, in particolare, l’arcidiocesi di Juba, offerte. Vibrava in tutti la grande ha celebrato un evento memorabile, la chiusura speranza di una nuova era per la Chiesa in Sud Sudan e per le pro- del centenario della Fede spettive di pace e di riconciliazione tra la popolazione sudsudanese. U na solenne cerimonia, piena Hanno preso parte alla cerimonia Alla fine, diversi vescovi si sono rivol- di colori, preghiere, canti, anche il presidente della Repubbli- ti ai fedeli e lo stesso presidente del- danze e offerte, quella che ca del Sud Sudan, il generale Sal- la repubblica ha salutato i presenti, si è svolta sul terreno della prima va Kiir Mayardit, e diversi ministri di impegnandosi una volta di più a gui- parrocchia della diocesi di Juba, la stato, governatori, commissari e altre dare il cammino verso la pace tra le chiesa di Tutti i santi, a Rejàf. autorità laiche. C’era anche una de- diverse etnie e fazioni del paese. La celebrazione eucaristica è iniziata legazione della parrocchia di Cerro Tutti sono rientrati nelle loro case con verso le 10.30 del mattino con la par- Veronese, città natale di don Angelo gioia, lodando il Signore per questo tecipazione di più di 15.000 pellegri- Vinco (sacerdote mazziano, uno dei tempo di grazia per tutti i sudsudanesi. ni provenienti da tutta l’arcidiocesi e da altre località. L’evento è stato promosso dall’arcivescovo Paulino Lukudu Loro (ora emerito) e dal suo Messaggio di Natale vescovo ausiliare mons. Santo Loku Pio. Tra gli ospiti illustri c’erano il ai leader politici sudsudanesi cardinale Gabriel Zubeir Wako, ve- Il giorno di Natale, congiuntamente all’arcivescovo di Canterbury, scovo emerito di Khartoum e cele- S.G. Justin Welby, e dell’ex moderatore della Chiesa di Scozia, brante principale, tutti i vescovi del- la Conferenza episcopale cattolica Rev. Dr John Chalmers, papa Francesco ha inviato un messaggio sudanese, e i padri Tesfaye Tadesse, ai leader sudsudanesi superiore generale dei comboniani, Illustri signori, accompagnato da Alcides Costa, In occasione del Santo Natale e dell’inizio del Nuovo Anno, desideriamo for- assistente generale, venuti da Roma mulare a voi e al popolo sudsudanese i migliori auguri di pace e di prosperità, per una visita pastorale ai confratelli assicurando la nostra vicinanza ai vostri sforzi per l’attuazione sollecita degli nel paese. Accordi di pace. Eleviamo pertanto le nostre preghiere al Cristo Salvatore per Il 90% dei presenti ha meno di 30-40 un rinnovato impegno nel cammino di riconciliazione e di fraternità e invochia- anni. «Celebriamo cent’anni della mo abbondanti benedizioni su ciascuno di voi e sull’intera nazione. Il Signore fede – dicono tutti – ma la nostra Gesù, Principe della Pace, illumini e guidi i vostri passi nella bontà e nella veri- fede ha 70 anni di più: ci è arrivata tà, affinché si renda possibile la nostra auspicata visita a codesto caro Paese. da don Angelo Vinco che per noi è Francesco, Justin Welby, John Chalmers un santo». Proprietario: Collegio delle Missioni Africane, vicolo Pozzo, 1 – 37129 Verona • Editore: Fondazione Nigrizia Onlus, vicolo Pozzo, 1 – 37129 Verona • Iscritto al registro degli operatori della comunicazione (ROC) al n. 21501 • Iscrizione presso il tribunale di Verona al n. 491 del 05/12/1980 • Direttore responsabile: Aurelio Boscaini • Grafica: Studio Papyro (VR) • Stampa: Cortella Poligrafica (VR)
Puoi anche leggere