LA FORZA Rielaborazione dagli appunti delle lezioni tenute a Modena il 5 e 6 luglio 2007 dalla prof. Michelini integrate con analisi di alcuni ...

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LA FORZA
                   Rielaborazione
 dagli appunti delle lezioni tenute a Modena il 5 e
         6 luglio 2007 dalla prof
                              prof. Michelini
integrate con analisi di alcuni testi scolastici delle
         scuole
              l secondarie
                       d i di primo
                                  i    grado
                                          d

                                         Università degli studi di Udine
                            Master Universitario di II livello in didattica delle scienze
                           Per insegnanti della scuola media, elementare e biennio della
                                                    secondaria
                                                 Mariani Cristina

                                                                                   1
Cosa significa forza?

Come va introdotto il concetto di
             forza?

                                    2
PREMESSA

risultati di ricerche nel campo delle rappresentazioni
                         mentali

      difficoltà connesse alla
            comprensione
      del concetto fisico di forza

                                                         3
•    nel linguaggio comune la parola forza è spesso utilizzata come
     sinonimo di ppotenza o energiag eq   questo viene q
                                                       quasi interamente
     trasferito nel concetto fisico di forza.

•    gli studenti possiedono due diversi concetti di forza:
1.   la forza come una sorta di proprietà intrinseca del corpo (detta
     "potenza motrice" o "forza intrinseca") che tiene il corpo in
     movimento e che è stata comunicata al corpo dall'agente che lo
     ha messo in moto;
2.   il concetto di "forza
                     forza attiva
                            attiva",, che viene attribuita solo a certi
     oggetti attivi (es. "gli esseri viventi") ed ipotizzata agire solo
     attraverso il contatto diretto. Il suo effetto è quello di mettere in
     moto i corpi
             corpi.
                                errore

   la forza concepita come una proprietà che il corpo ha
ricevuto da qualcuno o che il corpo a sua volta è capace di
                         trasferire.
                                                                        4
•   Per quanto
     P       t riguarda
                 i    d il ttermine
                                i interazione,
                                    i t    i   esso è molto
                                                        lt spesso
     considerato sinonimo di “conflitto” :

                              errore

lla iinterazione
       t    i    come una "l   "lotta
                                  tt tra
                                      t forze
                                         f     opposte"
                                                      t " con la
                                                              l
 vittoria del più forte: il più potente esercita più forza (ed il
 termine più potente è inteso nel senso di "più  più grosso"
                                                     grosso , con
 "massa maggiore", o "più forte fisicamente")

                                                                    5
In aula la forza viene generalmente introdotta con
             approccio di tipo Newtoniano

Ne deriva che a forza è considerata responsabile del
    cambiamento di moto del sistema, come
    qualcosa che esiste in sé e che si identifica
    nell’agire
     e ag e pe per p
                   produrre
                     odu e qua
                            qualcosa:
                                cosa
forza = causa di un cambiamento (deformazione/
      cambio di moto)
                  moto).
   errori
                          PROBLEMA:
  1. non chiarisce che ha senso parlare di forza solo in
     associazione al sistema cui mi riferisco
  2. Non chiarisce che la forza non esiste in sé
                                                           6
• E’ importante chiarire che ciò che esiste
  è l’interazione tra due sistemi e la
  forza viene introdotta come descrittore
  di interazioni (* modello).
• La forza non esiste in “assoluto”
                              assoluto in un
  sistema ma è introdotta quando si
  tolgono uno degli elementi che fanno
  parte del sistema.
  p
                                           7
LIMITI dei consueti approcci didattici
    1.     introdurre la forza legata solo allo sforzo muscolare
          esistenza della forza in sè
                                   sè, confusione tra forza e energia
    2.    definita solo operativamente
           llegano lla grandezza
                           d     fifisica
                                      i "f"forza"" a ciò
                                                      iò che
                                                          h lla fforza fa
                                                                       f e non rispondono
                                                                                i    d
          alla domanda su che cosa la forza è. (modello)
    2.    definita solo in termini statici
e’ pericoloso impostare un percorso basato
sulla condizione di arrivo,, sulla statica e
l’equilibrio perché i nostri sensi ci
permettono di sentire e cogliere i
cambiamenti. Meglio considerare i
processi, ai quali ci avvicinano ai nostri                                        Scienze
sensi.                                                                          Bo-Cabona
                                                                              Ed. Paravia 2006
I lavori virtuali ci permettono di affrontare
lo studio dei cambiamenti
                                                                                     8
L' approccio didattico corretto cerca di introdurre il concetto di forza
focalizzando i seguenti aspetti che si ritengono fondamentali per la sua
                             comprensione:

   •nella realtà non esistono forze, esistono solo corpi
   che interagiscono;

   • il vettore forza è la rappresentazione fisica (il
   modello) della interazione;

   • le forze non esistono isolatamente ma a coppie
   perché sono almeno due i corpi che interagiscono

                                                                      9
Da questo titolo sembra che le
 forze abbiano una esistenza
autonoma e indipendente dalla
  i
  interazione.
         i      Si rimanda
                    i    d all
       nodo concettuale
       sulla “ esistenza”             Linea scienza
           della forza              Leopardi Griboldi
                                 Garzanti scuola Ed. 2008
                                                        10
E’ utile
     Partepartire dalla osservazione
            da osservazione           di situazioni,
                             di situazioni
avendo cura pperò di chiarire che la distinzione tra
            formulazione delle ipotesi ,
           analisi, confronto,conclusioni
                                                       11
Forza ? Energia?

                   12
Oro blu
scienze e risorse per un
mondo sostenibile
Ed La scuola
Ed.   scuola-2008
             2008
Randazzo, Arzuffi, Stroppa

“Sergenti di forze”
Sforzo= finta forza e
“vere “forze

                             13
Esempio
      per introdurre correttamente il concetto di forza
• COME chiarire che la forza non esiste in “assoluto”
                                                  assoluto in un
   sistema ma è introdotta quando si toglie uno degli elementi che
   fanno parte del sistema.
• (* terzo principio è quello che dà il concetto di interazione)
1. situazione:”uno bambino spinge un altro” – spunto per far capire che
   qualcuno fa qualcosa su qualcun altro
                                     altro.
2. se togliamo dal sistema “chi fa”, introduciamo la forza per dar ragione
   di chi si muove.
• (altri esempi con magneti/monete tenendoli
   alternativamente/sostituire il bambino che spinge/subisce )

• Obiettivo: far distinguere ai ragazzi ciò che è fenomenico
  da ciò che noi introduciamo
     Nodo concettuale : reciprocità della interazione 14
* terzo principio è quello che dà il concetto di
                   interazione

                                        • A volte
                                          viene
                                          lasciato
                                          i li it il
                                          implicito
                                          concetto di
                                          interazione

                                                   15
Passo successivo
    Dopo aver capito che si tratta di una interazione
     sorge il bisogno cognitivo di chiarire cosa fa
                 (definizione operativa)
•   Intensione della forza:
•   quanto è forte (intensità)
•   direzione
•   verso
             la freccia si presta bene per rappresentare
            l’intensione della forza e successivamente lo
                        definisco come vettore

•   Esempi:
•   dito che schiaccia braccio, pallina,.spugna,…       deformo
•   Schiaccio laterale      spingo               metto in moto
    (spinta/continuo; distinguere tra mettere in moto e tenere in moto)
•                                                                         16
Osservatorio di scienze
                        Antonelli,
                              lli Borgioli,
                                      i li Von Borries
                                                    i
                              Le Monnier 2006

                        Non dice
                         cosa è
P /f
Peso/forza
       Vettore non è
       i
       introdotto
            d     per
       RAPPRESENTARE

                                             17
Definizione del concetto di forza
Di solito i libri di testo introducono il concetto di forza in uno dei modi
seguenti: SOLO OPERATIVA (non dice cosa è ma dice cosa fa)

1. La
1  L fforza è lla causa d
                        della
                           ll deformazione
                              d f         i di un corpo (insufficiente
                                                        (i    ffi i    per lla
dinamica, casi particolari=effetto finale)
2. La forza è la causa del cambiamento della velocità di un corpo (è
conforme alle leggi della dinamica)
3. La forza è la causa di entrambi gli effetti sopra esposti.

“Come inserire allora le deformazioni nel quadro più generale? Di fatto le
deformazioni sono sempre accompagnate da movimento (cambiano le
distanze intermolecolari all'interno
                          all interno del corpo deformato: il modello di solido
come reticolato tridimensionale di palline unite da molle e’ e contiene in se’
tutti gli elementi essenziali per comprendere perche’ i corpi resistono sia alla
trazione che alla compressione ("prendete
                                   ( prendete in mano una matita: cercate di
tirarla, cercate di comprimerla; cosa sentite?..."). Il modello, seppure intuitivo,
e’ insoddisfacente perche’ "spiega" l’elasticita` macroscopica con un semplice
t f i
trasferimento t alla
                 ll di
                     dimensione
                           i      microscopica.
                                   i        i   IIn seconda
                                                         d approssimazione
                                                                     i     i
bisogna riferirsi al modello atomico e alle forze attrattive/repulsive tra cariche
                                                                             18
elettriche. “
•     Cosa vuol dire cambiare lo stato di moto?
• Sit
  Situazioni
        i i da
             d considerare:
                     id       se è ffermo e non ffaccio
                                                     i
  niente cosa succede?; se si sta muovendo cosa lo
  ferma?
  ferma?….   arrivare a ipotizzare esistenza di
  interazioni tra oggetti e superfici.
• Esempi su piano inclinato cambiando la massa per
  capire che

e con piano +/
            +/- inclinato per associare l’aumento della
  pendenza del piano all’aumento dell’accelerazione

•    NEI TESTI DA ME ANALIZZATI NON HO TROVATO NESSUN
    ESERCIZIO O SPIEGAZIONE FINALIZZATA AL CHIARIMENTO DI
    QUESTO NODO CONCETTUALE)                            19
•  Cosa vuol dire cambiare lo stato di moto?
• Situazioni da considerare: se un corpo
                                      p è fermo e non
  faccio niente cosa succede?; se si sta muovendo cosa lo
  ferma?…

         Guidare gli alunni ad ipotizzare
                 l’esistenza di
       interazioni tra oggetti e superfici.

     Esempi su piano inclinato per associare
       l’aumento della p
                       pendenza del p piano
          all’aumento dell’accelerazione

    N d concettuale:
    Nodo     tt l riconoscere
                      i         tra
                                t cosa/chi
                                      / hi vii è
                                                    20
                    interazione
• Non sempre viene chiarito ai
                       ragazzii che:
                                  h
                     • Nelle varie situazioni l’ interazione
                       con la
                            l tterra è lla stessa,
                                            t      ciò
                                                    iò che
                                                        h
                       cambia è l’inclinazione con il piano
                     • Cambiando inclinazione cambia
                       l’accelerazione e quindi cambia
                       l’interazione che il corpo  p ha con il
                       piano
                     • Nel caso di piano orizzontale le
  Linea scienza
                       interazioni si compensano
     Scienza         • Nella situazione di piano verticale
 blockLeopardi –       si ha la massima accelerazione,
    Gariboldi          quindi massima interazione con la
Ed Garzanti scuola
      2008
                       terra e minima col piano
                                                      21
l accelerazione
la    l    i    di velocità
                     l ità di caduta
                                d t NON dipende
                                         di  d
        dalla massa (nodo concettuale 2)

          F=ma          L’esperienza quotidiana ci fa
       mg-kv= ma           pensare che gli oggetti
       ma=mg-kv             pesanti cadono prima
        a=g-kv/m        rispetto a quelli più leggeri.
   senza attrito
          tt it ma=mg       Ma ciò è solo dovuto
           a=g               all’attrito con l’aria.

Si possono proporre esperimenti su piano inclinato
                cambiando la massa
 e con piano
        i     +/-
              +/ inclinato
                  i li t per associare
                                     i l’aumento
                                       l’      t
       della pendenza del piano all’aumento
                  dell’accelerazione
                                                         22
non confondere la traiettoria con la posizione
                  nel tempo

L’utilizzo di sensori di posizione e di moto in cinematica
aiuta a superare tali nodi concettuali stabilendo ad esempio
   una relazione
          l i     diretta
                  di      tre il grafico
                                    fi e la
                                          l traiettoria
                                               i     i o tra
                grafico ed il verso delle forze

 La velocità che si allontana dalla posizione è
               di segno positiva

                                                           23
ATTRITO
            Non possiamo negare l’osservabile
    riconoscere l’attrito come interazione tra corpo che
            si muove e piano su cui si muove.

• NON NEGARE ai bambini che se trascino un corpo su un
  piano si muove di velocità costante
  piano,                       costante, ma chiarire che “ quel
  tirare” mantiene la velocità costante perché compensa l’attrito..

• Come far capire che una forza sola mette in moto un corpo, se
  è libero di muoversi non si ferma, se si ferma è perché c’è
  attrito?

 Utilizzando piani più o meno ruvidi
                                ruvidi, con corpo al quale fornisco
                        spinta iniziale uguale.                24
ATTRITO
          Non possiamo negare l’osservabile

• Pertanto il moto rettilineo uniforme è una particolare
  condizione che corrisponde all’equilibrio dinamico e in cui le
  forze si bilanciano. In altri termini è l’esistenza di un sistema
  in cui se non faccio niente non esiste variazione del moto.

• Far comprendere la differenza tra attrito statico e dinamico
                                   g
  con scatola di fiammiferi su righello   inclinata a cui via via
  tolgo fiammiferi per alleggerirla… da questo esperimento si
  evidenziano alcuni parametri e che l’angolo di inclinazione
  misura le forze di attrito
                     attrito.((“A
                                A quale angolo di inclinazione
  parte?” )

                                                             25
Nodi sull
                    sull’attrito
                         attrito
• L’attrito
  L attrito è una forza ?
• La forza di attrito si oppone sempre al moto ?
• Per mantenere un corpo in moto a velocità costante
  in presenza di attrito si deve esercitare una forza
  maggiore
     gg       di quella
                 q      di attrito ?
• La forza d’attrito dipende necessariamente dal peso?

                                                   26
•   introdurre attriti cercando di chiarire
  perché si ferma (interazione anche tra
  oggetto e superficie)
• Moto rettilineo uniforme come
  particolare
      ti l    condizione
                  di i      che
                             h corrisponde
                                    i     d
  all’equilibrio dinamico in cui le forze si
  bilanciano (1° principio vale quando ho
            q
  forze in equilibrio))

                                           27
Oro blu

          28
Le scienze per te
  Mondadori

                    29
Scienze
Ed. Paravia

               Linea
              scienza

               30
il concetto
               tt di peso come fforza di
        attrazione da parte della Terra
• E’ opportuno rimandare una descrizione più specifica
  della forza gravitazionale e concentrare
                                 concentrare, allo stato
  attuale, l’attenzione degli studenti sulla necessità
  della presenza di almeno due corpi perché si possa
  parlare
      l    di fforza gravitazionale.
                         it i    l
• molti studenti pensano:
• alla forza peso come ad una proprietà caratteristica
  dei corpi (come il colore la durezza od altro) e di
  conseguenza bisogna puntualizzare che essa è
  dovuta alla interazione con un altro corpo (la Terra). Il
  passo successivo, e cioè che il corpo esercita a sua
  volta una forza di attrazione sulla Terra
                                                         31
Non c’è nessun accenno
                                                                  alla reciprocità

non basta lasciar cadere un corpo per concludere che il corpo e
la Terra interagiscono: ll’origine
                             origine dell’idea
                                     dell idea di interazione
gravitazionale è radicata nell’astronomia: fu dalla Luna, non dalla               Subisce
mela, che Newton partì quando la elaborò.
è molto difficile studiare sull’interazione g  gravitazionale in modo             e basta
convincente in un laboratorio scolastico, conviene utilizzare il
concetto che se c’è forza c’è interazione (acquisito con l’aiuto
delle interazioni elettromagnetiche) per costruire una catena di
ragionamenti che,
                che partendo dai sistemi astronomici (Terra (Terra-Sole,
                                                                   Sole
Terra-Luna,...) giunga per analogia e con continuità al quotidiano
                                                                                       32
(Terra - satellite artificiale,, Terra - studente, Terra -
moscerino...).
Osservatorio
O      t i di
   Scienze
 Le Monnier

reciprocità
   i    ià

                33
Linea scienza
Leopardi
 eopa d –Gariboldi
          Ga bo d
Ed Garzanti scuola
       2008

              34
Linea scienza
Leopardi –Gariboldi
Ed Garzanti scuola
       2008

              35
Come misuro la forza?
 Posso usare la deformazione per misurare?
• Iniziare sentendo che tirando una molla fa male il dito…. Poi
   collegare forza a peso e forza muscolare.
• NODO: chiarire che nell’allungamento della molla, gli
   allungamenti
         g       sono pproporzionali
                          p            alla reazione che esercita la
   molla per tenere su i pesetti (meglio metterli in volume!)
• L’interazione è tra molla con la sua forza e pesetti con la terra.
• Importante abbinare esperimento con la molla in orizzontale in
   cui schiaccio la molla e vedo la velocità iniziale (1 secondo) con
   cui ritorna con attaccati i vari pesi. In questa ripresa riesco a
   formalizzare cogliendo la relazione v/t . Si evidenzierà che la
   ripresa della molla è proporzionale alla accelerazione e che
   l’unico parametro in gioco è la massa F=ma

                                                                        36
Alcune
              cu e riflessioni
                       ess o emerse
                               e e se du
                                      durante
                                         a te l’analisi
                                                a a s dedel pe
                                                            percorso
                                                               co so
                                   GEIWEB
¾     A1:Curve isteresi con elastico diventano spunto di riflessione per ricordare che esistono in natura i
    processi non lineari(( in q
    p                         questo caso oltre ad allungamento
                                                          g         si ha deformazione dell’elastico
¾    Ricordarsi del passaggio informale (esplorazione dei materiali) a formale
¾    A2: NODO:far capire che la spinta di Archimede è una forza, introdurlo con la palla schiacciata in
    acqua che viene su, e più è grossa (volume maggiore) , più viene su!
¾    Aumentare pesi in volume uguali e porli in liquidi diversi
¾    A3: prima tiro con dito nell’anello e fa male, poi metto molla, in questo modo capisco che andrò a
    misurare quanto fa male e che metto il dinamometro al posto del dito
¾    NODO: in generale studiare un esperimento per far vedere 1 cosa alla volta
¾    A4: da oggetto sul tavolo chiedersi perché sta lì e riconoscere che c’è  c è equilibrio di forze e non che non
    vi è niente (NODO) . Per capirlo farlo anche su spugna o materasso
¾    A5: la sequenza più effige è piano orizzontale (macchina ferma, quanta è la forza che la tiene su?),
    verticale(quanta è la forza?), inclinato (la macchina pesa meno? Chi la tiene su?) sperimento legando
    due dinamometri per evidenziare che la reazione vincolare è perpendicolare al piano
¾    A6: simulazioni servono per capire il modello
¾    A7: baricentro: punto in cui passano tutte le forze che applico al corpo.
•    Focalizzare che posso sostituir e il punto con il suo baricentro nei moti di traslazione, mentre nei moti
    rotatori devo considerare il corpo
                                  corpo.
•   A8 equilibrio stabile: riconoscere l’equilibrio stabile e instabile
•   Qualunque spostamento dall’equilibrio o ritorna oscillando all’equilibrio o assume un altro stato o è
    indifferente. Le condizioni di equilibrio sono ai minimi dell’energia potenziale (interdisciplinare con
    biologia , enzimi
               enzimi, e condizioni d’equilibrio)
                                     d equilibrio)

                                                                                                           37
per passare dal punto 1 al punto
                                                 2 alzo il baricentro, vado da un
                                                 livello di E pot. Ad un altro
                                                 alzando l’energia, cioè fornisco
                                                 energiai per ttrovare un minimo
                                                                             i i
                                                 più basso.Concetto di barriera di
                                                 potenziale

A9
A10
A11 momento= Pxbraccio; carrucola a rotella e mobile. Collegamento con leve in
biologia/la fisica nei contesti: in montagna

                                                                            38
Ri
                  Ricapitolando
                       it l d

  la forza va introdotta con le tre leggi della
meccanica,
 ecca ca, ppreferibilmente
             e e b e te pa partendo
                               te do dadalla
                                           a te
                                             terza.
                                                 a

                                              39
Percorso didattico
  Cosa vuol dire cadere?
  (Sensori)                       Come cadono?
• Lasciar cadere palla che        • Modello di Eddington
  rimbalza e valutare cosa
                                  • Ricercare COME e
  perdo nell’impatto
  considerando il rapporto          QUANDO passano al
  hi/ho (la percentuale di          riconoscimento del
  altezza rispetto
             p     aqquella di      locale e del globale
  partenza e poi considerare        (disegni)
  se perde sempre uguale          • Analizzare modelli di
  rimbalzo o no (Ri=hi/hi-1)
                 (Ri=hi/hi-1).      analogia
                                        l i
  Capire che dipende dal
  materiale.
• Rimbalzo è pretesto per             Rifl i
                                      Riflessione sull processo
  studiare la                             di apprendimento
  caduta/interazione/risalita:           (statica+dinamica)
  riconosco le tre fasi                                         40
J.K. Gilbert e C.J.Boulter Developing Models in Science Education

• un modello
         d ll mentale
                   t l è una rappresentazione
                                          i     cognitiva
                                                     ii
  privata e personale (es. il modello mentale della Terra
  neii bambini:-
       b bi i Vosniadou
                 V i d 1994)

                                                                 41
modello
• Nota bene: Cosa vuol dire costruire un
  modello
      d ll fisico?
            fi i ?
• Esempi didattici in cui si parte dalla foto e si
  costruisce sopra lucido ricalcato o
  virtualmente delle schematizzazioni (esempio
  con automobile e piano inclinato, esempio
  con la pila e gli specchi con schematizzazioni
  dei raggi riflessi,….)

                                                 42
Modello nelle scienze
  (Developing models in science education
                                education- J.K. Gilbert 2000

 A model may be defined as a representation of an
   idea, object, event, process or system (Gilbert
                                              ( ilb   &
   Boulter, 2000), as a representation of structure in a
   system (Hestenes,
            (           2006)) or as an intermediate
                                           i        i
   between a phenomenon and the scientific theory
   d
   describing
        ibi iti (Greca
                (G     & Moreira,
                               i 2001).
                                    2001)

Comune alle definizioni sembra essere che i modelli
  sono descrizioni “semplificate”
                            p         sviluppate
                                           pp    pper
  analizzare i fenomeni (Niss, 2005).

                                                               43
•   La modellizzazione nell’insegnamento
•   Il ciclo di costruzione di un modello e' di fondamentale importanza
    nel "fare scienza", e pertanto esso dovrebbe avere un ruolo
    significativo anche nell'insegnamento.
    Wells et al (1995),
    "Gli studenti sono coinvolti attivamente nella comprensione
                                                         p           della
    realà fisica attraverso la costruzione e l'uso di modelli scientifici per
    descrivere, spiegare e controllare i fenomeni fisici. Il contenuto del
    corso e'e organizzato intorno ad un piccolo insieme di modelli-base
                                                              modelli base.
    L'istruzione e' organizzata in cicli di modellizzazione che conducono
    gli studenti in modo sistematico attraverso tutte le fasi dello sviluppo
    del modello,
         modello la sua valutazione e l'applicazione
                                         l applicazione a situazioni
    concrete; questo consente di sviluppare abilita' e approfondire gli
    aspetti procedurali della conoscenza scientifica.”

                                                                           44
Hesteness:
H  t       non facciamo
               f i      uso esplicito
                               li it di strategie
                                         t t i di modellizzazione
                                                    d lli    i
   quando insegniamo: we teach models but not modeling

   RARAMENTE GLI STUDENTI (/INS.) COMPRENDONO
   CHE STANNO COSTRUENDO E USANDO MODELLI PER
   SPIEGARE UN FENOMENO; INCONTRANO DELLE
   RAPPRESENTAZIONI CHE DEVONO STUDIARE E
   VENGONO PRESENTATE SENZA ALCUNA ESPLICITA
   DISCUSSIONE DELLA LORO NATURA E
   FUNZIONAMENTO IN QUANTO MODELLI

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