EXPERIMENTAL ANALYSIS AND NUMERICAL SIMULATION OF ACOUSTIC BEHAVIOUR OF A RAILWAY TUNNEL
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Coni M, Pau M., Annunziata F. 1 EXPERIMENTAL ANALYSIS AND NUMERICAL SIMULATION OF ACOUSTIC BEHAVIOUR OF A RAILWAY TUNNEL Mauro Coni, Massimiliano Pau, Francesco Annunziata Department of Territorial Engineering, Trasportation Section University of Cagliari, Cagliari, Italy tel. +39.70.6755254 fax. +39.70.6755261 E-mail annunz@vaxca3.unica.it Summary The use of numerical simulation techniques for the analysis of engineering problems allows, in many situations, to verify the effects of the application of a number of different design scenarios in a very short time, with reliable results, and at a very low cost. In case of complex structures, like railway structures, the possibility to study several relevant parameters (e.g. acoustic field) just modifying the design solutions (employed materials, geometrical characteristics, types of rolling stocks, etc..) makes it easier the designer’s task, so that he can choose suitably by knowing a priori the effects which could be caused by them. The aim of this study is to build and validate, by means of experimental analysis in situ, a finite element numerical model (FEM) which reproduces the internal acoustic field of a railway tunnel, both in presence and absence of railway vehicles. The bidimensional finite element model, which represents the medial section of a tunnel of Sardinian Railways, was carried out by means of the commercial code ANSYS, using finite elements able to simulate the acoustic behaviour of the structural components of the cavity (walls, rolling stock, railway vehicle located inside the tunnel) and of the fluid that fills it (air); after numerical analysis, a number of experimental measures were performed inside the railway tunnel selected for the FEM modeling. These researches were aimed at verifying previously developed simulations, particularly regarding the recognition of the modal shapes peculiar to the cavity. For this purpose, a number of acoustic spectra was collected by stimulating the cavity with impulsive events; in these spectra resonance peaks were immediately recognized for each proper frequency. Modal shapes were taken by analyzing the signal phase between two points where two microphones were set. The harmonic analysis developed by the FEM model was then compared with the experimental results. The comparison of the results obtained in the two cases (experimental and numeric) allowed the validation of the model; in this way it was possible to exploit the advantages of numerical model properties (particularly their forecasting capabilities), in order to build a number of parallel simulations in which design variants were tested. Our results showed a good concordance between the built model and the experimental verifications, and the subsequent simulations of different design scenarios confirmed the validity and advantages of using these type of models. Therefore we have a numerical FEM model through which it is possible to establish the acoustic behaviour of a railway tunnel, starting from any sound event located in any point inside the tunnel. Key words: Acoustic behaviour, Railway tunnel, FEM analysis
Coni M, Pau M., Annunziata F. 2 1. INTRODUZIONE Il rumore e le vibrazioni sono gli aspetti che condizionano maggiormente non solo il livello di comfort all’interno dei mezzi ferroviari, ma anche le prestazioni e il livello di attenzione dei conducenti. Alcuni studi mostrano che, all’aumentare dell’intensità acustica, si riducono l’attenzione, i tempi di percezione e reazione, si riduce l’acuità visiva, la distanza di accomodamento e possono verificarsi con maggior facilità fenomeni di abbagliamento. All’interno delle gallerie ferroviarie e metropolitane si verificano le condizioni peggiori, a causa dell’oscurità e dell’elevato livello sonoro e delle vibrazioni. Diversi interventi vengono posti in essere per ridurre il cambiamento brusco delle condizioni di illuminamento mentre rari invece sono quelli che riguardano il miglioramento del campo acustico della galleria. Il repentino incremento di rumorosità è dovuto al passaggio dalle condizioni acustiche di campo aperto a quelle di campo chiuso. In campo aperto qualunque superficie cilindrica nell’intorno della linea può essere considerata come una superficie perfettamente assorbente, con coefficiente di assorbimento acustico unitario su tutto lo spettro. In campo chiuso le onde sonore riflesse si sommano a quelle dirette, con un incremento complessivo del rumore. Solitamente le superfici della galleria vengono realizzate in calcestruzzo, che possiede un basso coefficiente di assorbimento. Nella memoria si è indagato sul comportamento acustico di una galleria ferroviaria e in particolare su come l’impedenza delle superfici al contorno e la forma di queste possa contribuire alla riduzione della rumorosità. È stato dapprima condotto uno studio di previsione numerica con il metodo agli elementi finiti. Il modello FEM così sviluppato è stato sottoposto ad una serie di analisi modali e armoniche che ne hanno messo in luce il comportamento nei confronti del rumore prodotto. L’analisi modale ha consentito di prevedere correttamente i modi e le frequenze proprie della cavità acustica, mentre con l’analisi armonica è stato possibile ottenere gli spettri di frequenza. La ricerca è stata limitata al campo di frequenze comprese tra 20 e 1000 Hz. La metodologia seguita è stata sottoposta a verifica sperimentale in una precedente memoria inerente il campo acustico delle gallerie stradali. 2. LA CARATTERIZZAZIONE ACUSTICA DEI MATERIALI Il parametro adottato, per qualificare acusticamente il materiale poroso, è stato il coefficiente di assorbimento acustico, definito dal rapporto tra l'energia assorbita e quella incidente Eass/Einc. Tanto maggiore sarà α tanto migliore sarà il comportamento fonoassorbente del mezzo. Per la sua misura si può ricorrere alla misura dei parametri da cui dipende. Lo strato poroso può essere schematizzato come una struttura rigida al cui interno si muove un fluido omogeneo. Buona parte dell'energia incidente, trasmessa all'aria contenuta all'interno dei pori e dei canalicoli, viene dissipata per effetto della viscosità e dell'adesione di questa alle pareti dei pori. L'assorbimento è inoltre legato alle particolarità strutturali del materiale, descritte non solo dalla percentuale di vuoti ma anche dalla loro forma, dimensione e orientamento, aspetti che concorrono a definire il cosiddetto "fattore di struttura". E' possibile calcolare α se è noto il coefficiente di riflessione r (α= 1-r²). Questo, a sua volta, può essere valutato in funzione Z − δ 0C0 dell'impedenza acustica dell'aria e di quella dello strato poroso Z: r = Se lo Z + δ 0C0 strato poroso, di spessore s, poggia su una superficie perfettamente riflettente, l'impedenza Z è data da: Z = w Z t + coth χ e + w e nel caso in cui lo strato è perfettamente riflettente Z t + w coth χ e Z t → ∞ , Z diviene Z = wcoth(χs)
Coni M, Pau M., Annunziata F. 3 Rs Ω ϖ R Ω con w = δ C K 1−i e χ =i K 1− i s Ω ϖ p K C ωp K dove: Z impedenza specifica al passaggio dell’aria e spessore dello strato poroso Zt impedenza dello strato inferiore r coefficiente di riflessione K fattore di struttura legato al tipo di porosità δ0C0 impedenza acustica dell’aria Rs resistenza specifica al passaggio dell'aria α coefficiente di assorbimento Ω porosità ω pulsazione. Le formule riportate sono relative al caso di onde sonore con incidenza normale e diventano più complesse nel caso di incidenza qualsiasi. Il coefficiente di assorbimento è comunque funzione di Rs, Ω, K, ω ed e. α 1 aria 0.9 25% 0.8 0.7 20% 0.6 bitume 0.5 15% 0.4 0.3 10% 0.2 5% inerti 0.1 Ω 0 0 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500 4000 frequenza Hz Fig. n°1 Assorbimento in funzione della porosità La fig. n° 1 mostra come si modifica l’assorbimento aumentando la porosità. Passando da una porosità del 5% ad una del 25% si presenta un secondo picco di assorbimento. In genere la frequenza centrale del picco diminuisce all’aumentare della porosità, migliorando notevolmente l’assorbimento acustico alle basse frequenze. 1 1 0.9 10 α 0.9 0.8 5 0.8 9 0.7 4 0.7 0.6 8 0.6 4 0.5 0.5 3.5 0.4 0.4 3 7 2.5 0.3 0.3 2 0.2 6 cm 0.2 1.5 0.1 e 0.1 K 0 0 0 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500 4000 0 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500 4000 frequenza Hz frequenza Hz Fig. n°2 Assorbimento in funzione della spessore Fig. n°3 Assorbimento funzione del fattore di struttura Nella fig. n° 2 è mostrato come si modifica lo spettro di α all’aumentare dello spessore dello strato. Modificando lo spessore da 6 a 10 cm, il primo picco di assorbimento passa da 1500 a 1000 Hz, il secondo picco da 4500 Hz a 3000 Hz. E’ da notare che aumentando lo spessore dello strato poroso, l’ampiezza del picco si riduce maggiormente al decrescere della porosità. Di conseguenza, l’obiettivo di migliorare l’assorbimento anche alle frequenze inferiori può essere perseguito più facilmente con l’impiego di materiali porosi. Dalla comparazione dei due spettri, fig. n°1-2, deriva che i migliori risultati si ottengono aumentando la porosità, piuttosto che lo spessore dello strato. Per quanto concerne il fattore di struttura la fig. n° 3 mostra come si modifica lo spettro del coefficiente di assorbimento passando da k=1.5 a k=5. Al crescere di k la larghezza del picco si riduce, la frequenza centrale si sposta verso frequenze minori e
Coni M, Pau M., Annunziata F. 4 contemporaneamente compare un secondo picco di assorbimento. Per poter stimare l’effetto complessivo si è calcolato il valore medio ponderato di α. I risultati sono indicati in tabella. k 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.0 4.5 5.0 α pond 0.57 0.52 0.51 0.52 0.50 0.47 0.44 0.40 E’ evidente che, una riduzione del fattore di struttura, non implica sempre una contestuale riduzione del coefficiente di assorbimento acustico. 3. LA MODELLAZIONE AGLI ELEMENTI FINITI DELLA CAVITÀ ACUSTICA Nella procedura di discretizzazione agli elementi finiti (FEM) le funzioni incognite, continue sul dominio, vengono sostituite da altre incognite discrete, che rappresentano i loro valori in punti particolari, detti nodi, che definiscono una partizione del volume di integrazione in sottodomini: gli elementi finiti appunto. Questo si ottiene sostituendo alle funzioni incognite le loro espressioni in termini di valori nodali. Nella suddivisione del dominio di integrazione, si individuano nella cavità un certo numero di elementi geometrici, di forma e dimensione qualunque, che confineranno tra loro lungo le facce, gli spigoli e i nodi. Con questa discretizzazione l’equazione precedente genera un sistema di equazioni che in notazione ( ) matriciale è: [ B]{ p''} + [ C] ⋅ { p} = − ρ 0 c0 [ A] {w''} T Le matrici [B] e [C] contengono rispettivamente i termini massivi e le costanti elastiche dell’equazione di Helmholtz, mentre il termine [A ] è la matrice trasposta delle aree degli T elementi di contorno confinanti con la struttura. Viene ricercata una soluzione dell’equazione m del tipo: p = ∑ φ (x, y , z ) ⋅ α j j Le Φj sono opportune funzioni prefissate e αj sono i valori J =1 incogniti tali da rendere vera l’equazione. La modellazione è stata condotta bidimensionalmente. L’elemento impiegato è il fluid29, definito geometricamente dai 4 nodi disposti sui vertici. Esso è capace di tenere conto della presenza di materiali fonoassorbenti sul contorno, all’interfaccia con la struttura. I gradi di libertà sono 3: 2 traslazioni e la pressione al centro dell’elemento. L’accuratezza dei risultati diminuisce al crescere del numero delle forme modali che vengono previste (i modi con frequenza maggiore vengono previsti con un errore più grande). Inoltre, determinante per la precisione dei risultati è il grado di dettaglio del modello, ossia il numero di elementi utilizzati per descrivere la cavità. I tunnel simulati sono 4: i primi due si riferiscono a una tipica sezione in galleria di una linea ferroviaria a scartamento ridotto della Sardegna, considerando la presenza e l’assenza della sagoma del convoglio; il terzo e quarto modello FEM si differenziano per la forma della galleria: il terzo a sezione rettangolare, il quarto sub- trapezoidale. La mesh impiegata comprende circa 1730 nodi e 1650 elementi. Il codice agli elementi finiti utilizzato è stato ANSYS. Modello 1 Modello 2 Modello 3 Modello 4
Coni M, Pau M., Annunziata F. 5 Nell'analisi modale il modello di deformazione del sistema, in genere molto complesso, viene risolto in un set di forme di modi semplificate. La descrizione completa delle caratteristiche dinamiche si ha quando si conoscono i parametri modali associati a ciascun SGDL: frequenza, smorzamento modale, forma del modo. L'analisi modale è dunque il processo di determinazione dei parametri modali di un sistema in tutti i suoi modi, nella gamma di frequenze di interesse. Dal punto di vista analitico l’analisi si riduce alla ricerca delle soluzioni dell’equazione [ B]{' '} + [C ]{u} = 0 L’analisi armonica consiste, invece, nello studio della risposta del sistema ad una data eccitazione periodica di ampiezza e frequenza nota. Per essa viene fatta l’ipotesi semplificativa che le eccitazioni varino nel tempo in modo sinusoidale. L’output di tale analisi è rappresentato dagli spostamenti, dalle velocità e dalle accelerazioni in funzione della frequenza. Nell’analisi modale sono stati trascurati gli effetti dissipativi per il calcolo delle frequenze proprie. Ciò non è più accettabile quando si esegue l’analisi armonica. Infatti l’entità della risposta in termini di ampiezza è dominata, come più sopra accennato, dalle caratteristiche di smorzamento energetico del sistema. Tanto maggiori saranno gli effetti dissipativi tanto più basso sarà il valore del picco di risposta alla frequenza centrale di risonanza, e tanto più larga sarà la larghezza di banda. 4. RISULTATI DELL’ANALISI NUMERICA. Il ricorso ad un modello bidimensionale si è reso necessario per semplificare la computazione, o meglio, a parità di prestazioni dell’elaboratore si è potuta compiere un’analisi con un maggior grado di dettaglio. Il numero di modi previsti è di 100. La seguente tabella pone a confronto, per i 4 modelli FEM sviluppati, le prime 6 frequenze proprie calcolate: Modo Modello 1 Modello 2 Modello 3 Modello 4 1 40.300 26.760 36.964 38.098 2 49.754 29.588 47.237 49.497 3 71.128 57.311 59.981 66.856 4 75.907 58.257 73.971 73.764 5 97.020 83.758 87.767 90.708 6 100.65 86.789 94.564 96.925 Il primo modo ha una frequenza compresa tra 37 e 40 Hz, in assenza del convoglio, che si riduce a 26 Hz se si considera la sua presenza. Il modo è caratterizzato da valori massimi di pressione nella parte superiore ed inferiore della cavità e dall’assenza di linee nodali. Esso sarà facilmente eccitabile da tutte quelle sorgenti che sono disposte in corrispondenza di questi massimi. Il secondo modo avviene in direzione orizzontale a circa 48 Hz. La forma dei modi diviene poi sempre più complessa al crescere della frequenza. La fig. n° 4 mostra alcune delle prime forme modali previste. primo modo secondo modo terzo modo quarto modo
Coni M, Pau M., Annunziata F. 6 Successivamente, nel modello agli elementi finiti, è stata introdotta una superficie inferiore capace di assorbire parte dell’energia sonora. Le caratteristiche di assorbimento sono state imposte in termini di impedenza acustica, così come dedotte dal modello teorico illustrato. In particolare sono stati confrontati gli effetti di due differenti pavimentazioni, caratterizzate dai seguenti valori: Rs (rayls) Ω (%) K e (cm) sovrastruttura tradizionale 15.000 7% 3 8 rivestimento poroso 12.000 25% 2.5 8 Nel caso dello strato poroso i picchi di assorbimento, conseguenti all’assunzione dei suddetti valori, risultano più accentuati, ma, cosa più importante, l’assorbimento assume valori maggiori su un dominio più esteso. Inoltre, in corrispondenza delle frequenze più difficili da attenuare, comprese tra i 100 e 700 Hz, α assume valori compresi tra 0.1 0.4. E’ quindi stata condotta un’analisi armonica, tra 10 e 1000 Hz, nella quale la sorgente di rumore è rappresentata da una pressione di 0.01 Pa, continua su tutto il dominio, disposta in corrispondenza della parte destra in basso di un ipotetico convoglio. Per ottenere il rumore prodotto effettivamente dal transito del mezzo reale occorrerà filtrare tale spettro con quello prodotto dalla sorgente reale. La risposta è stata valutata nel punto A, punto distante 60 cm dalla parete della galleria ad un’altezza di 180 cm, e nel punto B sulla parete opposta della galleria a 2.40 m. Nelle fig. n° 5 e 6 vengono riportati gli spettri nei suddetti punti considerando la presenza o meno dello strato poroso, nel caso della sezione sia ad arco tricentrico con e senza convoglio. Fig. n°5. Galleria sezione tricentrica senza convoglio. Risposta nel punto A. 1,000E+00 non poroso pressione [Pa] 1,000E-01 poroso 1,000E-02 1,000E-03 1,000E-04 frequenza [Hz] 1,000E-05 105 125 145 165 185 205 225 245 265 285 305 325 345 365 385 405 425 445 465 485 25 45 65 85 Fig. 6 Galleria sezione tricentrica con convoglio. Risposta nel punto A 1,000E+00 non poroso 1,000E-01 poroso Pressione [Pa] 1,000E-02 1,000E-03 1,000E-04 frequenza [Hz] 1,000E-05 105 125 145 165 185 205 225 245 265 285 305 325 345 365 385 405 425 445 465 485 25 45 65 85 In entrambi i confronti è evidente il contributo dato dalla presenza di uno strato fonoassorbente alla riduzione della rumorosità. Tale attenuazione dipende dalle caratteristiche spettrali della sorgente sonora, e può essere stimato in circa 4-5 db, relativamente al range di frequenza indagato. Dalle analisi sperimentali e dalle simulazioni condotte si è anche visto che la galleria ha una risposta particolarmente intensa alle frequenza tra: 700-800 Hz. Di una certa rilevanza sono anche altre frequenze a 70 e 300 Hz. La presenza del treno modifica non solo le frequenze proprie di risonanza della cavità ma anche le modalità di assorbimento dell’energia radiante. In genere una sorgente sonora è maggiormente attenuata dalla presenza della sagoma del treno. Si è calcolato per il primo modello che il livello equivalente si riduce da 98.2 dB a 91.7 dB per la
Coni M, Pau M., Annunziata F. 7 presenza dello strato assorbente, mentre quando si considera la presenza del convoglio le differenze sono meno evidenti. Nella fig. n° 7 sono mostrati gli spettri della sezione più rumorosa e quella meno. Fig. 7 Confronto tra la sezione a calotta tricentrica e quella sub-trapezoidale 1,000E+02 1,000E+01 sez.tricentrica sez.sub-trapez. Pressione [Pa] 1,000E+00 1,000E-01 1,000E-02 1,000E-03 1,000E-04 1,000E-05 115 160 205 250 295 340 385 430 475 520 565 610 655 700 745 790 835 880 925 970 25 70 frequenza [Hz] Per quanto concerne l’influenza della forma si osserva un livello simile nel primo e terzo modello di circa 98 dB, mentre nel quarto questo si riduce a 90 dB. 9. CONCLUSIONI Da quanto esposto sembrano potersi trarre le seguenti conclusioni. Esiste la possibilità di migliorare il campo acustico nelle gallerie, attraverso l’impiego di sovrastrutture porose. Il beneficio ottenibile è stato stimato in 4-5 dB. L’obiettivo di migliorare α anche alle frequenze inferiori, può essere perseguito più facilmente con l’impiego di materiali porosi. Inoltre, i picchi di assorbimento risultano più accentuati, ma, cosa più importante, l’assorbimento assume valori maggiori su un dominio più esteso. In corrispondenza delle frequenze più difficili da attenuare, comprese tra i 100 e 700 Hz, α assume valori compresi tra 0.1 0.4. Migliori risultati si ottengono aumentando la porosità, piuttosto che lo spessore dello strato. Occorre chiarire meglio il ruolo del fattore di struttura. Infatti una riduzione di k non implica sempre una contestuale riduzione del coefficiente di assorbimento acustico. Infine tra le diverse forme considerate per la sezione quella meno rumorosa è risultata è la sezione sub-trapezoidale mentre risultano decisamente più rumorose le altre. Si dispone dunque di un modello di previsione che partendo dalle caratteristiche della sorgente è in grado di descrivere il campo acustico in qualunque altro punto della galleria. Ciò consente di testare l’effetto di possibili modifiche alle geometria della galleria e/o sui materiali utilizzati al fine di ridurre la rumorosità BIBLIOGRAFIA ATTENBOROUGH K.Acoustical characteristics of porous materials, Physics Rep.82, No.3, 1982. CANALE S. Caratterizzazione acustica delle pavimentazioni stradali, Quaderni AIPCR del XXI Convegno Naz. Stradale, Trieste 11-15 Giugno 1990. CONI M. Previsione dei livelli di rumore e di vibrazioni indotti all'interno di un veicolo dalla pavimentazione stradale, Conv. Società Italiana Infrastrutture Viarie SIIV, Torino 7-9 Ott. 1993. CONI M., PAU M., Valutazione del rumore interno ad un minibus urbano indotto dal rotolamento sulla pavimentazione stradale, SIDT, IV Convegno Nazionale ‘Il trasporto Pubblico nei sistemi urbani e metropolitani’, Torino, 7-10 giugno 1995. CONI M., PINNA F., ANNUNZIATA F., Il meccanismo di generazione del rumore di rotolamento. Considerazioni sullo stato dell'arte ed ulteriori indagini.", pubblicato sul supplemento “Studi e Ricerche” della rivista Le Strade, n°1314, ottobre 1995. CONI, F.ANNUNZIATA, “Conglomerati bituminosi aperti e rumorosità in galleria. Analisi sperimentale e simulazione numerica” Atti del Convegno SIIV, Ancona 14-16 ottobre 1996.
Puoi anche leggere