Ph periodico di informazione dell'ITIS Hensemberger - marzo 2016 - n.007 - marzo ...
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ph. M a uffa! E’ un numero tutto sulla storia! Sì! Micro o macro è sempre storia e poi si sa che ci sono tra le due infinite interazioni e relazioni. O no? A scuola la maggior parte degli studenti la considera come un’appendice dell’insegnamento di italiano. Quella materia che bene o male, a fine anno, ci può dare un sei in più. La storia è tridimensionale: ha un presente, un futuro ed un passato. Sì! Un po’ in avanti si guarda: sì, dove prenotare la prossima vacanza pasquale con gli amici, ma grandi progetti, anche per sognare, pochi ne fanno. Ci si tro- La Redazione va così schiacciati sul presente! Voltare la testa indietro lo si considera una perdita di tempo. Si perde così una dimensione importante della storia: il passato. Sarebbe come vivere in un Loretta Casalini mondo bidimensionale, così ben descritto nel libro: “Flatlan- dia”: l’incontro di un “essere” bidimensionale con la sfera (pro- Rossella Ragusa veniente da un mondo a tre dimensioni) riempie di stupore, Greta Savio apre a nuovi mondi, dà plus valore di libertà e capacità di giu- dizio. Scoprire la dimensione “passato” della storia non pen- Michela Villa sate possa fare lo stesso: riempirci di stupore, aprirci a nuovi mondi, offrirci plus valore di libertà e di giudizio? La storia Marco Sconda non è una serie di date, ma ha una sua logica. Conosciamola! Achak Omar Studiamola, indaghiamola, chiedendoci il perché delle cose. Voi molte volte, quando qualcuno in modo un po’ autoritario, Alberto Dehò a torto o a ragione, vi impone qualcosa, vi sentite a disagio, Jacopo Brugnoli oppressi. Come si può superare ciò? Chiedendo e chiedendosi il perché. Noi possiamo lasciare che il mondo evolva senza Angelo Sudetti chiedersi e chiederci il perché di ciò che succede! Se non lo Andrea Pallotta facciamo, non ci sentiamo a disagio, oppressi? Impegniamoci per scoprire cause e concause di passato, presente e futuro, insomma la storia a 3D! Per farlo dobbiamo essere anche “par- tecipi” o, usando un termine della “nuova” pedagogia, svilup- pare conoscenze e abilità dell’asse di cittadinanza. Che “La storia siamo noi” di degregoriana memoria non diventi “La storia sono gli altri”, mentre noi viviamo “spensierati” nella nostra quotidiana bidimensionalità, che a me sembra un po’ una prigione, magari dorata, ma sempre di prigione si tratta! Il giornalino è disponibile anche in formato elettronico collegati all’indirizzo web: www.hensemberger.gov.it/ph oppure usa il QR-code Voilà: potrai scaricarlo a colori in formato pdf o usare on- line l’edizione sfogliabile I più tecnologici possono scaricare, dallo store Android o Apple, la App ISSUU e aprire per questo numero il magazine: ph-mar2016
Sommario ph | periodico d’informazione dell’Itis Hensemberger - dicembre 2015 8 4 Verba Volant Scripa Manent Lettera alla Scuola 14 10 Dopo 50anni Cantù Giorgio presente! 5 I like Pino tornano a scuola 13 Fucina di tecnici per lo 12 Castoldi Giorgio sviluppo del territorio 6 70 anni ! presente! 16 Ho incontrato la storia dell’Hensemberger
Lettera alla Scuola La prof racconta ph | 1946/2016 N el 1985, dopo aver peregrinato per una decina di scuole, sono arrivata all’ITIS Hensemberger per sui rifiuti ( cifra considerevole). E’, pertanto, con soddisfazione che mi trovo oggi a testimoniare la mia insegnare Matematica Applicata, esperienza in occasione del 70’ anni- ovvero calcolo di probabilità, statica, versario di istituzione di questo ITIS. ricerca operativa. Con l’augurio che tutti coloro che E, all’Hensemberger sono rimasta si trovano oggi a lavorare in questa fino al 2010 quando, con lettera del scuola trovino lo stesso ambiente ac- Ministero, sono stata invitata al col- cogliente e gratificante. Porgo il mio locamento a riposo. affettuoso saluto nel ricordo di 1/4 di Sono stati i 25 anni più belli della mia secolo ricco di soddisfazioni. vita, perchè sono riuscita, con suc- cesso, a trasmettere ai miei alunni Franca Rossetti conoscenze e abilità disciplinari e di cittadinanza con serenità e passione, favorendo la formazione di compe- tenze specifiche. L’interesse e il coinvolgimento delle 4 classi era assicurato dalla partecipa- zioni a molteplici iniziative in cui la statistica era vista come “strumento” per la lettura di casi concreti. Col linguaggio moderno posso affer- mare, infatti, di aver sempre accom- pagnato i miei studenti in percorsi disciplinari ricchi di compiti signifi- cativi e di studio di casi reali. La passione per l’ambiente ci ha por- tati, ad esempio, più volte alla Gran Canaria per uno studio statistico sul- le energie rinnovabili e al centro di Educazione ambientale di Fraine (BS) dove abbiamo appreso e sperimen- tato come si studiava un territorio staticamente . Numerosi sono stati i riconoscimenti per le nostre attività , sia da parte di enti esterni, sia da parte della stessa scuola che, col nostro lavoro , veniva esonerata dal pagamento della tassa
I like Pino La prof racconta ph | 1946/2016 A posteriori posso affermare che l’Hensemberger era nel mio destino : mio padre ha fre- Ho avuto l’opportunità di gestire alcune attività extrainsegnamento : la funzione di tutor per gli alun- quentato la Feltrinelli di Milano( ni di prima e di terza, e di guida casa madre del vostro istituto), per l’orientamento in uscita. Il mio mio marito è stato studente della compito era supportare i ragazzi in specializzazione di elettrotecnica momenti delicati del loro percorso; negli anni 60. Poi nel 2000 arrivo in questi casi non ero insegnante, ma io, come titolare della cattedra solo un adulto che cercava di offrire di lettere nel corso di meccanica, strumenti per la soluzione di proble- proveniente dall’ istituto Olivetti mi. I ragazzi si mostravano collabo- (sede dell’Hensemberger verso la rativi e grati. fine degli anni 40). Ho inaugurato e gestito il progetto Penso di aver realizzato un record, GIS (gruppo interesse Scala), ancora in dieci anni ho insegnato lettere in attivo nell’istituto. Grazie ad esso tutti i corsi del triennio; per due anni tanti studenti sono venuti in contat- anche nel biennio. Quando è nato il to con il magico mondo della musica liceo delle scienze applicate, per tre lirica. anni, ho avuto la cattedra di filosofia 5 Ho curato, per dieci anni come diret- e per uno quella di geografia. trice e per altri tre( dopo la pensione) Non chiedetemi dove mi sono trova- come collaboratrice esterna, il fratel- ta meglio, né un confronto. Ho cono- lo maggiore del giornalino che oggi sciuto ragazzi in gamba ovunque, e mi ospita ; si chiamava PIACCA (così , smentisco decisamente il pregiudizio per esteso). che esistano corsi di sere A o di serie E’ stata un’esperienza fantastica vis- B. Piccolo aneddoto: un paio di anni suta insieme a tanti ragazzi speciali, fa ricevo la telefonata di un ex stu- che si sono alternati nella redazione. dente di meccanica, che mi comuni- Ho ricordi bellissimi, a cominciare cava di essere diventato ingegnere; dai premi conquistati. pochi giorni fa sono stata invitata alla Potrei continuare, ma sono stata am- cerimonia di laurea in ingegneria di monita di rimanere entro un certo un mio ragazzo del liceo. limite di battute! Due obiettivi hanno sempre guida- Concludo pensando alla fatica del to il mio lavoro : creare interesse distacco, ma resto in contatto con per le mie materie e instaurare un molti ex studenti, rivedo sempre buon rapporto con gli studenti. Nei volentieri gli ex colleghi, e quando quarant’anni di professione ho speri- l’Hensemberger chiama… io sono mentato che sono indispensabili per presente. Non so dire di no al caro realizzare un clima sereno e favorire vecchio Pino. l’apprendimento. Loretta Casalini P.S. Continuo comunque ad insegnare … altro luogo, stessa passione.
70 anni! I l nostro fu uno dei primi Istituti tecnici in Italia. Inizialmente era una sede distaccata dell’Istituto Feltrinelli di Milano in via Appiani; successivamente questa sede diede forma all’attuale ITI “P. Hensem- berger”. Nel 1946, con un decreto firmato da Umberto di Savoia, il distaccamento della Feltrinelli di Milano fu riconosciuto come istituzione autonoma. L’Istituto era gestito inizialmente da un Consiglio di Amministrazione: alla convocazione di questo Con- siglio, che si tenne nel 1947, erano presenti il dott. Nino Hensemberger in veste di Presidente e il prof. Antonio de Majo in veste di Preside. Le donazioni fatte dal dott. Nino Hensemberger per onorare il padre Pino garantirono una crescita della scuola e la possibilità di acquisto di materiale didat- tico. Alla morte di Nino Hensemberger entrò nel Consi- 6 glio di Amministrazione l’ing. Pino, suo figlio, che vi rimase fino al 1973, quando il Consiglio di Ammini- strazione fu sostituito dal Consiglio d’Istituto. L’Hensemberger da via Appiani si spostò in via En- rico da Monza e poi definitivamente in via Berchet, con una succursale in via Magenta, ancora utilizzata da alcune classi del biennio ITI. Dalle sedi distaccate dell’Hensemberger sono nati Istituti come l’IPSIA di Lissone e L’ITIS Albert Ein- stein. Storicamente le specializzazioni erano tre: mecca- nica, elettrotecnica e metallurgia, che è stata chiusa definitivamente negli anni ‘80. Nell’a.s. 1971/72 è stata istituita la specializzazione in informatica. Nel 1961, per soddisfare il crescente bisogno di forma- zione di persone già pronte per un contesto lavo- rativo, sono stati avviati i corsi serali. E’ del 2005 l’introduzione del percorso di liceo scientifico tec- nologico. Oggi, a settant’anni dalla sua fondazione, un nuovo corso, che partirà a settembre, arricchirà l’offerta formativa dell’ITI: l’indirizzo in Biotecnologie sani- tarie. Alberto Dehò
Verba volant, scripta manent Le parole volano, gli scritti rimangono I n questo anno importante per l’Hensemberger, sono molte le persone che accolgono la richiesta Francesco Lino e le presidi Vallini e Cirincione. Quest’ultima è rimasta all’ Hensem- di condividere ricordi ed esperienze berger soltanto un anno ma la sua legate alla loro professione e alla loro presenza ha lasciato un segno. “vita” all’interno della nostra scuola. La preside Vallini è stata la prima 70 anni non sono pochi e grazie al Dirigente donna, con grande forza di contributo di molti ancora lega- carattere. È stata una persona fon- ti gente legata all’Istituto abbiamo damentale per il nostro Istituto, ha cercato di testimoniare al meglio, dato un’impronta forte. per non dimenticare:“Verba volant, scripta manent”. “Che approccio avevano i suoi studenti con la Questo antico proverbio, secondo materia da lei insegnata?” me, sintetizza il nostro obiettivo: Molto buono. All’epoca si facevano mettere nero su bianco. parecchie visite aziendali e questo catturava la loro attenzione. Fonda- Tra gli altri abbiamo intervistato mentali, secondo me, le numerose 8 Alfonso Vicinanza , ore pratiche e il numero elevato di attrezzature nei laboratori. insegnante di “macchine utensili e laboratorio tecnologico” dal ‘70 al ‘90 e capo ufficio tecnico dal ‘91 al “Quando pensa all’ Hensemberger cosa le 2011. viene in mente?” Una grande famiglia. “C’è qualcosa di particolare che ricorda nella Siamo sempre stati uniti, quindi sua carriera qui all’Hensemberger?” quando penso al nostro Istituto mi Sono sempre stato molto legato viene proprio in mente il senso di alla scuola e ai miei studenti. Sono unione di una grande famiglia. arrivato all’Hensemberger all’età di 22 anni e come professore molto “Ora non penso sia ancora così per gli stu- giovane ho da subito avuto un lega- denti. Ha qualche consiglio riguardo a ciò?” me forte con i miei alunni. Conservo Gli adulti, devono vedere i loro alun- ancora oggi molti ricordi legati a loro ni prima di tutto come delle persone. e alla mia esperienza personale, ma è Occorre ricordare che la componen- difficile sceglierne solo alcuni! te principale di una scuola siete voi studenti; senza voi giovani non può “Il preside è una figura fondamentale in un esistere la scuola. Istituto. Quali sono i presidi con cui ha colla- borato nel corso della sua carriera?” “Secondo lei a chi va il plauso nell’occasione Quando lavoravo qui, ci sono stati dell’anniversario?” diversi Dirigenti, come il preside In particolar modo al fondatore della
ph | 1946/2016 gestivo la contabilità della scuola, ovvero le entrate e le uscite, e gli incartamenti delle assunzioni dei docenti e personale ATA. nostra scuola: Pino Hensemberger. “C’è un docente, con cui ha lavorato in quegli Un grazie va a lui e alla sua famiglia che ci hanno fatto crescere con le anni, che ricorda più degli altri?” Ho molti ricordi positivi legati a que- generose donazioni. sta scuola e alle persone con cui ho lavorato. Un ricordo va anche ad Antonio De Ricordo in maniera particolare il Majo, che ha ottenuto lo spostamen- Preside Anfuso, il vicepreside Sever- to della sede dell’ Hensemberger da gnini, il mio grande amico Polverino via Enrico da Monza (attuale Olivetti) e Notaro, bidello della succursale, all’odierna via Berchet. figura fondamentale per la nostra scuola. “Secondo lei è rimasto qualcosa di immutato Del vicepreside Severgnini ricordo, in tutti questi anni?” ad esempio, la sua caratteristica di- 9 No, a mio parere sono cambiate mol- stintiva: la presenza costante. te cose. Era sempre presente, rimaneva a scuola da mattina a sera fornendo Quest’ultima risposta deve farci ri- un supporto costante all’interno Isti- flettere. tuto. L’importante è che la scuola consen- ta ai giovani di vivere in un ambiente sereno. C’è un episodio che l’hai colpito, lasciando in lui un ricordo indelebile? Un episodio che ricordo è la morte di Proseguendo in questo nostro uno studente ,Roberto Lanza, avve- “amarcord” ci siamo imbattuti in nuta a causa di un incidente stradale un’altra figura storia del Pino: prima della maturità. Rosario Nasisi. È stato un dolore sentito da tutta la scuola. Roberto era un ragazzo che alla scuola aveva dato tanto, parteci- “Ci racconti un po’ di lei...” pando con impegno e responsabilità Nasisi “nasce” nel 1992 come segre- alle attività e rappresentandola per i tario economo dell’Hensemberger fino ad arrivare a direttore ammini- strativo fino al 2007. Prima lavoravo presso l’istituto superiore Carlo Porta. Essendo direttore amministrativo, Rossella Ragusa
Dopo 50anni tornano a scuola Gli alunni Sudetti Angelo e Pallotta Andrea della classe 2aD3 hanno in- R: C’erano solo tre corsi; elettro- tervistato in occasione dei 70 anni tecnica, metallurgia e (non ce lo dell’Hensemberger due alunni di vec- ricordiamo può aggiungerlo?). Noi chia data che ai tempi delle superiori frequentammo metallurgia, che ai frequentarono l’istituto, ecco le do- tempi era il più snobbato per la vi- mande e le risposte: sione proibitiva del lavoro che offriva una volta finito il percorso, non era Andrea molto bello lavorare in un altoforno, la sicurezza era scarsa ed era molto D: In quali anni avete frequentato l’Hen- semberger? pesante. R: I primi anni ‘60. D: Che rapporto avevate coi professori? D: Come si presentava la scuola? Quali erano le differenze? R: Era tenuta un po’ meglio, ora sem- R: Era un rapporto piuttosto rigido, bra un po’ decadente. Quando anda- forse quello che avete voi oggi è vamo a scuola per non farci rovinare molto più leggero e piacevole. Inol- 10 le scale noi studenti non usavamo tre, anche se quasi tutti gli studenti quelle di rappresentanza ma quelle fumavano, non gli era giustamente di servizio. concesso farlo nell’edificio però i professori potevano farlo. D: Com’era l’affluenza di studenti? D: Vigevano quindi regole ferree? R: C’erano moltissimi ragazzi, alcune sezioni avevano più di 30 alunni e R: Abbastanza, il rispetto era totale e molti venivano da fuori Monza, an- bisognava venire a scuola ben vestiti, che da Lecco e dintorni! in giacca e cravatta. D: Quali corsi di studio erano presenti? Angelo Dopo queste domande per sciogliere Quali avete frequentato? il ghiaccio abbiamo fatto una sorta di
ph | 1946/2016 giro turistico con gli ex-alunni e alla ta non venivano usate al meglio. vista dei laboratori molti ricordi sono loro riaffiorati, e nonostante i cam- D: Cosa offriva il corso, una volta terminati biamenti in alcuni casi totali, erano gli studi? felici di essere tornati, come se non avessero mai scordato quella che è R: Molti di noi hanno subito trovato stata per loro una casa per 5 anni. lavoro e hanno anche avuto discreto successo, quelli che hanno voluto D: Quando andavate a scuola, com’erano i affrontare l’università magari hanno avuto qualche difficoltà per le ma- laboratori? terie che l’Hensemberger non com- R: L’istituto, insieme alla Feltrinelli, prendeva ma per quelle insegnateci aveva le migliori apparecchiature eravamo tra i migliori. della regione, se non d’Italia. D: Avete mai avuto ripensamenti sulla D: Quindi, si aveva più uno studio pratico vostra scelta? che teorico? R: All’inizio si, ma col tempo ci siamo R: Assolutamente no, si tentava di come innamorati delle materie e sia- 11 dare il giusto peso sia alla teoria che mo felici della scelta fatta. alla pratica, anche se effettivamente i libri erano un po’ di meno. D: In generale, come vi sembra ora la scuo- la, rispetto a prima? D: I professori erano molto severi, erano anche molto qualificati? R: Potrebbe essere tenuta meglio, ma non solo a livello di struttura, la R: In realtà non tantissimo perché si voglia di cambiare deve partire da trattava principalmente di ingegneri tutti, professori, studenti e bidelli che venivano chiamati dalla scuola compresi! per insegnare, infatti le attrezzature avanzate del laboratorio qualche vol- Angelo Sudetti Andrea Pallotta
Castoldi Giorgio . Presente! Quand’è stato il suo primo anno qui all’Hensemberger? Nel 1969. Quando venne qui cosa si aspettava di fare? La scelta non era molto vasta, io in realtà ero interessato a Elettronica ma era presente solo al Feltrinelli a Milano. Siccome pero qui era stata aperta informatica e si studiava anche elettronica mi sono iscritto qui. Dopodichè in realta mi sono appassionato ad informatica, di elettronica sì ho fatto qualcosa ma 12 alla fine ha prevalso l’interesse per Informatica. Negli anni si è creata una certa rivalità tra lei e Cantù? Allora, rivalità no; perche io sapevo benissimo di non essere al livello di Cantù, tant’è vero che Cantù, insieme ad altri tre, fu uno dei 60/60 della mia quinta. Io invece a 60 non ci sono arrivato. Rivalità no, ma diversitò di carattere sì. Com’era l’Hensemberger negli anni ‘70? La scuola era abbastanza diversa da adesso, nel senso che adesso c’è una pretesa sorveglianza sugli studenti in ogni momento: l’intervallo, l’entrata. Allora eravamo relativamente più liberi, se arrivavamo in ritardo la
ph | 1946/2016 speranza era che fosse più in ritado meno rispetto a ciò che affrontate di noi l’insegnante ma non c’era un voi. controllo serrato come adesso. Siamo arrivati in quinta e la nostra Addirittura all’intervallo uscivamo prova d’esame era ridicolo se dalla scuola per prendere i panini in paragonata alla vostra. una salumeria a 50 metri da scuola Allora l’informatica era quello. che adesso non c’è più. Prendavamo la francesina con la pancetta (ride). Quando ha iniziato ad insegnare qua? Gli studenti come sono cambiati negli Nel ‘79. ultimi 40 anni? Dunque sono trentasette anni che insegna In effetti ne parlo spesso coi ragazzi, in quest’istituto? anche noi da studenti abbiamo fatto il mestiere dello studente e se c’era la Yes. possibilità a casa non si studiava o si studiava poco. Quanti anni le mancano? Mi rendevo conto dopo 2/3 settimane in cui non avevo toccato Sarei dovuto andare in pensione nel 13 il libro che era ora che ricominciassi settembre 2017 e adesso sono stati a studiare, perchè arrivava in classe aggiunti i cinque anni e andrò in pensione il prof e spiegava per esempio nel 2022. matematica e io non capivo più nemmeno come diavolo si era arrivati Pensa che le mancherà il Pino quando a quell’argomento. lascerà? Rispetto ad adesso, almeno per me, Ora come ora no, perchè vorrei dedicarmi non esisteva la possibilità che si ad altro, però non si può dire fino a quando cominciasse a studiare dopo Pasqua. non sei a casa in pensione. Mi ricordo anch’io delle settimane passate dall’amico a sistemare la moto o a giocare. La struttura era la stessa? Però ad un certo punto dicevi “oggi La struttura sì, anche se alcuni laboratori non vengo perchè devo studiare”. sono stati spostati. Il biennio lo facevamo comunque in Via Il livello era più alto ai tempi? Appiani. Ai tempi c’erano sedi staccate anche a Paragonandolo ad adesso direi di sì, Concorezzo e Vimercate. c’e anche da dire allora i programmi didattici erano molto più rudimentali di quelli odierni. Nell’arco dei tre anni facevamo molto Omar Achak
Cantù Giorgio . Presente! nell’ottobre del ‘70; allora si iniziava un po’ più tardi e si finiva a giugno inoltrato. Nel 2019 saranno 50 anni ma spero di andare in pensione prima (ride). Dunque lei conferma le indiscrezioni secondo la quale fra 2/3 anni dovrebbe andare in pensione? Sì, dovrebbe essere nel settembre 2017. In questi anni, come e quanto è cambiata la scuola? Questo è difficile dirlo perchè da dentro si ha una visione, da fuori ne 14 hai un’altra. Diciamo che, come tutta la società italiana, è cambiato tantissimo. La mia generazione è stata tra le pri- me che ha avuto accesso agli studi superiori, quindi sentivamo il peso della responsabilità; i nostri genitori non erano diplomati bensì con licen- za elementare. Le possibilità erano due: o studi o vai a lavorare. La nostra generazione non dico che avesse ristrettezze perchè è stata forse la prima del dopoguerra che ha avuto condizioni di vita abbastanza Si ricorda quando è stata la prima volta che agiate rispetto ai genitori ma non ha messo piede in questa scuola? paragonabili con quelle di adesso. I ragazzi di adesso hanno cose che Ho iniziato nella succursale di via noi non ci sognavamo nemmeno di Appiani nel 1968 perchè in sede non avere (ride). c’era spazio per le prime e le secon- de. Qui in sede la prima volta è stata Che differenza c’è tra gli studenti di oggi e quelli di trent’anni fa?
ph | 1946/2016 mondo del lavoro, ci vengono segna- La situazione qui era un po’ partico- lati come i più competenti. lare. Siccome le richieste per studia- Molte aziende pescano prima re informatica erano tante e i posti dall’Hensemberger e poi da altre disponbili erano pochi c’era una sele- scuole. zione all’ingresso per voto di merito. Per i primi 10/15 anni che ho inse- Debolezze? gnato qui c’era una situazione para- dossale per cui il più scarso che en- Come tutte le altre scuole tra le pri- trava aveva la media del sette, quindi me abbiamo un alto tasso di insuc- avevamo studenti che avevano una cesso, anche se è un dato nazionale. preparazione veramente valida. Uno Spesso confluiscono ragazzi che dei nostri studenti ha avuto accesso pensano che si studia poco e la scel- alla Normale di Pisa per dirti. Una gono come alternativa ad un profes- scuola dove accedono le eccellenze. sionale. Questo ragazzo qui finivamo le lezio- C’è una scarsa conoscenza dell’ita- ni e sapeva tutto.Di cognome faceva liano e quindi hanno difficoltà nella Florioli. Era mostruoso. C’era una comprensione dei testi. 15 preparazione completamente diver- sa, non posso fare un paragone con Per finire, ci racconta un aneddoto? oggi, è improponibile. Dopo è sem- pre stato un po’ un calare. Ricordo Una volta ricordo che partecipam- che nella mia classe in 4 hanno avuto mo ad un concorso a livello europeo il massimo dei voti. Allora il livello e nella premiazione che si teneva era alto. se non ricordo male a Bruxelles o a Strasburgo; la nostra scuola era rap- Quali sono i punti di forza del Pino? presentata da solo due insegnanti... (ride)...mentre per le altre scuole Secondo me, i voti non sono espressi c’era pure l’ambasciatore e pensa che al massimo ma chi esce da qui dà avevamo vinto il primo premio...(ride buone rese a livello universitario, ancora). superiori ad altri istituti dova hanno Questo ti dà l’idea di com’è la situa- conseguito voti anche migliori. zione in Italia. A parità di scuole, fra i vari ITIS, ha Sarei voluto andare ma qui non c’era ottenuto un successo superiore. Chi chi mi sostituiva e il preside aveva i esce dall’Hensemberger magari an- suoi problemi. che con voti leggermente più bassi Questo per darti l’idea del fatto che rispetto agli altri poi rende di più. abbiamo delle eccellenze che spesso Allora vuol dire che forse siamo un non vengono supportate dalle isti- po’ severi. tuzioni. Lo stesso vantaggio c’è anche nel Omar Achak
Fucina di tecnici per lo sviluppo del territorio I nizi XX secolo,sviluppo dell’in- dustria italiana, crescita frenata dalla mancanza di tecnici meccanici. Primi anni del 1980, crisi dell’acciaio, il calo di richieste del personale e l’interesse per altre tecnologie co- La grande esposizione universale, stringe la chiusura del corso di Me- spingerà un gruppo di ingegneri del tallurgia per carenza di iscritti. Le Politecnico di Milano ad agire per aziende di produzione metallurgica la creazione di una scuola di forma- trovarono conveniente utilizzare zione tecnica. Il comune di Milano periti meccanici “formando in casa” assegna alla scuola industriale mila- eventuali esperti di metallurgia, nese una baracca di legno in fondo in grado di seguire la produzione a via S. Gregorio, dietro la stazione dell’accaio dagli alti forni alla vendi- centrale. 1937 ,il Feltrinelli viene tra- ta del prodotto finito. Nel corso del sformato in Istituto Tecnico Statale. tempo si diede inizio a sperimenta- Cinque anni dopo nel 1942, nasce una zioni che modificarono le “vecchie” sezione distaccata ,l’istituto tecnico industriale Pino Hensemberger che assumerà la completa autonomia nel lontano 1946. E’ uno dei primi edifici 16 scolastici che si pone la prerogativa di creare un concreto legame tra scuola e sviluppo economico del pa- ese. Anno scolastico 1883-84 nasce la nuova sezione Industriale mec- canico- metallurgica,57 gli iscritti. L’Hensemberger sembra ripercorrere il percorso fatto dall’Istituto Tecnico di Terni come quest’ultimo anche lui svilupperà un buon indirizzo perito metallurgico. Il fine,creare una classe specializzazioni per renderle mo- tra ingegneri e “capi mastri” in pos- derne ed al passo con le esigenze sesso di abilità e capacità professio- del mercato del lavoro. Nel 1961, per nali funzionali ai cicli produttivi degli soddisfare il crescente bisogno di stabilimenti siderurgici. formazione di persone già calate in L’Hensemberger di Monza assu- un merà ben presto un ruolo fon- contesto lavorativo, vengono avviati damentale, coprirà parte delle i corsi serali. Nel 2005 introdotto il esigenze dell’hinterland milanese Liceo Scientifico Tecnologico (ora e della Brianza,nello specifico in- delle Scienze Applicate), un indirizzo dustrie quali Breda e Falck. Stori- che viene declinato con un carattere camente le specializzazioni erano fortemente applicativo sfruttando tre:Meccanica,Elettrotecnica e Me- la grande disponibilità di laboratori tallurgia.
ph | 1946/2016 presenti in sede. Nell’anno scolasti- co 2010/11 entra in vigore la riforma dell’istruzione tecnica ,veranno ri- organizzate le tre articolazioni del settore tecnologico “Meccanica e Meccatronica”, “Elettrotecnica” ed “Informatica”.Tre anni dopo avve- nuta l’attivazione dell’articolazione “Telecomunicazioni” dell’indirizzo di Informatica. L’istituto al giorno d’oggi ha attuato una serie di servizi volti ad accompagnare gli studenti in tutte le fasi del loro corso di stu- di: dall’accoglienza all’orientamento in entrata e uscita, al supporto allo studio e alle iniziative rivolte agli studenti stranieri, oltre ai numerosi progetti e corsi pomeridiani. 17 Davide Manco Documenti: Primo inventario generale
Ho incontrato la storia dell’Hensemberger H o incontrato la storia dell’Hen- semberger condensata nei ri- cordi di un signore dinamico, gentile lampade fluorescenti fino al mondo delle barche). Da quest’ultima è nato l’impegno di ed entusiasta, classe 1928. oggi in campo giornalistico e lette- Mi accoglie in casa sua, nel centro di rario. Monza, in un pomeriggio di marzo Nei racconti del suo passato di stu- e con grande efficienza mi mostra dente colgo l’orgoglio e l’attacca- quanto ha già preparato: fotocopie mento nei confronti di un’ esperien- di documenti in suo possesso ed un za significativa, quasi pioneristica, elenco circostanziato delle sedi, dei all’Hensemberger. presidi, dei docenti, dei compagni Gli stessi studenti collaborarono a negli anni tra il 1943 e il 1948. costruirne i laboratori in via Appiani E’ un fiume in piena il sig . Camesa- e in via Enrico da Monza (prime sedi sca ed alterna ricordi legati all’Hen- monzesi del neonato I.T.I.G.). semberger, a vicende di una vita Primi esami di stato: 14 luglio 1948, lavorativa intensa e varia, che l’ha il giorno in cui avvenne l’attentato visto, dopo il diploma, per due anni a Togliatti; tema d’esame: Elettro- assistente di laboratorio nei corsi misure resistenza con batterie, 18 serali dell’istituto; e poi una lunga se- membro interno il professore di elet- rie di esperienze nel mondo dell’in- trotecnica Martinetti. dustria in Italia e all’estero (dalle Nel flusso della narrazione ritornano con insistenza la stima e l’apprezza- Felice Camesasca
19 mento per due “insegnanti, non do- Ora mi proietto verso il futuro do- centi” così li definisce: prof. Moretti mandandogli: “Quali caratteristiche (matematica), anche portiere ed al- sono necessarie per esser un buon lenatore della squadra di calcio degli perito?” Ecco la risposta: “Oltre alle studenti, ed il prof. Martinetti “dava competenze tecniche è necessaria del lei agli studenti, ma nello stesso una sicura padronanza della lingua tempo era molto protettivo”. italiana, il perito deve stendere rela- Pochi gli allievi negli ultimi anni del zioni e saper comunicare con preci- corso di elettrotecnica, solo 12, ma sione e chiarezza”. costanti nella frequenza “eravamo Questa risposta suscita il mio grande sempre presenti, anche ammalati”. compiacimento come insegnante di Riporto il sig. Camesasca al presente lettere! chiedendogli l’utilità del diploma di Ormai quasi amici, ci salutiamo; perito nel mondo di oggi, mi rispon- l’appuntamento è per le serate dei de con un aneddoto recente: “Sono festeggiamenti. Insieme agli auguri di stato chiamato il novembre scorso, un grande futuro per l’Hensember- dall’ ultima ditta per cui ho lavorato, ger, offre la sua disponibilità a parla- a partecipare alla selezione del per- re con gli studenti. sonale: c’erano ingegneri e diplomati; Ragazzi, un’ occasione da non per- sono stati assunti questi ultimi”. dere!. Loretta Casalini
Pino Hensemberger (Rivarolo Ligure, 28 ottobre 1875 – Malnate (Varese), 4 ottobre 1944) Figlio di Giovanni Hensemberger e Pellegrina Ferrettini, dopo aver concluso un regolare corso di studi superiori, iniziò a lavorare nell’azienda meccanica gestita dal padre che produceva macchine per l’industria tessile. Anche a seguito di quanto aveva appreso studiando, e intravedendo l’opportunità di entrare in un settore in rapida espansione come quello delle ferrovie, indirizzò l’azienda di famiglia verso la produzione di accumulatori al piombo-acido da utilizzare per l’illuminazione delle vetture ferroviarie. Ciò lo portò ad ottenere una commessa dalle Ferrovie dello Stato che sviluppò sensibilmente il giro d’affari dell’azienda. Alla morte del padre ricadde su di lui l’intera responsabilità della conduzione dell’azienda e pertanto si adoperò per sviluppare ulteriormente la produzione. In questo frangente ebbe l’idea di utilizzare gli accumulatori elettrici per la trazione delle motrici ferroviarie e dei tram, che venne sperimentata con successo sulla linea Milano-Monza. A seguito della grande richiesta di accumulatori da parte delle ferrovie 20 ma anche di altre aziende e di semplici cittadini, decise la costruzione di una seconda fabbrica che impiantò in Campania a Casalnuovo di Napoli, anche per evitare maggiori costi di trasporto dei manufatti. Dopo la sua morte è stato dato il suo nome all’Istituto Tecnico Industriale Statale di Monza.
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