L'UGL PENSIONATI E LA POLITICA CREDITIZIA PER I PENSIONATI DELL'INPDAP
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
L’UGL PENSIONATI E LA POLITICA CREDITIZIA PER I PENSIONATI DELL’INPDAP L’8 – 6 – 2004 ho affrontato in CIV il problema dei “servizi al pubblico” dichiarando: “Un’altra questione che vorrei affrontare: a pagina 8, ma anche in altre pagine, così come nell’istituto, in generale si parla di “svolgere un servizio di informazione al pubblico”. La mia non è una pignoleria di carattere semantico: ma noi non abbiamo il pubblico a cui rivolgerci, abbiamo i nostri azionisti, che sono coloro i quali hanno versato i contributi, ai quali noi dobbiamo la pensione. Non è “pubblico”, questo. I pensionati non sono il pubblico al quale dire: “se non vi piace, andate da un’altra parte”. No, il pubblico non c’è, qui ci sono “coloro i quali hanno diritto a…”. Leggo anche “…ciò presuppone, da parte dei cittadini, un’adeguata…”. Dei cittadini? Non “dei cittadini”, ma “ciò presuppone, da parte dei nostri assistiti, ecc. ecc…”. Sono anche cittadini, logicamente, ma sono gli assistiti. Dobbiamo occuparci prima di tutto, e soltanto, direi, dei nostri pensionati, punto e basta. A parte i dipendenti, che è un altro discorso.” L’assistenza economica ai pensionati è stata oggetto di un altro mio intervento l’8 – 6 – 2004: “Qui parliamo di ottime iniziative da prendere nei confronti degli anziani e dei pensionati però, per esempio, non c’è nulla che riguardi la concessione gratuita di protesi auricolari, occhiali, dentiere, tanto per fare un esempio.
Io metterei, come fatto prioritario, l’assistenza agli anziani. Cose concrete, che riguardano concretamente i nostri assistiti, i quali hanno diritto di essere aiutati, non solo con la pensione.” Il 15 giugno 2004 con la delibera 236, il CIV ha fatto il punto sulle politiche creditizie: “POLITICHE CREDITIZIE E POLITICHE SOCIALI ATTIVITA’ CREDITIZIE In rapporto alle attività creditizie tradizionali, per le quali la legge finanziaria n. 662 del 1996 rafforzava l’autonomia di gestione in seno all’Inpdap, si dovrà perseguire con autorevolezza e determinazione amministrativa il ripristino della certezza della disponibilità dei fondi. Fino all’avvento della cartolarizzazione dei crediti ed attraverso un virtuoso sistema rotativo di autoalimentazione del Fondo speciale per il credito, è stata garantita, negli anni, una equilibrata e soddisfacente gestione delle risorse in grado di soddisfare gran parte delle richieste di prestiti personali diretti e mutui ipotecari per l’acquisto della prima abitazione. L’attività tradizionale del “Credito unificato” è tuttora disciplinata dai Testi Unico nn. 180 del 1950 e 1032 del 1973 successivamente integrati dalla legge finanziaria n. 662 del 1996 che istituiva in seno all’Inpdap la gestione autonoma del credito e dei servizi sociali nonché dal Decreto ministeriale n. 463 del 1998 che, in forza del principio di sussidiarietà, ha conferito all’Istituto la facoltà di ricercare “nuove e più avanzate forme di intervento creditizio e sociale” a favore degli iscritti in attività di servizio, per quelli cessati dall’attività e per i loro figli (art. 1 lettera f dello stesso D.M.). In virtù del principio di autonomia sancito dal nuovo regolamento governativo introdotto dal citato decreto n. 463 del 1998, anche per il credito diretto gli Organi di gestione dovevano ricercare ulteriori forme di intervento non solo per gli iscritti in attività ma anche per quelli cessati dal servizio. Sulla questione si possono individuare iniziative che riguardano, per lo più, alcuni provvedimenti già predeterminati e in corso di attuazione, tra i quali: • l’avviamento della rinegoziazione dei tassi di interesse relativi ai mutui edilizi concessi alle cooperative ed enti locali fino al ’98; • l’approvazione del testo di Convenzione-quadro con l’Istituto di credito “Banca nuova” relativamente alla concessione di mutui individuali ai soci delle cooperative al fine di consentire l’eliminazione delle morosità ancora in atto (deliberazione commissariale n. 217 del
6 aprile 2004 di trasferimento del residuo debito dalle cooperative ai singoli soci accollanti).” Sono intervenuto anche sul tema, affermando fra l’altro: “Ho evidenziato che, per l’Istituto non esiste un’utenza ma i pensionati, i quali hanno versato in anticipo la contribuzione necessaria per conseguire il diritto al trattamento di quiescenza e non debbono essere considerati degli “utenti”: sono i nostri “azionisti”, i destinatari dell’attività dell’INPDAP, Istituto creato per erogare loro le pensioni. Nei loro confronti l’ente produce anche socialità. Ma non vi è traccia di tale principio, finchè permane il termine “utente”. Il 17 marzo 2005 sono intervenuto nella riunione del CIV per denunciare un episodio negativo che riguarda la politica creditizia dell’INPDAP attuata in collaborazione con le banche: “Questo è un problema che mi sta particolarmente a cuore; tempo fa lo avevo già sollevato e, siccome non mi piace parlare solo per sentito dire, ho voluto constatare di persona la situazione, chiedendo un piccolo prestito ad una banca convenzionata, da semplice pensionato 73nne. Il prestito mi è stato negato per l’età avanzata. Mi hanno spiegato, infatti, che, se è vero che l’accordo con la BNL prevede la possibilità di erogare il prestito a chi non ha superato i 75 anni, una circolare interna della banca vieta tale concessione per chi ha superato i 70 anni. Mi domando se tale comportamento delle Banche sia corretto e chiedo di prendere visione del testo della convenzione stipulata tra l’Istituto e la Banca Nazionale del Lavoro, poiché non capisco – con queste limitazioni - quali sono i pensionati che possono fruire di questo tipo di prestazione.” Il 14 aprile 2005 sono intervenuto ancora una volta sulla politica creditizia: “Avevo inoltre chiesto, nella precedente seduta, di avere una copia della convenzione stipulata con la banca. Vorrei ricordare ancora una volta che ho fatto un esperimento personale. Sono andato in una Banca Nazionale del Lavoro e, in quanto pensionati di 73 anni, ho chiesto un prestito. Dopo una serie di incontri il direttore della Banca mi ha riferito che, a seguito
della convenzione stipulata con l’INPDAP, è stata diramata una circolare interna con il diniego di erogazione di prestiti agli altra settantenni. Nel chiedere, pertanto, di poter visionare una copia della suddetta convenzione, esprimo pieno apprezzamento per il lavoro svolto dalla Commissione Prestazioni ed invito il Presidente a considerare la relazione prodotta dalla stessa commissione parte integrante della delibera, in quanto chiarificatrice di alcuni punti. Al riguardo, suggerisco di modificare l’ultimo capoverso della delibera, laddove cita “ di richiedere agli Organi suddetti di relazionare entro 30 giorni sulle iniziative allo studio adottate in merito alla istituzione di una specifica prestazione a favore dei pensionati iscritti”, con “… a favore di quanti percepiscono una pensione INPDAP.” Al termine della seduta, il CIV ha deliberato: • “di impegnare gli Organi di gestione affinché sia data applicazione agli indirizzi deliberati sulla materia, al fine di porre in essere i necessari ed improrogabili interventi risolutivi indispensabili per la loro concreta attuazione, con particolare riguardo ai seguenti punti: - ampliare le tipologie dei criteri di erogazione dei prestiti pluriennali diretti in relazione alle necessità degli iscritti e dei loro familiari; - provvedere alla semplificazione delle certificazioni richieste per la concessione delle prestazioni ed alla riduzione dei tempi di erogazione; - attivare una congrua riduzione dei tassi di interesse a favore dei richiedenti iscritti; • di impegnare altresì gli Organi di gestione a relazionare sulla fattispecie al Consiglio di Indirizzo e Vigilanza, entro sessanta giorni, precisando in modo dettagliato le azioni adottate in merito o le eventuali cause che possano aver determinato il persistere della situazione attuale; • di richiedere agli Organi suddetti di relazionare, entro trenta giorni, sulle iniziative, allo studio o adottate, in perito alla istituzione di una specifica prestazione a favore dei pensionati iscritti, come più volte richiesto dal Consiglio di Indirizzo e Vigilanza.” Il 5 maggio 2005, il Presidente del CIV, Abbadessa, ha scritto al Ministero dell’Economia e delle Finanze una lettera con la richiesta di parere circa l’applicazione dell’art. 1, comma 6, della legge 30 dicembre 2004, n. 311 in merito alla
concessione dei prestiti. Questo il testo: “Il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza ha approvato, con delibera n. 254 del 7 aprile 2005, il bilancio di previsione, 2005 deliberato dal Consiglio di Amministrazione il 21 dicembre 2004, raccomandando, in particolare, agli organi di gestione l’adeguamento dello stesso alle norme previste dall’articolo 1, commi 5 e 6, della legge 30 dicembre 2004, n. 311. Al riguardo, si comunica che il Consiglio di Amministrazione, nella seduta del 27 aprile 2005, con la delibera 145, ha dato luogo al suddetto adeguamento deliberando la prima variazione al bilancio di previsione 2005. Nell’ambito di tale prima variazione al bilancio di previsione 2005, il Consiglio di amministrazione ha approvato un decremento del capitolo 5214.02 – Concessione di prestiti, per la competenza e per la cassa, di euro 110.000.000 rispetto alla previsione iniziale di euro 1.520.492.500. In proposito, si fa presente che la concessione dei prestiti personali a favore degli iscritti è finanziata con il versamento da parte di questi ultimi di un contributo obbligatorio pari allo 0,35% della retribuzione percepita. Appare evidente che, nella specie, viene ad instaurarsi un vero e proprio rapporto previdenziale tra l’Istituto e i propri iscritti, nell’ambito del quale è configurabile l’esistenza di un obbligo giuridico dell’INPDAP ad erogare la prestazione. È pur vero che l’ente dispone di un margine di discrezionalità nel definire l’importo da stanziare in bilancio per tale specifica finalità, tuttavia una volta che questo potere sia stato esercitato e che si verifichino tutti i presupposti e i requisiti previsti dalla specifica normativa di settore, si può affermare che l’iscritto vanti un vero e proprio diritto soggettivo ad ottenere la prestazione. Ora, da quanto sopra, sembra potersi evidenziare l’applicabilità del disposto dell’articolo 1, comma 6 della legge finanziaria 2005, alle concessioni di prestiti personali, che esclude, quindi, l’applicabilità del comma 5 del medesimo articolo 1, alle spese “per prestazioni sociali in denaro connesse a diritti soggettivi”. In tal senso, si richiede di conoscere, con cortese urgenza, il parere di codesto Dicastero, atteso che il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza deve approvare la prima variazione al bilancio preventivo 2005 dell’Istituto entro il 27 giugno del corrente anno.” Il 9 giugno 2005 sono tornato – in CIV – sul tema “prestiti”
Questo uno stralcio dell’intervento: “Come avvenuto in occasione della pubblicazione del volume “L’INPDAP e il Sociale” del 18.06.2003, curata dalla Commissione Prestazioni, Credito Attività sociali, ritengo opportuno che la Commissione presenti una nuova relazione sulla situazione attuale dell’Istituto, in riferimento alle attività sociali, evidenziando i risultati ottenuti in merito alle proposte, ai propositi ed ai pronunciamenti di cui alla citata relazione del 2003, operando un distinguo tra i dipendenti dell’Istituto ed i loro familiari da un lato e gli iscritti che percepiscono un trattamento di quiescenza INPDAP dall’altro, in quanto reputo vi siano della disparità. Ne è un esempio, la mancata concessione ai pensionati di prestiti estinguibili per cessione di quota di pensione per un periodo superiore a dieci anni. L’erogazione di tale prestazione è affidata a banche ed intermediari finanziari, come previsto dall’art. 107 del D.L. 385/93. A sostegno delle mie osservazioni si esprime anche il D.L. 14.04.2005 n. 35, convertito con modificazioni nella Legge n. 80 del 14.05.2005, ignorata e non applicata dall’Istituto, che prevede il ricorso dei pensionati alla cessione decennale del quinto della pensione, senza limiti di età, dietro la sottoscrizione di un’assicurazione sulla vita. Sollecito, quindi, i colleghi Consiglieri ed il Direttore Generale a verificare l’attualità delle mie asserzioni nonché a provvedere affinché gli interessati vengano messi correttamente a conoscenza della realtà legislativa. Peraltro, anche al Forum della P.A., tenutosi dal 9 al 13 maggio u.s., le informazioni fornite presso lo stand dell’Istituto, in merito all’erogazione di qualsiasi forma di prestito, escludevano dal beneficio i pensionati. Rivolgo, infine, al Presidente la richiesta di poter far parte della Commissione Prestazioni Credito Attività Sociali, in quanto reputo di poter fornire un utile contributo per preparazione ed esperienza maturate nelle materie di competenza della Commissione.” Il 14 luglio 2005 – pur assente per un ricovero in ospedale – ho registrato con viva soddisfazione l’approvazione della delibera n. 259 per l’erogazione diretta di prestiti sociali ai pensionati già iscritti all’INPDAP. Ho poi appreso con piacere che vi erano stati due interventi in CIV che mi riguardavano direttamente e che riporto: “Presidente: Nel rivolgere gli auguri di pronta guarigione al consigliere
Mannucci, particolarmente sensibile a questo tema, invito il consigliere Bertozzi, Coordinatore della Commissione Prestazioni Credito Attività Sociali ed Entrate Contributive, a relazionarmi sull’argomento.” “Bertozzi: Mi unisco agli auguri rivolti al consigliere Mannucci, certo di aver ottemperato alle sue pressanti richiesta riguardo la previsione di un prestito per i pensionati, da assimilare ad una prestazione sociale piuttosto che ad una forma di credito agevolato. La commissione propone, pertanto, di realizzare una forma di piccolo prestito di importo non superiore alle due annualità e restituibile in 24 – 36 mesi, considerato il sostanziale abbassamento del potere d’acquisto dei trattamenti di quiescenza nonché l’innalzamento dell’età media dei pensionati.” Questo il testo del dispositivo finale approvato: “VISTO che il processo di cartolarizzazione dei crediti, tutt’ora in atto, non sembra avere apportato gli ulteriori auspicati benefici remunerativi tali da rafforzare lo sviluppo ed il finanziamento di una politica sociale innovativa in grado di rispondere adeguatamente alle necessità degli iscritti in tutto il territorio nazionale; PRESO ATTO del persistere del fenomeno di recessione, ancor più accentuato nell’anno in corso, per cui l’Istituto, nel rivedere le strategie di intervento, dovrà tenere conto della flessibilità e innovazione degli interventi e della massima tempestività nei tempi di erogazione del beneficio richiesto; CONSTATATO l’estremo disagio della categoria dei pensionati iscritti, per i quali si dovrà, con urgente sollecitudine, procedere alla istituzione di un Prestito Sociale, commisurato al piccolo prestito, sia in termini di somme erogabili che di ammortamento, da erogare in tempi compatibili con le necessità degli iscritti richiedenti; RITENUTO che l’onere di tale nuova prestazione, che si configurerebbe, pertanto, non come beneficio creditizio ma sociale, potrebbe essere interamente garantito dal valore del Premio di Garanzia Fondo Rischi, prevedendo in favore dell’INPDAP un minimo riconoscimento per il costo dell’operazione amministrativa; A MAGGIORANZA dei consiglieri presenti DELIBERA di impegnare gli Organi di Gestione affinché pongano in essere ogni utile iniziativa al fine di istituire la nuova prestazione del Prestito sociale in favore dei pensionati iscritti e delle loro famiglie, tenendo in considerazione gli elementi appresso evidenziati: • adottare tempestivamente procedure amministrative per l’erogazione
in forma diretta del nuovo beneficio sociale la cui concessione dovrà supporre la convergenza di due elementi essenziali e compatibili con la natura del prestito; • adottare tempestivamente procedure amministrative per l’erogazione in forma diretta del nuovo beneficio sociale la cui concessione dovrà supporre la convergenza di due elementi essenziali e compatibili con la natura del prestito: a) flessibilità nell’accoglimento della richiesta, b) massima dinamicità nei tempi di erogazione; • avviare iniziative di informazione capillare, anche con il coinvolgimento delle Sedi periferiche, degli Enti e dei Patronati, in grado di raggiungere tutti gli aventi diritto, in modo di costituire una alternativa per gli anziani in difficoltà a fronte del ricorso esclusivo del sistema bancario; • provvedere, per la copertura di spesa della nuova prestazione, all’adeguamento degli stanziamenti in bilancio, anche con l’utilizzo di risorse eventualmente non impegnate per le attività creditizie.” Nel corso del CIV del 26/01/2006 sono tornato sull’argomento “convenzioni con le banche”: “A proposito dell’esclusione dei soggetti appaltatori che non rispettano i capitolati e gli impegni contrattuali, di cui parlava il consigliere Bertozzi, mi sembra interessante ricordare un esempio che ci riguarda. L’anno scorso ho fatto un’indagine presso istituti di credito convenzionati con l’INPDAP e ho scoperto cha la Banca Nazionale del Lavoro, con una circolare interna, aveva dato disposizioni affinché non venissero erogati piccoli prestiti ai pensionati di età superiore ai 70 anni, in violazione della convenzione che fissava il limite a 75 anni. Ho chiesto in quella occasione che la convenzione venisse annullata, ma senza alcun risultato. Tale esperienza personale mi porta a dubitare sulla possibilità concreta che l’Istituto possa dar corso allo strumento della risoluzione contrattuale. Ho notato che il richiamo approvato due giorni fa a pagina 12c del documento in questione, in cui si chiedeva di sospendere le convenzioni con le banche inadempienti per le concessioni di mutui, è stato cancellato. Vorrei anche suggerire di segnalare alle banche, cui estenderemo convenzioni, che l’ISTAT ha recentemente modificato le cifre relative all’aspettativa di vita, che passano da 65/75 anni per gli uomini ed a 79/85 anni per le donne.” Il 23 marzo 2006 il CIV ha approvato l’ordine del giorno n. 42 per l’estensione delle prestazioni creditizie di cui all’art 1, comma 347, della legge
266/05 in favore dei pensionati dell’INPDAP e dei dipendenti pubblici iscritti ad altre gestioni pensionistiche. Questo il testo del dispositivo finale: “IMPEGNA gli Organi di gestione a procedere prontamente alla definizione di un piano di fattibilità, coerente con le linee di indirizzo già emanate dal Consiglio di indirizzo e vigilanza, per l’accesso alle prestazioni creditizie di cui all’art. 1, comma 347 del 23/12/2005 erogate dall’INPDAP in favore dei pensionati dell’Istituto e dei lavoratori pubblici iscritti ad altre gestioni previdenziali, che individui, sulla base di quanto specificato in premessa, le tipologie e le modalità delle prestazioni erogabili. Ai fini di quanto sopra si dovrà fare riferimento ai seguenti criteri: • prevedere livelli di contribuzione differenziata per i dipendenti in attività di servizio e per i pensionati, in considerazione della ridotta capacità di reddito di questi ultimi; • operare la contribuzione a carico dei pensionati su base volontaria, prevedendo possibilità di una totale gratuità per l’accesso alle prestazioni in favore dei percettori di pensioni minime.” Nel corso della riunione sono tornato sull’argomento “prestazioni creditizie”: “Condivido le finalità dell’Ordine del Giorno; tuttavia, a rischio di diventare noioso, mi devo ripetere. Credo che anche questa volta si confonda tra due concetti diversi: una cosa sono i prestiti, effettivamente legati alla detenzione di un fondo specifico; altra e diversa questione è la cessione del quinto che non è connessa ad una tale disponibilità e per la quale la legge pone come unico vincolo la restituzione decennale. Ritengo che occorra distinguere, a fini di chiarezza, le due diverse materie e presentare due separati ordine del giorno, limitandoci in questa sede a fare un discorso chiaro solo sui piccoli prestiti.” Ho anche ribadito la necessità di escludere le banche inadempienti da ogni accordo, ma sembra che su questo punto ci siano poche speranze. Il 18 maggio 2006 è stato affrontato in CIV il tema delle politiche sociali in favore degli anziani. Questi alcuni miei interventi nel dibattito:
“Nel complimentarmi con la Commissione Prestazioni Credito ed Attività Sociali per il lavoro svolto, ritengo tuttavia doveroso presentare, ancora una volta, la problematica delle protesi sanitarie (auricolari, odontoiatriche, etc.), segnalata ripetutamente dal sottoscritto. Ritengo possibile, infatti, che in caso di protesi sanitarie non corrisposte dal S.S.N., l’Istituto possa intervenire anticipando la spesa per poi trattenerla dalla pensione dell’interessato operando piccole rate. Si tratta di un discorso di sensibilità verso certe tematiche ed esigenze sociali, che investe anche le convenzioni stipulate con alcuni Istituti bancari per la concessione di prestiti ai pensionati fino al 75° anno di età. Colgo l’occasione per citare ancora una volta la BNL che, attenendosi ad una circolare interna, non applica quanto convenuto con l’INPDAP in merito alla concessione dei suddetti prestiti. Stante questo quadro generale, ribadisco la necessità di implementare un sostegno fattivo per dirimere tutte le problematiche che costituiscono un vero handicap per gli anziani, nel rispetto della “mission” sociale che caratterizza l’Istituto.” “Ovviamente io mi riferisco a pensionati INPDAP.” “A garanzia di prestiti di questo tipo, vi sono forme di polizze assicurative.” “Chiarisco di non aver mai detto che il CIV si debba occupare di prestazioni sanitarie: ho solo voluto evidenziare che si deve trovare il modo di sostenere chi non può altrimenti acquistare le protesi non fornite dal SSN. Nello stesso tempo, affinché i finanziamenti non siano distolti dagli scopi assistenziali, l’accertamento del “bisogno” potrebbe essere posto a carico delle ASL competenti: il nostro intervento, in tal modo, avrebbe carattere economico e non sanitario.” Nel corso della riunione della Commissione Prestazioni e Credito del 26/05/2006, ho nuovamente proposto interventi creditizi a favore dei pensionati: “Si passa a discutere dell’ampliamento delle prestazioni sociali, con l’intervento del Consigliere, dr. Corrado Mannucci, il quale, in considerazione della mancata erogazione di alcune prestazioni sanitarie da parte del Servizio Sanitario, presenta la proposta di farle rientrare, qualora fosse legittimamente ammissibile, nell’ambito di una prestazione creditizia sociale, vista anche la difficoltà nell’adottare il piccolo prestito sociale, che, malgrado la delibera di attuazione del C.d.A., non è ancora effettivo perché sprovvisto dell’autorizzazione del Ministero.” “Il primo passo da effettuare per rispondere alla richiesta di
ampliamento delle prestazioni creditizie è da verificare, in merito alla delibera sul piccolo prestito sociale approntata dal CIV e successivamente approvata anche dal CdA, la data di invio della richiesta inviata al Ministero competente circa la liceità del provvedimento e, in caso di assenza di risposta, sollecitare lo stesso Dicastero, senza attendere lo scadere dei 60 gg. previsti per l’esito positivo del quesito attraverso l’istituto del silenzio-assenso. Preso atto che, la tipologia adottata dal C.d.A. non prevede le prestazioni in base alle quali concedere l prestito – secondo la Commissione – potrebbero rientrarvi anche quelle prestazioni sanitarie non erogate dal servizio sanitario.” Ha poi rilevato che: “occorre ampliare le motivazioni per le quali è possibile richiedere il prestito pluriennale, prevedendo proprio il tipo di prestazioni prima citate.” Nel corso della riunione ho nuovamente sollecitato il problema delle convenzioni con gli Istituti bancari ed ho auspicato che le inadempienze da me denunciate vengano prontamente sanzionate. Il 5 luglio 2006 si è nuovamente riunita la commissione Prestazioni e Credito, che ha esaminato le problematiche del credito. È stato rilevato che, “tenuto conto dell’andamento della domanda negli anni precedenti, quest’anno era stato previsto in bilancio un budget di circa 1,45 mld di euro, ipotesi formulata tenendo conto delle previsioni degli anni precedenti e della probabilità che a seguito del miglioramento delle condizioni di accesso si sarebbe verificato un incremento delle richieste di prestito rispetto agli anni precedenti, nei quali era stata impegnata una spesa intorno a 1,5 mld di euro. È stato anche rilevato che nell’anno in corso sono state introdotte ulteriori prestazioni creditizie, quali il prestito quadriennale, che determinano un traslazione di domande, poiché, in considerazione della possibilità di accedere anche alla nuova prestazione senza alcuna motivazione, per l’iscritto è preferibile rispetto al piccolo prestito annuale o biennale. Dai dati in possesso della direzione, è risultato che alla data del 21 giugno 2006 sono stati erogati quasi 50.000 prestiti per un totale di
oltre 500 mln di euro, con un incremento delle prestazioni creditizie medie dovuto all’introduzione del prestito quadriennale ma sostanzialmente in linea con il trend delle domande ricevute nel 2005, nel corso del quale sono stati erogati in tutto circa 115 mila prestiti per 1 mld e 90 mln di euro. Considerando che la richiesta di prestiti non avrebbe avuto un sostanziale aumento rispetto agli anni precedenti l’Istituto ha deciso di impegnare fondi anche per soddisfare altre prestazioni, e, dunque, oltre a prevedere un budget di spesa per i mutui individuali di circa 400 mln di euro, sono stati assegnati ulteriori 250 mln di euro per finanziare la costruzione di alloggi da parte di cooperative di pubblici dipendenti, in quanto ormai da alcuni anni non erano più concessi mutui per la costruzione di case. Si è trattato del primo anno di introduzione di tale beneficio e sono pervenute numerose richieste in tal senso, anche se non tutte le cooperative appositamente costituite hanno avuto l’assegnazione dei terreni edificabili, elemento indispensabile per poter accedere al finanziamento. In merito ai mutui individuali, la Commissione ha riscontrato che a fronte di 105 mln di euro stanziati ed erogati nel 2003 e 88 mln di euro nel 2004, nel 2005 si è saliti a 300 mln di euro; tenuto conto del notevole aumento delle domande soddisfatte nel 2005, sono stati previsti in bilancio per l’anno in corso 400 mln di euro, con la possibilità di sommare a tale importo la somma stanziata per l’erogazione di mutui alle cooperative, circa 250 mln di euro, che probabilmente a causa delle citate difficoltà, rimarrebbero inutilizzati, nella convinzione che la sommatoria dei due importi avrebbe consentito di soddisfare la domanda. Invece – secondo quanto riferito dagli organi gestionali – si è verificato un incremento esponenziale delle domande, peraltro non derivato dalle altre tipologie di nuova introduzione, quali ristrutturazioni, rinegoziazioni etc…, ma rinveniente dalla domanda di acquisto della prima casa, ovvero circa l’86% delle domande di prestito e mutuo hanno ad oggetto l’acquisto della casa. Da sottolineare che l’iscritto può optare per un mutuo al tasso fisso del 3,20, e ciò comporterebbe, visto anche l’aumento costante del tasso di interesse praticato dalla BCE, l’intremento delle domande di mutuo, considerato anche che la scelta del mutuo a tasso variabile non è irrevocabile, ma viene concessa la possibilità all’utente dopo i primi cinque anni di ammortamento, di scegliere se passare al tasso fisso o mantenere il variabile secondo l’andamento del mercato, quindi sono entrambi appetibili sia sul piano della entità del tasso che sulla modalità
di applicazione del tasso stesso. Risulta importante il fatto che alla data di giugno sono stati erogati più mutui rispetto all’intero anno del 2005, circa 3.317 mutui a fronte di 2.788 del 2005 con assegnazione alle sedi di 800 mln di euro, budget comunque non sufficiente a soddisfare le domande sin qui pervenute, poiché mancano ancora 23 mln di euro.” Su tale considerazione ho riferito di aver avuto notizia circa l’esistenza di una circolare emanata dalla Direzione Credito, in base alla quale le sedi non devono accettare le domande per esaurimento dei fondi. Il rappresentante della Direzione generale (come risulta dal verbale della Commissione) mi ha subito precisato di non aver mai emanato un siffatta circolare, mentre la disposizione che è stata data alle Sedi Provinciali è quella di accettare con riserva, ovvero accettare la domanda in attesa dell’assegnazione del budget, che, appena verrà assegnato, determinerà la cancellazione della riserva. Ha anche riferito che la Direzione ha preparato una lettera nella quale, oltre a ribadire la temporanea riserva in attesa di una integrazione del budget derivante da variazione di bilancio, si afferma la priorità per coloro che devono acquistare la prima casa, ponendo in attesa l’iscritto che deve unicamente rinegoziare il mutuo; dunque, procedere per priorità; in merito alle possibili fonti di reddito alternative per soddisfare la domanda, ha precisato che, (dal momento che sono già pendenti alcune domande di cooperative edilizie alle quali non è stato ancora assegnato il terreno su cui edificare) si potrebbero stornare parte dei fondi in bilancio per tale prestazione per garantire i finanziamenti dei mutui individuali. Il dirigente ha anche fatto presente che bisogna considerare che l’Istituto è ancora creditore nei confronti di cooperative finanziate dagli ex Istituti di previdenza di circa 200 mln di euro, che devono rientrare con gli ammortamenti; queste cooperative
erano finanziate con interessi molto elevati in rapporto all’epoca, di seguito ridotti al 6% con l’operazione di rinegoziazione. Un’altra ipotesi, dunque, per i fondi necessari è, considerato che l’Istituto aveva stipulato una convenzione con le banche per il passaggio del mutuo da cooperativo a individuale, ottenere la restituzione del capitale, è , ricordando che il tasso di interesse che riscuoteremmo è del 6% (e che il costo del denaro oggi è attestato al 3%), rimborsare lo spread tra il nostro tasso e quello praticato dall’Istituto finanziario, con la possibilità di avere ancora disponibilità di introito sul tasso del 6%, che riconosciamo con l’attualizzazione. Reinvestendo i fondi così ottenuti, tenuto conto che l’Istituto riscuote il tasso del 3,20 con il fisso sul mutuo e lo 0,50 per spese di amministrazione e l’ulteriore disponibilità sul tasso al 6%, l’INPDAP potrebbe reintegrare quasi del tutto il tasso di interesse che devono corrispondere le citate cooperative con l’ammortamento a scadenza naturale; tale operazione ci darebbe la possibilità di ulteriori 200 mln di euro. Dunque, riepilogando dal momento che la previsione di spesa per l’anno in corso si attesterebbe intorno a 1,5 mln di euro, le proposte avanzate per colmare il divario di spesa e reperire i fondi, sono innanzitutto quella di stornare circa 350 mln di euro dal capitolo dei prestiti ai mutui individuali e 100 mln di euro dal budget previsto per le cooperative, oltre a recuperare circa 200 mln dal mutuo concesso alle cooperative ancora in fase di ammortamento. Al fine di reintegrare il budget di spesa servirebbero ancora 300 mln di euro, che si potrebbe ricavare o da un’operazione di assestamento di bilancio, nel caso esistano risparmi di gestione, o da un’anticipazione della Cassa Pensioni Sanitari. Nel recente passato si è già verificato che la Gestione Credito abbia avuto un’anticipazione di
fondi dall C.P.S., restituiti con parte dei proventi della cartolarizzazione senza interessi in un’unica soluzione, circa 1,5 mld di euro. Si potrebbe pensare, quindi, essendo tale cassa in attivo, ad un’anticipazione onerosa dei 300 mln di euro, con un minimo tasso di interesse, da restituire a titolo oneroso ratealmente. È stata a questo punto avanzata dalla Commissione anche l’ipotesi di rivolgersi al mercato privato per ottenere la restante somma, prelevando dal fondo rischi, che è attivo per circa 200 mln di euro, una quota che finanzi lo spread fra il tasso di interesse praticato dalle banche ed il nostro tasso, in modo da garantire che l’iscritto che si rivolge alle banche abbia il medesimo trattamento di coloro che hanno contratto un mutuo direttamente con l’Istituto. Il Dirigente generale ha però chiarito che la suddetta operazione è impraticabile poiché il fondo rischi è un fondo assicurativo, e l’ipotesi che era stata formulata di emanare una delibera da inviare ai Ministeri vigilanti affinché autorizzassero il reinvestimento interno di una quota del fondo rischi, non è stata attuata poiché, essendoci in itinere la possibilità della iscrizione dei pensionati sui quali l’incidenza del rischio sarebbe stata molto più alta, si è preferito esser prudenti per garantire una parziale copertura del rischio per i pensionati. Inoltre la possibilità di una erogazione dei fondi da parte delle banche con pagamento dell’Istituto del differenziale del tasso di interesse, è oltremodo onerosa, considerato che con un’anticipazione di 500 mln di euro, solamente il differenziale, chi oltretutto sarebbe una spesa è non un investimento, verrebbe a costare oltre 150 mln di euro per i primi cinque anni, arco temporale nel quale rientra l’obbligo di garanzia per l’Istituto. Infine in merito alla possibilità di reperire i fondi dall’operazione di cartolarizzazione, ha chiarito che, considerato prioritariamente che l’Istituto
ha ricevuto solo in parte i proventi cartolarizzati e inoltre una quota, pari a 1,5 mld di euro, è stata restituita dalla Ragioneria alla C.P.S. per un prestito ricevuto nel passato, a partire da gennaio 2004, dal momento che la gestione credito si finanziava con il contributo dello 0,35% e con la quota minima di rientro degli ammortamenti, si è cominciato a prelevare i fondi dalla Tesoreria, e analogamente nel 2005 e nell’anno in corso, con una disponibilità residua alla fine del 2006 di circa 700 mln di euro; considerato che le uscite della gestione credito sono pari a 2,3 mld l’anno e che i fondi citati non sono inclusi nel bilancio di previsione, occorrerebbe una variazione di bilancio che non risolverebbe il problema, che si ripresenterebbe, qualora si utilizzassero i residui fondi cartolarizzati, con forza nel corso del 2007. Da ultimo, in considerazione delle argomentazioni svolte, la Commissione ha deciso di preparare una delibera che dia indicazioni sulle possibili modalità per reperire i fondi necessari. °°° Il 6 luglio 2006, il Presidente Staderini ha annunciato in CIV di aver sottoscritto un accordo migliorativo con alcune banche, per la concessione di prestiti anche ai pensionati INPDAP fino agli 80 anni di età, come avevo ripetutamente chiesto. L’INPDAP ha quindi diffuso un comunicato sull’argomento, precisando fra l’altro: “Come noto, l’Inpdap ha stipulato una Convenzione con alcuni Istituto di credito/Società per la concessione di prestiti personali ai pensionati, con rata trattenuta mensilmente dalla pensione, a condizioni economiche certe e vantaggiose. Nell’ambito della Convenzione, l’INPDAP ha ottenuto l’applicazione di condizioni economiche ancora più favorevoli, come evidenziato nell’esempio sotto riportato. L’iniziativa è riservata a tutti i pensionati con un età massima di 80 anni alla scadenza del prestito ed è valida fino al 31 dicembre 2006.” In quella occasione ho dato atto, in CIV al
Presidente di aver mantenuto l’impegno preso: “Prendo atto con piacere che il presidente Staderini ha mantenuto la promessa di elevare da 75 anni a 80 anni il limite di età per il completamento dell’ammortamento per i prestiti concessi dagli istituti bancari. Chiedo, tuttavia, dei chiarimenti, non comprendendo il motivo per cui leggo sulla delibera dei CdA ancora l’indicazione dei 73 anni. Ritengo opportuno che tale chiarimento venga inserito nel nuovo atto.” “Vorrei avere anche delle risposte chiarificatrici al riguardo, così come chiedo delucidazioni in merito alla cessione del quinto decennale per i pensionati e se l’Istituto si sia attivato per conoscere gli eventuali sviluppi a seguito della delibera del Consiglio di Amministrazione n. 236 del 19.10.2005.” Questo uno stralcio dell’atto aggiuntivo alla convenzione firmata il 27.04.2004 fra l’INPDAP e la Banca Nazionale del Lavoro e finalizzata alla concessione di mutui e prestiti personali ad iscritti, pensionati e dipendenti INPDAP. “(omissis) VISTO - Il D.P.R. n. 80 del 5 gennaio 1950 - La Circolare del Ministero del Tesoro n. 63 del 16/10/1996 - Il D.P.R. n. 1032/73 - La legge n. 662 del 23 dicembre 1996 - Il D.M. n. 463 del 28 luglio 1998. CONSIDERATO che l’Istituto intende agevolare l’accesso ai finanziamenti da parte dei pensionati, che non possono accedere ai prestiti INPDAP, ed offrire ulteriori opportunità e agevolazioni ai propri pensionati. VISTO INOLTRE CHE Gli Istituti di credito Banca Nuova e B.N.L. hanno presentato una interessante iniziativa che va incontro alle esigenze di questa particolare categoria al fine di consentire le migliori condizioni di mercato e la massima velocità nell’erogazione del finanziamento. SI CONVIENE E SI STIPULA QUANTO SEGUE ART. 1 ASSUNZIONE DELLE PREMESSE Le premesse sono parte integrante e sostanziale del presente atto. ART. 2
OGGETTO DELL’ATTO AGGIUNTIVO Il presente atto aggiuntivo alla convenzione stipulata in data 27.04.2004 disciplina la concessione da parte degli Istituti di credito firmatari condizioni agevolate particolari in favore dei pensionati dell’Inpdap e degli iscritti di seguito meglio specificati: 1. riduzione del tasso applicato sui prestiti dal 6.85% al 6.60% per i finanziamenti sino a 60 mesi. Dal 8,25% al 8,10% per i finanziamenti sino a 120 mesi. 2. innalzamento dell’età massima a scadenza del finanziamento da 75 a 80 anni. L’INPDAP predisporrà un messaggio di informazione agli utenti che verrà spedito con oneri assunti direttamente dalle due Banche convenzionate. Il volume di finanziamenti concessi monitorato da INPDAP mensilmente, dopo la divulgazione dell’offerta, e, dopo l’assorbimento dei costi sostenuti dalle due aziende, le stesse verseranno all’Istituto uno spread dello 0.30% sull’intero capitale erogato per scopi sociali/assistenziali in favore degli anziani. ART. 3 DESTINATARI Sono destinatari dei prestiti: - i pensionati INPDAP ai quali l’Istituto eroga una prestazione pensionistica. - Possono. Altresì, accedere i dipendenti pubblici in servizio presso le amministrazioni presso le quali Banca Nuova e BNL risultato accreditati. I destinatari dovranno dimostrare la propria posizione esibendo la seguente documentazione: - Cedolino di pensione a qualunque titolo percepita dall’INPDAP (diretta, indiretta, ai superstiti). - Documento inviato al domicilio del pensionato. - Per i lavoratori in attività di servizio il cedolino dello stipendio. ART. 4 ONERI FISCALI Questa convenzione viene redatta in quattro copie originali, di cui una per ciascuna parte contraente e la quarta per l’Ufficio del Registro di Roma. L’onere e le spese di registrazione in caso d’uso, nonché quelle per eventuali bolli, sono a carico della Banca.” La direzione Generale dell’INPDAP ha comunicato in data 11 luglio 2006 (prot. 767) nuove disposizioni in materia di mutui ipotecari edilizi:
“Si comunica che le domande di mutui ipotecari edilizi acquisite fino alla data odierna verranno evase nei limiti della disponibilità di bilancio e con priorità per quelli aventi ad oggetto “acquisto prima casa”. Si precisa, pertanto, che le domande pervenute e per le quali non sia stato definito il rogito aventi ad oggetto “rinegoziazione di mutuo e/o ristrutturazione”, devono provvisoriamente rimanere sospese fino al reperimento delle risorse finanziarie necessarie a soddisfare le domande comunque acquisite alla data odierna. Le domande, infine, che perverranno a partire dal 12/7 p.v. potranno essere istruite nell’ambito delle risorse dell’esercizio 2007.” Il 27 luglio 2006. nel corso della riunione del CIV, anche le l’argomento non era nell’ordine del giorno, ho detto: “Propongo alcune varie. La prima riguarda la circolare che l’Istituto ha emanato in data 11 luglio, in cui si sancisce la sospensione nell’erogazione dei mutui ipotecari a causa dell’esaurimento dei fondi ad essi destinati. Vorrei conoscere quali sono le reali possibilità che ha l’Istituto, apportando modifica al bilancio, di reperire tali fondi per far fronte alle necessità degli utenti che, contando sulla opportunità offerta loro dall’INPDAP, si sono impegnati in acquisti altrimenti non possibili.” Il 22 settembre 2006 si è nuovamente riunita la Commissione Prestazioni per esaminare la situazione dei mutui ipotecari. Ha preso atto che la carenza di risorse a disposizione (dovuta in parte all’eccezionale numero di richieste pervenute) ha comportato, in un primo momento, l’accoglimento con riserva e, successivamente la sospensione della prestazione. Nel mese di giugno la Direzione Centrale Credito ha inviato una circolare alle sedi con l’indicazione di accettare con riserva le domande prodotte dal 08/06 al 11/07 (circa 8.000) riserva successivamente sciolta grazie ad una variazione di bilancio di 250 mln di euro. Successivamente una circolare del Direttore Generale ha disposto la sospensione della prestazione per mancanza di fondi con rigetto delle
domande prodotte a far data dal 12/07/2006; non tutte le Sedi Provinciali, però, hanno adempiuto alla suddetta circolare, nonostante la Direzione abbia dato disposizione in tal senso, e alcune di esse hanno continuato ad accogliere domande di mutuo edilizio ipotecario sino al 31/08. Da un calcolo effettuato dalla Consulenza Attuariale risulta che per soddisfare le richieste di mutuo inoltrate all’Istituto fino al 31/08, occorrerebbe un’integrazione di bilancio di circa € 500.000. Data l’emergenza e la scarsità di risorse a disposizione, la direzione ritiene necessario,per ovviare al rischio che l’Istituto possa ritrovarsi nelle medesime difficoltà nei prossimi anni, una modifica del regolamento di concessione dei mutui. Nel corso del CIV del 28 settembre 2006, si è parlato anche di politica creditizia. Questo il mio intervento: “Vorrei un chiarimento: a pag. 2 della relazione, all’ultimo punto si legge “una riduzione del capitolo 2.2.1.4.07 (concessione di crediti ex articolo 59 DPR 509/79), in considerazione di un numero di domande, presentate dai dipendenti INPDAP, inferiore al previsto”; chiedo se in tale discorso rientra anche la richiesta che avevamo fatto come CIV di una nota di variazione al bilancio per reintegrare il fondo per la concessione di mutui.” Il Presidente Abbadessa ha chiarito che sono due cose diverse; l’art. 59 del DPR 509/79 riguarda i prestiti ai dipendenti e che la variazione di bilancio è stata chiesta per l’evasione dei mutui agli iscritti. Sono quindi tornato sull’argomento “mutui”: “Concordo con la delibera proposta dalla Commissione Prestazioni Credito, Attività sociali ed entrate Contributive di cui faccio parte. La sostanza del discorso che esprime è molto semplice: lo stanziamento per i mutui si è esaurito e quindi occorre provvedere al suo rifinanziamento con ogni mezzo possibile e lecito. Mi chiedo tuttavia che cosa avverrebbe se l’istituto non fosse in grado di provvedere in tal senso. Propongo che
in tal caso si individuino le priorità nell’erogazione dei mutui, destinati a tre diverse tipologie di spese: per l’acquisto della prima casa, per le ristrutturazioni edilizie e per l’acquisto della seconda casa. PRESIDENTE: ovviamente bisognerebbe escludere i mutui per le seconde case. MANNUCCI: per l’appunto; anzi, dirò di più: in una condizione di scarsezza di fondi deve essere accantonato ogni discorso diverso da quello dell’acquisto della prima casa che mi sembra debba avere priorità assoluta. PRESIDENTE: Concordo pienamente con la posizione del consigliere Mannucci che d’altronde è conforme all’attuale regolamento.” Nel corso della discussione sono tornato sull’argomento: “vorrei esprimere una preoccupazione relativa alla possibilità che si debba diminuire l’importo dei mutui concessi affinché ne possa beneficiare il maggior numero di soggetti. Ritengo invece che tale prestazione creditizia dell’Istituto deve essere erogata in maniera completa, altrimenti non agevola chi la richiede. Concedere il 70% del prezzo di acquisto di una casa, può significare, per esempio, che per il resto della cifra l’interessato è costretto a rivolgersi agli usurai. Concludo segnalando l’opportunità che, sulle decisioni che verranno assunte nei prossimi giorni in materia, venga fatto un comunicato ufficiale, in maniera che gli interessati possano apprendere le notizie dalla fonte e non attraverso i vari canali informali e i “sentito dire”.” Poiché vi erano anche dubbi sui conti dell’invio delle lettere ai pensionati per pubblicizzare il nuovo accordo fra l’INPDAP e le Banche, ho chiesto chiarimenti: “Mi rivolgo al direttore Generale per chiedere se l’operazione di invio delle lettere destinate all’utenza, riguardanti la comunicazione degli Istituti bancari accreditati per la concessione dei prestiti, sia a carico dell’INPDAP ovvero degli stessi Istituti bancari.” Il Direttore generale ha precisato che l’Istituto provvede materialmente alla spedizione delle lettere che, però – come costi – sono a carico esclusivo delle Banche convenzionate. Il 29 settembre 2006 si è nuovamente riunita la Commissione Prestazioni per esaminare ancora una volta il problema della sospensione dei mutui. Il rappresentante della Direzione ha quindi
relazionato sulla situazione, precisando che qualora fossero accolte le domande sino alla fine dell’anno, occorrerebbero circa 300 mln di euro al mese. Sulla base del dato citato, per soddisfare le eventuali domande che l’utenza potrebbe presentare fino alla fine dell’anno, presumibilmente occorrerebbe un impegno di circa 800 mln. di euro, che sommati alla spesa di € 400 mln. necessaria per far fronte alle richieste pervenute dal 12/07, data di sospensione della prestazione, al 31/08, porta la spesa necessaria ad un totale di 1mld e 200 mln di euro. Alla luce del bilancio previsionale per il 2007 di 400 mln di euro, la possibilità di accettare richieste di mutuo per l’intero 2006 gli è sembrata improponibile, poiché con il budget del 2007 si potevano onorare solamente i mutui di luglio e agosto (per altro nella quasi totalità consistenti in mutui per ristrutturazione e rinegoziazione) con l’assurdo che il bilancio del 2007 pari a 1,2 mld. di euro, sarebbe stato totalmente utilizzato per finanziare i mutui del 2006, poiché i primi 400 mln, provenienti dal pagamento degli iscritti della quota pari allo 0,35% della retribuzione, avrebbero coperto solamente i mutui di ristrutturazione e rinegoziazione da luglio ad agosto e gli altri 800 mln., derivanti da rientri di ammortamenti, sarebbero serviti per finanziare le richieste da settembre a dicembre 2006. Tale motivo ha comportato - da parte della Direzione – il blocco delle domande. Ha infine comunicato che in data del 08/06 è partita una email alle sedi, secondo la quale le domande dovevano esser prese con riserva in attesa dei fondi disponibili. Secondo la Commissione, l’unica azione possibile è adoperarsi per trovare i fondi affinché possano essere evase le domande sino al 31/12/2006, magari tramite un anticipo da parte delle Casse che registrano un attivo di bilancio e, successivamente, risolta l’emergenza, introdurre
nel 2007 un nuovo regolamento. °°° Ma non ho certamente trascurato il problema “prestiti” agli ultrasettantacinquenni e, come mia abitudine, ho voluto controllare di persona l’attuazione dell’accordo fra l’INPDAP e le Banche. E non sono mancate – ancora una volta – le sgradevoli sorprese che ho immediatamente denunciato al Presidente del CIV, al Presidente dell’INPDAP, al Magistrato della Corte dei Conti, al Vice Presidente del Collegio dei sindaci e, per conoscenza, al Direttore generale dell’INPDAP. Questo il testo delle mia lettera datata 5 ottobre 2006: “Oggetto: Accordo per i prestiti con la BNL. Questa mattina, alle ore 9,30, mi sono recato presso la “postazione” della BNL ubicata nelle sede INPDAP di Roma4 di via Grezar, per chiedere un prestito in base all’accordo stipulato fra l’INPDAP e la BNL, ed a me comunicato con lettera personalizzata (all. 1 e 2). L’incaricato mi ha cortesemente calcolato l’entità del prestito su un piccolo foglio di carta che allego in copia (all. 3). Nella lettera a me pervenuta era precisato che la quota cedibile è di 211 euro e che quindi, moltiplicando 210 euro per 60 mesi, avrei potuto incassare al netto delle spese e assicurazione, euro 9.104. Ho fatto un rapido calcolo, ed ho facilmente dedotto che i conti non tornavano, dal momento che la differenza fra la cifra spettante e quella netta, era di ben 3.500 euro (pari a sette milioni delle vecchie lire…). Due ben altre sorprese mi aspettavano. L’impiegato della BNL, mi ha chiesto qual’era la mia età; ho risposto che avevo appena compiuto i 74 anni. Mi ha allora precisato che dovevo compiere alcuni adempimenti di carattere sanitario (allegato 4), previsti dalla Banca (ma non dall’accordo sottoscritto con l’Inpdap) per il finanziamento da restituire “oltre i 75 anni di età a scadenza del finanziamento”. Mi sono informato presso uno studio di analisi ed ho potuto accertare che il costo delle analisi richieste supera abbondantemente i 1.000 euro! Ma c’è dell’altro. Il mio medico, dovrebbe inoltre compilare un modulo di due pagine (all. 5 e 5/a) che vi prego di leggere attentamente, contenente domande di una delicatezza incredibile. Una volta in possesso di tutti i documenti sanitari, dovrei consegnarli all’assicurazione, sottoscrivendo anche una dichiarazione con la quale –
fra l’altro – prosciolgo dal segreto professionale e legale i direttori di cliniche, ospedali, case di cura, enti mutualistici, medici liberi professionisti o dipendenti da enti che possono avermi curato o semplicemente visitato e tutte le altre persone alle quali la HDI Assicurazioni S.p.A. credesse, in qualsiasi momento, di rivolgersi per ottenere documenti o informazioni riguardanti il mio stato di salute. Poi, mi è stato detto, il medico dell’Assicurazione deciderà se concedermi o meno il prestito. Una cosa appare evidente; i prestiti verranno concessi solamente a coloro che saranno in perfetta salute i quali, però, dovranno pagare ugualmente una salatissima assicurazione che, sommata alle spese, è pari ad oltre il 25% della somma ipotizzata. Non vi sembra che vi siano abbastanza motivi per intervenire drasticamente a tutela dei pensionati dell’INPDAP? Nel testo dell’accordo firmato dall’INPDAP e nelle locandine pubblicitarie, non vi è traccia degli adempimenti di carattere sanitario illustrati. Ancora una volta, la BNL (come ho già ripetutamente denunciato nel corso di numerose riunioni del CIV) ha unilateralmente modificato le intese, come quando sottoscrisse con l’INPDAP un accordo per concedere finanziamenti ai pensionati con età massima di 73 anni e poi, con una circolare interna, limitò i finanziamenti a coloro che non avevano compiuto i 70 anni. Poiché mi rifiuto di credere che esistano clausole “riservate” dell’accordo, vi invito ad intervenire immediatamente presso la BNL, affinché rimuova senza indugi le discriminanti condizioni sopra denunciate. Desidero anche informarvi che venerdì 13 ottobre, alle ore 9,30, mi recherò nuovamente nella stessa sede di via Grezar, dove rinnoverò la domanda per il prestito. Se la situazione non sarà cambiata, inizierò una serie di azioni legali a tutela dei pensionati dell’INPDAP. Ma sono certo che – per quel giorno - avrete già ottenuto l’annullamento delle norme illegali. Cordiali saluti. Il consigliere del CIV INPDAP Corrado Mannucci” Per vostra informazione, preciso che avrei dovuto presentare alla BNL la ulteriore “documentazione” che segue per ottenere il finanziamento. “1. Dichiarazioni dell’assicurando e certificato compilato dal medico di
famiglia; 2. esame delle urine; 3. esami del sangue: - glicemia - colesterolo totale e HDL - trigliceridi - HbsAg - Emocromo con formula leucocitaria - Creatinina - Protidogramma elettroforetico, fosfatasi alcalina, tempo di protrombina - Transaminasi GOT, GPT,GGT - Anti HCV - Bilirubina totale - VES 4. ECG Riposo (Elettrocardiogramma a riposo) ALLEGATO 5 1. Nome e cognome dell’assicurando 2. indirizzo 3. sesso 4. data di nascita _________________________________________________________________ 5. da quanto tempo conoscete l’assicurando? 6. da quale data possedete informazioni scritte sull’assicurando (esami, cartelle cliniche,…)?siete il medico curante? _________________________________________________________________ 7. Siete il medico curante dell’assicurando? 8. da che anno? 9. siete parente o affine dell’assicurando? Se si, con quale grado di parentela? _________________________________________________________________ 10. ESAME OBIETTIVO - Altezza in cm: - peso in Kg: - il peso è: in aumento in diminuzione stazionario - Misura del torace espirando inspirando misura addominale - Frequenza, ritmo e tipo di pulsazione a riposo - Soffio cardiaco (se presente descriverlo e specificare se è da considerarsi funzionale o organico) - Pressione sanguigna (se supera i 140/90 ripetere test) min. max - Si notano apparenti anormalità nella palpazione dell’addome? ______________________________________________________________________ 11. dettagli su ogni malattia e/o infortunio per le quali l’assicurando sia stato in cura da Voi o dei quali Voi comunque siete a conoscenza _________________________________________________________________ 12. con riferimento alle attuali condizioni dell’assicurando, della sua storia personale e della storia della sua famiglia, avete ragione di ritenere che sia o possa essere soggetto a malattie congenite, ereditarie e/o costituzionali? se si, quali?
Puoi anche leggere