L'UGL PENSIONATI E LA POLITICA CREDITIZIA PER I PENSIONATI DELL'INPDAP

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L’UGL PENSIONATI E LA POLITICA
                   CREDITIZIA

           PER I PENSIONATI DELL’INPDAP

L’8 – 6 – 2004 ho affrontato in CIV il problema dei “servizi al
pubblico” dichiarando:

“Un’altra questione che vorrei affrontare: a pagina 8, ma anche in altre
pagine, così come nell’istituto, in generale si parla di “svolgere un servizio
di informazione al pubblico”.
La mia non è una pignoleria di carattere semantico: ma noi non abbiamo il
pubblico a cui rivolgerci, abbiamo i nostri azionisti, che sono coloro i
quali hanno versato i contributi, ai quali noi dobbiamo la pensione. Non è
“pubblico”, questo.
I pensionati non sono il pubblico al quale dire: “se non vi piace, andate da
un’altra parte”. No, il pubblico non c’è, qui ci sono “coloro i quali hanno
diritto a…”.
Leggo anche “…ciò presuppone, da parte dei cittadini, un’adeguata…”. Dei
cittadini? Non “dei cittadini”, ma “ciò presuppone, da parte dei nostri
assistiti, ecc. ecc…”. Sono anche cittadini, logicamente, ma sono gli
assistiti.
Dobbiamo occuparci prima di tutto, e soltanto, direi, dei nostri
pensionati, punto e basta. A parte i dipendenti, che è un altro discorso.”

L’assistenza economica ai pensionati è stata
oggetto di un altro mio intervento l’8 – 6 – 2004:

“Qui parliamo di ottime iniziative da prendere nei confronti degli anziani
e dei pensionati però, per esempio, non c’è nulla che riguardi la
concessione gratuita di protesi auricolari, occhiali, dentiere, tanto per
fare un esempio.
Io metterei, come fatto prioritario, l’assistenza agli anziani. Cose
concrete, che riguardano concretamente i nostri assistiti, i quali hanno
diritto di essere aiutati, non solo con la pensione.”

Il 15 giugno 2004 con la delibera 236, il CIV ha
fatto il punto sulle politiche creditizie:
“POLITICHE CREDITIZIE E POLITICHE SOCIALI

ATTIVITA’ CREDITIZIE
In rapporto alle attività creditizie tradizionali, per le quali la legge
finanziaria n. 662 del 1996 rafforzava l’autonomia di gestione in seno
all’Inpdap, si dovrà perseguire con autorevolezza e determinazione
amministrativa il ripristino della certezza della disponibilità dei fondi.
Fino all’avvento della cartolarizzazione dei crediti ed attraverso un
virtuoso sistema rotativo di autoalimentazione del Fondo speciale per il
credito, è stata garantita, negli anni, una equilibrata e soddisfacente
gestione delle risorse in grado di soddisfare gran parte delle richieste
di prestiti personali diretti e mutui ipotecari per l’acquisto della prima
abitazione.
L’attività tradizionale del “Credito unificato” è tuttora disciplinata dai
Testi Unico nn. 180 del 1950 e 1032 del 1973 successivamente integrati
dalla legge finanziaria n. 662 del 1996 che istituiva in seno all’Inpdap la
gestione autonoma del credito e dei servizi sociali nonché dal Decreto
ministeriale n. 463 del 1998 che, in forza del principio di sussidiarietà,
ha conferito all’Istituto la facoltà di ricercare “nuove e più avanzate
forme di intervento creditizio e sociale” a favore degli iscritti in attività
di servizio, per quelli cessati dall’attività e per i loro figli (art. 1 lettera f
dello stesso D.M.).
In virtù del principio di autonomia sancito dal nuovo regolamento
governativo introdotto dal citato decreto n. 463 del 1998, anche per il
credito diretto gli Organi di gestione dovevano ricercare ulteriori forme
di intervento non solo per gli iscritti in attività ma anche per quelli
cessati dal servizio.
Sulla questione si possono individuare iniziative che riguardano, per lo
più, alcuni provvedimenti già predeterminati e in corso di attuazione, tra
i quali:
• l’avviamento della rinegoziazione dei tassi di interesse relativi ai
mutui edilizi concessi alle cooperative ed enti locali fino al ’98;
• l’approvazione del testo di Convenzione-quadro con l’Istituto di
credito “Banca nuova” relativamente alla concessione di mutui
individuali ai soci delle cooperative al fine di consentire l’eliminazione
delle morosità ancora in atto (deliberazione commissariale n. 217 del
6 aprile 2004 di trasferimento del residuo debito dalle cooperative ai
singoli soci accollanti).”

Sono intervenuto anche sul tema, affermando fra
l’altro:

“Ho evidenziato che, per l’Istituto non esiste un’utenza ma i pensionati, i
quali hanno versato in anticipo la contribuzione necessaria per conseguire
il diritto al trattamento di quiescenza e non debbono essere considerati
degli “utenti”: sono i nostri “azionisti”, i destinatari dell’attività
dell’INPDAP, Istituto creato per erogare loro le pensioni. Nei loro
confronti l’ente produce anche socialità. Ma non vi è traccia di tale
principio, finchè permane il termine “utente”.

Il 17 marzo 2005 sono intervenuto nella
riunione del CIV per denunciare un episodio
negativo che riguarda la politica creditizia
dell’INPDAP attuata in collaborazione con le
banche:

“Questo è un problema che mi sta particolarmente a cuore; tempo fa lo
avevo già sollevato e, siccome non mi piace parlare solo per sentito dire,
ho voluto constatare di persona la situazione, chiedendo un piccolo
prestito ad una banca convenzionata, da semplice pensionato 73nne. Il
prestito mi è stato negato per l’età avanzata.
Mi hanno spiegato, infatti, che, se è vero che l’accordo con la BNL
prevede la possibilità di erogare il prestito a chi non ha superato i 75
anni, una circolare interna della banca vieta tale concessione per chi ha
superato i 70 anni.
Mi domando se tale comportamento delle Banche sia corretto e chiedo di
prendere visione del testo della convenzione stipulata tra l’Istituto e la
Banca Nazionale del Lavoro, poiché non capisco – con queste limitazioni -
quali sono i pensionati che possono fruire di questo tipo di prestazione.”

Il 14 aprile 2005 sono intervenuto ancora una volta
sulla politica creditizia:

“Avevo inoltre chiesto, nella precedente seduta, di avere una copia della
convenzione stipulata con la banca. Vorrei ricordare ancora una volta che
ho fatto un esperimento personale. Sono andato in una Banca Nazionale
del Lavoro e, in quanto pensionati di 73 anni, ho chiesto un prestito. Dopo
una serie di incontri il direttore della Banca mi ha riferito che, a seguito
della convenzione stipulata con l’INPDAP, è stata diramata una circolare
interna con il diniego di erogazione di prestiti agli altra settantenni.
Nel chiedere, pertanto, di poter visionare una copia della suddetta
convenzione, esprimo pieno apprezzamento per il lavoro svolto dalla
Commissione Prestazioni ed invito il Presidente a considerare la relazione
prodotta dalla stessa commissione parte integrante della delibera, in
quanto chiarificatrice di alcuni punti.
Al riguardo, suggerisco di modificare l’ultimo capoverso della delibera,
laddove cita “ di richiedere agli Organi suddetti di relazionare entro 30
giorni sulle iniziative allo studio adottate in merito alla istituzione di una
specifica prestazione a favore dei pensionati iscritti”, con “… a favore di
quanti percepiscono una pensione INPDAP.”

Al termine della seduta, il CIV ha deliberato:

• “di impegnare gli Organi di gestione affinché sia data applicazione agli
indirizzi deliberati sulla materia, al fine di porre in essere i necessari
ed improrogabili interventi risolutivi indispensabili per la loro
concreta attuazione, con particolare riguardo ai seguenti punti:
- ampliare le tipologie dei criteri di erogazione dei prestiti
pluriennali diretti in relazione alle necessità degli iscritti e dei
loro familiari;
- provvedere alla semplificazione delle certificazioni richieste
per la concessione delle prestazioni ed alla riduzione dei tempi
di erogazione;
- attivare una congrua riduzione dei tassi di interesse a favore
dei richiedenti iscritti;
• di impegnare altresì gli Organi di gestione a relazionare sulla
fattispecie al Consiglio di Indirizzo e Vigilanza, entro sessanta giorni,
precisando in modo dettagliato le azioni adottate in merito o le
eventuali cause che possano aver determinato il persistere della
situazione attuale;
• di richiedere agli Organi suddetti di relazionare, entro trenta giorni,
sulle iniziative, allo studio o adottate, in perito alla istituzione di una
specifica prestazione a favore dei pensionati iscritti, come più volte
richiesto dal Consiglio di Indirizzo e Vigilanza.”

Il 5 maggio 2005, il Presidente del CIV,
Abbadessa, ha scritto al Ministero dell’Economia e
delle Finanze una lettera con la richiesta di parere
circa l’applicazione dell’art. 1, comma 6, della
legge 30 dicembre 2004, n. 311 in merito alla
concessione dei prestiti.
Questo il testo:

“Il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza ha approvato, con delibera n. 254 del
7 aprile 2005, il bilancio di previsione, 2005 deliberato dal Consiglio di
Amministrazione il 21 dicembre 2004, raccomandando, in particolare, agli
organi di gestione l’adeguamento dello stesso alle norme previste
dall’articolo 1, commi 5 e 6, della legge 30 dicembre 2004, n. 311.
Al riguardo, si comunica che il Consiglio di Amministrazione, nella seduta
del 27 aprile 2005, con la delibera 145, ha dato luogo al suddetto
adeguamento deliberando la prima variazione al bilancio di previsione
2005.
Nell’ambito di tale prima variazione al bilancio di previsione 2005, il
Consiglio di amministrazione ha approvato un decremento del capitolo
5214.02 – Concessione di prestiti, per la competenza e per la cassa, di
euro 110.000.000 rispetto alla previsione iniziale di euro 1.520.492.500.
In proposito, si fa presente che la concessione dei prestiti personali a
favore degli iscritti è finanziata con il versamento da parte di questi
ultimi di un contributo obbligatorio pari allo 0,35% della retribuzione
percepita.
Appare evidente che, nella specie, viene ad instaurarsi un vero e proprio
rapporto previdenziale tra l’Istituto e i propri iscritti, nell’ambito del
quale è configurabile l’esistenza di un obbligo giuridico dell’INPDAP ad
erogare la prestazione.
È pur vero che l’ente dispone di un margine di discrezionalità nel definire
l’importo da stanziare in bilancio per tale specifica finalità, tuttavia una
volta che questo potere sia stato esercitato e che si verifichino tutti i
presupposti e i requisiti previsti dalla specifica normativa di settore, si
può affermare che l’iscritto vanti un vero e proprio diritto soggettivo ad
ottenere la prestazione.
Ora, da quanto sopra, sembra potersi evidenziare l’applicabilità del
disposto dell’articolo 1, comma 6 della legge finanziaria 2005, alle
concessioni di prestiti personali, che esclude, quindi, l’applicabilità del
comma 5 del medesimo articolo 1, alle spese “per prestazioni sociali in
denaro connesse a diritti soggettivi”.
In tal senso, si richiede di conoscere, con cortese urgenza, il parere di
codesto Dicastero, atteso che il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza deve
approvare la prima variazione al bilancio preventivo 2005 dell’Istituto
entro il 27 giugno del corrente anno.”

Il 9 giugno 2005 sono tornato – in CIV – sul tema
“prestiti”
Questo uno stralcio dell’intervento:

“Come avvenuto in occasione della pubblicazione del volume “L’INPDAP e
il Sociale” del 18.06.2003, curata dalla Commissione Prestazioni, Credito
Attività sociali, ritengo opportuno che la Commissione presenti una nuova
relazione sulla situazione attuale dell’Istituto, in riferimento alle attività
sociali, evidenziando i risultati ottenuti in merito alle proposte, ai
propositi ed ai pronunciamenti di cui alla citata relazione del 2003,
operando un distinguo tra i dipendenti dell’Istituto ed i loro familiari da
un lato e gli iscritti che percepiscono un trattamento di quiescenza
INPDAP dall’altro, in quanto reputo vi siano della disparità.
Ne è un esempio, la mancata concessione ai pensionati di prestiti
estinguibili per cessione di quota di pensione per un periodo superiore a
dieci anni. L’erogazione di tale prestazione è affidata a banche ed
intermediari finanziari, come previsto dall’art. 107 del D.L. 385/93.
A sostegno delle mie osservazioni si esprime anche il D.L. 14.04.2005 n.
35, convertito con modificazioni nella Legge n. 80 del 14.05.2005,
ignorata e non applicata dall’Istituto, che prevede il ricorso dei
pensionati alla cessione decennale del quinto della pensione, senza limiti
di età, dietro la sottoscrizione di un’assicurazione sulla vita.
Sollecito, quindi, i colleghi Consiglieri ed il Direttore Generale a
verificare l’attualità delle mie asserzioni nonché a provvedere affinché
gli interessati vengano messi correttamente a conoscenza della realtà
legislativa.
Peraltro, anche al Forum della P.A., tenutosi dal 9 al 13 maggio u.s., le
informazioni fornite presso lo stand dell’Istituto, in merito all’erogazione
di qualsiasi forma di prestito, escludevano dal beneficio i pensionati.
Rivolgo, infine, al Presidente la richiesta di poter far parte della
Commissione Prestazioni Credito Attività Sociali, in quanto reputo di
poter fornire un utile contributo per preparazione ed esperienza
maturate nelle materie di competenza della Commissione.”

Il 14 luglio 2005 – pur assente per un ricovero in
ospedale – ho registrato con viva soddisfazione
l’approvazione della delibera n. 259 per
l’erogazione diretta di prestiti sociali ai pensionati
già iscritti all’INPDAP.
Ho poi appreso con piacere che vi erano stati due
interventi in CIV che mi riguardavano direttamente
e che riporto:

“Presidente: Nel rivolgere gli auguri di pronta guarigione al consigliere
Mannucci, particolarmente sensibile a questo tema, invito il consigliere
Bertozzi, Coordinatore della Commissione Prestazioni Credito Attività
Sociali ed Entrate Contributive, a relazionarmi sull’argomento.”
“Bertozzi: Mi unisco agli auguri rivolti al consigliere Mannucci, certo di
aver ottemperato alle sue pressanti richiesta riguardo la previsione di un
prestito per i pensionati, da assimilare ad una prestazione sociale
piuttosto che ad una forma di credito agevolato.
La commissione propone, pertanto, di realizzare una forma di piccolo
prestito di importo non superiore alle due annualità e restituibile in 24 –
36 mesi, considerato il sostanziale abbassamento del potere d’acquisto
dei trattamenti di quiescenza nonché l’innalzamento dell’età media dei
pensionati.”

Questo il testo del dispositivo finale approvato:

“VISTO che il processo di cartolarizzazione dei crediti, tutt’ora in atto,
non sembra avere apportato gli ulteriori auspicati benefici remunerativi
tali da rafforzare lo sviluppo ed il finanziamento di una politica sociale
innovativa in grado di rispondere adeguatamente alle necessità degli
iscritti in tutto il territorio nazionale;
PRESO ATTO del persistere del fenomeno di recessione, ancor più
accentuato nell’anno in corso, per cui l’Istituto, nel rivedere le strategie
di intervento, dovrà tenere conto della flessibilità e innovazione degli
interventi e della massima tempestività nei tempi di erogazione del
beneficio richiesto;
CONSTATATO l’estremo disagio della categoria dei pensionati iscritti,
per i quali si dovrà, con urgente sollecitudine, procedere alla istituzione
di un Prestito Sociale, commisurato al piccolo prestito, sia in termini di
somme erogabili che di ammortamento, da erogare in tempi compatibili
con le necessità degli iscritti richiedenti;
RITENUTO che l’onere di tale nuova prestazione, che si configurerebbe,
pertanto, non come beneficio creditizio ma sociale, potrebbe essere
interamente garantito dal valore del Premio di Garanzia Fondo Rischi,
prevedendo in favore dell’INPDAP un minimo riconoscimento per il costo
dell’operazione amministrativa;
A MAGGIORANZA dei consiglieri presenti
DELIBERA
di impegnare gli Organi di Gestione affinché pongano in essere ogni utile
iniziativa al fine di istituire la nuova prestazione del Prestito sociale in
favore dei pensionati iscritti e delle loro famiglie, tenendo in
considerazione gli elementi appresso evidenziati:
• adottare tempestivamente procedure amministrative per l’erogazione
in forma diretta del nuovo beneficio sociale la cui concessione dovrà
supporre la convergenza di due elementi essenziali e compatibili con
la natura del prestito;
• adottare tempestivamente procedure amministrative per l’erogazione
in forma diretta del nuovo beneficio sociale la cui concessione dovrà
supporre la convergenza di due elementi essenziali e compatibili con
la natura del prestito: a) flessibilità nell’accoglimento della richiesta,
b) massima dinamicità nei tempi di erogazione;
• avviare iniziative di informazione capillare, anche con il
coinvolgimento delle Sedi periferiche, degli Enti e dei Patronati, in
grado di raggiungere tutti gli aventi diritto, in modo di costituire una
alternativa per gli anziani in difficoltà a fronte del ricorso esclusivo
del sistema bancario;
• provvedere, per la copertura di spesa della nuova prestazione,
all’adeguamento degli stanziamenti in bilancio, anche con l’utilizzo di
risorse eventualmente non impegnate per le attività creditizie.”

Nel corso del CIV del 26/01/2006 sono tornato
sull’argomento “convenzioni con le banche”:

“A proposito dell’esclusione dei soggetti appaltatori che non rispettano i
capitolati e gli impegni contrattuali, di cui parlava il consigliere Bertozzi,
mi sembra interessante ricordare un esempio che ci riguarda. L’anno
scorso ho fatto un’indagine presso istituti di credito convenzionati con
l’INPDAP e ho scoperto cha la Banca Nazionale del Lavoro, con una
circolare interna, aveva dato disposizioni affinché non venissero erogati
piccoli prestiti ai pensionati di età superiore ai 70 anni, in violazione della
convenzione che fissava il limite a 75 anni. Ho chiesto in quella occasione
che la convenzione venisse annullata, ma senza alcun risultato. Tale
esperienza personale mi porta a dubitare sulla possibilità concreta che
l’Istituto possa dar corso allo strumento della risoluzione contrattuale.
Ho notato che il richiamo approvato due giorni fa a pagina 12c del
documento in questione, in cui si chiedeva di sospendere le convenzioni
con le banche inadempienti per le concessioni di mutui, è stato
cancellato. Vorrei anche suggerire di segnalare alle banche, cui
estenderemo convenzioni, che l’ISTAT ha recentemente modificato le
cifre relative all’aspettativa di vita, che passano da 65/75 anni per gli
uomini ed a 79/85 anni per le donne.”

Il 23 marzo 2006 il CIV ha approvato l’ordine del
giorno n. 42 per l’estensione delle prestazioni
creditizie di cui all’art 1, comma 347, della legge
266/05 in favore dei pensionati dell’INPDAP e dei
dipendenti pubblici iscritti ad altre gestioni
pensionistiche.
Questo il testo del dispositivo finale:

“IMPEGNA
gli Organi di gestione a procedere prontamente alla definizione di un
piano di fattibilità, coerente con le linee di indirizzo già emanate dal
Consiglio di indirizzo e vigilanza, per l’accesso alle prestazioni creditizie
di cui all’art. 1, comma 347 del 23/12/2005 erogate dall’INPDAP in
favore dei pensionati dell’Istituto e dei lavoratori pubblici iscritti ad
altre gestioni previdenziali, che individui, sulla base di quanto specificato
in premessa, le tipologie e le modalità delle prestazioni erogabili.
Ai fini di quanto sopra si dovrà fare riferimento ai seguenti criteri:
• prevedere livelli di contribuzione differenziata per i dipendenti in
attività di servizio e per i pensionati, in considerazione della ridotta
capacità di reddito di questi ultimi;
• operare la contribuzione a carico dei pensionati su base volontaria,
prevedendo possibilità di una totale gratuità per l’accesso alle
prestazioni in favore dei percettori di pensioni minime.”

Nel corso della riunione sono tornato sull’argomento
“prestazioni creditizie”:

“Condivido le finalità dell’Ordine del Giorno; tuttavia, a rischio di
diventare noioso, mi devo ripetere. Credo che anche questa volta si
confonda tra due concetti diversi: una cosa sono i prestiti,
effettivamente legati alla detenzione di un fondo specifico; altra e
diversa questione è la cessione del quinto che non è connessa ad una tale
disponibilità e per la quale la legge pone come unico vincolo la
restituzione decennale. Ritengo che occorra distinguere, a fini di
chiarezza, le due diverse materie e presentare due separati ordine del
giorno, limitandoci in questa sede a fare un discorso chiaro solo sui
piccoli prestiti.”

Ho anche ribadito la necessità di escludere le
banche inadempienti da ogni accordo, ma sembra
che su questo punto ci siano poche speranze.
Il 18 maggio 2006 è stato affrontato in CIV il
tema delle politiche sociali in favore degli anziani.
Questi alcuni miei interventi nel dibattito:
“Nel complimentarmi con la Commissione Prestazioni Credito ed Attività
Sociali per il lavoro svolto, ritengo tuttavia doveroso presentare, ancora
una volta, la problematica delle protesi sanitarie (auricolari,
odontoiatriche, etc.), segnalata ripetutamente dal sottoscritto. Ritengo
possibile, infatti, che in caso di protesi sanitarie non corrisposte dal
S.S.N., l’Istituto possa intervenire anticipando la spesa per poi
trattenerla dalla pensione dell’interessato operando piccole rate.
Si tratta di un discorso di sensibilità verso certe tematiche ed esigenze
sociali, che investe anche le convenzioni stipulate con alcuni Istituti
bancari per la concessione di prestiti ai pensionati fino al 75° anno di età.
Colgo l’occasione per citare ancora una volta la BNL che, attenendosi ad
una circolare interna, non applica quanto convenuto con l’INPDAP in
merito alla concessione dei suddetti prestiti.
Stante questo quadro generale, ribadisco la necessità di
implementare un sostegno fattivo per dirimere tutte le problematiche
che costituiscono un vero handicap per gli anziani, nel rispetto della
“mission” sociale che caratterizza l’Istituto.”
“Ovviamente io mi riferisco a pensionati INPDAP.”
“A garanzia di prestiti di questo tipo, vi sono forme di polizze
assicurative.”
“Chiarisco di non aver mai detto che il CIV si debba occupare di
prestazioni sanitarie: ho solo voluto evidenziare che si deve trovare il
modo di sostenere chi non può altrimenti acquistare le protesi non
fornite dal SSN. Nello stesso tempo, affinché i finanziamenti non siano
distolti dagli scopi assistenziali, l’accertamento del “bisogno” potrebbe
essere posto a carico delle ASL competenti: il nostro intervento, in tal
modo, avrebbe carattere economico e non sanitario.”

Nel corso della riunione della Commissione
Prestazioni e Credito del 26/05/2006, ho
nuovamente proposto interventi creditizi a favore
dei pensionati:

“Si passa a discutere dell’ampliamento delle prestazioni sociali, con
l’intervento del Consigliere, dr. Corrado Mannucci, il quale, in
considerazione della mancata erogazione di alcune prestazioni sanitarie
da parte del Servizio Sanitario, presenta la proposta di farle rientrare,
qualora fosse legittimamente ammissibile, nell’ambito di una prestazione
creditizia sociale, vista anche la difficoltà nell’adottare il piccolo
prestito sociale, che, malgrado la delibera di attuazione del C.d.A., non è
ancora effettivo perché sprovvisto dell’autorizzazione del Ministero.”
“Il primo passo da effettuare per rispondere alla richiesta di
ampliamento delle prestazioni creditizie è da verificare, in merito alla
delibera sul piccolo prestito sociale approntata dal CIV e
successivamente approvata anche dal CdA, la data di invio della richiesta
inviata al Ministero competente circa la liceità del provvedimento e, in
caso di assenza di risposta, sollecitare lo stesso Dicastero, senza
attendere lo scadere dei 60 gg. previsti per l’esito positivo del quesito
attraverso l’istituto del silenzio-assenso.
Preso atto che, la tipologia adottata dal C.d.A. non prevede le prestazioni
in base alle quali concedere l prestito – secondo la Commissione –
potrebbero rientrarvi anche quelle prestazioni sanitarie non erogate dal
servizio sanitario.”

Ha poi rilevato che:

“occorre ampliare le motivazioni per le quali è possibile richiedere il
prestito pluriennale, prevedendo proprio il tipo di prestazioni prima
citate.”

Nel corso della riunione ho nuovamente sollecitato
il problema delle convenzioni con gli Istituti bancari
ed ho auspicato che le inadempienze da me
denunciate vengano prontamente sanzionate.
Il 5 luglio 2006 si è nuovamente riunita la
commissione Prestazioni e Credito, che ha
esaminato le problematiche del credito.
È stato rilevato che,

“tenuto conto dell’andamento della domanda negli anni precedenti,
quest’anno era stato previsto in bilancio un budget di circa 1,45 mld di
euro, ipotesi formulata tenendo conto delle previsioni degli anni
precedenti e della probabilità che a seguito del miglioramento delle
condizioni di accesso si sarebbe verificato un incremento delle richieste
di prestito rispetto agli anni precedenti, nei quali era stata impegnata
una spesa intorno a 1,5 mld di euro.
È stato anche rilevato che nell’anno in corso sono state introdotte
ulteriori prestazioni creditizie, quali il prestito quadriennale, che
determinano un traslazione di domande, poiché, in considerazione della
possibilità di accedere anche alla nuova prestazione senza alcuna
motivazione, per l’iscritto è preferibile rispetto al piccolo prestito
annuale o biennale.
Dai dati in possesso della direzione, è risultato che alla data del 21
giugno 2006 sono stati erogati quasi 50.000 prestiti per un totale di
oltre 500 mln di euro, con un incremento delle prestazioni creditizie
medie dovuto all’introduzione del prestito quadriennale ma
sostanzialmente in linea con il trend delle domande ricevute nel 2005, nel
corso del quale sono stati erogati in tutto circa 115 mila prestiti per 1
mld e 90 mln di euro.
Considerando che la richiesta di prestiti non avrebbe avuto un
sostanziale aumento rispetto agli anni precedenti l’Istituto ha deciso di
impegnare fondi anche per soddisfare altre prestazioni, e, dunque, oltre
a prevedere un budget di spesa per i mutui individuali di circa 400 mln di
euro, sono stati assegnati ulteriori 250 mln di euro per finanziare la
costruzione di alloggi da parte di cooperative di pubblici dipendenti, in
quanto ormai da alcuni anni non erano più concessi mutui per la
costruzione di case.
Si è trattato del primo anno di introduzione di tale beneficio e sono
pervenute numerose richieste in tal senso, anche se non tutte le
cooperative appositamente costituite hanno avuto l’assegnazione dei
terreni edificabili, elemento indispensabile per poter accedere al
finanziamento.
In merito ai mutui individuali, la Commissione ha riscontrato che a fronte
di 105 mln di euro stanziati ed erogati nel 2003 e 88 mln di euro nel
2004, nel 2005 si è saliti a 300 mln di euro; tenuto conto del notevole
aumento delle domande soddisfatte nel 2005, sono stati previsti in
bilancio per l’anno in corso 400 mln di euro, con la possibilità di sommare
a tale importo la somma stanziata per l’erogazione di mutui alle
cooperative, circa 250 mln di euro, che probabilmente a causa delle
citate difficoltà, rimarrebbero inutilizzati, nella convinzione che la
sommatoria dei due importi avrebbe consentito di soddisfare la
domanda.
Invece – secondo quanto riferito dagli organi gestionali – si è verificato
un incremento esponenziale delle domande, peraltro non derivato dalle
altre tipologie di nuova introduzione, quali ristrutturazioni, rinegoziazioni
etc…, ma rinveniente dalla domanda di acquisto della prima casa, ovvero
circa l’86% delle domande di prestito e mutuo hanno ad oggetto
l’acquisto della casa.
Da sottolineare che l’iscritto può optare per un mutuo al tasso fisso del
3,20, e ciò comporterebbe, visto anche l’aumento costante del tasso di
interesse praticato dalla BCE, l’intremento delle domande di mutuo,
considerato anche che la scelta del mutuo a tasso variabile non è
irrevocabile, ma viene concessa la possibilità all’utente dopo i primi
cinque anni di ammortamento, di scegliere se passare al tasso fisso o
mantenere il variabile secondo l’andamento del mercato, quindi sono
entrambi appetibili sia sul piano della entità del tasso che sulla modalità
di applicazione del tasso stesso.
Risulta importante il fatto che alla data di giugno sono stati erogati più
mutui rispetto all’intero anno del 2005, circa 3.317 mutui a fronte di
2.788 del 2005 con assegnazione alle sedi di 800 mln di euro, budget
comunque non sufficiente a soddisfare le domande sin qui pervenute,
poiché mancano ancora 23 mln di euro.”

Su tale considerazione ho riferito di aver avuto
notizia circa l’esistenza di una circolare emanata
dalla Direzione Credito, in base alla quale le sedi
non devono accettare le domande per esaurimento
dei fondi.
Il rappresentante della Direzione generale (come
risulta dal verbale della Commissione) mi ha subito
precisato di non aver mai emanato un siffatta
circolare, mentre la disposizione che è stata data
alle Sedi Provinciali è quella di accettare con
riserva, ovvero accettare la domanda in attesa
dell’assegnazione del budget, che, appena verrà
assegnato, determinerà la cancellazione della
riserva.
Ha anche riferito che la Direzione ha preparato
una lettera nella quale, oltre a ribadire la
temporanea riserva in attesa di una integrazione
del budget derivante da variazione di bilancio, si
afferma la priorità per coloro che devono
acquistare la prima casa, ponendo in attesa
l’iscritto che deve unicamente rinegoziare il mutuo;
dunque, procedere per priorità; in merito alle
possibili fonti di reddito alternative per soddisfare
la domanda, ha precisato che, (dal momento che
sono già pendenti alcune domande di cooperative
edilizie alle quali non è stato ancora assegnato il
terreno su cui edificare) si potrebbero stornare
parte dei fondi in bilancio per tale prestazione per
garantire i finanziamenti dei mutui individuali.
Il dirigente ha anche fatto presente che bisogna
considerare che l’Istituto è ancora creditore nei
confronti di cooperative finanziate dagli ex Istituti
di previdenza di circa 200 mln di euro, che devono
rientrare con gli ammortamenti; queste cooperative
erano finanziate con interessi molto elevati in
rapporto all’epoca, di seguito ridotti al 6% con
l’operazione di rinegoziazione.
Un’altra ipotesi, dunque, per i fondi necessari è,
considerato che l’Istituto aveva stipulato una
convenzione con le banche per il passaggio del
mutuo da cooperativo a individuale, ottenere la
restituzione del capitale, è , ricordando che il
tasso di interesse che riscuoteremmo è del 6% (e
che il costo del denaro oggi è attestato al 3%),
rimborsare lo spread tra il nostro tasso e quello
praticato dall’Istituto finanziario, con la possibilità
di avere ancora disponibilità di introito sul tasso
del 6%, che riconosciamo con l’attualizzazione.
Reinvestendo i fondi così ottenuti, tenuto conto
che l’Istituto riscuote il tasso del 3,20 con il fisso
sul mutuo e lo 0,50 per spese di amministrazione
e l’ulteriore disponibilità sul tasso al 6%, l’INPDAP
potrebbe reintegrare quasi del tutto il tasso di
interesse che devono corrispondere le citate
cooperative con l’ammortamento a scadenza
naturale; tale operazione ci darebbe la possibilità
di ulteriori 200 mln di euro.
Dunque, riepilogando dal momento che la previsione
di spesa per l’anno in corso si attesterebbe intorno
a 1,5 mln di euro, le proposte avanzate per
colmare il divario di spesa e reperire i fondi, sono
innanzitutto quella di stornare circa 350 mln di
euro dal capitolo dei prestiti ai mutui individuali e
100 mln di euro dal budget previsto per le
cooperative, oltre a recuperare circa 200 mln dal
mutuo concesso alle cooperative ancora in fase di
ammortamento.
Al fine di reintegrare il budget di spesa
servirebbero ancora 300 mln di euro, che si
potrebbe ricavare o da un’operazione di
assestamento di bilancio, nel caso esistano risparmi
di gestione, o da un’anticipazione della Cassa
Pensioni Sanitari.
Nel recente passato si è già verificato che la
Gestione Credito abbia avuto un’anticipazione di
fondi dall C.P.S., restituiti con parte dei proventi
della cartolarizzazione senza interessi in un’unica
soluzione, circa 1,5 mld di euro.
Si potrebbe pensare, quindi, essendo tale cassa in
attivo, ad un’anticipazione onerosa dei 300 mln di
euro, con un minimo tasso di interesse, da
restituire a titolo oneroso ratealmente.
È stata a questo punto avanzata dalla Commissione
anche l’ipotesi di rivolgersi al mercato privato per
ottenere la restante somma, prelevando dal fondo
rischi, che è attivo per circa 200 mln di euro, una
quota che finanzi lo spread fra il tasso di
interesse praticato dalle banche ed il nostro tasso,
in modo da garantire che l’iscritto che si rivolge
alle banche abbia il medesimo trattamento di
coloro che hanno contratto un mutuo direttamente
con l’Istituto.
Il Dirigente generale ha però chiarito che la
suddetta operazione è impraticabile poiché il fondo
rischi è un fondo assicurativo, e l’ipotesi che era
stata formulata di emanare una delibera da inviare
ai Ministeri vigilanti affinché autorizzassero il
reinvestimento interno di una quota del fondo
rischi, non è stata attuata poiché, essendoci in
itinere la possibilità della iscrizione dei pensionati
sui quali l’incidenza del rischio sarebbe stata molto
più alta, si è preferito esser prudenti per
garantire una parziale copertura del rischio per i
pensionati.
Inoltre la possibilità di una erogazione dei fondi da
parte delle banche con pagamento dell’Istituto del
differenziale del tasso di interesse, è oltremodo
onerosa, considerato che con un’anticipazione di
500 mln di euro, solamente il differenziale, chi
oltretutto sarebbe una spesa è non un
investimento, verrebbe a costare oltre 150 mln di
euro per i primi cinque anni, arco temporale nel
quale rientra l’obbligo di garanzia per l’Istituto.
Infine in merito alla possibilità di reperire i fondi
dall’operazione di cartolarizzazione, ha chiarito
che, considerato prioritariamente che l’Istituto
ha ricevuto solo in parte i proventi cartolarizzati e
inoltre una quota, pari a 1,5 mld di euro, è stata
restituita dalla Ragioneria alla C.P.S. per un
prestito ricevuto nel passato, a partire da gennaio
2004, dal momento che la gestione credito si
finanziava con il contributo dello 0,35% e con la
quota minima di rientro degli ammortamenti, si è
cominciato a prelevare i fondi dalla Tesoreria, e
analogamente nel 2005 e nell’anno in corso, con una
disponibilità residua alla fine del 2006 di circa 700
mln di euro; considerato che le uscite della
gestione credito sono pari a 2,3 mld l’anno e che i
fondi citati non sono inclusi nel bilancio di
previsione, occorrerebbe una variazione di bilancio
che non risolverebbe il problema, che si
ripresenterebbe, qualora si utilizzassero i residui
fondi cartolarizzati, con forza nel corso del 2007.
Da ultimo, in considerazione delle argomentazioni
svolte, la Commissione ha deciso di preparare una
delibera che dia indicazioni sulle possibili modalità
per reperire i fondi necessari.
°°°
Il 6 luglio 2006, il Presidente Staderini ha
annunciato in CIV di aver sottoscritto un accordo
migliorativo con alcune banche, per la concessione
di prestiti anche ai pensionati INPDAP fino agli 80
anni di età, come avevo ripetutamente chiesto.
L’INPDAP ha quindi diffuso un comunicato
sull’argomento, precisando fra l’altro:

“Come noto, l’Inpdap ha stipulato una Convenzione con alcuni Istituto di
credito/Società per la concessione di prestiti personali ai pensionati, con
rata trattenuta mensilmente dalla pensione, a condizioni economiche
certe e vantaggiose.
Nell’ambito della Convenzione, l’INPDAP ha ottenuto l’applicazione di
condizioni economiche ancora più favorevoli, come evidenziato
nell’esempio sotto riportato.
L’iniziativa è riservata a tutti i pensionati con un età massima di 80 anni
alla scadenza del prestito ed è valida fino al 31 dicembre 2006.”

In quella occasione ho dato atto, in CIV al
Presidente di aver mantenuto l’impegno preso:

“Prendo atto con piacere che il presidente Staderini ha mantenuto la
promessa di elevare da 75 anni a 80 anni il limite di età per il
completamento dell’ammortamento per i prestiti concessi dagli istituti
bancari.
Chiedo, tuttavia, dei chiarimenti, non comprendendo il motivo per cui
leggo sulla delibera dei CdA ancora l’indicazione dei 73 anni.
Ritengo opportuno che tale chiarimento venga inserito nel nuovo atto.”
“Vorrei avere anche delle risposte chiarificatrici al riguardo, così come
chiedo delucidazioni in merito alla cessione del quinto decennale per i
pensionati e se l’Istituto si sia attivato per conoscere gli eventuali
sviluppi a seguito della delibera del Consiglio di Amministrazione n. 236
del 19.10.2005.”

Questo uno stralcio dell’atto aggiuntivo alla
convenzione firmata il 27.04.2004 fra l’INPDAP e
la Banca Nazionale del Lavoro e finalizzata alla
concessione di mutui e prestiti personali ad
iscritti, pensionati e dipendenti INPDAP.

“(omissis)
VISTO
- Il D.P.R. n. 80 del 5 gennaio 1950
- La Circolare del Ministero del Tesoro n. 63 del 16/10/1996
- Il D.P.R. n. 1032/73
- La legge n. 662 del 23 dicembre 1996
- Il D.M. n. 463 del 28 luglio 1998.
CONSIDERATO
che l’Istituto intende agevolare l’accesso ai finanziamenti da parte dei
pensionati, che non possono accedere ai prestiti INPDAP, ed offrire
ulteriori opportunità e agevolazioni ai propri pensionati.
VISTO INOLTRE CHE
Gli Istituti di credito Banca Nuova e B.N.L. hanno presentato una
interessante iniziativa che va incontro alle esigenze di questa particolare
categoria al fine di consentire le migliori condizioni di mercato e la
massima velocità nell’erogazione del finanziamento.
SI CONVIENE E SI STIPULA QUANTO SEGUE
ART. 1
ASSUNZIONE DELLE PREMESSE
Le premesse sono parte integrante e sostanziale del presente atto.
ART. 2
OGGETTO DELL’ATTO AGGIUNTIVO
Il presente atto aggiuntivo alla convenzione stipulata in data 27.04.2004
disciplina la concessione da parte degli Istituti di credito firmatari
condizioni agevolate particolari in favore dei pensionati dell’Inpdap e
degli iscritti di seguito meglio specificati:
1. riduzione del tasso applicato sui prestiti
dal 6.85% al 6.60% per i finanziamenti sino a 60 mesi.
Dal 8,25% al 8,10% per i finanziamenti sino a 120 mesi.
2. innalzamento dell’età massima a scadenza del finanziamento da 75 a
80 anni.
L’INPDAP predisporrà un messaggio di informazione agli utenti che verrà
spedito con oneri assunti direttamente dalle due Banche convenzionate.
Il volume di finanziamenti concessi monitorato da INPDAP mensilmente,
dopo la divulgazione dell’offerta, e, dopo l’assorbimento dei costi
sostenuti dalle due aziende, le stesse verseranno all’Istituto uno spread
dello 0.30% sull’intero capitale erogato per scopi sociali/assistenziali in
favore degli anziani.
ART. 3
DESTINATARI
Sono destinatari dei prestiti:
- i pensionati INPDAP ai quali l’Istituto eroga una prestazione
pensionistica.
- Possono. Altresì, accedere i dipendenti pubblici in servizio presso le
amministrazioni presso le quali Banca Nuova e BNL risultato
accreditati.
I destinatari dovranno dimostrare la propria posizione esibendo la
seguente documentazione:
- Cedolino di pensione a qualunque titolo percepita dall’INPDAP
(diretta, indiretta, ai superstiti).
- Documento inviato al domicilio del pensionato.
- Per i lavoratori in attività di servizio il cedolino dello stipendio.
ART. 4
ONERI FISCALI
Questa convenzione viene redatta in quattro copie originali, di cui una
per ciascuna parte contraente e la quarta per l’Ufficio del Registro di
Roma.
L’onere e le spese di registrazione in caso d’uso, nonché quelle per
eventuali bolli, sono a carico della Banca.”

La direzione Generale dell’INPDAP ha comunicato
in data 11 luglio 2006 (prot. 767) nuove
disposizioni in materia di mutui ipotecari edilizi:
“Si comunica che le domande di mutui ipotecari edilizi acquisite fino alla
data odierna verranno evase nei limiti della disponibilità di bilancio e con
priorità per quelli aventi ad oggetto “acquisto prima casa”.
Si precisa, pertanto, che le domande pervenute e per le quali non sia
stato definito il rogito aventi ad oggetto “rinegoziazione di mutuo e/o
ristrutturazione”, devono provvisoriamente rimanere sospese fino al
reperimento delle risorse finanziarie necessarie a soddisfare le domande
comunque acquisite alla data odierna.
Le domande, infine, che perverranno a partire dal 12/7 p.v. potranno
essere istruite nell’ambito delle risorse dell’esercizio 2007.”

Il 27 luglio 2006. nel corso della riunione del CIV,
anche le l’argomento non era nell’ordine del giorno,
ho detto:

“Propongo alcune varie.
La prima riguarda la circolare che l’Istituto ha emanato in data 11 luglio,
in cui si sancisce la sospensione nell’erogazione dei mutui ipotecari a
causa dell’esaurimento dei fondi ad essi destinati. Vorrei conoscere quali
sono le reali possibilità che ha l’Istituto, apportando modifica al bilancio,
di reperire tali fondi per far fronte alle necessità degli utenti che,
contando sulla opportunità offerta loro dall’INPDAP, si sono impegnati in
acquisti altrimenti non possibili.”

Il 22 settembre 2006 si è nuovamente riunita la
Commissione Prestazioni per esaminare la situazione
dei mutui ipotecari.
Ha preso atto che la carenza di risorse a
disposizione (dovuta in parte all’eccezionale numero
di richieste pervenute) ha comportato, in un primo
momento, l’accoglimento con riserva e,
successivamente la sospensione della prestazione.
Nel mese di giugno la Direzione Centrale Credito
ha inviato una circolare alle sedi con l’indicazione
di accettare con riserva le domande prodotte dal
08/06 al 11/07 (circa 8.000) riserva
successivamente sciolta grazie ad una variazione di
bilancio di 250 mln di euro.
Successivamente una circolare del Direttore
Generale ha disposto la sospensione della
prestazione per mancanza di fondi con rigetto delle
domande prodotte a far data dal 12/07/2006; non
tutte le Sedi Provinciali, però, hanno adempiuto
alla suddetta circolare, nonostante la Direzione
abbia dato disposizione in tal senso, e alcune di
esse hanno continuato ad accogliere domande di
mutuo edilizio ipotecario sino al 31/08.
Da un calcolo effettuato dalla Consulenza
Attuariale risulta che per soddisfare le richieste
di mutuo inoltrate all’Istituto fino al 31/08,
occorrerebbe un’integrazione di bilancio di circa €
500.000.
Data l’emergenza e la scarsità di risorse a
disposizione, la direzione ritiene necessario,per
ovviare al rischio che l’Istituto possa ritrovarsi
nelle medesime difficoltà nei prossimi anni, una
modifica del regolamento di concessione dei mutui.
Nel corso del CIV del 28 settembre 2006, si è
parlato anche di politica creditizia.
Questo il mio intervento:

“Vorrei un chiarimento: a pag. 2 della relazione, all’ultimo punto si legge
“una riduzione del capitolo 2.2.1.4.07 (concessione di crediti ex articolo
59 DPR 509/79), in considerazione di un numero di domande, presentate
dai dipendenti INPDAP, inferiore al previsto”; chiedo se in tale discorso
rientra anche la richiesta che avevamo fatto come CIV di una nota di
variazione al bilancio per reintegrare il fondo per la concessione di
mutui.”

Il Presidente Abbadessa ha chiarito che sono due
cose diverse; l’art. 59 del DPR 509/79 riguarda i
prestiti ai dipendenti e che la variazione di bilancio
è stata chiesta per l’evasione dei mutui agli
iscritti.
Sono quindi tornato sull’argomento “mutui”:

“Concordo con la delibera proposta dalla Commissione Prestazioni
Credito, Attività sociali ed entrate Contributive di cui faccio parte. La
sostanza del discorso che esprime è molto semplice: lo stanziamento per
i mutui si è esaurito e quindi occorre provvedere al suo rifinanziamento
con ogni mezzo possibile e lecito. Mi chiedo tuttavia che cosa avverrebbe
se l’istituto non fosse in grado di provvedere in tal senso. Propongo che
in tal caso si individuino le priorità nell’erogazione dei mutui, destinati a
tre diverse tipologie di spese: per l’acquisto della prima casa, per le
ristrutturazioni edilizie e per l’acquisto della seconda casa.
PRESIDENTE: ovviamente bisognerebbe escludere i mutui per le
seconde case.
MANNUCCI: per l’appunto; anzi, dirò di più: in una condizione di
scarsezza di fondi deve essere accantonato ogni discorso diverso da
quello dell’acquisto della prima casa che mi sembra debba avere priorità
assoluta.
PRESIDENTE: Concordo pienamente con la posizione del consigliere
Mannucci che d’altronde è conforme all’attuale regolamento.”
Nel corso della discussione sono tornato
sull’argomento:
“vorrei esprimere una preoccupazione relativa alla possibilità che si
debba diminuire l’importo dei mutui concessi affinché ne possa
beneficiare il maggior numero di soggetti. Ritengo invece che tale
prestazione creditizia dell’Istituto deve essere erogata in maniera
completa, altrimenti non agevola chi la richiede. Concedere il 70% del
prezzo di acquisto di una casa, può significare, per esempio, che per il
resto della cifra l’interessato è costretto a rivolgersi agli usurai.
Concludo segnalando l’opportunità che, sulle decisioni che verranno
assunte nei prossimi giorni in materia, venga fatto un comunicato
ufficiale, in maniera che gli interessati possano apprendere le notizie
dalla fonte e non attraverso i vari canali informali e i “sentito dire”.”

Poiché vi erano anche dubbi sui conti dell’invio
delle lettere ai pensionati per pubblicizzare il
nuovo accordo fra l’INPDAP e le Banche, ho
chiesto chiarimenti:

“Mi rivolgo al direttore Generale per chiedere se l’operazione di invio
delle lettere destinate all’utenza, riguardanti la comunicazione degli
Istituti bancari accreditati per la concessione dei prestiti, sia a carico
dell’INPDAP ovvero degli stessi Istituti bancari.”
Il Direttore generale ha precisato che l’Istituto
provvede materialmente alla spedizione delle
lettere che, però – come costi – sono a carico
esclusivo delle Banche convenzionate.
Il 29 settembre 2006 si è nuovamente riunita la
Commissione Prestazioni per esaminare ancora una
volta il problema della sospensione dei mutui.
Il rappresentante della Direzione ha quindi
relazionato sulla situazione, precisando che qualora
fossero accolte le domande sino alla fine dell’anno,
occorrerebbero circa 300 mln di euro al mese.
Sulla base del dato citato, per soddisfare le
eventuali domande che l’utenza potrebbe
presentare fino alla fine dell’anno, presumibilmente
occorrerebbe un impegno di circa 800 mln. di euro,
che sommati alla spesa di € 400 mln. necessaria
per far fronte alle richieste pervenute dal 12/07,
data di sospensione della prestazione, al 31/08,
porta la spesa necessaria ad un totale di 1mld e
200 mln di euro.
Alla luce del bilancio previsionale per il 2007 di
400 mln di euro, la possibilità di accettare
richieste di mutuo per l’intero 2006 gli è sembrata
improponibile, poiché con il budget del 2007 si
potevano onorare solamente i mutui di luglio e
agosto (per altro nella quasi totalità consistenti in
mutui per ristrutturazione e rinegoziazione) con
l’assurdo che il bilancio del 2007 pari a 1,2 mld. di
euro, sarebbe stato totalmente utilizzato per
finanziare i mutui del 2006, poiché i primi 400
mln, provenienti dal pagamento degli iscritti della
quota pari allo 0,35% della retribuzione, avrebbero
coperto solamente i mutui di ristrutturazione e
rinegoziazione da luglio ad agosto e gli altri 800
mln., derivanti da rientri di ammortamenti,
sarebbero serviti per finanziare le richieste da
settembre a dicembre 2006.
Tale motivo ha comportato - da parte della
Direzione – il blocco delle domande.
Ha infine comunicato che in data del 08/06 è
partita una email alle sedi, secondo la quale le
domande dovevano esser prese con riserva in
attesa dei fondi disponibili.
Secondo la Commissione, l’unica azione possibile è
adoperarsi per trovare i fondi affinché possano
essere evase le domande sino al 31/12/2006,
magari tramite un anticipo da parte delle Casse
che registrano un attivo di bilancio e,
successivamente, risolta l’emergenza, introdurre
nel 2007 un nuovo regolamento.
°°°
Ma non ho certamente trascurato il problema
“prestiti” agli ultrasettantacinquenni e, come mia
abitudine, ho voluto controllare di persona
l’attuazione dell’accordo fra l’INPDAP e le Banche.
E non sono mancate – ancora una volta – le
sgradevoli sorprese che ho immediatamente
denunciato al Presidente del CIV, al Presidente
dell’INPDAP, al Magistrato della Corte dei Conti,
al Vice Presidente del Collegio dei sindaci e, per
conoscenza, al Direttore generale dell’INPDAP.
Questo il testo delle mia lettera datata 5 ottobre
2006:

“Oggetto: Accordo per i prestiti con la BNL.
Questa mattina, alle ore 9,30, mi sono recato presso la “postazione” della
BNL ubicata nelle sede INPDAP di Roma4 di via Grezar, per chiedere un
prestito in base all’accordo stipulato fra l’INPDAP e la BNL, ed a me
comunicato con lettera personalizzata (all. 1 e 2).
L’incaricato mi ha cortesemente calcolato l’entità del prestito su un
piccolo foglio di carta che allego in copia (all. 3).
Nella lettera a me pervenuta era precisato che la quota cedibile è di 211
euro e che quindi, moltiplicando 210 euro per 60 mesi, avrei potuto
incassare al netto delle spese e assicurazione, euro 9.104.
Ho fatto un rapido calcolo, ed ho facilmente dedotto che i conti non
tornavano, dal momento che la differenza fra la cifra spettante e quella
netta, era di ben 3.500 euro (pari a sette milioni delle vecchie lire…).
Due ben altre sorprese mi aspettavano. L’impiegato della BNL, mi ha
chiesto qual’era la mia età; ho risposto che avevo appena compiuto i 74
anni. Mi ha allora precisato che dovevo compiere alcuni adempimenti di
carattere sanitario (allegato 4), previsti dalla Banca (ma non dall’accordo
sottoscritto con l’Inpdap) per il finanziamento da restituire “oltre i 75
anni di età a scadenza del finanziamento”.
Mi sono informato presso uno studio di analisi ed ho potuto accertare
che il costo delle analisi richieste supera abbondantemente i 1.000 euro!
Ma c’è dell’altro.
Il mio medico, dovrebbe inoltre compilare un modulo di due pagine (all. 5
e 5/a) che vi prego di leggere attentamente, contenente domande di una
delicatezza incredibile.
Una volta in possesso di tutti i documenti sanitari, dovrei consegnarli
all’assicurazione, sottoscrivendo anche una dichiarazione con la quale –
fra l’altro – prosciolgo dal segreto professionale e legale i direttori di
cliniche, ospedali, case di cura, enti mutualistici, medici liberi
professionisti o dipendenti da enti che possono avermi curato o
semplicemente visitato e tutte le altre persone alle quali la HDI
Assicurazioni S.p.A. credesse, in qualsiasi momento, di rivolgersi per
ottenere documenti o informazioni riguardanti il mio stato di salute.
Poi, mi è stato detto, il medico dell’Assicurazione deciderà se concedermi
o meno il prestito.
Una cosa appare evidente; i prestiti verranno concessi solamente a
coloro che saranno in perfetta salute i quali, però, dovranno pagare
ugualmente una salatissima assicurazione che, sommata alle spese, è pari
ad oltre il 25% della somma ipotizzata.
Non vi sembra che vi siano abbastanza motivi per intervenire
drasticamente a tutela dei pensionati dell’INPDAP?
Nel testo dell’accordo firmato dall’INPDAP e nelle locandine
pubblicitarie, non vi è traccia degli adempimenti di carattere sanitario
illustrati.
Ancora una volta, la BNL (come ho già ripetutamente denunciato nel
corso di numerose riunioni del CIV) ha unilateralmente modificato le
intese, come quando sottoscrisse con l’INPDAP un accordo per
concedere finanziamenti ai pensionati con età massima di 73 anni e poi,
con una circolare interna, limitò i finanziamenti a coloro che non avevano
compiuto i 70 anni.
Poiché mi rifiuto di credere che esistano clausole “riservate” dell’accordo, vi
invito ad intervenire immediatamente presso la BNL, affinché rimuova senza
indugi le discriminanti condizioni sopra denunciate.
Desidero anche informarvi che venerdì 13 ottobre, alle ore 9,30, mi
recherò nuovamente nella stessa sede di via Grezar, dove rinnoverò la
domanda per il prestito.
Se la situazione non sarà cambiata, inizierò una serie di azioni legali a
tutela dei pensionati dell’INPDAP.
Ma sono certo che – per quel giorno - avrete già ottenuto l’annullamento
delle norme illegali.
Cordiali saluti.
Il consigliere del CIV INPDAP
Corrado Mannucci”

Per vostra informazione, preciso che avrei dovuto
presentare alla BNL la ulteriore “documentazione”
che segue per ottenere il finanziamento.

“1. Dichiarazioni dell’assicurando e certificato compilato dal medico di
famiglia;
2. esame delle urine;
3. esami del sangue:
- glicemia
- colesterolo totale e HDL
- trigliceridi
- HbsAg
- Emocromo con formula leucocitaria
- Creatinina
- Protidogramma elettroforetico, fosfatasi alcalina, tempo di
protrombina
- Transaminasi GOT, GPT,GGT
- Anti HCV
- Bilirubina totale
- VES
4. ECG Riposo (Elettrocardiogramma a riposo)
ALLEGATO 5
1. Nome e cognome dell’assicurando
2. indirizzo
3. sesso
4. data di nascita
_________________________________________________________________
5. da quanto tempo conoscete l’assicurando?
6. da quale data possedete informazioni scritte sull’assicurando (esami, cartelle
cliniche,…)?siete il medico curante?
_________________________________________________________________
7. Siete il medico curante dell’assicurando?
8. da che anno?
9. siete parente o affine dell’assicurando? Se si, con quale grado di parentela?
_________________________________________________________________
10. ESAME OBIETTIVO
- Altezza in cm:
- peso in Kg: - il peso è: in aumento in diminuzione stazionario
- Misura del torace espirando inspirando misura addominale
- Frequenza, ritmo e tipo di pulsazione a riposo
- Soffio cardiaco (se presente descriverlo e specificare se è da considerarsi
funzionale o organico)
- Pressione sanguigna (se supera i 140/90 ripetere test) min. max
- Si notano apparenti anormalità nella palpazione dell’addome?
______________________________________________________________________
11. dettagli su ogni malattia e/o infortunio per le quali l’assicurando sia stato in cura da
Voi o dei quali Voi comunque siete a conoscenza
_________________________________________________________________
12. con riferimento alle attuali condizioni dell’assicurando, della sua storia personale e
della storia della sua famiglia, avete ragione di ritenere che sia o possa essere
soggetto a malattie congenite, ereditarie e/o costituzionali?
se si, quali?
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