L'augurio di ripartire insieme dopo l'emergenza coronavirus

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L'augurio di ripartire insieme dopo l'emergenza coronavirus
MAGGIO 2020

NUMERO UNICO DEL CLUB ALPINO ITALIANO - SEZIONE DI PIETRASANTA (LU)
   Via Mazzini 59, Casella Postale 10 - 55045 Pietrasanta (LU) - www.caipietrasanta.it - info@caipietrasanta.it

L’augurio di ripartire insieme
dopo l’emergenza coronavirus

C
         arissimi soci, que-
         sto “numero unico”
         realizzato a cura
del consigliere Marco Lapi
e divulgato prevalente-
mente on line rappresenta
il progetto del nuovo no-
tiziario cui intenderemmo
dar seguito, naturalmente a
patto che incontri il vostro
apprezzamento.
In questi primi mesi di vita
del nuovo Consiglio ci sia-
mo attivati in particolare
per avviare la ristruttura-
zione essenziale e la messa
a norma del Rifugio Puli-
ti, non più procrastinabili.
Questo ha comportato ov-
viamente la sua chiusura
al pubblico fino al compi-
mento dei lavori più urgen-
ti, di cui daremo notizia ai
soci per e-mail e anche attraverso il nostro                                                           co inoltre che l’assemblea gene-
sito e la pagina Facebook, comunicando                                                                 rale dei soci, prevista da statuto
al tempo stesso eventuali condizioni per                                                               entro la fine di marzo, e rinviata
la sua riutilizzazione.                                                                                inizialmente a maggio, si terrà,
Poi è arrivata l’emergenza coronavirus                                                                 secondo quanto previsto dal CAI
che ci ha tra l’altro costretto a sospendere                                                           nazionale, entro la fine di settem-
la nostra attività, anche a livello indivi-                                                            bre. Faremo in quella sede un bi-
duale, ma più che altro ha causato anche                                                               lancio del primo anno di attività
in Versilia numerosi decessi. Tra questi       riapertura all’attività escursionistica che    del nuovo Consiglio, anno che si com-
non possiamo non ricordare il notaio Um-       ha coinciso con l’inizio della cosiddetta      pierà proprio in quel periodo.
berto Guidugli, fratello minore del nostro     “Fase 2”, a partire dal 4 maggio, colgo        Saluti, anche a nome di tutti i consiglieri e
carissimo Augusto, cui va da parte di tutti    l’occasione per augurare a tutti, pur nel-     gli ex-presidenti, e a presto.
noi un grande abbraccio.                       la prudenza, un felice ritorno alle attività                                  Il presidente
In considerazione della sia pur minima         escursionistiche e alpinistiche. Comuni-                             Francesco Battistini
L'augurio di ripartire insieme dopo l'emergenza coronavirus
Addio Pacì, indimenticabile
amico e custode dei nostri monti
            di   Marco Lapi

L’
           inverno che, andandosene, ci
           ha lasciato alle prese con il
           coronavirus e l’impossibilità
di salire ai monti si è portato via
una persona meravigliosa, Pacifico
Pieruccioni, il pastore cardosino
che incontravamo al suo alpeggio di
San Rossore, tra Collemezzana e la
Fania, con i suoi amati animali come
i cani Luna e Kira, l’asina Nellina e
il suo gregge di pecore. Ed era bello
approfittare della sua grande ospitalità,
in quell’angolo di montagna cui da anni
aveva ridato vita, fino ad impiantarvi
addirittura un piccolo oliveto, a 800
metri di quota. Per gli escursionisti
che passavano di lì Pacì c’era sempre,
per un’informazione o un bicchiere
di vino, e avvisando per tempo ci si
poteva anche fermare a mangiare. Era
diventato insomma quasi l’erede ideale
di Angiolo Bartolucci, il famoso Nonno
di Collemezzana ucciso dai tedeschi nel
1945, indimenticato punto di riferimento
degli allora ben più rari camminatori e
arrampicatori. Sei anni fa era stato anche
protagonista del secondo film di Simone
Rapisarda Casanova, La creazione di
significato, dove interpretava se stesso.
Ha lottato per un anno e mezzo contro il
male che l’aveva costretto a scendere a
valle e che alla fine – nonostante le cure
che a un certo punto avevano fatto ben
sperare – se l’è portato via, lasciando nel
dolore la moglie Siria, i figli Emanuele                                                                                                                                                                                             che da Cima alla Ripa va a reinnestarsi
e Silvia, i nipoti, gli altri congiunti e i                                                                                                                                                                                          nel sentiero principale per la Foce di
tantissimi amici. E pochi giorni dopo                                                                                                                                                                                                Valli. Un altro percorso di raccordo
se n’è andata anche la sua amatissima                                                                                                                                                                                                attraverso i luoghi di Pacifico, oliveto
Nellina, morta in seguito all’attacco         nella realtà San Rossore resta alla sua        San Rossore possiamo fare qualcosa. Un                                                                                                  compreso, potrebbe essere invece
subìto dalle api di un’arnia che aveva        famiglia, con la figlia Silvia che oltre tre   primo contributo da parte nostra potrebbe                                                                                               dedicato a Nellina.
inavvertitamente colpito, quasi che           anni fa aveva cominciato a seguirne le         essere proprio quello di ricordare                                                                                                      È un’idea che certo potrà essere meglio
volesse raggiungere l’amato padrone in        orme e che ha trascorso l’estate scorsa        per sempre Pacifico dedicandogli                                                                                                        dettagliata e sicuramente migliorata, ma
un San Rossore dell’aldilà.                   all’alpeggio in compagnia della figlia         ufficialmente il percorso che faceva dal                                                                                                di cui forse vale la pena incominciare a
Non abbiamo potuto nemmeno salutarlo          Margherita e di Kira. Un impegno certo         Casale di Volegno, sede dell’azienda e                                                                                                  parlare, in questo tempo ancora segnato
degnamente, Pacì, per via delle               non lieve, ma Silvia ha ereditato da Pacì      dell’ovile, per raggiungere l’alpeggio          ottimamente percorribili – e soprattutto   numerazione ufficiale ma che lo stesso       dall’epidemia, dove fare è difficile ma
restrizioni per l’epidemia, allora attive     anche gli occhi di cielo per guardare          con il suo gregge in occasione della            ideando e realizzando alcuni segni e       Pacifico aveva provveduto a indicare         confrontarsi si può. L’obiettivo sarebbe
da pochi giorni. Ci sarà tempo e modo         avanti e in alto. E certamente non sarà        transumanza estiva. Un’idea cui possono         pannelli commemorativi. Le sezioni         come 7 bis. Lo aveva fatto, ci disse,        comunque quello di inaugurare il tutto
di farlo, naturalmente. Consola intanto       sola: se il babbo le darà una mano da          contribuire istituzioni e associazioni –        versiliesi del CAI potrebbero inoltre      anche per venire incontro alle esigenze di   per prossimo marzo, in occasione
sapere che con lui non scompare un            lassù, la famiglia e la rete ormai radicata    Comune, Unione dei Comuni, Parco,               segnare come sentiero 7A il tratto che     una corsa in montagna al fine di evitare,    dell’anniversario della morte: potrebbe
mondo, come talvolta si usa dire in questi    dei Bioeroi dell’ALTrA Versilia la             CAI, UOEI – e anche gli stessi abitanti         dal sentiero 7 sale alla marginetta di     almeno in parte, le ripide salite sotto      essere il nostro modo per ricordare
casi. Nel film lo si vedeva costretto a       sosterranno per quanto possibile.              di Cardoso, Volegno e Pruno, curando            Santa Rita quindi a Cima alla Ripa         e sopra Collemezzana, provvedendo a          degnamente Pacì, assieme ai suoi cari e a
vendere la sua terra a un tedesco ma          Ma anche noi escursionisti per Silvia e        per quel poco che serve i vari tratti – tutti   e San Rossore, attualmente privo di        tenere aperto e segnalato anche il tratto    tutti gli amici.

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L'augurio di ripartire insieme dopo l'emergenza coronavirus
ACCANTONAMENTI, due ricordi
aspettando la prossima occasione
2017, una nonna al Rifugio TIRES
A
            luglio il caldo
            picchia troppo
            forte per me,
ma vado ugualmente al
mare con le mie nipoti
che durante l’anno
abitano a Roma e Parigi.
A metà mese mia figlia
Francesca viene a darmi
il cambio e porta Giorgia
dalla parrucchiera
Stefania, dalla
quale viene a sapere
dell’accantonamento.
Tornata a casa: “Sai,
mamma, quest’anno
il Cai rivà al Rifugio
Tires!”
“Davvero! - esclamo -
beati loro!”
Francesca tace, ma telefona a                 “Ci siamo tutti, si può partire. Via!”        si va al Rifugio Sasso Piatto per un            giunto da noi c’interroga con lo sguardo,     che partecipi
Paola: “Ce la porti la mia mamma              L’avventura comincia.                         sentiero largo e facile, all’inizio un po’ in   ma non ci brontola.                           all’accantonamento
all’accantonamento?”.                         Arrivati a Compatsch e caricati i sacchi      discesa poi lievemente in salita, tempo di      Giovedì alle 9 partenza per il Rifugio        mentre loro è da
“Certamente, c’è ancora posto per due!”       sulla jeep del rifugista, si sale sulla       percorrenza 2 ore circa”.                       Bolzano e monte Pez; stamani sto nel          diversi anni! Sta’
Io non sto a riflettere se sia il caso di     seggiovia. Da lassù si respira un’arietta     Ascoltate le istruzioni, mi avvio               gruppo.                                       tranquillo che alla
unirmi a un gruppo di giovani, né se          asciutta e profumata di fieno, mentre         per prima, Stefania mi si affianca e            Un po’ si scende, un po’ si sale; il sole     loro età correrai
riuscirò a dormire in una camera con          lo sguardo spazia verso quelle pareti         cominciamo a chiacchierare: lei mi              picchia, ma l’aria è leggera e asciutta, si   anche te. Ti piace la
tante persone.                                dentellate color corallo.                     parla di sé, io le parlo di me; sta di fatto    cammina bene.                                 montagna?”
Penso soltanto che rivedrò quei               Al Belvedere la Paola ci conta e ci dà le     che a un certo momento ci troviamo              I ragazzi hanno preso il volo; Andrea,        “Molto!” e comincia a raccontarmi dei         Siusi, dove ce la godiamo per quei dolci
bellissimi posti dove sono stata ventisei     informazioni del momento: “Il Sentiero        vicino a una baita che Paola non aveva          il più piccolo, che è rimasto indietro,       regali che ha chiesto a Natale: tutto         prati.
anni prima come accompagnatrice di            è largo e in salita fino alla Forcella dei    mentovato.                                      mi si affianca: “Gina, posso stare con        l’occorrente per i monti. Ogni tanto si       Domenica gita al Rifugio Bergamo per il
supporto; il cuore mi si allarga e decido     Denti di Terrarossa; poi si scende fino       Ci voltiamo, ma non c’è nessuno dietro          te?” “Certamente!” “I ragazzi corrono         guarda intorno e dice: “Mi piacerebbe         Passo Molignon.
d’imbarcarmi.                                 al Rifugio. Ci impiegheremo due ore           di noi.                                         troppo e io non ce la faccio, mi mettono      stare sempre qui, da grande ci torno!”        Fino al Rifugio è una passeggiata, ma al
All’autobus vedo facce amiche: Andrea         e mezzo circa andando tranquilli. Voi         “Oh dove sono gli altri?”                       l’ansia.” “È naturale che tu non abbia        Arrivati al Rifugio, Andrea si unisce ai      rientro per il sentiero il Buco dell’Orso
Verona, riservato e sorridente; la Stefania   ragazzi non correte, ogni tanto fermatevi     “Vedrai che arrivano!”                          ancora il loro passo, è il primo anno         ragazzi che stanno giocando a carte.          le cose per me cambiano: alla ferrata la
con Davide e Filippo; l’Augusta e             e aspettateci!”                               “E se avessimo sbagliato sentiero?”                                                           Io salgo in vetta al monte Pez dove, in       ripidità del sentiero m’impegna a degli
Andrea.                                       E così è andata.                              dice Stefania con lo sguardo un po’                                                           un piccolo anfratto ci sono delle stelle      sforzi che non ricordavo. Mi si devono
C’è il mio cugino Lorenzo con l’Anna.         Quasi alla fine del percorso si staglia una   preoccupato.                                                                                  alpine. Il ricordo vola alla prima volta      essere accorciate le gambe, penso,
Noto che Lorenzo ha messo su una bella        bella macchia rossa: è il tetto del Rifugio   “Non è possibile, non l’abbiamo mai                                                           che le vidi, in Dolomiti in un’arrampicata    cercando di allungarle il più possibile.
pancetta e questo m’incoraggia perché         Tires, nuovo fiammante che ci dà il           abbandonato e non abbiamo visto segnali                                                       e affascinata dalla loro bellezza ne colsi    Insieme a me salgono Davide e Andrea
forse potrò tenere il suo passo.              benvenuto. Anche l’interno è rinnovato e      di deviazione”.                                                                               una che tengo ancora nella tessera del        il viareggino dicendo di volere andare
C’è anche la Laura, amica delle mie           tutto rivestito di legno d’abete.             Per fortuna scende un ciclista, gli faccio                                                    Cai.                                          piano anche loro...
figlie, con una bella mountain-bike;          La famiglia è ancora la stessa, ma adesso     cenno di fermarsi: “Scusi Signore, questo                                                     Il venerdì si scende tutti a Campitello per   Che persone!
evidentemente ha intenzione di scalare le     la dirigente è Judith, la figlia del sig.     sentiero va al Sasso Piatto?”                                                                 una giornata di relax: piscina o bagno        Finalmente arriviamo al Rifugio,
Dolomiti in bicicletta.                       Max, una biondina riservata, ma gentile.      “Nooh, va a Campitello!”                                                                      turco ma, prima di arrivare, il tempo si      io crollo e dormo fino all’ora dei
Più in là parlano e ridono una ventina di     Si cena, poi a letto.                         “Madonnina, quando Davide se                                                                  mette al brutto e ci prendiamo una bella      festeggiamenti per il compleanno di
giovani, sono tutti maschi, mi sembrano       La nostra stanza è molto piccola per 12       n’accorge!”                                                                                   giubbata d’acqua.                             Andrea Verona e per la fine di questo
puledri scalpitanti.                          letti a castello, ma pazienza, mi sistemo     “Forza, torniamo indietro!” Dopo poco,                                                        La gita di sabato è veramente tosta,          indimenticabile Accantonamento!
All’ultimo arriva la Paola con Andrea e       vicino alla finestra e mi addormento.         guardando in alto, vediamo una figura                                                         perciò io mi defilo con Stefania, Filippo,                                Gina Bertozzi
i due figli. Saluta festosa e fa l’appello:   La mattina alle ore 9 la Paola: “Oggi         che ci viene incontro. È Davide, che                                                          Andrea piccolo e andiamo all’Alpe di                                         Luglio 2017

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L'augurio di ripartire insieme dopo l'emergenza coronavirus
2019, in giro per le APUANE

D
         iciotto luglio 2019: un            difficilmente definibile tale, ma
         gruppetto di giovani soci CAI,     che, malgrado tutto, considero
         prevalentemente pietrasantini      un’esperienza. Il giorno dopo c’è
(alcuni in pessima forma fisica...), con    stato il trasferimento, passando
relativi accompagnatori, intraprendono      per Arnetola e per passo Sella,                                                           sulle Apuane e, in generale sulla Versilia                                                  dove ci attendevano quei pochi genitori
da Resceto la Via Vandelli.                 al rifugio Puliti, in quel di Arni.                                                       (giornata n° 4); il giorno seguente                                                         che avevano avuto la voglia di salire in
Non potete dire di aver vissuto             Qui si sono dovute mantenere le                                                           abbiamo raggiunto il monte Altissimo,                                                       macchina fino lassù in pieno luglio; qui
un’esperienza traumatizzante nella vita     tradizioni: le notti passate in tenda                                                     passando per le Gobbie, il passo degli                                                      si è concluso il nostro percorso.
se non avete fatto la Via Vandelli alle     e il mitico torneo di calcetto nel                                                        Uncini e, al ritorno, per numerose cave                                                     Ci tenevo a ringraziare la Paola,
11 di mattina di una giornata estiva.       campetto sottostante il rifugio.                                                          di marmo. Il mattino del sesto giorno                                                       Alessio, Davide, Robert e la Donata
Siamo giunti poi al rifugio Conti e, dopo   In via del tutto straordinaria il                                                         abbiamo dovuto lasciare il rifugio Puliti,                                                  che, tra l’altro, non si sapeva mai se
un breve riposo, abbiamo proseguito         torneo si è svolto ogni sera in                                                           con la fantastica cucina di Virginia e       ruscello e a suonare la chitarra. Il settimo   il giorno dopo ci sarebbe stata oppure
intrepidi verso la Tambura. Dopo la         cui abbiamo pernottato lì (tre                                                            il vicino campetto, per raggiungere il       giorno era d’obbligo raggiungere la Pania      no, tant’è che arrivava e andava via in
nottata passata nel grazioso rifugio, in    sere), dopo lunghe giornate                                                               rifugio Del Freo, meglio noto come           della Croce; dalla vetta siamo scesi sul       continuazione. Infine, volevo ringraziare
compagnia delle fantastiche persone         di cammino... e, alla fine, vi                                                            rifugio di Mosceta. Il soggiorno in questo   rifugio Rossi, per dare il colpo di grazia     i rifugisti che abbiamo incontrato
che lo gestiscono (Giulia e Michele),       sono stati pure dei premi,                                                                bellissimo rifugio è durato due notti,       ai pochi soldi rimasti; poi abbiamo sceso      (Michele, Giulia, Virginia e Stefano) che
abbiamo tirato in giù verso Campocatino     rigorosamente comprati alle                                                               durante le quali, oltre ad esaurire quasi    i Prati di Valli e presso la foce di Valli     sono riusciti a sopportarci, nonostante
e poi a Vagli, dove si è potuto trovare     Gobbie: qualche etto di mortadella                                                        completamente tutti i nostri soldi rimasti   abbiamo incontrato Gea, una cagnolina          il gran frastuono che causiamo
un fresco ristoro nella piscina (forse      (premio molto ambito) e qualche                                                           comprando Lemonsoda e robe varie, ci         rossiccia che aveva seguito un gruppo di       (specialmente di notte), concedendoci un
anche troppo fresco, vista la temperatura   sana birra. Visto che, in pratica, nessuno    andare in giro a svegliare chi tentava      siamo intrattenuti giocando a numerosi       ragazzi che provenivano dal Matanna.           posto in cui dormire tra queste bellissime
antartica dell’acqua). I più intrepidi      di noi gioca o ha mai giocato a calcio,       di dormire nelle tende durante la notte     giochi da tavolo quali scacchi, Scarabeo     Gea non ne ha voluto sapere di tornare         montagne. Grazie!
avventurieri (in poche parole quelli        potete ben intuire il livello calcistico:     e “giocare” a calcetto, abbiamo anche,      e Monopoli (gioco che a mio modo             indietro né di proseguire con l’altro                                          Rotommy
che avevano saputo rinunciare agli          i palloni finiti per strada o, addirittura,   ahimè, camminato... un giorno siamo         di vedere rovina amicizie e relazioni,       gruppo e si è accodata a noi, ed è tornata
affascinanti letti dell’albergo per un      direttamente nel fiume sarebbero stati        andati, attraverso il bosco del Fato Nero   in quanto non si riesce mai a finire e,      a Mosceta attraversando agilmente tutti        P.S.: Gea ha dormito a Mosceta ed è
riposino) hanno sperimentato il giro        di gran lunga superiori ai goal, se non       e salendo, in seguito, un ripido pendio,    la maggior parte delle volte, fa venire      i canalini della Pania. Il giorno seguente     rimasta con noi fino alla fine del viaggio
intorno lago e il ponte tibetano, per       fosse che i portieri erano quelli che         in vetta al monte Sumbra, dove la fatica    voglia di commettere omicidi plurimi),       abbiamo intrapreso le Voltoline, per           per essere, infine, riaccompagnata in
concludere, poi, la serata con una pizza    erano. In questi tre giorni, oltre ad         è stata ripagata da una splendida vista     per arrivare, poi, a cercare “bodde” nel     arrivare, come ultima tappa, a Levigliani,     macchina al Matanna.

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L'augurio di ripartire insieme dopo l'emergenza coronavirus
CIAO FILIPPO!
                                                                                                   Sabato 9 maggio un incidente sulla
                                                                                                                                            ALLA CONQUISTA
                                                                                                                                            DEL PRIMO
                                                                                                   cresta del Cavallo è costato la vita a

    Ricordo di un capogita
                                                                                                   Filippo Bitossi, escursionista di
                                                                                                   Montelupo Fiorentino, tornato come

                                                                                                                                            MUNRO
                                                                                                   tanti di noi ai monti che amava,
                                                                                                   non appena allentate le restrizioni,
                                                                                                   per una gita che sognava da tempo.
                                                                                                   Il nostro presidente emerito Gabriele
                                                                                                   Veschi, di turno all’elisoccorso, l’ha
                                                                                                   soccorso e rianimato ma purtroppo
                                                                                                   ciò non è servito a impedirne il
                                                                                                   decesso dopo il trasporto a Cisanello.
                                                                                                   Filippo era ben noto agli apuanisti
                                                                                                   frequentatori di Facebook anche per
                                                                                                   aver dato vita al gruppo Apuane♥,
                                                                                                   nome che nella sua semplicità
                                                                                                   esprimeva tutto. Due anni fa aveva
                                                                                                   partecipato a una nostra gita, come
                                                                                                   qui ricorda chi la guidava. Nelle foto
                                                                                                   è l’escursionista con maglia e casco
                                                                                                   bianchi e zaino arancione.
                                                                                                   Sotto, un flash della nostra Gina su
                                                                                                   Umberto Guidugli, scomparso per il
                                                                                                   coronavirus come ricordato in prima.

S
      arà stato per quel tuo
      modo tutto partico-                                                                      Umbertino Guidugli,
      lare di porti con le
persone, ma due anni fa,                                                                       andavi svelto
quando mi chiamasti per                                                                        come un capriolo!                                                                                                                              Gian Carlo Polacci
                                                                                                                                                                                                                                              su Observatory Buttress.
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Cenge dei Partigiani, ti ri-
conobbi immediatamente.
L’anno precedente mi ave-
                                                                                               U     mbertino (a sinistra nella foto)
                                                                                                     l’ho conosciuto 60 anni fa a
                                                                                               una gita invernale in Pania organiz-
                                                                                                                                                                                                                                              Fort William al tramonto

vi telefonato per la traver-                                                                   zata dal suo fra-                                 di   Edoardo Mutti                                                                            sistemazione, facemmo sosta

                                                                                                                                            P
sata della Punta Questa, e                                                                     tello Augusto (a                                                                                                                                in un caratteristico pub tra
anche allora mi avevi som-                                                                     destra). Era il più                                 er febbraio-marzo                                                                           locals bagnati fradici, di ritorno
merso sotto una valanga di                                                                     piccolo del grup-                                   2018, con due amici e                                                                       da chi sa quali escursioni o
domande.                                                                                       po, ma andava già                                   colleghi di lunga data                                                                      salite. L’ambiente interno è
Ricordo che né la prima, né la seconda                                                         disinvolto e svelto                          della Scuola di Alpinismo                                                                          davvero accogliente e la scelta
volta, ero stato capace di arginare l’esu-                                                     come un capriolo.                            del CAI “Monteforato”, Gian                                                                        di birre è notevole, l’esterno
beranza prorompente della tua curiosità                                                        Io invece, alla mia                          Carlo e Oreste, decidemmo                                                                          invece è sicuramente ostile…
appassionata, che ti spingeva a travalicare                                                    prima salita in Pa-                          di programmare un’avventura                                                                        migliorerà!
le cadenze di un colloquio ordinario.                                                          nia, con la neve                             fino quasi al 57° parallelo                                                                        Arrivati a destinazione
Era più forte di te, come la corrente incon-                                                   fino alle ginoc-                             Nord alla ricerca delle                                                                            trovammo la proprietaria del
tenibile di un fiume in piena che nessuna                                                      chia, ero impac-                             condizioni migliori: Scottish Highlands,   l’allenamento, furono funestate dai          caratteristico cottage che ci accolse con
opera umana è in grado di regimentare                                                          ciata e un po’ pre-                          destinazione Ben Nevis.                    malanni di stagione lasciandoci in           dolcetti e vino: meglio di quanto sperato!
perché è la forza della Natura che la spin-                                                    occupata, così ogni tanto chiedevo           Così, senza troppo allenamento             apprensione fino all’ultimo! Ma alla fine,   Disfatti i bagagli, facemmo rifornimento
ge.                                                                                            proprio al più piccolo: “Ma quando           preventivo per distrazioni lavorative      lasciate le varie situazioni familiari con   di viveri a Fort William per poter
Poi la gita, bella, impegnativa il giusto, di                                                  si arriva?” e Umbertino con un sor-          fuori sede, tentando di considerare        mogli, compagne e figli alle spalle si       preparare una cena nostalgica con un
soddisfazione, con quegli scorci sui canali                                                    riso incoraggiante mi rispondeva:            e valutare quante più informazioni         partì per la nostra gita!                    saporito spaghettino. Poi in branda
che precipitano verso il basso, solcando le                                                    “Fra poco, fra poco!”.                       accessibili, ci preparammo ad affrontare   Glasgow si presentò fredda, ma fu            vista la stanchezza per la partenza da
Mura del Turco, e inghiottiscono lo sguar-                                                     Ci siamo rivisti in montagna alcu-           il viaggio. Il materiale alpinistico       l’avvicinamento in macchina alle             casa in piena notte. A parte il fatto che
do lungo gli scivoli di paleo.                                                                 ne volte, poi ognuno ha preso la             invernale è ingombrante e pesante…         Highlands quello caratterizzato dalle        il cielo era sempre plumbeo e carico
Mi avevi anche aiutato a dar manforte a                                                        sua strada. Ultimamente avevo sa-            tocca mettere sulla bilancia ogni cosa e   condizioni meteo “migliori”: nuvole per      d’acqua e la dispensava mista a neve su
chi richiedeva un sostegno nei passaggi                                                        puto che portava Augusto, Alberto            quantificare il peso approssimativo dei    ogni dove alimentavano una tempesta          tutte le Highlands in maniera costante,
più delicati.                                                                                  e Emilio a Orto di Donna per fare            bagagli da stiva che furono decisi in      di neve con forti raffiche di vento che      decidemmo di riposare anche il giorno
Non ci siamo più rivisti né risentiti fino      Sì, il volo più doloroso e più assurdo, per-   insieme una mangiata. Questo suo             due da 23 kg. (che si rivelarono essere    spazzavano le alture brulle e desolate       successivo per riprendere le energie.
alla scorsa settimana, quando ho letto sul      ché frutto della passione più grande.          modo di essere lo rendeva speciale.          sempre troppo pochi!).                     ed i numerosi laghetti, ghiacciati in        Cominciò così un periodo dedicato al
quotidiano che dalla cresta del Cavallo         Ciao Filippo!                                                       Gina Bertozzi           Le settimane precedenti la partenza,       superficie. Benvenuti in Scozia!             local weather forecast che, di pari passo
avevi spiccato l’ultimo volo.                                         Antonio Tommasi                                                       destinate “teoricamente” ad affinare       Prima di raggiungere la nostra               con le relazioni delle salite, diventò

8                                                                                                                                                                                                                                                                              9
L'augurio di ripartire insieme dopo l'emergenza coronavirus
Ben Nevis summit CONQUERED!
                        Da sinistra a destra,
             Edoardo Mutti (IA - IAL -IAEE),
             Gian Carlo Polacci (INA -CAAI)
                        e Oreste Vietina (IA)

la nostra lettura principe giornaliera.
Scoprimmo che, oltre alla guida alla
rovescia, anche il modo di intendere è
spesso tale: non si indica la percentuale
di nuvolosità, ma la possibilità di nuvole
assenti sui Munros!
Clouds on the Munros! Ma che sono?
Che posto sarà mai?
Veloce ricerca e scoprimmo essere
nient’altro che tutte le alture di
Inghilterra sopra i 3000 piedi (941 metri).
Il nome deriva dalle “Munro’s Tables”
scritte nel 1891da Sir Hugh Munro,
baronetto, tra i fondatori dello Scottish
                                                                                                                                                                                                                                    Avvicinamento al Ben Nevis
Mountaineering Club nel 1889. Ad oggi
vengono considerate e correttamente
chiamate in questo modo ben 282 vette                                                                                                                                                                                               La vacanza stava prendendo una piega
principali (separate mountains) cui si                                                                                                                                                                                              non proprio ottimale per quel che era
affiancano altre 227 cime secondarie                                                                                                                                                                                                programmato: ancora pochi giorni e,
(subsidiary tops).                                                                                                                                                                                                                  causa maltempo, si sarebbe potuto
Visto il perdurante maltempo e le                                                                                                                                                                                                   concretizzare il rischio di tornare in
precipitazioni copiose, ci dedicammo a                                                                                                                                                                                              Patria con un nulla di fatto.
fare i turisti sotto la pioggia alternando                                                                                                                                                                                          Il giorno seguente, in ogni modo,
acquisti di libri, carte geografiche e cibo                                                                                                                                                                                         decidemmo di tentare: direzione Ben
e a fare fotografie e ricognizioni per                                                                                                                                                                                              Nevis, sperando che la neve si fosse
l’avvicinamento al Ben Nevis e ad altre                                                                                                                                                                                             trasformata e assestata e qualcosa potesse
località limitrofe.                                                                                                                                                                                                                 venir salito.
Finalmente, considerando le previsioni                                                                                                                                                                                              La giornata era fredda e la montagna
per il giorno successivo quasi accettabili                                                                                                                                                                                          si dimostrò essere meta molto ambita
e individuando un avvicinamento                                                                                                                                                                                                     e frequentata: al rifugio privato situato
“breve”, decidemmo di affrontare una                                                                                                                                                                                                sotto la sua parete Nord (The North
salita di acclimatamento.                                                                                                                                                                                                           Face) chiamato CIC Hut, in onore di
Sveglia ben prima dell’alba e                                                                                                                                                                                                       Charles Inglis Clark morto durante la
destinazione valle di Glen Coe, Stob                                                                                                                                                                                                prima guerra mondiale ed eretto dai
Coire nan Lochan a poche miglia di                                                                                                                                                                                                  genitori in sua memoria, ci trovammo a
distanza.                                                                                                                                                                                                                           vestirci almeno in venti ed era tutto un
Lasciata la macchina al parcheggio a                                                                                                                                                                                                viavai. Mancava ancora quasi un’ora per
bordo strada poco dopo il sorgere del                                                                                                                                                                                               raggiungere l’attacco e decidere, tra due
sole, ignari di cosa ci stava aspettando,       vento che non avrebbe avuto alcuna           Dopo il tratto iniziale, ci toccò una lunga   decisione che, ancora una volta, ci fece    “fortunatamente” il pomeriggio tornò a       possibili, quale itinerario affrontare. Per
partimmo sotto la fitta pioggia in              tenuta. A queste condizioni si aggiunse la   salita a bordo piste fino a raggiungere il    desistere dal procedere oltre: scendere     diluviare copiosamente!... allora avevano    scrupolo propendemmo per uno già salito
direzione … del nulla! Dopo un breve            consapevolezza delle belle e incombenti      pianoro sommitale. Qui, con temperature       sotto e attraverso le cornici instabili e   ragione anche stavolta!                      il giorno del nostro arrivo preferendolo
pendio di prati iniziali, attorno a noi         cornici di neve che, pur essendo a oltre     prossime allo zero e avvolti dalla nebbia     incombenti verso la base della parete       Ancora qualche giorno di brutto tempo        a quello dove, a detta di alcuni locals
tutto era bianco: neve e nuvole si              150 metri di distanza erano decisamente      non era possibile distinguere neppure il      che volevamo risalire parve quantomeno      e poi sembrava potesse entrare un            con cui scambiammo qualche parola, il
mescolavano verso l’alto senza farci            molto evidenti…                              filo di cresta se non grazie a due membri     inopportuno. Tornare quindi indietro…       periodo di alta pressione. Nell’attesa       ghiaccio era ancora troppo sottile.
vedere neppure la nostra “vicina” meta.         Il gioco non valeva il rischio!              del soccorso piste locali. Mentre ci          e due!!                                     decidemmo di fare una visita più a Nord,     Peccato solo che trovammo altre tre
Ci trovammo così a camminare per oltre          Rinunciammo e ripiegammo. Ma è tutto         avventuravamo alla ricerca del gully di       Pioggia costante ogni giorno e noi          a Eilean Donan Castle (la location del       cordate avanti che ci precedevano e
quattro ore e mezzo, alternandoci a batter      allenamento!                                 discesa, improvvisamente, pur seguendo        sempre meno alpinisti e sempre più          film Highlander - L’ultimo immortale)        procedevano nel massimo rispetto
traccia e sfondando in neve farinosa            Ci toccava quindi un altro giorno di         alcune tracce recenti, affondai con una       turisti. Dopo ogni nuovo consulto sulle     attraversando una natura selvaggia e         reciproco e con una flemma devastante.
e inconsistente che via via aumentava           riposo, durante il quale, stando alle        gamba fino all’inguine… allontanandomi        previsioni ci toccava “fronteggiare”        incontaminata caratterizzata da laghi e      La salita di Observatory Buttress (V,
di spessore, raggiungendo, sul pendio           nuove previsioni, decidemmo per un           dal punto e, complice una momentanea          un nuovo riposo. Un giorno di questi        fiordi e distese brulle popolate da fauna    4) fu comunque di soddisfazione e
finale, anche i due metri. L’amara              cambio di destinazione: impianti di          schiarita, riuscimmo a cogliere i segni       in cui era previsto tempo brutto, ci        caratteristica locale: cervi e cavalli per   ci permise di spuntare sul pianoro
scoperta, forse presumibile anche prima,        risalita Gondola presso Nevis Range          di frattura delle enormi cornici di neve      svegliammo e non pioveva, anzi              niente disturbati dalle macchine che         sommitale giusto di fronte al bivacco/
fu che anche in parete non c’era ghiaccio       partendo con i dipendenti e direzione        a pochi metri di distanza. Ennesima           sembrava quasi sereno. Dubitammo della      sfrecciano a 50-60 miglia orarie a pochi     osservatorio che era uno spettacolo della
ma solo un po’ di neve appiccicata dal          Aonach Mòr, Stob Coire nan Lochan.           discussione sul da farsi e unanime            bontà del servizio meteorologico, ma        metri da loro.                               natura: il vento e la neve ne avevano

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L'augurio di ripartire insieme dopo l'emergenza coronavirus
Edoardo Mutti su Hadrian’s Wall e, in alto a sinistra nella pagina
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                                                                                                                                              stessa via e in alto a destra Gian Carlo Polacci su Hadrian’s Wall.
                                                                                                                                                                     Più in basso, il “mitico” Eilean Donan Castle

rivestito ogni facciata
facendolo apparire quasi
irreale. Prima volta sulla Nord
e conquista della vetta!
È solo un po’ tardi: complici
le attese forzate in sosta e le
nostre innumerevoli fotografie,                                                               Dopo un po’ di nuvolaglia iniziale,
al massimo avevamo davanti,                                                                   la giornata era divenuta davvero
considerando la maggiore                                                                      spettacolare: sulla vetta il vento “fresco”
quota rispetto a Fort William,                                                                sferzava a 50 nodi, ma il cielo limpido
appena un’ora di luce e                                                                       ci permetteva una visione a 360°… per
dovevamo affrontare una                                                                               me era così la seconda volta in
discesa nella nebbia di almeno due                                                                    vetta al primo Munro di Scozia
ore! Angolo di rotta, corda stesa nella                                                               con uno straordinario panorama
nebbia e via. Il buio ci prese a metà della                                                           per le normali condizioni: libidine,
discesa del Red Burn, ampio canalone                                                                  doppia libidine!
innevato con pendenza costante di                                                                     Riuscimmo a gesti a farci fare
45-50° che, in estate offre un sentiero                                                               una foto autocelebrativa, che è
zigzagante , ma che, in inverno, è un                                                                 diventata la simbolica sintesi
unico scivolo di quasi 700 metri di                                                                   della nostra avventura, e poi,
dislivello, per la gioia dei quadricipiti. Al                                                         con la giusta calma, iniziammo a
suo termine, trovammo un bel sentiero                                                                 scendere.
pianeggiante che purtroppo però, dopo                                                                 Peccato solo che l’alta pressione
circa un chilometro, scompariva nel             alle condizioni invernali e alle salite       non ci avesse accolto prima…
nulla. Alla luce delle frontali, cercammo       di misto fatte in tanti anni nelle nostre     Ma le cose buone, come una buona
e seguimmo le impronte visibili sulle           Alpi Apuane, non era sembrato poi così        pietanza o una bella montagna, non
chiazze di neve alternate a acquitrini          thin…                                         devono soddisfare completamente,
inclinati e mezzi ghiacciati abbassandoci       Forti delle precedenti sveglie,               altrimenti ci si appaga e si perde il gusto
pian piano sotto la base delle nuvole.          decidemmo di attendere l’alba già al          di riprovare.
Raggiungemmo la macchina a buio                 parcheggio per evitare di trovarci in coda    Così, con la voglia di rimanere più
pesto, stanchi ma comunque soddisfatti.         ad altri sulla via di salita.                 a lungo nelle Highlands, il giorno
Rientrati al nostro Snowberry Cottage,          Stesso sentiero di avvicinamento e poi        seguente ripercorremmo le strade che ci
festeggiammo e facemmo asciugare                soli all’attacco di Hadrian’s Wall (V, 5).    conducevano all’aeroporto di Glasgow
tutto l’armamentario. L’indomani di             Un tiro a testa e vai! Gian Carlo il primo,   e da lì in Italia. Magari la prossima
nuovo una giornata turistica, di riposo e       poi io e poi Oreste, su, fino in cima. Una    volta (speriamo presto!...) saremo più
preparazione per l’assalto finale!              bella e entusiasmante salita, finalmente…     fortunati!
E così è! Il servizio meteo locale parlava      e avremmo potuto osare di più! Ghiaccio
di nuvolosità sui Munros al mattino con         perfetto e panorama unico sulle creste        Per Gian Carlo e Oreste il “presto” si è
miglioramento pomeridiano. La nostra            più facili della parete nord del Ben,         già concretizzato quest’anno, appena
destinazione, dopo qualche perplessità          quelle più frequentate dove si vedevano       prima del lockdown per il coronavirus,
di parte, venne individuata nella salita        le tracce battute dei passaggi frequenti      con una nuova avventura al Ben Nevis.
scartata il giorno prima per questo             e le sagome degli alpinisti, pardon…          Sarà uno di loro, quindi, a raccontarcela
fantomatico thin ice che a noi, abituati        munroisti, che salivano via via…              in una prossima occasione! (n.d.r.)

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L'augurio di ripartire insieme dopo l'emergenza coronavirus
Foto dal Sagro con evidenziato l’itinerario della Cengia del Garnerone (per gentile concessione di Mirto Blasich)

                                                              La Cengia
                                                       del GARNERONE:
                                                   un “classico” recente

  L’Ombrellone                                                                                                                                                                    Il Pizzo d’Uccello
                                                                                                                                                                                  dalla Prima
          di   Guido Barbieri                sino ad innestarsi sul segnavia 186 che       I Ravacci, sino a che dopo una ventina         strettoia rocciosa valicando            Spalla                                                                riuscendo così a livello di un

D
                                             dalla Foce di Monte Rasori 1318 m             di minuti non si taglia l’esteso ghiaione      una dorsale e tagliando la                                                                                    colletto sassoso e detritico (q.
          urante il lento e complesso        raggiunge la Finestra del Grondilice          (q. 1211; loc. La Costa) che scende            testata del canale dove salgono                                                                               1489), posto appena a NE della
          recupero delle informazioni        1746 m. Questo percorso, conosciuto e         dal soprastante ed evidente Canale             i due itinerari invernali prima                                                                               Torre Torracca 1501 m - che
          per quella che un giorno, forse,   frequentato fin dagli anni’60 del secolo      del Gobbo (facile canale d’interesse           citati, la Via Super Pilin e la                                                                               con breve salita volendo si
sarà la futura guida enciclopedio-           scorso dagli alpinisti carrarini che          invernale che si mantiene costante sui         Via Patata al Selenio). La si                                                                                 può raggiungere facilmente
sistematica delle Alpi Apuane, mi sono       hanno salito e battezzato in quest’area       40° se non in una breve strettoia rocciosa     segue verso destra; lasciato                                                                                  (I) - a cavallo fra la valle
reso conto di quanto sia importante la       le suddette numerose guglie, fu sfruttato     più ripida a 45°; II/PD). Poco prima di        a destra un panoramico                                                                                        del Canale dei Carrarini e
pubblicazione di relazioni degli itinerari   durante la seconda guerra mondiale            questo, presso una roccia (un’indicazione      terrazzo roccioso con dei                                                                                     quella, anch’essa decisamente
sulla Rivista Mensile, Lo Scarpone e i       anche dai tedeschi e difatti vi sono          e un ometto), si abbandona il segnavia         cespugli di ginepro dove si                                                                                   profonda e marcata, dove
notiziari sezionali. Difficile e aleatorio   state rinvenute varie cartucce, da cui il     37 e si inizia a rimontare una dorsale che     apre la visuale sul successivo                                                                                scende il Canale dei Fiorentini
è tramandare le informazioni, le             nome dato a una delle torri. Ma la prima      rimane più a destra rispetto all’ampio         profondo canale della Via Senza                                                                               che separa il versante O della
relazioni scritte rimangono per sempre       fonte scritta che ho trovato è stata la       ghiaione (alcuni ometti e segni azzurri)       Macchia e Senza Paura, cui                                                                                    Punta Nord del Garnerone
in questo oceano digitale. In questa         relazione di Mirto Blasich che, insieme a     per delle tracce, una delle quali risale       segue un ripido tratto con alcune svolte,        verso destra con alcune svolte sino a             1723 m dalle Guglie della Vacchereccia.
sede vorrei descrivere un itinerario, per    Giuseppe Berti, ha compiuto la traversata     direttamente e lungamente oltrepassando        si giunge quindi a terrazza rocciosa             valicare il roccioso collettino presso            Da qui si traversa in leggera discesa
escursionisti esperti, che sempre più        completa il 30 maggio 2004 coniandone         dei faggi con ripido percorso tra rocce,       inclinata presso cui si apre la visuale          l’esigua quota posta sulla destra detta           lungo delle rocce sporgenti per poi
sta divenendo frequentato da coloro          il toponimo attualmente in uso e i nomi       paleo e cespugli di ginepro (ometti e          sulla successiva Prima Spalla 1460 m             Prima Spalla 1460 m, dalla quale si               piegare a destra e attraversare l’incassato,
che vogliono conoscere il gruppo             di alcuni riferimenti lungo l’itinerario      segni azzurri), sino ad arrivare in vista      dalla quale poi si sale ripidi a sinistra        spalanca la visuale sull’impressionante           profondo e roccioso Canale dei
Garnerone-Grondilice, cioè la cosiddetta     (http://www.vadoetorno.altervista.org); la    del primo ramo - situato poco a sinistra,      arrivando così in vista della soprastante        mole della sottostante Torre Biforca              Fiorentini (1ª ascensione nell’inverno
Cengia del Garnerone o dei Pastori (più      mia relazione inquadra meglio la Cengia       che si stacca sulla sinistra idrografica,      ampia dorsale dove sale l’invernale              1490 m con l’attigua Torre Cartuccia              1965 ad opera di una cordata fiorentina;
recentemente si è aggiunta l’erronea         del Garnerone all’interno del versante,       partendo dal basso - del Canale del            Via Gran Negrone (31 gennaio 2010,               e sulla prosecuzione della Cengia del             AD/D-); risaliti brevemente presso
denominazione Cengia dei Signori). Si        assai complesso, dove si svolgono             Gobbo (percorso da due impegnative             M. Meucci ed E. Tomasin; II/M4+); da             Garnerone. Scesi nella folta erba del             dei faggi successivamente si taglia lo
tratta di un caratteristico percorso che     numerosi itinerari alpinistici, soprattutto   ascensioni invernali, Super Pilin e Patata     qui si traversa verso destra perdendo            versante opposto si traversa in direzione         scosceso versante roccioso con l’evidente
taglia in salita diagonale ascendente, da    invernali.                                    al Selenio). Saliti lungo quest’ultimo ci si   poi leggermente quota per poi scendere           del successivo boschetto di faggi, oltre          e caratteristica Rampa dei Signori che
sinistra verso destra, tutto il roccioso     Dalla Capanna Garnerone 1261 m                affaccia poi su un più ampio e profondo        con percorso più roccioso attraversando          il quale si attraversa il Canale dei              incide in salita le rocce del versante
ed articolato versante occidentale della     si segue a sinistra il segnavia 37 in         canale situato a destra per rimontare          così il marcato ed evidente canale               Carrarini riconoscibile per la presenza           per continuare poi come sentiero che
Cresta Garnerone e della cresta NO           direzione della Foce di Giovo 1500            ripidi tra i faggi a cavallo tra i due sino    sassoso dove sale l’invernale Via Senza          di un’evidente colata di sassi e detriti          raggiunge un boschetto all’ombra
del Monte Grondilice 1805 m con tratti       m che in leggera discesa esce poi             a che i segni azzurri non si innestano         Macchia e Senza Paura (A. Benassi,               (1ª ascensione il 23 gennaio 1972 ad              di una caratteristica punta rocciosa:
a cengia, tracce e attraversamenti di        dall’Abetaia di Nàvola per traversare         su un’evidente traccia trasversale             S. Maggi, A. Angelini e G. C. Polacci            opera di R. Gemignani e F. Raso). Si              dopodiché si sale obliquamente su una
vari canali in vista delle belle salienze    lungamente il versante caratterizzato da      proveniente dallo stesso Canale del            nell’inverno 2000; II/4+). Da qui                procede traversando in leggera salita             rampa di placche lungo dei roccioni un
rocciose delle Guglie della Vacchereccia     massi sparsi, denominati dai vinchesi         Gobbo (che inizia appena oltre la ripida       segue un ripido tratto di salita obliqua         verso destra il boschetto di faggi                po’ rotti e aggettanti; si arriva quindi a

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L'augurio di ripartire insieme dopo l'emergenza coronavirus
Una traversata delle Apuane
                        A destra, la Torre Tita.
                     Sotto, il Passo del Gatto

                                                                                                                                               su antiche strade fino a Gallicano
               e la Torre Biforca con l’attigua
                Torre Cartuccia sulla sinistra.
             Più in basso, la Torre Calderone

valicare piegando a sinistra il colle posto                                                                                                          di   Francesco Battistini

                                                                                                                                               C
alle spalle della massima elevazione,
caratterizzata da alcuni roccioni, della                                                                                                               he itinerario avrebbe percorso
sottostante Placca degli Allievi definita                                                                                                              alla metà del XVIII secolo una
anche Seconda Spalla 1510 m dalla quale                                                                                                                persona che per un qualsiasi
ci si affaccia quindi sull’ampia l’ampia                                                                                                       motivo (affari, famiglia, ecc.) avesse
testata del Canalone del Garnerone                                                                                                             voluto portarsi da un versante all’altro
(lungo ma facile canalone d’interesse                                                                                                          delle Apuane, poniamo ad esempio
invernale; II/PD). Si procede traversando                                                                                                      da Ripa, nella pianura versiliese, fino
nella folta erba sino all’estesa testata                                                                                                       a Gallicano, nella media valle del
di quest’ultimo che si attraversa                                                                                                              Serchio? La soluzione apparentemente
senza difficoltà; da qui poi si risale                                                                                                         meno faticosa sarebbe stata, forse,
nella folta erba piegando                                                                                                                      quella di recarsi a piedi a Pietrasanta,
lievemente e lungamente                                                                                                                        attraversando il Versilia sull’antico
a destra lungo le rocce e le                                                                                                                   ponte di Pescarella e costeggiando poi il
placche del versante con                                                                                                                       torrente lungo il sentiero (l’attuale Via
la Cengia del Garnerone                                                                                                                        Provinciale non c’era ancora), e cercare
che si presenta come larga                                                                                                                     una diligenza che, sulla via Francesca
cengia erbosa inclinata                                                                                                                        (attuale Sarzanese, fatta costruire dai
comodamente percorribile.                                                                                                                      Lucchesi nel Duecento e lastricata poi
Lasciato un anfratto dalla                                                                                                                     da Castruccio Castracani ai primi del
forma quadrangolare e dal                                                                                                                      secolo successivo) e superando il valico
tetto formato da un masso                                                                                                                      del M. Quiesa lo portasse fino a Lucca,
incastrato nelle marcate                                                                                                                       con qualche obbligatoria sosta lungo
rocce articolate soprastanti,                                                                                                                  il percorso (perlomeno alla dogana
detto Il Bivacco, si traversa                                                                                                                  lucchese di Capezzano Pianore). Giunti
in salita verso destra sino                                                                                                                    a Lucca bisognava trovare un’altra
alla sommità pianeggiante ed                                                                                                                   carrozza che percorresse l’antica via
erbosa della Torre Mozza 1540 m (più in                                                          roccione prominente che obbliga a un          di fondovalle, costruita dai Romani, in
basso e staccata si vede l’elegante Torre                                                        basso e faticoso passaggio denominato         direzione di Castelnuovo, e scendere
Tita 1520 m), che si scavalca piegando                                                           Passo del Gatto, dal quale si esce con        quindi a Gallicano dopo qualche ora.
a sinistra (Terza Spalla o Lo Spiaggione                                                         breve traverso per poi risalire lungo la      Quanto poteva durare un simile viaggio
1550 m), alla base dello spigolo O                                                               colata di sassi e detriti del sottostante     (60 km circa), ammesso che fosse
della soprastante e slanciata Torre                                                              Canale delle Vaccherecce che si               possibile? Informazioni precise sui
Calderone 1621 m mentre si spalanca                                                              attraversa piegando a destra per portarsi     servizi di diligenza di metà Settecento
la visuale sull’ultimo e caratteristico                                                          quindi sulla sponda opposta. Guadagnato       nella nostra zona non ne abbiamo,
tratto della Cengia del Garnerone. Da                                                            un evidente colletto di rocce e paleo         ma si può pensare che, tenendo conto
qui si traversa in leggera discesa e poi                                                         posto fra altre rocce si sale a sinistra,     delle velocità di quei mezzi, dello stato
in quota con l’evidente cengia che passa                                                         quindi per facile dorsale alla sinistra di    delle strade carrozzabili (sul quale le
l’attacco della Via Ratti-Martini presso                                                         rocce si perviene a un evidente colle         lamentele furono sempre frequentissime
una nicchia detta Orto Botanico e della            rocciose quindi finché lungo delle            erboso (q. 1650; una roccia sulla destra),    fino all’epoca dell’asfalto), sulle soste
Via Ciampi-Calderone per continuare a              rocce compatte, poco più avanti, non          dove ci si affaccia sul versante del          necessarie, ecc., un’intera giornata,        ovviamente la necessità di farsela tutta a      levata del sole estiva (di fare il percorso
tagliare lungamente lo scosceso versante           si raggiunge un caratteristico roccione       Canalone del Grondilice (II/PD+), per         dall’alba al tramonto, ci volesse tutta      piedi, visto che i tratti carrozzabili che si   d’inverno non se ne parlava nemmeno,
roccioso con piacevole andamento in                prominente che forma un evidente tetto,       cui sale il segnavia 186. Lo si valica per    (a puro titolo di esempio, nel 1840 il       addentravano all’interno delle montagne         ovviamente). Uscito da Ripa (prima della
leggera salita senza particolari difficoltà        detto L’Ombrellone, sotto cui bisogna         traversare in discesa raggiungendo così       viaggio in diligenza, senza cambi, tra       erano all’epoca scarsissimi, e che di           distruzione del ’44 il paese era situato in
seguendo la traccia che percorre la                transitare con il sentiero che segue          un colletto con una roccia sporgente dove     Genova ed Alessandria, circa 80 km,          servizi di trasporto per il pubblico quasi      gran parte lungo la strada), il nostro si
cengia fintanto che non si attraversa              la cengia e che continua a tagliare il        appena sotto transita il suddetto sentiero    richiedeva nella migliore delle ipotesi      certamente non ce n’erano.                      sarebbe incamminato, in lievissima salita,
uno svaso di placche rocciose chiare e             versante. Salito un tratto più ripido si      (q. 1638), che si segue a sinistra sino a     12 ore). Tenendo conto poi dello scarso      Il nostro viaggiatore (immaginiamo un           lungo la cinquecentesca via di Marina,
compatte dove sale uno stretto, ripido             piega a sinistra arrivando quindi in vista    raggiungere la Finestra del Grondilice        confort dei veicoli del tempo, nonché        commerciante della pianura versiliese           fatta costruire dal Granduca Cosimo I
ed inciso canale roccioso percorso                 dell’evidente ed ampio Canale delle           1746 m.                                       dei costi, non è improbabile che il nostro   che volesse andare a Gallicano per              Medici per favorire l’escavazione dei
dall’invernale Via Ghiaccio Salato (G. P.          Vaccherecce o Canale Giancarlo (II/           Itinerario ormai divenuto consueto, non       viaggiatore potesse considerare l’ipotesi    trattare i dettagli di una fornitura di         marmi della Versilia, e ridurre così la
Betta; TD-/M4). Si prosegue seguendo               PD+); più avanti la cengia traversa con       difficile con tratti esposti, segnalato con   di attraversare le Apuane, invece che        olio, in cambio magari di prodotti              dipendenza del suo Stato dalle forniture
la cengia che traversa in salita sempre            un tratto roccioso caratteristico che         segni azzurri e ometti di pietre. Ore 3.15,   di aggirarle come poc’anzi descritto.        tipici locali), avrebbe potuto mettersi         carraresi. Com’ è noto, il progettista
con evidente percorso sotto placconate             conduce sotto il caratteristico tetto di un   550 mdS, 50 mdD, F                            Un’ipotesi del genere comportava             di buon’ora in cammino, sfruttando la           di questa strada fu, nel tratto fino a

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L'augurio di ripartire insieme dopo l'emergenza coronavirus
Nella pagina precedente, la “Carta
    corografica del Capitanato di Pietrasanta”                                                                                                                                           Le oche di Silvia N                                            on c’entra niente
                                                                                                                                                                                                                                                        con la montagna
realizzata nel 1764 dal cartografo stazzemese                                                                                                                                                                                                      ma questo scatto della
      Carlo Maria Mazzoni. In queste, vecchi e                                                                                                                                                                                                     nostra consigliera
 nuovi cartelli con Francesco a Fornovolasco                                                                                                                                                                                                       Silvia Landi a Fiumetto
                                                                                                                                                                                                                                                   nelle prime settimane
                                                                                                                                                                                                                                                   di lockdown, divenuto
Seravezza, nientemeno che Michelangelo                                                                                                   suo pensiero sarebbero stati rapiti dal                                                                   virale, è stato rilanciato
in persona, che la portò fino alle cave di                                                                                               panorama che si vede da lassù, oppure se,                                                                 anche a livello nazionale
Trambiserra. Il tracciato dell’epoca tra                                                                                                 pragmaticamente, non avrebbe pensato                                                                      e infine premiato. Non
Ripa e Seravezza non era però quello                                                                                                     che a riposarsi e a riprendere il cammino.                                                                poteva dunque mancare
attuale, ma quello leggermente più sulla                                                                                                 Gli studiosi ci dicono che l’idea della                                                                   qui! Bravissima Silvia!!!
destra (per chi sale), corrispondente                                                                                                    montagna come luogo “sublime” e carico
all’odierna via di Mignano. Arrivato                                                                                                     di bellezza si impose solo più tardi, a
a Seravezza, il viandante si sarebbe                                                                                                     partire dall’età romantica, e soprattutto    Fornovolasco, importante borgo montano         taverna, ma anche perché da lì in avanti
tenuto sul ramo della Via di Marina che                                                                                                  tra gli intellettuali e i borghesi, coloro   che apparteneva ai Modenesi dalla prima        i luoghi da percorrere si facevano un po’
Cosimo fece costruire nella seconda                                                                                                      che potevano permettersi di vedere le        metà del ’400, dopo la crisi del dominio       meno ostili. Il tracciato proseguiva in
metà del Cinquecento, per raggiungere                                                                                                    terre più alte non solo come fonte di        lucchese su gran parte della Garfagnana.       discesa lungo il corso della Turrite, non
le cave dei cosiddetti “marmi mischi”                                                                                                    pericolo e di fatica, ma come posti dotati   Ci saranno state delle formalità per           ancora sbarrata dalla diga di Trombacco
di Stazzema, e che favoriva anche                                                                                                        di un fascino particolare. Lasciamo          passare? Non abbiamo notizie precise           (costruita nel secondo dopoguerra per
l’afflusso del minerale dell’Elba verso                                                                                                  dunque queste fantasie a chi avrebbe         sull’esistenza di una dogana modenese          alimentare una centrale elettrica), e
le ferriere di Cansoli e di Cardoso. La                                                                                                  potuto permettersele, e iniziamo la          in loco, ma qualcosa quasi certamente          passando sotto i paesi di Vergemoli da
strada percorreva (sostanzialmente                                                                                                       discesa, lungo il corso della Turrite di     c’era, perché questo villaggio era fin dal     un lato e Trassilico dall’altro, entrambi
sul tracciato attuale) la sponda destra                                                                                                  Gallicano.                                   XV secolo un importante centro per la          ancora in territorio modenese. Il confine
del Vezza, attraversando le località di                                                                                                  Benché si trovasse ormai sul versante        produzione del ferro (palle di cannone         con la Repubblica di Lucca si trovava
Valventosa, Zarra, Argentiera, Ruosina,                                                                                                  interno delle Apuane, nella valle del        soprattutto), favorita dalla presenza dei      poco più a valle, più o meno dei pressi
Iacco e Ponte di Stazzema, costeggiando                                                                                                  Serchio, il protagonista di questa           boschi (che fornivano il combustibile per      della diga, al di sotto dell’abitato di
il canale delle Mulina e terminando                                                                                                      storia non aveva ancora attraversato il      la fusione) e del torrente (la sopracitata     Verni, il primo paese appartenente alla
in questa località. Immaginiamo che                                                                                                      primo dei due confini di Stato che lo        Turrite, che sgorga impetuosa dalla            vicaria lucchese di Gallicano. Da qui in
il nostro viaggiatore evitasse di salire                                                                                                 attendevano, quello tra il Granducato        sorgente della Chiesaccia), la cui acqua       avanti la valle iniziava gradualmente ad
direttamente dal Ponte a Stazzema per la                                                                                                 di Toscana e il Ducato di Modena,            muoveva i magli per battere il metallo. A      aprirsi, lasciando spazio a prati e campi
mulattiera oggi detta “del Piastraio” (dal                                                                                               confine che non era variato negli ultimi     proposito di pratiche doganali, possiamo       coltivati, fino ad arrivare alla borgata
nome del santuario che venne costruito                                                                                                   due secoli e mezzo, e che si trovava         ora ricordare che quelle in uscita erano       di S. Andrea, poco dopo la quale la
lungo di essa nell’800), perché piuttosto                                                                                                parecchio più a valle rispetto al crinale.   state sbrigate, a viaggio da poco iniziato,    lunga e faticosa camminata terminava
ripida, e che proseguisse sulla strada                                                                                                   Sia la Chiesaccia (un ospizio medievale      addirittura a Ruosina, dove risiedeva uno      con l’ingresso in Gallicano. Dato che
fino alle Mulina, anche per fare una             di sicurezza personale nell’affrontare     Stazzema ne aveva molti (le fonti di         caduto ormai da tempo in rovina) che         dei tre appositi ufficiali del Capitanato di   l’ora del tramonto non doveva essere
breve sosta in un’osteria che sicuramente        una traversata del genere alla metà        metà ’700 ne contavano più di 50). Altre     le due piccole borgate di Petrosciana di     Pietrasanta (gli altri due si trovavano nel    molto lontana, al nostro viandante non
esisteva. Dalle Mulina in poi iniziava           del Settecento? La fauna selvatica         sorprese non ce ne dovevano essere,          Sopra e di Sotto, lambite dalla mulattiera   capoluogo e al Salto della Cervia).            restava che cercare una locanda per la
il tratto montano del viaggio, che si            pericoli non ne creava, perché il lupo     verso il 1750, perché la situazione per      (oggi sentiero C.A.I. n. 6, come detto       L’ingresso in Fornovolasco sarà stato          notte. Molte delle testimonianze antiche
sarebbe svolto su alcune delle mulattiere        (che allora c’era sulle Apuane, e che      così dire “geopolitica” della zona si era    poc’anzi) erano quindi ancora sotto          senz’altro salutato con molto piacere          ci dicono, in verità, che la qualità ed il
della vasta rete che, perlomeno dal              da qualche tempo è ricomparso) di          notevolmente calmata rispetto al passato.    sovranità toscana. La frontiera era          dal nostro personaggio, non solo per la        confort degli alberghi di paese lasciavano
basso Medioevo, ricopriva le Apuane              solito non aggredisce le persone… Lo       Fino alla metà del Seicento, invece, le      collocata infatti poco a monte di Forno, o   possibilità di riposarsi brevemente in una     spessissimo a desiderare anche secondo
centromeridionali: il nostro si sarebbe          stato delle mulattiere era sicuramente     Apuane centromeridionali erano state in                                                                                                  il metro dell’epoca, ma noi vogliamo
quindi inerpicato verso Stazzema su              migliore, poi, di quello attuale, perché   più riprese oggetto di contesa tra Lucca,                                                                                                immaginare che la fatica del viaggio

                                                                                                                                             Fiocco azzurro in Sezione!
una mulattiera che fa oggi parte della           quelle più utilizzate (come la nostra)     Modena e Firenze, con scaramucce                                                                                                         abbia conciliato il sonno del nostro
rete del S.A.V., sbucando in località            erano continuamente mantenute dalle        e scontri tra i tre Stati, che andavano                                                                                                  protagonista, che avrà così potuto, il
Saldone ed entrando in paese. L’uscita da        comunità locali, che erano obbligate,      sicuramente ogni tanto a coinvolgere gli                                                                                                 giorno dopo, sbrigare al meglio i suoi

                                                                                                                                                                                                 I
Stazzema, sull’antico tracciato (attuale         ma soprattutto interessate, a farlo.       incolpevoli viandanti.                                                                                 l 27 aprile è nato                affari.
sentiero CAI n. 6) che sale verso il             Certo, la possibilità di incontrare        Riprendendo dunque il cammino in                                                                       Filippo, primogenito              Concludiamo quindi il racconto dicendo
Procinto e la foce di Petrosciana, sarebbe       qualche malintenzionato lungo la           salita, il nostro viandante avrebbe                                                                   del vicepresidente                 che questa traversata è stata effettuata
probabilmente avvenuta con un po’ di             strada c’era, compensata però almeno       iniziato, con un po’ di fatica, il “più                                                               Alessio Marchetti                  nel luglio 2018 con i seguenti tempi:
timore, dal momento che per diverse ore          in parte dalla probabilità di riunirsi,    stretto sentier che guida al Forno, là                                                                                                   partenza da Ripa alle 5.00, arrivo alle
                                                                                                                                                                                                  e di Yuliya Shupan.
il percorso si sarebbe svolto sempre nei         durante il percorso, a qualcuno dei non    dove il Garfagnino il ferro caccia”                                                                                                      Mulina alle 7.00, partenza dalle Mulina
                                                                                                                                                                                                  A Filippo, babbo e
boschi e su terreno impervio. È assai            pochi viandanti che attraversavano         sentiero roccioso che “da ogni parte di                                                                                                  alle 7.10, arrivo alla Foce di Petrosciana
                                                                                                                                                                                                  mamma i nostri più
probabile, quindi, che il nostro, passando       le Apuane. La via di Petrosciana era       cader minaccia”, come aveva scritto                                                                                                      alle 9.45, partenza dalla Foce alle
                                                                                                                                                                                                  vivi rallegramenti
davanti all’oratorio della Madonna delle         infatti all’epoca il collegamento più      l’Ariosto più di due secoli prima, e a                                                                                                   10.05, arrivo a Fornovolasco alle 11.25,
Nevi posto sul bivio col sentiero per            importante tra la valle del Serchio e      fine mattinata sarebbe arrivato alla Foce                                                             e l’augurio                        partenza da Fornovolasco alle 11.40,
Pomezzana, recitasse tra sé una breve            la costa, e quindi un po’ di compagnia     di Petrosciana, dopo aver superato i circa                                                            di una                             arrivo a Gallicano alle 13.45, con 8 ore
preghiera per invocare la protezione             si trovava quasi sicuramente, tenendo      500 metri di dislivello che ci sono da                                                                vita piena                         di cammino effettivo e 45 minuti di
celeste.                                         anche conto del fatto che di case sparse   Stazzema. Chissà se durante la necessaria                                                             di montagna!                       sosta. Unica concessione alla modernità,
Ci potevano dunque essere problemi               ed alpeggi abitati la montagna sopra       sosta per rifocillarsi il suo sguardo e il                                                                                               il ritorno è stato effettuato in treno.

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