L'arte parla della vita e dei sentimenti eterni che si tramandano di generazione in generazione - ANNALISA STROPPA MARÍA JOSÉ MONTIEL

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L'arte parla della vita e dei sentimenti eterni che si tramandano di generazione in generazione - ANNALISA STROPPA MARÍA JOSÉ MONTIEL
3 4° M AGA Z INE

                                                                11|2 1

                       “  L’arte parla della vita e dei
                     sentimenti eterni che si tramandano

                                                       ”
                        di generazione in generazione.
                                 Annalisa Stroppa
 © Silvia Lelli

                  ANNALISA STROPPA            BENEDETTA TORRE
                  MARÍA JOSÉ MONTIEL           MICHAL KRCMAR
L'arte parla della vita e dei sentimenti eterni che si tramandano di generazione in generazione - ANNALISA STROPPA MARÍA JOSÉ MONTIEL
2   OPERALIFEMAGAZINE Novembre 2021
L'arte parla della vita e dei sentimenti eterni che si tramandano di generazione in generazione - ANNALISA STROPPA MARÍA JOSÉ MONTIEL
Lettera dai collaboratori:
                                        Chiara Castelli

                                       Salve a tutti i lettori di OperaLife! È
                                       con immenso piacere che oggi mi
                                       presenterò a voi, raccontandovi un po’ di
                                       me. Mi chiamo Chiara Castelli, ho 21 anni
                                       e amo con tutta me stessa la musica,
                                       che mi consente di esprimere me stessa
                                       e di farmi stare bene. È da un anno circa
                                       che collaboro con OperaLife, scrivendo
                                       articoli e facendo dei video con curiosità
                                       e pillole di teoria musicale per avvicinarvi
                                       a questo fantastico mondo in modo
                                       divertente e semplice!
                                       La mia passione per la musica c’è
                                       sempre stata fin da bambina, quando
                                       mi divertivo ad intonare le canzoni
                                       dei cartoni animati, ma si è rivelata in
                                       concreto solo più tardi. Infatti, all’età di
16 anni, ho scoperto per puro caso, iniziando a cantare per hobby con il mio
vocal coach, di avere una grande potenzialità: la voce.
Da lì ho iniziato a studiare e preparare brani pop e jazz e poi mi sono esibita
sia da solista che nel coro del mio liceo. Dopo questa grande scoperta,
continuando a cercare casting e provini, grazie alla preparazione del mio
insegnante, sono riuscita a superare l’audizione per entrare nella Cantoria
del Teatro dell’Opera di Roma (ovvero il coro giovanile). Ormai sono quasi
quattro anni che studio canto lirico al Teatro dell’Opera e che assaporo
questo mondo incantato, che purtroppo è noto a pochi. Allo stesso tempo,
frequento il terzo anno di recitazione televisiva presso Studioemme e faccio
lezioni con il mio vocal coach in uno studio di registrazione.
La musica mi ha cambiato la vita: mi ha fatto capire che volendo si può
cambiare il mondo solo attraverso parole e melodie, mi ha resa più felice e
sicura di me facendomi aprire agli altri.
Io vorrei, attraverso questo Magazine, far avvicinare più persone possibili alla
musica e all’Opera, in modo che possano, sia grandi che piccini, usufruire
degli infiniti effetti positivi che la musica offre.
Le note uniscono le persone ed i loro cuori, facendoli diventare effettivamente
una comunità che condivide e rende il mondo un posto migliore e libero,
grazie all’arte ed al gusto del bello.

Chiara Castelli
                                              OPERALIFEMAGAZINE Novembre 2021         3
L'arte parla della vita e dei sentimenti eterni che si tramandano di generazione in generazione - ANNALISA STROPPA MARÍA JOSÉ MONTIEL
IN QUESTO NUMERO
                                    M
                                         USICA E TEATRO
                                          PG 14 Johannes Brahms:
                                                l’ispirazione tra
                                                sacro e profano

                                          PG 16 La Divina: molto
                                                più di una voce

                                          PG 32 "Donne in musica"

                                    C
                                        ULTURA
                                          PG 48 L’Andantino di
                                                Chačaturjan. Un
                                                salto nell’infanzia

                                          PG 50 Cenerentola
                                               Semplicità e grandezza
                                                in Rossini

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C
    URIOSITÀ
     PG 19 Piccola Bio:
            PAOLO ANTONIO NEVI

                                    S
                                        TORIA

P
    ARTNER                               PG 36 Fra Diavolo
     PG 30 Opera Fanpage:
           Perchè l'opera è utile
           ai giovani?

     PG 64 SONG: Il timone di
          Claudio Abbado,
          dieci anni dopo

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PENSIERO
                                           DEL DIRETTORE:

                                           I teatri si stanno
                                           avvicinando alle
                                           generazioni Z?

       In questi giorni il teatro veneziano ha annunciato l’apertura del
       suo profilo Tik Tok.
       Non sembrerebbe nulla di strano per le generazioni Z: moltissimi
       altri teatri, infatti, hanno aderito alle nuove tecnologie ed ai nuovi
       mass-media per avvicinarsi al pubblico più giovane. Ma significa
       soltanto questo?
       Da sempre il teatro è stato un luogo nel quale si imponevano regole
       morali, etiche, di abbigliamento e con etichette comportamentali
       ma, con l’avvento del Covid, forse si sono accelerate alcune
       dinamiche di comportamento e di sgretolamento delle vecchie
       usanze che allontanavano molto il teatro del mondo circostante.
       Durante la pandemia infatti i teatri si sono impegnati a creare
       produzioni in streaming ed a creare nuovi format.
       Il teatro sta cambiando sempre di più nella forma e nella figura,
       eliminando quello strato di polvere per portare l’opera in modo
       sempre più accessibile al grande pubblico.
       L’inserimento della Fenice di Venezia sulla piattaforma Tik Tok,
       conosciuta per essere amata dalla generazione Z, rappresenta
       forse un nuovo avvicinamento ancora più forte ed immediato: il
       mondo del teatro sta cambiando e noi con lui.

                                          Alessandra Gambino
6   OPERALIFEMAGAZINE Novembre 2021
L'arte parla della vita e dei sentimenti eterni che si tramandano di generazione in generazione - ANNALISA STROPPA MARÍA JOSÉ MONTIEL
“ Il teatro è "finzione" ma sa
esprimere le più grandi verità.
            Annalisa Stroppa                       ”

            Intervista a pag. 54

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OperaLife
           community
           A cura di Patricia Fodor

    Cari membri della community di OperaLife

    Siamo a novembre e questo mese ha in serbo per noi due appuntamenti molto
    interessanti!

    16 novembre - Classic meets rock
    30 novembre - Classical crossover

    Pensavate che la lirica e la musica classica avessero solo applicazioni in ambito
    teatrale? ...invece no!
    Andremo a scoprire le applicazioni di questo genere anche in altri, le diverse
    contaminazioni di genere e le varie sfumature timbriche e di colori che ne sono il
    risultato.
    Se non sei ancora un membro della nostra community non perdere tempo ed
    iscriviti subito per non perdere questi fantastici appuntamenti!
    Scrivi in dm sul profilo instagram di Operalifeit oppure ad
    operalifeit@gmail.com
    La community di OperaLife è un gruppo attivo su Whatsapp e Telegram dove
    appassionati d’opera e artisti si incontrano per scambiarsi idee. Si possono
    incontrare gli artisti ospiti delle nostre videochiamate ai quali in qualità di membri
    della community è permesso fare loro domande e conoscerli. È una grande
    opportunità perché si ha modo di conoscere dall’interno il mondo del teatro
    attraverso le testimonianze vive degli artisti attivi nell’ambito lavorativo teatrale
    in Italia ed all’estero.
    La nostra community pian piano si sta allargando, non perdere la tua occasione!
    Io ci sarò!

    Patricia Fodor

8   OPERALIFEMAGAZINE Novembre 2021
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…come? Non fai ancora
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   nostra Community
   OperaLife scrivi in direct
   al profilo
   @operalifeit

 oppure scrivici a
 operalifeit@gmail.com
             OPERALIFEMAGAZINE Novembre 2021   9
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I N T E R V I S T E

                              PG.    38

                                           MARÍA JOSÉ
                                           MONTIEL

       BENEDETTA
           TORRE
                                       20
                                     PG.

10 OPERALIFEMAGAZINE Novembre 2021
E E S C L U S I V E

          PG. 68

                       MICHAL
                       KRCMAR

   ANNALISA
    STROPPA
                PG.   54
                  OPERALIFEMAGAZINE Novembre 2021   11
Il Teatro Sociale di Rovigo
                                                            riparte con Verdi
                                                            Ad inaugurare l’attesa stagione lirica di Rovigo sa
                                                            Traviata di Giuseppe Verdi, in programma venerdì 1
                                                            vembre alle 20.30.
                                                            È quanto annunciato dal direttore artistico Luigi Pu
                                                            durante la conferenza stampa tenutasi per comunic
                                                            opere e gli eventi che ci aspetteranno nei prossimi

                                  2
                                                            accompagnato nella presentazione dal sindaco Ed
                                                            Gaffeo e dall’assessore alla cultura Roberto Tovo. U
                                                            lendario lungo e ricco di spettacoli, che tra lirica, m
                                                            e danza si snoderà lungo trenta appuntamenti impe
                                                            Oltre all’opera di Verdi, nel cartellone saranno pres
                                                            Don Pasquale di Donizetti, con la regia di Giuseppe
                                                            liani e la direzione d’orchestra di Giancarlo Andre
                                                            Pinocchio, storia di un burattino di Aldo Tarabella,
                                                            occuperà anche della regia.

1             •
                  Concorsi lirici del 2021
              • Qui diIseguito
                        Concorso
                per leper
                prossimi mesi.
                      denza 16 agosto.
              • Concorso
                     IX Concorso
                                        Lirico
                                riportiamo
                             vocia diversi
                       iscrizioni   liriche
                                           le dateinternazionale

                         di canto lirico Lirico
                                                   di scadenza
                                               femminili
                                           concorsi  nei
                                                                    Luciana Palombi
                                                             (Coriano - Rimini). Sca-

                                                  Internazionale Fausto Ricci
                                         online Neapolitan
                Masters Competition 2021 (online/Napoli).
                     (Viterbo).
                Scadenza            Scadenza 20 agosto.
                         20 Novembre.

                     XI Concorso Lirico Internazionale di Canto lirico
                     Anita Cerquetti (Montecosaro – Macerata). Sca-
                     denza 28 agosto.
              •      III Concorso Lirico Internazionale Città di Roma
                     Caput Mundi (Roma). Scadenza 31 agosto.
12 OPERALIFEMAGAZINE Novembre 2021
              •      36° Concorso Internazionale di Canto “Maria Caniglia”
Autunno in musica 2021 al Teatro Lirico di Cagliari
            È un autunno ricco di appuntamenti per il teatro sardo: 29 serate dedicate all’opera ed alla
 arà La     musica, che allieteranno il pubblico fino a dicembre inoltrato.
 12 no-
            Ad aprire le danze, nel vero senso della parola, è spettato al balletto Giselle di Adolphe Adam,
            con le coreografie di Eleonora Abbagnato. Un grande successo, che non solo ha dato il via
uxeddu      alla serie di serate, ma ha segnato il debutto di Abbagnato come coreografa.
care le
 i mesi,    A novembre e dicembre sono in programma invece le due opere Orfeo ed Euridice di Gluck,

        3
doardo      diretta da George Petrou e l’ opéra-comique La fille du régiment di Donizetti. La scelta di
Un ca-      queste due opere, oltre che per la bellezza delle stesse, è stata dovuta anche alle limitazioni
musica      sulla capienza imposte dall’emergenza medica attuale, ha tenuto a precisare il sovrintenden-
erdibili.   te Nicola Colabianchi.

senti il
e Emi-
etta, e
che si

                                                                                                  4
                La stagione lirica ferrarese: tra tradizione e
                giovani promesse
                “Cercherò di rendere il Teatro Comunale di Ferrara un asilo per nuovi giovani
                cantanti e musicisti.”
                Con queste parole Leone Magiera, presidente onorario del Teatro Comunale
                di Ferrara, ha presentato la prossima stagione lirica, il cui inizio si è tenuto lo
                scorso 29 ottobre.
                Quattro gli spettacoli per adesso in programma, nati dalla collaborazione
                tra il teatro, la Fondazione omonima e l’orchestra cittadina. Spettacoli legati
                alla tradizione operistica, ma che puntano ad avvicinare giovani e studenti, a
                partire dal primo appuntamento in cartellone: Madama Butterfly di Giacomo
                Puccini, portata in scena da David Crescenzi e Matteo Mazzoni, esibizione
                preceduta da un interessantissimo incontro realizzato dalla Biblioteca del
                Teatro e presieduto da Virginia Sica, docente di lingua e letteratura giapponese
                presso l’Università Statale di Milano.
                A fine novembre sarà invece la volta dell’opera Werther, dramma lirico in
                quattro atti su libretto di Édouard Blau, Paul Milliet e Georges Hartmann,
                portato in scena da Stefano Vizioli e Francesco Pasqualetti. Anche questo
                spettacolo, così come gli altri in cartellone, sarà preceduto da un incontro di
                approfondimento.
                Alcuni degli spettacoli saranno anche disponibili in streaming sul portale
                Opera Streaming.

                                                                   OPERALIFEMAGAZINE Novembre 2021 13
Johannes Brahms:
    l’ispirazione tra sacro e profano

                                     U
                                            n Maestro che ha dato un contributo
                                            notevole alla musica tedesca in pie-
                                            no periodo wagneriano tant’è che
                                     spesso viene contrapposto al compositore
                                     di Lipsia, per la forma e la sua concezio-
                                     ne musicale. Johannes Brahms (Amburgo,
                                     1833 – Vienna, 1897) è il compositore che
                                     ricordiamo sicuramente per alcune compo-
                                     sizioni diventate in assoluto celebri in tut-
                                     to il mondo: basti pensare alla più sconta-
                                     ta “Ninna Nanna”, o alle vorticose sonorità
                                     della “Danza Ungherese n.5”, ripresa in al-
                                     cuni cartoni animati.
                                     Nella sua pur non così lunga vita, Brahms ci
                                     ha lasciato uno sterminio di musica, specie
                                     composizioni di musica da camera, una co-
                                     piosa produzione per pianoforte a due e quattro
                                     mani, moltissimi Lieder per canto e pianoforte.
                                     L'estetica di Brahms — che fa di lui uno dei
                                     grandissimi musicisti dell'Ottocento — si
                                     fonda su una straordinaria miscela di forme
                                     classiche rigorose, fondate su una grande
                                     sapienza contrappuntistica e polifonica in-
                                     trisa di uno spirito profondamente roman-
                                     tico, che si manifesta nel magnifico colore
                                     musicale, nell'inventiva melodica, nelle sor-
                                     prendenti sovrapposizioni ritmiche.
                                     Significativo del tormentato senso di auto-

14 OPERALIFEMAGAZINE Novembre 2021
critica fu l'atteggiamento del compositore        era stata donata nell'anno della sua nascita
verso la grande forma sinfonica. Brahms si        e dalla quale egli trasse i testi per le com-
decise ad affrontarla dopo dubbi, ripensa-        posizioni corali sacre. La leggeva assidua-
menti e numerose esperienze preparatorie.         mente e fino alla morte rimase per lui uno
Nella Sinfonia n.1 (1876) i contemporanei         dei libri più importanti.
sottolinearono il legame con la tradizione        Questo spiega la genesi del famoso Re-
sinfonica di Beethoven e H. von Bülow giun-       quiem Tedesco (1857-68): non si tratta di
se a chiamarla "La Decima". Ma la forma           un requiem in senso propriamente liturgico,
sonata assume in Brahms, come si è visto,         e non ha una diretta relazione con le mes-
un ben diverso carattere rispetto a quella        se funebri in latino come quelle di Mozart o
di Beethoven, in rapporto al nuovo accento        di Verdi. Si tratta infatti di un'opera conce-
espressivo, all'intenso, struggente lirismo; è    pita essenzialmente per le esecuzioni con-
difficile definire in poche parole la ricchezza   certistiche. Questa funzione si rispecchia
del mondo poetico di ogni sinfonia, proprio       indirettamente nel testo, che si basa su te-
per il carattere composito, ricco di chiaro-      sti biblici tradotti in tedesco e liberamente
scuri e sfumature. Si può comunque riscon-        rimaneggiati. Brahms stesso compose una
trare nella Sinfonia n.2 un tono più lirico       sorta di collage testuale traendolo dalla Bib-
rispetto agli accenti drammatico-eroici che       bia in tedesco nella versione di Martin Lute-
prevalgono nella Sinfonia n.3. Culmine del        ro. Il concetto di fondo portato avanti da
sinfonismo brahmsiano è la Sinfonia n.4, in       Brahms è comunque di natura più filosofica
cui esigenze espressive e rigore costruttivo      che religiosa: le persone cui portare aiuto
si fondono più compiutamente.                     e consolazione non sono i morti, ma i vivi.
Altri lavori orchestrali della maturità sono      Il tono di pace e di consolazione, peraltro,
il Concerto per violino e orchestra (1878),       è chiaramente percepibile sin dalle prime
opera di complesso impianto formale, esta-        battute della composizione e rimane tale
tica ed appassionata; il Concerto n. 2 per        anche nell'ultimo brano, il quale riecheggia
pianoforte e orchestra (1882), una vera e         il primo numero e porta a compimento, in
propria sinfonia con strumento solista con-       maniera quasi ciclica, tutta l'opera.
certante e il Concerto per violino, violoncel-    La morte della madre, nel febbraio del 1865
lo e orchestra (1887).                            (alla cui memoria il compositore ha dedica-
Nella molteplice varietà di stimoli e fonti       to l'opera), diede la spinta decisiva per la
d'ispirazione, idee e creazioni che hanno         composizione. La serie completa dei 6 mo-
concorso a formare l’identità espressiva e        vimenti che caratterizzano questo Requiem
artistica di Johannes Brahms, il repertorio       ebbe la prima nella cattedrale di Brema, il
corale riveste sorprendentemente un ruolo         Venerdì Santo, nel 1868: il successo che ri-
di assoluta centralità, dove la scelta stessa     scosse produsse una svolta decisiva nella
dei testi appare estremamente indicativa.         carriera di Brahms.
Brahms ha infatti sempre dimostrato un’a-         Questo Requiem così singolare, ma altret-
morevole attenzione per il canto, sacro e         tanto profondo e riflessivo, si pone come
profano, come anche per i grandi autori del       laica meditazione sulla sorte dell'uomo, ana-
passato, da Palestrina fino a Bach, Händel e      logamente così come avviene con il Canto
al sommo Mozart.                                  del destino (1871), su testo di F. Hölderlin,
La Rapsodia per contralto, coro e orchestra       che si conclude con un finale di speranza.
(1869) intona alcune strofe del Viaggio inver-    Un compositore, quindi, fondamentale per
nale sullo Harz di W. Goethe, in cui Brahms       il passaggio tra la musica tardo Romanti-
si vedeva autobiograficamente rispecchiato.       ca e il Novecento, ispirato e prolifero in una
Brahms, di fede luterana, rimase per tutta        produzione unica tra il sacro ed il profano.
la vita umanamente ed eticamente tale. Tra
le abitudini che non lasciò mai, sino dall'in-
fanzia, c'era la lettura della Bibbia che gli     Alessandro Bugno

                                                      OPERALIFEMAGAZINE Novembre 2021 15
La Divina: molto
   più di una voce

16 OPERALIFEMAGAZINE Novembre 2021
Sicuramente Maria Callas non ha bisogno
di molte presentazioni. Considerata tra le
stelle massime del panorama lirico mon-
diale di tutti i tempi, è stata la voce di rife-
rimento per generazioni di cantanti, tra chi
tenta di prenderne ispirazione e chi prova
a emularla senza particolare successo. La
sua vocalità è stata un unicum andandosi
a sedimentare nella memoria dei fortunati           attrice di riferimento a cavallo tra il dician-
che l’hanno ascoltata dal vivo e continuan-         novesimo e il ventesimo secolo, artista nota
do a rivivere grazie a incisioni e registrazioni.   ed estremamente apprezzata.
Ancora oggi, secondo molti, è insuperata e          Le note scritte in partitura venivano fatte
insuperabile, emblema di un passato aureo           rivivere non solo attraverso la sua voce, im-
destinato a non ripresentarsi più. Proprio          perfetta come Callas stessa ha denunciato
per la sua unicità e la sua peculiarità è sta-      in molteplici occasioni, ma attraverso uno
ta studiata, approfondita, esaminata e resa         studio approfondito del personaggio. In
leggenda.                                           questo modo, la linea melodica si univa per-
La sua voce era davvero peculiare, lei stessa       fettamente all’aspetto drammatico, creando
la descriveva come un olio denso e grasso,          uno spettacolo organico ed emozionante,
descrivendone la forza e lo spessore, leg-          volto ad attrarre il pubblico e vincerne l’at-
gendarie anche nel ventunesimo secolo.              tenzione e la commozione.
Nonostante la grandezza e la corposità della        I ruoli da lei impersonati non erano quasi mai
voce, le agilità erano un suo punto di forza e      di donne semplici. Un po’ perché raramente
la coloratura diventava fioritura virtuosisti-      il teatro e l’opera lirica tendono a semplifi-
ca del suo elegante fraseggio musicale. La          care la mentalità umana e quella femminile
sua potenza scenica era data sicuramente            in particolare, un po’ perché Callas riusciva
dalla voce, ma ciò che la rese grande, enor-        a sfumare ulteriormente l’interiorità dei suoi
me, una vera e propria pietra miliare, è stata      personaggi, creando chiaroscuri affascinan-
senza dubbio la connotazione psicologica            ti e dando straordinario realismo alle inter-
che dava ai suoi personaggi.                        pretazioni.
Cantante dai numerosi ruoli, la sua presenza        Tra i ruoli da lei impersonati vediamo donne
in scena rappresentava una forza magneti-           innamorate, regine, maghe, guerriere, fem-
ca: attirando l’attenzione con la sua vocalità      minilità fragili e sofferenti e femminilità de-
seducente e sublime, catturava gli spetta-          cise e forti. Tutte donne con grande dignità,
tori con la sua recitazione studiata e parti-       garantita da una recitazione sentita e dalla
colarmente accattivante. I suoi ruoli non           grande immedesimazione scenica nei ruoli
erano mai bidimensionali, statuari, come            interpretati. Questi personaggi si facevano
spesso accadeva nel teatro operistico, ma           grandi, divenendo persone reali, passioni
nelle sue esecuzioni inseriva l’arte recitati-      personificate. I gesti attoriali si basavano su
va delle grandi attrici di prosa del passato.       piccoli movimenti che, amplificati da voce e
Non a caso accanto al suo nome, nelle nu-           atmosfera teatrale, si trasformavano in con-
merose pagine bibliografiche a lei dedicate,        notazioni profonde e complete.
è comparsa numerose volte Eleonora Duse,            In questo modo la recitazione di personag-
                                                    gi tormentati e spaventosi come Medea e
                                                    Norma acquisiva un valore scenico senza
                                                    precedenti, simile al linguaggio più diret-
                                                    to e forte del teatro di prosa. Similmente, il
                                                    personaggio incantatore di Armida, portato
                                                    in scena al Teatro del Maggio Musicale Fio-
                                                    rentino nel 1952 con la direzione musicale di
                                                    Tullio Serafin, otteneva una forza protagoni-

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stica senza pari, reincarnando la forza di Isabel-
   la Colbran al debutto dell’opera, avvenuto nel
   1817, e dando il via alla riscoperta delle opere
   rossiniane, la cosiddetta Rossini Renaissance.
   La figura di Maria Callas è estremamente
   emblematica. Come nelle grandi attrici che
   si sono susseguite nei secoli fino ad arrivare
   nell’attualità teatrale, in lei sembra risuona-
   re e brillare una forza antica, un elemento
   divistico che si rivede anche nella sua vita         di spicco del panorama italiano novecen-
   pubblica e nella sua recitazione scenica. La         tesco, che l’hanno voluta nei loro lavori per
   forza protagonistica non è una mera ricerca          la sua forza drammatica e per la sua innata
   di attenzioni, ma diventa una qualità atto-          capacità attoriale. La forza magnetica della
   riale, configurandosi come un elemento di            cantante greca, quindi, non passa solo per
   eccezionalità e straordinarietà. Non a caso,         la sua vocalità, ma per la sua fisicità am-
   una cantante come è stata Maria Callas è             maliante e seducente e per la sua presenza
   riuscita a essere apprezzata da importan-            scenica magnetica, trasformandola da don-
   tissimi uomini di teatro, tra cui Pier Paolo         na di teatro a icona di un periodo storico,
   Pasolini e Luchino Visconti, entrambi registi        facendo di lei una delle donne più note a
                                                        livello mondiale intorno alla metà del secolo
                                                        scorso e ancora oggi la star imbattuta del
                                                        mondo operistico. D’accordo o no, è chiaro
                                                        come è possibile che ancora nel 2021 Maria
                                                        Callas sia “La Divina”.

                                                        Samuele Peruzzi

18 OPERALIFEMAGAZINE Novembre 2021
Piccola BIO

Paolo Antonio Nevi
Nato a Narni il 23 Settembre 1997 si diploma al Liceo
Musicale F. Angeloni di Terni per poi conseguire la laurea
breve al Conservatorio Arrigo Boito di Parma col Maestro
Nemi Bertagni ed infine completa i suoi studi all’ Accademia
del Teatro alla Scala col Maestro Luciana D’Intino.

Vincitore del Premio Fondazione Luciano Pavarotti e
premio Giovane talento maschile al concorso Etta e
Paolo Limiti, del Premio Iva Pacetti - XV Edizione
consegnatogli dall’ Associazione Pratolirica, del
premio Renata Tebaldi nell’ambito del Concorso
Tullio Serafin, del Premio Best Under 25 nel
CLIP (concorso lirico internazionale Portofino)
ed è vincitore del Secondo Premio al Concorso
internazionale Spazio Musica aggiudicandosi
inoltre il premio Teatro Carlo Felice di Genova.

Si esibisce in concerti come I Concerti
dell’Accademia nel ridotto Arturo Toscanini del
Teatro alla Scala, il Concerto Istituzionale nel
Teatro alla Scala, il Concerto alla Francese nel
ridotto Arturo Toscanini del Teatro alla Scala.

Debutta nei ruoli Donizettiani di Ernesto
(Don Pasquale) e Nemorino (Elisir d’amore)
rispettivamente nel 2018 nell’ambito del Festival
Borgo Val di Taro e nel 2019 al Teatro Olimpico di
Vicenza nel festival Vicenza in Lirica.
Al Teatro alla Scala debutta nei ruoli di Don Ramiro
nella Cenerentola per bambini di G. Rossini (2019/20)
Benvolio nel Roméo et Juliette di C. Gounod (2020) e
Don Curzio nelle Nozze di Figaro di W. A. Mozart (2021)
sotto la direzione musicale di Daniel Harding.

                                      OPERALIFEMAGAZINE Novembre 2021 19
INTERVISTA ESCLUSIVA

       20 INTERVISTA ESCLUSIVA | OPERALIFEMAGAZINE Novembre 2021
Benedetta
  Torre
       Cari amici di OperaLife, siamo felici di intervistare oggi il
   giovanissimo soprano Benedetta Torre. Nata a Genova, classe
   1994, Benedetta inizia a studiare pianoforte e canto nella sua
 città, e attualmente studia e si perfeziona con il soprano Barbara
  Frittoli. Oltre ad aggiudicarsi prestigiosi premi a diversi concorsi
(Concorso Internazionale di canto Francesco Paolo Tosti, Concorso
 Internazionale Renata Tebaldi), ha partecipato alla Riccardo Muti
 Opera Academy come Mrs Alice nel Falstaff e da lì è iniziata una
serie di debutti in importanti teatri italiani (Carlo Felice di Genova,
  Petruzzelli di Bari, Opera di Roma, Maggio Musicale Fiorentino),
   accompagnata anche da una corposa stagione concertistica.
                                                                          Ph: Mattia Di Pasquale

                 2021 Novembre OPERALIFEMAGAZINE | INTERVISTA ESCLUSIVA 21
Benvenuta! Siamo sempre entusiasti di              per colpa delle nostre insicurezze, magari
   incontrare artisti giovani, bravissimi e pre-      quando arriva un passaggio difficile. Se le
   parati, come te. Com’è iniziata la tua pas-        due parti dialogano insieme avviene una
   sione per la musica e il canto?                    magia particolare, per cui tutto è più faci-
   Intanto grazie per questi complimenti e            le e immediato, più naturale e vero. Oltre-
   per il benvenuto. Sono sempre stata una            tutto, interpretare i personaggi operistici
   grande ascoltatrice di musica fin da picco-        penso sia la parte più interessante e avvin-
   la, questo grazie anche a mia mamma che            cente del nostro lavoro: ogni volta siamo
   ha la stessa passione; in famiglia ce ne ha        qualcuno di diverso, con il suo particolare
   sempre fatta ascoltare molta, di qualsiasi         carattere e la sua storia a cui è bellissimo
   genere, ma sempre di qualità, e non man-           poter dare vita. In questo è stato un grande
   cava occasione che facesse partire anche           maestro il compianto Graham Vick, con cui
   dei dischi di musica classica e talvolta d’o-      ho avuto il privilegio di lavorare e che mi ha
   pera, magari durante i nostri viaggi in auto       convinto sempre di più su quanto sia vero
   o a casa come accompagnamento alle fac-            che l’autenticità dell’azione ci permetta di
   cende quotidiane. Intorno ai 10 anni, età in       interpretare con una spontaneità che faci-
   cui ho iniziato a studiare musica a scuola,        lita il canto, esaltandolo.
   ho avuto un professore molto lungimirante
   che ci ha messo subito in mano strumen-            Così giovane e hai già cantato in diver-
   ti veri, e non il solito straziante flautino; io   si teatri: quale tra i teatri che devi ancora
   scelsi la tastiera... che poi negli anni di-       calcare sarebbe il tuo sogno e perché?
   venne il pianoforte! Alla voce sono arrivata       Beh, ovviamente il mio sogno è di cantare
   poco più tardi, avevo già iniziato a cimen-        nei più grandi teatri del mondo, come im-
   tarmi con qualche brano di musica pop,             magino per tutti i cantanti. Ho lavorato in
   mentre mi accompagnavo alla tastiera o al          teatri anche molto importanti, ma ne man-
   piano, ma non avrei mai immaginato di ri-          cano ancora molti, come il Metropolitan,
   trovarmi a cantare lirica; fu grazie all’incon-    il Covent Garden e, ovviamente, il tempio
   tro con la maestra che venne chiamata a            della lirica... La Scala. Credo che sia ridon-
   preparare il coro della chiesa dove cantavo        dante spiegare perché desideri cantare alla
   che ho cominciato a studiare in quella di-         Scala, la sua storia parla da sé; del MET mi
   rezione; credeva molto nelle mie doti na-          attira anche avere l’opportunità di tornare
   turali, e così mi convinse a intraprendere         a New York, città che mi affascinò tantis-
   un percorso serio, inizialmente sotto la sua       simo quando la visitai, e anche a Londra
   guida. La passione viscerale è arrivata in         sono molto affezionata; ovviamente è indi-
   breve tempo, conoscendo e approfonden-             scutibile la soddisfazione di arrivare a can-
   do il repertorio.                                  tare in teatri di tale importanza. Aggiunge-
                                                      rei la Wiener Staatsoper, per lavorare con la
   Essere cantante d’opera vuol dire anche            sua formidabile orchestra e respirare l’aria
   essere attore: com’è stato finora il tuo ap-       di Vienna, che profuma così tanto di musi-
   proccio con la parte scenica dell’esecuzio-        ca, soprattutto del mio amato Mozart.
   ne operistica?
   Certo, l’opera è il perfetto connubio tra mu-      Di recente hai interpretato Musetta al San
   sica e azione sul palcoscenico, sussistono e       Carlo di Napoli, sotto la direzione di Juraj
   non possono prescindere mai l’una dall’al-         Valčuha, regia di Emma Dante. Come hai
   tra. Senza l’interpretazione, l’addentrarsi        vissuto questa esperienza e che sensazio-
   nel personaggio, non ha senso cantare,             ni ti comunica questo personaggio?
   significherebbe emettere dei suoni, ma-            È stata una bellissima esperienza, molto
   gari anche belli, ma senza significato. Per        immersiva. Lavorare con la Dante significa
   quanto mi riguarda il movimento attoriale          cesellare ogni movimento e intenzione del
   mi ha sempre aiutato anche nell’emissio-           personaggio, aiutati dall’atmosfera squisi-
   ne vocale, visto che spesso ci blocchiamo          tamente bohémien che ci ha costruito in-

22 INTERVISTA ESCLUSIVA | OPERALIFEMAGAZINE Novembre 2021
Ph:Mattia Di Pasquale

2021 Novembre OPERALIFEMAGAZINE | INTERVISTA ESCLUSIVA 23
torno con i suoi figuranti e ballerini. Ha
                   creato un vero e proprio mondo, di cui
                   noi protagonisti dell’opera eravamo par-
                   te integrante e da cui noi stessi traevamo
                   ispirazione.
                   Ho amato molto interpretare Musetta,
                   mi sono divertita e ho trovato interes-
                   sante vivere per la prima volta il dramma
                   da fuori, in un’opera come La bohème
                   dove ogni personaggio dà un contributo
                   importante alla vicenda. Dopo aver im-
                   personato diverse volte Mimì ed appro-
                   dando ora a Musetta, sono sempre più
                   convinta che siano due facce della stes-
                   sa medaglia, soprattutto se si prende
                   in considerazione la fonte letteraria di
                   Murger; nell’opera pucciniana entram-
                   be sono inserite perfettamente nel loro
                   contesto storico, una rappresentando la po-
                   esia (Mimì) e l’altra la passione (Musetta).
                   Per nulla frivola, bensì acuta e affasci-
                   nante, ho cercato di valorizzare il suo in-
                   nato carisma, che la fa essere sì “civetta”
                   perché consapevole, ma più ancora una
                   donna libera, anche di amare. Da qui il
                   “Voglio piena libertà!” nel quartetto del
                   terzo atto, frase importante a mio avvi-
                   so, considerata l’epoca in cui l’opera è
                   stata scritta, che lei canta rivolgendosi a
                   Marcello, preludio di una nuova visione
                   della vita e dell’amore che viene messa
                   in scena proprio tramite Musetta. Inoltre
                   ho davvero adorato il rapporto tra lei e
                   Marcello... credo sia la rappresentazione
                   del vero amore, quello che nonostante
                   i caratteri e le divergenze rimane unico
                   e irrinunciabile; durante il quarto atto,
                   quando Musetta accompagna
                   Mimì a morire fra le braccia del
                   suo amato, vi è occasio-
                   ne di scorgere ancora
                   nuove sfumature del
                   suo carattere: si rive-
                   la amica sensibile,
                   pratica nel tenta-
Ph: Vito Lorusso

   24 INTERVISTA ESCLUSIVA | OPERALIFEMAGAZINE Novembre 2021
re di aiutare, delicata nel far credere Mimì
                   che il manicotto da lei comprato per lei
                   sia un dono di Rodolfo.
                   Durante questo atto, Emma Dante ha lascia-
                   to spazio anche a un dolcissimo riavvici-
                   namento tra Musetta e Marcello, elemen-
                   to che ha arricchito ancora di più la mia
                   interpretazione. La regista ha sempre va-
                   lorizzato le nostre personalità, facendosi
                   ispirare e costruendo personaggi che ci
                   calzassero a pennello, aiutandoci con la
                   sua immensa scienza attoriale e teatrale
                   al fine di essere il più efficaci possibile.
                   La direzione di Valčuha ha assecondato la
                   vivacità dell’azione scenica, con una let-
                   tura fresca e giovane ma anche poetica e
                   accorata quando serviva.

                   Tra i prossimi impegni ti troveremo al
                   Maggio Fiorentino in un’opera molto
                   particolare e poco eseguita: “Lo sposo di
                   tre e marito di nessuna” di Cherubini, di-
                   rettore Fasolis. Con l’anno nuovo invece
                   in una trilogia sempre appassionante: il
                   “Trittico” di Puccini al Théâtre Royal de
                   la Monnaie di Bruxelles. Ci vuoi raccon-
                   tare come sarai coinvolta in questi pro-
                   getti e quali le tue aspettative?
                   Nell’opera di Cherubini al Maggio Musi-
                   cale interpreterò la cantatrice di strada
                   Bettina, un personaggio vivace e pratico,
                   che ricorda molto la Despina del Così fan
                   tutte sia nell’attitudine che nella scrittura
                   vocale, che è forse solo un po’ più virtuo-
                   sa. È una tipica opera del Classicismo ita-
                   liano, nella musica e nelle dinamiche che
                   guidano gli intrecci comici tra i personag-
                   gi protagonisti della vicenda. Sono felice
                   di lavorare per la prima volta col Maestro
                   Fasolis, un vero specialista di questo re-
                   pertorio. Per quanto riguarda il Trittico
                   alla Monnaie De Munt, sarò di nuovo Lau-
                   retta nel Gianni Schicchi e, come da con-
                   suetudine, l’Amante ne Il tabarro e Suor
                   Genovieffa in Suor Angelica; la regia sarà
                   curata da Tobias Kratzer, un innovativo e
                   rinomato regista con cui sarà sicuramen-
                   te interessante lavorare, inoltre è la prima
                   volta che prendo parte all’intero Trittico,
                   vestire diversi panni nella stessa recita
                   sarà un’esperienza nuova.

2021 Novembre OPERALIFEMAGAZINE | INTERVISTA ESCLUSIVA 25
Ph:Vito Lorusso

26 INTERVISTA ESCLUSIVA | OPERALIFEMAGAZINE Novembre 2021
Una personalità con cui hai avuto la pos-
                  sibilità di collaborare è Riccardo Muti, uno
                  dei più famosi direttori d’orchestra viven-
                  ti. Ti ha scelto come Sacerdotessa nella
                  famosa Aida di Salisburgo del 2017 e di
                  recente anche all’Arena di Verona. Cosa si
                  prova a condividere il palcoscenico con il
                  Maestro?
                  È un’emozione incredibile, un enorme pri-
                  vilegio. Oltre al ruolo della Sacerdotessa
                  ho avuto modo di lavorare con lui anche
                  in parti più consistenti, come il Requiem di
                  Mozart e la Missa Defunctorum di Paisiello,
                  dove ho potuto assaporare ancora di più
                  cosa significhi lavorare con lui. Innanzitutto
                  la sinergia che si crea tra la tua voce e il suo
                  gesto è qualcosa di indescrivibile, una vera
                  e propria magia, ogni suono viene forgiato
                  dalla sua mano e dalla sua bacchetta in un
                  flusso a cui non ci si vorrebbe mai sottrarre.
                  È davvero un dialogo musicale, dedito allo
                  spartito e a rendere al meglio ogni sfuma-
                  tura di ciò che si sta eseguendo. Perfino la
                  parte della Sacerdotessa, se cantata come
                  è scritta, con tutti i colori richiesti, le mes-
                  se di voce, i crescendo ed i diminuendo, gli
                  accenti, vi assicuro che non è poi così facile!
                  Con lui ho imparato a studiare nel modo
                  giusto, a rispettare la musica e ad esserle
                  devota, come il Maestro stesso dimostra
                  sempre di essere.

                  Stiamo lentamente uscendo da questa
                  pandemia, con la speranza che i teatri e le
                  loro stagioni possano riprendere a pieno
                  ritmo. Ti chiediamo allora di aiutarci a ter-
                  minare questa frase. “L’Arte e l’Opera non
                  possono morire perché…”?
                  Perché non solo sono gran parte del patri-
                  monio culturale umano, ma perché scatu-
                  riscono dalla pulsione naturale che più ci
                  avvicina al divino. Mentre la filosofia si in-
                  terroga e cerca di rispondere, l’arte in tutte
                  le sue forme, musicali, figurative, teatrali,
                  mette in scena le domande più profonde,
                  le paure, le gioie, tutti i sentimenti e i que-
                  siti irrisolti dell’umanità; noi possiamo solo
                  guardare, ascoltare e renderci conto, men-
                  tre assistiamo a uno spettacolo, che quelle
                  persone sul palcoscenico che stanno can-

2021 Novembre OPERALIFEMAGAZINE | INTERVISTA ESCLUSIVA 27
tando e recitando siamo proprio noi, me-
   taforicamente certo, ma raccontano storie
   vere, l’amore, la morte... tutto ciò che signi-
   fica essere uomini. Come possiamo rinun-
   ciare a questa forma di catarsi, di unione
   profonda tra tutti noi? Solo tramite l’arte ci ren-
   diamo conto di chi siamo a livello universale.

   A proposito di questo, secondo te, con
   quali modalità e con quali idee si potreb-
   bero avvicinare le persone, ma soprattutto
   i giovani, alla lirica ed all’arte in generale?
   Io credo che soprattutto negli ultimi anni
   ci sia stato un grande avvicinamento dei
   giovani alla lirica, penso anche all’arte in
   generale. Sicuramente, grazie anche al
   prezioso ausilio dei social network, biso-
   gnerebbe sfruttare tutti gli spazi possibili
   online per far conoscere il nostro mondo,
   e già ci si sta muovendo in questo senso.
   Anche la TV, le radio dovrebbero parteci-
   pare alla promozione, mandando in onda
   le opere più spesso e magari in diversi orari
   della giornata, ma comunque rispetto agli
   anni scorsi penso che da questo punto di
   vista ci sia stato un grande miglioramen-
   to e un buon incremento di questo tipo di
   appuntamenti, anche se mi piacerebbe ri-
   tornare all’epoca dei nostri nonni e bisnonni
   che vedevano e ascoltavano la Tebaldi e Del
   Monaco sulle reti principali all’ora di pranzo.

   Come mantieni in forma il tuo strumento:
   la voce? Hai qualche segreto?
   Studio, ma non troppo, perché la voce ha
   anche bisogno di riposare e soprattutto
   la nostra mente di riflettere sulla tecnica
   e liberarsi dalle costrizioni; nuoto, faccio
   stretching, cerco di tenermi allenata anche
   a livello fisico come posso, ma senza esa-
   gerare, cerco di mangiare sano e dormire
   abbastanza... insomma tento di seguire
   delle abitudini equilibrate a tutto tondo.
   Nessun segreto particolare.

   Chi è Benedetta Torre fuori dal palco? De-
   scriviti con 5 aggettivi.
   Mi ritengo una persona autentica, sensibi-
   le, forte e fragile allo stesso tempo, riflessi-
   va. Penso di mostrare queste caratteristi-
   che anche quando lavoro, il palco è il mio
   luogo di espressione e quindi non mi sento
   divisa tra quella che sono là e quella che            Ph: Mattia Di Pasquale

28 INTERVISTA ESCLUSIVA | OPERALIFEMAGAZINE Novembre 2021
sono nella vita. Posso dire che amo la na-
                  tura, coltivare i rapporti veri e importanti,
                  vedere film, leggere e ascoltare musica di
                  tutti i generi, basta che sia bella!

                  Le foto ti ritraggono sorridente e solare,
                  però il mondo dell’opera è anche un per-
                  corso pieno di studio, di sacrificio duro e
                  faticoso. Come affronti i momenti difficili
                  e che cosa ti dà forza?
                  “Croce e delizia”, per fare una citazione ad
                  hoc, questa è la nostra vita di cantanti!
                  Come hai ben detto è un percorso arduo,
                  fatto di sacrifici in tutti i sensi, soprattut-
                  to bisogna forgiare il proprio carattere per
                  non farsi sopraffare dalle tante difficoltà
                  che incontriamo e dalle sconfitte che non
                  sono solo quelle iniziali di quando uno pro-
                  va a intraprendere questa strada, ma anche
                  quelle che possono palesarsi in momenti
                  importanti, quando dobbiamo dimostrare
                  davvero le nostre capacità per fare dei pas-
                  si in avanti o consolidarli. Sono una perso-
                  na che tende a cavarsela da sola e fa fatica
                  a chiedere aiuto, ma il mio compagno sicu-
                  ramente è colui che più di tutti mi suppor-
                  ta e mi aiuta a superare i momenti difficili.
                  Ciò che mi dà forza è l’amore profondo che
                  ho per il mio mestiere e per le emozioni
                  che mi regala. Nonostante i problemi, non
                  posso rinunciare a quella che sento come
                  una vocazione.

                  Hai qualche sogno o progetto, oltre a
                  quelli previsti, per il futuro?
                  Dal punto di vista del canto sogno di in-
                  terpretare tutti i grandi ruoli mozartiani da
                  qui alla fine della mia carriera, approdan-
                  do con il tempo anche a Verdi e alla mia
                  adorata Desdemona. Per quanto riguarda
                  il lato personale vorrei avere una famiglia
                  tutta mia quando arriverà il momento giu-
                  sto ed essere serena e appagata il più pos-
                  sibile nell’arco della mia vita.

                  Ringraziamo moltissimo Benedetta Torre
                  per questa intervista e per la sua gentilez-
                  za. Le auguriamo il meglio per la sua pro-
                  mettente carriera. Buona fortuna dal team
                  di OperaLife!

                  Alessandro Bugno

2021 Novembre OPERALIFEMAGAZINE | INTERVISTA ESCLUSIVA 29
PAGINA DEI PARTNERS

             PERCHÉ L’OPERA È
             UTILE AI GIOVANI?
     Giovanni
     Innanzitutto, bisogna specificare che l’opera è sempre utile non solo ai giovani, ma a
     tutti. Certo, in particolar modo aiuta un ragazzo a riflettere su alcune tematiche e quindi
     è particolarmente utile a questa categoria. In primo luogo, cimentandosi con l’opera,
     si impara a conoscere e a superare certi stereotipi, primo su tutti: “Ah che bello, fai il
     cantante d’opera. Ma ti pagano? E qual è il tuo vero lavoro?”, e poi ancora “È una roba
     da vecchi!”, “Ma come fai ad ascoltare questi qui che urlano? Non si capisce nulla!”,
     e chi più ne ha più ne metta. Beh, “questi qui che urlano”, per prima cosa, non sono
     altro che persone normali, come me e come te, ma che hanno un dono speciale e da
     conservare, oltre che da curare in maniera corretta: il saper fare veramente musica.
     Sono persone comuni, che però sanno regalare immense emozioni indescrivibili. Perciò
     il primo guadagno sta in dei momenti di piena felicità, dei momenti in cui ci si può
     staccare da quelle che sono le difficoltà della vita e dedicarsi alla musica. Certo, alla
     base comunque sta il compositore, ma è l’interprete che dà vitalità alla partitura, come
     disse il grande Franco Bonisolli in un’intervista che rilasciò all’indomani di una recita
     di “Aida” all’Arena di Verona nel 1987 a Claudio Capitini: “La partitura è per me un
     circuito sanguigno vuoto, disponibile per chi voglia e sappia farlo palpitare.”
     L’analisi e l’ascolto di un’opera porta a un ampliamento del proprio modo di vedere,
     perché se c’è un qualcosa che tutte le opere hanno in comune è il fatto di essere attuali
     nella descrizione e nell’esaltazione dei sentimenti. Spesso l’opera è anche il riflesso di
     una società ed è volta a criticarne alcuni costumi: eclatante esempio di ciò lo troviamo
     ne “La traviata”. Insomma, l’analisi critica ci porta al di là del significato letterale e ci fa
     comprendere che opere come appunto “La traviata” non sono solo il solito triangolo
     amoroso costituito dal soprano che ama il tenore, ma il baritono si mette in mezzo
     dividendoli e alla fine qualcuno (o tutti) muoiono. Tutto questo fa bene alla mente,
     porta nuovi pensieri e nuove idee, quindi a una crescita interiore del singolo.
     Sono fermamente convinto che ogni scuola dovrebbe dedicare del tempo alla storia
     della musica, non solo i licei musicali e conservatori, per lo sviluppo e l’ampliamento
     dei propri confini mentali che essa porta e alla visione di eventi in un’ottica diversa,
     oltre che per un motivo fondamentale: l’opera è parte di noi, fa parte per quanto
     possiamo non volerlo della nostra vita quotidiana, basta accendere la televisione e
     ascoltiamo nelle pubblicità le melodie d’opera più conosciute. Ma quanti sanno di che
     cosa si tratta? Ahimè, credo molto pochi.

30 OPERALIFEMAGAZINE Novembre 2021
PAGINA DEI PARTNERS

Lorenzo
L’opera è un mondo che ha accompagnato l’Italia per una piccola parte della sua storia,
ma ha dato moltissimo ad essa, emozionandola, acculturandola e dandole grandi nomi
che sono conosciuti in tutto il mondo.
Essa è un mondo che ti prende e ti porta in un’altra dimensione, in un’isola che non c’è.
Negli ultimi decenni, tuttavia, i generi sono diventati sempre più leggeri e più semplici.
Questo aspetto, purtroppo, ha messo in ombra non solo il mondo dell’opera, ma anche
quello di tutta la musica colta.
Un altro fattore cruciale è la cinematografia, anch'essa alla portata di tutti.
L’opera, a questo punto, è stata ricoperta, in parte, da stereotipi che l’hanno resa “noiosa”,
“lenta” e “stancante”, portando i giovani, che ricercano le semplicità e le mode, a volte
a non considerarla nemmeno.
Questo è un grandissimo problema culturale, poiché l’opera, oltre alla musica, fornisce
un enorme patrimonio letterario, che dovrebbe essere insegnato a scuola, dato che
anch’esso fa parte della nostra storia e della nostra musica.
Un altro elemento fondamentale che l’opera potrebbe dare ai giovani è l’insegnamento
dell’ascolto, cosa essenziale per l’essere umano, ma quasi tendenzialmente non considerato.
Se i giovani si aprissero all’opera riuscirebbero a seguire meglio sia la musica moderna
sia la cinematografia, di qualsiasi genere possano essere.
Per concludere, io spronerei il sistema scolastico ad inserire l’insegnamento dell’opera
in tutte le scuole, poiché la musica non fa per tutti, ma la cultura si, ed è essenziale
soprattutto per il nostro paese.

Alberto

Per rispondere a questa domanda ho cercato di elencare tutti i benefici che ha l’opera:
oltre ad ampliare la conoscenza musicale, l’opera è un ottimo esercizio per comprendere
il cambiamento di linguaggio usato nel tempo ed è anche utile per vedere la storia sotto una
chiave diversa, poiché molto spesso il libretto è tratto da un’opera letteraria già conosciuta.
L’opera è inoltre utile ai giovani per relazionare, infatti in conservatorio o al liceo musicale
si può usare il melodramma come mezzo di conoscenza (come è successo a noi!).

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“DON N E I N MUSIC A”
     A cura di Roberta Vicidomini
     direttrice d’orchestra, pianista e musicologa

   Sono esistite donne compositrici nella storia della musica colta occidenta-
   le? Conosciamo nomi di grandi interpreti femminili del passato? Forse le
   donne non si dedicavano alla musica?

   Le donne sono sempre state presenti e attive nel campo della musica
   classica, eppure raramente troviamo le loro biografie raccontate nei libri
   di storia o le loro musiche inserite in programmi concertistici.

   Perché sono così poco conosciute?

   La storia è ricca di donne che si sono occupate di musica fin dall’antichità,
   donne straordinarie che, seppure fra tante difficoltà, hanno scritto musica
   anche ad alti livelli. Di loro il tempo ha perduto le tracce o, molto spesso, la
   loro opera non è stata per secoli valorizzata a sufficienza.

   Le prime testimonianze dell’attività compositiva di una donna giunte a
   noi risalgono al Medioevo, al IX secolo d. C. Esse appartengono a Kassia,
   compositrice, poetessa e badessa di Costantinopoli, la quale scrisse un
   numero considerevole di opere, sia composizioni profane che sacre (circa
   cinquanta inni), alcune delle quali ancora oggi presenti ed eseguite all’in-
   terno della liturgia della chiesa ortodossa.

   Qualche secolo dopo, nel XII secolo, troviamo le tracce di un’altra grande
   donna, Ildegarda di Bingen, santa monaca benedettina, musicista, poe-
   tessa, medico, filosofa, erborista e consigliera politica. Personalità polie-
   drica, una vita vissuta tra scienza e arte, che ha saputo imporre il proprio
   genio, benché donna, in un’epoca in cui la figura femminile doveva rico-
   prire tutt’altro ruolo nella società.

   CURIOSITÀ’: il noto cantautore Angelo Branduardi ha registrato l’album Il
   cammino dell’anima, una selezione di nove liriche composte da Ildegarda
   di Bingen, riarrangiate rispettando l’opera originale seppure con qualche
   concessione ad armonizzazioni moderne.

   Si moltiplicano poi tra il ‘500 e il ‘700 le composizioni di autrici. In Italia
   molti nomi, tra i quali: Maddalena Casulana (1544-1599), Francesca Cac-

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cini (1597-1641) e Barbara Strozzi (1619-1677), figlie rispettivamente
del famoso compositore Giulio Caccini e del librettista veneziano
Giulio Strozzi, la novarese Isabella Leonarda (1620-1704), Antonia
Bembo (1640-1720), Maria Teresa Agnesi Pinottini (1720-1795),
Maddalena Laura Sirmen Lombardini (1745-1818) e Maria Rosa
Coccia (1759-1833), la prima donna ad ottenere il titolo di “maestra
compositora romana” dall’Accademia di Santa Cecilia in Roma.

Casulana fu la prima a pubblicare una propria raccolta di composi-
zioni, ben quattro libri di madrigali. Fu totalmente inedito che una
donna pubblicasse opere proprie, tanto più in un periodo in cui la
professione di musicista e soprattutto compositore era di esclusi-
vo appannaggio maschile. Sarà la stessa Maddalena Casulana, con
estrema sagacia, a scrivere nella dedica rivolta alla propria mece-
nate Isabella de’ Medici di voler:

«mostrare al mondo (in questa profession della musica) il
vano error de gl’huomini, che degli alti doni dell’intelletto tan-
to si credono patroni che par loro ch’alle Donne non possono
medesimamente esser communi».

Una vera e propria rivendicazione del ruolo delle donne nella mu-
sica, argomento che sarebbe rimasto purtroppo attuale per molti
secoli a venire.

Se da un lato alcune compositrici operarono alla corte di un mece-
nate (persino a quella del re di Francia Luigi XIV, nel caso di Anto-
nia Bembo), molte altre trovarono modo di dedicarsi alla musica
all’interno dei monasteri. Questi ultimi erano ambienti favorevoli
alla pratica musicale per lo stretto rapporto che essa aveva con
la liturgia e con l’educazione di fanciulle al canto e agli strumenti
musicali.

È proprio qui che fiorisce il genio della “musa novarese”: Isabella
Leonarda. Una musicista estremamente prolifica che scriverà nel
corso della sua lunga vita composizioni sia su testo liturgico che
non. Inoltre, è stata una delle prime compositrici a scrivere anche
musica strumentale.
A testimonianza della pregevolezza delle composizioni di Leonar-
da, il Teatro Coccia e la Cappella musicale del Duomo di Novara
le hanno recentemente riservato un ruolo speciale all’interno del
Festival “Fuori di Coccia”, riportandola all’attenzione del pubblico.

Spostandoci nell’Ottocento, ancora più note oggigiorno sono i
nomi di Clara Wieck Schumann e di Fanny Mendelssohn-Bar-
tholdy Hensel.

La prima fu una fra le più eccezionali pianiste e compositrici del suo
tempo. Riuscì per gran parte della sua vita a dedicarsi alla propria
vocazione musicale grazie anche al sostegno sia del padre Friedri-
ch Wieck, che per primo si accorse del suo talento, sia del marito
Robert Schumann, che sempre la esortò a perfezionarsi e a conti-

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nuare con la sua attività artistica. Tra i suoi lavori troviamo brani pia-
   nistici e molta musica da camera, trii strumentali e liederistica. Fu
   tra le prime a proporre durante i suoi concerti interpretazioni e va-
   riazioni sul tema di altri compositori e allo stesso tempo inserire nei
   programmi brani da lei composti. Nella sua vita ricoprì assiduamen-
   te anche il ruolo di insegnante ed ebbe il merito di aver introdotto
   nuove tecniche pianistiche, alcune delle quali ancora oggi utilizzate.

   Fanny Mendelssohn, invece, fu assai limitata dai pregiudizi dei con-
   temporanei nei confronti delle donne e dalle resistenze del padre
   Abraham, che non tollerava la sua attività di compositrice:

   «la musica forse diventerà la sua (di Felix, ndr) professione,
   mentre per te può e deve essere solo un ornamento».

   Presto anche su di lei ricadde implacabile l’ordine sociale tipicamen-
   te ottocentesco che prevedeva per la donna un’unica vera professio-
   ne, quella di moglie e di madre, destino che la accomunava a molte
   biografie femminili, in particolare di artiste.
   Tuttavia, Fanny, pianista e compositrice di grande talento, fu molto
   apprezzata dai suoi contemporanei e da molti musicisti: Carl Friedri-
   ch Zelter scrisse in una lettera a Goethe che “(Fanny, ndr) suonava
   tanto bene quanto un uomo”.
   Anche il più famoso fratello Felix era tra coloro che la stimavano e la
   sostenevano.
   Curiosamente si racconta che egli spacciasse per suoi alcuni brani
   della sorella, prova evidente di quanto la ammirasse come musici-
   sta.

   Di “donne in musica” ne esistono tantissime, dalle origini della storia
   musicale ad oggi, scoperte o da scoprire, e certamente non basta un
   breve articolo come questo per parlare di loro a sufficienza. È neces-
   sario incentivare articoli, convegni, conversazioni, festival incentrati
   sulla riscoperta del loro lavoro artistico. È ancora più auspicabile che
   queste artiste siano inserite in contesti non esclusivamente ad esse
   dedicati, così da dargli il posto che meritano all’interno della storia
   della musica accanto ai grandi compositori che tutti conosciamo.

   A cura di Roberta Vicidomini
   direttrice d’orchestra, pianista e musicologa

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PAGINA STORICA

   FRA DIAVOLO
   a cura di Giulia Panzanelli

   Il mondo dell’Opera lirica, lo sappiamo, è assai vasto e tutt’ora
   continuo a stupirmi di quante opere a soggetto storico ancora
   non vi ho descritto: in questo articolo tocca al Fra Diavolo del
   compositore francese Daniel Auber. Andata in scena per la
   prima volta il 28 gennaio del 1830 all’Opéra-Comique di Parigi,
   su libretto di Eugène Scribe, l’opera ha per protagonista un
   malvivente italiano. Eccovi la trama!

   Il primo atto si apre nella cittadina laziale di Terracina. Qui
   Zerlina, la figlia dell’oste, è innamorata del brigadiere dei
   gendarmi Lorenzo, ma suo padre desidera che si sposi con
   Francesco, un anziano proprietario terriero. Lorenzo è a caccia
   del famigerato brigante conosciuto come Fra Diavolo, il quale
   nel frattempo arriva alla locanda travestito da nobile e deruba
   due avventori inglesi: Lord e Lady Rocburg. Lorenzo riesce a
   recuperare parte della refurtiva e riceve una lauta ricompensa
   dagli stranieri, che potrebbe ben fungere da dote per Zerlina:
   i due giovani sono felici di potersi così sposare, ma il destino
   giocherà loro uno scherzo. Il secondo atto ci trasporta nella
   camera di Zerlina dove Fra Diavolo, con i suoi compagni Bep-
   pe e Giacomo, aspettano che la giovane si addormenti per
   derubarla, ma Lorenzo sospetta le intenzioni del brigante e si
   reca alla locanda accompagnato da altri gendarmi. Fra Diavolo
   però continua a essere travestito da marchese, evita quindi di
   farsi riconoscere e, non contento, si fa passare per l’amante di
   Zerlina e di Lady Rocburg: le due donne sono ignare di tutto
   e rimangono sgomente davanti alla freddezza dei loro amati.
   A questo punto, Fra Diavolo e Lorenzo decidono di battersi
   a duello il giorno seguente. Nel terzo atto incontriamo Fra
   Diavolo intento a organizzare una nuova rapina ai danni dei
   viaggiatori inglesi mentre Zerlina, disperata per l’atteggiamen-
   to freddo di Lorenzo, decide di sposare l’anziano Francesco.
   Poco prima che le nozze si celebrino, i compagni del brigante,
   ubriachi, iniziano a cantare una canzone sentita mentre erano
   appostati nella stanza di Zerlina, Lorenzo s’insospettisce e li ar-
   resta: mentre li perquisisce trova un biglietto di Fra Diavolo che
   fa luce sulla situazione. I briganti, ormai scoperti, confessano e
   accettano di tendere una trappola al loro capo che così viene
   arrestato. Finalmente, dunque, Lorenzo e Zerlina si sposano.

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PAGINA STORICA

La trama di quest’opera di Daniel Auber è caratteri-
stica del genere che chiamiamo opera comique e a
prima vista non sembra avere niente di storico. Ov-
viamente non è così. La storia è sì inventata, ma uno
dei personaggi è realmente esistito: il brigante Fra
Diavolo, soprannome di Michele Pezza. Costui nasce
negli anni ’70 del Settecento in un piccolo paese del
Lazio ed il suo temperamento turbolento si manife-
stò fin da subito, tant’è che il soprannome Fra Dia-
volo pare gli sia stato dato da adolescente. A causa
di un duplice omicidio, si dette alla latitanza finché
la pena gli fu commutata nel servizio militare: duran-
te la prima discesa di Napoleone in Italia combatté
contro i francesi con il beneplacito del re di Napoli
Ferdinando IV, si distinse per le sue doti di coman-
dante tanto che il re lo fece colonnello. Tuttavia,
com’era prevedibile, il pessimo carattere di Pezza
emerse anche durante il servizio militare che abban-
donò diverse volte per darsi alla latitanza e quindi
al brigantaggio, ma il sovrano aveva bisogno di lui
perciò perdonava il suo atteggiamento. Nel 1806 la
situazione dell’Italia in mano ai francesi è tragica e
Pezza, che ha combattuto strenuamente per tutto
l’anno, viene catturato dall’esercito nemico e giusti-
ziato. Come avete letto, la vita del nostro Fra Dia-
volo è assai più turbolenta di quanto sia raffigurato
nell’opera di Auber: non era un semplice brigante,
ma un colonnello dell’esercito borbonico. Però, il
merito del “Fra Diavolo” risiede nell’aver fatto co-
noscere al grande pubblico la figura di quest’uomo
eroico e dannato. E nonostante l’opera di Auber non
sia più in voga nei teatri d’opera, la fama di Michele
Pezza è solo in parte diminuita, in quanto la sua sto-
ria viene ancora messa in scena sul grande schermo.

Tremblez au sein de la tempête,
au loin l'écho répète:

Diavolo, Diavolo, Diavolo!
Tremate! Fin dal sentier del tuono
Dell'eco viene il suono
"Diavolo, Diavolo, Diavolo".

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