Istituto Comprensivo "don Lorenzo Milani" - Cittadinanza & Costituzione - a.s. 2015/2016 - Ariano Irpino

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Istituto Comprensivo "don Lorenzo Milani" - Cittadinanza & Costituzione - a.s. 2015/2016 - Ariano Irpino
Istituto Comprensivo "don Lorenzo Milani"
             Cittadinanza & Costituzione

Attività di educazione alla memoria, ai diritti umani, alla legalità

                      a.s. 2015/2016
Istituto Comprensivo "don Lorenzo Milani" - Cittadinanza & Costituzione - a.s. 2015/2016 - Ariano Irpino
Attività                                        2

                                  Concorsi                                         4

                                  Progetto                                        10

        Luoghi della memoria e Istituzioni                                        11

                         .....da ricordare                                        27

                        Incontri e Teatro                                         28

                          Libri e memoria                                         29

                       Cinema e memoria                                           30

“Hai visto il male,
hai visto tutte le forme del male,
per questo devi rivolgerti alle persone.
Perché le persone dovrebbero avere una nozione
di ciò che il male è, dovrebbero averne una qualche comprensione.
Così come dovrebbero avere una nozione del fatto che,
di fronte al male, è possibile rimanere umani.
Questo non va mai dimenticato, quando si insegna l’Olocausto:
si può fare esperienza del male, di un terribile male,
ma non identificare se stessi con questo male;
non diventare male a propria volta.

                      Aharon Appelfeld, Cosa fare del male che si è guardato in faccia?

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Attività

L’attività di Educazione alla Memoria che viene proposta per questo anno
scolastico si apre con una citazione dello scrittore israeliano Aharon Appelfeld,
ebreo di origine rumena, che aveva soli 8 anni all’epoca della Shoah e dunque fu
testimone oculare da bambino della guerra e dell’orrore della persecuzione degli
ebrei.
In ogni guerra, i bambini sono le vittime più indifese. Brutalmente trasportati da
un mondo familiare e rassicurante a un mondo sconosciuto, fatto di privazioni,
esclusione, paura, fame, violenza, sono spesso costretti a seguire il destino degli
adulti, senza avere né gli strumenti per resistere o difendersi, né la capacità e
maturità per comprendere la situazione. Inoltre, nei libri di storia i bambini non
hanno voce, sono assenti oppure spariscono dietro le cifre delle vittime o nelle
ricostruzioni dei grandi eventi.
Non che non abbiano lasciato tracce della propria percezione del male, si pensi ai
diari come quello di Anne Frank, per fare solo un esempio molto conosciuto,
oppure ai disegni dei bambini ebrei rinchiusi nel campo-ghetto di Terezin in
Cecoslovacchia, ma nella maggioranza dei casi la storiografia non si interessa al
loro punto di vista, ritenendoli testimoni ingenui e forse poco affidabili proprio
per l’età in cui hanno vissuto e visto compiersi il male.
Eppure in un genocidio come la Shoah, l’assassinio programmato dei bambini
rappresenta proprio una delle specificità di questo crimine. Sotto il Terzo Reich,
un milione e mezzo di bambini ebrei vengono assassinati per la sola colpa di
essere nati. La maggior parte di loro aveva meno di quindici anni. Solo ad
Auschwitz, i bambini ebrei rappresentarono oltre il 20% delle vittime.
L’attività che si propone agli allievi ha una forte dimensione storica perché è solo
da un corretto approccio con la storia della Shoah che può nascere una memoria
collettiva della Shoah capace di interrogare moralmente il nostro presente.
Per questo non chiederemo ai nostri studenti di identificarsi nelle vittime, né
vogliamo produrre solo commozione nel raccontare loro le vicende tragiche dei
bambini sotto il regime hitleriano, ma proveremo invece ad accompagnarli in una
riflessione sul senso della vita sotto una dittatura, sui diritti fondamentali dei
bambini e di ogni essere umano.

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"Insegnare la Shoah attraverso la storia di Anne Frank"
Incontro di formazione per i docenti, relatrice Roberta Gibertoni - Pro Forma
Memoria

L' incontro si terrà presso l' istituto Comprensivo "don Lorenzo Milani" plesso
Covotta - Piazza Dante, 1 - 19 ottobre con inizio alle ore 15:00.

Giovedì 22 ottobre 2015:
inaugurazione della mostra "Anne Frank: una storia attuale".

Saranno presenti:
Aart Heering - portavoce dell’ Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi in Italia
Nico Kamp, Console onorario del Regno dei Paesi Bassi a Firenze
Riccardo Pacifici, ex Presidente della Comumità Ebraica di Roma

23 ottobre - 22 novembre 2015, istituto Comprensivo "don Lorenzo Milani"
plesso Covotta Piazza Dante, 1 "Anne Frank, una storia attuale" .
Mostra documentaria a cura della Anne Frank House di Amsterdam, distribuita in
Italia da Pro Forma Memoria.
L’allestimento è stato possibile grazie al contributo dell’Ambasciata del Regno
dei Paesi Bassi in Italia.

La storia della Shoah raccontata attraverso la vita della giovane Anne Frank.
Fotografie, molte della quali inedite, immagini, citazioni delle pagine del diario di
Anne raccontano la condizione di una famiglia ebrea nel periodo nazista.
Allo stesso tempo, attraverso significative immagini fotografiche e
riproduzioni documentarie, la mostra offre una dettagliata ed accessibile
informazione sul contesto storico. Accanto alle vicende vissute dalla famiglia
Frank vengono presentati con efficacia temi quali l’ascesa del nazionalismo e la
ricerca di un capro espiatorio, le epurazioni, l’atteggiamento nei confronti degli
ebrei, la Shoah, fino ai diritti dell’uomo e al loro rispetto nelle nostre società.

Ingresso gratuito.
Per le scolaresche è consigliata la prenotazione.

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Concorsi

                                    BANDO DI CONCORSO

                                        Anno scolastico 2015/2016

      Nell’ambito delle iniziative che saranno realizzate nel nostro Paese in occasione del “Giorno della
Memoria” fissato per il 27 gennaio di ogni anno, questo Ministero, sotto l’Alto Patronato del Presidente
della Repubblica e in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, bandisce per l’anno
scolastico 2015/2016, la XIV edizione del concorso scolastico nazionale “I giovani ricordano la
Shoah” rivolto a tutti gli allievi del primo e secondo ciclo di istruzione, al fine di promuovere studi e
approfondimenti sul tragico evento che ha segnato la storia europea del ‘900.

Alle classi del primo ciclo di istruzione – scuola primaria - è proposta la seguente traccia:

L’aiuto e la solidarietà offerti durante la Shoah a chi ne aveva bisogno hanno contribuito a salvare vite
umane. Siete venuti a conoscenza di episodi, avete letto libri o visto film sull’argomento che vi hanno
fatto riflettere?
Confrontatevi ed esprimete i vostri pensieri nelle forme espressive che vi sono più congeniali (disegni,
poesie, racconti, sceneggiature, ecc.)
Alle classi del primo ciclo di istruzione – scuola secondaria di I grado - è proposta la seguente traccia:

In diversi momenti della storia, i libri sono stati censurati, sequestrati o bruciati. Nella Germania nazista
furono date alle fiamme opere considerate ostili al regime o scritte da autori ebrei. Nell’Italia fascista,
dopo l’espulsione di studenti e docenti ebrei dalle scuole pubbliche, fu vietata l’adozione di libri di testo
di autori di «razza ebraica»; dal febbraio 1939 persino le carte geografiche murali, prodotte da geografi
ebrei, scomparvero dalle aule scolastiche, sostituite con materiale prodotto da «ariani». Dopo un lavoro
di ricerca e di riflessione sul valore del libro, espressione del libero pensiero, e sulle conseguenze che
possono derivare dalla discriminazione e dalla censura, realizzate un prodotto collettivo nella forma
espressiva a voi più congeniale.
Valutazione dei lavori e premiazione dei vincitori
      Le istituzioni scolastiche dovranno inviare i lavori prodotti agli Uffici Scolastici Regionali di
competenza entro il 1 dicembre 2015.
      Ciascun Ufficio Scolastico Regionale costituirà una Commissione incaricata di individuare per
ogni ciclo di studi (primaria, secondaria di I grado e secondaria di II grado) due lavori ritenuti
meritevoli di concorrere a livello nazionale. Sarà cura di ogni Ufficio Scolastico Regionale pubblicare
sul proprio sito web, dal 31 dicembre 2015, l’elenco delle scuole selezionate per la fase concorsuale
successiva.

I lavori prescelti dalla Commissione e la relativa motivazione, dovranno essere inviati dagli UU.SS.RR.,
entro il 21 dicembre 2015 al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca –Dipartimento
per il sistema educativo di istruzione e formazione - Viale Trastevere 76/A, 00153 Roma, piano III,
stanza 444, Dott.ssa Anna Piperno. Al fine di consentire a tutte le realtà territoriali di partecipare alla
selezione finale con lo stesso numero di elaborati, si sottolinea la necessità che gli Uffici Scolastici
Regionali inoltrino a questo Ministero solo due lavori selezionati per ogni grado di studi (sei in totale).
Non verranno presi in considerazione i lavori pervenuti senza il vaglio dei rispettivi organi preposti alla
pre-selezione (Uffici Scolastici Regionali).

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Per favorire una tempestiva e puntuale acquisizione dei dati utili alla valutazione nazionale, gli
UU.SS.RR. sono pregati di comunicare ai referenti ministeriali (i cui indirizzi e-mail sono indicati di
seguito nel bando) l’avvenuto invio del plico contenente gli elaborati selezionati.
      A livello nazionale sarà costituita una Commissione paritetica composta da rappresentanti del
MIUR e dell’UCEI.
      La Commissione, dopo attenta valutazione dei lavori pervenuti, procederà all’individuazione di un
vincitore per ogni grado di studi.
      In occasione del “Giorno della Memoria” i vincitori saranno premiati dall’On. Ministro e ricevuti
dal Presidente della Repubblica e/o dalle più alte Cariche Istituzionali e dal Presidente dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane.
Rilevazione statistica
       Considerata la crescente attenzione per l’iniziativa, testimoniata dalla consistente partecipazione
al concorso da parte di scuole di ogni ordine e grado, appare opportuno, come già nei precedenti anni
scolastici, monitorare la ricaduta dell’iniziativa attraverso la rilevazione di dati statistici. Tutte le scuole
partecipanti sono pertanto invitate a compilare l’Allegato 1, che inoltreranno ai competenti Uffici
Scolastici Regionali, insieme ai lavori prodotti.
       A loro volta, gli Uffici Scolastici Regionali, sono pregati di inviare, a questo Ministero,
unitamente ai sei elaborati selezionati, anche l’Allegato 2, debitamente compilato.
       Si richiama l’attenzione degli Uffici Scolastici Regionali ad una attenta e puntuale compilazione
dell’Allegato 2 per consentire alla Commissione ministeriale di elaborare, come ogni anno, la statistica
di partecipazione al concorso.
       Al fine di facilitare i contatti è opportuno, inoltre, che siano comunicati ai referenti ministeriali,
indicati nel presente bando, i nominativi dei componenti della commissione regionale e i loro riferimenti
telefonici ed e-mail.

Documentazione e riferimenti utili
   Materiali di documentazione sono reperibili sui seguenti siti internet:
            http://archivio.pubblica.istruzione.it/shoah/index.shtml
            www.ucei.it/giornodellamemoria
            www.testimonianzedailager.rai.it/index.htm
            www.cdec.it
            www.museoshoah.it

Per ogni utile informazione si indicano i seguenti referenti:
Dott.ssa Lina Grimaldi
Tel. 06 58492315
lina.grimaldi@istruzione.it
Prof.ssa Giovanna Grenga
Tel. 06 58493396
giovanna.grenga@istruzione.it

Dott.ssa Alessandra Baldi
Tel. 06 58492206
alessandra.baldi@istruzione.it

Allegati:
      1. Scheda da compilare da parte delle scuole (All. 1)
      2. Scheda da compilare da parte degli Uffici Scolastici Regionali (All. 2)

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Allegato 1
      compilare l’Allegato 1 a cura dell’Istituzione scolastica
      Inserire copia dell’Allegato 1 nel plico contenente l’elaborato per il concorso

                              Partecipazione al concorso
                            “ I giovani ricordano la Shoah”
                                     a.s. 2015/2016

Denominazione dell’Istituzione scolastica:

Tipologia di istituto:

Via:                                                        Città:

Telefono:                                                   E-mail:

Dirigente scolastico:

Docente di riferimento :
A) Indicazione del Grado delle scuole coinvolte:
     primaria
     secondaria di primo grado
     istituto comprensivo
     secondaria di secondo grado
     istituto d’istruzione superiore

Classe Sezione             Numero alunni
1^

2^

3^

4^

5^

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B) Docenti coinvolti per discipline

Discipline                            Numero docenti
Discipline umanistiche

Discipline scientifiche

Discipline artistiche

Discipline economiche-giuridiche

Discipline tecnico-professionali

Altro

Totale

C) Esterni alla scuola

Esterni                        Numero
Testimoni storici

Esperti

Supporto tecnico

Altro

D) TITOLO DEL LAVORO

E) Breve presentazione del lavoro svolto
( argomento, modalità operative, eventuale elaborazione interdisciplinare,
partecipazione e coinvolgimento della classe, ruolo degli esperti esterni)

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QUANDO!

Con la legge 20 luglio 2000, n. 211, è stato istituito il
"Giorno della Memoria".

COSA!
"La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio,
data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria",
al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione
italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte,
nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di
sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati."

DOVE!
Da alcuni anni, in occasione della ricorrenza, il Centro di In-Form@zione e Libreria
multimediale del Senato svolge con le scuole in visita a Palazzo Madama una serie
di attività incentrate sulla Shoah e produce materiali didattici scaricabili dal sito del
Senato.

PERCHÉ!
Lo scopo è quello di promuovere una partecipazione attiva alla commemorazione del 27
gennaio, affinché, unitamente all'aspetto celebrativo, possa costituire un'occasione di dialogo,
riflessione e approfondimento sui valori della fratellanza, della solidarietà e della tolleranza,
che nel momento più tragico e oscuro della Storia del nostro Paese e dell'Europa, in un clima di
profondo smarrimento della coscienza collettiva, apparvero irrimediabilmente perduti.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato ai superstiti italiani
dei Lager, ha affermato che "L'immane tragedia dei campi di concentramento nazisti
rappresenta una pagina buia della storia e della civiltà europea. Inenarrabili sofferenze furono
inflitte a vittime incolpevoli per motivi razziali, religiosi, sociali e culturali, politici....La
memoria del sacrificio di migliaia di vittime ...costituisce un patrimonio prezioso da preservare,
trasmettendo, soprattutto tra le giovani generazioni, i valori democratici di pace, tolleranza e
fratellanza e sviluppando la riflessione sulla straordinaria attualità e sulla rilevanza, per i
cittadini e per l'intera società, dei principi democratici sanciti dalla nostra Carta
Costituzionale". Così il Giorno della Memoria viene "usato" come occasione per parlare dei
valori di civiltà allo scopo di aiutare gli studenti a salvaguardare l’eredità lasciataci da coloro
che reagirono alla barbarie della violenza e a lottare con le armi della ragione contro ogni forma
di discriminazione e di odio razziale.

COME!
Partendo dal valore civile e morale della memoria, si vuole accendere nei giovani visitatori
l’interesse per tutti coloro che, mettendo in atto ogni forma di solidarietà e a rischio della loro
stessa vita, salvarono tanti ebrei dallo sterminio, meritando dallo Stato d’Israele il
riconoscimento di "Giusti tra le Nazioni". Fra di essi sono annoverati tanti italiani. Sono
proprio questi uomini, rimasti per molto tempo nell’anonimato, che in qualche modo hanno
cancellato con il loro gesto generoso e disinteressato l’oscura pagina italiana delle leggi razziali
approvate nel 1938.
Parlare ai giovani di temi come l'Olocausto e la Shoah non è semplice! Occorre parlare il
linguaggio dei giovani senza scadere nel semplicismo, fornendo i giusti riferimenti storici e
utilizzando strumenti loro familiari, coinvolgendoli anche culturalmente ed emotivamente.

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STUDENTI CHE RACCONTANO AI LORO COETANEI QUEI DRAMMATICI AVVENIMENTI
STORICI: QUESTO È L'OBIETTIVO CHE SI PREFIGGE IL PROGETTO "PRO-MEMORIA",
ORGANIZZATO IN OCCASIONE DEL GIORNO DELLA MEMORIA.

 QUESTO NUOVO PROGETTO SI RIVOLGE ALLE CLASSI TERZE DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO
 GRADO.

Le classi possono partecipare in uno dei seguenti modi:

1)      i ragazzi raccontano in maniera originale e creativa la storia del personaggio cui è
intitolata la loro scuola (si tratta di personaggi che hanno vissuto l'esperienza storica della
Shoah come ad esempio Anne Frank, Primo Levi, Giorgio Perlasca, Giovanni Palatucci,...)

2)      i ragazzi illustrano in maniera originale e creativa la vita di un "Giusto tra le nazioni"
scelto secondo la propria sensibilità, non solo fra gli italiani
(http://www.yadvashem.org/yv/en/righteous/statistics.asp )

Gli elaborati sono presentati in una delle seguenti modalità:

1)     Presentazione in power point (max 15 slide)
2)     Video (max 3 minuti)

Le classi che avranno presentato i migliori elaborati potranno partecipare alle attività
organizzate dal Centro di In- Form@zione - Libreria multimediale del Senato per il Giorno
della Memoria 2016.
Gli elaborati presentati potranno essere utilizzati per pubblicazioni cartacee o elettroniche.

Gli elaborati, unitamente alla richiesta di partecipazione, devono essere inviati entro il 4
dicembre 2015 al seguente indirizzo
FormazioneInSenato@senato.it

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Progetto
La realizzazione del progetto prevede la partecipazione:
    dei docenti ed insegnanti, ognuno all’interno della propria area disciplinare;
    degli alunni delle classi e le famiglie;
    dei soggetti istituzionali operanti sul territorio, a livello nazionale e
       collaboratori.
     Finalità
Favorire l’adozione concreta da parte dei giovani di stili di vita e comportamenti ispirati
ai principi di legalità, convivenza civile, rispetto dei diritti umani e dell’ambiente,
dell’intercultura, facendo riferimento ai principi ed ai valori espressi dalla Costituzione
ed ai pronunciamenti internazionali sui diritti umani.
     Obiettivi
     imparare a riconoscere e gestire le proprie emozioni come propedeutica alla
      gestione non violenta dei conflitti;
     riflettere sul legame tra regola, convivenza e rispetto degli altri non come
      imposizione ma come opportunità;
     apprezzare l’importanza dei propri ricordi e dei loro mutamenti come fondamento
      dello sviluppo della propria personalità e identità, mai rigide ma sempre fluttuanti
      nello spazio e nel tempo;
     favorire la maturazione democratica individuale e collettiva.
     Metodologia:
     induttiva - deduttiva;
     attività laboratoriale;
     cooperative learning;
     pensiero divergente;
     learning by doing (apprendere dal fare);
     coinvolgimento in situazioni concrete.
      Strategie-Sussidi:
     dibattiti e brainstorming;
     giochi di ruolo
     analisi di immagini e testi;
     musica e canzoni;
     audiovisivi:
     interventi di esperti;
     partecipazione a concorsi;
     mostre
     mercatino di solidarietà;
     organizzazione di lavori collettivi per favorire l’autocontrollo, l’aiuto reciproco e la
      responsabilità personale;
     laboratori espressivi a piccoli gruppi per favorire la creatività, la collaborazione e la
      socialità;
     visite ai Palazzi Istituzionali;
     viaggi nei luoghi della memoria.
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Luoghi della memoria e Istituzioni

                            Roma - Palazzi istituzionali

        Quirinale             Camera dei Deputati             Palazzo Chigi
27 ottobre 2015 ore 12:00     12 novembre ore 12:00          19 marzo ore 11:00
         Classi                      Classi                       Classi
                                      3^ E                         3^ A
         3^ B                                                      3^ D
         3^ C
   Savignano - Greci

                                    Classi terze
                                       Aprile
                                Luoghi della memoria

                            Amsterdam - Casa di Anne Frank

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Contenuti
   educazione alla memoria;
   educazione alla cittadinanza;
   educazione ai diritti umani;
   educazione alla trasformazione non violenta dei conflitti.

                                            Classi terze
Il 27 gennaio 1945 l’Armata Rossa apriva i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz, rivelando al
mondo gli orrori che vi erano stati consumati.
Nel 2000 il Parlamento italiano istituiva il 27 gennaio il “Giorno della Memoria”, in “ricordo dello
sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi
nazisti”.

     Discipline                                            Attività
Italiano e storia    Letture - storia del Velodromo d’ Inverno - Scheda del film - Rappresentazione
                     teatrale
Scienze              Razze umane: no grazie
Francese             Lettura di documenti e visione di documentari, in lingua originale.
Inglese              Sir Nicholas Winton, esempio di umanità.
Arte                 Ebrei a fumetti “Maus” di Art Spiegelman
Musica               Musica e Shoah
Scienze Motorie      Lo sport europeo sotto il nazionalsocialismo
Religione            Commento della lettera pastorale dell’arcivescovo di Tolosa Jules-Gérard Saliège.

      Classe                                           Coordinatori
3^A                  Prof.ssa Angela Aufiero
3^B                  Prof.ssa Grazia Vallone
3^C                  Prof.ssa Lucia De Vitto
3^D                  Prof.ssa Maria Carmela Grasso
3^E                  Prof. Baldassarre Maffei
Savignano            Prof. Leopoldo Colucci
Greci                Prof. ssa Anna Maria Barricelli

Italiano

Laboratorio di lettura e immagini    Il diario di Anne Frank - La storia di Anne Frank a fumetti
Film
Il Diario di Anna Frank (1959) di George Stevens
La storia di Anne Frank (2001)

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Il diario di Anna Frank
                                    di George Stevens

Regista: George Stevens
Attori:
Diane Baker
Ed Wynn
Joseph Schildkraut
Lou Jacobi
Millie Perkins
Richard Beymer
Shelley Winters

Soggetto: Anne Frank
Sceneggiatura: Frances Goodrich, Albert Hackett
Scenografia: Lyle R. Wheeler, George W. Davis,
Walter M. Scott, Stuart A. Reiss
Fotografia: William C. Mellor
Musiche: Alfred Newman
Anno: 1959
Durata: 172’
Genere: drammatico

TRAMA

Amsterdam, 1945: Otto Frank è l'unico sopravvissuto della sua famiglia e ritorna dal
campo di sterminio in cui era internato. Arrivato nella soffitta dove si era nascosto pochi
anni prima insieme alle figlie Anna e Margot e alla moglie ritrova il diario scritto da Anna
nel nascondiglio. Leggendolo la sua mente ritorna al 1942 quando la sua famiglia ed
un'altra famiglia anch'essa di confessione ebraica per trovare scampo all'arresto delle SS
(chiamate nel film Polizia verde) si rifugiarono, grazie all'aiuto di comuni amici, in una
soffitta che si trovava sopra una fabbrica nascosta, nel centro di Amsterdam.

VALUTAZIONE CRITICA

Il lavoro, interessante e commovente, risente della sua origine letteraria e teatrale, ma è
condotto con abilità. L'interpretazione è di prima qualità, non solo per quanto riguarda la
giovane protagoniata, che ha un volto espressivo e mobilissimo, ma anche da parte di tutti
gli altri attori che offrono un saggio di alta recitazione.

PREMI
1960 - Premio Oscar
Miglior attrice non protagonista a Shelley Winters
Migliore fotografia a William C. Mellor
Migliore scenografia
1960 - Golden Globe Miglior film promotore di Amicizia Internazionale
1960 - David di Donatello

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La storia di Anne Frank
               di Robert Dornhelm

Regista: Robert Dornhelm
Attori:
Hannah Taylor-Gordon: Anne Frank
Ben Kingsley: Otto Frank
Brenda Blethyn: Auguste van Pels
Lili Taylor: Miep Gies
Tatjana Blacher: Edith Frank
Jessica Manley: Margot Frank
Joachim Król: Hermann van Pels
Nicholas Audsley: Peter van Pels
Jan Niklas: Fritz Pfeffer
Das Rob: Jan Gies
Johannes Silberschneider: Johannes Kleiman
Bolhuis Pietro: Victor Kugler
Ela Lehotská: Bep Voskuijl
Jade Williams: Hannah "Hanneli" Goslar
Victoria Anne Brown: Jacqueline van Maarsen
Sceneggiatura: Kirk Ellis, Melissa Müller
Fotografia: Elemér Ragályi
Montaggio: Mark Fitzgerald, Christopher Rouse
Musiche: Graeme Revell
Scenografia: Elemér Ragályi
Costumi: Barbara Lane
Anno: 2001
Durata: 190’
Genere: Drammatico

TRAMA
Nel 1939 Anne comincia a capire che il suo mondo intorno a lei sta cominciando a
cambiare: i nazisti invadono i Paesi Bassi e.a lei e alla sua famiglia vengono sempre più
sottratti i diritti civili. Sono costretti a registrarsi come ebrei e ad indossare stelle gialle ed
Anna deve lasciare la sua scuola per frequentare un liceo ebraico. Lì incontra la sua nuova
migliore amica. Per il suo tredicesimo compleanno Anne riceve in regalo un diario che usa
subito per scrivervi i suoi pensieri. Poche settimane più tardi, in una domenica del luglio
del 1942, Margot, sorella di Anne, viene convocata dai tedeschi per essere deportata in un
"campo di lavoro". A quel punto il padre Otto Frank si trasferisce quindi con la sua famiglia
in un alloggio segreto, seguito a breve da un'altra famiglia ebrea. Durante il loro soggiorno
nell'alloggio, i membri della famiglia appena arrivata hanno costanti litigi e Anne inizia il
suo primo rapporto serio e riceve il suo primo bacio.
Il 4 agosto 1944 i Frank vengono traditi dalla donna delle pulizie che rivela l'alloggio
segreto dove lei risiede. Gli otto clandestini vengono arrestati e il diario di Anne cade sul
pavimento dimenticato da tutti. In seguito, i Frank vengono portati con un treno a
Westerbork in un campo di concentramento provvisorio e poi ad Auschwitz, dove Anne,
nonostante la sua voglia di vivere troverà la morte assieme alla sorella Margot.
Il padre Otto riesce a sopravvivere e dopo la guerra cerca informazioni sulle sue figlie,
scopre che sono morte entrambe e ritrova il vecchio diario di Anne, pieno di ricordi e
decise di pubblicarlo.

PREMI
Hannah Taylor-Gordon ha ricevuto due nomination, sia ai Golden Globe che agli Emmy
Award per la sua interpretazione di Anna Frank, mentre Ben Kingsley ha vinto un Actor
Guild Award per la sua interpretazione di Otto Frank, il padre di Anne.

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Storia
         Il “rastrellamento del Velodromo d’inverno” e la Lettera Pastorale censurata
                        dell’arcivescovo di Tolosa Jules-Gérard Saliège
Settanta anni fa, tra il 16 e il 17 luglio 1942, 13.152 ebrei parigini, tra cui 4.115 bambini, sono
arrestati dalla polizia francese durante un’efferata operazione cinicamente
soprannominata “vent printanier”, ovvero “vento di primavera”. La maggior parte di loro,
purtroppo, morirà nel turpe lager nazista di Auschwitz. Passato tristemente alla storia come
il “rastrellamento del Velodromo d’inverno”(la rafle du Vél d’hiv), dal nome del luogo dove
furono presi alcuni di loro prima del trasferimento nei campi d’internamento di Drancy,
Beaune-la-Rolande o Pithiviers, questa ondata di arresti non fu né il primo né l’ultimo. Ma è
stato il più massiccio.
Il primo raid scattò il 14 maggio 1941, l’ultimo nella primavera del 1944. In tutto, 76.000 ebrei
dalla Francia furono deportati nei campi nazisti, dai quali ne ritornarono soltanto pochi
superstiti.
A questa operazione presero parte secondo i dati generalmente utilizzati, 4.500 forze di polizia,
mentre stando a quanto scrive lo scrittore Maurice Rajsfus se ne registrarono in realtà ben 7.000
(in “La rafle du Vel d’hiv”) disposti su richiesta della autorità di occupazione, ma senza la loro
partecipazione. Oltre una cinquantina di autobus della società furono requisiti Metropolitan con
i loro driver.
Il raid avrebbe dovuto riguardare soltanto gli ebrei stranieri (la deportazione degli ebrei di
nazionalità francese, in realtà, sarebbe arrivata più tardi), e perciò fu stilata un’apposita lista,
ma le autorità francesi si arrogarono il diritto di aggiungere ad essa anche i bambini, e dinanzi
all’insufficienza dei mezzi per la “retata” (la polizia contava su 22.000 arresti), non si badò
molto alla nazionalità. La voce di una simile operazione, in effetti, già circolava da qualche
tempo tra la popolazione ebraica, ma alcuni ritenevano che sarebbe andata a finire come la
precedente, altri invece stentavano a credere che si potesse arrivare a tanto, in ogni caso la
maggior parte di loro non sapeva dove andare. La Circolare del direttore della polizia
municipale Emile Hennequin dichiarò che le operazioni dovevano essere condotte “con la
massima velocità, senza parole inutili e senza alcun commento”. I bambini non dovevano
essere affidati ai vicini, ma presi insieme con i loro genitori, i celibi e le coppie senza figli
furono condotti direttamente al campo di Drancy, inaugurato proprio nell’agosto del 1941, in
vista di essere rapidamente deportati ad Auschwitz, mentre migliaia di famiglie ebree parigine
furono inizialmente concentrate nel velodromo d’inverno prima di essere deportate nei campi di
sterminio nazisti. In questo luogo vi rimasero alcuni giorni trattate in modo spaventoso –
senz’acqua e senza cibo e tantomeno un materasso dove adagiarsi – semplicemente perché non
era stato ancora deciso il loro destino. Le persone che poi furono autorizzate a prendere solo
due borse per il cibo, presero d’assalto le gradinate tra i bambini che piangevano impauriti e un
nauseante odore di escrementi.
La collaborazione della polizia francese alla caccia agli ebrei decisa dai nazisti nella zona
occupata, in realtà, fu facilitata dalla politica fortemente antisemita adottata dal regime di
Vichy che istituì uno “statuto degli ebrei” il 3 ottobre 1940, che vietava agli ebrei di esercitare
una serie di professioni (avvocato, medico, magistrato, ecc). Inoltre, il 29 marzo 1941, fu creato
perfino un “commissariato per gli affari ebraici” … Nella zona occupata gli ebrei furono
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costretti anche ad indossare la stella gialla, in segno di riconoscimento, imposto il 7 giugno
1942. Pertanto, per coloro che erano in possesso dei mezzi per fuggire, o che non potevano
evitare di farsi registrare nel mese di ottobre del 1940, non c’era più alcuna scappatoia.
È interessante rilevare come dinanzi a tanto orrore la Chiesa e la maggior parte dei suoi pastori
non restò indifferente, come testimoniato dall’alta onorificenza conferita dallo Yad Vashem
all’arcivescovo di Tolosa, il cardinale Jules-Gérard Saliège, aggiungendo una significativa
incisione sulla medaglia dei Giusti, consegnata nel lontano 1970 – dopo che l’8 luglio 1969 era
stato riconosciuto “Giusto tra le Nazioni” – ai familiari dell’alto prelato che, proprio a poca
distanza di questo ignominioso rastrellamento, per la precisione il 23 agosto del 1942, scrisse
una memorabile lettera pastorale in difesa degli ebrei per
rammentare al governo collaborazionista di Vichy che «tutti gli
ebrei sono nostri fratelli». Ma ecco, qui di seguito, il testo della
Lettera Pastorale scritta dall’arcivescovo di Tolosa S.E. Mons.
Saliège “Sulla persona umana”, che recava la perentoria postilla:
“Da leggersi in tutte le chiese senza commenti”, ricalcando a grandi
linee quella dell’episcopato olandese di aspra condanna per «lo
spietato e ingiusto trattamento riservato agli ebrei», su suggerimento
dell’arcivescovo di Utrecht mons. Johannes de Jong, fu letta in tutte
le chiese il 26 luglio 1942.

Miei cari Fratelli,
C’è una morale cristiana. C’è una morale umana che impone doveri e riconosce
diritti. Questi doveri e questi diritti risultano della natura umana. Vengono da
Dio. Non possono essere violati. Non è in potere di nessun mortale di sopprimerli.
Che bambini, donne, uomini, che padri e madri siano trattati come un vil gregge,
che i membri di una stessa famiglia siano separati gli uni dagli altri e portati via,
verso una destinazione sconosciuta, c’è voluto il nostro secolo per vedere questo
triste spettacolo.
Perché l’asilo nelle nostre chiese non esiste più?
Perché noi siamo dei perdenti?
Signore, abbi pietà di noi.
Nostra Signora, prega per la Francia. […]
Nella nostra diocesi, scene di orrore si sono tenute nei campi di Noé e di
Récébédou. Gli ebrei sono uomini, le donne ebree sono donne. Non tutto è
permesso contro di loro, contro gli uomini, contro le donne, contro questi padri e
madri. Fanno parte del genere umano. Sono nostri fratelli come tanti altri. Un
cristiano non può dimenticarlo.
Francia, amata patria Francia che porti nella coscienza di tutti i tuoi figli la
tradizione di rispetto per la persona umana. Francia cavalleresca e generosa, non
dubito, tu non sei responsabile di questi orrori».

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Francese

                                                 PARIS
                             Rafle du Vél d’Hiv: la police dévoile ses archives
  Pour la première fois, la préfecture de police de Paris expose ses archives de la rafle du Vel d’Hiv en
                          juillet 1942, des documents uniques sur cette tragédie.

Il y a 70 ans, le 13 juillet 1942, la préfecture de police, sur ordre des nazis, mobilise des milliers de
policiers dans Paris et en banlieue pour “l’arrestation et le rassemblement d’un certain nombre de juifs
étrangers” au Vélodrome d’Hiver.
Le 16, l’état-major de la PP signale que “l’opération contre les juifs”, commencée à 04H00 du matin,
est “ralentie par beaucoup de cas spéciaux : beaucoup d’hommes ont quitté leur domicile hier ; des
femmes restent avec un tout jeune enfant ou avec plusieurs ; d’autres refusent d’ouvrir, il faut faire
appel à un serrurier (…) l’opération est lente”.
Parmi les nombreuses archives dévoilés par la police, des télégrammes qui témoignent de l’avancement
de “l’opération”. Le 21, une note détaille le bilan des “opérations de ramassage des juifs” : “Hommes
3.118, femmes 5.919, enfants 4.115, soit au total 13.152 arrestations”.
Enfin, le 22 au matin, un sec télégramme signé “Lambeau” informe : “08H40 – Opérations terminées
définitivement au Vel d’Hiv à 08H30 – Vel d’Hiv évacué en totalité”.
13 152 arrestations, une centaine de survivants
“Les Allemands espéraient arrêter 27.427 juifs à Paris et en petite couronne, mais finalement il y en a
eu 13.152. Ca fait déjà beaucoup!”, explique le commissaire de l’exposition, Olivier Accarie Pierson.
“C’était la première fois que tout le monde était arrêté, femmes, enfants et vieillards inclus. Du coup de
nombreux policiers avaient fait fuiter l’information la veille de la rafle. Les Allemands étaient furieux”,
révèle le comissaire de l’exposition.
Moins d’une centaine de ces raflés reviendront d’Auschwitz mais aucun enfant. La famille du
commissaire adjoint de l’exposition, Charles Trémil, 77 ans, figure parmi les victimes. De 7 à 10ans,
M.Trémil a vécu dans la clandestinité et se souvient: “Le souvenir le plus marquant de cette époque,
c’est la peur.”
Outre les rafles, les archives qu’il a longuement parcourues – celles du IIIe arrondissementuniquement,
les autres étant passées au pilon à la Libération – racontent la vie sous l’Occupation : “On voit que les
gens volent des couvertures, de la nourriture, des tickets de rationnement, du charbon…”, détaille M.
Trémil.
Les notes des RG sont les plus précises, selon M. Trémil : “Ils écrivent que les gens ont faim et froid,
qu’ils veulent le retour des prisonniers de guerre, qu’ils souhaitent la victoire des Anglais.” Des
révélations qui l’ont beaucoup étonné: “je pensais que les RG allaient caresser le pouvoir dans le sens
du poil, mais pas du tout !”.
Une exposition en forme d’hommage aux victimes de la rafle du Vel d’Hiv dont on commémore les 70
ans ce lundi 16 juillet.

Pagine tratte dal libro di Adam Rayski “16 et 17 juillet 1942: la rafle du Vélodrome d’
Hiver”

Pag. 40 - 41
Lettura della testimonianza del sopravvissuto Joseph Weismann
Documentario “La rafle du Vél. D’ Hiv”
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Scienze
                                   Razze umane: no grazie!
Esistono le razze umane?
A differenza di quanto affermavano gli “scienziati” del regime, nel 1938, nella specie Homo
sapiens, le razze non esistono perché, biologicamente parlando, le differenze tra le popolazioni
sono insufficienti per poter parlare di razze distinte, al contrario di quanto succede nel mondo
animale. “Razza” è una parola che conduce ad ambiti e relazioni molto diverse tra loro.

                                        Ambito scientifico
           Prime classificazioni di razze umane, (Linneo, Buffon, Kant,
           Blumenbach, Cuvier)
           Darwin e la teoria dell’Evoluzione
           Le leggi di Mendel
           Genetica delle popolazioni
           Scoperte e nuove teorie scientifiche del XX secolo
           Progetto “Genoma umano”
           Mappe geniche
Questa carta geografica, oltre ad essere emblematica dell’indottrinamento richiesto dal regime
fascista alla scuola italiana dopo la promulgazione delle leggi razziali, rispecchia perfettamente
le teorie maggioritarie di quel momento riguardo alla definizione delle razze umane: ogni razza

è sistemata nel suo luogo geografico in confini precisi e qui unicamente definita per mezzo del
colore della pelle. Gli ebrei sono descritti come “senza terra” quindi senza collocazione
geografica e anche per questo sono da considerarsi ai margini e inferiori.
                                                18
Arte: Ebrei a fumetti

Il fumetto preso in considerazione è “MAUS” di Art Spiegelman e La storia di Anne Frank .
In questo fumetto sono riproposte quasi tutte le immagini più ricorrenti dell’Olocausto:
i due cancelli di Auschwitz, le torrette di guardia, le fosse comuni. Queste immagini, nell’opera
di Spiegelman, rappresentano la memoria stessa .
L’autore riproduce in questo fumetto molte fotografie ormai entrate di diritto nel nostro
immaginario.
Un padre scampato all’Olocausto, una madre che non c’è più da troppo tempo, un figlio che fa
il cartoonist e cerca di ristabilire un rapporto con quel genitore anziano, malato, così lontano
per mentalità e abitudini. Forse, l’unica via per ritrovarsi è ripercorrere insieme, padre e figlio,
la lontana vicenda di Vladek e Anja Spiegelman. Dall’epoca felice del loro fidanzamento e
matrimonio nella Polonia degli anni Trenta fino all’incubo della guerra, dell’occupazione
nazista, della persecuzione e dell’internamento ad Auschwitz.
Così, la Polonia invasa dai tedeschi si intreccia agli Stati Uniti dei nostri giorni, una baracca di
Auschwitz a una casa di New York. La piccola struggente storia di una famiglia ebraica
travolta dalla più immane tragedia del Novecento si intreccia alla piccola storia di un giovane
uomo che tenta di fare i conti con le sue origini. Ma quel passato non riguarda soltanto lui:
riguarda tutti,
e tutti costringe a confrontarsi con quanto è successo e con un sotterraneo, inevitabile senso di
colpa. La colpa di essere, ancora e comunque, dei sopravvissuti. Raccontato nella forma di un
fumetto dove gli ebrei sono topi e i nazisti gatti, Maus alterna tragedia e divertimento, brutalità
e tenerezza: un grande romanzo con cui Art Spiegelman è riuscito a dire l’impossibile
attraverso la pietas artistica.

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Scienze Motorie

Lo sport europeo sotto il nazionalsocialismo. Dai giochi olimpici di Berlino ai giochi olimpici
di Londra (1936-1948)

                                          Attraverso lo straordinario sviluppo delle pratiche e
                                          delle culture sportive, è possibile leggere tutta la storia
                                          del XX secolo, ma, in particolar modo, i capitoli più bui
                                          di questa storia, scritti all’epoca dei Giochi olimpici di
                                          Berlino organizzati dal Terzo Reich, fino al
                                          rinnovamento olimpico abbozzato dopo la guerra con le
                                          Olimpiadi di Londra del 1948.
                                          In effetti, fu quello il periodo in cui in Europa si affermò
                                          una “nuova era dello sport”, contrassegnata da un
                                          controllo totalitario degli sportivi e delle masse di
                                          spettatori, da una collaborazione sportiva con
                                          l’occupante, da politiche di esclusione degli atleti
                                          ritenuti indesiderabili, da umiliazioni e violenze inflitte
                                          soprattutto ai campioni sportivi che dovettero subire la
                                          deportazione.
                                          Per i governi totalitari ed autoritari, le competizioni
                                          sportive internazionali rappresentano un’opportunità
                                          straordinaria sia per rafforzare la coesione interna dello
                                          Stato, vale a dire il senso di identità nazionale del
popolo, sia per dimostrare agli altri Paesi la propria forza e la propria superiorità.
Tuttavia lo sport è stato anche un potente strumento di riarmo morale e fisico per le minoranze
oppresse, per i resistenti, e persino per alcuni prigionieri nei campi di concentramento.

                                                20
Inglese
Nicholas Winton, esempio di umanità.

Nel 1938 Nicholas Winton, nato il 19 maggio del 1909, lavorava come impiegato alla Borsa
Valori, nella località inglese di Maidenhead, Berkshire.
Qualche giorno prima del Natale di quell’anno, Winton
stava ultimando i dettagli di un viaggio di vacanza in
Svizzera. Era giovane, guadagnava bene e poteva
permetterselo. Ma una semplice telefonata mandò a monte
il suo programma di sciare sulle Alpi. Una telefonata che
avrebbe cambiato il corso della sua vita per sempre.
Il suo amico Martin Blake, che lavorava in un comitato di
soccorso per rifugiati adulti della Cecoslovacchia,
parzialmente invasa dal Terzo Reich, gli chiedeva aiuto.
Winton andò per contro proprio a Praga; prese alloggio all’albergo Sroubeck in Piazza
Venceslao, e in capo a qualche giorno di lavoro insieme al suo amico si rese conto che non
c’erano piani specifici per salvare le vite dei bambini.
Immediatamente prese contatto con il Refugee Children's Movement (RCM) di Londra,
movimento che riuniva ebrei, quaccheri e diversi gruppi di cristiani. La missione di questa
organizzazione era di trovare l’alloggiamento e il denaro che il governo britannico pretendeva
come garanzia per approvare l’ingresso di rifugiati europei perseguitati dal nazismo in virtù di
una legge approvata qualche settimana prima del viaggio di Winton in Cecoslovacchia.
Il 21 novembre 1938, poco dopo il pogrom della Notte dei cristalli, la Camera dei Comuni del
Regno Unito aveva approvato una misura che permetteva di accogliere rifugiati minori di
diciassette anni a patto che avessero un luogo in cui alloggiare e che depositassero cinquanta
sterline (all’incirca 1500 dollari di oggi) per bambino come garanzia per il pagamento del
viaggio di ritorno in caso di rientro del rifugiato nel paese d’origine.
Nel giro di nove mesi Winton riuscì a evacuare dalla stazione Wilson di Praga 669 bambini in
otto treni diretti a Londra. Fra loro si trovava Karel Reisz, diventato poi regista, autore della
premiata pellicola “L’amante del tenente francese”. Oggi si ritiene che siano più di 5000 quelli
che vengono chiamati “i bambini Winton”, discendenti di quelli salvati da Nicholas.
Un nono treno con 250 bambini doveva partire il 3 settembre del 1939, se non fosse stato che
proprio quel giorno il Regno Unito dichiarò guerra alla Germania. Il treno non lasciò la
stazione e i bambini non riapparvero mai più. “Avevamo 250 famiglie che aspettavano i
bambini alla stazione di Liverpool Street di Londra. Se il treno fosse partito un giorno prima
sarebbe riuscito a compiere il suo tragitto”, raccontò Winton.
Per più di cinque decenni Nicholas Winton non rivelò a nessuno la sua impresa. La storia
divenne pubblica quando sua moglie Greta scoprì nella soffitta della sua casa una valigetta che
conteneva liste di bambini salvati e lettere dei loro genitori.
Dopo sei decenni la Corona Britannica riconobbe l’azione umanitaria di questo grande uomo,
conferendogli il titolo di Cavaliere della Corona. “Ho mantenuto segreto ciò che ho fatto anche
con la mia famiglia, e non ne parlerò con nessuno fino a quando non verrà dato l’annuncio
ufficiale”, commentò Winton quando seppe che il suo nome figurava nella lista delle
onorificenze che la regina pubblica alla fine di ogni anno.
Nicholas Winton compie 100 anni. È un ottimo momento per ricordarlo e celebrarlo.

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The Story
In December 1938, Nicholas Winton, a 29-year-old London stockbroker, was about to leave for
a skiing holiday in Switzerland, when he received a phone call from his friend Martin Blake
asking him to cancel his holiday and immediately come to Prague: "I have a most interesting
assignment and I need your help. Don't bother bringing your skis." When Winton arrived, he
was asked to help in the camps, in which thousands of refugees were living in appalling
conditions.

                                     MUNICH AGREEMENT
The Munich Conference was held September 29-30, 1938, following Hitler's demand to annex
the Sudetenland, a region in Czechoslovakia populated largely by ethnic Germans. The
resulting crisis led Britain and France, who had adopted a policy of appeasement, to pressure
Czechoslovakia to accede to Hitler's demands. No Czech representative was present at the
conference, and the agreement led to the destruction of the Czech state. Following the
conference, Winston Churchill warned: "Do not suppose that this is the end. This is only the
beginning of the reckoning."

In October 1938, after the ill-fated Munich Agreement between Germany and the Western
European powers, the Nazis annexed a large part of western Czechoslovakia, the Sudetenland.
Winton was convinced that the German occupation of the rest of the country would soon
follow. To him and many others, the outbreak of war seemed inevitable. The news of
Kristallnacht, the bloody pogrom (violent attack) against German and Austrian Jews on the
nights of November 9 and 10, 1938, had reached Prague. Winton decided to take steps.
"I found out that the children of refugees and other groups of people who were enemies of
Hitler weren't being looked after. I decided to try to get permits to Britain for them. I found out
that the conditions which were laid down for bringing in a child were chiefly that you had a
family that was willing and able to look after the child, and £50, which was quite a large sum of
money in those days, that was to be deposited at the Home Office. The situation was
heartbreaking. Many of the refugees hadn't the price of a meal. Some of the mothers tried
desperately to get money to buy food for themselves and their children. The parents desperately
wanted at least to get their children to safety when they couldn't manage to get visas for the
whole family. I began to realize what suffering there is when armies start to march."
In terms of his mission, Winton was not thinking in small numbers, but of thousands of
children. He was ready to start a mass evacuation.
"Everybody in Prague said, 'Look, there is no organization in Prague to deal with refugee
children, nobody will let the children go on their own, but if you want to have a go, have a go.'
And I think there is nothing that can't be done if it is fundamentally reasonable."
                               OPERATION KINDERTRANSPORT
On December 2, 1938, Jewish and Christian agencies began rescuing German and Austrian
Jewish children on Kindertransporten (children's transports). The "Refugee Children's
Movement," a group under the auspices of the Central British Fund for German Jewry or CBF
(which later became the World Jewish Relief organization), urged concerned Christians and
Jews to support "Operation Kindertransport." An extensive fund-raising effort was organized
and the British public responded generously, raising half a million British pounds in six
months. A large portion of this money was used to care for the children who were rescued.
Between December 1938 and May 1940, almost 10,000 children (infants to teenagers) were
rescued and given shelter at farms, hostels, camps, and in private homes in Britain. However,
this effort did not include the children of Czechoslovakia; and this is why the work of Nicholas
Winton was so vital.
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Independently of Operation Kindertransport (see sidebar), Nicholas Winton set up his own
rescue operation. At first, Winton's office was a dining room table at his hotel in Wenceslas
Square in Prague. Anxious parents, who gradually came to understand the danger they and their
children were in, came to Winton and placed the future of their children into his hands. Soon,
an office was set up on Vorsilska Street, under the charge of Trevor Chadwick. Thousands of
parents heard about this unique endeavor and hundreds of them lined up in front of the new
office, drawing the attention of the Gestapo. Winton's office distributed questionnaires and
registered the children. Winton appointed Trevor Chadwick and Bill Barazetti to look after the
Prague end when he returned to England. Many further requests for help came from Slovakia, a
region east of Prague.
Winton contacted the governments of nations he thought could take in the children. Only
Sweden and his own government said yes. Great Britain promised to accept children under the
age of 18 as long as he found homes and guarantors who could deposit £50 for each child to
pay for their return home.
Because he wanted to save the lives of as many of the endangered children as possible, Winton
returned to London and planned the transport of children to Great Britain. He worked at his
regular job on the Stock Exchange by day, and then devoted late afternoons and evenings to his
rescue efforts, often working far into the night. He made up an organization, calling it "The
British Committee for Refugees from Czechoslovakia, Children's Section." The committee
consisted of himself, his mother, his secretary and a few volunteers.
Winton had to find funds to use for repatriation costs, and a foster home for each child. He also
had to raise money to pay for the transports when the children's parents could not cover the
costs. He advertised in British newspapers, and in churches and synagogues. He printed groups
of children's photographs all over Britain. He felt certain that seeing the children's photos
would convince potential sponsors and foster families to offer assistance. Finding sponsors was
only one of the endless problems in obtaining the necessary documents from German and
British authorities.
"Officials at the Home Office worked very slowly with the entry visas. We went to them
urgently asking for permits, only to be told languidly, 'Why rush, old boy? Nothing will happen
in Europe.' This was a few months before the war broke out. So we forged the Home Office
entry permits."
On March 14, 1939, Winton had his first success: the first transport of children left Prague for
Britain by airplane. Winton managed to organize seven more transports that departed from
Prague's Wilson Railway Station. The groups then crossed the English Channel by boat and
finally ended their journey at London's Liverpool Street station. At the station, British foster
parents waited to collect their charges. Winton, who organized their rescue, was set on
matching the right child to the right foster parents.
The last trainload of children left on August 2, 1939, bringing the total of rescued children to
669. It is impossible to imagine the emotions of parents sending their children to safety,
knowing they may never be reunited, and impossible to imagine the fears of the children
leaving the lives they knew and their loved ones for the unknown.
On September 1, 1939 the biggest transport of children was to take place, but on that day Hitler
invaded Poland, and all borders controlled by Germany were closed. This put an end to
Winton's rescue efforts. Winton has said many times that the vision that haunts him most to this
day is the picture of hundreds of children waiting eagerly at Wilson Station in Prague for that
last aborted transport.
"Within hours of the announcement, the train disappeared. None of the 250 children aboard
was seen again. We had 250 families waiting at Liverpool Street that day in vain. If the train
had been a day earlier, it would have come through. Not a single one of those children was
heard of again, which is an awful feeling."
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The significance of Winton's mission is verified by the fate of that last trainload of children.
Moreover, most of the parents and siblings of the children Winton saved perished in the
Holocaust.
After the war, Nicholas Winton didn't tell anyone, not even his wife Grete about his wartime
rescue efforts. In 1988, a half century later, Grete found a scrapbook from 1939 in their attic,
with all the children's photos, a complete list of names, a few letters from parents of the
children to Winton and other documents. She finally learned the whole story. Today the
scrapbooks and other papers are held at Yad Vashem, the Holocaust Martyrs' and Heroes'
Remembrance Authority, in Israel.
Grete shared the story with Dr. Elisabeth Maxwell, a Holocaust historian and the wife of
newspaper magnate Robert Maxwell. Robert Maxwell arranged for his newspaper to publish
articles on Winton's amazing deeds. Winton's extraordinary story led to his appearance on
Esther Rantzen's BBC television program, That's Life. In the studio, emotions ran high as
Winton's "children" introduced themselves and expressed their gratitude to him for saving their
lives. Because the program was aired nationwide, many of the rescued children also wrote to
him and thanked him. Letters came from all over the world, and new faces still appear at his
door, introducing themselves by names that match the documents from 1939.
The rescued children, many now grandparents, still refer to themselves as "Winton's children."
Among those saved are the British film director Karel Reisz (The French Lieutenant's Woman,
Isadora, and Sweet Dreams), Canadian journalist and news correspondent for CBC, Joe
Schlesinger (originally from Slovakia), Lord Alfred Dubs (a former Minister in the Blair
Cabinet), Lady Milena Grenfell-Baines (a patron of the arts whose father, Rudolf Fleischmann,
saved Thomas Mann from the Nazis), Dagmar Símová (a cousin of the former U.S. Secretary
of State, Madeleine Albright), Tom Schrecker, (a Reader's Digest manager), Hugo Marom (a
famous aviation consultant, and one of the founders of the Israeli Air Force), and Vera Gissing
(author of Pearls of Childhood) and coauthor of Nicholas Winton and the Rescued Generation.
Winton has received many acknowledgements for his humanitarian pre-war deeds. He received
a letter of thanks from the late Ezer Weizman, a former president of the State of Israel. He was
made an Honorary Citizen of Prague. In 1993, Her Majesty, Queen Elizabeth II, awarded him
the MBE (Member of the British Empire), and on October 28, 1998, Václav Havel, then
president of the Czech Republic, awarded him the Order of T.G. Masaryk at Hradcany Castle
for his heroic achievement. On December 31, 2002, Winton received a knighthood from Queen
Elizabeth II for his services to humanity. Winton's story is also the subject of two films by
Czech filmmaker Matej Minác: All My Loved Ones and the award-winning Nicholas Winton:
The Power of Good.
Today, Sir Nicholas Winton, age 100, resides at his home in Maidenhead, Great Britain. He
still wears a ring given to him by some of the children he saved. It is inscribed with a line from
the Talmud, the book of Jewish law. It reads:

                                "Save one life, save the world.".

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Musica e Shoah
“Lì dove senti cantare, fermati e non aver paura; i malvagi
non hanno canzoni”. Purtroppo non è stato sempre così.
Quando f u costruito Auschwitz, era già nella tradizione dei
campi di concentramento nazisti formare un’orchestra degli
internati. Mentre le squadre si avviavano al lavoro o
tornavano, i musicisti dovevano suonare. La morte, le
torture, il dolore, il sangue, la fame, la vita ridotta a niente
imperversavano, ma l’orchestra e la musica non potevano mancare!
Nei campi gli altoparlanti diffondevano musica da ballo per dare la sveglia o avviare al lavoro
forzato; nei campi c’erano perfino orchestre formate dai deportati costretti a suonare mentre i
loro parenti, amici, si avviavano verso la morte.
In questi luoghi irreali risuonava musica vera, la grande musica: Mozart, Verdi, Puccini,
perfino il jazz . Nei campi di sterminio, gli ufficiali delle SS, frequentavano i concerti delle
orchestre dei deportati, per distrarsi un po’ dal loro ‘lavoro’, sfuggire alla noia delle domeniche
pomeriggio nei Lager e riaffermare il loro amore per la musica classica.
Orchestre da camera, sinfoniche o gruppi di mandolinisti, si ‘esibivano’ nei ghetti di Varsavia,
Vilnius, Lwóv o di Lódź. Oltre alle orchestre di musica classica, si esibivano, gruppi che
eseguivano musica leggera. Era frequente ascoltare brani di Irving Berlin, Duke Ellington e
Cole Porter.
A Buchenwald operò il giovane direttore d’orchestra cecoslovacco Vlastimil Louda che il 1°
agosto 1943 organizzò il primo concerto del campo il cui programma includeva, tra l’altro, una
fantasia sui temi dell’opera Dalibor di Smetana, brani di Mozart Eine Kleine Nachtmusik e la
marcia Erinnerung an Buchenwald (Ricordo di Buchenwald), appositamente realizzata da un
deportato: Ondrej Volráb.
Lo stesso avveniva in altri campi, dove il repertorio abbracciava le Danze slave n. 8 e n. 10 di
Dvořák, Sinfonie di Beethoven, l’Incompiuta di Schubert, La Traviata di Verdi e, poi ‘operette’
di Franz Lehar e il Lohengrin di Wagner.
A Dachau era stato internato il compositore Jiulius Schloss e il repertorio dell’orchestra
comprendeva opere di Mendelssohn, di Listz e di Offenbach. Fra i musicisti rinchiusi ad
Auschwitz c’erano il chitarrista jazz Heinz ‘Coco’ Schumann e i compositori Szymon Laks e
Jozef Kropinski, al quale si devono più di 300 fra, canzoni, ballate e pezzi per pianoforte o per
quartetti d’archi, tutti realizzati durante la deportazione.
Ad Auschwitz si ‘esibiva’ anche un’orchestra di zingari, un quartetto d’archi e un’orchestra
maschile. Assai celebre, anche perché unica nel suo genere, infine, un’orchestra tutta
femminile, che assunse particolare rilievo a partire dai primi mesi del 1943, dopo l’arrivo al
campo di Alma Rosé, figlia di Justine Mahler (sorella minore di Gustav Mahler) e di Arnold
Rosé, famoso primo violino dell’Orchestra Filarmonica di Vienna e fondatore del Quartetto
Rosé.
Emilio Jani, un ebreo triestino deportato ad Auscwitz nel 1944, racconta di aver eseguito brani
di Leoncavallo, di Puccini, Donizetti.
A Terezin, vivevano all’interno del ghetto almeno cinque compositori di grande statura:
Pavel Haas, Hans Kràsa, Viktor Ullmann, Gideon Klein e Sigmund Schul.
Dal punto di vista del linguaggio musicale le influenze andavano dal tardoromanticismo
europeo fino a Gustav Mahler e alle opere giovanili di Arnold Schönberg, all’espressionismo e
allo stile di Alban Berg.

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