Istituto Comprensivo "don Lorenzo Milani" - Cittadinanza & Costituzione - a.s. 2015/2016 - Ariano Irpino
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Istituto Comprensivo "don Lorenzo Milani" Cittadinanza & Costituzione Attività di educazione alla memoria, ai diritti umani, alla legalità a.s. 2015/2016
Attività 2 Concorsi 4 Progetto 10 Luoghi della memoria e Istituzioni 11 .....da ricordare 27 Incontri e Teatro 28 Libri e memoria 29 Cinema e memoria 30 “Hai visto il male, hai visto tutte le forme del male, per questo devi rivolgerti alle persone. Perché le persone dovrebbero avere una nozione di ciò che il male è, dovrebbero averne una qualche comprensione. Così come dovrebbero avere una nozione del fatto che, di fronte al male, è possibile rimanere umani. Questo non va mai dimenticato, quando si insegna l’Olocausto: si può fare esperienza del male, di un terribile male, ma non identificare se stessi con questo male; non diventare male a propria volta. Aharon Appelfeld, Cosa fare del male che si è guardato in faccia? 1
Attività L’attività di Educazione alla Memoria che viene proposta per questo anno scolastico si apre con una citazione dello scrittore israeliano Aharon Appelfeld, ebreo di origine rumena, che aveva soli 8 anni all’epoca della Shoah e dunque fu testimone oculare da bambino della guerra e dell’orrore della persecuzione degli ebrei. In ogni guerra, i bambini sono le vittime più indifese. Brutalmente trasportati da un mondo familiare e rassicurante a un mondo sconosciuto, fatto di privazioni, esclusione, paura, fame, violenza, sono spesso costretti a seguire il destino degli adulti, senza avere né gli strumenti per resistere o difendersi, né la capacità e maturità per comprendere la situazione. Inoltre, nei libri di storia i bambini non hanno voce, sono assenti oppure spariscono dietro le cifre delle vittime o nelle ricostruzioni dei grandi eventi. Non che non abbiano lasciato tracce della propria percezione del male, si pensi ai diari come quello di Anne Frank, per fare solo un esempio molto conosciuto, oppure ai disegni dei bambini ebrei rinchiusi nel campo-ghetto di Terezin in Cecoslovacchia, ma nella maggioranza dei casi la storiografia non si interessa al loro punto di vista, ritenendoli testimoni ingenui e forse poco affidabili proprio per l’età in cui hanno vissuto e visto compiersi il male. Eppure in un genocidio come la Shoah, l’assassinio programmato dei bambini rappresenta proprio una delle specificità di questo crimine. Sotto il Terzo Reich, un milione e mezzo di bambini ebrei vengono assassinati per la sola colpa di essere nati. La maggior parte di loro aveva meno di quindici anni. Solo ad Auschwitz, i bambini ebrei rappresentarono oltre il 20% delle vittime. L’attività che si propone agli allievi ha una forte dimensione storica perché è solo da un corretto approccio con la storia della Shoah che può nascere una memoria collettiva della Shoah capace di interrogare moralmente il nostro presente. Per questo non chiederemo ai nostri studenti di identificarsi nelle vittime, né vogliamo produrre solo commozione nel raccontare loro le vicende tragiche dei bambini sotto il regime hitleriano, ma proveremo invece ad accompagnarli in una riflessione sul senso della vita sotto una dittatura, sui diritti fondamentali dei bambini e di ogni essere umano. 2
"Insegnare la Shoah attraverso la storia di Anne Frank" Incontro di formazione per i docenti, relatrice Roberta Gibertoni - Pro Forma Memoria L' incontro si terrà presso l' istituto Comprensivo "don Lorenzo Milani" plesso Covotta - Piazza Dante, 1 - 19 ottobre con inizio alle ore 15:00. Giovedì 22 ottobre 2015: inaugurazione della mostra "Anne Frank: una storia attuale". Saranno presenti: Aart Heering - portavoce dell’ Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi in Italia Nico Kamp, Console onorario del Regno dei Paesi Bassi a Firenze Riccardo Pacifici, ex Presidente della Comumità Ebraica di Roma 23 ottobre - 22 novembre 2015, istituto Comprensivo "don Lorenzo Milani" plesso Covotta Piazza Dante, 1 "Anne Frank, una storia attuale" . Mostra documentaria a cura della Anne Frank House di Amsterdam, distribuita in Italia da Pro Forma Memoria. L’allestimento è stato possibile grazie al contributo dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi in Italia. La storia della Shoah raccontata attraverso la vita della giovane Anne Frank. Fotografie, molte della quali inedite, immagini, citazioni delle pagine del diario di Anne raccontano la condizione di una famiglia ebrea nel periodo nazista. Allo stesso tempo, attraverso significative immagini fotografiche e riproduzioni documentarie, la mostra offre una dettagliata ed accessibile informazione sul contesto storico. Accanto alle vicende vissute dalla famiglia Frank vengono presentati con efficacia temi quali l’ascesa del nazionalismo e la ricerca di un capro espiatorio, le epurazioni, l’atteggiamento nei confronti degli ebrei, la Shoah, fino ai diritti dell’uomo e al loro rispetto nelle nostre società. Ingresso gratuito. Per le scolaresche è consigliata la prenotazione. 3
Concorsi BANDO DI CONCORSO Anno scolastico 2015/2016 Nell’ambito delle iniziative che saranno realizzate nel nostro Paese in occasione del “Giorno della Memoria” fissato per il 27 gennaio di ogni anno, questo Ministero, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, bandisce per l’anno scolastico 2015/2016, la XIV edizione del concorso scolastico nazionale “I giovani ricordano la Shoah” rivolto a tutti gli allievi del primo e secondo ciclo di istruzione, al fine di promuovere studi e approfondimenti sul tragico evento che ha segnato la storia europea del ‘900. Alle classi del primo ciclo di istruzione – scuola primaria - è proposta la seguente traccia: L’aiuto e la solidarietà offerti durante la Shoah a chi ne aveva bisogno hanno contribuito a salvare vite umane. Siete venuti a conoscenza di episodi, avete letto libri o visto film sull’argomento che vi hanno fatto riflettere? Confrontatevi ed esprimete i vostri pensieri nelle forme espressive che vi sono più congeniali (disegni, poesie, racconti, sceneggiature, ecc.) Alle classi del primo ciclo di istruzione – scuola secondaria di I grado - è proposta la seguente traccia: In diversi momenti della storia, i libri sono stati censurati, sequestrati o bruciati. Nella Germania nazista furono date alle fiamme opere considerate ostili al regime o scritte da autori ebrei. Nell’Italia fascista, dopo l’espulsione di studenti e docenti ebrei dalle scuole pubbliche, fu vietata l’adozione di libri di testo di autori di «razza ebraica»; dal febbraio 1939 persino le carte geografiche murali, prodotte da geografi ebrei, scomparvero dalle aule scolastiche, sostituite con materiale prodotto da «ariani». Dopo un lavoro di ricerca e di riflessione sul valore del libro, espressione del libero pensiero, e sulle conseguenze che possono derivare dalla discriminazione e dalla censura, realizzate un prodotto collettivo nella forma espressiva a voi più congeniale. Valutazione dei lavori e premiazione dei vincitori Le istituzioni scolastiche dovranno inviare i lavori prodotti agli Uffici Scolastici Regionali di competenza entro il 1 dicembre 2015. Ciascun Ufficio Scolastico Regionale costituirà una Commissione incaricata di individuare per ogni ciclo di studi (primaria, secondaria di I grado e secondaria di II grado) due lavori ritenuti meritevoli di concorrere a livello nazionale. Sarà cura di ogni Ufficio Scolastico Regionale pubblicare sul proprio sito web, dal 31 dicembre 2015, l’elenco delle scuole selezionate per la fase concorsuale successiva. I lavori prescelti dalla Commissione e la relativa motivazione, dovranno essere inviati dagli UU.SS.RR., entro il 21 dicembre 2015 al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca –Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione - Viale Trastevere 76/A, 00153 Roma, piano III, stanza 444, Dott.ssa Anna Piperno. Al fine di consentire a tutte le realtà territoriali di partecipare alla selezione finale con lo stesso numero di elaborati, si sottolinea la necessità che gli Uffici Scolastici Regionali inoltrino a questo Ministero solo due lavori selezionati per ogni grado di studi (sei in totale). Non verranno presi in considerazione i lavori pervenuti senza il vaglio dei rispettivi organi preposti alla pre-selezione (Uffici Scolastici Regionali). 4
Per favorire una tempestiva e puntuale acquisizione dei dati utili alla valutazione nazionale, gli UU.SS.RR. sono pregati di comunicare ai referenti ministeriali (i cui indirizzi e-mail sono indicati di seguito nel bando) l’avvenuto invio del plico contenente gli elaborati selezionati. A livello nazionale sarà costituita una Commissione paritetica composta da rappresentanti del MIUR e dell’UCEI. La Commissione, dopo attenta valutazione dei lavori pervenuti, procederà all’individuazione di un vincitore per ogni grado di studi. In occasione del “Giorno della Memoria” i vincitori saranno premiati dall’On. Ministro e ricevuti dal Presidente della Repubblica e/o dalle più alte Cariche Istituzionali e dal Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Rilevazione statistica Considerata la crescente attenzione per l’iniziativa, testimoniata dalla consistente partecipazione al concorso da parte di scuole di ogni ordine e grado, appare opportuno, come già nei precedenti anni scolastici, monitorare la ricaduta dell’iniziativa attraverso la rilevazione di dati statistici. Tutte le scuole partecipanti sono pertanto invitate a compilare l’Allegato 1, che inoltreranno ai competenti Uffici Scolastici Regionali, insieme ai lavori prodotti. A loro volta, gli Uffici Scolastici Regionali, sono pregati di inviare, a questo Ministero, unitamente ai sei elaborati selezionati, anche l’Allegato 2, debitamente compilato. Si richiama l’attenzione degli Uffici Scolastici Regionali ad una attenta e puntuale compilazione dell’Allegato 2 per consentire alla Commissione ministeriale di elaborare, come ogni anno, la statistica di partecipazione al concorso. Al fine di facilitare i contatti è opportuno, inoltre, che siano comunicati ai referenti ministeriali, indicati nel presente bando, i nominativi dei componenti della commissione regionale e i loro riferimenti telefonici ed e-mail. Documentazione e riferimenti utili Materiali di documentazione sono reperibili sui seguenti siti internet: http://archivio.pubblica.istruzione.it/shoah/index.shtml www.ucei.it/giornodellamemoria www.testimonianzedailager.rai.it/index.htm www.cdec.it www.museoshoah.it Per ogni utile informazione si indicano i seguenti referenti: Dott.ssa Lina Grimaldi Tel. 06 58492315 lina.grimaldi@istruzione.it Prof.ssa Giovanna Grenga Tel. 06 58493396 giovanna.grenga@istruzione.it Dott.ssa Alessandra Baldi Tel. 06 58492206 alessandra.baldi@istruzione.it Allegati: 1. Scheda da compilare da parte delle scuole (All. 1) 2. Scheda da compilare da parte degli Uffici Scolastici Regionali (All. 2) 5
Allegato 1 compilare l’Allegato 1 a cura dell’Istituzione scolastica Inserire copia dell’Allegato 1 nel plico contenente l’elaborato per il concorso Partecipazione al concorso “ I giovani ricordano la Shoah” a.s. 2015/2016 Denominazione dell’Istituzione scolastica: Tipologia di istituto: Via: Città: Telefono: E-mail: Dirigente scolastico: Docente di riferimento : A) Indicazione del Grado delle scuole coinvolte: primaria secondaria di primo grado istituto comprensivo secondaria di secondo grado istituto d’istruzione superiore Classe Sezione Numero alunni 1^ 2^ 3^ 4^ 5^ 6
B) Docenti coinvolti per discipline Discipline Numero docenti Discipline umanistiche Discipline scientifiche Discipline artistiche Discipline economiche-giuridiche Discipline tecnico-professionali Altro Totale C) Esterni alla scuola Esterni Numero Testimoni storici Esperti Supporto tecnico Altro D) TITOLO DEL LAVORO E) Breve presentazione del lavoro svolto ( argomento, modalità operative, eventuale elaborazione interdisciplinare, partecipazione e coinvolgimento della classe, ruolo degli esperti esterni) 7
QUANDO! Con la legge 20 luglio 2000, n. 211, è stato istituito il "Giorno della Memoria". COSA! "La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati." DOVE! Da alcuni anni, in occasione della ricorrenza, il Centro di In-Form@zione e Libreria multimediale del Senato svolge con le scuole in visita a Palazzo Madama una serie di attività incentrate sulla Shoah e produce materiali didattici scaricabili dal sito del Senato. PERCHÉ! Lo scopo è quello di promuovere una partecipazione attiva alla commemorazione del 27 gennaio, affinché, unitamente all'aspetto celebrativo, possa costituire un'occasione di dialogo, riflessione e approfondimento sui valori della fratellanza, della solidarietà e della tolleranza, che nel momento più tragico e oscuro della Storia del nostro Paese e dell'Europa, in un clima di profondo smarrimento della coscienza collettiva, apparvero irrimediabilmente perduti. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato ai superstiti italiani dei Lager, ha affermato che "L'immane tragedia dei campi di concentramento nazisti rappresenta una pagina buia della storia e della civiltà europea. Inenarrabili sofferenze furono inflitte a vittime incolpevoli per motivi razziali, religiosi, sociali e culturali, politici....La memoria del sacrificio di migliaia di vittime ...costituisce un patrimonio prezioso da preservare, trasmettendo, soprattutto tra le giovani generazioni, i valori democratici di pace, tolleranza e fratellanza e sviluppando la riflessione sulla straordinaria attualità e sulla rilevanza, per i cittadini e per l'intera società, dei principi democratici sanciti dalla nostra Carta Costituzionale". Così il Giorno della Memoria viene "usato" come occasione per parlare dei valori di civiltà allo scopo di aiutare gli studenti a salvaguardare l’eredità lasciataci da coloro che reagirono alla barbarie della violenza e a lottare con le armi della ragione contro ogni forma di discriminazione e di odio razziale. COME! Partendo dal valore civile e morale della memoria, si vuole accendere nei giovani visitatori l’interesse per tutti coloro che, mettendo in atto ogni forma di solidarietà e a rischio della loro stessa vita, salvarono tanti ebrei dallo sterminio, meritando dallo Stato d’Israele il riconoscimento di "Giusti tra le Nazioni". Fra di essi sono annoverati tanti italiani. Sono proprio questi uomini, rimasti per molto tempo nell’anonimato, che in qualche modo hanno cancellato con il loro gesto generoso e disinteressato l’oscura pagina italiana delle leggi razziali approvate nel 1938. Parlare ai giovani di temi come l'Olocausto e la Shoah non è semplice! Occorre parlare il linguaggio dei giovani senza scadere nel semplicismo, fornendo i giusti riferimenti storici e utilizzando strumenti loro familiari, coinvolgendoli anche culturalmente ed emotivamente. 8
STUDENTI CHE RACCONTANO AI LORO COETANEI QUEI DRAMMATICI AVVENIMENTI STORICI: QUESTO È L'OBIETTIVO CHE SI PREFIGGE IL PROGETTO "PRO-MEMORIA", ORGANIZZATO IN OCCASIONE DEL GIORNO DELLA MEMORIA. QUESTO NUOVO PROGETTO SI RIVOLGE ALLE CLASSI TERZE DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO. Le classi possono partecipare in uno dei seguenti modi: 1) i ragazzi raccontano in maniera originale e creativa la storia del personaggio cui è intitolata la loro scuola (si tratta di personaggi che hanno vissuto l'esperienza storica della Shoah come ad esempio Anne Frank, Primo Levi, Giorgio Perlasca, Giovanni Palatucci,...) 2) i ragazzi illustrano in maniera originale e creativa la vita di un "Giusto tra le nazioni" scelto secondo la propria sensibilità, non solo fra gli italiani (http://www.yadvashem.org/yv/en/righteous/statistics.asp ) Gli elaborati sono presentati in una delle seguenti modalità: 1) Presentazione in power point (max 15 slide) 2) Video (max 3 minuti) Le classi che avranno presentato i migliori elaborati potranno partecipare alle attività organizzate dal Centro di In- Form@zione - Libreria multimediale del Senato per il Giorno della Memoria 2016. Gli elaborati presentati potranno essere utilizzati per pubblicazioni cartacee o elettroniche. Gli elaborati, unitamente alla richiesta di partecipazione, devono essere inviati entro il 4 dicembre 2015 al seguente indirizzo FormazioneInSenato@senato.it 9
Progetto La realizzazione del progetto prevede la partecipazione: dei docenti ed insegnanti, ognuno all’interno della propria area disciplinare; degli alunni delle classi e le famiglie; dei soggetti istituzionali operanti sul territorio, a livello nazionale e collaboratori. Finalità Favorire l’adozione concreta da parte dei giovani di stili di vita e comportamenti ispirati ai principi di legalità, convivenza civile, rispetto dei diritti umani e dell’ambiente, dell’intercultura, facendo riferimento ai principi ed ai valori espressi dalla Costituzione ed ai pronunciamenti internazionali sui diritti umani. Obiettivi imparare a riconoscere e gestire le proprie emozioni come propedeutica alla gestione non violenta dei conflitti; riflettere sul legame tra regola, convivenza e rispetto degli altri non come imposizione ma come opportunità; apprezzare l’importanza dei propri ricordi e dei loro mutamenti come fondamento dello sviluppo della propria personalità e identità, mai rigide ma sempre fluttuanti nello spazio e nel tempo; favorire la maturazione democratica individuale e collettiva. Metodologia: induttiva - deduttiva; attività laboratoriale; cooperative learning; pensiero divergente; learning by doing (apprendere dal fare); coinvolgimento in situazioni concrete. Strategie-Sussidi: dibattiti e brainstorming; giochi di ruolo analisi di immagini e testi; musica e canzoni; audiovisivi: interventi di esperti; partecipazione a concorsi; mostre mercatino di solidarietà; organizzazione di lavori collettivi per favorire l’autocontrollo, l’aiuto reciproco e la responsabilità personale; laboratori espressivi a piccoli gruppi per favorire la creatività, la collaborazione e la socialità; visite ai Palazzi Istituzionali; viaggi nei luoghi della memoria. 10
Luoghi della memoria e Istituzioni Roma - Palazzi istituzionali Quirinale Camera dei Deputati Palazzo Chigi 27 ottobre 2015 ore 12:00 12 novembre ore 12:00 19 marzo ore 11:00 Classi Classi Classi 3^ E 3^ A 3^ B 3^ D 3^ C Savignano - Greci Classi terze Aprile Luoghi della memoria Amsterdam - Casa di Anne Frank 11
Contenuti educazione alla memoria; educazione alla cittadinanza; educazione ai diritti umani; educazione alla trasformazione non violenta dei conflitti. Classi terze Il 27 gennaio 1945 l’Armata Rossa apriva i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz, rivelando al mondo gli orrori che vi erano stati consumati. Nel 2000 il Parlamento italiano istituiva il 27 gennaio il “Giorno della Memoria”, in “ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”. Discipline Attività Italiano e storia Letture - storia del Velodromo d’ Inverno - Scheda del film - Rappresentazione teatrale Scienze Razze umane: no grazie Francese Lettura di documenti e visione di documentari, in lingua originale. Inglese Sir Nicholas Winton, esempio di umanità. Arte Ebrei a fumetti “Maus” di Art Spiegelman Musica Musica e Shoah Scienze Motorie Lo sport europeo sotto il nazionalsocialismo Religione Commento della lettera pastorale dell’arcivescovo di Tolosa Jules-Gérard Saliège. Classe Coordinatori 3^A Prof.ssa Angela Aufiero 3^B Prof.ssa Grazia Vallone 3^C Prof.ssa Lucia De Vitto 3^D Prof.ssa Maria Carmela Grasso 3^E Prof. Baldassarre Maffei Savignano Prof. Leopoldo Colucci Greci Prof. ssa Anna Maria Barricelli Italiano Laboratorio di lettura e immagini Il diario di Anne Frank - La storia di Anne Frank a fumetti Film Il Diario di Anna Frank (1959) di George Stevens La storia di Anne Frank (2001) 12
Il diario di Anna Frank di George Stevens Regista: George Stevens Attori: Diane Baker Ed Wynn Joseph Schildkraut Lou Jacobi Millie Perkins Richard Beymer Shelley Winters Soggetto: Anne Frank Sceneggiatura: Frances Goodrich, Albert Hackett Scenografia: Lyle R. Wheeler, George W. Davis, Walter M. Scott, Stuart A. Reiss Fotografia: William C. Mellor Musiche: Alfred Newman Anno: 1959 Durata: 172’ Genere: drammatico TRAMA Amsterdam, 1945: Otto Frank è l'unico sopravvissuto della sua famiglia e ritorna dal campo di sterminio in cui era internato. Arrivato nella soffitta dove si era nascosto pochi anni prima insieme alle figlie Anna e Margot e alla moglie ritrova il diario scritto da Anna nel nascondiglio. Leggendolo la sua mente ritorna al 1942 quando la sua famiglia ed un'altra famiglia anch'essa di confessione ebraica per trovare scampo all'arresto delle SS (chiamate nel film Polizia verde) si rifugiarono, grazie all'aiuto di comuni amici, in una soffitta che si trovava sopra una fabbrica nascosta, nel centro di Amsterdam. VALUTAZIONE CRITICA Il lavoro, interessante e commovente, risente della sua origine letteraria e teatrale, ma è condotto con abilità. L'interpretazione è di prima qualità, non solo per quanto riguarda la giovane protagoniata, che ha un volto espressivo e mobilissimo, ma anche da parte di tutti gli altri attori che offrono un saggio di alta recitazione. PREMI 1960 - Premio Oscar Miglior attrice non protagonista a Shelley Winters Migliore fotografia a William C. Mellor Migliore scenografia 1960 - Golden Globe Miglior film promotore di Amicizia Internazionale 1960 - David di Donatello 13
La storia di Anne Frank di Robert Dornhelm Regista: Robert Dornhelm Attori: Hannah Taylor-Gordon: Anne Frank Ben Kingsley: Otto Frank Brenda Blethyn: Auguste van Pels Lili Taylor: Miep Gies Tatjana Blacher: Edith Frank Jessica Manley: Margot Frank Joachim Król: Hermann van Pels Nicholas Audsley: Peter van Pels Jan Niklas: Fritz Pfeffer Das Rob: Jan Gies Johannes Silberschneider: Johannes Kleiman Bolhuis Pietro: Victor Kugler Ela Lehotská: Bep Voskuijl Jade Williams: Hannah "Hanneli" Goslar Victoria Anne Brown: Jacqueline van Maarsen Sceneggiatura: Kirk Ellis, Melissa Müller Fotografia: Elemér Ragályi Montaggio: Mark Fitzgerald, Christopher Rouse Musiche: Graeme Revell Scenografia: Elemér Ragályi Costumi: Barbara Lane Anno: 2001 Durata: 190’ Genere: Drammatico TRAMA Nel 1939 Anne comincia a capire che il suo mondo intorno a lei sta cominciando a cambiare: i nazisti invadono i Paesi Bassi e.a lei e alla sua famiglia vengono sempre più sottratti i diritti civili. Sono costretti a registrarsi come ebrei e ad indossare stelle gialle ed Anna deve lasciare la sua scuola per frequentare un liceo ebraico. Lì incontra la sua nuova migliore amica. Per il suo tredicesimo compleanno Anne riceve in regalo un diario che usa subito per scrivervi i suoi pensieri. Poche settimane più tardi, in una domenica del luglio del 1942, Margot, sorella di Anne, viene convocata dai tedeschi per essere deportata in un "campo di lavoro". A quel punto il padre Otto Frank si trasferisce quindi con la sua famiglia in un alloggio segreto, seguito a breve da un'altra famiglia ebrea. Durante il loro soggiorno nell'alloggio, i membri della famiglia appena arrivata hanno costanti litigi e Anne inizia il suo primo rapporto serio e riceve il suo primo bacio. Il 4 agosto 1944 i Frank vengono traditi dalla donna delle pulizie che rivela l'alloggio segreto dove lei risiede. Gli otto clandestini vengono arrestati e il diario di Anne cade sul pavimento dimenticato da tutti. In seguito, i Frank vengono portati con un treno a Westerbork in un campo di concentramento provvisorio e poi ad Auschwitz, dove Anne, nonostante la sua voglia di vivere troverà la morte assieme alla sorella Margot. Il padre Otto riesce a sopravvivere e dopo la guerra cerca informazioni sulle sue figlie, scopre che sono morte entrambe e ritrova il vecchio diario di Anne, pieno di ricordi e decise di pubblicarlo. PREMI Hannah Taylor-Gordon ha ricevuto due nomination, sia ai Golden Globe che agli Emmy Award per la sua interpretazione di Anna Frank, mentre Ben Kingsley ha vinto un Actor Guild Award per la sua interpretazione di Otto Frank, il padre di Anne. 14
Storia Il “rastrellamento del Velodromo d’inverno” e la Lettera Pastorale censurata dell’arcivescovo di Tolosa Jules-Gérard Saliège Settanta anni fa, tra il 16 e il 17 luglio 1942, 13.152 ebrei parigini, tra cui 4.115 bambini, sono arrestati dalla polizia francese durante un’efferata operazione cinicamente soprannominata “vent printanier”, ovvero “vento di primavera”. La maggior parte di loro, purtroppo, morirà nel turpe lager nazista di Auschwitz. Passato tristemente alla storia come il “rastrellamento del Velodromo d’inverno”(la rafle du Vél d’hiv), dal nome del luogo dove furono presi alcuni di loro prima del trasferimento nei campi d’internamento di Drancy, Beaune-la-Rolande o Pithiviers, questa ondata di arresti non fu né il primo né l’ultimo. Ma è stato il più massiccio. Il primo raid scattò il 14 maggio 1941, l’ultimo nella primavera del 1944. In tutto, 76.000 ebrei dalla Francia furono deportati nei campi nazisti, dai quali ne ritornarono soltanto pochi superstiti. A questa operazione presero parte secondo i dati generalmente utilizzati, 4.500 forze di polizia, mentre stando a quanto scrive lo scrittore Maurice Rajsfus se ne registrarono in realtà ben 7.000 (in “La rafle du Vel d’hiv”) disposti su richiesta della autorità di occupazione, ma senza la loro partecipazione. Oltre una cinquantina di autobus della società furono requisiti Metropolitan con i loro driver. Il raid avrebbe dovuto riguardare soltanto gli ebrei stranieri (la deportazione degli ebrei di nazionalità francese, in realtà, sarebbe arrivata più tardi), e perciò fu stilata un’apposita lista, ma le autorità francesi si arrogarono il diritto di aggiungere ad essa anche i bambini, e dinanzi all’insufficienza dei mezzi per la “retata” (la polizia contava su 22.000 arresti), non si badò molto alla nazionalità. La voce di una simile operazione, in effetti, già circolava da qualche tempo tra la popolazione ebraica, ma alcuni ritenevano che sarebbe andata a finire come la precedente, altri invece stentavano a credere che si potesse arrivare a tanto, in ogni caso la maggior parte di loro non sapeva dove andare. La Circolare del direttore della polizia municipale Emile Hennequin dichiarò che le operazioni dovevano essere condotte “con la massima velocità, senza parole inutili e senza alcun commento”. I bambini non dovevano essere affidati ai vicini, ma presi insieme con i loro genitori, i celibi e le coppie senza figli furono condotti direttamente al campo di Drancy, inaugurato proprio nell’agosto del 1941, in vista di essere rapidamente deportati ad Auschwitz, mentre migliaia di famiglie ebree parigine furono inizialmente concentrate nel velodromo d’inverno prima di essere deportate nei campi di sterminio nazisti. In questo luogo vi rimasero alcuni giorni trattate in modo spaventoso – senz’acqua e senza cibo e tantomeno un materasso dove adagiarsi – semplicemente perché non era stato ancora deciso il loro destino. Le persone che poi furono autorizzate a prendere solo due borse per il cibo, presero d’assalto le gradinate tra i bambini che piangevano impauriti e un nauseante odore di escrementi. La collaborazione della polizia francese alla caccia agli ebrei decisa dai nazisti nella zona occupata, in realtà, fu facilitata dalla politica fortemente antisemita adottata dal regime di Vichy che istituì uno “statuto degli ebrei” il 3 ottobre 1940, che vietava agli ebrei di esercitare una serie di professioni (avvocato, medico, magistrato, ecc). Inoltre, il 29 marzo 1941, fu creato perfino un “commissariato per gli affari ebraici” … Nella zona occupata gli ebrei furono 15
costretti anche ad indossare la stella gialla, in segno di riconoscimento, imposto il 7 giugno 1942. Pertanto, per coloro che erano in possesso dei mezzi per fuggire, o che non potevano evitare di farsi registrare nel mese di ottobre del 1940, non c’era più alcuna scappatoia. È interessante rilevare come dinanzi a tanto orrore la Chiesa e la maggior parte dei suoi pastori non restò indifferente, come testimoniato dall’alta onorificenza conferita dallo Yad Vashem all’arcivescovo di Tolosa, il cardinale Jules-Gérard Saliège, aggiungendo una significativa incisione sulla medaglia dei Giusti, consegnata nel lontano 1970 – dopo che l’8 luglio 1969 era stato riconosciuto “Giusto tra le Nazioni” – ai familiari dell’alto prelato che, proprio a poca distanza di questo ignominioso rastrellamento, per la precisione il 23 agosto del 1942, scrisse una memorabile lettera pastorale in difesa degli ebrei per rammentare al governo collaborazionista di Vichy che «tutti gli ebrei sono nostri fratelli». Ma ecco, qui di seguito, il testo della Lettera Pastorale scritta dall’arcivescovo di Tolosa S.E. Mons. Saliège “Sulla persona umana”, che recava la perentoria postilla: “Da leggersi in tutte le chiese senza commenti”, ricalcando a grandi linee quella dell’episcopato olandese di aspra condanna per «lo spietato e ingiusto trattamento riservato agli ebrei», su suggerimento dell’arcivescovo di Utrecht mons. Johannes de Jong, fu letta in tutte le chiese il 26 luglio 1942. Miei cari Fratelli, C’è una morale cristiana. C’è una morale umana che impone doveri e riconosce diritti. Questi doveri e questi diritti risultano della natura umana. Vengono da Dio. Non possono essere violati. Non è in potere di nessun mortale di sopprimerli. Che bambini, donne, uomini, che padri e madri siano trattati come un vil gregge, che i membri di una stessa famiglia siano separati gli uni dagli altri e portati via, verso una destinazione sconosciuta, c’è voluto il nostro secolo per vedere questo triste spettacolo. Perché l’asilo nelle nostre chiese non esiste più? Perché noi siamo dei perdenti? Signore, abbi pietà di noi. Nostra Signora, prega per la Francia. […] Nella nostra diocesi, scene di orrore si sono tenute nei campi di Noé e di Récébédou. Gli ebrei sono uomini, le donne ebree sono donne. Non tutto è permesso contro di loro, contro gli uomini, contro le donne, contro questi padri e madri. Fanno parte del genere umano. Sono nostri fratelli come tanti altri. Un cristiano non può dimenticarlo. Francia, amata patria Francia che porti nella coscienza di tutti i tuoi figli la tradizione di rispetto per la persona umana. Francia cavalleresca e generosa, non dubito, tu non sei responsabile di questi orrori». 16
Francese PARIS Rafle du Vél d’Hiv: la police dévoile ses archives Pour la première fois, la préfecture de police de Paris expose ses archives de la rafle du Vel d’Hiv en juillet 1942, des documents uniques sur cette tragédie. Il y a 70 ans, le 13 juillet 1942, la préfecture de police, sur ordre des nazis, mobilise des milliers de policiers dans Paris et en banlieue pour “l’arrestation et le rassemblement d’un certain nombre de juifs étrangers” au Vélodrome d’Hiver. Le 16, l’état-major de la PP signale que “l’opération contre les juifs”, commencée à 04H00 du matin, est “ralentie par beaucoup de cas spéciaux : beaucoup d’hommes ont quitté leur domicile hier ; des femmes restent avec un tout jeune enfant ou avec plusieurs ; d’autres refusent d’ouvrir, il faut faire appel à un serrurier (…) l’opération est lente”. Parmi les nombreuses archives dévoilés par la police, des télégrammes qui témoignent de l’avancement de “l’opération”. Le 21, une note détaille le bilan des “opérations de ramassage des juifs” : “Hommes 3.118, femmes 5.919, enfants 4.115, soit au total 13.152 arrestations”. Enfin, le 22 au matin, un sec télégramme signé “Lambeau” informe : “08H40 – Opérations terminées définitivement au Vel d’Hiv à 08H30 – Vel d’Hiv évacué en totalité”. 13 152 arrestations, une centaine de survivants “Les Allemands espéraient arrêter 27.427 juifs à Paris et en petite couronne, mais finalement il y en a eu 13.152. Ca fait déjà beaucoup!”, explique le commissaire de l’exposition, Olivier Accarie Pierson. “C’était la première fois que tout le monde était arrêté, femmes, enfants et vieillards inclus. Du coup de nombreux policiers avaient fait fuiter l’information la veille de la rafle. Les Allemands étaient furieux”, révèle le comissaire de l’exposition. Moins d’une centaine de ces raflés reviendront d’Auschwitz mais aucun enfant. La famille du commissaire adjoint de l’exposition, Charles Trémil, 77 ans, figure parmi les victimes. De 7 à 10ans, M.Trémil a vécu dans la clandestinité et se souvient: “Le souvenir le plus marquant de cette époque, c’est la peur.” Outre les rafles, les archives qu’il a longuement parcourues – celles du IIIe arrondissementuniquement, les autres étant passées au pilon à la Libération – racontent la vie sous l’Occupation : “On voit que les gens volent des couvertures, de la nourriture, des tickets de rationnement, du charbon…”, détaille M. Trémil. Les notes des RG sont les plus précises, selon M. Trémil : “Ils écrivent que les gens ont faim et froid, qu’ils veulent le retour des prisonniers de guerre, qu’ils souhaitent la victoire des Anglais.” Des révélations qui l’ont beaucoup étonné: “je pensais que les RG allaient caresser le pouvoir dans le sens du poil, mais pas du tout !”. Une exposition en forme d’hommage aux victimes de la rafle du Vel d’Hiv dont on commémore les 70 ans ce lundi 16 juillet. Pagine tratte dal libro di Adam Rayski “16 et 17 juillet 1942: la rafle du Vélodrome d’ Hiver” Pag. 40 - 41 Lettura della testimonianza del sopravvissuto Joseph Weismann Documentario “La rafle du Vél. D’ Hiv” 17
Scienze Razze umane: no grazie! Esistono le razze umane? A differenza di quanto affermavano gli “scienziati” del regime, nel 1938, nella specie Homo sapiens, le razze non esistono perché, biologicamente parlando, le differenze tra le popolazioni sono insufficienti per poter parlare di razze distinte, al contrario di quanto succede nel mondo animale. “Razza” è una parola che conduce ad ambiti e relazioni molto diverse tra loro. Ambito scientifico Prime classificazioni di razze umane, (Linneo, Buffon, Kant, Blumenbach, Cuvier) Darwin e la teoria dell’Evoluzione Le leggi di Mendel Genetica delle popolazioni Scoperte e nuove teorie scientifiche del XX secolo Progetto “Genoma umano” Mappe geniche Questa carta geografica, oltre ad essere emblematica dell’indottrinamento richiesto dal regime fascista alla scuola italiana dopo la promulgazione delle leggi razziali, rispecchia perfettamente le teorie maggioritarie di quel momento riguardo alla definizione delle razze umane: ogni razza è sistemata nel suo luogo geografico in confini precisi e qui unicamente definita per mezzo del colore della pelle. Gli ebrei sono descritti come “senza terra” quindi senza collocazione geografica e anche per questo sono da considerarsi ai margini e inferiori. 18
Arte: Ebrei a fumetti Il fumetto preso in considerazione è “MAUS” di Art Spiegelman e La storia di Anne Frank . In questo fumetto sono riproposte quasi tutte le immagini più ricorrenti dell’Olocausto: i due cancelli di Auschwitz, le torrette di guardia, le fosse comuni. Queste immagini, nell’opera di Spiegelman, rappresentano la memoria stessa . L’autore riproduce in questo fumetto molte fotografie ormai entrate di diritto nel nostro immaginario. Un padre scampato all’Olocausto, una madre che non c’è più da troppo tempo, un figlio che fa il cartoonist e cerca di ristabilire un rapporto con quel genitore anziano, malato, così lontano per mentalità e abitudini. Forse, l’unica via per ritrovarsi è ripercorrere insieme, padre e figlio, la lontana vicenda di Vladek e Anja Spiegelman. Dall’epoca felice del loro fidanzamento e matrimonio nella Polonia degli anni Trenta fino all’incubo della guerra, dell’occupazione nazista, della persecuzione e dell’internamento ad Auschwitz. Così, la Polonia invasa dai tedeschi si intreccia agli Stati Uniti dei nostri giorni, una baracca di Auschwitz a una casa di New York. La piccola struggente storia di una famiglia ebraica travolta dalla più immane tragedia del Novecento si intreccia alla piccola storia di un giovane uomo che tenta di fare i conti con le sue origini. Ma quel passato non riguarda soltanto lui: riguarda tutti, e tutti costringe a confrontarsi con quanto è successo e con un sotterraneo, inevitabile senso di colpa. La colpa di essere, ancora e comunque, dei sopravvissuti. Raccontato nella forma di un fumetto dove gli ebrei sono topi e i nazisti gatti, Maus alterna tragedia e divertimento, brutalità e tenerezza: un grande romanzo con cui Art Spiegelman è riuscito a dire l’impossibile attraverso la pietas artistica. 19
Scienze Motorie Lo sport europeo sotto il nazionalsocialismo. Dai giochi olimpici di Berlino ai giochi olimpici di Londra (1936-1948) Attraverso lo straordinario sviluppo delle pratiche e delle culture sportive, è possibile leggere tutta la storia del XX secolo, ma, in particolar modo, i capitoli più bui di questa storia, scritti all’epoca dei Giochi olimpici di Berlino organizzati dal Terzo Reich, fino al rinnovamento olimpico abbozzato dopo la guerra con le Olimpiadi di Londra del 1948. In effetti, fu quello il periodo in cui in Europa si affermò una “nuova era dello sport”, contrassegnata da un controllo totalitario degli sportivi e delle masse di spettatori, da una collaborazione sportiva con l’occupante, da politiche di esclusione degli atleti ritenuti indesiderabili, da umiliazioni e violenze inflitte soprattutto ai campioni sportivi che dovettero subire la deportazione. Per i governi totalitari ed autoritari, le competizioni sportive internazionali rappresentano un’opportunità straordinaria sia per rafforzare la coesione interna dello Stato, vale a dire il senso di identità nazionale del popolo, sia per dimostrare agli altri Paesi la propria forza e la propria superiorità. Tuttavia lo sport è stato anche un potente strumento di riarmo morale e fisico per le minoranze oppresse, per i resistenti, e persino per alcuni prigionieri nei campi di concentramento. 20
Inglese Nicholas Winton, esempio di umanità. Nel 1938 Nicholas Winton, nato il 19 maggio del 1909, lavorava come impiegato alla Borsa Valori, nella località inglese di Maidenhead, Berkshire. Qualche giorno prima del Natale di quell’anno, Winton stava ultimando i dettagli di un viaggio di vacanza in Svizzera. Era giovane, guadagnava bene e poteva permetterselo. Ma una semplice telefonata mandò a monte il suo programma di sciare sulle Alpi. Una telefonata che avrebbe cambiato il corso della sua vita per sempre. Il suo amico Martin Blake, che lavorava in un comitato di soccorso per rifugiati adulti della Cecoslovacchia, parzialmente invasa dal Terzo Reich, gli chiedeva aiuto. Winton andò per contro proprio a Praga; prese alloggio all’albergo Sroubeck in Piazza Venceslao, e in capo a qualche giorno di lavoro insieme al suo amico si rese conto che non c’erano piani specifici per salvare le vite dei bambini. Immediatamente prese contatto con il Refugee Children's Movement (RCM) di Londra, movimento che riuniva ebrei, quaccheri e diversi gruppi di cristiani. La missione di questa organizzazione era di trovare l’alloggiamento e il denaro che il governo britannico pretendeva come garanzia per approvare l’ingresso di rifugiati europei perseguitati dal nazismo in virtù di una legge approvata qualche settimana prima del viaggio di Winton in Cecoslovacchia. Il 21 novembre 1938, poco dopo il pogrom della Notte dei cristalli, la Camera dei Comuni del Regno Unito aveva approvato una misura che permetteva di accogliere rifugiati minori di diciassette anni a patto che avessero un luogo in cui alloggiare e che depositassero cinquanta sterline (all’incirca 1500 dollari di oggi) per bambino come garanzia per il pagamento del viaggio di ritorno in caso di rientro del rifugiato nel paese d’origine. Nel giro di nove mesi Winton riuscì a evacuare dalla stazione Wilson di Praga 669 bambini in otto treni diretti a Londra. Fra loro si trovava Karel Reisz, diventato poi regista, autore della premiata pellicola “L’amante del tenente francese”. Oggi si ritiene che siano più di 5000 quelli che vengono chiamati “i bambini Winton”, discendenti di quelli salvati da Nicholas. Un nono treno con 250 bambini doveva partire il 3 settembre del 1939, se non fosse stato che proprio quel giorno il Regno Unito dichiarò guerra alla Germania. Il treno non lasciò la stazione e i bambini non riapparvero mai più. “Avevamo 250 famiglie che aspettavano i bambini alla stazione di Liverpool Street di Londra. Se il treno fosse partito un giorno prima sarebbe riuscito a compiere il suo tragitto”, raccontò Winton. Per più di cinque decenni Nicholas Winton non rivelò a nessuno la sua impresa. La storia divenne pubblica quando sua moglie Greta scoprì nella soffitta della sua casa una valigetta che conteneva liste di bambini salvati e lettere dei loro genitori. Dopo sei decenni la Corona Britannica riconobbe l’azione umanitaria di questo grande uomo, conferendogli il titolo di Cavaliere della Corona. “Ho mantenuto segreto ciò che ho fatto anche con la mia famiglia, e non ne parlerò con nessuno fino a quando non verrà dato l’annuncio ufficiale”, commentò Winton quando seppe che il suo nome figurava nella lista delle onorificenze che la regina pubblica alla fine di ogni anno. Nicholas Winton compie 100 anni. È un ottimo momento per ricordarlo e celebrarlo. 21
The Story In December 1938, Nicholas Winton, a 29-year-old London stockbroker, was about to leave for a skiing holiday in Switzerland, when he received a phone call from his friend Martin Blake asking him to cancel his holiday and immediately come to Prague: "I have a most interesting assignment and I need your help. Don't bother bringing your skis." When Winton arrived, he was asked to help in the camps, in which thousands of refugees were living in appalling conditions. MUNICH AGREEMENT The Munich Conference was held September 29-30, 1938, following Hitler's demand to annex the Sudetenland, a region in Czechoslovakia populated largely by ethnic Germans. The resulting crisis led Britain and France, who had adopted a policy of appeasement, to pressure Czechoslovakia to accede to Hitler's demands. No Czech representative was present at the conference, and the agreement led to the destruction of the Czech state. Following the conference, Winston Churchill warned: "Do not suppose that this is the end. This is only the beginning of the reckoning." In October 1938, after the ill-fated Munich Agreement between Germany and the Western European powers, the Nazis annexed a large part of western Czechoslovakia, the Sudetenland. Winton was convinced that the German occupation of the rest of the country would soon follow. To him and many others, the outbreak of war seemed inevitable. The news of Kristallnacht, the bloody pogrom (violent attack) against German and Austrian Jews on the nights of November 9 and 10, 1938, had reached Prague. Winton decided to take steps. "I found out that the children of refugees and other groups of people who were enemies of Hitler weren't being looked after. I decided to try to get permits to Britain for them. I found out that the conditions which were laid down for bringing in a child were chiefly that you had a family that was willing and able to look after the child, and £50, which was quite a large sum of money in those days, that was to be deposited at the Home Office. The situation was heartbreaking. Many of the refugees hadn't the price of a meal. Some of the mothers tried desperately to get money to buy food for themselves and their children. The parents desperately wanted at least to get their children to safety when they couldn't manage to get visas for the whole family. I began to realize what suffering there is when armies start to march." In terms of his mission, Winton was not thinking in small numbers, but of thousands of children. He was ready to start a mass evacuation. "Everybody in Prague said, 'Look, there is no organization in Prague to deal with refugee children, nobody will let the children go on their own, but if you want to have a go, have a go.' And I think there is nothing that can't be done if it is fundamentally reasonable." OPERATION KINDERTRANSPORT On December 2, 1938, Jewish and Christian agencies began rescuing German and Austrian Jewish children on Kindertransporten (children's transports). The "Refugee Children's Movement," a group under the auspices of the Central British Fund for German Jewry or CBF (which later became the World Jewish Relief organization), urged concerned Christians and Jews to support "Operation Kindertransport." An extensive fund-raising effort was organized and the British public responded generously, raising half a million British pounds in six months. A large portion of this money was used to care for the children who were rescued. Between December 1938 and May 1940, almost 10,000 children (infants to teenagers) were rescued and given shelter at farms, hostels, camps, and in private homes in Britain. However, this effort did not include the children of Czechoslovakia; and this is why the work of Nicholas Winton was so vital. 22
Independently of Operation Kindertransport (see sidebar), Nicholas Winton set up his own rescue operation. At first, Winton's office was a dining room table at his hotel in Wenceslas Square in Prague. Anxious parents, who gradually came to understand the danger they and their children were in, came to Winton and placed the future of their children into his hands. Soon, an office was set up on Vorsilska Street, under the charge of Trevor Chadwick. Thousands of parents heard about this unique endeavor and hundreds of them lined up in front of the new office, drawing the attention of the Gestapo. Winton's office distributed questionnaires and registered the children. Winton appointed Trevor Chadwick and Bill Barazetti to look after the Prague end when he returned to England. Many further requests for help came from Slovakia, a region east of Prague. Winton contacted the governments of nations he thought could take in the children. Only Sweden and his own government said yes. Great Britain promised to accept children under the age of 18 as long as he found homes and guarantors who could deposit £50 for each child to pay for their return home. Because he wanted to save the lives of as many of the endangered children as possible, Winton returned to London and planned the transport of children to Great Britain. He worked at his regular job on the Stock Exchange by day, and then devoted late afternoons and evenings to his rescue efforts, often working far into the night. He made up an organization, calling it "The British Committee for Refugees from Czechoslovakia, Children's Section." The committee consisted of himself, his mother, his secretary and a few volunteers. Winton had to find funds to use for repatriation costs, and a foster home for each child. He also had to raise money to pay for the transports when the children's parents could not cover the costs. He advertised in British newspapers, and in churches and synagogues. He printed groups of children's photographs all over Britain. He felt certain that seeing the children's photos would convince potential sponsors and foster families to offer assistance. Finding sponsors was only one of the endless problems in obtaining the necessary documents from German and British authorities. "Officials at the Home Office worked very slowly with the entry visas. We went to them urgently asking for permits, only to be told languidly, 'Why rush, old boy? Nothing will happen in Europe.' This was a few months before the war broke out. So we forged the Home Office entry permits." On March 14, 1939, Winton had his first success: the first transport of children left Prague for Britain by airplane. Winton managed to organize seven more transports that departed from Prague's Wilson Railway Station. The groups then crossed the English Channel by boat and finally ended their journey at London's Liverpool Street station. At the station, British foster parents waited to collect their charges. Winton, who organized their rescue, was set on matching the right child to the right foster parents. The last trainload of children left on August 2, 1939, bringing the total of rescued children to 669. It is impossible to imagine the emotions of parents sending their children to safety, knowing they may never be reunited, and impossible to imagine the fears of the children leaving the lives they knew and their loved ones for the unknown. On September 1, 1939 the biggest transport of children was to take place, but on that day Hitler invaded Poland, and all borders controlled by Germany were closed. This put an end to Winton's rescue efforts. Winton has said many times that the vision that haunts him most to this day is the picture of hundreds of children waiting eagerly at Wilson Station in Prague for that last aborted transport. "Within hours of the announcement, the train disappeared. None of the 250 children aboard was seen again. We had 250 families waiting at Liverpool Street that day in vain. If the train had been a day earlier, it would have come through. Not a single one of those children was heard of again, which is an awful feeling." 23
The significance of Winton's mission is verified by the fate of that last trainload of children. Moreover, most of the parents and siblings of the children Winton saved perished in the Holocaust. After the war, Nicholas Winton didn't tell anyone, not even his wife Grete about his wartime rescue efforts. In 1988, a half century later, Grete found a scrapbook from 1939 in their attic, with all the children's photos, a complete list of names, a few letters from parents of the children to Winton and other documents. She finally learned the whole story. Today the scrapbooks and other papers are held at Yad Vashem, the Holocaust Martyrs' and Heroes' Remembrance Authority, in Israel. Grete shared the story with Dr. Elisabeth Maxwell, a Holocaust historian and the wife of newspaper magnate Robert Maxwell. Robert Maxwell arranged for his newspaper to publish articles on Winton's amazing deeds. Winton's extraordinary story led to his appearance on Esther Rantzen's BBC television program, That's Life. In the studio, emotions ran high as Winton's "children" introduced themselves and expressed their gratitude to him for saving their lives. Because the program was aired nationwide, many of the rescued children also wrote to him and thanked him. Letters came from all over the world, and new faces still appear at his door, introducing themselves by names that match the documents from 1939. The rescued children, many now grandparents, still refer to themselves as "Winton's children." Among those saved are the British film director Karel Reisz (The French Lieutenant's Woman, Isadora, and Sweet Dreams), Canadian journalist and news correspondent for CBC, Joe Schlesinger (originally from Slovakia), Lord Alfred Dubs (a former Minister in the Blair Cabinet), Lady Milena Grenfell-Baines (a patron of the arts whose father, Rudolf Fleischmann, saved Thomas Mann from the Nazis), Dagmar Símová (a cousin of the former U.S. Secretary of State, Madeleine Albright), Tom Schrecker, (a Reader's Digest manager), Hugo Marom (a famous aviation consultant, and one of the founders of the Israeli Air Force), and Vera Gissing (author of Pearls of Childhood) and coauthor of Nicholas Winton and the Rescued Generation. Winton has received many acknowledgements for his humanitarian pre-war deeds. He received a letter of thanks from the late Ezer Weizman, a former president of the State of Israel. He was made an Honorary Citizen of Prague. In 1993, Her Majesty, Queen Elizabeth II, awarded him the MBE (Member of the British Empire), and on October 28, 1998, Václav Havel, then president of the Czech Republic, awarded him the Order of T.G. Masaryk at Hradcany Castle for his heroic achievement. On December 31, 2002, Winton received a knighthood from Queen Elizabeth II for his services to humanity. Winton's story is also the subject of two films by Czech filmmaker Matej Minác: All My Loved Ones and the award-winning Nicholas Winton: The Power of Good. Today, Sir Nicholas Winton, age 100, resides at his home in Maidenhead, Great Britain. He still wears a ring given to him by some of the children he saved. It is inscribed with a line from the Talmud, the book of Jewish law. It reads: "Save one life, save the world.". 24
Musica e Shoah “Lì dove senti cantare, fermati e non aver paura; i malvagi non hanno canzoni”. Purtroppo non è stato sempre così. Quando f u costruito Auschwitz, era già nella tradizione dei campi di concentramento nazisti formare un’orchestra degli internati. Mentre le squadre si avviavano al lavoro o tornavano, i musicisti dovevano suonare. La morte, le torture, il dolore, il sangue, la fame, la vita ridotta a niente imperversavano, ma l’orchestra e la musica non potevano mancare! Nei campi gli altoparlanti diffondevano musica da ballo per dare la sveglia o avviare al lavoro forzato; nei campi c’erano perfino orchestre formate dai deportati costretti a suonare mentre i loro parenti, amici, si avviavano verso la morte. In questi luoghi irreali risuonava musica vera, la grande musica: Mozart, Verdi, Puccini, perfino il jazz . Nei campi di sterminio, gli ufficiali delle SS, frequentavano i concerti delle orchestre dei deportati, per distrarsi un po’ dal loro ‘lavoro’, sfuggire alla noia delle domeniche pomeriggio nei Lager e riaffermare il loro amore per la musica classica. Orchestre da camera, sinfoniche o gruppi di mandolinisti, si ‘esibivano’ nei ghetti di Varsavia, Vilnius, Lwóv o di Lódź. Oltre alle orchestre di musica classica, si esibivano, gruppi che eseguivano musica leggera. Era frequente ascoltare brani di Irving Berlin, Duke Ellington e Cole Porter. A Buchenwald operò il giovane direttore d’orchestra cecoslovacco Vlastimil Louda che il 1° agosto 1943 organizzò il primo concerto del campo il cui programma includeva, tra l’altro, una fantasia sui temi dell’opera Dalibor di Smetana, brani di Mozart Eine Kleine Nachtmusik e la marcia Erinnerung an Buchenwald (Ricordo di Buchenwald), appositamente realizzata da un deportato: Ondrej Volráb. Lo stesso avveniva in altri campi, dove il repertorio abbracciava le Danze slave n. 8 e n. 10 di Dvořák, Sinfonie di Beethoven, l’Incompiuta di Schubert, La Traviata di Verdi e, poi ‘operette’ di Franz Lehar e il Lohengrin di Wagner. A Dachau era stato internato il compositore Jiulius Schloss e il repertorio dell’orchestra comprendeva opere di Mendelssohn, di Listz e di Offenbach. Fra i musicisti rinchiusi ad Auschwitz c’erano il chitarrista jazz Heinz ‘Coco’ Schumann e i compositori Szymon Laks e Jozef Kropinski, al quale si devono più di 300 fra, canzoni, ballate e pezzi per pianoforte o per quartetti d’archi, tutti realizzati durante la deportazione. Ad Auschwitz si ‘esibiva’ anche un’orchestra di zingari, un quartetto d’archi e un’orchestra maschile. Assai celebre, anche perché unica nel suo genere, infine, un’orchestra tutta femminile, che assunse particolare rilievo a partire dai primi mesi del 1943, dopo l’arrivo al campo di Alma Rosé, figlia di Justine Mahler (sorella minore di Gustav Mahler) e di Arnold Rosé, famoso primo violino dell’Orchestra Filarmonica di Vienna e fondatore del Quartetto Rosé. Emilio Jani, un ebreo triestino deportato ad Auscwitz nel 1944, racconta di aver eseguito brani di Leoncavallo, di Puccini, Donizetti. A Terezin, vivevano all’interno del ghetto almeno cinque compositori di grande statura: Pavel Haas, Hans Kràsa, Viktor Ullmann, Gideon Klein e Sigmund Schul. Dal punto di vista del linguaggio musicale le influenze andavano dal tardoromanticismo europeo fino a Gustav Mahler e alle opere giovanili di Arnold Schönberg, all’espressionismo e allo stile di Alban Berg. 25
Puoi anche leggere