#Ioapro, la protesta contro le chiusure arriva in piazza Montecitorio
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#Ioapro, la protesta contro le chiusure arriva in piazza Montecitorio Sabato 30 gennaio ore 15 l’iniziativa promossa dal Sindacato Nazionale Lavoratori Italiani – SI.N.LA.I. #IOAPRO la protesta contro le chiusure stabilite nei Dpcm arriva in piazza Montecitorio dove alle 15 di domani, sabato 30 gennaio, si sono dati appuntamento imprenditori, commercianti e ristoratori provenienti da tutta Italia. Una iniziativa promossa dal Sindacato Nazionale Lavoratori Italiani – SI.N.LA.I. – per cercare di far sentire ai governanti la voce delle tante realtà messe ormai in ginocchio dalle chiusure imposte a colpi di Dpcm anti Covid.
Valerio Arenare SEGRETARIO NAZIONALE DEL SINDACATO NAZIONALE LAVORATORI ITALIANI (SI.N.LA.I.) e Giustino D’Uva DIRIGENTE DEL SINDACATO NAZIONALE LAVORATORI ITALIANI (SI.N.LA.I.) Ospiti nella trasmissione Officina Stampa del 21/01/2021 condotta dalla giornalista Chiara Rai L’iniziativa è partita lo scorso 15 gennaio da parte dei gestori di tante attività commerciali, come bar e ristoranti sparsi sul territorio nazionale, come atto di protesta contro i Dpcm anti-Covid che hanno ormai messo in ginocchio le varie attività.
Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 21/01/2021 E nonostante le multe salate e le varie ordinanze di chiusura alle quali stanno andando incontro questi imprenditori a prevalere è ormai la disperazione generata dal fatto di dover attendere ancora oggi, dopo un anno dall’inizio dello stato pandemico, dopo gli investimenti fatti per predisporre tutte le misure di sicurezza ordinate dal governo al fatto di non poter lavorare e di non aver ricevuto sussidi per poter superare questo periodo di chiusure. Stanchi quindi di aspettare, dicono di non avere più paura. Così come non ce l’hanno i loro clienti, tantissime persone, che senza pensarci un attimo hanno deciso di tornare a cenare fuori, nonostante i Dpcm lo vietino espressamente. Ora, dopo aver riaperto i locali e le loro attività commerciali a partire dal 15 gennaio, questi ristoratori, commercianti e imprenditori hanno deciso di darsi appuntamento il 30 gennaio prossimo in piazza Montecitorio a Roma.
Dalla prima Repubblica ai giorni nostri: Luciano Ciocchetti racconta i suoi primi 40 anni di attivismo politico “Il giusto sentiero” il libro che attraversa 40anni di storia d’Italia
attraverso il vissuto politico di Luciano Ciocchetti Quarant’anni di impegno e di passione politica iniziati tra le fila della Democrazia Cristiana dove nel 1981 Ciocchetti viene eletto consigliere della XII Circoscrizione di Roma che lo vedrà occuparsi di servizi rivolti alla persona, allo sport, ai servizi sociali, all’ambiente e alle opere pubbliche fino ad arrivare nel 1994 ad essere eletto deputato per la 12eima legislatura dove ha proseguito a occuparsi dei servizi alla persona, dello sport e dello sviluppo del territorio regionale del Lazio attraverso la presentazione di proposte di legge. Rieletto poi per la seconda volta deputato nel 2006 fino ad arrivare a ricoprire la carica di Vicepresidente e assessore alle Politiche del Territorio e dell’Urbanistica della Regione Lazio. Il video servizio che ripercorre i 40 anni di attività dell’On. Luciano Ciocchetti trasmesso a Officina Stampa del 21/01/2021 Un percorso politico che rappresenta a tutti gli effetti quelle che dovrebbero essere le tappe obbligate per la
formazione politica di chi intende mettersi al servizio del popolo, intraprendendo questa carriera, compresa l’esperienza giovanile nei comitati di quartiere, vera forza dell’impegno di Ciocchetti. L’intervista di Chiara Rai all’On. Luciano Ciocchetti a Officina Stampa del 21/01/2021 Nessuna improvvisazione dunque, come purtroppo oggi capita di vedere nel panorama politico italiano, ma tanta presenza ‘sul campo’, cioè tra la gente e sul territorio. Luciano Ciocchetti, tante le attestazioni di stima da destra a sinistra Ed è questo l’invito che Luciano Ciocchetti, raccontando la sua storia, rivolge nel libro soprattutto ai più giovani: ci vuole passione, desiderio di mettersi al servizio degli altri ma anche tanto impegno e sacrificio. Tutte cose che risultano difficili in un’epoca come la nostra, ma certamente non impossibili. Ma Ciocchetti è uno che crede in quello che fa, e chissà che dopo il libro non si prepari ad aprire una scuola di formazione politica. Per i giovani alle prime armi
ma anche per chi, ahinoi, frequenta oggi i palazzi del potere. Vaccini anti Covid-19: si attende per oggi approvazione Ema per AstraZeneca Il vaccino anti Covid della società di biotecnologie americana Novavax è efficace all’89,3% e protegge contro la variate inglese del coronavirus, ma offre un grado di protezione molto inferiore contro quella sudafricana: lo ha reso noto la stessa società sottolineando che comincerà immediatamente a sviluppare un altro vaccino dedicato alla variante sudafricana. Lo riportano i media internazionali. Intanto è attesa per oggi l’approvazione dell’Ema, l’Agenzia
europea al vaccino anti Covid di AstraZeneca. E contro i ritardi dell’azienda nelle forniture l’Unione europea minaccia il blocco dell’export. Il servizio trasmesso a Officina Stampa del 21/01/2021 ANCRI, un anno di impegno per le Pari Opportunità
*di Eliana Tagliente Oggi ricorre per me un anno di Delega Nazionale alle pari opportunità ANCRI (da maggio 2019 sono anche membro del Comitato Pari Opportunità Regione Lazio del Gruppo FS). E’ un giorno di riflessioni su un anno difficile per tutti, che ci ha impedito di incontrarci e ci ha distratto dagli obiettivi. Ripenso come a un episodio lontanissimo, ma che risale poi a solo un anno fa, a quando in tempi non sospetti con l’ANCRI abbiamo attirato l’attenzione della Commissione Pari opportunità Rai e la COMMISSIONE DI VIGILANZA DEI SERVIZI RADIOTELEVISIVI ottenendo la condivisone del Presidente della RAI – Marcello Foa – sulla necessità di evitare linguaggi che in qualche modo istighino alla violenza contro le donne nelle trasmissioni televisive. Abbiamo portato l’attenzione sulle difficoltà che la burocrazia pone i disabili, mettendo sul piatto lo snellimento dell’accesso nelle ZTL alle persone disabili; focalizzato l’attenzione sul rinnovo delle patenti speciali e messo le basi perché si pensi ad agevolazioni alle aziende che lasciano lavorare serenamente, garantendogli parità di trattamento, persone affette da disabilità (anche per non pesare sui
sussidi assistenziali). Di questo ringraziamo Officina Stampa e la conduttrice Chiara Rai per il supporto Eliana Tagliente ospite a Officina Stampa del 10/12/2020 L’Emergenza sanitaria ci ha frenati senz’altro ma non fermati Da qui però una riflessione, l’emergenza sanitaria non ha fermato noi con i progetti, ma non ha fermato neanche la violenza contro le donne.Con il pensiero a chi in questo anno oltre alle difficoltà di tutti ha subito violenza, oggi la giornata non può che essere celebrata con la riflessione che mi ha lasciato la lettura di “un anno di Codice Rosso, reati spia e femminicidi” pubblicato nel 2020 dal Ministero dell’Interno in celebrazione del 25 novembre, giornata istituita dall’ONU (Risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999) come Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, considerando tale fenomeno una violazione dei diritti umani.
il 9 agosto 2019 (a 6 mesi dal lockdown totale che ha caratterizzato il 2020) è entrato in Vigore il Codice Rosso, che ha introdotto nuove fattispecie di reato e perfezionato meccanismi di tutela delle vittime, attraverso il potenziamento di strumenti d’indagine e dell’azione giudiziaria. I Nuovi reati introdotti: 1. Violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (art. 387-bis c.p.); 2. Costrizione o induzione al matrimonio (art. 558-bis c.p.), volto a contrastare il fenomeno dei cosiddetti matrimoni forzati e delle spose bambine; 3. Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, cosiddetto revenge porn (art.612-ter c.p.), che punisce, chi “dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde, immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate”. La stessa pena si applica anche nei confronti degli eventuali condivisori che, avendo ricevuto o acquisito le immagini, le diffondano al fine di creare danno alle vittime. Aggravanti specifiche sono previste se il reato viene commesso all’interno di una relazione affettiva, se vengono usati strumenti informatici e se i fatti vengono commessi nei confronti di soggetti in stato di inferiorità fisica o psichica. 4. Deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso (art. 583-quinquies c.p.), per cui è previsto l’ergastolo se dal fatto consegua un omicidio. Dal monitoraggio effettuato sul primo anno di vigenza del nuovo codice Rosso, che comprende appunto tutto il periodo di lock down totale (periodo considerato agosto 2019-agosto 2020), emerge che nella Regione Lazio sono stati commessi 46 delitti ex art. 612 ter c.p. (Revenge
porn -diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti) con un’incidenza del 73% su vittime di sesso femminile (primato alla Lombardia con 141 casi ed un’incidenza femminile dell’82%, 209 delitti ex art. 387 bis c.p., (violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla per-sona offesa), più del Lazio solo la Sicilia con 231 casi. Un’analisi particolare è stata dedicata però ai cosiddetti reati spia, vale a dire tutti quei delitti che sono indicatori di violenza di genere, espressione dunque di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica diretta contro una donna in quanto tale: gli atti persecutori o stalking (art. 612-bis c.p.), i maltrattamenti contro familiari e conviventi (art. 572 c.p.) e le violenze sessuali (art. 609-bis, 609- ter, e 609-octies c.p.). Analizzando il numero di reati commessi nel periodo gennaio-settembre 2020, confrontato con l’analogo arco temporale del 2019, è emerso che, nel periodo 2020 l’andamento è altalenante, con numeri comunque inferiori rispetto a quelli del 2019, ad eccezione dei maltrattamenti, che ha però subito un aumento a partire dal mese di maggio. Un approfondimento sull’età delle vittime dei reati di specie, evidenzia come la maggior parte delle donne vittime di violenza abbia un’età compresa tra 31 e 44 anni. Le donne uccise in ambito familiare/affettivo sono vittime, nella maggior parte dei casi, di partner o ex partner, negli altri casi risultano uccise per mano di genitori o figli. Il trend dei due periodi (gennaio-settembre 2019 e gennaio-settembre 2020) mostra invece un aumento dell’incidenza delle vittime donne in ambito familiare/affettivo (dal 62% al 70%). Soprattutto il primo periodo di lockdown totale ha costretto molte donne alla convivenza prolungata con i
propri aggressori, lì dove la violenza avviene proprio tra le pareti domestiche. La Presidente Carnieri Moscaelli del Telefono Rosa parla di ben 86 femminicidi nel 2020, 10 in più rispetto al 2019. Certamente la convivenza forzata con gli aggressori, spesso proprio parte del nucleo familiare, non ha aiutato le vittime, spesso impossibilitate anche a raggiungere le forza dell’Ordine o a chiedere aiuto alle tante associazioni presenti sul territorio. Sempre la Presidente Moscatelli, in un’intervista riportata lo scorso 2 gennaio su “La Provincia di Crema”, riferendosi proprio agli effetti del lockdown sugli episodi di violenza ha detto: “Durante il lockdown abbiamo assistito a un climax elevato di odio nei confronti delle donne, sfociato in ripetuti atti di violenza, vessazioni, abusi e femminicidi. Le donne sono state il bersaglio più colpito, senza esclusione di colpi. Lasciate purtroppo sole e indifese a combattere una battaglia dura”……”quello che vogliamo come Telefono Rosa, come donne, come madri e figlie è un impegno concreto, un programma a lungo termine che con interventi seri e mirti possa davvero sconfiggere la violenza. Per farlo serve che tutti e soprattutto le Istituzione e la politica abbiano la voglia di collaborare attivamente. Dobbiamo creare tavoli di lavoro, formare giovani educare al rispetto. L’educazione al rispetto credo parta proprio dalla conoscenza del problema. *Delegata Nazionale alle Pari Opportunità dell’Ancri
Covid-19, varianti inglese e sudafricana: potenziale maggiore mortalità e timori scientifici (non confermati) di maggiore resistenza ai vaccini esistenti
Non sono solo le nuove evidenze riferite da Londra di una potenziale maggiore mortalità della cosiddetta variante inglese del coronavirus a preoccupare sul fronte degli ultimi sviluppi dell’emergenza Covid. Matt Hancock, ministro della Sanità del governo di Boris Johnson, ha infatti evocato nelle ultime ore anche il timore scientifico – non confermato, ma possibile – che un’altra variante recente, quella sudafricana, possa rivelare maggiore resistenza ai vaccini esistenti, fino “al 50%” rispetto al ceppo originario dell’infezione. La cosiddetta variante inglese del Covid non è solo più contagiosa del ceppo originario, ma stando agli ultimi dati e “segnali” elaborati dagli esperti potrebbe essere anche più mortale. Lo ha detto nella conferenza stampa di giornata a Downing Street il premier britannico Boris Johnson, citando un’indicazione corretta da parte degli scienziati a questo proposito, sulla base di alcune prime evidenze registrate in questo senso. Il video servizio sulla variante brasiliana del Covid19 trasmesso a Officina Stampa del 21/01/2021
Biden: ‘Crisi si sta aggravando, agire è un obbligo morale’ – “La crisi si sta aggravando, non possiamo e non consentiremo che la gente diventi affamata, sia sfrattata o perda il lavoro per una colpa non sua. Agire è un obbligo morale, un imperativo economico”: lo ha detto il neopresidente Joe Biden presentando due nuovi ordini esecutivi. “I benefici degli aiuti saranno superiori di gran lunga ai loro costi”, ha aggiunto. La Germania ha superato la soglia dei 50.000 morti dall’inizio della pandemia di coronavirus. Lo ha comunicato l’Istituto Robert Koch, l’ente di stato che si occupa del controllo delle malattie infettive, nel suo bollettino quotidiano. “In Italia sono stati vaccinati prima i sanitari, e questo funziona più velocemente”. Lo ha detto il ministro della Salute Jens Spahn, in conferenza stampa a Berlino, in un passaggio dedicato al confronto con altri paesi sulla velocità delle vaccinazioni anti-covid. Spahn ha sottolineato che la Germania ha iniziato invece con i pazienti molto anziani e le case di cura. Nei giorni scorsi la stampa tedesca ha tessuto le lodi della velocità con cui l’Italia sta procedendo alla vaccinazione della popolazione. E’ stato registrato il primo caso di variante brasiliana in Germania. Lo hanno reso noto le autorità locali. Usa -“La mancanza di sincerità e di fatti sul fronte della pandemia è costata molto probabilmente vite umane”: è il nuovo affondo del virologo Anthony Fauci contro l’amministrazione Trump. “Non è un segreto”, ha affermato l’immunologo che ha fatto parte della task force anti-Covid della Casa Bianca di Trump: “Ci sono state molte divisioni, c’erano dati di fatto molto, molto chiari che sono stati messi in discussione. Così la gente non si è fidata di quello che le autorità sanitarie andavano dicendo”. Il numero dei decessi per Covid negli Stati Uniti è pari, fino a giovedì, a 405.400 ed ha superato i 405.399 morti americani fra militari e civili nella Seconda Guerra Mondiale, secondo quanto emerge dal conteggio della
Johns Hopkins University. La Francia ha annunciato stasera che a partire da domenica a mezzanotte tutti i viaggiatori all’interno dell’Unione europea dovranno avere – prima della partenza per la Francia – il certificato di un tampone molecolare negativo effettuato 72 ore prima della partenza. Il tampone sarà obbligatorio – si apprende dall’Eliseo – per “tutti i viaggi non essenziali”. Restano esentati dall’obbligo i lavoratori transfrontalieri e quelli del trasporto via terra. La Danimarca, che richiede un test negativo al Covid-19 nelle 24 ore precedenti per tutti i viaggiatori che arrivano in aereo, ha sospeso i voli dagli Emirati per cinque giorni. Il motivo: il sospetto di irregolarità nei test. Lo ha annunciato il governo danese. Mentre altre destinazioni turistiche applicano pesanti restrizioni per controllare la crisi sanitaria, Dubai sta tenendo le sue porte spalancate ai turisti. Il paese nordico, con i suoi 5,8 milioni di abitanti, ha imposto restrizioni drastiche dalla fine di dicembre per combattere la nuova ondata della pandemia ed è particolarmente preoccupato per le nuove varianti del coronavirus. L’Ungheria ha firmato un accordo per acquistare “grandi quantità” di vaccino russo, sebbene non sia stato ancora esaminato dalle autorità sanitarie europee. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Peter Szijjarto, in visita a Mosca, in un video pubblicato sul suo account Facebook. “I dettagli verranno forniti più tardi”, ha aggiunto. Ieri il Russian Direct Investment Fund (il fondo sovrano russo) aveva annunciato l’approvazione dello Sputnik V da parte dell’Istituto Nazionale di Farmacia e Nutrizione dell’Ungheria (OGYÉI). L’Ungheria è diventata così il primo paese dell’Unione Europea ad autorizzarne l’uso. In Russia sono stati registrati 21.513 nuovi casi di coronavirus nelle ultime 24 ore. Lo fa sapere il centro nazionale per la lotta al Covid. I casi totali salgono così a
quota 3.677.352. I morti sono stati invece 580, per un totale ufficiale di 68.412 vittime. Lo riporta la Tass. Il centro di Pechino è coinvolto in un ciclo di test di massa anti Covid-19 per un totale di quasi 2 milioni di persone. Il distretto di Dongcheng ha organizzato un programma per controllare tutti i suoi 790.000 residenti tra oggi e domani. Quello vicino di Xicheng, che conta circa 1,14 milioni di abitanti, si è organizzato per completare un piano simile nello stesso periodo di tempo, allo scopo di contrastare i rischi dei casi importati di coronavirus. Lo stesso distretto, secondo i media locali, aveva in precedenza condotto quattro round di test sulla popolazione considerata più ad alto rischio. Sui social media in mandarino circolano numerosi video con le lunghe file fatte di centinaia di persone in fila in attesa del test, ad esempio in Wangfujing Street, nel distretto di Dongcheng. Pechino ha finora organizzato i controlli agli acidi nucleici sugli 1,71 milioni di residenti del distretto di Daxing e sugli 1,23 milioni di quello di Shunyi, rispettivamante a sud e a nordest della capitale, entrambi vicini agli aeroporti. La capitale, intanto, ha registrato giovedì tre nuovi casi di Covid-19 di trasmissione domestica, tutti nel compound residenziale di Ronghui, a Daxing. In aggiunta, la Commissione sanitaria municipale ha menzionato un ulteriore asintomatico e due contagi importati. Il Messico, quarto Paese al mondo più colpito dalla pandemia di coronavirus, ha registrato un nuovo record di morti e contagi, secondo le autorità sanitarie locali. Nelle ultime 24 ore sono stati conteggiati 1.803 decessi, portando il bilancio totale delle vittime a 146.174 nel Paese nordamericano da 128 milioni di abitanti. Solo gli Stati Uniti, il Brasile e l’India hanno registrato più morti per Covid-19. Il numero di nuovi contagi tra mercoledì e giovedì si è attestato a 22.339, portando il totale in Messico a oltre 1,711 milioni dall’inizio della crisi sanitaria. Ancora una giornata con oltre mille morti di Covid-19
in Brasile: le vittime nelle ultime 24 ore sono state 1.335, che fanno salire il bilancio totale a 214.228. Quasi decuplicati i decessi in Amazzonia, rispetto a dicembre: sono passati da 12 a 118 in media al giorno. I nuovi contagi da coronavirus in Brasile sono stati 59.946 in 24 ore, per un totale di 8.699.814 dall’inizio della pandemia. La Colombia ha superato oggi la soglia dei 50.000 morti per la pandemia da coronavirus. Lo ha reso noto il ministero della Salute a Bogotà. L’ultimo rapporto quotidiano ministeriale, infatti ha segnalato il decesso di 395 contagiati, per cui il numero totale dei morti da marzo è arrivato a quota 50.187. Per quanto riguarda invece i contagi, i positivi delle ultime 24 ore sono stati 15.366, portando il bilancio generale a 1.972.345 casi riscontrati su tutto il territorio nazionale. Le zone più colpite dalla pandemia, segnala infine la nota ministeriale, sono Bogotá (576.011 casi) seguita dai dipartimenti di Antioquia (312.640), Valle del Cauca (159.546) e Atlántico (108.352). Risse tra i giovani, escalation di violenza e bullismo: Politica a confronto con Silvestroni (FdI) e Cirinnà (PD) e l’analisi del fenomeno da
parte della psicologa Caponetti Violenza tra giovani il tema affrontato nella puntata di Officina Stampa di giovedì scorso dove sono intervenuti l’onorevole Marco Silvestroni Deputato FdI e Referente per la provincia di Roma del partito di Giorgia Meloni, la senatrice del partito Democratico Monica Cirinnà e la psicologa e psicoterapeuta dr.ssa Elisa Caponetti. La puntata di Officina Stampa del 21/01/2021 Un fenomeno al quale si assiste sempre più spesso che vede soprattutto ragazzi sempre più piccoli macchiarsi di efferate azioni criminose, a danno anche di loro coetanei e a volte senza un reale motivo che li spinga.
Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 21/01/2021 In particolare i minorenni, tendono ad unirsi per sentirsi più forti o semplicemente per non essere esclusi, compiendo in massa violenze, dando vita al fenomeno sociale delle baby gang. E uno degli ultimi episodi è quello dello scorso sabato avvenuto in un parco pubblico ad Albano Laziale, in provincia di Roma, dove è scoppiata una rissa tra ragazzi e dove due di questi sono rimasti feriti. Il più grave, un ragazzo romeno di 23 anni ha riportato tagli alle gambe, un trauma cranico e la scheggiatura di una vertebra. La crescente violenza delle bande giovanili viene spesso associata almeno in parte al coinvolgimento delle bande nello spaccio e all’assunzione di droghe, soprattutto metanfetamine, cocaina ed eroina. Un fenomeno che va capito per poterlo contrastare ma l’aspetto che ancora troppo poco, o troppo genericamente, viene preso in considerazione è il ruolo dell’educazione. Al di là di generiche istanze teoriche mancano forse volontà forti e strumenti efficaci da parte degli adulti di riferimento, anzi molto spesso certe drammatiche realtà rimangono ad essi sconosciute. La famiglia appare condizionata, sempre più
spesso i genitori sono incapaci di dire ai figli i necessari “no” e al tempo stesso sono ossessionati dal bisogno di offrire loro cose, beni materiali che non facciano sentire i ragazzi inadeguati rispetto al contesto in cui vivono; non di rado per compensare le assenze o le inadeguatezze che pensano di avere. “La scuola è l’unica differenza che c’è tra l’uomo e gli animali. Il maestro dà al ragazzo tutto quello che crede, ama, spera. Il ragazzo crescendo ci aggiunge qualche cosa e così l’umanità va avanti”, scriveva don Milani. L’altra più importante agenzia educativa è infatti la scuola, che presenta oggi carenze ancora più significative e vive una forte crisi di ruolo. Soprattutto la scuola secondaria continua a percepire come dicotomia l’istruire e l’educare. Guidonia Montecelio, cantiere sulla Nomentana: presto l’illuminazione pubblica ma ancora incerti i tempi di fine lavori
GUIDONIA MONTECELIO (RM) – Il Comune di Guidonia Montecelio si farà carico dell’allaccio in rete relativo alcuni lampioni presenti sulla via Nomentana installati nel 2017 e ad oggi ancora non funzionanti a causa di un rimpallo di competenze tra Città Metropolitana e amministrazione comunale. Il primo cittadino Michel Barbet ha confermato che l’amministrazione comunale provvederà a breve a stipulare il contratto con Enel per poi cercare di ridarlo in carico all’Ente sovracomunale.
L’intervista al Sindaco Michel Barbet a Officina Stampa del 21/01/2021 Un tratto di strada, quello della Nomentana, fino ad oggi rimasto al buio nelle ore notturne, dove nel tratto compreso dal raccordo anulare fino a Guidonia Montecelio nelle frazioni di Colleverde e Poggio Fiorito non mancano disagi alla circolazione a causa del perdurare dei lavori finalizzati alla posa di cavi dell’alta tensione da parte della società di distribuzione dell’energia elettrica Areti del Gruppo Acea.
Il video servizio sul “cantiere della discordia” Il cantiere, aperto lo scorso mese di novembre, sarebbe dovuto durare circa venti giorni ma durante gli scavi sono venuti alla luce dei reperti archeologici che hanno comportato l’intervento della Soprintendenza Archeologica attraverso la presenza costante di un archeologo durante i lavori, la cui attività di supervisione, ha inevitabilmente rallentato i tempi, a causa delle numerose valutazioni che la situazione ha richiesto. Un cantiere rimasto fermo durante le festività natalizie ripartito lo scorso 11 gennaio e che ad oggi provoca ancora file chilometriche di traffico automobilistico, si sono stimati addirittura 15 chilometri di coda nelle ore di punta. Disagi dunque negli orari in cui i pendolari si recano e rientrano dal lavoro ma anche per chi deve andare a prendere i figli a scuola o a fare la spesa che subisce tempi di percorrenza di pochi chilometri superiori a un’ora. Una questione che ha visto scendere in strada molti cittadini per protestare contro il perdurare del cantiere insieme ad alcuni rappresentanti della Lega, tra cui la Consigliera comunale a Guidonia Arianna Cacioni, il Dirigente regionale
per la Lega Fabrizio Santori e il Senatore William De Vecchis. Il confronto tra il Sindaco Michel Barbet, il Dirigente regionale della Lega Fabrizio Santori e la Consigliera comunale della Lega Arianna Cacioni Mentre non si conoscono ancora i tempi per il fine cantiere dovrebbe quindi a breve essere illuminato questo tratto di strada che rappresenta un potenziale pericolo per gli automobilisti soprattutto nelle ore notturne. Stefano De Marchi, storia “paradossale” di un mutuo tra Banca Popolare del Lazio e Coopcredit all’ombra di Ampla
[L’inchiesta 12 parte] Il Tribunale di Roma ha respinto il ricorso della società di mediazione Coopcredit contro l’imprenditore agricolo Stefano De Marchi, non concedendo la provvisoria esecutorietà relativa il ricorso per decreto ingiuntivo per l’importo di 39mila euro. Una vicenda, quella in cui si è venuto a trovare l’imprenditore agricolo Stefano De Marchi, dai contorni paradossali e tutt’ora in corso con la Banca Popolare del Lazio. Una storia che inizia nel 2018 quando l’imprenditore si rivolge alla Banca Popolare del Lazio, di cui è cliente fin dal 2017, per richiedere un mutuo.
Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 14/01/2021 La Banca, però, anziché valutare direttamente la richiesta del suo cliente e si sottolinea il fatto che Stefano De Marchi fosse già cliente della Banca fin dal 2017, lo indirizza presso la Coopcredit per una consulenza in materia di finanziamenti. La Coopcredit, quindi, fa firmare a De Marchi un contratto di mediazione per consulenza finalizzato alla ricerca di un istituto bancario che possa concedere il finanziamento richiesto. E la Coopcredit individua proprio nella Banca Popolare del Lazio, contattata in prima battuta da Stefano De Marchi, l’istituto di credito al quale rivolgersi per richiedere il mutuo. La Banca Popolare del Lazio a questo punto delibera la concessione del mutuo di 1milione e trecentomila euro a favore di Stefano De Marchi il quale si trova a dover pagare la commissione di 39mila euro alla Coopcredit, pari al 3% dell’importo deliberato, per la ricerca e mediazione effettuata. Avete capito bene…. Stefano De Marchi si reca presso la sua Banca per chiedere un mutuo. Questa lo indirizza alla
Coopcredit la quale a fronte di un contratto di mediazione lo indirizza di nuovo alla Banca Popolare del Lazio. Il tutto per un corrispettivo di 39mila euro. Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 14/01/2021 Ma non finisce qui… infatti la Banca Popolare del Lazio dopo aver deliberato il mutuo a favore dell’imprenditore inspiegabilmente lo risolve. De Marchi quindi si trova a dover pagare una commissione alla Coopcredit per un mutuo non erogato dalla Banca. L’imprenditore quindi non paga la Coopcredit e questa fa decreto ingiuntivo nei suoi confronti per il quale ora il Tribunale di Roma ha negato l’esecutorietà. Il Giudice, infatti, vuole vederci chiaro sugli effettivi rapporti intercorsi tra Coopcredit e la Banca Popolare del Lazio. Una vicenda finita tra le questioni rilevate in un verbale di Banca d’Italia e evidenziate a più riprese nell’inchiesta giornalistica sulla Banca Popolare del Lazio portata avanti dai giornalisti del quotidiano L’Osservatore d’Italia e di Officina Stampa. Una storia che alcuni professionisti del campo giuridico
riferiscono che possa configurare anche ipotesi di rilevanza penale, anche per le connessioni che sono esistite nelle varie compagini sociali della Banca, della Coopcredit e di una società chiamata Ampla che ha come scopo sociale la istruttoria di pratiche di finanziamento e che all’epoca dei fatti vede come socio di maggioranza la sig.ra Angela Ghirga, moglie del sig. Roberto Lucidi che altri non è se non il fratello di Massimo Lucidi, fino a pochi giorni fa amministratore delegato della Banca Popolare del Lazio. L’intervista di Chiara Rai all’imprenditore Stefano De Marchi e al suo legale l’Avvocato Francesco Innocenti esperto in diritto bancario Banca Popolare del Lazio,
mutui agrari tra Coopcredit e Ampla: il Tribunale di Roma vuole vederci chiaro [L’inchiesta 11 parte] L’imprenditore agricolo Stefano De Marchi dopo aver richiesto ed ottenuto un mutuo agrario con l’intervento oneroso della Coopcredit (3% sull’importo del mutuo), si è visto negare l’erogazione dalla Banca Popolare del Lazio, dopo la stipula dell’atto di vendita e del mutuo stesso Respinto dal Tribunale di Roma il ricorso della società di mediazione Coopcredit S.C.p.A nei confronti dell’imprenditore agricolo Stefano De Marchi, titolare dell’Azienda Agricola di De Marchi Stefano che è stato travolto da una vicenda dai contorni paradossali e tutt’ora in corso con la banca Popolare del Lazio.
La grande notizia è che il giudice del tribunale di Roma Francesco Remo Scerrato vuole vederci chiaro su quella che si prefigura come una mediazione creditizia che di fatto non appare necessaria. Perché? Perché è “mediatore chi (Cass. 1447/2000; Cass. 6959/2000) interponendosi in maniera neutrale e imparziale tra due contraenti, deve metterli in relazione e farli pervenire alla conclusione dell’affare, cui è subordinato il diritto al compenso, e ricordato altresì che l’indipendenza del mediatore va intesa come assenza di qualsiasi vincolo o rapporto che renda riferibile al dominus l’attività dell’intermediario”. Il giudice ha ritenuto “opportuno non concedere la provvisoria esecutorietà e rimettere al prosieguo ogni migliore approfondimento sugli effettivi rapporti fra l’opposta e la mutuante”. Un grande risultato perché evidentemente, al Tribunale di Roma non appare chiara una situazione che è finita tra le questioni rilevate in un verbale di Banca d’Italia e evidenziate a più riprese nella nostra inchiesta giornalistica sulla Banca Popolare del Lazio. LE PUNTATE PRECEDENTI DELLA NOSTRA INCHIESTA GIORNALISTICA Nelle nostre puntate dove siamo entrati nei particolari abbiamo parlato anche dei fatti riportati nel verbale redatto dalla Banca D’Italia dell’anno 2018, rompendo un silenzio
disarmante per i cittadini onesti e compiacente, probabilmente, per altri. Una sorta di rigurgito di verità che fino ad oggi ha fatto fatica ad emergere a causa di una presunta immobilità degli organi preposti, primo tra tutti la Vigilanza della Banca D’Italia. Quest’ultima ha anche abdicato al conflitto di interessi, certificato nel proprio verbale, non sanzionato individualmente e quindi ritenuto lecito, con buona pace del controllo sulla sana e prudente gestione. Eppure, non sembra possa esserci nulla di sano e prudente nei fatti e casi che abbiamo raccontato. Ricordiamo tra tutti il caso Protercave, il caso Ciarla-Masi, la situazione Di Giacomantonio, la posizione Ladaga, alle quali la Vigilanza ha aggiunto i conflitti di interesse del Consigliere Natalizia, e conseguentemente del Dott. Romagnoli, presidente del collegio sindacale della Natalizia Petroli e della Banca Popolare del Lazio, tanto da dimettersi per primo subito dopo i rilievi della Vigilanza. Sembrerebbe che la Vigilanza abbia fatto tesoro del famoso contenuto della lettera dei soci coraggiosi, lettera da cui è partita la nostra inchiesta, dimostrandone la affidabilità delle affermazioni contenute. Di contro, se la Vigilanza ha ritenuto che non costituiscano conflitto di interessi i fatti dalla stessa individuati, tutti gli amministratori di Banca in futuro potranno regolarsi di conseguenza, sapendo di non incorrere in sanzioni nel caso in cui vengano taciuti i propri rapporti professionali e di fornitura con clienti ai quali venga deliberata una qualche forma di affidamento, anche quando si sia a conoscenza di situazioni di rischio per la Banca che si è chiamati ad amministrare. Si deve però prendere atto che per la prima volta, e speriamo sia solo l’inizio di un fiume in piena che neanche i più consolidati rapporti tra poteri paralleli più o meno occulti sia in grado di fermare, un Magistrato ha inteso mettere in dubbio la legittimità di uno dei tanti fatti, di quello che a noi sembra un malgoverno della Banca, posti in essere da
amministratori non certo specchiati e da questo giornale narrati in tempi non sospetti. Stiamo parlando della società Ampla, di proprietà della sig.ra Angela Ghirga moglie del sig. Roberto Lucidi, fratello del Ragioniere Massimo Lucidi, (amministratore delegato della Banca Popolare del Lazio ai tempi dei fatti narrati), società che si prestava ad emettere fatture di consulenza alla Coopcredit per ottenere il pagamento di una somma che sembrerebbe aver costituito parte delle somme che la Popolare del Lazio riconosceva a quest’ultima società (Coopcredit) per il lavoro definito dalla Coopcredit di intermediazione tra il cliente agricoltore e la banca. Questo giornale ha trattato la questione in una puntata di officina stampa, nella quale con stupore ed una certa incredulità andammo a commentare i documenti dai quali risultava che la Coopcredit dopo aver ricevuto dagli agricoltori l’importo di mediazione pari al 3% dell’importo mutuato, provvedeva a saldare le fatture emesse dalla Ampla per prestazioni di consulenza immaginiamo finanziaria; Sembrerebbe che solo nel primo anno di gestione da parte della Coopcredit, degli affidamenti in materia agricola per conto della Banca Popolare del Lazio, siano stati pagati circa 900mila euro dagli agricoltori a fronte di circa 30milioni di mutui. Di tale passaggio di denaro ne certificò l’esistenza perfino la Banca D’Italia la quale nella propria ispezione del 2018 constatò, mettendolo nero su bianco, della esistenza di tale sistema avendo avuto la possibilità di riscontrare la presenza di fatture emesse dalla Ampla srl a favore della Coopcredit. Immaginiamo che Massimo Lucidi possa essere rimasto imbarazzato nel dover giustificare tali avvenimenti in Consiglio di Amministrazione, in ogni caso benevolo, per non essere i componenti stati in grado di scagliare la prima pietra, (non va dimenticato il Consigliere che mentre invitava
ad acquistare azioni della Banca, si preoccupava di far liquidare quelle del padre venuto a mancare del valore di circa 232.755,00 euro) accontentandosi delle giustificazioni fornite, d qualcuno definite come “giustificazioni fanciullesche”. Sembra che il ragionier Lucidi ne sia uscito brillantemente alla italiana maniera…. limitandosi ad affermare, nella più classica delle giustificazioni che non fosse a conoscenza dell’esistenza della società Ampla e di tale passaggio di denaro. La storia insegna. Neanche il famoso Scajola seppe riferire chi gli aveva pagato la casa vista Colosseo, ma almeno lui fu indagato. Così vanno le cose in Italia, soprattutto quelle bancarie in cui nessuno sa, nessuno vede e sicuramente nessuno interviene salvo fare a scaricabarile quando una banca affonda, in un rimbalzo di responsabilità tra la Banca D’Italia (sulle cui specifiche responsabilità ci piacerebbe tornare a parlare in futuro) che sembra non aver controllato a fondo, la Magistratura che non ha indagato e la Politica che non ha preso provvedimenti. Viene alla memoria l’affermazione dell’Onorevole Paragone, non a caso fuoriuscito dai 5 stelle, il quale indicava come malato un sistema nel quale le Banche finanziano in modo trasversale i politici, questi ultimi nominano i vertici della Banca D’Italia e la Banca D’Italia dovrebbe prendere provvedimenti nei confronti di quegli amministratori che si sono dimostrati tanto affidabili da finanziare la politica che li ha nominati (i vertici di banca D’Italia). Finché la giostra gira nessuno ha interesse a fermarla, ognuno ha la sua parte; I politici (vedi caso Verdini/Chiocci/Protercave) ottengono lauti finanziamenti occulti, i dirigenti della Banca D’Italia, se si dimostrano servili alla politica che li ha nominati, mantengono i loro
privilegi, gli amministratori della Banche in questo ginepraio sanno che non saranno oggetto di provvedimenti dalla Vigilanza, qualunque Ampla decidano di far girare sulla giostra, fin tanto che saranno in grado di “aiutare” la politica. Qualcuno potrebbe obiettare ma la magistratura? Ebbene non vogliamo pensare che la Magistratura, come ha dimostrato il caso Palamara, non sia altro che lo specchio della politica; forse esiste qualche Procuratore che si metta anche solo a guardare come gira la giostra. In tutto questo girotondo, gli unici che hanno pagato la realizzazione della giostra senza capire come funziona, sono i poveri investitori, in genere i micro-investitori, quelli realmente poveri, le famiglie i pensionati la cui utilità marginale degli investimenti è enorme, i grandi investitori forse sanno per tempo quando devono scendere dalla giostra, disinvestire e recuperare i propri profitti, forse hanno sempre un vocina che li mette in guardia, fa parte delle regole della giostra. L’attività posta in essere, anche in questo caso non è rimasta priva di effetti per gli investitori della domenica La vigilanza, infatti, dopo aver accertato i fatti ad essa segnalati, fu costretta a ritenere totalmente prive di efficacia le garanzia Ismea, acquisite grazie all’intervento, evidentemente ritenuto non troppo sapiente, della Coopcredit, con la conseguenza la Banca Popolare del Lazio, su imposizione della Vigilanza dovette eseguire accantonamenti sui mutui agrari anche per la parte che riteneva garantita da Ismea
(50%), tanto che nell’anno in esame 2018, la semestrale si presentò in perdita e il bilancio chiuse con il più basso utile degli ultimi quaranta anni. Il valore delle azioni già in declino iniziò una inesorabile ed ancora oggi irreversibile picchiata. Del resto un altro degli effetti negativi della giostra messa in piedi fu che le migliori e più solide aziende agricole emigrarono verso altri istituti bancari dai quali ottennero affidamenti a costi di gran lunga inferiori a quelli praticati dalla Banca Popolare del Lazio, che dal canto suo richiedeva la percentuale a favore della Coopcredit, un tasso a proprio favore ed uno a favore dell’Ismea oltre a qualche spicciolo per le spesucce di istruttoria; rimasero clienti della Banca solo coloro che non erano solidi ovvero che facevano richieste anomale, quali ad esempio mutui equivalenti all’intero prezzo della compravendita, tutte operazioni ad alto rischio. Nella nostra inchiesta giornalistica ci siamo imbattuti in una unica grande azienda agricola che ha avuto la forza e la sfrontatezza di affrontare il Drago rifiutandosi di pagare la Coopcredit richiedendo indietro quanto già versato. Vinse la battaglia ma perse la guerra. Dopo aver ottenuto l’esenzione dal pagamento della provvigione a Coopcredit, a tempo debito ma con fermezza gli venne “educatamente” comunicato di accomodarsi alla porta in quanto cliente sgradito. Ancora oggi nessuno, né la politica, né la vigilanza, né gli organi di indagine hanno mai avuto il coraggio o forse l’interesse di affrontare il Drago, quanto meno a tutela dei piccoli investitori, ciò fino a quando nell’imminente vigilia di Natale un Magistrato del Tribunale di Roma, ignaro del vespaio che ne sarebbe potuto seguire, ha sollevato dubbi sulla legittimità giuridica del rapporto di collaborazione che intercorreva tra la Banca Popolare del Lazio e la Coopcredit, rigettando le richieste di quest’ultima nei confronti di un povero agricoltore, ritenendo opportuno di indagare a fondo sull’”indipendenza del mediatore” Coopcredit, rispetto alla
Banca ed all’agricoltore. Anche quest’ultima vicenda è nota e ne abbiamo già parlato nella puntata di Officina Stampa del 15 ottobre 2020 Si tratta di Stefano De Marchi, che abbiamo avuto ed avremo nuovamente nostro ospite, insieme al suo legale l’Avvocato Francesco Innocenti nella prossima puntata di Officina Stampa del 14 gennaio 2021. De Marchi avendo richiesto ed ottenuto un mutuo agrario con l’intervento oneroso della Coopcredit (3% sull’importo del mutuo), si vedeva negare l’erogazione dalla Banca Popolare del Lazio, dopo la stipula dell’atto di vendita e del mutuo stesso. Mentre quest’ultima vicenda è all’attenzione di altri magistrati, l’agricoltore si vedeva anche recapitare una ingiunzione dalla Coopcredit per il pagamento di circa 39mila euro quale provvigione senza la quale sembrerebbe che non avrebbe potuto ottenere il mutuo. Apprendiamo dalla lettura del provvedimento del magistrato che diversamente da quello che era sempre stato a noi evidente, la Coopcredit quale mediatore avrebbe dovuto essere equidistante tra le parti acquisendo autonomamente il cliente ed adoperandosi al fine di far ottenere un mutuo agrario. L’evidente anomalia era che il cliente agricoltore non veniva intercettato e reperito dal mediatore Coopcredit e successivamente presentato alla Banca per la richiesta di mutuo, circostanza quest’ultima che forse avrebbe potuto giustificare il pagamento di un importo, per quanto a noi possa sembrare elevato, pari al 3% del mutuo da pare dell’agricoltore, si trattava al contrario di un cliente storico della Banca, che rivoltosi a quest’ultima sembra venisse indirizzato dal ragioniere alla Coopcredit, la quale,
non avendo, come certificato dalla vigilanza, acquisito le garanzie Ismea e non avendo acquisito neanche il cliente, deve ritenersi che avesse il solo ruolo di farsi pagare la percentuale sul mutuo quasi fosse una garanzia per l’agricoltore di buon esito della pratica, anche e soprattutto, come accennato, quando il mutuo veniva richiesto, in modo del tutto anomalo, per l’intero prezzo di compravendita. Alcuni professionisti del campo giuridico riferiscono che tale ricostruzione possa configurare anche ipotesi di reato quali l’estorsione ovvero presunte false fatturazioni emesse dalla Ampla. Per quanto ci riguarda non essendo esperti della materia ci limitiamo ad osservare gli eventi e gli sviluppi della vicenda, sempre che esista ancora qualcuno che abbia interesse a fermare la giostra, piuttosto che continuare a salirci sopra, ed abbia a cuore i piccoli investitori. Pomezia, istituito il primo coro polifonico della città: 40 elementi diretti dal Maestro Roberto Bonfè
POMEZIA (RM) – Promuovere e valorizzare il territorio attraverso la diffusione della cultura musicale. Con questo spirito nasce il “Coro della Città di Pomezia”: il primo coro comunale cittadino. A guidare i 40 elementi, appartenenti all’associazione Nisi Vox, il Maestro Roberto Bonfè. Ricco il repertorio musicale del coro, che abbraccia principalmente lo stile della polifonia contemporanea. Sono il blu e il rosso, i colori dello stemma comunale di Pomezia, a identificare i componenti del coro grazie ad una coccarda bicolore che indosseranno in occasione delle varie esibizioni in Città. “Pomezia apre la porta dei sogni alla musica – ha affermato la Vice Sindaco Simona Morcellini – il suono, le note e le voci come vibrazioni di luce che illuminano i cuori. È una grande emozione presentare il primo coro della nostra Città, un progetto importante che fa parte di un più ampio percorso di valorizzazione culturale di Pomezia che stiamo portando avanti
con passione. Abbiamo deciso di istituire un coro che testimoniasse la nostra Città, nelle sue tradizioni come nel suo slancio verso il futuro, spartito di unione delle frequenze della comunità. Ci tengo a ringraziare tutti coloro che hanno risposto al bando pubblico manifestando la propria disponibilità a collaborare”. “Siamo molto contenti di questo riconoscimento – ha commentato il Maestro Bonfè – segno tangibile dell’apprezzamento per il lavoro svolto negli anni nell’ambito della musica e della cultura a livello amatoriale. Crediamo nelle associazioni corali e nell’importanza di mantenere una cultura musicale, fonte di aggregazione e di stare bene insieme”. “Siamo lieti di accogliere il primo coro comunale cittadino – ha sottolineato il Sindaco Adriano Zuccalà – composto da 41 elementi, tutti pometini. L’associazione Nisi Vox e il Maestro Bonfè sono ben noti sul nostro territorio per le loro doti artistiche, capaci di emozionare il cuore del pubblico. Avremmo voluto assistere ad una loro esibizione già durante queste festività natalizie, ma la pandemia da Covid-19, e le conseguenti restrizioni in vigore per contenere il contagio, ce l’hanno impedito. Auspichiamo che in questo 2021 ci sia modo di arricchire gli eventi cittadini con la loro bravura”. Siena, smantellata la gang di baby rapinatori che terrorizzava la città
SIENA – Questa mattina la Polizia di Stato di Siena ha dato esecuzione a 5 misure cautelari emesse nei confronti di altrettanti minori componenti di una Baby Gang. L’indagine, coordinata dal Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Firenze, Antonio Sangermano, e condotta dagli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Siena, ha portato all’esecuzione delle misure cautelari, emesse dal GIP dello stesso Tribunale fiorentino, con il “collocamento in comunità” di quattro giovani e la “permanenza domiciliare” di uno di loro. I poliziotti della Squadra Mobile, con il supporto dei colleghi dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, le hanno eseguite nei comuni di Siena, Monteriggioni, Montalcino e Perugia, nei confronti degli indagati, tutti minorenni, ritenuti più pericolosi, in virtù della gravità delle fattispecie criminose loro contestate, anche se più numerosi sono gli indagati. Nel mese di novembre scorso, gli uomini e le donne della Questura senese avevano effettuato alcune perquisizioni domiciliari a carico di giovani di età compresa fra i 14 ed i
16 anni, accusati di far parte di un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di diversi reati, fra i quali furti e rapine. In quell’occasione erano stati sequestrati dei dispositivi elettronici, come tablet e telefoni cellulari. Le serrate indagini, proseguite senza sosta, hanno consentito di mettere fine a quello che era diventato un vero e proprio incubo per alcuni minorenni della città del Palio. La vicenda della Baby Gang, che dalla fine di maggio alla fine di settembre del 2020 ha imperversato nelle strade del centro storico, aveva, infatti, spaventato a morte i giovani coetanei, spesso vittime di indebite elargizioni di denaro dietro minaccia. Gli indagati, collocati presso diverse comunità con sedi in varie parti d’Italia, dovranno rispondere di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati, fra cui due rapine ed un furto, nonché del delitto di lesioni personali aggravate, in occasione del pestaggio di un giovane “senza tetto”.
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