INFORTUNI MORTALI IN ITINERE DELLE DONNE IN ITALIA: STUDIO DELLE DINAMICHE E DELLE PRINCIPALI CARATTERISTICHE ORIENTATO ALLA PREVENZIONE - INAIL

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INFORTUNI MORTALI IN ITINERE DELLE DONNE IN ITALIA: STUDIO DELLE DINAMICHE E DELLE PRINCIPALI CARATTERISTICHE ORIENTATO ALLA PREVENZIONE - INAIL
INFORTUNI MORTALI IN ITINERE DELLE DONNE
IN ITALIA: STUDIO DELLE DINAMICHE
E DELLE PRINCIPALI CARATTERISTICHE
ORIENTATO ALLA PREVENZIONE
A. BRUSCO*, A. BUCCIARELLI*, C. GILIBERTI**, S. SALERNO***

SOMMARIO

1. Introduzione. - 2. Definizioni e normativa di riferimento. - 3. Fonte dati. - 4. Analisi
statistica degli infortuni in itinere mortali femminili. - 4.1. I 205 casi riconosciuti dall’Inail.
- 4.2. I 126 casi del campione. - 4.2.1. La selezione e raccolta dei dati. - 4.2.2. Risultati. -
5. Discussione.

1. Introduzione
Secondo le statistiche dell’Inail, gli infortuni sul lavoro in itinere sono la prima
causa di morte delle lavoratrici [1,2,3,4]. Delle 110 denunce mortali al femmi-
nile, pervenute all’Istituto e relative al 2015, oltre la metà (59 decessi) sono state
presentate per infortunio in itinere, quasi tutte (54 decessi) con un mezzo di tra-
sporto coinvolto. Mediamente meno impegnate dei lavoratori maschi nelle atti-
vità professionali più rischiose (come il lavoro nelle miniere, nei cantieri, nella
movimentazione carichi pesanti e facchinaggio), per le lavoratrici la probabilità
di infortunio letale sul lavoro è fortemente correlata al rischio stradale e in par-
ticolare alla circolazione dei veicoli quando ci si reca o si torna dal proprio posto
di lavoro (ovvero ”in itinere”). Concentrandosi su tale fattispecie, è pertanto
necessario, per la prevenzione del fenomeno, ricostruire le cause, le circostanze e
le caratteristiche di questi infortuni, analizzare le dinamiche degli incidenti stra-
dali occorsi alle lavoratrici anche attraverso l’approfondimento dei singoli, speci-
fici, casi mortali per integrare il più possibile (anche con fonti esterne) le infor-
mazioni digitalizzate ed elaborabili dagli archivi informatici statistici dell’Inail.
Obiettivo di questo lavoro, quindi, è stato quello di raccogliere dati ufficiali di

*   Inail - Consulenza statistico attuariale.
** Inail - Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti prodotti e insediamenti antropici.
*** Enea - Casaccia.

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archivio, arricchirli con informazioni reperite nel documentale a corredo delle
pratiche, ricercare ad esempio dettagli aggiuntivi sugli incidenti (anche da quo-
tidiani locali o siti online che forniscono informazioni dettagliate anche a livello
anagrafico) e delineare, attraverso dati, grafici e considerazioni, un quadro anco-
ra più definito del fenomeno.

2. Definizioni e normativa di riferimento
Gli infortuni sul lavoro si dividono in due modalità [5]:
1 “in occasione di lavoro”: l’infortunio verificatosi in connessione con le con-
    dizioni in cui si svolge l’attività lavorativa. È ripartibile nei due sottoinsiemi:
    1.1 “in occasione di lavoro con mezzo di trasporto coinvolto”: l’infortunio in
         occasione di lavoro avvenuto in un’area aperta alla pubblica circolazione
         col concorso di almeno un mezzo di trasporto (veicoli terrestri e non). Ad
         esempio l’infortunio occorso a una tassista durante la sua attività.
    1.2 “in occasione di lavoro senza mezzo di trasporto coinvolto”. Ad esempio
         quello occorso a un’operaia in fabbrica o a una impiegata in ufficio.
2 “in itinere” (art. 12 d.lgs. 38/2000): l’infortunio avvenuto durante il norma-
    le tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro, da un luogo
    di lavoro a un altro (nel caso di rapporti di lavoro plurimi), oppure durante
    il tragitto abituale per la consumazione dei pasti se non esiste una mensa
    aziendale. È ripartibile nei due sottoinsiemi:
    2.1 “in itinere con mezzo di trasporto coinvolto”: l’infortunio in itinere avve-
         nuto in un’area aperta alla pubblica circolazione col concorso di almeno
         un mezzo di trasporto (veicoli terrestri e non). Ad esempio1 l’infortunio
         occorso a un’impiegata che si reca in ufficio con l’autobus o, se necessi-
         tata, con il proprio mezzo privato o ad una lavoratrice che, tornando a
         piedi a casa, venga travolta da un veicolo.
    2.2 “in itinere senza mezzo di trasporto coinvolto”. A esempio (vedi nota 1)
         quello occorso a una lavoratrice che inciampa sul marciapiede recandosi
         al lavoro.

Sempre a titolo di esempio, non è invece “con mezzo di trasporto coinvolto” l’in-
cidente tra veicoli occorso all’interno di un cantiere o quello avvenuto in un
campo agricolo con trattore non essendo aree aperte alla pubblica circolazione.
Base normo-assicurativa [6, 7] è il già citato articolo 12 del d.lgs. 38/2000 che reci-
ta: All’articolo 2 e all’articolo 210 del testo unico è aggiunto, in fine, il seguente comma:
“Salvo il caso di interruzione o deviazione del tutto indipendenti dal lavoro o, comun-

1 Si segnala che ogni singolo caso è fatto comunque oggetto di verifiche puntuali nel rispetto della norma-
   tiva assicurativa e alla luce degli orientamenti giurisprudenziali più recenti.

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que, non necessitate, l’assicurazione comprende gli infortuni occorsi alle persone assicu-
rate durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di
lavoro, durante il normale percorso che collega due luoghi di lavoro se il lavoratore ha
più rapporti di lavoro e, qualora non sia presente un servizio di mensa aziendale,
durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di lavoro a quello di consu-
mazione abituale dei pasti. L’interruzione e la deviazione si intendono necessitate
quando sono dovute a cause di forza maggiore, ad esigenze essenziali ed improrogabili
o all’adempimento di obblighi penalmente rilevanti. L’assicurazione opera anche nel
caso di utilizzo del mezzo di trasporto privato, purché necessitato. Restano, in questo
caso, esclusi gli infortuni direttamente cagionati dall’abuso di alcolici e di psicofarma-
ci o dall’uso non terapeutico di stupefacenti ed allucinogeni; l’assicurazione, inoltre, non
opera nei confronti del conducente sprovvisto della prescritta abilitazione di guida.”
La normativa, nella sua chiarezza e sinteticità lascia quindi aperto il canale interpre-
tativo: il passaggio “necessitate” (per le deviazioni/interruzioni) e “purché necessita-
to” (sul mezzo privato) hanno di fatto agevolato letture del testo sempre più a favo-
re della qualità della vita del lavoratore di cui più volte la Corte di Cassazione, inter-
venendo su contenziosi specifici, ha ricordato la tutela costituzionale circa il rispet-
to della dignità, della salute e delle esigenze di vita personali, familiari e sociali.
Relativamente alla copertura assicurativa “in itinere”, l’Italia è all’avanguardia
nella tutela del lavoratore “da quando esce di casa a quando vi ritorna”, dato che
in altri paesi (anglosassoni ad esempio) l’infortunio stradale in itinere non viene
rilevato come da lavoro, ma rimandato all’assicurazione privata di responsabilità
civile auto. Inoltre, quanto previsto dalla normativa del 2000, è di fatto in con-
tinua evoluzione con l’Inail che recepisce i pareri delle sentenze della Corte di
Cassazione su fattispecie particolari, nonché eventuali aggiornamenti normativi
(ad esempio, il riconoscimento dell’uso della bicicletta non più solo su pista
ciclabile a seguito del Collegato Ambiente alla Legge di Stabilità 2016) [8].

3. Fonte dati
I dati di partenza su cui si basa l’analisi sono di fonte Inail e sono stati elaborati
dagli archivi statistici che alimentano la Banca dati statistica online (indirizzo diret-
to http://bancadaticsa.inail.it/bancadaticsa/login.asp), una banca dati curata dalla
Consulenza Statistico Attuariale finalizzata a divulgarne, insieme ad altri canali, il
patrimonio informativo istituzionale. Il periodo di riferimento, l’ultimo disponibi-
le al momento dell’inizio dello studio, è il quinquennio di avvenimento 2010-
2014 rilevato al 31 ottobre 2015. I dati analizzati riguardano gli infortuni sul lavo-
ro in itinere con esito mortale occorsi a lavoratrici. Le 276 denunce pervenute
all’Inail nel quinquennio sono state analizzate rispetto alle principali caratteristiche
(anagrafiche, territoriali, temporali, ecc.); analoga indagine è stata condotta anche
sui soli casi riconosciuti sul lavoro (accertati positivi) che hanno visto coinvolti

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mezzi di trasporto (205 decessi). Per quanto gli archivi siano ricchi di informazio-
ni, l’esigenza di approfondire ulteriormente cause e circostanze degli incidenti mor-
tali ha suggerito di individuare un set di casi tra quelli riconosciuti e meglio codi-
ficati, quantificati in 126, su cui procedere a un’analisi puntuale, caso per caso,
della documentazione a corredo della pratica Inail. Il campione risulta quindi ben
rappresentativo sia in termini qualitativi che quantitativi (oltre il 60% del totale).
Oltre ad informazioni standard già divulgate (come zona geografica, giorno della
settimana e ora di accadimento, classe d’età, nazionalità), sono state raccolte infor-
mazioni supplementari nell’analisi di dettaglio (e arricchite ove possibile con infor-
mazioni da fonti esterne come ad esempio le condizioni meteo del luogo-giorno
dell’evento) quali: distanza casa-lavoro, tipo di strada percorsa (urbana, extraurba-
na, autostrada), tipo di veicoli coinvolti (autovetture, scooter, bicicletta, mezzi
pesanti, ecc.) e loro vetustà, stato di famiglia, tipologia contrattuale.

4.        Analisi statistica degli infortuni in itinere mortali femminili
4.1 I 205 casi riconosciuti dall’Inail
Nel quinquennio 2010-2014, come sopra detto, le denunce di infortuni in iti-
nere mortali occorsi alle donne sono state complessivamente 276, di queste 255
con mezzo di trasporto e 21 senza il coinvolgimento di un mezzo. Per disporre
di informazioni complete e per concentrare l’analisi sui casi già accertati come di
origine lavorativa si sono esaminati i soli eventi riconosciuti dall’Inail, compren-
dendo sia quelli con superstite (che danno diritto all’erogazione di una rendita)
sia quelli senza superstite. Tale casistica nel periodo di riferimento ammonta a
213 casi, di cui 205 avvenuti con mezzo di trasporto e 8 senza mezzo.
Tabella 1
Denunce e accertamenti positivi di infortuni sul lavoro mortali in itinere occorsi a donne per modali-
tà e anno di accadimento - Anni 2010-2014.

                                                                                                    Quinquennio
      Modalità di accadimento              2010        2011        2012       2013       2014
                                                                                                    2010-2014

      Senza mezzo di trasporto                   4             2          4          5          6           21
  di cui accertati positivamente                 2         -              2          2          2            8

      Con mezzo di trasporto                   52          59            46     51          47             255
 di cui accertati positivamente                42          55            37     32          39             205

      Totale casi denunciati                   56          61            50     56          53             276
  di cui accertati positivamente               44          55            39     34          41             213
Fonte: Inail – Banca dati statistica, aggiornamento al 31 ottobre 2015

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Nel prosieguo sarà effettuata una prima analisi statistica di sintesi sui 205 casi
mortali che hanno visto il coinvolgimento del mezzo di trasporto e che rappre-
sentano il 96% degli eventi riconosciuti dall’Istituto, per poi approfondire l’os-
servazione su un campione.
Nella maggior parte dei casi (81%) si tratta di lavoratrici italiane, per le stranie-
re, 12 dei 38 decessi riguardano donne nate in Romania.
Circa il 40% dei casi interessa donne di età compresa tra i 35 e i 49 anni, il 37%
giovani al di sotto dei 34 anni.

       60 e oltre

           55-59

           50-54

           45-49

           40-44

           35-39

           30-34

           25-29

        fino a 24

                    0%        2%        4%         6%         8%        10%        12%        14%        16%

Grafico 1: Infortuni sul lavoro mortali in itinere con mezzo di trasporto coinvolto accertati positivi occorsi a donne
per classe di età (valori percentuali) - Quinquennio 2010-2014.

I casi analizzati sono concentrati nella gestione Industria e servizi (182 decessi),
la più grande per l’Istituto. Benché gli infortuni in itinere siano trasversali e
quindi, in generale, esulino dal rischio lavorativo, l’analisi per settore di attività
rileva che - compatibilmente col sistema produttivo e il tipo di attività svolta
dalle donne - a essere più colpiti sono quelli del terziario, come il commercio, la
sanità e la ristorazione che totalizzano quasi la metà degli eventi.
Il 36% dei decessi si verifica nel Nord-Est, con la metà dei casi concentrati in
Emilia Romagna (37 dei 74 casi complessivi della macro-area), a seguire la
Lombardia (30 casi) e il Veneto (25 casi).

                                                                                                                 561
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                                    14%                                 23%

                        21%

                                                                          36%

                          NORD-OVEST          NORD-EST        CENTRO          SUD     ISOLE

Grafico 2: Infortuni sul lavoro mortali in itinere con mezzo di trasporto coinvolto accertati positivi occorsi a donne
per ripartizione territoriale (valori percentuali) - Quinquennio 2010-2014.

Si osserva che nei mesi di novembre, dicembre e gennaio, complice anche la
minore visibilità per buio e condizioni climatiche, si verificano oltre un terzo
degli eventi mortali.
Per quanto riguarda, invece, il giorno della settimana, non si evidenziano parti-
colari situazioni di rilievo, pochi casi in più il mercoledì, rispetto agli altri gior-
ni, con un calo in corrispondenza del week end, in particolare della domenica,
giorno dedicato da molti al riposo lavorativo.
Le ore più letali sono quelle del mattino, dalle 5 alle 8 (circa il 35% dei casi),
coerentemente all’inizio/fine del turno di lavoro.
Escludendo i casi non determinati, la parte del corpo principalmente lesa è il cra-
nio con il 63% dei casi (in particolare per frattura 62%), a seguire gli organi
interni col 16%.
Le principali nature della lesione sono: “frattura” con oltre la metà dei casi e
“contusioni”.

4.2 I 126 casi del campione
Per raggiungere un dettaglio maggiore sulle caratteristiche degli infortuni in itine-
re mortali femminili è stato analizzato un campione di 126 casi, rappresentativo
dell’universo dei 205 decessi riconosciuti e finora esaminati, sui quali effettuare
un’analisi puntuale, caso per caso, utilizzando anche informazioni accessorie [9].

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4.2.1 La selezione e raccolta dei dati
Oltre ai dati presenti negli archivi Inail complementari a quelli statistici (desumi-
bili dalla documentazione allegata alla gestione amministrativa/sanitaria della pra-
tica di decesso) sono state ricercate informazioni reperibili all’esterno dell’Istituto
per aspetti ulteriori, come le condizioni metereologiche o le caratteristiche specifi-
che dei veicoli, che possono aiutare a comprendere le dinamiche infortunistiche,
e/o tali da spiegare la difficoltà di conciliazione casa, famiglia e lavoro.
Per quanto riguarda il campione da analizzare e approfondire, si precisa che è stato
creato circoscrivendolo ai casi che risultavano meglio codificati, rispetto alle varia-
bili che descrivono le dinamiche dell’incidente e il tipo di mezzi coinvolti; più in
dettaglio, ricorrendo alle variabili Esaw/32 presenti negli archivi Inail, all’interno
del gruppo dei 205 decessi sono stati presi in esame 126 casi con “agente materia-
le del contatto” esplicitamente codificato con “veicolo/i”. Tale filtro ha consentito
al contempo di contenere la numerosità campionaria (visti i tempi necessari
all’analisi pratica per pratica) “mirandola” a una rosa di casi meglio codificati.
Per quanto riguarda le variabili aggiuntive da indagare si sono esaminate una
serie di informazioni desumibili in parte accedendo ai canali internet, come la
quantificazione chilometrica della distanza casa e luogo di lavoro e il tempo di
percorrenza in minuti (rilievo dei chilometri percorsi secondo le mappe di
Google e i tempi medi utilizzando il mezzo pubblico o privato coinvolto), la
tipologia di strada (urbana, extraurbana, autostrada), le caratteristiche del mezzo
coinvolto quali: anno di immatricolazione, tipo di veicolo, targa, cilindrata, clas-
se di segmento (utilitaria o meno). Questi dati sono stati reperiti avvalendosi
anche delle informazioni desunte dalla lettura dei quotidiani, integrate con dati
consultabili sul sito Aci (Automobile Club d’Italia) e dalle case automobilistiche.
Altro gruppo di informazioni aggiuntive hanno riguardato le circostanze clima-
tiche dell’evento quali le condizioni meteo (www.ilmeteo.it che contiene anche
dati storici) e l’occorrenza in orario diurno o notturno compatibilmente alla sta-
gionalità (in base alla data e all’ora dell’evento).
L’analisi della documentazione allegata alla pratica ha permesso poi di indagare
su ulteriori aspetti dell’evento al fine di arricchire la conoscenza del fenomeno,
in particolare, se la donna era al volante o meno, se ha causato o subito l’inci-
dente, sulla dinamica (se si è trattato di un tamponamento o di uno scontro),
sulle cause, concause e aggravanti presumibili (a tal proposito sono state consi-
2 Da vari anni l’Inail utilizza tale sistema europeo, fondato su otto variabili principali (tipo di luogo, tipo
   di lavoro e le coppie-azioni agente materiale dell’attività fisica specifica, della deviazione e del contatto)
   finalizzate a registrare, con codifiche condivise a livello europeo, la catena di avvenimenti che precede
   l’istante traumatico dell’evento infortunistico, mettendone in evidenza cause, circostanze e dinamiche. La
   codifica - molto particolareggiata e quindi particolarmente impegnativa e articolata nella fase di inseri-
   mento - risente ancora di una significativa presenza di casi non codificati con la conseguenza che i dati
   elaborati possono risultare in una certa misura sottostimati (ma di recente è stato rilasciato un software
   dedicato per il miglioramento della qualità del dato).

                                                                                                            563
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derate le più varie ad esempio visibilità, sonno, distrazione, uso di sostanze alco-
liche o stupefacenti, ecc.) e infine, se sono stati coinvolti altri veicoli.
Per completare il quadro sono poi state analizzate le caratteristiche socio-demografi-
che delle donne: accanto all’età si è preso in esame lo stato civile (coniugata o meno)
e il nucleo familiare, in particolare, nel caso di figli si sono rilevati il numero e l’età
degli stessi. Altro determinante importante è stato ritenuto il tipo di lavoro, in par-
ticolare si è verificato se la lavoratrice era in possesso di un contratto a tempo deter-
minato o meno, tempo pieno o parziale, da dipendente o autonomo o irregolare.
Il numero di ulteriori variabili da esaminare nel campione ha richiesto un rile-
vante impegno in termini di raccolta dai diversi canali informativi, ma ha avuto
il pregio di arricchire quanto più possibile le conoscenze e di definire un profilo
il più possibile completo per tale casistica di eventi.

Tabella 2
Variabili aggiuntive indagate e relative modalità osservate nel campione.
       
                                                                      
        
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                                                      "!'%""-'%"
 

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4.2.2 Risultati
Partendo dagli aspetti socio-demografici emerge che l’81% delle donne coinvol-
te in infortuni in itinere mortali sono italiane, il restante 19% sono straniere (6
delle 24 complessive sono di nazionalità romena). L’età media è di 42 anni, ma
se si considerano le sole straniere questa si abbassa a 38 anni. In generale il 73%
delle vittime appartiene alla fascia di età 20-50 anni.
Nel 70% dei casi si tratta di donne sposate o conviventi, nel 21% single, nella
restante parte separate/divorziate o vedove. Il 61% ha almeno un figlio, in par-
ticolare, tra le donne con figli il 39% ne ha uno, il 47% ne ha due. Il 53% dei
figli sono minori o adolescenti (l’età media del primo figlio è di poco inferiore ai
17 anni). Dal punto di vista contrattuale il campione di donne è costituito nella
stragrande maggioranza da lavoratrici dipendenti (81%), a tempo pieno (47%)
e con contratto a tempo indeterminato (62%). Differenze si riscontrano nel caso
delle sole straniere per le quali il contratto è da dipendente nel 67% dei casi, a
tempo pieno nel 45% e a tempo indeterminato nel 45%, percentuali ben al di
sotto di quelle rilevate per le italiane. Le vittime risultano occupate prevalente-
mente nelle attività dei servizi, in particolare, nel commercio (17% dei casi), nel-
l’assistenza sanitaria e sociale (15%), nella ristorazione (13%) e nei servizi di
pulizia di scale ed edifici (9%). Le professioni e mansioni svolte sono nel 21%
dei casi di tipo impiegatizio (amministrativo o di segreteria), nel 13% sono lavo-
ratrici nella ristorazione (cuoche, bariste, cameriere), nell’11% commesse e nel
10% infermiere e assistenti sanitarie.

Tabella 3
Infortuni sul lavoro mortali in itinere con mezzo di trasporto coinvolto accertati positivi occorsi a donne
per principali mansioni/professioni svolte (valori percentuali) – Quinquennio 2010-2014, dati del
campione.

 impiegata                                                          21%
 addetta alla ristorazione (cuoca, barista, cameriera)              13%
 commessa/addetta alla vendita                                      11%
 infermiera/assistente sanitaria                                    10%
 addetta alle pulizie                                                9%
 insegnante/maestra                                                  6%
 operaia agricola/contadina                                          4%

L’analisi della documentazione amministrativa del caso e delle informazioni
acquisite dalle variabili esogene permette di definire anche il quadro legato agli
aspetti temporali. Si evince che l’incidente è avvenuto principalmente nelle ore

                                                                                                      565
Parte I                      RIVISTA DEGLI INFORTUNI E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI - FASCICOLO N. 3/2016

diurne (71%), mentre la luminosità era scarsa nel 29% dei casi; il meteo era
avverso nel 43% dei casi. Da sottolineare che la coincidenza temporale di scarsa
luminosità e meteo avverso ha determinato il 12% di tutti gli incidenti mortali.
Oltre la metà degli eventi si sono verificati mentre la donna si recava al lavoro
(54%) ed entro un raggio di circa 15 chilometri da casa (55%) per un tempo
medio di percorrenza per singola tratta di 30 minuti. Risulta anche che il 40%
degli infortuni mortali si è verificato nelle prime ore della giornata (compatibil-
mente con l’andare al lavoro e il rientro dal turno notturno), tra le 4 e le 9 del
mattino ed in particolare il 14% tra le 7 e le 8, orario di punta per chi si reca al
lavoro.
Analizzando la data dell’evento si osserva che i giorni più a rischio sono i primi
tre della settimana (55%), in particolare il mercoledì, mentre si registra un calo,
atteso, la domenica. I mesi più rischiosi sembrano essere gli ultimi dell’anno, in
particolare il trimestre ottobre-dicembre col 40% dei casi, probabilmente a causa
delle condizioni climatiche (meteo e ore di luce) e del manto stradale.
Il 61% dei decessi avviene nel Nord Italia, in particolare il 34% nel Nord-Est e
il 27% nel Nord-Ovest.
A livello regionale si distinguono: l’Emilia Romagna (20%), la Lombardia
(17%), Toscana e Piemonte entrambe col 9% di casi. Più contenuto il numero
di decessi in quasi tutte le regioni del Sud (in totale 13%).

                                                   7%
                                      13%                              27%

                          19%

                                                                   34%

                          NORD-OVEST          NORD-EST        CENTRO        SUD       ISOLE

Grafico 3: Infortuni sul lavoro mortali in itinere con mezzo di trasporto coinvolto accertati positivi occorsi a donne
per ripartizione territoriale (valori percentuali) - Quinquennio 2010-2014, dati del campione.

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INFORTUNI MORTALI IN ITINERE DELLE DONNE IN ITALIA: STUDIO DELLE DINAMICHE ...                              Parte I
                                                                                         PRATICA E CASISTICA

             Emilia Romagna
                   Lombardia
                     Toscana
                    Piemonte
                      Veneto
                         Lazio
         Friuli Venezia Giulia
                        Sicilia
                        Puglia
                      Marche
                     Calabria
                    Campania
                    Sardegna
               Bolzano-Bozen
                       Liguria
                    Basilicata
                                  0%              5%               10%                15%               20%

Grafico 4: Infortuni sul lavoro mortali in itinere con mezzo di trasporto coinvolto accertati positivi occorsi a donne
per regione (valori percentuali) - Quinquennio 2010-2014, dati del campione.

La dinamica dell’incidente evidenzia che nell’87% dei casi la donna era alla guida
del mezzo a prescindere dal tipo (2 o 4 ruote), nel 9% era passeggera, mentre nel
restante 4% tale informazione non è desumibile.
È importante sottolineare che in nessun caso mortale del campione esaminato la
donna utilizzava nell’andare o tornare dal lavoro un mezzo pubblico (treno,
autobus o corriera). La lavoratrice era a bordo (alla guida o passeggera) di un
autoveicolo nel 72% dei casi, mentre in circa un caso su quattro era alla condu-
zione di un bi-ruote (scooter o moto nel 13% dei casi e bicicletta nel 10% dei
casi). In 3 dei 126 casi la vittima era a piedi ed è stata investita.

                                                                                                                 567
Parte I                      RIVISTA DEGLI INFORTUNI E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI - FASCICOLO N. 3/2016

                                                    2%
                                             10%    1% 2%
                                 13%

                                                                                72%

                          Autoveicolo                          Scooter-Moto
                          Bicicletta                           Camion/Autotreno/Rimorchio
                          A Piedi                              Altro e non determinato

Grafico 5: Infortuni sul lavoro mortali in itinere con mezzo di trasporto coinvolto accertati positivi occorsi a donne
per tipo di mezzo utilizzato (valori percentuali) - Quinquennio 2010-2014, dati del campione.

Nell’82% dei decessi è stato coinvolto un altro mezzo di trasporto, in particola-
re si è trattato nel 45% dei casi di un autoveicolo, nel 30% di un mezzo pesan-
te (camion/autotreno/rimorchio); un caso su cinque non ha visto altri veicoli
coinvolti (ad esempio per uscita di strada) e negli altri casi residuali i terzi erano
su mezzi a due ruote, autobus e, finanche, trattori.

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                                                                                         PRATICA E CASISTICA

                                               18%
                                   2%                                         45%

                                    30%

                                                                     3%
                                                             2%

                          Autoveicolo                         Scooter-Moto
                          Autobus/Corriera                    Camion/Autotreno/Rimorchio
                          Altro                               Nessun mezzo

Grafico 6: Infortuni sul lavoro mortali in itinere con mezzo di trasporto coinvolto accertati positivi occorsi a donne
per altro mezzo di trasporto coinvolto (valori percentuali) - Quinquennio 2010-2014, dati del campione.

Un approfondimento è stato condotto, limitatamente alle autovetture, sul tipo
di veicolo su cui viaggiava la vittima (nel 91% dei casi ne era alla guida mentre
nel restante 8% era passeggera). Nel 59% dei casi erano vetture del segmento B
(vetture piccole, come la Fiat Punto ad esempio) e nel 18% vetture del segmen-
to A (citycar come la Fiat 600 o Panda ad esempio): in sintesi, vetture utilitarie
in oltre il 75% degli incidenti, la maggior parte di produzione italiana (come
atteso per la consolidata affermazione sul mercato interno delle case automobili-
stiche nazionali), seguita nell’ordine da marchi tedeschi, francesi e orientali.
Inoltre, in tutti i casi in cui si è riusciti a risalire alla targa e a determinarne (o
stimarne) l’immatricolazione, risulta che nel 55% circa dei casi l’automobile è
stata immatricolata precedentemente al 2004: vetture quindi che nel quinquen-
nio osservato (2010-2014) avevano anche raggiunto (e in molti casi superato
ampiamente) i 10 anni di vita con ciò che ne consegue in termini di sicurezza
meccanica, ma anche di obsolescenza circa i dispositivi per la sicurezza
attiva/passiva.
In oltre la metà dei casi (52%) la donna ha causato l’incidente, mentre nel 44%
lo ha subito. L’incidente è avvenuto nel 71% delle situazioni su strade extraurba-
ne, nel 22% su strade urbane, residuali gli incidenti su autostrade.

                                                                                                                 569
Parte I                      RIVISTA DEGLI INFORTUNI E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI - FASCICOLO N. 3/2016

Approfondendo le dinamiche dell’infortunio mortale si evince che a essere letali
sono gli “scontri” in oltre 6 eventi su 10, in particolare lo scontro frontale inte-
ressa il 45% dei casi e quello laterale il 16%. Non vanno trascurate le “uscite di
strada” (22%) sia in rettilineo che in prossimità di curve.

                                                       6% 11%
                                          22%

                                       16%                                 45%

                    Tamponamento                                      Scontro frontale
                    Scontro laterale o altro scontro                  Uscita di strada
                    Altro e non determinato

Grafico 7: Infortuni sul lavoro mortali in itinere con mezzo di trasporto coinvolto accertati positivi occorsi a donne
per dinamica (valori percentuali) - Quinquennio 2010-2014, dati del campione.

Analizzando le cause dell’incidente, le concause e le aggravanti per le conseguen-
ze del medesimo (ove desumibili dalla documentazione), si è osservato che la
principale causa di infortunio risulta la perdita di controllo personale o altrui
(52%) che nel caso di scontro frontale incide nel 65% dei decessi e di ben il 74%
nelle uscite di strada.
Da non trascurare il mancato uso della cintura di sicurezza (4%), il non rispetto
della distanza di sicurezza (3%), comportamenti peraltro sanzionati dal codice
della strada.

5.      Discussione
Un precedente studio sugli infortuni in itinere mortali con mezzo di trasporto
delle donne italiane e straniere, accertati positivamente dall’Inail per il periodo
2009-2013, aveva evidenziato che le lavoratrici muoiono significativamente più

570
INFORTUNI MORTALI IN ITINERE DELLE DONNE IN ITALIA: STUDIO DELLE DINAMICHE ...         Parte I
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dei maschi e individuato specifiche condizioni di rischio per età, nazionalità, set-
tore di lavoro, area geografica, mese, giorno, ora dell’infortunio [10, 11].
Le variabili analizzate evidenziavano la necessità di un approfondimento dei sin-
goli casi mortali per studiare nel dettaglio la dinamica dell’infortunio e le sue
caratteristiche, oggetto del presente lavoro, al fine di individuare efficaci politi-
che di prevenzione mirate al genere femminile [12].
I dati aggiornati (2010-2014), arricchiti di ulteriori informazioni, confermano
un profilo di rischio caratterizzato da una maggioranza di vittime tra le italiane,
nel settore di lavoro terziario, in particolare sanità e assistenza sociale, nel Nord-
Est, particolarmente l’Emilia Romagna, il mercoledì la giornata più rischiosa. Si
conferma inoltre che le morti femminili avvengono maggiormente andando al
lavoro, nelle prime ore del mattino, nel trimestre ottobre-dicembre. I casi analiz-
zati nel campione confermano quanto sopra descritto e aggiungono le caratteri-
stiche socio-demografiche e quelle della dinamica dell’infortunio. La maggioran-
za delle donne, decedute per infortunio in itinere con mezzo di trasporto, sono
sposate, hanno almeno un figlio minore o adolescente, le italiane un lavoro
dipendente a tempo parziale con contratto a tempo indeterminato, a tempo
determinato le straniere. Muoiono andando al lavoro, distante in media 15 chi-
lometri dall’abitazione, impiegando un tempo medio di trenta minuti, alla guida
di un autoveicolo di piccola cilindrata con dieci anni di immatricolazione media,
su una strada extraurbana, perdendo il controllo e causando uno scontro fronta-
le, con un altro autoveicolo, spesso un mezzo pesante. Le condizioni climatiche,
pur favorevoli nella maggioranza dei casi così come la luminosità ambientale,
costituiscono comunque un fattore di rischio in un elevato numero di infortuni
femminili.
L’età della morte di italiane e straniere corrisponde al profilo del lavoro femmi-
nile che vede le straniere più giovani [13]. Le regioni del Nord-Est sono quelle a
maggiore occupazione femminile [14], come l’attività nei servizi socio-sanitari,
già considerata ad elevato rischio di infortuni in itinere rispetto alle altre profes-
sioni [15]. L’elevato numero di infortuni mortali nella giornata del mercoledì
potrebbe essere legato alla maggiore presenza al lavoro nei primi giorni della set-
timana [16] e gli aspetti meteorologici spiegherebbero la maggiore criticità nei
mesi invernali [17], soprattutto per le donne impegnate nel lavoro di concilia-
zione. Al mattino le donne, più dei maschi, devono anche gestire casa, bambini,
anziani, attività che rendono i tempi e l’attenzione impegnata su più fronti [10,
18] favorendo infortuni anche stradali. Maggiore rischio per le donne pendolari
sarebbe anche dovuto al ridotto numero di ore di sonno, minore tempo di recu-
pero, riposo e svago, elementi che possono influire negativamente sull’attenzio-
ne, sia nella guida del veicolo che negli spostamenti casa-lavoro, incrementando
il rischio di infortuni [19]. La conciliazione casa-lavoro rappresenta dunque un
elemento cruciale nel caso femminile. Garantire la flessibilità degli orari di lavo-
ro, specialmente al mattino, la possibilità di avere servizi quali asili nido, scuole

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vicine al luogo di lavoro o nel percorso casa-lavoro, garantire i tempi di recupe-
ro dalla stanchezza e quelli di rispetto delle ore di sonno, rappresentano la pre-
venzione della distrazione nella guida [20].
La conciliazione di più lavori, la richiesta di straordinari, la pressione per arri-
vare in tempo, influiscono negativamente sul comportamento alla guida in ter-
mini di velocità, violazione dei codici, disattenzione, guida in condizioni di
stanchezza, causa del 16-23% degli incidenti stradali sul lavoro, determinando
un conflitto tra produttività lavorativa e sicurezza stradale che può compro-
mettere la salute [21]. Inoltre, il maggiore utilizzo da parte delle donne di
autovetture piccole e meno sicure richiederebbe requisiti certi di manutenzio-
ne al fine di garantire la sicurezza del mezzo utilizzato. Allo stesso modo
dovrebbero essere garantite manutenzione e sicurezza delle strade, in partico-
lare quelle extraurbane, che risultano essere le più pericolose per la mortalità
da infortuni in itinere.
Nello studio è stato evidenziato che, in poco meno della metà dei casi, la donna
andando o tornando dal lavoro, è vittima non causante dell’infortunio. In questo
caso, l’intervento preventivo, oltre a quello già esplicitato precedentemente, deve
riguardare necessariamente una politica di prevenzione generale relativa alla sicu-
rezza stradale. Questi eventi “subiti” vedono spesso coinvolti autoveicoli pesanti,
elevata velocità, non ottemperanza alle regole del codice stradale e assenza di vigi-
lanza relativa. Una particolare attenzione andrebbe rivolta al lavoro notturno, che
sembra esporre maggiormente la donna al rischio di subire un infortunio in itine-
re, a causa del mancato rispetto delle norme stradali durante la notte [22].
L’analisi delle morti per infortunio in itinere evidenzia che la prevenzione degli
stessi può essere efficacemente realizzata attraverso l’uso del mezzo pubblico, che
rappresenta lo strumento normale per la mobilità delle persone e comporta il
grado minimo di esposizione al rischio della strada. (Cass. 17 gennaio 2007, n.
995, Pres. Ianniruberto Est. Vidiri, in Lav. nella giur. 2007, 516). Questo studio
non ha infatti rilevato, nel periodo esaminato, casi di morti di donne che faccia-
no uso di un mezzo pubblico. Politiche di incentivazione e di incremento dello
stesso per qualità e quantità (orari, giorni della settimana, ecc.) ridurrebbero
quindi il fenomeno [23].
Moderni sistemi di informazione sui trasporti pubblici, attraverso la comunica-
zione in tempo reale alle fermate e sui veicoli, siti internet e servizi di messaggi-
stica dedicati, potrebbero offrire un trasporto efficace e competitivo alternativo
a quello privato. Il trasporto pubblico potrebbe essere incentivato anche attraver-
so un costo limitato con sconti alle imprese [24], la puntualità nel servizio, il
comfort a bordo, l’igiene, la disponibilità di posti [25] e la sicurezza dalle aggres-
sioni e molestie sessuali [26]. Sarebbe anche auspicabile l’utilizzo del trasporto
pubblico nei periodi di maggior rischio ambientale per condizioni meteorologi-
che avverse e una formazione orientata alla guida sicura in caso di neve, pioggia,
ghiaccio e visibilità limitata. Uno studio svedese, senza orientamento al genere e

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all’età, ha evidenziato come una riduzione del rischio di infortuni stradali si
aveva laddove venivano adottati corsi di guida in condizioni critiche e migliora-
mento della guida attraverso soluzioni preventive prodotte dal confronto tra i
partecipanti [27].
Gli infortuni stradali potrebbero rappresentare la quinta causa di morte nel
mondo entro il 2030, soprattutto nei paesi in via di sviluppo [28]. È necessario,
pertanto, avviare da subito politiche di prevenzione orientate al genere [29, 30].
Al fine di limitare il fenomeno degli infortuni in itinere, l’Unione Europea ha
riportato nel tempo indicazioni preventive (89/391/CEE; 2003/88/EC;
2010/40/EU) da attuare nei luoghi di lavoro in termini di: numero di ore setti-
manali, riposi giornalieri, pause, ferie annuali, flessibilità negli orari, buone pra-
tiche per ciclisti e pedoni, automobilisti e politiche di supporto alla conciliazio-
ne casa-lavoro. Ogni singolo Stato europeo ha elaborato proprie strategie di pre-
venzione del fenomeno delle morti e disabilità da pendolarismo [19].
In Italia, la Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortu-
ni sul lavoro ha sottolineato la rilevanza sociale ed economica degli infortuni in
itinere [31]. In particolare, ha ipotizzato azioni di merito quali l’incremento del-
l’utilizzo del trasporto pubblico, politiche di mobilità aziendale con l’istituzione
del mobility manager e un’attenzione particolare allo studio della relazione tra
infortuni in itinere e stress lavoro correlato prima e dopo l’orario di lavoro.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a seguito dell’aumento dei morti
sulle strade in Europa (+1% delle vittime 2015), ha promosso una campagna di
comunicazione dal titolo “Sulla buona strada” per favorire un corretto compor-
tamento di guida individuale in relazione alla limitazione della velocità, all’uso
dei telefoni cellulari, cinture di sicurezza, sedili per bambini, materiali visibili per
biciclette [32].
In Francia, l’Agenzia Nazionale per il miglioramento delle condizioni di lavoro
(ANACT) ha denunciato che gli infortuni in itinere colpiscono più le donne.
Fino al 2008, il numero degli infortuni in itinere è stato maggiore per gli uomi-
ni, mentre dal 2009 la tendenza si è invertita: il numero di infortuni in itinere
degli uomini è diminuito del 14,9%, mentre quello delle donne è aumentato del
14,2% [33]. Nello stesso Paese, in precedenza è stato elaborato un piano d’azio-
ne per i datori di lavoro con: riduzione degli spostamenti non necessari, la crea-
zione di mense aziendali, limitazione delle pause troppo lunghe che favoriscano
il ritorno a casa, l’incentivazione del trasporto pubblico, navette aziendali, infor-
mazioni su meteo, traffico, lavori stradali, l’elaborazione del percorso migliore
casa-lavoro, corsi di formazione per i lavoratori e un questionario per monitora-
re costantemente il pendolarismo.
Altri Paesi hanno rafforzato la condivisione nell’uso di una sola automobile da
parte di un gruppo di persone che compiono abitualmente lo stesso tragitto (car
pooling) e l’uso di un’automobile su prenotazione (car sharing), l’uso della bici-
cletta, fogli di informazione sulla guida sicura in relazione a: velocità, alcool, uso

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dei telefoni cellulari, distanza di sicurezza, cinture di sicurezza, conoscenza delle
condizioni atmosferiche [19].
Questo studio ha messo in luce informazioni e circostanze, spesso non adegua-
tamente esplicitate, alle quali sono esposte le lavoratrici vittime di infortuni in
itinere con mezzo di trasporto. Il quadro così definito potrebbe attivare la costru-
zione di buone pratiche preventive orientate al genere in coerenza con le politi-
che italiane ed europee.

RIASSUNTO
Gli infortuni in itinere rappresentano la prima causa di morte delle lavoratrici ita-
liane e straniere. I dati complessivi relativi agli infortuni in itinere con esito mor-
tale delle lavoratrici, aggiornati al quinquennio di accadimento 2010-2014, sono
stati estratti dall’archivio statistico Inail; i casi accertati positivi, che hanno visto
coinvolti mezzi di trasporto, sono risultati 205 su 276 denunce (74%). È stata
svolta un’analisi puntuale della documentazione a corredo della singola pratica
Inail, caso per caso, su un set di 126 decessi selezionati tra i 205 perché meglio
documentati. Oltre alle caratteristiche principali in termini di genere, età, condi-
zione di immigrazione, settore di lavoro, area geografica, orario, mese e giorno
della settimana, sono state acquisite informazioni supplementari relative a: dati
socio-demografici, occupazione, tipologia contrattuale, distanza casa-lavoro e
tempo impiegato, dinamica dell’infortunio, tipologia della strada (urbana,
extraurbana, autostrada), caratteristiche dei veicoli coinvolti (tipo e immatricola-
zione), condizioni climatiche e luminosità ambientale. I risultati sui 126 casi ana-
lizzati mostrano che: le vittime sono prevalentemente italiane (81%) con meno di
50 anni (73%) sposate-conviventi (70%), con figli (61%) adolescenti e minori
(53%), con un contratto lavorativo da dipendente (81%), indeterminato (62%),
a tempo pieno (47%), nei servizi (commercio 17%, assistenza sanitaria e sociale
15%, ristorazione 13%, servizi di pulizia 9%). La donna era alla guida del mezzo
(87%), di un autoveicolo (91%) - spesso datato, tipo utilitaria (59%) - andando
al lavoro (54%), nei primi tre giorni della settimana (55%), su strada extraurba-
na (71%), entro quindici chilometri dall’abitazione (55%), impiegando media-
mente 30 minuti, coinvolgendo un’altra autovettura (45%). Per quanto riguarda
la dinamica dell’infortunio mortale nel 45% dei casi si è trattato di uno scontro
frontale causato nel 65% da perdita di controllo del mezzo. Nel 52% dei casi la
donna ha causato l’infortunio e nel 44% è stata vittima di comportamenti altrui.
Le condizioni meteo erano avverse nel 43% dei casi e nel 29% la guida avveniva
in orari caratterizzati da scarsa luminosità ambientale, entrambe queste condizio-
ni si presentavano nel 12% dei casi. Nello studio vengono discusse le caratteristi-
che e le dinamiche degli infortuni mortali in itinere delle donne in Italia, indivi-
duando le maggiori criticità per una prevenzione orientata al genere.

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SUMMARY
Women commuting fatal accidents in five-years (2010-2014) were extracted
from Inail statistical records in Italy. Fatal commuting cases involving vehicles
were 205 out of 276 (74%). A detailed analysis on main variables related to 126
selected well documented cases was carried out.
Socio-demographic characteristics together with occupation and type of con-
tract, home-work distance and timing, type of roads (urban, extra urban, high-
way), type and age of vehicles, whether the woman was driver or passenger, acci-
dent dynamics, weather and lighting conditions were collected.
Results show how women were mainly Italian (81%), under fifty years old
(73%), married (70%) with children (61%), at least one teenager (53%),
younger the immigrants, employed with a permanent job (62%), full time
(47%) in services (trade 17%, health care 15%, food service 13%, cleaning 9%,
etc.). Women were driving motor vehicles (91%), small size (59%), going to
work (54%) especially in the first three days of the week, in an extraurban road
(71%), within fifteen kilometers from home (55%) traveling for 30 minutes.
Women caused (52%) or suffered (44%) a frontal/ lateral collision by loss of
control (65%), involving another car/truck (45%), often in adverse weather
(43%) or in low lighting conditions (29%) both conditions in 12% of cases.
A need for gender oriented prevention is discussed.

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[8] INAIL: Circolare n. 14 del 25/03/2016 “Linee guida per la trattazione dei casi
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