Il Signore viene in mezzo a noi andiamogli incontro! - Sussidio Avvento - Natale 2020

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Il Signore viene in mezzo a noi andiamogli incontro! - Sussidio Avvento - Natale 2020
Il Signore viene
in mezzo a noi …
andiamogli incontro!

                       Sussidio
                       Avvento – Natale 2020
Il Signore viene in mezzo a noi andiamogli incontro! - Sussidio Avvento - Natale 2020
IN ASCOLTO             IN PREGHIERA
Per leggere
                       IN ESERCIZIO
Per meditare           Ti racconto una storia
Per pregare            Guardiamo un film
                       Contempliamo
In ascolto di noi…     Dal segno ai segni di Carità
famiglie e fidanzati   Il testimone
                       Azione di carità
         Genitori
                       - Last but no least
Il Signore viene in mezzo a noi andiamogli incontro! - Sussidio Avvento - Natale 2020
In ascolto… di Dio
Lezionario: Is 63,16-17.19; 64,2-7 Sal 79 1Cor 1,3-9
+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 13,33-37)
Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come
un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai
suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla
sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che,
giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Il Signore viene in mezzo a noi andiamogli incontro! - Sussidio Avvento - Natale 2020
Per leggere …
cosa dice l’evangelista
Il brano del vangelo chiude un lungo discorso di
Gesù tenuto alla vigilia della sua passione
davanti al tempio di Gerusalemme del quale non resterà pietra su pietra di
lì a qualche anno (Mc 13). È un insegnamento complesso e di difficile
comprensione di primo acchito, come lo è d’altronde anche il tempo che
viviamo. Comunque, le parole di Gesù ci invitano a pensare all’urgenza del
tempo presente e alla speranza cristiana.
 le parole di Gesù ci  L’insegnamento del Maestro ha il sapore del testamento
 invitano a pensare    lasciato alla comunità dei discepoli ai quali è rivolto il
 all’urgenza del tempo richiamo alla fedeltà e al coraggio considerando i
 presente e alla
 speranza cristiana    tempi difficili che si trovano a vivere e il loro
                       disorientamento.
Il Signore viene in mezzo a noi andiamogli incontro! - Sussidio Avvento - Natale 2020
Per leggere … cosa dice l’evangelista
Il linguaggio profetico e apocalittico rivela di per sé che il discorso
mira a offrire agli uditori la chiave di lettura della storia in modo
che l’anticipazione di ciò che sarà alla fine aiuti a fare le scelte più
giuste nel presente. Infatti, è nel presente che si gioca il futuro. La
rivelazione biblica ha della storia una visione dinamica, cioè in
cammino guidato da Dio verso il suo termine ultimo che è la
salvezza, ovvero la piena comunione con Lui.
Questa può apparire come un orizzonte sempre più lontano tanto da
essere collocato fuori dalla storia in un domani indefinito. Si ha
quasi l’impressione di rincorrere la promessa di Dio e può capitare
che, vivendo le prove della vita come una contraddizione della Sua
bontà, si finisca col scoraggiarci e non crederci più.
Il Signore viene in mezzo a noi andiamogli incontro! - Sussidio Avvento - Natale 2020
Per leggere … cosa dice l’evangelista
Gesù riprende alcune immagini usate dai profeti del passato che
volevano assicurare l’intervento decisivo di Dio in mezzo alle
catastrofi. Anzi, il linguaggio apocalittico indulge sulle scene di
distruzione per dire che l’intervento di Dio che sta per attuarsi segna
la fine del mondo vecchio per inaugurarne uno nuovo. Dio viene a
costituire un nuovo e definitivo ordine nel mondo: ristabilirà la
giustizia inviando il Messia.
Le parole di Gesù non esortano semplicemente ad attendere tempi
migliori ma a rendere migliore questo tempo.
L’invito alla vigilanza altro non è che il
richiamo all’impegno nella storia, in
questo tempo e in questo mondo.
Il Signore viene in mezzo a noi andiamogli incontro! - Sussidio Avvento - Natale 2020
Per leggere … cosa dice l’evangelista
Al centro del discorso c’è l’annuncio della venuta del Figlio
dell’uomo inviato da Dio. Egli viene con potenza! Non si tratta
della forza usata dai dominatori di questo mondo per
sottomettere gli altri uomini, ma è la potenza della Croce, o
meglio, del Crocifisso Risorto che abbatte i potenti dai troni e
innalza gli umili, rimanda i ricchi a mani vuote e ricolma di
beni i miseri, abbassa i prepotenti e innalza gli umili.
La promessa di Dio che sembra essere smentita dalle ingiustizie
e dalle persecuzioni si realizza in Gesù, crocifisso e risorto. In
Lui l’amore e la cura di promessa dai profeti diventa realtà.
Il Signore viene in mezzo a noi andiamogli incontro! - Sussidio Avvento - Natale 2020
Per leggere … cosa dice l’evangelista
Dunque, Gesù esorta a resistere sotto i colpi del male che già
è stato sconfitto e che può solo dare gli ultimi colpi di coda.
Con la passione, la morte e la risurrezione di Gesù il finale è
già scritto, ma non ancora compiuto. Per cui noi viviamo non
nel tempo ultimo ma penultimo, nel quale non dobbiamo né
farci prendere dal panico e pensare che ciò che conta è la
legge del più forte
e adeguarci, né rinchiuderci in              Con la passione, la morte
                                             e la risurrezione di Gesù
un’attesa passiva nel bunker delle        il finale è già scritto, ma non
 nostre zone di sicurezza che sono               ancora compiuto
i nostri piccoli interessi di parte.
Il Signore viene in mezzo a noi andiamogli incontro! - Sussidio Avvento - Natale 2020
Per leggere … cosa dice l’evangelista
«Il cielo e la terra passeranno ma le mie parole non passeranno» (Mc 13,31).
Gesù vuole dire che anche se tutto crolla e cade a pezzi, la fedeltà di Dio
rimane per sempre. La promessa di Dio, il suo impegno a favore dell’uomo non
viene meno, anzi è proprio quando sembra che tutto è finito Dio si manifesta
come vittorioso. Il riferimento è alla Pasqua nella quale la morte è sconfitta
dalla sua vita donata, la forza del peccato dalla potenza dell’amore. La
risurrezione rivela la vittoria di Dio.
Dunque, nella drammaticità della crisi in cui tutto si rivela nella sua
precarietà abbiamo la consapevolezza di essere coinvolti in una lotta ben più
grande, quella tra il bene e il male, tra Dio e Satana. La vigilanza che Gesù
richiede è fedeltà a lui nella lotta, coraggio nella persecuzione, prontezza nel
servizio.
Il Signore viene in mezzo a noi andiamogli incontro! - Sussidio Avvento - Natale 2020
Per leggere … cosa dice l’evangelista

L’immagine del guardiano che funge da portinaio e sentinella
spiega che l’atteggiamento del cristiano deve essere attento a
respingere il catastrofismo polemico che vede il nemico
dappertutto e il rilassamento morale di chi si adegua alla
mentalità mondana. Questo è il male che, come dice il libro
della Genesi è sempre accovacciato dietro la porta e pronto a
saltare addosso (Gen 4,7). Dall’altra parte il cristiano vive
l’attesa aprendo la porta del cuore all’ascolto di Dio e dei
fratelli. L’accoglienza della Parola di Dio ispira la pratica della
carità nei confronti dei fratelli.
Per meditare …
cosa Dio dice alla mia vita
Gesù promette di ritornare. Il suo arrivo sarà improvviso ma non imprevisto.
Non sappiamo l’ora ma conosciamo l’oggi. Non siamo signori del tempo, ma
custodi del presente. Oggi è il tempo della responsabilità nel custodire sé stessi
e i fratelli e le sorelle. L’immagine del portinaio, del guardiano, del custode
ricorda la necessità di vivere il presente aperti verso il futuro.
Vegliare significa essere consapevoli del fatto che, come dice Gesù, «Egli è
vicino, è alle porte» (Mc 13,29). Come la sentinella coglie i segni dell’aurora
che annunciano l’arrivo del nuovo giorno, così Gesù ci invita ad essere attenti
alle tracce di Dio nella nostra vita. Vegliare vuol dire ancora essere
consapevole del compito che oggi il Signore mi affida. Non si tratta di un
“dovere” da eseguire, ma del senso della propria vita da far diventare
esperienza nelle relazioni personali.
Per meditare … cosa Dio dice alla mia vita

Vegliare significa anche svegliarsi dopo essersi
addormentati. Addormentarsi vuol dire non essere più in
contatto con la realtà, chiudersi in sé stessi, arroccarsi
sulle proprie fantasie, interpretazioni o illusioni. Ci si
addormenta perché non si vuole accettare la realtà, fuori
o dentro di noi, per non ascoltare il nostro bisogno o
perché si è tristi, delusi e stanchi. Addormentarsi non è
una colpa, ma una situazione nella vita che capita. Gesù
viene a scuoterci e svegliarci.
Per meditare … cosa Dio dice alla mia vita

Tanti sono i modi di vegliare quante sono le situazioni
che viviamo e le persone di cui prenderci cura.
Sono consapevole di quello che accade nella mia
interiorità? In questo tempo quale emozione provo
maggiormente? Cosa significa per me vegliare in questo
tempo della mia vita? Quale aspetto della mia vita sento
di dover avere maggiore attenzione? Quale
responsabilità ho consapevolezza di aver ricevuto dal
Signore? Quale attenzione avere per le persone affidate
alla mia responsabilità?
In ascolto … di noi - genitori e fidanzati

Per la riflessione
Le parole chiave del Vangelo del giorno sono riferibili alla vigilanza,
all'attenzione vigile che consente di amplificare la capacità di
percezione dei segnali; nel silenzio occorre accogliere quanto la vita
ci pone innanzi, in modo da poter navigare nelle acque tormentose
della nostra esistenza, mantenendo la rotta, cogliendo i doni della
grazia e la bellezza del viaggio. Spesso il silenzio fa paura, lo si
riempie di parole o “si accende qualcosa che parla”. Dovremmo
ricordarci che il silenzio favorisce il dialogo tra persone e quello
interiore; nel silenzio si chiariscono pensieri, sentimenti e desideri
che le parole annullano.
In ascolto … di noi - genitori e fidanzati
    Leggere la seguente poesia può essere di stimolo alla riflessione:
Itaca
                                                                                       Raggiungerla sia il tuo pensiero costante.
Quando ti metterai in viaggio per Itaca      Devi augurarti che la strada sia lunga,
                                                                                       Soprattutto, però, non affrettare il
devi augurarti che la strada sia lunga       che i mattini d'estate siano tanti
                                                                                       viaggio;
fertile in avventure ed esperienze.          quando nei porti
                                                                                       fa che duri a lungo, e che da vecchio
I Lestrigoni o i Ciclopi                     – finalmente e con che gioia-
                                                                                       metta piede sull'isola, tu, ricco
o la furia di Nettuno non temere:            toccherai terra tu per la prima volta:
                                                                                       dei tesori accumulati per strada
non sarà questo il genere di incontri        negli empori fenici indugia e acquista
                                                                                       senza aspettarti ricchezze da Itaca.
se il pensiero resta alto e un sentimento    madreperle coralli ebano e ambre,
                                                                                       Itaca ti ha dato il bel viaggio,
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.   tutta merce fina, e anche profumi
                                                                                       senza di lei mai ti saresti messo
In Ciclopi o Lestrigoni no certo             penetranti di ogni sorta, più profumi
                                                                                       in viaggio: che cos'altro ti aspetti?
né nell'irato Nettuno inciamperai            inebrianti che puoi,
                                                                                       E se la trovi povera,
se non li porti dentro                       va in molte città egizie
                                                                                       non per questo Itaca ti avrà deluso.
se l'anima non se li mette contro.           impara una quantità di cose dai dotti.
                                                                                       Fatto ormai savio, con tutta la tua
                                             Sempre devi avere in mente Itaca.
                                                                                       esperienza addosso
                                                                                       già tu avrai capito ciò che Itaca vuole
                                                                                       significare.
                                                                                        K.Kavafis (Le più belle poesie, ed.
                                                                                       Crocetti, Milano 1993)
In ascolto … di noi - genitori e fidanzati

                     Attività
                     Breve o lunga che sia la strada percorsa
                     insieme, provate a fermare immagini,
                     esperienze vissute come coppia.
                     Nell'ascolto reciproco, individuate
                     profumi, pietre preziose di cui il cammino
                     ha arricchito la vita comune, nella gioia e
                     nel dolore, e che rappresentano la giusta
                     premessa per raggiungere la vostra “Itaca”.
In ascolto … di noi – genitori

           Cosa avete compreso da questo fatto? Vi invito un attimo a
           riflettere prima di procedere a leggere l’alternativa
           responsabile e più efficace per la risoluzione della
           situazione che vi ho raccontato. Sei pronto per conoscere
           come relazionarti con i tuoi figli?...
           Il compito dei genitori è soprattutto quello di creare un
           clima di rispetto e di accettazione che escluda la
           minacciosità dei giudizi e rinunci all’uso coercitivo del
           potere, senza per questo sfociare nel disinteresse e nel
           permissivismo che renderebbe ancor più insicuro e confuso
           il bambino.
In ascolto … di noi – genitori

               E’ all’interno di questo clima rispettoso e facilitante
               che possono essere recepiti in modo costruttivo e
               benefico gli input dati di volta in volta, a seconda
               dei contesti e degli obiettivi educativi specifici. I
               genitori possono concretamente apprendere a
               coniugare libertà e disciplina facendo riferimento al
               paradigma di una profonda accettazione del diritto
               di ogni individuo a seguire la propria tendenza
               formativa verso l’auto-realizzazione.
               Quali genitori sono veramente “efficaci“? “
In ascolto … di noi – genitori

         Certamente quelli che antepongono il valore della persona a
         qualunque altro e si impegnano nel promuovere lo sviluppo del
         potenziale creativo dei loro figli; quelli che incoraggiano
         l’espressione sincera e immediata dei pensieri e dei sentimenti,
         quelli per cui l’ascolto empatico è più importante della
         preoccupazione di insegnare cosa è giusto e sbagliato.
         Quelli che offrono più l’opportunità di apprendere dall’esperienza
         che un sapere già preconfezionato, quelli per cui l’essere è più
         importante dell’apparire e dell’avere, quelli per cui la bontà e
         onestà sono più apprezzate del successo e del potere.
In ascolto … di noi – genitori
GLI ATTEGGIAMENTI RICHIESTI DALL’ASCOLTO ATTIVO
 Deve esserci la volontà di ascoltare
    • Deve esserci la sincera volontà di aiutarlo con quel determinato
    problema e in quel determinato momento.
• Dovete sentirvi genuinamente in grado di accettare il suo stato d’animo.
• Dovete avere una profonda fiducia nella sua capacità di gestire i propri
sentimenti.
• Dovete aver chiaro che gli stati d’animo sono transitori, non permanenti.
• Dovete essere in grado di considerare vostro figlio una persona distinta
da voi.
                      Compito:
                      Rileggere il fatto raccontato, trovando una soluzione diversa
                      mettendo in pratica gli spunti sull’ascolto attivo. Mettere in
                      pratica nella vostra vita di relazione questi suggerimenti.
IN PREGHIERA

Preghiera in Famiglia
Saranno 4 parole, per ciascuna Domenica del
tempo di Avvento, a sintetizzare il messaggio della
Parola. Si consiglia di scrivere ciascuna di queste
parole, una per settimana e di porla poi in un
punto visibile della casa. Ad esempio tra le
calamite del frigorifero: è una abitudine di molte
famiglie quella di collezionarle!                     Insieme:
                                                      Nel nome del Padre, del Figlio e
La Parola di questa I Domenica di Avvento è           dello Spirito Santo
VIGILATE!                                             Un figlio:
                                                      Tu, Signore, sei nostro padre, da
Si accenda un cero o la candela del battesimo di      sempre ti chiami nostro redentore.
uno dei membri della famiglia                         Signore, tu sei nostro padre;
                                                      noi siamo argilla e tu colui che ci
                                                      plasma,
                                                      tutti noi siamo opera delle tue mani.
Insieme:
Il padre:                                              Padre nostro che sei nei cieli
Vegliate dunque: voi non sapete quando il              sia santificato il Tuo nome
padrone di casa ritornerà, se alla sera o a            venga il Tuo Regno
mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate     sia fatta la Tua volontà
in modo che, giungendo all’improvviso, non vi          come in cielo così in terra.
trovi addormentati.                                    Dacci oggi il nostro pane quotidiano
                                                       rimetti a noi i nostri debiti
La mamma:
                                                       come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e
Ognuno ha un compito nella casa del padrone e          non abbandonarci alla tentazione
nessuno si può sostituire a un altro nello             ma liberaci dal male. Amen.
svolgimento della responsabilità affidatagli dal
suo signore. Questa I domenica di Avvento pone         Uno dei genitori:
ciascuno di noi, in famiglia, di fronte alla propria   O Dio, Padre misericordioso,
responsabilità. Impegniamoci a non pretendere, a       che per riunire i popoli nel tuo regno
non dare nulla per scontato, ad apprezzare le          hai inviato il tuo Figlio unigenito,
                                                       maestro di verità e fonte di riconciliazione,
veglie di chi è sveglio per lavoro, per custodire i
                                                       risveglia in noi uno spirito vigilante,
piccoli, per aiutare i nonni, per andare ad un         perché camminiamo
turno di lavoro. Custodiamoci a vicenda                sulle tue vie di libertà e di amore
nell’esercizio delle nostre responsabilità per fare    fino a contemplarti nell’eterna gloria.
della nostra famiglia un richiamo di luce!             Per Cristo nostro Signore. Amen.
Segno: OROLOGIO
In esercizio                               Per il dialogo di coppia:
                                           sfogliando un album di      La “nostra casa”, la “nostra
                                                                       famiglia” (PICCOLA CHIESA
Cero acceso                                vecchie foto…è bello
                                           rivedersi e ripensarsi!!!   DOMESTICA), è il luogo
La famiglia si riunisce intorno ad un                                  dell’ATTESA, luogo in cui si è
cero acceso segno di preghiera e           In quale momento della
                                           nostra vita ci siamo        chiamati a VEGLIARE per
condivisione per tutto il periodo di                                   essere custodi ATTENTI l’uno
Avvento e di Natale.                       addormentati e non
                                           abbiamo permesso a          dell’altro. Ed è quel luogo
                                           Gesù di entrare nella       inserito     nell’oggi,     nel
Avere il cuore libero e rivolto nella                                  presente, “tempo di crisi” ma
direzione giusta, cioè disposto al         nostra casa?
                                                                       anche di opportunità.
dono e al servizio. Questo è vegliare!                                 Il tempo è scandito dallo
Il sonno da cui dobbiamo svegliarci è      Per i ragazzi: “il
                                           padrone di casa lascerà…    spostarsi delle lancette di un
costituito dall’indifferenza, dalla                                    orologio,     che       alterna
vanità, dall’incapacità di instaurare      a    ciascuno    il  suo
                                           compito”. Quale penso sia   momenti bui e momenti di
rapporti genuinamente umani…                                           luce.
essere attenti al nostro prossimo in       il mio compito in questa
                                           famiglia? Lo porto avanti   Ogni sera, ogni componente
difficoltà, lasciarsi interpellare dalle                               la famiglia dopo il momento
sue necessità… (Papa Francesco)            con amore e attenzione?
                                                                       di preghiera dice dove
                                                                       posizionare le lancette…
TI RACCONTO UNA STORIA
«Una luce alla finestra» (Storie belle e buone di Bruno Ferrero)
La strana epidemia si abbatté sulla città all’improvviso. Iniziava come un raffreddore: i colpiti cominciavano a
starnutire, poi prendevano uno strano colore grigiastro, finché la malattia esplodeva in tutta la sua virulenza e i
colpiti diventavano prima avidi, poi prepotenti e arraffatori, perfino ladri e tremendamente sospettosi gli uni
degli altri. Il pensiero del denaro intaccava e annullava tutti gli altri pensieri. “ Ciò che conta sono i soldi. Con i
soldi si fa tutto”, sostenevano. Insieme al pensiero dei soldi arrivava anche la paura. I venditori di casseforti e
porte blindate non riuscivano a star dietro agli ordini. In certi alloggi la porta d’ingresso arrivava ad avere
diciotto serrature a prova di tutto, anche di bazooka. Nelle famiglie, i papà e le mamme rubavano i soldi dai
salvadanai dei bambini. I bambini chiedevano: «Quanto mi date per sparecchiare?» . Non solo per asciugare i
piatti o per fare i compiti; anche per andare nei giardinetti a giocare. Un sabato pomeriggio, nella via principale,
scoppiò un tremendo tafferuglio per una moneta da cinque centesimi. Perfino il dottore fu contagiato e cominciò
a vendere le medicine scadute, che prima buttava via con molta attenzione. La vita in città divenne
insopportabile. Il sindaco e i suoi consiglieri decisero di recarsi per un consulto dal famoso Barbadoro, che era
un eremita, per chiedere una medicina o almeno un consiglio. L’eremita dalla lunga barba bianca li ascoltò con
attenzione, poi lisciandosi la barba disse: “Conosco la malattia che ha colpito il vostro villaggio. E’ dovuta ad un
virus che si chiama “sgrinfiacchiappa” ed è terribile, perché chi è colpi-to diventa sempre più insensibile, il suo
cuore si indurisce fino a diventare di pietra. Si può sfuggire al contagio per un po’ di tempo compiendo atti di
bontà e di generosità, ma per debellare veramente la malattia c’è un solo rimedio: l’acqua della Montagna-Che-
Canta.
Dovete trovare un giovane forte e coraggioso, completamente disinteressato.
Deve affrontare questo impegno solo per amore della gente.
Perché l’acqua della generosità funziona solo se è veramente voluta, aspettata, accolta.
Logico, no? Perciò se troverete il giovane adatto in grado di affrontare le difficoltà dell’impresa (e
non è cosa da poco) la medicina farà effetto solo se ci sarà qualcuno ad aspettarla». «Noi
aspetteremo. Tutti!», giurarono il sindaco e i consiglieri. «Dobbiamo assoluta-mente uscire da
questa epidemia che rende infelice la nostra città». «…e vuota le casse comunali», aggiunse
l’assessore alle finanze, che aveva la pelle grigia di chi veniva colpito dalla malattia del virus
«sgrinfiacchiappa». Il giorno dopo su tutti i muri della città era affisso un bando: «Cercasi
giovane coraggioso per impresa eroica». Si presentarono in duemila. Ma appena gli aspiranti eroi
venivano a sapere che non ci avrebbero guadagnato niente, si ritiravano. Tutti, meno uno. Era un
giovane robusto e simpatico, preoccupato dalla malattia che colpiva i suoi con-cittadini e che
rendeva infelici tante persone. Si chiamava Giosuè. Il sindaco e i consiglieri gli spiegarono quello
che doveva fare, anche se non avevano al-cuna idea di dove si trovasse la Montagna-Che-Canta.
«La cercherò», disse tranquillamente Giosuè. «Noi ti aspetteremo», promise la gente.
«Metteremo una luce sulla finestra tutte le notti, così saprai che ti aspettiamo». Giosuè mise un
po’ di biancheria e pane e formaggio in una bisaccia, baciò la mamma e il papà, abbracciò
Mariarosa, la sua fidanzata, che gli sussurrò: «Anch’io ti aspetterò». Salutò tutti e partì.
Per tre giorni Giosuè camminò risolutamente verso le montagne,
che tremolavano nella luce azzurrina dell’orizzonte.
«Una volta là, mi basterà cercare la Montagna-Che-Canta. Non deve essere difficile»,
pensava. Ma si illudeva. Dopo dieci giorni di marcia, le montagne continuavano ad apparire
lontane, come profili di giganti dormienti, all’orizzonte. Ma Giosuè non si fermava. Pensava agli
abitanti della città che certamente si ricordavano di lui e lo aspettavano, ai suoi genitori e a
Mariarosa e, ogni mattina, anche se i piedi gli dolevano ricomincia-va la marcia. Passarono altri
dieci giorni, poi dieci mesi. Nella città, le prime notti erano state un vero spettacolo. Sui
davanzali di quasi tutte le finestre brillava una luce. Era il segno della speranza: aspettavano
l’acqua della generosità portata da Giosuè. Ma con il passare del tempo, molte lampade si
spensero. Alcuni se ne dimenticarono semplicemente, altri, colpiti dalla malattia, si affrettarono
a spegnerle per risparmiare. La maggioranza dei cittadini, dopo qualche mese, scuoteva la testa
dicendo: «Non ce l’ha fatta. Non tornerà più». Ogni notte, c’era qualche luce in meno alle finestre.
Ma Giosuè, dopo un anno, arrivò alle montagne. Le prime erano montagnole da poco e le valli
che le dividevano larghe e facili. Poi si fecero sempre più aspre, rocciose, disseminate di ostacoli.
Giosuè stava con le orecchie tese per individuare la Montagna-Che-Canta.
Qualche picco, grazie al vento, fischiava. Qualche montagna,
grazie ai ghiacciai e ai torrenti, rombava. Ma nessuna cantava .
In una piccola baita, aggrappata al fianco di una montagna, incontrò un vecchio pasto-
re e gli chiese qualche informazione .Il pastore gli regalò una scodella di latte fresco e
poi gli disse: «La Montagna-Che-Canta? Certo che so dov’è. Non mi fa dormire quando
porto le mie pecore a pascolare da quelle parti. Ma è un accidenti di montagna! Ripida
e levigata come un obelisco e con il gigante Soffione». «Chi è?». «Un gigante burlone
che si diverte a soffiare giù chi cerca di salire sulla montagna». «Pazienza, ma io devo
salire lassù», disse Giosuè. Il vecchio pastore lo accompagnò fino ai piedi della
montagna e lo salutò: «Buona fortuna!». La montagna cantava davvero, con un
vocione allegro e un po’ stonato. Giosuè cominciò subito ad arrampicarsi. Le pareti
della montagna avevano pochi appigli e il povero giovane si ritrovò presto con le mani
rovinate dalla roccia. Era quasi a metà della salita, quando un soffio di vento violento
lo staccò dalla parete e lo fece rimbalzare in giù per parecchi metri. Mentre cadeva
sentiva la risata del gigante Soffione, felice per lo scherzo che gli aveva giocato.
Neanche questa volta Giosuè si scoraggiò. Si riempì le tasche e la camicia di sassi e
ricominciò a salire. Pesante com’era, ogni centimetro gli costava una fatica terribile,
ma il gigante
Soffione aveva un bel soffiare. Non riusciva neanche a farlo vacillare. Dopo un po’ il gigante
cominciò a tossire e infine smise di soffiare. Così Giosuè arrivò sulla vetta e vide la sorgente
cristallina dell’acqua della generosità. Aveva compiuto la missione che gli era stata affidata e il
suo cuore era leggero e lieto: la gente della città sarebbe tornata felice come prima. Portava
sulle spalle una botticella della preziosa acqua. Se non fosse bastata per tutti, ormai sapeva la
strada. Una notte senza luna e senza stelle, Giosuè arrivò sulla collina da cui si vedeva la città.
Guardò giù ansimando perché aveva fatto di corsa gli ultimi metri. Quello che vide gli riempì gli
occhi di lacrime e il cuore di amarezza. La città era completamente avvolta dal buio. Non
c’erano luci sui davanzali delle finestre. Nessuno lo aveva aspettato. «E’ stato tutto inutile… Se
nessuno mi ha aspettato, l’acqua non farà effetto… Tutta la mia fatica è stata inutile». Si avviò
mestamente. Aveva voglia di buttar via l’acqua che gli era costata tanto. Stava per farlo, quando
qualcosa lo fermò. C’era una luce, laggiù! Un lumino, piccolo, tremante, lottava con la notte, in
mezzo ai muri neri delle case. «Qualcuno mi ha aspettato!». Giosuè rise forte per la felicità e
partì di corsa. Riconobbe la finestra e la casa. In fondo al cuore non ne aveva mai dubitato.
Mariarosa e i suoi genitori lo avevano aspettato
GUARDIAMO UN FILM…

Regia   di    Guido
Chiesa.     Genere                           Regia di Timothy
Drammatico, - Italia,   Regia di Giulio      Reckart.    Titolo
2010, durata 102        Base. Un film con    originale:    The
min                     Ivano Marescotti,    Star.      Genere
                        Genere               Animazione,
                        Drammatico       –   Avventura,
                        Italia,     2020,    Commedia, - USA,
                        durata 95 minuti.    2017, durata 86
                                             minuti.
CONTEMPLIAMO

Van Gogh, I primi passi (da Millet), 1890, Olio su tela, cm 72,4 x 91,2, New York, The Metropolitan Museum.
Dal Segno ai segni di Carità
Premessa
La Caritas Diocesana proporrà per le quattro domeniche di
Avvento, un percorso di animazione alla carità inteso come
cammino di riflessione, conoscenza e azione teso a preparare la
comunità al 50° Anniversario di Caritas Italiana che si celebrerà
il prossimo anno, precisamente, il 2 luglio 2021 essendo, Caritas
Italiana, stata istituita da Paolo VI il 2 luglio 1971.
CARITAS ITALIANA – NASCITA ED EVOLUZIONE … IN VISTA DEL 50°
Si potrebbe sintetizzare il momento della nascita di Caritas Italiana come una sostituzione di
strutture e un cambiamento ecclesiologico. Il passaggio di strutture fu tra la POA (pontificia
opera assistenza) e la Caritas. La prima, con le sue articolazioni diocesane (ODA, opere di
assistenza) era nata come ente erogatore di beni e servizi alla diocesi degli aiuti provenienti dai
cattolici americani e indirizzati direttamente al papa. Nel 1970 Paolo VI sciolse la POA e nel
1971 la CEI istituì la Caritas.
Questa sorge come strumento pastorale di animazione di tutta la comunità cristiana
nell’esercizio della carità. Come diceva Paolo VI nell’incontro dell’anno successivo con le Caritas
diocesane: «Una crescita del popolo di Dio nello spirito del concilio Vaticano II non è concepibile
senza una maggior presa di coscienza da parte di tutta la comunità cristiana delle proprie
responsabilità nei confronti dei bisogni dei suoi membri». Cambiamento che mons. Giovanni
Nervo esemplifica in due episodi. Il primo, relativo a un vescovo incaricato di seguire le Caritas
dalla sua conferenza regionale, chiede: «Che cosa ci portate?», «Nulla» risponde Nervo. «Allora
perché ci siete?» commenta il vescovo. Il secondo riguarda l’avvio nel settembre 1972 del primo
convegno nazionale. «Mentre attendavamo il vicepresidente della CEI, mons. Castellano, che
doveva presiederlo, mi si avvicinò timidamente una donna e mi mise in mano una busta:
1.200.000 lire, erano gli arretrati della sua pensione sociale che aveva appena riscosso.
Comprendemmo da questo segno che quello che dovevamo promuovere era possibile».
Ancora mons. Giovanni Nervo nel suo intervento-testimonianza in occasione della
tavola rotonda sul tema Animare al senso di carità: il cammino di Caritas italiana nel
contesto del 31° Convegno nazionale delle Caritas diocesane che aveva come tema “Al
di sopra di tutto. “Un cuore che vede” per animare alla carità (Montecatini Terme, 25-
28 giugno 2007), raccontò «Quando la Cei nel 1971 mi ha chiamato a Roma per avviare
la Caritas italiana, subito, mi sono spaventato, poi ho trovato forza e serenità in due
pensieri: la chiesa è del Signore, se vuole questa cosa per la sua chiesa ci aiuterà a
trovare le strade per realizzarla; e poi potevamo lavorare insieme, come chiesa».
Nel medesimo intervento, mons. Nervo affermava che «la Caritas nasce come
strumento di rinnovamento del Concilio nell’ambito della carità, come ci ha detto Paolo
VI nel discorso del settembre 1972 al primo convegno delle Caritas diocesane. “Una
crescita del popolo di Dio nello spirito del Concilio Vaticano II non è concepibile senza
una maggior presa di coscienza da parte di tutta la comunità cristiana nei confronti dei
bisogni dei suoi membri”».
Paolo VI, commentando lo Statuto pastorale della Caritas, in particolare l’articolo 1,
offriva la chiave di lettura per leggere la presenza della Caritas nel cammino della
chiesa italiana: il compito di animazione della carità “al di sopra dell’aspetto materiale”
e la sua funzione “pedagogica” con lo scopo di «sensibilizzare le chiese locali e i singoli
fedeli al senso e al dovere della carità in forme consone ai bisogni e ai tempi».
Animare alla carità, cioè, è facilitare processi attraverso i quali
le persone scoprano la propria capacità di abitare il tempo,
anche quando questo è un tempo di crisi, un tempo
conflittuale o apparentemente vuoto e di rendere questo
tempo occasione per alimentare un cambio di rotta.
Animare alla carità nell’ottica della “prevalente funzione
pedagogica” ideata da Paolo VI, non consiste semplicemente
nella creazione di un servizio o nel rispondere a un bisogno
immediato, ma nell’avviare processi di cambiamento, perché
per la Caritas, organismo pastorale chiamato ad animare la
testimonianza comunitaria della carità, l’animazione è
“accompagnare” le comunità e i territori a realizzare la
cosiddetta “pedagogia dei fatti”.
TESTIMONE: PAOLO VI                            Il 13 dicembre 1937 è nominato Sostituto della
                                                               Segreteria di Stato e il 29 novembre 1952 Pro-
Il 26 settembre 1897 Giovanni Battista Montini, futuro         Segretario di Stato per gli Affari Straordinari.
Papa Paolo VI, nasce a Concesio (Brescia) da Giorgio           Il 1° novembre 1954 Pio XII lo elegge arcivescovo di
Montini, esponente di primo piano del cattolicesimo            Milano. Il 15 dicembre 1958 Giovanni Battista Montini è
sociale e politico italiano di fine Ottocento, e da Giuditta   creato cardinale da Giovanni XXIII.
Alghisi. Ordinato sacerdote il 29 maggio 1920, il giorno       Il 21 giugno 1963 viene eletto Pontefice e il 29
seguente celebra la prima Messa nel Santuario di Santa         settembre apre il secondo periodo del Concilio
Maria delle Grazie in Brescia.                                 Ecumenico Vaticano II, che, alla fine del quarto periodo,
Trasferitosi a Roma, tra il 1920 e il 1922 il futuro Papa      concluderà solennemente l'8 dicembre 1965.
Paolo VI frequenta i corsi di Diritto civile e di Diritto      Il 1° gennaio 1968 celebra la prima Giornata mondiale
canonico presso l'Università Gregoriana e quelli di            della Pace.
Lettere e Filosofia presso l'Università statale.               Il 24 dicembre 1974 apre la Porta Santa nella Basilica di
Nel maggio 1923 inizia la carriera diplomatica presso la       San Pietro, inaugurando l'Anno Santo del 1975.
Segreteria di Stato di Sua Santità. È inviato a Varsavia       Il 16 aprile 1978 scrive alle Brigate Rosse implorando la
come addetto alla Nunziatura Apostolica. Rientrato in          liberazione di Aldo Moro e il 13 maggio nella basilica di
Italia nell'ottobre dello stesso anno, è nominato              San Giovanni in Laterano assiste alla messa in suffragio
dapprima (1924) assistente ecclesiastico del Circolo           dello statista assassinato e pronuncia una solenne
romano della FUCI (Federazione Universitaria Cattolica         preghiera.
Italiana), quindi nel 1925 assistente ecclesiastico            Il 6 agosto 1978, alle ore 21.40, muore nella residenza
nazionale della stessa Federazione, carica che lascerà         estiva dei papi a Castel Gandolfo.
nel 1933.
Riforme e innovazioni

Numerose le riforme e le innovazioni apportate
da Paolo VI nelle strutture e nella vita della        l'istituzione dei Chierici della Cappella
Chiesa. Tra queste: l'istituzione della Pontificia   Pontificia e della Consulta dello Stato della
Commissione per le Comunicazioni sociali (11         Città del Vaticano (28 marzo 1968);
aprile 1964); l'istituzione del Segretariato per i   l'istituzione della Commissione teologica
non cristiani (19 maggio 1964); l'istituzione del    internazionale (11 aprile 1969); il nuovo
Segretariato per i non credenti (9 aprile 1965;      regolamento dell'Ufficio delle Cerimonie
l'istituzione del Sinodo dei Vescovi (15             Pontificie (1 gennaio 1970); lo scioglimento
settembre 1965); la riforma del S. Offizio (7        dei Corpi armati Pontifici ad esclusione della
dicembre 1965); l'istituzione del Consiglio per i    Guardia Svizzera (15 settembre 1970);
laici e della Pontificia Commissione «Iustitia et    l’istituzione di Caritas Italiana (2 luglio
pax» (6 gennaio 1967); l'istituzione della           1971); l'istituzione del Pontificio Consiglio
Prefettura degli affari economici della Santa        «Cor Unum» (15 luglio 1971); l'istituzione
Sede, della Prefettura della Casa Pontificia e       della Pontificia Commissione per la revisione
dell'Ufficio centrale di statistica della Chiesa     del Codice di Diritto Canonico Orientale (10
(15 agosto 1967); l'istituzione della Giornata       giugno 1972).
mondiale della pace (8 dicembre 1967);
OPERA SEGNO DELLA CARITAS DIOCESANA:
SISTEMA DI ACCOGLIENZA
Centro di Accoglienza per uomini “LA TENDA”          Casa di Accoglienza “Santa MARTA”
– Matera (Caritas Diocesana)                         – Parrocchia Mater Ecclesiae Bernalda
                                                     (Ref. Don Pasquale Giordano)

 Casa di Accoglienza per donne e bambini          Casa di Accoglienza San Giulio
 “CASA ANNACARLA”                                 – Parrocchia San Giulio in Terzo Cavone
 – Matera (Caritas Diocesana)                     (Ref. Don Antonio Polidoro)

                                               Casa di Accoglienza “don Tonino Bello”
 Casa di Accoglienza per migranti stagionali   - Parrocchia San Rocco – Matera
 “Casa Betania”                                (Ref. Don Angelo Tataranni)
 c/o Serra Marina
 Fondazione Migrantes Diocesana                 Casa di Accoglienza “Maria SS della Bruna”
 (Ref. Don Antonio Polidoro)                    - Parrocchia Immacolata – Matera
                                                (Ref. Don Angelo Tataranni)
AZIONE DI CARITA’

  Per attuare la funzione educativa nell’ottica della “pedagogia
  dei fatti”, ovvero, partire dai problemi e dalle sofferenze delle
  persone per aiutare tutta la comunità a costruire risposte di
  solidarietà nella dimensione della partecipazione e della
  corresponsabilità e per tradurre la risposta al bisogno in
  un’esperienza di educazione, la Caritas Diocesana e le Caritas
  Parrocchiali hanno risposto al bisogno dell’accoglienza di
  quanti vivono una condizione di fragilità abitativa realizzando
  una serie luoghi per l’accoglienza.

  .                            Ogni famiglia o comunità scelga uno dei Centri di
                               Accoglienza e sentito il soggetto che si occupa
                               della gestione e organizzazione destini un dono
                               per le esigenze del Centro
last but not least
                     per partecipare al gioco
                     clicca sull’icona e digita il
                     codice 04484624

E i giovani cosa
pensano?
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