ERNESTO MORALES - Punto sull'Arte
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2 2 M A G G I O - 1 2 G I U G N O 2 0 2 1 / M AY 2 2 - J U N E 1 2 , 2 0 2 1 MOSTRA A CURA DI / EXHIBITION CURATED BY: ALESSANDRA REDAELLI CATALOGO A CURA DI / CATALOGUE CURATED BY: PUNTO SULL’ARTE TESTO / TEXT: ALESSANDRA REDAELLI PROGETTO GRAFICO / GRAPHIC PROJECT: DEBORAH RIVOLTA TRADUZIONI / TRANSLATIONS: CLAIRE ANGEL BONNER Copyright © PUNTO SULL’ARTE BEYOND LIGHT
BEYOND LIGHT Alto, capelli scuri, la parlata ammorbidita dalle origini pampa che l’artista conosce bene, un orizzonte che però, non sudamericane, una vaga somiglianza con l’attore Jeff appena ci ha illusi di darci qualche ancoraggio alla realtà, subito Goldblum, Ernesto Morales lavora in un ambiente impeccabile, si contraddice, liquefacendosi in colature di pittura e soprattutto ordinatissimo, che è difficile riconoscere come studio d’artista incendiandosi di una luce impossibile, calda e dorata, mistica, se non per quell’unica parete su cui le tracce della pittura in spirituale, totalmente incongruente rispetto all’illuminazione che colature sovrapposte dichiarano che quello è proprio lo spazio inquadra la nuvola. del dipingere. Ma per il resto, quel luogo inondato di luce come i suoi quadri ha più l’aria del buen retiro di un pensatore, con La pittura di Morales funziona così: incanta e fa scattare la il mobile bar che fa l’occhiolino ai libri sulle discipline orientali trappola. Intriga con una domanda inespressa e tuttavia urgente, e i dipinti alle pareti allestiti come per una mostra personale. vitale, ma non fornisce risposta, invitandoci a cercarla dentro Del resto quello è esattamente il buen retiro di un pensatore: di noi. Quadro dopo quadro, mentre il cielo si fa via via più o Morales è uno degli artisti più cerebrali e intellettuali del meno profondo in quella sua oscurità impenetrabile e mentre panorama contemporaneo. Solo che invece di portarci dentro l’orizzonte definito da quella striscia di paesaggio si accende in le sue riflessioni attraverso un’algida arte spoglia e senz’anima – un oro bizantino o si fa più caldo nella sfumatura dei capelli di una come molto spesso accade – ci seduce nell’abbraccio dell’oro, Venere rinascimentale, la nuvola muta, lentissimamente come in nelle luci calde, nella soffice consistenza delle nuvole. Ci invita un sortilegio, inavvertitamente e inesorabilmente, si aggruma in a esplorare città le cui strade sembrano non prevedere una fine un punto, si sfilaccia di lato, perde e acquista turgore. A un tratto e a perderci dentro foreste dai sussurri inquietanti che sempre, invariabilmente, promettono un punto d’arrivo inondato di luce. In questo momento i soggetti su cui lavora sono appunto tre: le nuvole che oramai lo identificano inequivocabilmente, le foreste fitte e gli scorci di città avvolte nella nebbia. Qui, intorno e dentro a questi tre soggetti, sempre coerenti e sempre nuovi, riconoscibili ogni volta e tuttavia sempre palpitanti di qualcosa di inedito che ci spinge compulsivamente a passare da un’opera all’altra, si giocano la sua riflessione e la sua indagine sulla realtà. Perché la realtà è in continuo divenire. Non solo quella che ci circonda, divorata e masticata dal tempo che la ridetermina a ogni istante, ma anche quella che si muove dentro di noi. L’inafferrabilità del pensiero è infatti il tema delle sue nuvole, soffici grovigli di pittura densa che si librano invariabilmente su cieli scurissimi e che appaiono scolpiti dalla luce. Sotto, a determinare un minimo appiglio di concretezza, una linea dritta mima un orizzonte possibile, piatto e infinito come quello della 8
ci pare di poterla afferrare e subito si è disfatta nel nulla. Come mutare. Ma la pittura può osare la follia di fermare l’istante, di faceva Giorgio Morandi, nella ricerca ossessiva sulle forme che afferrare l’inafferrabile. Del resto, l’osservazione distanziata dei lo portava a segnare con il pennarello sulla tavola il fondo della nostri pensieri, l’estraniarsi dai movimenti della nostra mente bottiglia o della brocca per poter ritrovare ancora e ancora quella guardandola da fuori, è il primo insegnamento per chi voglia specifica posizione, come faceva Claude Monet, ipnotizzato dai avviarsi sulla strada della consapevolezza e dell’illuminazione. mutamenti ineffabili della cattedrale di Rouen nel trascorrere L’intento di Morales, tuttavia, non è quello di condizionare delle ore della giornata, Morales sceglie un soggetto e ci invita a in qualche modo il flusso del nostro pensiero, ma molto più scorgervi il cambiamento. A differenza dei colleghi, però, lui non semplicemente quello di renderci partecipi della sua personale ci guida in uno studio sul mutare della percezione e della luce meditazione, del piacere che lui stesso prova nell’esercizio di su un oggetto reale, ma prende qualcosa che non è possibile una pittura lenta, calma, costruita con una gestualità ritmata toccare, qualcosa di intangibile, qualcosa che non si può dire nella costante sovrapposizione di velature sottilissime. Una scolpito dalla luce ma la cui stessa esistenza è determinata della lentezza di creazione che è poi la stessa che queste opere luce che vi batte sopra, perché se non è illuminata, la nuvola richiedono per la fruizione, che se da un lato ci spingerebbe a non è visibile. E se non è visibile non esiste, visto che toccarla correre da un dipinto all’altro per cogliere i mutamenti, dall’altro si può. È un gioco sottilissimo, il suo, esteticamente intrigante esige il tempo di una lettura lunga. e profondamente concettuale. Un gioco che ci sfida su un terreno che amiamo e che crediamo, erroneamente, famigliare: I pensieri mutano e si sfilacciano dentro di noi, seguendo strade le nuvole sono pane quotidiano per chi ama l’arte. Da quelle misteriose e incontrollabili. Illusi di domarne il corso nella nostra di Giotto, solide e stondate come ciottoli di fiume sospesi nel ferrea razionalità, nel nostro preteso controllo del reale, ne siamo cielo, a quelle che Michelangelo costringeva a farsi trono per un invece fagocitati, travolti nella marea montante del possibile Cristo possente, dai batuffoli fluttuanti di Tiepolo alle esplosioni durante la veglia, o al contrario, nel sonno, annichiliti dalla di Turner, fino ai gorghi deliranti di Van Gogh. Ma queste nuvole paura, incendiati dal desiderio, rosi dall’invidia o dalla gelosia. sono differenti. Ci spiazzano. Irreali nella loro centralità iconica, I pensieri mutano e ci mutano, ci attraversano la mente e ci come se celassero il volto di Dio, luminescenti nel buio, elusive, cambiano piano piano fino a modificarci i lineamenti, a influire si rivelano ipnotiche come un pensiero fisso. sulla nostra fisionomia. Perché tutto è legato inestricabilmente, interconnesso in serrate correlazioni di causa e di effetto che Comincia nel 2001 la ricerca di Morales intorno alle nuvole: agiscono su di noi così come lo scorrere delle ore e delle una serie di fotografie prese con lo scopo di crearne un atlante, stagioni agisce sulla sostanza acquatica del mare, facendone con tanto di annotazioni su data e luogo di ogni scatto. Quello vapore e dunque nuvola e poi pioggia, fino a farne di nuovo che affascina l’artista è la mutevolezza di qualcosa che non fiume e dopo mare. Se le nuvole ci invitano a riflettere sui ha realmente una forma. Le discipline orientali lo guidano sulla mutamenti del pensiero, è ancora la nostra mente al centro strada di un’indagine sul pensiero e sul costante trasformarsi della serie delle foreste dell’artista. Anche qui è un archetipo dei movimenti della nostra mente. E qui si concretizza il quello che Morales ci propone sulla tela: l’immagine di una selva tema centrale di questa serie di dipinti. Tutto è fluire, tutto è che non concede spazio ad abbracci di fronde rassicuranti né 9
a scorci di sottobosco profumato, ma che appare come un dunque la nostra lettura della vita che abbiamo vissuto – altro non esercito schierato di tronchi stagliati su un orizzonte basso. sia che un’interpolazione tra pochi punti certi, una ricostruzione Le rare concessioni ai rami ce ne danno un’immagine spoglia, emotiva e arbitraria. E allora bisogna andare sempre più avanti, come di braccia alzate in una richiesta di aiuto. sempre più in là lungo quella strada che porterà al disvelamento. Anche a rischio che quello stesso disvelamento contenga una Nate dallo studio del primo romanzo esoterico del rinascimento, dose di menzogna che non abbiamo più modo di riconoscere l’Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna, le foreste come tale. di Morales sono i luoghi dell’inconscio dove la nostra mente vigile vaga alla ricerca di risposte agli interrogativi dell’esistere, Coerente alla sua teoria sull’interconnessione di tutto il reale di spiegazioni spesso annidate nelle pieghe del rimosso. L’uso – e della conseguente responsabilità condivisa che ci rende della luce in questi lavori è profondamente simbolico, dunque: ognuno garante del benessere di tutti gli altri – Morales ha luce come comprensione; luce come promessa al di là di deciso che i materiali della sua pittura siano realizzati a base ciò che è immediatamente visibile, risultato di un cammino di elementi naturali. Parlare della natura attraverso la natura gli di ricerca. Bianca e gelida comprensione oppure dorata sembra l’unica maniera perché il suo messaggio sia credibile. redenzione. Ciò che risulta particolarmente avvincente nella Eccolo allora procedere come un alchimista alla ricerca di pittura di Morales è la sua capacità di toccare temi profondi e minerali, foglie e radici per ottenere tinte ogni volta uniche, complessi senza mai essere né didascalico né ermetico, ma come quel blu luminescente che accende le sue nuvole, rivestendoli di un’iconografia che ci è famigliare e di una bellezza ottenuto grazie a una pietra che raccoglie in Argentina. O come che ce li rende preziosi ancora prima che il racconto cominci a i colori particolarissimi che mutano a seconda della direzione dispiegarsi. Il valore estetico di una delle sue nuvole, piantata nel dalla quale proviene la luce o addirittura dall’angolazione dello cielo come un occhio fisso su di noi, ci incanta a prescindere sguardo dello spettatore. Perché per lui, al di là di tutto, al di là dalla narrazione. Pensiamo anche alle sue città: ponti lanciati del messaggio e dei contenuti forti che ha scelto, la pittura è un verso un magmatico nulla luminoso, strade che si perdono in valore di per sé. Un piacere quasi fisico nella stesura del colore, prospettive infinite, suggestioni di percorsi possibili per andare nella scelta di compattarlo in velature o di liberarlo in pennellate oltre. Le avvolge una nebbia fitta, lattiginosa, inondata d’oro selvagge e colature ribelli. Piacere che si coglie di riflesso nei come in un tramonto infuocato o virata nelle brume bianche di punti dei dipinti in cui l’artista cede alla tentazione astratta, un’alba invernale. Sono racconti della memoria, che sotto un lasciandosi guidare dalla gioia del gesto e dalla sensualità della titolo il più possibile vago (Places) nascondono storie di viaggi materia. e di spazi abitati. Ma quello che all’artista interessa è ciò che rimane, la decantazione del vissuto in una serie di dettagli minimi attraverso i quali il passato si ricostruisce. Ancora i meccanismi della mente, dunque, sono al centro di questi scampoli di realtà che si presentano allo spettatore come trampolini verso un altrove, invitandolo a proseguire in un viaggio che non è tanto fisico quanto mentale, spingendolo a riflettere su come il ricordo – e dunque la nostra lettura del passato e ALESSANDRA REDAELLI 10
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B E YO N D L I G H T Tall, dark haired, the soft speech of his South American the sky gradually increases or decreases in its impenetrable luminescent in the darkness, elusive, they reveal themselves origins, a vague resemblance to the actor Jeff Goldblum, obscurity and while the horizon, defined by that strip of to be hypnotic like a fixed thought. Ernesto Morales works in an impeccable, extremely tidy landscape, lights up in Byzantine gold or the even warmer environment, which is difficult to recognise as an artist’s shade of a Renaissance Venus’ hair, the cloud changes, Morales’ research into clouds began in 2001: a series of studio except for that one wall on which the traces of very slowly as if in a spell, inadvertently and inexorably: it photographs taken with the aim of creating an atlas, complete overlapping, dripping paint declare that this really is a clusters in one point, frays on the side, loses and acquires with annotations on the date and place of each shot. What painting space. But for the rest, that space, flooded with turgidity. Suddenly it seems we could grasp it, only for it to fascinates the artist is the changeability of something that light like his paintings, has more the air of a thinker’s retreat, vanish into thin air. Like Giorgio Morandi, in his obsessive in reality doesn’t have a form. The oriental disciplines guide with the mobile bar turned towards the books on oriental research into shapes that led him to mark the base of the him on the path of an investigation into thought itself and the disciplines and the paintings on the walls laid out as though bottle or jug on the table with a marker pen in order to find constant transformation of the movements in our mind. And for a solo show. Then again it really is a thinker’s retreat: that specific position again and again, like Claude Monet, here the central theme of this series of paintings materialises. Morales is one of the most cerebral and intellectual artists hypnotised by the ineffable changes of the Rouen Cathedral Everything flows, everything changes. But painting can on the contemporary scene. Except that instead of bringing over the course of the day, Morales chooses a subject and attempt the folly of stopping the instant, of grasping the us into his reflections through a bare, icy and soulless art invites us to descry the change in it. Unlike his colleagues, elusive. After all, the distant observation of our thoughts, – as happens very often – he seduces us with a golden however, he doesn’t guide us through a study on the estrangement from the movements of our mind by looking embrace, with warm lights, with the soft texture of clouds. at it from the outside, is the first lesson for those who wish to He invites us to explore cities whose streets seem endless set out on the path to knowledge and illumination. Morales’ and to lose ourselves in forests of disquieting whispers intention, however, is not to somehow condition the flow of that always, invariably, promise a point of arrival flooded our thought, but more simply to make us participants in his with light. At the moment he is working with three subjects: personal meditation, in the pleasure he derives from slow, clouds which by now unequivocally identify him, dense calm painting, built with a rhythmic gesture in the constant forests, and glimpses of cities shrouded in fog. Here, in and overlapping of thin glazes. A slowness in creation that these around these three subjects, always coherent and always works also require for their fruition, which on the one hand new, recognisable each time and yet always pulsating with pushes us to run from one painting to the other to grasp something new that compulsively drives us to move from the mutations, on the other requires time for a long reading. one work to another, his reflection of and investigation into reality plays out. Because reality is in continuous evolution. Thoughts change and unravel within us, following Not only that which surrounds us, devoured and masticated mysterious and uncontrollable paths. Deluded that we can by time which constantly redefines it, but also that which tame the course in our iron rationality, in our alleged control moves within us. The elusiveness of thought is in fact of reality, we are instead engulfed by it, overwhelmed by the the theme of his clouds, soft tangles of dense painting changing of perception and light on a real object, but takes rising tide of the possible while awake, or instead, in sleep, that invariably hover over very dark skies and appear something that cannot be touched, something intangible, annihilated by fear, set on fire by desire, gnawed away by sculpted by light. Below, to establish a minimum pretext of something that cannot be said to be sculpted by light but envy or jealousy. Thoughts change and change us, they concreteness, a straight line mimics a possible horizon, flat whose very existence is determined by the light that beats pass through the mind and slowly change us until our and infinite like those of the pampas that the artist knows upon it, because if it is not illuminated, the cloud is not visible. gestures are modified, affecting our physiognomy. Because well, a horizon that however, as soon as it seems to have And if it is not visible it doesn’t exist, seeing that it cannot everything is inextricably linked, interconnected in close given us some anchorage to reality, immediately contradicts be touched. His is a fine game, aesthetically intriguing and correlations of cause and effect that have an effect on us just itself, liquefying itself in paint drippings and above all setting profoundly conceptual. A game that challenges us on as the passing of the hours and the seasons has an effect on itself on fire with an impossible, warm and golden, mystical, a terrain that we love and that we believe, erroneously, is the aquatic substance of the sea, turning it into vapour and spiritual light, totally incongruent with respect to the lighting familiar: clouds are daily bread to the art lover. From those then cloud and then rain, until it once again becomes river that frames the cloud. of Giotto, solid and rounded like river pebbles suspended in and then sea. If the clouds invite us to reflect on changes the sky, to those that Michelangelo forced to form a throne in thought, it is again our mind at the centre of the artist’s Morales’ painting works like this: it enchants and then sets for a mighty Christ, from Tiepolo’s floating wads to Turner’s forest series. Here too is a typical archetype which Morales off the trap. It intrigues with an unspoken yet urgent and explosions, to Van Gogh’s delusional whirlpool. But these sets before us on the canvas: the image of a wilderness that vital question, but gives no answer, inviting us to seek it clouds are different. They throw us off balance. Unreal in allows no space for the embraces of reassuring foliage nor within ourselves. Painting after painting, while the depth of their iconic centrality, as if they concealed the face of God, glimpses of perfumed undergrowth, but that seems like an 12
army of lined up trunks silhouetted against a low horizon. The rare concession of branches on a journey which is not so much physical as it is mental, pushing them to reflect on how gives us a barren image, like arms raised in a request for help. memory - and therefore our interpretation of the past and therefore our interpretation of the life that we have lived – is no more than an interpolation between a few certain points, Originating from his study of the first esoteric novel of the Renaissance, l’Hypnerotomachia an emotional and arbitrary reconstruction. And so it is necessary to go still further, always Poliphili by Francesco Colonna, Morales’ forests are places of the unconscious where further along that road that will lead to the revelation. Even at the risk that same revelation our watchful mind wanders in search of answers to the very questions of existence, of contains a dose of lies that we no longer have a way of recognising as such. explanations often nestled in repression. The use of light in these works is profoundly symbolic: light as understanding; light as a promise beyond what is immediately visible, Consistent with his theory of the interconnectedness of all that is real - and of the the result of a journey of research. Icy white understanding or golden redemption. What consequent shared responsibility which makes each of us guarantor of everyone else’s is particularly compelling in Morales’ painting is his capacity to touch on profound and well-being - Morales has decided to use naturally derived materials for his painting. To complex themes without ever being either didactic or hermetic, instead clothing them in speak of nature through nature seems the only way for his message to be credible. So then an iconography that is familiar to us and of a beauty that makes them precious to us he proceeds like an alchemist in his search for minerals, leaves and roots to obtain colours even before the story begins to unfold. The aesthetic value of one of his clouds, planted which are unique each time, like that luminescent blue that lights up his clouds, obtained in the sky like an eye fixed upon us, enchants us regardless of the narrative. Think also thanks to a rock that he collects in Argentina. Or like the very distinctive colours that change of his cities: bridges launched towards a magmatic luminous nothingness, streets lost in according to the direction from which the light comes or even the angle of the viewer’s unending perspectives, suggestions of possible paths to reach a beyond. He envelopes gaze. Because for him, above all, beyond the message and the strong contents that he them in a dense, milky fog, awash with gold like a fiery sunset or turned into the white has chosen, painting is a value in itself. An almost physical pleasure in the preparation of mists of a winter dawn. They are stories from memory, that under the vaguest possible title the colour, in the choice of compacting it in glazes or freeing it in wild brushstrokes and (Places) conceal tales of travels and of inhabited places. But what interests the artist is that rebellious drippings. Pleasure that is consequently caught in the points of the paintings which remains, the decantation of experience into a series of minimal details through which where the artist gives in to abstract temptation, letting himself be guided by the joy of the the past is reconstructed. gesture and the sensuality of the material. Again the mechanisms of the mind, therefore, are at the centre of these remnants of reality that are presented to the viewer like springboards to another place, inviting them to continue ALESSANDRA REDAELLI 13
CLO CLOUDS
UDS
CLOUDS V 2018 | Olio su tela / Oil on canvas | 100 x 200 cm 16
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CLOUDS XL 2021 | Olio su tela / Oil on canvas | 100 x 150 cm 18
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CLOUDS XXIII 2019 | Olio su tela / Oil on canvas | 100 x 150 cm 20
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CLOUDS XLI 2021 | Olio su tela / Oil on canvas | 80 x 120 cm 22
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CLOUDS XLII 2021 | Olio su tela / Oil on canvas | 40 x 40 cm 24
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BIARRITZ 1/X/2006 2019 | Carboncino e olio su carta / Charcoal and oil on paper | 70 x 50 cm 26
ISTAMBUL 15/I/2014 2014 | Carboncino e olio su carta / Charcoal and oil on paper | 70 x 50 cm 27
VIENNA 8/I/2015 2015 | Carboncino e olio su carta / Charcoal and oil on paper | 35 x 28 cm 28
KUALA LUMPUR 1/IX/2014 2014 | Carboncino e olio su carta / Charcoal and oil on paper | 35 x 28 cm 29
CLOUDS XX | CLOUDS XXII 2018 | Olio su tela / Oil on canvas | 20 x 20 cm 30
CLOUDS XXV | CLOUDS XXIV | CLOUDS XXIII 2018 | Olio su tela / Oil on canvas | 15 x 15 cm 31
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FORE FORESTS
ESTS
FOREST IV 2020 | Olio su tela / Oil on canvas | 100 x 200 cm 36
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FOREST III 2018 | Olio su tela / Oil on canvas | 100 x 150 cm 38
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FOREST V 2021 | Olio su tela / Oil on canvas | 80 x 80 cm 40
FOREST VI 2021 | Olio su tela / Oil on canvas | 80 x 80 cm 41
FOREST IX | FOREST VIII 2021 | Olio su tela / Oil on canvas | 40 x 40 cm 42
FOREST VII 2021 | Olio su tela / Oil on canvas | 40 x 40 cm 43
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PLA PLACES
CES
GOLD VIII 2017 | Olio su tela / Oil on canvas | 100 x 200 cm 48
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PLACES I 2021 | Olio su tela / Oil on canvas | 100 x 150 cm 50
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PLACES II 2021 | Olio su tela / Oil on canvas | 80 x 120 cm 52
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PLACES IV 2021 | Olio su tela / Oil on canvas | 70 x 100 cm 54
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PLACES III 2021 | Olio su tela / Oil on canvas | 60 x 80 cm 56
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ERNESTO MORALES in musei e gallerie d’arte in molti Paesi, tra i quali Stati Uniti, Italia, Francia, Germania, Spagna, Ungheria, Cina, Singapore, Malesia, Tailandia, Argentina, Brasile, Messico e Uruguay. Ha partecipato a numerose fiere internazionali e tra il 2009 e il 2015 ha rappresentato istituzionalmente i Governi di Italia, Argentina e Uruguay con una serie di importanti esposizioni personali realizzate in vari musei. Dal 2013 realizza periodicamente mostre negli Stati Uniti e nel Sudest Asiatico. Nel 2014 tiene un ciclo di importanti esposizioni a Singapore, a Bangkok e a Kuala Lumpur, e nel 2015 una grande esposizione personale a New York nelle sale del Consolato Generale della Repubblica Argentina. Nel 2019 realizza la mostra Heat in occasione della 58ª Biennale di Venezia. Nello stesso anno, in seguito alla mostra Mindscapes tenutasi presso il Consolato argentino di New York, il catalogo della sua serie Clouds è entrato far parte della collezione del MET - Metropolitan Museum of Art di New York. Negli ultimi anni sono stati pubblicati molti L’artista italo-argentino Ernesto Morales nasce nel 1974 a volumi monografici dedicati al suo lavoro tra i quali: Memoria Montevideo, in Uruguay, e inizia la sua carriera a Buenos dell’impermanenza (Cuneo - New York, 2019), Il Tempo della Aires dove ha vissuto fino al 2006 per poi trasferirsi in Europa. Distanza (Genova, 2010), The invisible bridges (Singapore, Dopo un primo periodo a Parigi stabilisce il suo studio in 2014), Traces of memory (New York, 2015), Il giorno come la Italia, inizialmente a Roma e dal 2011 a Torino. Durante il notte (Torino, 2015), Distance (Milano, 2016), Aurum (Milano, periodo formativo a Buenos Aires, nel 1999 ha ottenuto 2017), Mari migranti (Rapallo, 2012). La ricerca artistica di il titolo di Professore di Belle Arti e nel 2005 ha conseguito Ernesto Morales si contraddistingue per un forte impegno un Dottorato in Arti Visive presso l’Università di Belle Arti della teso ad indagare tematiche legate all’impermanenza, alla città. Dal 1999 al 2006 ha insegnato Pittura e Storia dell’Arte memoria e alla distanza attraverso l’elaborazione pittorica sia di presso l’Università di Buenos Aires e ha rivestito l’incarico di elementi tratti dalla natura colti nella loro dimensione simbolica, Direttore dell’Accademia di Belle Arti. La sua carriera artistica che di onirici paesaggi urbani avvolti dal silenzio di atmosfere lo ha condotto negli ultimi venti anni a realizzare mostre metafisiche. Vive e lavora a Torino. 60
The Italo-Argentinian artist Ernesto Morales was born in 1974 in Montevideo, Uruguay, and began his career in Buenos Aires where he lived until 2006 and then moved to Europe. After a first period in Paris he established his studio in Italy, initially in Rome and from 2011 in Turin. During the training period in Buenos Aires, in 1999 he obtained the title of Professor of Fine Arts and in 2005 he obtained a Doctorate in Visual Arts from the Universidad de Bellas Artes. From 1999 to 2006 he taught Painting and History of Art at the Universidad de Buenos Aires and held the position of Director of the Academia de Bellas Artes de Buenos Aires. His artistic career has led him in the last twenty years to carry out exhibitions in museums and art galleries in many countries, including the United States, Italy, France, Germany, Spain, Hungary, China, Singapore, Malaysia, Thailand, Argentina, Brazil, Mexico and Uruguay. He has parti- cipated in many international fairs and between 2009 and 2015 he institutionally represented the Governments of Italy, Argenti- na and Uruguay with a series of important solo exhibitions held in various museums. Since 2013, he has regularly exhibited in the United States and in Southeast Asia. In 2014 he participa- ted in important exhibitions in Singapore, Bangkok and Kuala Lumpur, and in 2015 he was protagonist of an important solo show in New York City at the General Consulate of the Repu- blic of Argentina. In 2019 he took part in the 58th edition of La Biennale di Venezia, with the exhibition Heat. And, in the same year, after the exhibition Mindscapes, held at the Consulate General of Argentina in New York, the catalogue of the series Clouds was acquired by MET - Metropolitan museum di New York. In recent years, many monographic volumes have been published dedicated to his work, including: Memoria dell’im- permanenza (Cuneo – New York, 2019), Il Tempo della Distanza (Genoa, 2010), The invisible bridges (Singapore, 2014), Traces of memory (New York, 2015), The day as the night (Turin, 2015), Distance (Milan, 2016), Aurum (Milan, 2017), Mari migrants (Ra- pallo, 2012). The artistic research of Ernesto Morales is cha- racterized by a strong commitment aimed at investigating is- sues related to impermanence, memory and distance through the pictorial elaboration of both elements drawn from nature captured in their symbolic dimension, and dreamlike urban lan- dscapes enveloped by silence of metaphysical atmospheres. He lives and works in Turin. 61
MOSTRE PERSONALI RECENTI / SELECTED SOLO EXHIBITIONS Caprie, Complesso Monumentale della Commenda di Pre’, Genova (IT) Tiempos migrantes, Per il Bicentenario della Repubblica Argentina, 2021 Beyond Light, a cura di A. Redaelli, Galleria PUNTO SULL’ARTE, testo critico di Lorenzo Canova, Scuderie di Palazzo Santacroce Varese (IT) IILA, Istituto Italo Latino Americano, Roma (IT) 2019 Mindscapes, Consolato Generale della Repubblica Argentina di Vacas Migrantes, Galleria Interno Ventidue Arte, Contemporanea, New York, New York (USA) Roma (IT) Memoria dell’impermanenza, a cura di N. Angerame, Fondazione 2009 Ciudad de memorias, testo critico di V. Fernandez Museo Municipal Peano, Cuneo (IT) de Bellas Artes Benito Quinquela Martin, Buenos Aires (AR) 2018 Studies of clouds, a cura di C. Canali, Area35 Art Gallery, Milano (IT) 2008 Le città dell’esilio, testo critico di L. Canova, Galleria Il Sole Arte Atras de la luz, Studio15, Roma (IT) Contemporanea, Roma (IT) La forma e le nuvole, a cura di C. Canali, Ospedale Vecchio, Parma (IT) Città ritrovate: Pisa e Buenos Aires, testo critico di L. Canova, Metamorphosis, Lena & Roselli Gallery, Budapest (HU) Palazzo Fiumi e Fossi, Pisa (IT) Silent seas, Galeria O+O, Valencia (ES) Identidades, Galleria Palazzo Mazzatosta Arte Contemporanea, 2017 Aurum II, Lena & Roselli Gallery / Area35 Art Gallery, Budapest (HU) Viterbo (IT) Icons, Aa29, Caserta (IT) La città della distanza, testo critico di G. Nerli, Spazio Odradek, Roma (IT) Aurum, Area35 Art Gallery, Milano (IT) L’identità ritrovata, Angelo Mai, Roma (IT) 2016 Equinox, William Holman Art Gallery, New York (USA) La città della distanza, Galleria Picagallery, Napoli (IT) Labyrinth, Gualberto Hernandez Contemporary Art, Greenwich (USA) Sguardi sostenibili: San Potito, Comune di San Potito, Caserta (IT) Shadows, Paul Caddell Contemporary Art, New York (USA) 2007 Despertares, Minimalismo Italiano, Roma (IT) Distance, aArte Gallery, Caserta (IT) Al Infinito, Istituto Cervantes, Milano (IT) Specchi, Areacreativa 42 Casa Toesca, Torino (IT) Sogni Urbani, testo critico di Lauretta Colonnelli, Galleria Il Sole Arte Herencia y mestizaje, Centro Cultural Borges, Buenos Aires (AR) Contemporanea, Roma (IT) 2015 Traces of memory, Consulate General of Argentina in New York, Le città Spazio, Guazzolini, Roma (IT) New York (USA) I video, Studio Enrico Pulsoni, Roma (IT) Equinozio, Banca Generali / Area Creativa 42, Torino (IT) Il Tango e Buenos Aires, Circolo Arca, Roma (IT) Il giorno come la notte, Area Creativa 42, Torino (IT) Al Infinito, Università per Stranieri di Siena, Siena (IT) Astrolabio da viaggio, Galleria Andrea Ingenito Contemporary Art, 2006 Al Infinito, Le Centre Culturel Bellegarde, Tolouse (FR) Milano (IT) Al Infinito, Ambasciata Argentina, Roma (IT) 2014 Invisible Bridges, Sabiana Paoli Art Gallery / Forme Art, Singapore (SG) Al Infinito, La Maison d’Amérique Latine, Parigi (FR) Path towards the East, ArteExpo 2014, Kuala Lumpur (MY) Paintings, Università di Bologna, Bologna (IT) Oblivion, Studio Gebbia e Bortolotto / Area creativa 42, Torino (IT) Al Infinito, Regione Piemonte, Torino (IT) 2013 Nebulose, Ut pictura poesis, a cura di C. Canali, Galleria Hernandez, L’America, Cultura y media- Centro Cultural General San Martín, Milano (IT) Buenos Aires (AR) Otherness, a cura di M. Sgroi, aArte Gallery, Caserta (IT) Paintings, Fondation Argentine de la Cité Internationale Universitaire, Il fantastico differente, a cura di M. Sgroi, L’Art Gallery, Parma (IT) Parigi (FR) 2012 En el bosque, Spazio Darc in collaborazione con Interno Ventidue Al Infinito, L’IHEAL (Istituto Superiore sull’America Latina), Parigi (FR) Arte Contemporanea e Il Sole Arte Contemporanea, Roma (IT) L’America, Université de Pau et des Pays de l’Adour, Bayonne (FR) El otro, el mismo, a cura di C. Canali, Hernandez Art Gallery, Milano (IT) L’America, Università Maimónides, Buenos Aires (AR) En el sueño de Polifilo, testo critico di R. Mastroianni, Galleria 2005 Rituales de la memoria, Museo de Bellas Artes, Salta (AR) Raffaella De Chirico Arte Contemporanea, Torino (IT) Arte en Movimiento, Galleria Almafuerte, Buenos Aires (AR) Desde el tiempo, Espacio Uno, Buenos Aires (AR) Rituales de la memoria II, Museo de Bellas Artes Irureta, Tilcara (AR) Mari migranti, a cura di M. Capannolo, Castello di Rapallo, Rapallo (IT) 2004 Fotopinturas, Galleria Ragonza, Buenos Aires (AR) 2011 Vientos del exilio, Per il Bicentenario della Repubblica dell’Uruguay, Flores y Cartografias, Centro Cultural Gral. 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