ERNESTO MORALES - Punto sull'Arte

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ERNESTO MORALES
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ERNESTO MORALES
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MOSTRA A CURA DI / EXHIBITION CURATED BY: ALESSANDRA REDAELLI
CATALOGO A CURA DI / CATALOGUE CURATED BY: PUNTO SULL’ARTE
TESTO / TEXT: ALESSANDRA REDAELLI
PROGETTO GRAFICO / GRAPHIC PROJECT: DEBORAH RIVOLTA
TRADUZIONI / TRANSLATIONS: CLAIRE ANGEL BONNER
Copyright © PUNTO SULL’ARTE

                                                                               BEYOND LIGHT
ERNESTO MORALES - Punto sull'Arte
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BEYOND LIGHT
    Alto, capelli scuri, la parlata ammorbidita dalle origini                  pampa che l’artista conosce bene, un orizzonte che però, non
    sudamericane, una vaga somiglianza con l’attore Jeff                       appena ci ha illusi di darci qualche ancoraggio alla realtà, subito
    Goldblum, Ernesto Morales lavora in un ambiente impeccabile,               si contraddice, liquefacendosi in colature di pittura e soprattutto
    ordinatissimo, che è difficile riconoscere come studio d’artista           incendiandosi di una luce impossibile, calda e dorata, mistica,
    se non per quell’unica parete su cui le tracce della pittura in            spirituale, totalmente incongruente rispetto all’illuminazione che
    colature sovrapposte dichiarano che quello è proprio lo spazio             inquadra la nuvola.
    del dipingere. Ma per il resto, quel luogo inondato di luce come
    i suoi quadri ha più l’aria del buen retiro di un pensatore, con           La pittura di Morales funziona così: incanta e fa scattare la
    il mobile bar che fa l’occhiolino ai libri sulle discipline orientali      trappola. Intriga con una domanda inespressa e tuttavia urgente,
    e i dipinti alle pareti allestiti come per una mostra personale.           vitale, ma non fornisce risposta, invitandoci a cercarla dentro
    Del resto quello è esattamente il buen retiro di un pensatore:             di noi. Quadro dopo quadro, mentre il cielo si fa via via più o
    Morales è uno degli artisti più cerebrali e intellettuali del              meno profondo in quella sua oscurità impenetrabile e mentre
    panorama contemporaneo. Solo che invece di portarci dentro                 l’orizzonte definito da quella striscia di paesaggio si accende in
    le sue riflessioni attraverso un’algida arte spoglia e senz’anima –        un oro bizantino o si fa più caldo nella sfumatura dei capelli di una
    come molto spesso accade – ci seduce nell’abbraccio dell’oro,              Venere rinascimentale, la nuvola muta, lentissimamente come in
    nelle luci calde, nella soffice consistenza delle nuvole. Ci invita        un sortilegio, inavvertitamente e inesorabilmente, si aggruma in
    a esplorare città le cui strade sembrano non prevedere una fine            un punto, si sfilaccia di lato, perde e acquista turgore. A un tratto
    e a perderci dentro foreste dai sussurri inquietanti che sempre,
    invariabilmente, promettono un punto d’arrivo inondato di luce.
    In questo momento i soggetti su cui lavora sono appunto tre:
    le nuvole che oramai lo identificano inequivocabilmente, le
    foreste fitte e gli scorci di città avvolte nella nebbia. Qui, intorno
    e dentro a questi tre soggetti, sempre coerenti e sempre nuovi,
    riconoscibili ogni volta e tuttavia sempre palpitanti di qualcosa di
    inedito che ci spinge compulsivamente a passare da un’opera
    all’altra, si giocano la sua riflessione e la sua indagine sulla realtà.
    Perché la realtà è in continuo divenire. Non solo quella che ci
    circonda, divorata e masticata dal tempo che la ridetermina
    a ogni istante, ma anche quella che si muove dentro di noi.
    L’inafferrabilità del pensiero è infatti il tema delle sue nuvole,
    soffici grovigli di pittura densa che si librano invariabilmente
    su cieli scurissimi e che appaiono scolpiti dalla luce. Sotto, a
    determinare un minimo appiglio di concretezza, una linea dritta
    mima un orizzonte possibile, piatto e infinito come quello della

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ci pare di poterla afferrare e subito si è disfatta nel nulla. Come     mutare. Ma la pittura può osare la follia di fermare l’istante, di
faceva Giorgio Morandi, nella ricerca ossessiva sulle forme che         afferrare l’inafferrabile. Del resto, l’osservazione distanziata dei
lo portava a segnare con il pennarello sulla tavola il fondo della      nostri pensieri, l’estraniarsi dai movimenti della nostra mente
bottiglia o della brocca per poter ritrovare ancora e ancora quella     guardandola da fuori, è il primo insegnamento per chi voglia
specifica posizione, come faceva Claude Monet, ipnotizzato dai          avviarsi sulla strada della consapevolezza e dell’illuminazione.
mutamenti ineffabili della cattedrale di Rouen nel trascorrere          L’intento di Morales, tuttavia, non è quello di condizionare
delle ore della giornata, Morales sceglie un soggetto e ci invita a     in qualche modo il flusso del nostro pensiero, ma molto più
scorgervi il cambiamento. A differenza dei colleghi, però, lui non      semplicemente quello di renderci partecipi della sua personale
ci guida in uno studio sul mutare della percezione e della luce         meditazione, del piacere che lui stesso prova nell’esercizio di
su un oggetto reale, ma prende qualcosa che non è possibile             una pittura lenta, calma, costruita con una gestualità ritmata
toccare, qualcosa di intangibile, qualcosa che non si può dire          nella costante sovrapposizione di velature sottilissime. Una
scolpito dalla luce ma la cui stessa esistenza è determinata della      lentezza di creazione che è poi la stessa che queste opere
luce che vi batte sopra, perché se non è illuminata, la nuvola          richiedono per la fruizione, che se da un lato ci spingerebbe a
non è visibile. E se non è visibile non esiste, visto che toccarla      correre da un dipinto all’altro per cogliere i mutamenti, dall’altro
si può. È un gioco sottilissimo, il suo, esteticamente intrigante       esige il tempo di una lettura lunga.
e profondamente concettuale. Un gioco che ci sfida su un
terreno che amiamo e che crediamo, erroneamente, famigliare:            I pensieri mutano e si sfilacciano dentro di noi, seguendo strade
le nuvole sono pane quotidiano per chi ama l’arte. Da quelle            misteriose e incontrollabili. Illusi di domarne il corso nella nostra
di Giotto, solide e stondate come ciottoli di fiume sospesi nel         ferrea razionalità, nel nostro preteso controllo del reale, ne siamo
cielo, a quelle che Michelangelo costringeva a farsi trono per un       invece fagocitati, travolti nella marea montante del possibile
Cristo possente, dai batuffoli fluttuanti di Tiepolo alle esplosioni    durante la veglia, o al contrario, nel sonno, annichiliti dalla
di Turner, fino ai gorghi deliranti di Van Gogh. Ma queste nuvole       paura, incendiati dal desiderio, rosi dall’invidia o dalla gelosia.
sono differenti. Ci spiazzano. Irreali nella loro centralità iconica,   I pensieri mutano e ci mutano, ci attraversano la mente e ci
come se celassero il volto di Dio, luminescenti nel buio, elusive,      cambiano piano piano fino a modificarci i lineamenti, a influire
si rivelano ipnotiche come un pensiero fisso.                           sulla nostra fisionomia. Perché tutto è legato inestricabilmente,
                                                                        interconnesso in serrate correlazioni di causa e di effetto che
Comincia nel 2001 la ricerca di Morales intorno alle nuvole:            agiscono su di noi così come lo scorrere delle ore e delle
una serie di fotografie prese con lo scopo di crearne un atlante,       stagioni agisce sulla sostanza acquatica del mare, facendone
con tanto di annotazioni su data e luogo di ogni scatto. Quello         vapore e dunque nuvola e poi pioggia, fino a farne di nuovo
che affascina l’artista è la mutevolezza di qualcosa che non            fiume e dopo mare. Se le nuvole ci invitano a riflettere sui
ha realmente una forma. Le discipline orientali lo guidano sulla        mutamenti del pensiero, è ancora la nostra mente al centro
strada di un’indagine sul pensiero e sul costante trasformarsi          della serie delle foreste dell’artista. Anche qui è un archetipo
dei movimenti della nostra mente. E qui si concretizza il               quello che Morales ci propone sulla tela: l’immagine di una selva
tema centrale di questa serie di dipinti. Tutto è fluire, tutto è       che non concede spazio ad abbracci di fronde rassicuranti né

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a scorci di sottobosco profumato, ma che appare come un                  dunque la nostra lettura della vita che abbiamo vissuto – altro non
     esercito schierato di tronchi stagliati su un orizzonte basso.           sia che un’interpolazione tra pochi punti certi, una ricostruzione
     Le rare concessioni ai rami ce ne danno un’immagine spoglia,             emotiva e arbitraria. E allora bisogna andare sempre più avanti,
     come di braccia alzate in una richiesta di aiuto.                        sempre più in là lungo quella strada che porterà al disvelamento.
                                                                              Anche a rischio che quello stesso disvelamento contenga una
     Nate dallo studio del primo romanzo esoterico del rinascimento,          dose di menzogna che non abbiamo più modo di riconoscere
     l’Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna, le foreste             come tale.
     di Morales sono i luoghi dell’inconscio dove la nostra mente
     vigile vaga alla ricerca di risposte agli interrogativi dell’esistere,   Coerente alla sua teoria sull’interconnessione di tutto il reale
     di spiegazioni spesso annidate nelle pieghe del rimosso. L’uso           – e della conseguente responsabilità condivisa che ci rende
     della luce in questi lavori è profondamente simbolico, dunque:           ognuno garante del benessere di tutti gli altri – Morales ha
     luce come comprensione; luce come promessa al di là di                   deciso che i materiali della sua pittura siano realizzati a base
     ciò che è immediatamente visibile, risultato di un cammino               di elementi naturali. Parlare della natura attraverso la natura gli
     di ricerca. Bianca e gelida comprensione oppure dorata                   sembra l’unica maniera perché il suo messaggio sia credibile.
     redenzione. Ciò che risulta particolarmente avvincente nella             Eccolo allora procedere come un alchimista alla ricerca di
     pittura di Morales è la sua capacità di toccare temi profondi e          minerali, foglie e radici per ottenere tinte ogni volta uniche,
     complessi senza mai essere né didascalico né ermetico, ma                come quel blu luminescente che accende le sue nuvole,
     rivestendoli di un’iconografia che ci è famigliare e di una bellezza     ottenuto grazie a una pietra che raccoglie in Argentina. O come
     che ce li rende preziosi ancora prima che il racconto cominci a          i colori particolarissimi che mutano a seconda della direzione
     dispiegarsi. Il valore estetico di una delle sue nuvole, piantata nel    dalla quale proviene la luce o addirittura dall’angolazione dello
     cielo come un occhio fisso su di noi, ci incanta a prescindere           sguardo dello spettatore. Perché per lui, al di là di tutto, al di là
     dalla narrazione. Pensiamo anche alle sue città: ponti lanciati          del messaggio e dei contenuti forti che ha scelto, la pittura è un
     verso un magmatico nulla luminoso, strade che si perdono in              valore di per sé. Un piacere quasi fisico nella stesura del colore,
     prospettive infinite, suggestioni di percorsi possibili per andare       nella scelta di compattarlo in velature o di liberarlo in pennellate
     oltre. Le avvolge una nebbia fitta, lattiginosa, inondata d’oro          selvagge e colature ribelli. Piacere che si coglie di riflesso nei
     come in un tramonto infuocato o virata nelle brume bianche di            punti dei dipinti in cui l’artista cede alla tentazione astratta,
     un’alba invernale. Sono racconti della memoria, che sotto un             lasciandosi guidare dalla gioia del gesto e dalla sensualità della
     titolo il più possibile vago (Places) nascondono storie di viaggi        materia.
     e di spazi abitati. Ma quello che all’artista interessa è ciò che
     rimane, la decantazione del vissuto in una serie di dettagli
     minimi attraverso i quali il passato si ricostruisce.

     Ancora i meccanismi della mente, dunque, sono al centro di
     questi scampoli di realtà che si presentano allo spettatore come
     trampolini verso un altrove, invitandolo a proseguire in un viaggio
     che non è tanto fisico quanto mentale, spingendolo a riflettere
     su come il ricordo – e dunque la nostra lettura del passato e                                                      ALESSANDRA REDAELLI

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B E YO N D L I G H T

     Tall, dark haired, the soft speech of his South American             the sky gradually increases or decreases in its impenetrable           luminescent in the darkness, elusive, they reveal themselves
     origins, a vague resemblance to the actor Jeff Goldblum,             obscurity and while the horizon, defined by that strip of              to be hypnotic like a fixed thought.
     Ernesto Morales works in an impeccable, extremely tidy               landscape, lights up in Byzantine gold or the even warmer
     environment, which is difficult to recognise as an artist’s          shade of a Renaissance Venus’ hair, the cloud changes,                 Morales’ research into clouds began in 2001: a series of
     studio except for that one wall on which the traces of               very slowly as if in a spell, inadvertently and inexorably: it         photographs taken with the aim of creating an atlas, complete
     overlapping, dripping paint declare that this really is a            clusters in one point, frays on the side, loses and acquires           with annotations on the date and place of each shot. What
     painting space. But for the rest, that space, flooded with           turgidity. Suddenly it seems we could grasp it, only for it to         fascinates the artist is the changeability of something that
     light like his paintings, has more the air of a thinker’s retreat,   vanish into thin air. Like Giorgio Morandi, in his obsessive           in reality doesn’t have a form. The oriental disciplines guide
     with the mobile bar turned towards the books on oriental             research into shapes that led him to mark the base of the              him on the path of an investigation into thought itself and the
     disciplines and the paintings on the walls laid out as though        bottle or jug on the table with a marker pen in order to find          constant transformation of the movements in our mind. And
     for a solo show. Then again it really is a thinker’s retreat:        that specific position again and again, like Claude Monet,             here the central theme of this series of paintings materialises.
     Morales is one of the most cerebral and intellectual artists         hypnotised by the ineffable changes of the Rouen Cathedral             Everything flows, everything changes. But painting can
     on the contemporary scene. Except that instead of bringing           over the course of the day, Morales chooses a subject and              attempt the folly of stopping the instant, of grasping the
     us into his reflections through a bare, icy and soulless art         invites us to descry the change in it. Unlike his colleagues,          elusive. After all, the distant observation of our thoughts,
     – as happens very often – he seduces us with a golden                however, he doesn’t guide us through a study on the                    estrangement from the movements of our mind by looking
     embrace, with warm lights, with the soft texture of clouds.                                                                                 at it from the outside, is the first lesson for those who wish to
     He invites us to explore cities whose streets seem endless                                                                                  set out on the path to knowledge and illumination. Morales’
     and to lose ourselves in forests of disquieting whispers                                                                                    intention, however, is not to somehow condition the flow of
     that always, invariably, promise a point of arrival flooded                                                                                 our thought, but more simply to make us participants in his
     with light. At the moment he is working with three subjects:                                                                                personal meditation, in the pleasure he derives from slow,
     clouds which by now unequivocally identify him, dense                                                                                       calm painting, built with a rhythmic gesture in the constant
     forests, and glimpses of cities shrouded in fog. Here, in and                                                                               overlapping of thin glazes. A slowness in creation that these
     around these three subjects, always coherent and always                                                                                     works also require for their fruition, which on the one hand
     new, recognisable each time and yet always pulsating with                                                                                   pushes us to run from one painting to the other to grasp
     something new that compulsively drives us to move from                                                                                      the mutations, on the other requires time for a long reading.
     one work to another, his reflection of and investigation into
     reality plays out. Because reality is in continuous evolution.                                                                              Thoughts change and unravel within us, following
     Not only that which surrounds us, devoured and masticated                                                                                   mysterious and uncontrollable paths. Deluded that we can
     by time which constantly redefines it, but also that which                                                                                  tame the course in our iron rationality, in our alleged control
     moves within us. The elusiveness of thought is in fact                                                                                      of reality, we are instead engulfed by it, overwhelmed by the
     the theme of his clouds, soft tangles of dense painting              changing of perception and light on a real object, but takes           rising tide of the possible while awake, or instead, in sleep,
     that invariably hover over very dark skies and appear                something that cannot be touched, something intangible,                annihilated by fear, set on fire by desire, gnawed away by
     sculpted by light. Below, to establish a minimum pretext of          something that cannot be said to be sculpted by light but              envy or jealousy. Thoughts change and change us, they
     concreteness, a straight line mimics a possible horizon, flat        whose very existence is determined by the light that beats             pass through the mind and slowly change us until our
     and infinite like those of the pampas that the artist knows          upon it, because if it is not illuminated, the cloud is not visible.   gestures are modified, affecting our physiognomy. Because
     well, a horizon that however, as soon as it seems to have            And if it is not visible it doesn’t exist, seeing that it cannot       everything is inextricably linked, interconnected in close
     given us some anchorage to reality, immediately contradicts          be touched. His is a fine game, aesthetically intriguing and           correlations of cause and effect that have an effect on us just
     itself, liquefying itself in paint drippings and above all setting   profoundly conceptual. A game that challenges us on                    as the passing of the hours and the seasons has an effect on
     itself on fire with an impossible, warm and golden, mystical,        a terrain that we love and that we believe, erroneously, is            the aquatic substance of the sea, turning it into vapour and
     spiritual light, totally incongruent with respect to the lighting    familiar: clouds are daily bread to the art lover. From those          then cloud and then rain, until it once again becomes river
     that frames the cloud.                                               of Giotto, solid and rounded like river pebbles suspended in           and then sea. If the clouds invite us to reflect on changes
                                                                          the sky, to those that Michelangelo forced to form a throne            in thought, it is again our mind at the centre of the artist’s
     Morales’ painting works like this: it enchants and then sets         for a mighty Christ, from Tiepolo’s floating wads to Turner’s          forest series. Here too is a typical archetype which Morales
     off the trap. It intrigues with an unspoken yet urgent and           explosions, to Van Gogh’s delusional whirlpool. But these              sets before us on the canvas: the image of a wilderness that
     vital question, but gives no answer, inviting us to seek it          clouds are different. They throw us off balance. Unreal in             allows no space for the embraces of reassuring foliage nor
     within ourselves. Painting after painting, while the depth of        their iconic centrality, as if they concealed the face of God,         glimpses of perfumed undergrowth, but that seems like an

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army of lined up trunks silhouetted against a low horizon. The rare concession of branches         on a journey which is not so much physical as it is mental, pushing them to reflect on how
gives us a barren image, like arms raised in a request for help.                                   memory - and therefore our interpretation of the past and therefore our interpretation of
                                                                                                   the life that we have lived – is no more than an interpolation between a few certain points,
Originating from his study of the first esoteric novel of the Renaissance, l’Hypnerotomachia       an emotional and arbitrary reconstruction. And so it is necessary to go still further, always
Poliphili by Francesco Colonna, Morales’ forests are places of the unconscious where               further along that road that will lead to the revelation. Even at the risk that same revelation
our watchful mind wanders in search of answers to the very questions of existence, of              contains a dose of lies that we no longer have a way of recognising as such.
explanations often nestled in repression. The use of light in these works is profoundly
symbolic: light as understanding; light as a promise beyond what is immediately visible,           Consistent with his theory of the interconnectedness of all that is real - and of the
the result of a journey of research. Icy white understanding or golden redemption. What            consequent shared responsibility which makes each of us guarantor of everyone else’s
is particularly compelling in Morales’ painting is his capacity to touch on profound and           well-being - Morales has decided to use naturally derived materials for his painting. To
complex themes without ever being either didactic or hermetic, instead clothing them in            speak of nature through nature seems the only way for his message to be credible. So then
an iconography that is familiar to us and of a beauty that makes them precious to us               he proceeds like an alchemist in his search for minerals, leaves and roots to obtain colours
even before the story begins to unfold. The aesthetic value of one of his clouds, planted          which are unique each time, like that luminescent blue that lights up his clouds, obtained
in the sky like an eye fixed upon us, enchants us regardless of the narrative. Think also          thanks to a rock that he collects in Argentina. Or like the very distinctive colours that change
of his cities: bridges launched towards a magmatic luminous nothingness, streets lost in           according to the direction from which the light comes or even the angle of the viewer’s
unending perspectives, suggestions of possible paths to reach a beyond. He envelopes               gaze. Because for him, above all, beyond the message and the strong contents that he
them in a dense, milky fog, awash with gold like a fiery sunset or turned into the white           has chosen, painting is a value in itself. An almost physical pleasure in the preparation of
mists of a winter dawn. They are stories from memory, that under the vaguest possible title        the colour, in the choice of compacting it in glazes or freeing it in wild brushstrokes and
(Places) conceal tales of travels and of inhabited places. But what interests the artist is that   rebellious drippings. Pleasure that is consequently caught in the points of the paintings
which remains, the decantation of experience into a series of minimal details through which        where the artist gives in to abstract temptation, letting himself be guided by the joy of the
the past is reconstructed.                                                                         gesture and the sensuality of the material.

Again the mechanisms of the mind, therefore, are at the centre of these remnants of reality
that are presented to the viewer like springboards to another place, inviting them to continue                                                                      ALESSANDRA REDAELLI

                                                                                                                                                                                                      13
CLO
CLOUDS
UDS
CLOUDS V
     2018 | Olio su tela / Oil on canvas | 100 x 200 cm

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CLOUDS XL
     2021 | Olio su tela / Oil on canvas | 100 x 150 cm

18
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CLOUDS XXIII
     2019 | Olio su tela / Oil on canvas | 100 x 150 cm

20
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CLOUDS XLI
     2021 | Olio su tela / Oil on canvas | 80 x 120 cm

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23
CLOUDS XLII
     2021 | Olio su tela / Oil on canvas | 40 x 40 cm

24
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BIARRITZ 1/X/2006
     2019 | Carboncino e olio su carta / Charcoal and oil on paper | 70 x 50 cm

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ISTAMBUL 15/I/2014
2014 | Carboncino e olio su carta / Charcoal and oil on paper | 70 x 50 cm

                                                                             27
VIENNA 8/I/2015
     2015 | Carboncino e olio su carta / Charcoal and oil on paper | 35 x 28 cm

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KUALA LUMPUR 1/IX/2014
2014 | Carboncino e olio su carta / Charcoal and oil on paper | 35 x 28 cm

                                                                             29
CLOUDS XX | CLOUDS XXII
     2018 | Olio su tela / Oil on canvas | 20 x 20 cm

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CLOUDS XXV | CLOUDS XXIV | CLOUDS XXIII
2018 | Olio su tela / Oil on canvas | 15 x 15 cm

                                                   31
32
33
FORE
 FORESTS
ESTS
FOREST IV
     2020 | Olio su tela / Oil on canvas | 100 x 200 cm

36
37
FOREST III
     2018 | Olio su tela / Oil on canvas | 100 x 150 cm

38
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FOREST V
     2021 | Olio su tela / Oil on canvas | 80 x 80 cm

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FOREST VI
2021 | Olio su tela / Oil on canvas | 80 x 80 cm

                                                   41
FOREST IX | FOREST VIII
     2021 | Olio su tela / Oil on canvas | 40 x 40 cm

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FOREST VII
2021 | Olio su tela / Oil on canvas | 40 x 40 cm

                                                   43
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PLA
PLACES
CES
GOLD VIII
     2017 | Olio su tela / Oil on canvas | 100 x 200 cm

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PLACES I
     2021 | Olio su tela / Oil on canvas | 100 x 150 cm

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PLACES II
     2021 | Olio su tela / Oil on canvas | 80 x 120 cm

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PLACES IV
     2021 | Olio su tela / Oil on canvas | 70 x 100 cm

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PLACES III
     2021 | Olio su tela / Oil on canvas | 60 x 80 cm

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ERNESTO MORALES
                                                                           in musei e gallerie d’arte in molti Paesi, tra i quali Stati Uniti,
                                                                           Italia, Francia, Germania, Spagna, Ungheria, Cina, Singapore,
                                                                           Malesia, Tailandia, Argentina, Brasile, Messico e Uruguay. Ha
                                                                           partecipato a numerose fiere internazionali e tra il 2009 e il 2015
                                                                           ha rappresentato istituzionalmente i Governi di Italia, Argentina
                                                                           e Uruguay con una serie di importanti esposizioni personali
                                                                           realizzate in vari musei. Dal 2013 realizza periodicamente
                                                                           mostre negli Stati Uniti e nel Sudest Asiatico. Nel 2014 tiene
                                                                           un ciclo di importanti esposizioni a Singapore, a Bangkok e a
                                                                           Kuala Lumpur, e nel 2015 una grande esposizione personale a
                                                                           New York nelle sale del Consolato Generale della Repubblica
                                                                           Argentina. Nel 2019 realizza la mostra Heat in occasione della
                                                                           58ª Biennale di Venezia. Nello stesso anno, in seguito alla
                                                                           mostra Mindscapes tenutasi presso il Consolato argentino
                                                                           di New York, il catalogo della sua serie Clouds è entrato far
                                                                           parte della collezione del MET - Metropolitan Museum of
                                                                           Art di New York. Negli ultimi anni sono stati pubblicati molti
     L’artista italo-argentino Ernesto Morales nasce nel 1974 a            volumi monografici dedicati al suo lavoro tra i quali: Memoria
     Montevideo, in Uruguay, e inizia la sua carriera a Buenos             dell’impermanenza (Cuneo - New York, 2019), Il Tempo della
     Aires dove ha vissuto fino al 2006 per poi trasferirsi in Europa.     Distanza (Genova, 2010), The invisible bridges (Singapore,
     Dopo un primo periodo a Parigi stabilisce il suo studio in            2014), Traces of memory (New York, 2015), Il giorno come la
     Italia, inizialmente a Roma e dal 2011 a Torino. Durante il           notte (Torino, 2015), Distance (Milano, 2016), Aurum (Milano,
     periodo formativo a Buenos Aires, nel 1999 ha ottenuto                2017), Mari migranti (Rapallo, 2012). La ricerca artistica di
     il titolo di Professore di Belle Arti e nel 2005 ha conseguito        Ernesto Morales si contraddistingue per un forte impegno
     un Dottorato in Arti Visive presso l’Università di Belle Arti della   teso ad indagare tematiche legate all’impermanenza, alla
     città. Dal 1999 al 2006 ha insegnato Pittura e Storia dell’Arte       memoria e alla distanza attraverso l’elaborazione pittorica sia di
     presso l’Università di Buenos Aires e ha rivestito l’incarico di      elementi tratti dalla natura colti nella loro dimensione simbolica,
     Direttore dell’Accademia di Belle Arti. La sua carriera artistica     che di onirici paesaggi urbani avvolti dal silenzio di atmosfere
     lo ha condotto negli ultimi venti anni a realizzare mostre            metafisiche. Vive e lavora a Torino.

60
The Italo-Argentinian artist Ernesto Morales was born in 1974
in Montevideo, Uruguay, and began his career in Buenos Aires
where he lived until 2006 and then moved to Europe. After a
first period in Paris he established his studio in Italy, initially
in Rome and from 2011 in Turin. During the training period in
Buenos Aires, in 1999 he obtained the title of Professor of Fine
Arts and in 2005 he obtained a Doctorate in Visual Arts from
the Universidad de Bellas Artes. From 1999 to 2006 he taught
Painting and History of Art at the Universidad de Buenos Aires
and held the position of Director of the Academia de Bellas
Artes de Buenos Aires. His artistic career has led him in the
last twenty years to carry out exhibitions in museums and art
galleries in many countries, including the United States, Italy,
France, Germany, Spain, Hungary, China, Singapore, Malaysia,
Thailand, Argentina, Brazil, Mexico and Uruguay. He has parti-
cipated in many international fairs and between 2009 and 2015
he institutionally represented the Governments of Italy, Argenti-
na and Uruguay with a series of important solo exhibitions held
in various museums. Since 2013, he has regularly exhibited in
the United States and in Southeast Asia. In 2014 he participa-
ted in important exhibitions in Singapore, Bangkok and Kuala
Lumpur, and in 2015 he was protagonist of an important solo
show in New York City at the General Consulate of the Repu-
blic of Argentina. In 2019 he took part in the 58th edition of La
Biennale di Venezia, with the exhibition Heat. And, in the same
year, after the exhibition Mindscapes, held at the Consulate
General of Argentina in New York, the catalogue of the series
Clouds was acquired by MET - Metropolitan museum di New
York. In recent years, many monographic volumes have been
published dedicated to his work, including: Memoria dell’im-
permanenza (Cuneo – New York, 2019), Il Tempo della Distanza
(Genoa, 2010), The invisible bridges (Singapore, 2014), Traces
of memory (New York, 2015), The day as the night (Turin, 2015),
Distance (Milan, 2016), Aurum (Milan, 2017), Mari migrants (Ra-
pallo, 2012). The artistic research of Ernesto Morales is cha-
racterized by a strong commitment aimed at investigating is-
sues related to impermanence, memory and distance through
the pictorial elaboration of both elements drawn from nature
captured in their symbolic dimension, and dreamlike urban lan-
dscapes enveloped by silence of metaphysical atmospheres.
He lives and works in Turin.

                                                                      61
MOSTRE PERSONALI RECENTI / SELECTED SOLO EXHIBITIONS                                       Caprie, Complesso Monumentale della Commenda di Pre’, Genova (IT)
                                                                                                Tiempos migrantes, Per il Bicentenario della Repubblica Argentina,
     2021   Beyond Light, a cura di A. Redaelli, Galleria PUNTO SULL’ARTE, 		                   testo critico di Lorenzo Canova, Scuderie di Palazzo Santacroce
            Varese (IT)                                                                         IILA, Istituto Italo Latino Americano, Roma (IT)
     2019   Mindscapes, Consolato Generale della Repubblica Argentina di 		                     Vacas Migrantes, Galleria Interno Ventidue Arte, Contemporanea,
            New York, New York (USA)                                                            Roma (IT)
            Memoria dell’impermanenza, a cura di N. Angerame, Fondazione                 2009   Ciudad de memorias, testo critico di V. Fernandez Museo Municipal
            Peano, Cuneo (IT)                                                                   de Bellas Artes Benito Quinquela Martin, Buenos Aires (AR)
     2018   Studies of clouds, a cura di C. Canali, Area35 Art Gallery, Milano (IT)      2008   Le città dell’esilio, testo critico di L. Canova, Galleria Il Sole Arte
            Atras de la luz, Studio15, Roma (IT)                                                Contemporanea, Roma (IT)
            La forma e le nuvole, a cura di C. Canali, Ospedale Vecchio, Parma (IT)             Città ritrovate: Pisa e Buenos Aires, testo critico di L. Canova,
            Metamorphosis, Lena & Roselli Gallery, Budapest (HU)                                Palazzo Fiumi e Fossi, Pisa (IT)
            Silent seas, Galeria O+O, Valencia (ES)                                             Identidades, Galleria Palazzo Mazzatosta Arte Contemporanea,
     2017   Aurum II, Lena & Roselli Gallery / Area35 Art Gallery, Budapest (HU)                Viterbo (IT)
            Icons, Aa29, Caserta (IT)                                                           La città della distanza, testo critico di G. Nerli, Spazio Odradek, Roma (IT)
            Aurum, Area35 Art Gallery, Milano (IT)                                              L’identità ritrovata, Angelo Mai, Roma (IT)
     2016   Equinox, William Holman Art Gallery, New York (USA)                                 La città della distanza, Galleria Picagallery, Napoli (IT)
            Labyrinth, Gualberto Hernandez Contemporary Art, Greenwich (USA)                    Sguardi sostenibili: San Potito, Comune di San Potito, Caserta (IT)
            Shadows, Paul Caddell Contemporary Art, New York (USA)                       2007   Despertares, Minimalismo Italiano, Roma (IT)
            Distance, aArte Gallery, Caserta (IT)                                               Al Infinito, Istituto Cervantes, Milano (IT)
            Specchi, Areacreativa 42 Casa Toesca, Torino (IT)                                   Sogni Urbani, testo critico di Lauretta Colonnelli, Galleria Il Sole Arte
            Herencia y mestizaje, Centro Cultural Borges, Buenos Aires (AR)                     Contemporanea, Roma (IT)
     2015   Traces of memory, Consulate General of Argentina in New York,                       Le città Spazio, Guazzolini, Roma (IT)
            New York (USA)                                                                      I video, Studio Enrico Pulsoni, Roma (IT)
            Equinozio, Banca Generali / Area Creativa 42, Torino (IT)                           Il Tango e Buenos Aires, Circolo Arca, Roma (IT)
            Il giorno come la notte, Area Creativa 42, Torino (IT)                              Al Infinito, Università per Stranieri di Siena, Siena (IT)
            Astrolabio da viaggio, Galleria Andrea Ingenito Contemporary Art,            2006   Al Infinito, Le Centre Culturel Bellegarde, Tolouse (FR)
            Milano (IT)                                                                         Al Infinito, Ambasciata Argentina, Roma (IT)
     2014   Invisible Bridges, Sabiana Paoli Art Gallery / Forme Art, Singapore (SG)            Al Infinito, La Maison d’Amérique Latine, Parigi (FR)
            Path towards the East, ArteExpo 2014, Kuala Lumpur (MY)                             Paintings, Università di Bologna, Bologna (IT)
            Oblivion, Studio Gebbia e Bortolotto / Area creativa 42, Torino (IT)                Al Infinito, Regione Piemonte, Torino (IT)
     2013   Nebulose, Ut pictura poesis, a cura di C. Canali, Galleria Hernandez,               L’America, Cultura y media- Centro Cultural General San Martín,
            Milano (IT)                                                                         Buenos Aires (AR)
            Otherness, a cura di M. Sgroi, aArte Gallery, Caserta (IT)                          Paintings, Fondation Argentine de la Cité Internationale Universitaire,
            Il fantastico differente, a cura di M. Sgroi, L’Art Gallery, Parma (IT)             Parigi (FR)
     2012   En el bosque, Spazio Darc in collaborazione con Interno Ventidue                    Al Infinito, L’IHEAL (Istituto Superiore sull’America Latina), Parigi (FR)
            Arte Contemporanea e Il Sole Arte Contemporanea, Roma (IT)                          L’America, Université de Pau et des Pays de l’Adour, Bayonne (FR)
            El otro, el mismo, a cura di C. Canali, Hernandez Art Gallery, Milano (IT)          L’America, Università Maimónides, Buenos Aires (AR)
            En el sueño de Polifilo, testo critico di R. Mastroianni, Galleria           2005   Rituales de la memoria, Museo de Bellas Artes, Salta (AR)
            Raffaella De Chirico Arte Contemporanea, Torino (IT)                                Arte en Movimiento, Galleria Almafuerte, Buenos Aires (AR)
            Desde el tiempo, Espacio Uno, Buenos Aires (AR)                                     Rituales de la memoria II, Museo de Bellas Artes Irureta, Tilcara (AR)
            Mari migranti, a cura di M. Capannolo, Castello di Rapallo, Rapallo (IT)     2004   Fotopinturas, Galleria Ragonza, Buenos Aires (AR)
     2011   Vientos del exilio, Per il Bicentenario della Repubblica dell’Uruguay,              Flores y Cartografias, Centro Cultural Gral. San Martín,
            Istituto Cervantes, Roma (IT)                                                       Buenos Aires (AR)
            Il tempo della distanza, Galleria Russo-Asso di Quadri, Milano (IT)                 Itinerarios urbanos, Galleria Humberto Primo, Buenos Aires (AR)
            Project room, Galleria Raffaella De Chirico Arte Contemporanea, 		           2003   Espejos ausentes, Galleria Giesso, Buenos Aires (AR)
            Torino (IT)                                                                         Huellas sonámbulas, Galleria Pabellón IV, Buenos Aires (AR)
            Cielos italianos, Espacio Uno, Buenos Aires (AR)                                    Despertares, Espacio Bs. As. News, Buenos Aires (AR)
            Viajes, testo critico di Luciano Caprile, Marina Genova Aeroporto,                  Pinturas, Galleria Geba, Buenos Aires (AR)
            Genova (IT)                                                                  2002   Identidades, Centro Cultural André Bretón, Buenos Aires (AR)
     2010   Genova Buenos Aires | Le città dei ritorni, testi critici di M. Sgroi e L.          Señales invisibles, Casa della Provincia di Salta, Buenos Aires (AR)

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2001 /   Intersecciones, Galleria Espacio de Arte, Buenos Aires (AR)
1998     Orillas, Galleria Humberto Primo, Buenos Aires (AR)
         Miradas urbanas, Galleria Espacio de Arte, Buenos Aires (AR)
         Signos de ciudad, Galleria Sur, Buenos Aires (AR)
         Murales in spazi pubblici urbani (AR)

MOSTRE COLLETTIVE RECENTI / SELECTED GROUP EXHIBITIONS

2020     #StayHome, Galleria PUNTO SULL’ARTE, online
2019     Heat, Venice Biennale 58th. International Art Exhibition, Abbazia
         della Misericordia, Venezia (IT)
         AMB 2019 International Art Fair, Budapest (HU)
2018     Paintings, The Queen’s Gallery, Bangkok (TH)
         AMB International Art Fair, Budapest (HU)
         Il senso del luogo, Palazzina di Caccia di Stupinigi, Torino (IT)
         ArtSiteFest, Il Senso del luogo, Castello di Govone, Cuneo (IT)
Napoli Arte Fiera, Galleria Andrea Ingenito Arte Contemporanea, 		                Big Small 2, Galleria Il Sole Arte Contemporanea, Roma (IT)
            Napoli (IT)                                                                       Orizzonti e frontiere, Festival Internazionale di Cinema DERHUMALC,
            Residenza Artistica Cosenza 2015, a cura di A. Dambruoso,                         Buenos Aires (AR)
            Cosenza (IT)                                                              2007    Contemporaneo Argentino, Hotel de Russie, Roma (IT)
            Arte Genova, Galleria Andrea Ingenito Arte Contemporanea,                         Big Small, Galleria Il Sole Arte Contemporanea, Roma (IT)
            Genova (IT)                                                                       Orizzonti e frontiere, Festival di cinema Crocevia degli sguardi,
            PaviArt / Art Fair, Andrea Ingenito Arte Contemporanea, Pavia (IT)                Torino (IT)
     2014   The pursuit of excellence, Central Embassy, Bangkok (TH)                          Al Infinito, Festival Internazionale di Cinema sull’America Latina,
            Beyond the value of diversity, Aota Art, New York (USA)                           Toulouse (FR)
            Dark side of beauty, a cura di F. Canfora, Paratissima 10, Torino (IT)    2006    Pintura Urbana, Galleria Encuentro, Buenos Aires (AR)
            La forma Attraverso, a cura di M. Capannolo, Palazzo dell’Ex                      Su tela, Galleria Il Sole Arte Contemporanea, Roma (IT)
            Casinò, Stresa (IT)                                                               El Jardín de las delicias, Galleria Murvi, Buenos Aires (AR)
            Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, a cura di L. Canova,               Poeticas de ciudad, Galleria Humberto Primo, Buenos Aires (AR)
            Aratro Museo d’arte contemporanea, Molise (IT)                            2005    Giuria del Premio di Pittura, Museo Quinquela Martín, Buenos Aires (AR)
     2013   Link Art Fair Hong Kong, aArte Gallery, Hong Kong (CN)                            Abran los paraguas, Galleria Giesso, Buenos Aires (AR)
            Amor sacro, a cura di L. Barreca, Ex Scuderie del Castello dei 		                 Voces visibles, Galleria Espacio de Arte, Buenos Aires (AR)
            Ventimiglia di Castelbuono, Palermo (IT)                                  2004    Tango, Centro Cultural de la Cooperacion, Buenos Aires (AR)
            A private sight, a cura di M. Sgroi, Museo d’Arte Contemporanea,                  Giuria del Premio di Pittura, Museo Quinquela Martín, Buenos Aires (AR)
            Caserta (IT)                                                                      Expotrastiendas IV, Fiera di arte contemporanea, Buenos Aires (AR)
     2012   A whisper in the sound of silence, a cura di M. Sgroi, Palazzo                    Fiera d’arte contemporanea, Museo de Arte Moderno de Mendoza,
            Zenobio, Venezia (IT)                                                             Mendoza (AR)
            Contemporary Art Abroad, a cura di M. Scaringela, Museo di                        ArteBA 2004, Fiera di arte contemporanea, Galleria Transarte,
            Scienze Naturali, Torino (IT)                                                     Buenos Aires (AR)
            ArtVerona, Galleria Raffaella De Chirico Arte Contemporanea,              2003    Premio di Pittura, Salón Municipal Manuel Belgrano, Buenos Aires (AR)
            Verona (IT)                                                                       Panerótica y Estrategias, Galleria Giesso, Buenos Aires (AR)
            A whisper in the sound of silence, a cura di M. Sgroi, Museo d’Arte               1° Premio di Pittura, Universidad del Museo Social, Buenos Aires (AR)
            Contemporanea, Caserta (IT)                                                       Expotrastiendas III, Fiera d’arte contemporanea, Galleria Giesso,
            Affordable Art Fair, Galleria Raffaella De Chirico Arte                           Buenos Aires (AR)
            Contemporanea, Milano (IT)                                                2002    Pinturas, Casa Cultural della Provincia di Salta, Buenos Aires (AR)
     2011   L’intreccio dei viaggi, LVI Mostra Nazionale Premio città di Termoli, a           Retratos perifericos, Galleria Espacio de Arte, Buenos Aires (AR)
            cura di L. Canova, Termoli (IT)                                                   Crisis, Galleria Humberto Primo, Buenos Aires (AR)
            ArteFiera Bologna, Galleria Russo-Asso di Quadri, Bologna (IT)            2001    Visiones encontradas, Galleria Solido, Rosario (AR)
            Bergamo Arte Fiera, Galleria Russo-Asso di Quadri, Bergamo (IT)                   Vidas perdidas, Galleria Espacio de Arte, Buenos Aires (AR)
     2010   Fiera d’Arte Contemporanea di Colonia, Galleria Changing Role, 		                 Sur / versión, Centro Cultural de la Cooperacion CCC, Buenos Aires (AR)
            Colonia (DE)                                                              2000/   Dialogos, Universidad Buenos Aires, Buenos Aires (AR)
            Collezione, a cura di L. Canova, Aratro Museo Laboratorio Università      1998    Pintura joven, Galleria Bs As News, Buenos Aires (AR)
            del Molise (IT)                                                                   Sin fronteras, Centro Cultural de la Cooperacion, Buenos Aires (AR)
            Concerto per Musica di Camera, Galleria Interno Ventidue Arte 		                  Desencuentros, Universidad del Museo Social Argentino, Buenos Aires (AR)
            Contemporanea, Roma (IT)                                                          Signos y materias, Centro Cultural Andre Breton, Buenos Aires (AR)
            Carte e identità, Galleria Art Sinergy, Roma, San Benedetto del 		                Arquitecturas de ciudad, Galleria Humberto Primo, Buenos Aires (AR)
            Tronto, Guastalla (IT)
            Ramificazioni, Galleria Memoli Arte Contemporanea, Milano (IT)
            Linea Minima, Galleria Il Sole Arte Contemporanea, Roma (IT)
     2009   Nuovi cantieri in corso, a cura di L. Canova, Aratro Museo
            Laboratorio Università del Molise, Molise (IT)
            Dimora collettiva, Galleria Il Sole Arte Contemporanea, Roma (IT)
            Across, Galleria Ingresso Pericoloso, Roma (IT)
            Incontri ravvicinati, Galleria Il Sole Arte Contemporanea, Roma (IT)
     2008   Urban, DozGallery, Milano (IT)
            In pensiero, Galleria Sala Uno, Roma (IT)
            Quattro, Galleria Camaver Kunsthauns, Sondrio (IT)

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