IL PICCIONE DI CITTÀ. STRATEGIE PER LA - Documenti per la conservazione della natura - Lipu
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Documenti per la IL PICCIONE DI CITTÀ. c o n s e rv a z i o n e della natura STRATEGIE PER LA G E S T I O N E
Il Piccione di città. Strategie per la gestione è stato redatto da Marco Dinetti, Responsabile Ecologia urbana della Lipu. Versione rivista e aggiornata del documento redatto dalla Lipu nel 1998. Hanno collaborato: Veronica Burresi, Centro recupero fauna selvatica Lipu “La Fagiana” (Mi) Daniela Burrini, Lipu Firenze Luca Calcagno, Lipu Asti Claudio Celada, Direttore Dipartimento Conservazione della natura Lipu Renato Ceccherelli, Cruma - Centro recupero uccelli marini e acquatici Lipu di Livorno Roberto Cocchi, Ispra Ivano De Marco, Lipu Cuneo Carlotta Fassina, Coordinamento regionale Lipu Veneto Riccardo Ferrari, Lipu Torino Giorgia Gaibani, Responsabile Iba e Rete Natura 2000 Lipu Giovanni Giardina, Centro recupero fauna selvatica Lipu di Ficuzza (Pa) Marco Gustin, Responsabile Specie e ricerca Lipu Prof. Daniel Haag-Wackernagel, Università di Basilea (Svizzera) Federica Luoni, Dipartimento Conservazione della natura Lipu Francesca Manzia, Centro recupero fauna selvatica Lipu di Roma Gianpaolo Pamio, Lipu Venezia Aldo Verner, Lipu Genova Supervisione di Danilo Selvaggi, Direttore generale Lipu Citazione consigliata: Dinetti M. (red.), 2016. Il Piccione di città Columba livia forma domestica. Strategie per la ge- stione. Lipu, Parma. Hanno collaborato alla prima versione del documento: Lipu Genova, Oscar Del Vecchio, Maurizio Fraissinet, Umberto Gallo-Orsi, Alessio Rivola. Foto di copertina di Franco Borsi © Lipu 2016
INDICE 1. INTRODUZIONE. UN CONCITTADINO “SPECIALE” 4 2. ASPETTI BIOLOGICI 5 2.1. Origine e nomenclatura 5 2.2. Esigenze ecologiche 6 2.2.1. Dimensioni e tendenze delle popolazioni 7 3. INQUADRAMENTO NORMATIVO 8 4. PROBLEMATICHE DI CONVIVENZA 9 4.1. Aspetti sanitari 9 5. TECNICHE DI GESTIONE E LINEE DI INTERVENTO 11 5.1. Metodi consigliati 13 5.1.1. Riduzione della capacità portante dell’ambiente: 13 limitazione delle risorse (cibo e siti di nidificazione) 5.1.1.1. Interventi sulle strutture 13 5.1.1.1.1. Progettazione architettonica consapevole 13 5.1.1.1.2. Dissuasori di appoggio 13 5.1.1.1.2.1. Possibili problemi dovuti all’uso di alcuni dissuasori 14 5.1.1.1.3. Reti antintrusione e chiusura selettiva delle cavità riproduttive 14 5.1.1.2. Gestione dell’alimentazione 15 5.1.2. Colombaie gestite 16 5.1.3. Censimenti e monitoraggi 16 5.1.4. Rapporti con i cittadini 17 5.1.4.1. Sondaggi di opinione per la cittadinanza 17 5.1.4.2. Informazione e sensibilizzazione dei cittadini 18 5.1.5. Igiene pubblica 19 5.2. Metodi impiegabili in determinate circostanze e/o con precauzioni 20 5.2.1. Deterrenti 20 5.2.2. Incremento predatori naturali 20 5.2.3. Gestione delle uova 21 5.2.4. Sterilizzazione chirurgica 21 5.3. Metodi non consigliati 22 5.3.1. Catture e abbattimenti 22 5.3.2. Cattura e trasferimento 22 5.3.3. Sterilizzazione chimica 23 5.3.4. Falconeria 24 6. MATRICE DI SINTESI DEI METODI DI GESTIONE 25 7. CENTRI RECUPERO FAUNA SELVATICA E IMMISSIONI 26 8. CONCLUSIONI: GESTIRE L’AVIFAUNA URBANA PER CONTRIBUIRE 27 AD UNA CITTÁ SOSTENIBILE APPENDICE I. DATI DI CENSIMENTI 28 APPENDICE II. ORDINANZE COMUNALI E PROVVEDIMENTI AMMINISTRATIVI 30 APPENDICE III. REPORT DISSUASORI APPOGGIO PUNTALI METALLICI 32 Commenti e proposte 33 BIBLIOGRAFIA 34
1 INTRODUZIONE anche la fornitura di informazioni idonee ed effi- caci ai cittadini che necessitano di supporto. Questa linea di condotta tende a migliorare la convivenza con gli animali, prevenendo com- portamenti da parte dei cittadini dettati da esa- Un concittadino sperazione e intolleranza (ad esempio lo “speciale” spargimento di veleni o altri atti cruenti) e in ge- nerale mitigando i problemi. Negli ultimi anni si è resa disponibile una gran mole di informazioni ed esperienze gestionali, Negli ultimi decenni, la presenza dei piccioni realizzate in tutto il mondo, e anche il quadro nor- (colombi) nelle città fa discutere cittadini e am- mativo è cambiato. I punti di forza e di debolezza ministratori pubblici circa le interazioni tra que- delle diverse tecniche, così come le caratteristi- sta specie e l’ambiente urbano. Le persone che etologiche dei piccioni, sono ormai note, sono divise tra chi vede favorevolmente la pre- anche se troppo spesso non vi è una adeguata senza dei piccioni (anche talvolta aiutandoli at- conoscenza e divulgazione, in riferimento sia agli tivamente) e quanti lamentano problemi di amministratori pubblici quanto ai tecnici e alla convivenza tra cui potenziali rischi di natura sa- stessa cittadinanza. Occorre partire dalle basi co- nitaria e danni ai manufatti (di particolare rile- noscitive, evitando di ripetere all’infinito i soliti er- vanza se trattasi di monumenti e opere storico rori, e al tempo stesso continuare la ricerca di artistiche). Per questa ragione, il piccione è co- soluzioni nuove ed efficaci, per migliorare il rap- munemente definito una “specie problematica”, porto di convivenza tra persone e animali. ovvero una di quelle specie che interferiscono Occorre anche essere consapevoli della com- in modo critico con attività e interessi umani. plessità della questione legata alla gestione del Numerose sono le richieste di collaborazione in- Piccione di città, che vede un intrecciarsi di dirizzate dagli enti locali alla Lipu, e ancor più le aspetti tecnici, ecologici, normativi, culturali ed richieste dei cittadini finalizzate a ottenere infor- etici, ed una pluralità di stakeholders con perce- mazioni gestionali o relative al soccorso degli in- zioni e sensibilità spesso contrapposte. dividui in difficoltà. Anche per queste ragioni, la Lipu ha ritenuto Già a fine anni Novanta del secolo scorso, la opportuno redigere e diffondere il presente do- Lipu definì una propria posizione sull’argo- cumento, integrando il documento sulla ge- mento, anche finalizzata alla stesura di linee- stione del Piccione di città del 1998, quale guida ad uso degli operatori e dei volontari contributo alla migliore gestione delle popola- dell’Associazione. Le razze domestiche del Pic- zioni di questo nostro speciale “concittadino”. cione selvatico, benché non costituiscano una specie rara, occupano in effetti un posto rile- vante nella cultura umana e negli ecosistemi ur- bani. Le persone e in particolare i bambini, che sempre più numerosi vivono nelle aree urbane, trovano uno dei pochi contatti con il mondo della natura e degli animali proprio attraverso i piccioni, come ben sottolinea l’articolo di Dunn et al. (2006) sul “paradosso del piccione” (Pi- geon paradox). Diventa quindi importante lo svi- luppo di una corretta percezione e di un giusto rapporto con la biodiversità urbana, e per que- sto occorre mettere a punto strategie di ge- stione delle specie problematiche (quali ad esempio proprio il piccione), che includano 4
2 ASPETTI stica, che mette a disposizione cibo e un am- biente vicariante rispetto alle pareti rocciose che sono l’habitat originario del Piccione selvatico (Giunchi et al., 2012). Di sicuro, i ricercatori sono concordi nel ritenere BIOLOGICI che le popolazioni urbane dei piccioni siano state originate da individui di provenienza do- mestica, riconvertiti ad una libertà randagia (Johnston e Janiga, 1995; Baldaccini e Giunchi, 2006). L’apporto dei piccioni selvatici (inclusi i 2.1. Origine e nomenclatura torraioli) alla formazione delle attuali popolazioni Il Piccione di città è un’entità faunistica originata urbane è da ritenere minoritario, sebbene sia a seguito di un lungo processo di domestica- presumibile un certo scambio genetico, feno- zione, iniziato tra 5 e 10 mila anni fa, nella Fertile meno che attualmente costituisce un problema Mezzaluna, dove gli esseri umani diventarono di inquinamento genetico per le relitte popola- agricoltori sedentari, cominciando ad allevare zioni di Piccione selvatico che sopravvivono so- giovani del Piccione selvatico Columba livia prattutto in Sardegna e in alcune zone (Johnston e Janiga, 1995; Dinetti e Gallo-Orsi, appenniniche. 1998; Giunchi et al., 2012). Nel corso dei mil- Riguardo agli aspetti morfologici del Piccione di lenni, l’uomo ha allevato i piccioni, operando città, esistono tanti tipi di piumaggio, con forme una selezione artificiale per alcuni caratteri pre- che spesso differiscono nettamente dal Pic- feriti, quali le dimensioni, la prolificità, le carat- cione selvatico. La specie originaria oggi è con- teristiche delle carni, la capacità di siderata DD (data deficient) essendo orientamento, la bellezza del piumaggio, por- gravemente minacciata dall’inquinamento gene- tando all’origine di numerose razze. Tra esse, di tico dovuto all’ampia distribuzione della forma rilievo per la cultura e l’economia delle società domestica o della forma ibrida (Brichetti e Fra- umane, vi è il Piccione viaggiatore, utilizzato casso, 2006; Peronace et al., 2012). come efficace e fondamentale mezzo di comu- Un’ulteriore difficoltà che riguarda le attività con- nicazione fino ai due eventi bellici mondiali del nesse allo studio e gestione dei piccioni è la ter- secolo scorso (Marchisio e Morei, 2009). minologia con cui vengono definiti individui e Le attuali popolazioni di Piccione di città hanno popolazioni. In altre parole, colombo o piccione? avuto origine da soggetti sfuggiti al controllo Nelle pubblicazioni recenti sono state impiegate (fuggiti o abbandonati da colombaie, ex colombi 25 combinazioni diverse tra nomi in italiano e viaggiatori, piccioni rilasciati nel corso di mani- nome scientifico, tra cui “Piccione urbano”, “Pic- festazioni, piccioni scampati ai tiri a volo un cione torraiolo”, “Colombo urbano”, eccetera. tempo esistenti, ecc.) e quindi appartenenti a La nomenclatura ritenuta più valida dai ricerca- forme domestiche di Piccione selvatico (Ballarini tori negli ultimi decenni è stata Colombo di città et al., 1989; Johnston e Janiga, 1995). Columba livia forma domestica (Baldaccini, Da un punto di vista zoologico, il Piccione di 1985), mentre recentemente, dopo attenta ana- città rappresenta un’entità particolare, che non lisi della letteratura ornitologica e dei moderni sarebbe da assimilare né alla forma selvatica, né criteri tassonomici, si è giunti alla conclusione a quella domestica. Si tratta infatti di un animale che la definizione più corretta è Piccione di città domestico inselvatichito, che attualmente si Columba livia forma domestica (Battisti e Zap- comporta come un selvatico, avendo però le ori- paroli, 2011). gini più prossime nella sfera domestica. Una Il documento presente, conformemente, utilizza volta tornati liberi, in una condizione di “ran- quest’ultima denominazione. dagi”, la sinantropia dei piccioni è stata favorita dalla disponibilità alimentare garantita dallo svi- Di seguito, dettagliamo le definizioni delle di- luppo dell’agricoltura e dall’espansione urbani- verse categorie di piccioni. 5
Piccione selvatico: specie selvatica rinvenibile Negli ultimi 30 anni sono state realizzate nume- in natura, capostipite di tutte le razze addome- rose ricerche sulla biologia, l’etologia e il rapporto sticate ed allevate. L’areale originario interes- tra piccioni ed ambiente urbano, sia in Italia che sava i Paesi europei ed africani circostanti il all’estero. Di seguito vengono riportati i risultati Mediterraneo e l’Asia Minore. Attualmente il Pic- degli studi ritenuti maggiormente significativi. cione è cosmopolita, essendo stato introdotto A Roma è stata condotta una indagine in tre in America, Australia e Sud Africa. piazze (Navona, S. Pietro, S. Maria Maggiore), marcando individualmente i piccioni con micro- Piccione torraiolo: si tratta di un Piccione sel- chip. In particolare, a Piazza Navona è stata in- vatico che si è inurbato spontaneamente, situa- stallata una mangiatoia elettronica, in grado di zione ancora presente fino all’inizio del 1900, ma registrare le visite dei piccioni. La frequenza delle oggi praticamente scomparsa. visite alla mangiatoia è stata suddivisa in visitatori regolari, irregolari e sporadici. I movimenti dei pic- Piccione domestico: allevato dall’uomo fin cioni tra le diverse piazze sono limitati, ed i censi- dall’antichità (8000-3000 a.C.) a partire dai pic- menti hanno stimato da 195 a 335 piccioni/piazza. cioni selvatici. Ne sono state selezionate molte Le piazze che offrono una maggiore disponibilità razze, per scopi alimentari, ornamentali e di co- di cibo sono frequentate da un numero maggiore municazione. Viene mantenuto in condizioni di di piccioni non residenti (Mercurio et al., 2001). cattività o semi-cattività, con riproduzione e ali- Un altro studio, effettuato a Villa Borghese dal mentazione controllate dall’uomo, che ne è 2003 al 2008, ha mostrato un andamento so- anche proprietario. stanzialmente stabile della popolazione, ed il nu- mero medio mensile dei visitatori del parco è Piccione viaggiatore: razza di Piccione dome- correlato positivamente al numero medio dei stico, selezionata per compiere viaggi lunghi e per piccioni osservati mensilmente, supportando la sua abilità a tornare alla colombaia (homing). l’ipotesi che la disponibilità di cibo antropico (di- retta o indiretta) influisce sulla frequentazione Piccione di città: costituisce le composite po- del parco da parte dei piccioni (Fraticelli, 2010). polazioni che troviamo oggi allo stato libero nelle Del resto, era già noto che in uno stesso gruppo aree urbane e nelle campagne circostanti. Gli in- di piccioni vi sono individui che si comportano dividui sono caratterizzati da una elevata varia- in maniera differente, con alcuni punti di alimen- bilità morfologica, che include anche la tazione visitati regolarmente ed in comune agli colorazione del piumaggio, e da processi di for- altri piccioni e altri siti utilizzati in maniera più oc- mazione e irradiamento delle popolazioni casionale; quindi, piuttosto che mantenere una spesso indipendenti. coesione di gruppo, i piccioni si ritrovano perché usano la stessa area limitata (Lefebvre e Giral- 2.2. Esigenze ecologiche deau, 1984; Sol e Senar, 1995). Il Piccione di città depone due uova per covata, Le indagini più recenti e sofisticate, condotte con sebbene la stagione riproduttiva si estenda per gps da Rose et al. (2006a), rivelano che il range tutto l’anno, con un picco in primavera-estate, delle sotto-popolazioni varia tra 33 e 306 ettari, da marzo a luglio (Giunchi et al., 2007a). Il con- mentre quello dei singoli individui tra 3 e 150 ettari. tributo delle deposizioni invernali al numero di I piccioni di una colombaia hanno uno o due siti nidiacei involati può essere consistente, arri- principali di alimentazione e fino a 33 altri siti che vando al 41% (ad esempio Rassati, 2000). La vengono usati occasionalmente per la ricerca del durata della vita è abbastanza breve, e rara- cibo e il riposo, con marcate variazioni individuali. mente supera tre anni (cfr. Giunchi et al., 2012). La distanza massima raggiunta è di 5,29 chilometri Per maggiori informazioni sulla biologia e l’ecologia e più del 32% dei piccioni resta entro 300 metri del Piccione di città, si rimanda ai testi di approfon- dalla colombaia, mentre solo il 7,5% vola su di- dimento (Ballarini et al., 1989; Johnston e Janiga, stanze maggiori di 2 chilometri (Rose et al., 2006b). 1995; Dinetti e Gallo-Orsi, 1998; Dinetti, 2010). Nelle città italiane, i voli di foraggiamento con i 6
quali i piccioni si recano nelle campagne per re- cioni dovrebbe essere compresa tra 170 e 340 perire parte del cibo sono regolari, sebbene esi- milioni di individui (Haag-Wackernagel, 2012). stano differenze locali e stagionali in base alle In Italia il Piccione di città abita e nidifica prati- caratteristiche ambientali, sia delle città che dei camente in tutte le aree urbane, a partire da vil- dintorni. Ad esempio, a Venezia gran parte delle laggi e paesi di piccole dimensioni, fino ad risorse alimentari vengono reperite in città, con- arrivare alle grandi città e alle aree metropoli- siderando la posizione geografica e l’elevato nu- tane. Di norma, le densità maggiori si ritrovano mero di turisti, mentre a Parma e Lucca vi è una nei centri storici, soprattutto se di tipo monu- maggiore presenza di coltivazioni agricole nelle mentale, ma anche presso contesti dove vi sia periferie, e quindi le uscite sono più frequenti una notevole disponibilità alimentare, quali silos, (Soldatini et al., 2006). aree portuali, mangimifici. I piccioni si distribuiscono tra i diversi siti in base I nuclei di piccioni che frequentano le città supe- alla quantità di cibo di origine antropica che vi è rano spesso i confini cittadini, estendendo le loro disponibile (Cignini et al., 1995; Sorace et al., interazioni nelle aree contigue (zone agricole, 1998; Morand-Ferron et al., 2009) e sono in aree industriali, insediamenti produttivi, ecc.). grado di riconoscere le persone anche da carat- Benché la convivenza tra uomo e piccione si teristiche individuali (diverse dall’abbigliamento), perda nell’antichità, è solo dall’ultimo dopoguerra reagendo in base al loro atteggiamento, che può che si sono verificati rapidi incrementi demogra- essere neutrale, ostile oppure benevolo con of- fici in molte città del mondo (Johnston e Janiga, ferta di cibo (Belguermi et al., 2011). 1995), a causa dell’aumentato consumismo, con Il numero di piccioni per ettaro mostra forti cor- dispersione di cibo e rifiuti nell’ambiente, del- relazioni positive con la densità della popolazione l’espansione urbanistica e della crescente cultura umana, con il numero di edifici a uso abitativo e zoofila. Si tratta pertanto di una demografia ano- con la produzione annua di rifiuti organici (Buijs mala, a fronte di un’altrettanta squilibrata realtà e van Vijnen, 2001). La dimensione dei centri sto- ambientale, sovrabbondante di risorse. rici, le tipologie costruttive degli edifici (presenza Generalmente parlando, si può ipotizzare che di fori pontai, tetti con coppi, solai) condizionano gran parte delle popolazioni urbane e periur- la presenza dei piccioni, e inoltre vi è una corri- bane abbia ormai raggiunto la capacità portante spondenza tra numero di abitanti e numero di dell’ambiente, e di conseguenza il livello si sia piccioni (Barbieri e De Andreis, 1991) così come assestato, dopo una fase di crescita avvenuta tra numero di piccioni e abbondanza di edifici co- tra il 1940 ed il 1970 (Baldaccini e Giunchi, 2006; struiti prima del 1936 (Sacchi et al., 2002). Giunchi et al., 2012). Dati del genere sono molto utili anche a fini ge- Le popolazioni dei piccioni hanno parametri de- stionali, ad esempio per programmare interventi mografici densità-dipendenti: successo ripro- che riguardano il controllo dell’alimentazione, duttivo, intervallo tra covate, mortalità degli oppure per determinare i limiti dei programmi di adulti, immigrazione, si mantengono alti quando sterilizzazione. la densità dei piccioni è bassa, mentre il contra- rio avviene quando la densità è alta. Ciò porta 2.2.1. Dimensioni e tendenze delle popolazioni le popolazioni ad avere un elevato potenziale di I piccioni convivono con gli insediamenti del- compensazione (cfr. Giunchi et al., 2012). l’uomo “da sempre”, vale a dire dall’avvento del- Secondo le indicazioni di Ballarini et al. (1989) l’agricoltura, e costituiscono uno degli elementi una densità può essere considerata sovrabbon- del paesaggio urbano. Oggi è la specie ornitica dante e causa di stress ambientale quando rag- maggiormente inurbata e mostra un adatta- giunge o supera 300-400 individui/km2. Occorre mento completo all’ambiente urbano, sfruttando però considerare che, nella realtà, tale situa- ogni risorsa (Kelcey e Rheinwald, 2005). Ab- zione viene spesso abbondantemente superata. biamo circa un piccione ogni 10-30 abitanti di I dati sulla consistenza delle popolazioni in 33 aree urbane (Haag-Wackernagel, 2012; Dinetti città italiane di medie e grandi dimensioni sono et al., 2013) e la popolazione mondiale dei pic- riportati in Appendice I. 7
3 INQUADRAMENTO delle competenze è perdurante, o comunque non del tutto colmato. Appare quindi opportuno che, in una futura revisione della legge nazionale 157/92, venga chiarito definitivamente lo status giuridico del Piccione di città, nonché gli enti che NORMATIVO ne sono preposti alla gestione. Alcune puntualizzazioni possono già esistere nella normativa regionale, come ad esempio la legge regionale Emilia-Romagna 17 febbraio 2005, n. 5 “Norme a tutela del benessere ani- L’inquadramento normativo del Piccione di città, male” che all’articolo 11 modificato dall’articolo e in particolare la questione se esso sia o meno 6 L.R. 29 marzo 2013, n. 3, prevede che le da considerare una specie selvatica, è una que- Aziende Usl, anche in collaborazione con asso- stione controversa, come documentano le con- ciazioni animaliste e zoofile, implementino pro- clusioni diametralmente opposte a cui, negli grammi di studio, predisposti dalle province e anni, sono giunte pubblicazioni scientifiche, pa- attivati dai comuni. reri ufficiali e sentenze dei tribunali (cfr. Pezza et Riepilogando: allo stato attuale la competenza al., 1995). sulla gestione dei piccioni investirebbe in primis Nel tempo, tuttavia, la disciplina di merito ap- le province, che si dovranno coordinare con i pare sempre più univoca in difesa dei piccioni, comuni, cui rimane la competenza in materia anche a seguito dell’entrata in vigore della legge igienico-sanitaria. Resta il fatto che, con il nuovo 189 del 2004 a tutela degli animali, che inserisce decreto di eliminazione delle province, sarà da nel secondo libro del codice penale il capo IX individuare ulteriormente l’ente che ha compe- bis “Dei delitti contro il sentimento per gli ani- tenza su questa materia. mali” (Campanaro, 2009). Anche i pareri di Ispra, diversamente da quelli del passato, si sono adeguati al mutato quadro normativo di riferimento, prescindendo da valu- tazioni inerenti l’origine e la corretta classifica- zione dell’entità faunistica in oggetto. In particolare, viene fatto riferimento alla sen- tenza n. 2598 della Corte di Cassazione, Se- zione III Penale, del 26 gennaio 2004, la quale, atteso che, secondo l’articolo 2 della legge 157/92, fanno parte della fauna selvatica og- getto di tutela le specie di mammiferi e uccelli con popolazioni in stato di libertà naturale nel territorio nazionale, stabilisce che anche il Pic- cione di città va assimilato agli animali selvatici. Le possibilità di controllo ordinario per le popo- lazioni di animali selvatici che arrecano danni, anche nell’ambito urbano, si inseriscono all’ar- ticolo 19 della legge 157/92, con compiti attri- buiti alle regioni e per delega alle province. A tal proposito, viene fatto notare dagli esperti in materia legale che una sentenza della Cassa- zione non costituisce legge, ma solo giurispru- denza. Pertanto, il vuoto sull’inquadramento normativo del Piccione di città e sull’attribuzione 8
4 PROBLEMATICHE gestione e dissuasione. Definire quale sia il livello di densità dei piccioni oltre il quale occorre intervenire non è semplice, tanto più che in tale valutazione rientrano sia la percezione della questione piccioni che i singoli DI CONVIVENZA interessi dei diversi stakeholders. L’opinione pubblica è spesso divisa tra “de- trattori” e “sostenitori” dei piccioni, mentre è da rilevare con preoccupazione che i media talvolta speculano su queste vicende, pubbli- Il Piccione di città è considerato la principale cando articoli con titoli eccessivi e irrazional- specie ornitica “problematica” (Baldaccini, mente allarmistici, quali, ad esempio “Il fucile 1999). Nel dettaglio, le interazioni con gli inte- contro l’invasione dei piccioni”; “Portatori di ressi umani e con l’ambiente sono i seguenti: salmonella”; “Guerra totale ai piccioni”; “I sin- - implicazioni per l’igiene urbana: si tratta del daci: troppi colombi, abbatteteli”; “Brutti, spor- problema principale connesso alla presenza chi e nocivi”. dei piccioni nelle città, tanto da farli definire da qualcuno “ratti con le ali” (Jerolmack, 2008); 4.1. Aspetti sanitari - corrosione del patrimonio artistico e monu- Nell’opinione pubblica si è diffusa la convinzione mentale, a causa delle deiezioni (Nomisma, che i piccioni portino malattie. In realtà, la que- 2003); stione deve essere ricondotta ad un contesto di - potenziali rischi sanitari, per esseri umani e razionalità, considerando che qualsiasi animale animali domestici (Sbragia et al., 2001); può essere portatore di patologie, sebbene nel - interferenze con il traffico aeroportuale (bir- concreto la possibilità di trasmissione dipenda dstrike); da un insieme piuttosto complesso di fattori, in - danni alle produzioni agricole, causati dai mo- cui si sommano circostanze ambientali più o vimenti dei piccioni nelle campagne circo- meno favorevoli alla diffusione, caratteri propri stanti le città; dell’agente infettante e fattori predisponenti - inquinamento genetico delle popolazioni relitte dell’ospite. di Piccione selvatico (Fraticelli, 2001). Spesso la richiesta di limitare il numero di pic- cioni si fonda sulla base dei presunti problemi Una valutazione dei costi di pulizia ordinaria e sanitari, in particolare la salmonellosi. In merito, straordinaria, il restauro dei monumenti, i censi- è da rilevare che i testi scientifici non ascrivono menti, le campagne di sensibilizzazione e l’in- ai piccioni un ruolo di possibile trasmettitore di stallazione di dissuasori, tutto ciò ha portato a salmonellosi, mentre spesso il semplice rilievo una stima della spesa media di 132.000- di salmonellosi, anche se determinato sulla base 189.000 euro per anno, per ciascuna città (No- della sola diagnosi sierologica che di per sé non misma, 2003). implica necessariamente la malattia, viene usato Occorre peraltro rilevare che gli inconvenienti re- come pretesto per giustificare l’uccisione di pic- lativi agli aspetti igienici e alla tutela del patrimo- cioni. La presenza della patologia nelle colonie nio monumentale possono essere - almeno in non giustifica allarmismo, poiché il contagio con parte - considerati pretestuosi, ovvero ridimen- l’uomo avviene ingerendo cibo contaminato, ri- sionati, se si pensa che gli autoveicoli che tran- schio facilmente evitabile tramite l’adozione sitano nei centri urbani causano danni alla salute delle normali precauzioni igieniche, quali il la- ed ai monumenti di gran lunga superiori. vaggio delle mani e dei cibi (Moriconi, 2007). La sinantropia del piccione lo porta a frequen- Le più ampie disamine sulle interazioni sanitarie tare alcuni edifici urbani (case di riposo, scuole, tra piccioni ed esseri umani sono state pubbli- ospedali) per i quali occorre una particolare at- cate da Haag-Wackernagel e Moch (2004) e da tenzione, mettendo in atto interventi puntuali di Haag-Wackernagel (2006, 2012) che hanno 9
consultato la letteratura medica e i report epi- Chlamydophila psittaci (Magnino et al., 2009) e demiologici dal 1941 al 2004. Anche se i piccioni alla presenza di ectoparassiti, quali l’acaro rosso ospitano 111 diversi organismi patogeni per del pollo Dermanyssus gallinae e la zecca Argas l’uomo, solo 8 di essi sono stati trasmessi, ri- reflexus (Haag-Wackernagel, 2005). guardanti 230 casi, di cui uno solo di salmonella. Ricapitolando, occorre quindi una corretta infor- Le persone con difese immunitarie compro- mazione, basata su dati aggiornati e scientifici, messe sono decisamente più esposte al rischio tenendo presente che le alte densità di piccioni di ammalarsi. possono aumentare i rischi e causare l’insorgere Il principale problema sanitario riguardante i pic- dei problemi di convivenza. cioni può essere ricondotto all’ornitosi-psittacosi 10
5 TECNICHE tecniche di gestione. La strada più corretta per approcciare e gestire le problematiche legate alla presenza dei pic- cioni va individuata in una “strategia integrata di gestione”, o Integrated Pest Management (IPM), DI GESTIONE E LINEE che deve risultare ecologica, selettiva rispetto alla specie target, a norma di legge, etica, so- DI INTERVENTO stenibile sotto il profilo economico, sicura per l’ambiente e le catene alimentari, integrando una pluralità di metodi (AA.VV., 1996; Matthews, La “gestione delle specie problematiche” (wil- 1998; Dinetti, 2006, 2010). La strategia è anche dlife damage management) è una branca della la via per uscire dal consueto clima d’emer- gestione faunistica che ha lo scopo di risolvere genza con cui di solito si affrontano i problemi, i problemi causati da alcune specie di animali, andando a delineare una vera e propria politica incrementando in questo modo il valore netto ad ampio respiro e di lungo termine. della fauna, tramite la riduzione dei valori nega- Un pilastro delle strategie per la gestione degli tivi (Conover, 2002). Nell’ambito tecnico e scien- uccelli problematici è la conoscenza della dina- tifico, questo tema viene indicato anche con il mica delle popolazioni, considerando che in na- termine di pest management, vale a dire ge- tura (città comprese) le popolazioni sono stione delle specie “problematiche” che cau- “aperte” (Feare, 2004) e vengono governate sano danni o sono ritenute infestanti. dalla seguente equazione: nati + immigrati – Per quanto riguarda in particolare gli uccelli, in morti – emigrati. Se si desidera ridurre una po- Italia vi è un documento generale di riferimento: polazione, è necessario ridurre la capacità por- “Presupposti per le strategie di gestione delle tante dell’ambiente, puntando in primo luogo al specie ornitiche problematiche” adottato al 2° contenimento delle risorse, costituite soprat- Convegno nazionale sulla fauna urbana dal ti- tutto dal cibo e dai siti riproduttivi. Ciò compor- tolo ”Specie ornitiche problematiche: biologia e terà una diminuzione di nascite e di gestione nelle città e nel territorio” tenutosi a Fi- immigrazioni, aumentando i fattori di mortalità e renze il 10 giugno 2000 (Dinetti, 2002). di emigrazione. A livello di linee-guida, vi è invece il Documento La riduzione della capacità portante, attraverso tecnico dell’Infs - Istituto nazionale fauna selva- modifiche ambientali, è l’unica strada per capi- tica (oggi Ispra - Istituto superiore per la prote- talizzare i risultati, e quindi la via più efficace per zione e la ricerca ambientale) “Colombi in città. ottenere una riduzione durevole delle popola- Aspetti biologici, sanitari e giuridici. Metodologie zioni di piccioni (Giunchi et al., 2012). di controllo” (Ballarini et al., 1989) che costitui- Deve risultare chiaro che l’obiettivo generale sce un punto di riferimento, anche se alcuni non è quello di eliminare i piccioni dalle città (ir- aspetti in esso descritti sono ormai datati. realizzabile tecnicamente, contrario ai principi Sono state inoltre prodotte alcune linee-guida etici ed ai disposti di legge, ma anche molto di- regionali, quali le “Linee guida per la gestione spendioso dal punto di vista economico), bensì del Colombo di città della Regione Piemonte” ridurne la densità ad un livello accettabile dalla (giugno 2006) e la Deliberazione G.R. Umbria gran parte della gente. “Contenimento dei piccioni in ambiente urbano e extraurbano. Linee di indirizzo non vincolanti” Una strategia di gestione si articola nelle se- (dicembre 2000). Esistono anche diversi piani di guenti fasi: gestione a livello provinciale e comunale. - studi preliminari di base: censimento con me- Per aggiornare il documento presente (la ver- todologia standardizzata; individuazione delle sione precedente è del 1998) sono state quindi “zone a rischio”; considerate le modifiche che sono subentrate, - monitoraggio sanitario; sia a livello normativo che rispetto ad alcune - valutazione degli impatti e dei problemi evi- 11
denziati dalle categorie di stakeholder (citta- Baldaccini e Giunchi, 2006), anche a causa del dini, operatori, agricoltori, enti pubblici) non- ricambio degli amministratori pubblici, che non ché della “percezione” della presenza dei attingono alle esperienze passate. Vi è inoltre piccioni e dell’avifauna urbana più in generale carenza di percorsi formativi adeguati per i tec- (sondaggi di opinione); nici e i progettisti, oltre che di una capillare in- - definizione degli obiettivi gestionali; formazione e sensibilizzazione della - pianificazione della strategia: individuazione cittadinanza. Un apposito Ufficio per la tutela e delle metodologie da impiegare, valutazione la gestione degli Animali, che ciascuna ammini- costi/benefici, eventuali problemi collaterali; strazione comunale dovrebbe prevedere nella - implementazione della strategia; propria organizzazione, costituisce il miglior or- - azioni educative, di sensibilizzazione e infor- gano di coordinamento per queste attività, mazione della cittadinanza; senza peraltro tralasciare un tavolo di confronto - programmi di formazione e aggiornamento pro- e collaborazione con le associazioni ambienta- fessionale, rivolti ai progettisti ed agli operatori; liste ed animaliste. - pulizia e disinfestazione periodica di marcia- Quando si opera in ambiente urbano, sono da piedi, monumenti e manufatti; tenere presenti gli aspetti di sicurezza e la mag- - controllo/riduzione delle situazioni facilmente giore attenzione che deriva da parte dell’opi- utilizzabili dal Piccione di città, anche nelle nione pubblica (Baldaccini e Giunchi, 2006). aree urbane di piccole dimensioni; Nell’ambito delle tecniche di gestione, vi sono - monitoraggio e valutazione dei risultati, con quelle denominate di “difesa passiva” (dissua- studi ex-post (censimenti, valutazione dell’en- sori e deterrenti) che non richiedono autorizza- tità della riduzione del danno). zioni e possono essere applicate liberamente I programmi gestionali devono essere modulati anche dai privati (Baldaccini e Giunchi, 2006), sulla base del contesto locale, andando a con- ammesso che i sistemi siano incruenti e non in- siderare le caratteristiche urbanistiche, le tipo- terferiscano negativamente con gli uccelli. Tutte logie di ambienti circostanti alla città, la le altre operazioni che intervengono diretta- percezione e le attitudini dei cittadini, i parametri mente sugli individui (ad esempio catture), sulla della popolazione dei piccioni (ad esempio, se riproduzione (ad esempio sterilizzazione) o sugli essa è più “aperta” oppure “chiusa”), l’entità dei ecosistemi (ad esempio immissione di preda- voli di foraggiamento eccetera. I piccioni sono tori), riguardano comprensori ampi e quindi re- uccelli adattabili e, nei contesti opportuni, com- stano di competenza esclusiva degli enti piono spostamenti giornalieri che portano una pubblici, essendo inoltre regolamentate dalla parte della popolazione a sfruttare l’area urbana normativa e soggette ad autorizzazioni da parte per la nidificazione ed il riposo notturno, e le di regioni e province, sentito Ispra. zone rurali limitrofe per la ricerca del cibo. I mo- A tal proposito, l’articolo 19 della legge 157/92 vimenti sono condizionati dalla disponibilità e di- prevede l’applicazione di metodi ecologici e in- stribuzione spazio-temporale delle risorse cruenti di prevenzione/dissuasione, su indica- alimentari. Una strategia di gestione efficace zione di Ispra. Solo qualora i metodi ecologici deve quindi operare a scala di comprensorio (ur- correttamente applicati non si dimostrino effi- bano e rurale) e deve risultare flessibile e modi- caci, la legge consente alle amministrazioni ficabile nel tempo, in base alle informazioni di pubbliche competenti di prevedere il ricorso a volta in volta acquisite. piani di abbattimento con impiego di tecniche Occorre invece rilevare che gli interventi di ge- che assicurino la massima selettività d’azione. stione messi in campo da amministrazioni pub- Di seguito vi è una rassegna sintetica delle di- bliche e da cittadini privati spesso si sono verse tecniche di gestione, raggruppate tra contraddistinti per episodicità e scarsa efficacia, quelle consigliate dalla Lipu e quelle non racco- con carenze in fase di valutazione e quantifica- mandate. Tale valutazione è avvenuta dopo zione dei problemi. Per tali motivi, di solito i pro- un’ampia ed attenta lettura della bibliografia blemi restano non risolti (Baldaccini et al., 2005; scientifica e tecnica (nazionale ed internazio- 12
nale) nonché sulla base della partecipazione a mento di progettisti e tecnici (architetti, ingegneri, convegni di settore e della consultazione di geometri eccetera), compresi gli addetti al servi- esperienze dirette sviluppate da ricercatori ed zio qualità di catene della grande distribuzione. enti pubblici. La prima valutazione che abbiamo Sarebbe opportuno inserire un apposito artico- svolto è quindi di carattere tecnico (efficacia e lato nei regolamenti edilizi e/o di igiene dei co- rapporto costi/benefici), sebbene il giudizio fi- muni, prevedendo l’obbligo per i proprietari di nale sia stato integrato da considerazioni di ca- edifici di occlusione selettiva dei siti di nidifica- rattere etico, che trovano naturale fondamento zione dei piccioni, riguardante sia la fase di rea- nella visione e nella missione della Lipu, ovvero lizzazione di nuovi edifici che quella di nella sua filosofia. Come indirizzo generale, la manutenzione, restauro e ristrutturazione dei Lipu ritiene opportuno ricorrere esclusivamente fabbricati esistenti. Come esempio, citiamo il re- a tecniche ecologiche e incruente, che agiscano golamento edilizio del Comune di Pisa (novem- prevalentemente attraverso il riequilibrio am- bre 2012) che prevede l’obbligo di installazione bientale per ottenere il controllo delle popola- di dissuasori e la chiusura delle aperture nella zioni cittadine del Piccione di città. muratura. Purtroppo in esso si parla di “chiusura A questo proposito, di seguito si evidenziano completa per sfavorire la nidificazione di vola- metodi consigliati, metodi da utilizzare con pre- tili”, mentre sarebbe stato più corretto specifi- cauzione o in determinate circostanze, e metodi care che l’intervento riguarda i soli piccioni, non consigliati e da escludere. prevedendo chiusure soltanto parziali delle ca- vità, in modo da agire selettivamente e non in- 5.1. Metodi consigliati terferire negativamente su altre specie non-target, quali rondoni comuni e pallidi, pas- 5.1.1. Riduzione della capacità portante del- seri, rapaci diurni e notturni, pipistrelli. l’ambiente: limitazione delle risorse (cibo e siti di nidificazione) Limiti: tempi medio-lunghi di attivazione. Potenzialità: metodo ecologico, in quanto insiste 5.1.1.1. Interventi sulle strutture sulle risorse ambientali. 5.1.1.1.1. Progettazione architettonica 5.1.1.1.2. Dissuasori di appoggio consapevole L’utilizzo dei dissuasori di appoggio, meccanici Il primo punto da considerare, tra gli aspetti strut- e con azione incruenta, viene raccomandato turali, è quello di realizzare edifici e altre strutture quale sistema di “difesa passiva” per vari ambiti, che non incentivino la presenza e la nidificazione compresi edifici di civile abitazione, monumenti, dei piccioni. È quello che tecnicamente viene de- palazzi storici, fabbricati rurali, complessi com- finito “esclusione”. Si tratta quindi di approcciare merciali e altre strutture tra cui gli edifici di per- alla progettazione urbanistica ed edilizia consi- tinenza degli aeroporti (Haag-Wackernagel, derando anche i diversi aspetti legati alla conser- 2000; Seamans, 2007). vazione e gestione della biodiversità urbana Il punto di forza di questo approccio è che se si (Dinetti, 2009a; Piras e Fassina 2011). scelgono materiali e tecnologie adatte, si pro- Dal punto di vista tecnico, sono disponibili le ca- duce un effetto duraturo, con costi ammortizza- ratteristiche strutturali necessarie per escludere i bili in un periodo di diversi anni. piccioni, quali altezza e larghezza massima di aper- Se l’uso dei dissuasori è localizzato, può nella ture, larghezza massima di cornicioni, angolo di in- migliore ipotesi “proteggere” il singolo edificio, clinazione in base ai diversi materiali da costruzione ma potrebbe spostare altrove il problema, men- (Haag-Wackernagel e Geigenfeind, 2008). tre un effetto complessivo sull’intera popola- Considerando che la progettazione “bird friendly” zione dei piccioni (e quindi una riduzione della è fin troppo trascurata in Italia, la Lipu promuove capacità portante dell’ambiente) può essere rag- iniziative (convegni, corsi, seminari) rivolte giunto solamente con un’azione coordinata e di espressamente alla formazione e all’aggiorna- ampio respiro. In tal senso, sono da accogliere 13
con interesse i bandi per la concessione di con- 5.1.1.1.2.1. Possibili problemi dovuti all’uso di tributi per interventi tesi all’allontanamento dei alcuni dissuasori piccioni sugli edifici dei centri storici (ad esempio L’utilizzo dei dissuasori ad azione elettrostatica bandi del Comune di Colle di Val d’Elsa del 2003 può essere presa in considerazione, sebbene si e del Comune di Siena del 2010). tratti di un sistema più costoso, da usare in ma- Per ulteriori aspetti connessi con le ordinanze niera circostanziata e con precauzione. Tecnica- comunali, si rimanda all’Appendice II. mente parlando, tutte le parti da proteggere devono essere interessate dallo stimolo, che il Qui di seguito l’elenco dei dissuasori di appog- Piccione di città deve sperimentare affinché non gio che possono essere utilizzati: si posi, senza che insorga assuefazione (Sea- - puntali: è il più usato e conosciuto tra i dissua- mans e Blackwell, 2011). sori. Deve risultare incruento, e quindi con ele- Le eventuali installazioni devono avvenire a re- menti flessibili, teste piatte e arrotondate. Si gola d’arte e da personale specializzato, preve- segnalano in particolare i puntali in plastica dendo una manutenzione periodica che eviti (vedere anche 5.1.1.1.2.1); malfunzionamenti. Si sono infatti verificati casi - filo (filo ballerino o bird wire): di particolare in- di cattivo funzionamento di dissuasori elettro- teresse, sarebbe da usare più spesso, anche statici, che hanno portato alla morte per folgo- come alternativa ai classici puntali (Andelt e razione di uccelli, specie di piccole dimensioni, Burnham, 1993); quali Rondone comune Apus apus, Rondine Hi- - spirale; rundo rustica, Balestruccio Delichon urbicum, - cuneo (the slope, birdslide); Rondine montana Ptyonoprogne rupestris. - ombrello (daddy long legs). Una nota particolare riguarda i dissuasori a pun- tali metallici: secondo i riscontri dei responsabili Altre tipologie di dissuasori di appoggio ven- dei principali Centri recupero fauna selvatica gono periodicamente proposte sul mercato (Crfs) della Lipu, i casi di piccioni con lesioni ri- dalle aziende specializzate. Occorre tuttavia va- conducibili a dissuasori a puntali sono assenti o lutarne di volta in volta l’efficacia, la compatibi- molto rari (Ceccherelli, com. pers.; Manzia, com. lità con il benessere animale e le situazioni pers.). Inoltre, è dimostrabile come sia improba- ottimali di applicabilità. bile trafiggere un piccione con un dissuasore a Per ciascuna situazione e dettaglio architetto- puntali con teste piatte (carcassa di esemplare nico, è necessario scegliere la tipologia di dis- già deceduto). suasore di appoggio più adatta, da installare a Il report prodotto dalla Lipu sui dissuasori a pun- regola d’arte, interessando l’intera superficie da tali metallici è riportato in Appendice III. proteggere. Questo per ragioni di efficacia, eco- nomicità, estetica, ma anche per garantire il be- 5.1.1.1.3. Reti antintrusione e chiusura selet- nessere degli animali, che talvolta va di pari tiva delle cavità riproduttive passo con la stessa efficacia dell’intervento pro- Le reti antintrusione, in polietilene a maglia 5 x posto. In proposito, per fare un esempio, Haag- 5 cm, oppure metalliche con maglia elettrosal- Wackernagel (2000) ha dimostrato che i data (per piccoli spazi), costituiscono il sistema dissuasori cruenti (needle e claw systems) non più efficace per impedire l’accesso dei piccioni hanno efficacia maggiore rispetto a quelli in- in spazi ampi, quali possono essere balconi, ca- cruenti (wire-spikes, birdwire system). pannoni, cortili interni, loggiati, porticati, torri campanarie. Limiti: efficacia circoscritta all’immobile inte- L’installazione deve procedere a regola d’arte, ressato. usando materiale idoneo ed evitando di lasciare Potenzialità: si tratta di un intervento perma- passaggi che potrebbero provocare l’intrappo- nente, ed è una delle poche azioni implementa- lamento dei piccioni o di altri uccelli. Questa bili direttamente dal privato o dai singoli enti nel precauzione deve essere verificata anche attra- caso di edifici pubblici. verso una adeguata manutenzione. Per spazi 14
ampi possono rendersi opportune idonee mar- (Feare, 2004; Haag-Wackernagel, 2012; Schrei- cature di segnalazione dell’ostacolo. ber et al., 2015). Oltre al cibo, anche l’acqua può Analogamente, si può procedere con interventi essere un fattore limitante, su cui intervenire in alle cavità usate per la riproduzione (fori pontai, maniera opportuna (Calandri et al., 2013). sottotetti, cavità in pareti di edifici), che sono in La disponibilità alimentare in un determinato sito grado di ridurre la popolazione (ad esempio, del porta alla concentrazione dei piccioni, e l’offerta 23% a Perugia, Montefameglio et al., 1992). diretta di cibo da parte dei cittadini ne è la causa più frequente (Fraticelli, 2008). I piccioni hanno Questo intervento deve: notevoli possibilità di reperire cibo, sia in am- - essere effettuato quando non vi sono nidifica- biente urbano che nelle aree circostanti, cosic- zioni attive, in modo da non intrappolare i ni- ché fornire cibo aggiuntivo risulta poco utile se diacei; non addirittura nocivo per la salute dei piccioni. - risultare selettivo, trattandosi di una chiusura Ciò, soprattutto se effettuato con cibi poveri di parziale e non totale, in maniera da consentire vitamine e sali minerali (quali pane e pasta) op- il passaggio a specie più piccole e non-target, pure in maniera abbondante e incontrollata, fe- quali rondoni, passeri, codirossi, pipistrelli. In nomeno che genera concentrazioni e stress proposito, esistono diversi casi di ristruttura- nelle popolazioni dei piccioni, stimolandone ec- zioni di edifici storici e monumenti con occlu- cessivamente i ritmi riproduttivi. sione parziale dei fori, per escludere i piccioni Allo scopo di limitare la disponibilità di cibo per i e mantenere la nidificazione dei rondoni (cfr. piccioni, è importante migliorare l’igiene pub- Luini e Viganò, 1995; Imperiale, 2010; Piras e blica, la produzione e lo smaltimento dei rifiuti, e Fassina, 2011). Negli edifici che ospitano co- parallelamente svolgere un’intensa e regolare lonie di pipistrelli (chirotteri) possono essere opera di informazione e sensibilizzazione, sia adottate soluzioni tecniche che escludono verso i cittadini che nei confronti degli operatori. l’accesso ai piccioni (mantenendolo per i Un progetto pilota che ha valutato gli effetti della mammiferi volatori) quali la riduzione delle di- riduzione della disponibilità alimentare è stato mensioni, i passaggi a sifone e l’oscuramento condotto a Barcellona, Spagna, dal 2009 al 2010 (Debernardi e Patriarca, senza data). Per le (Agència de Salud Pública de Barcelona, senza specie con dimensioni simili ai piccioni (ad data). La parte principale del programma ha ri- esempio rapaci diurni e notturni, Taccola Cor- guardato l’informazione e sensibilizzazione dei vus monedula), è necessario allestire nidi arti- cittadini, e ciò ha inciso soprattutto sugli alimen- ficiali idonei, allo scopo di offrire siti alternativi. tatori occasionali, mentre per quelli abituali ha in- fluito su alcune abitudini (orario, quantità di cibo Limiti: efficacia circoscritta all’immobile interes- somministrato). Come risultato, la popolazione sato. dei piccioni nei quartieri coinvolti si è ridotta del Potenzialità: metodo ecologico, perché insiste 40%, e il progetto ha permesso anche di deter- sulle risorse ambientali. minare il “profilo dell’alimentatore” e di analizzare la percezione della gente verso i piccioni. 5.1.1.2. Gestione dell’alimentazione Anche a Venezia è stato ottenuto un buon risul- I più importanti studiosi di piccioni - e di altre spe- tato, vietando la distribuzione di cibo in Piazza cie ornitiche problematiche - hanno varie volte San Marco, così che da una concentrazione affermato che le popolazioni vengono regolate >10.000 individui in 1,3 ettari si è scesi a circa dalla disponibilità di cibo, in maniera densità-di- 1000 piccioni (Giunchi et al., 2012). pendente. La risorsa alimentare è quindi il fattore La strada più volte praticata dalle amministrazioni limitante principale, e una sua riduzione riveste comunali per tentare di limitare la disponibilità di un ruolo centrale nelle strategie di gestione, insi- cibo per i piccioni, è quella di emanare una ap- stendo su tutti e quattro i fattori che agiscono posita ordinanza, azione peraltro messa in atto sulla dinamica della popolazione, vale a dire na- fin dai primi decenni del secolo scorso. Non sem- talità, mortalità, immigrazione ed emigrazione pre, tuttavia, l'iniziativa porta i risultati auspicati, 15
e ciò per varie ragioni: scarsa sensibilizzazione, - il contributo al controllo della popolazione, assenza di controlli, mancato coordinamento con mediante eliminazione o sostituzione delle altre azioni, terminologie non comunicative, am- uova (vedere anche più avanti, alla sezione biti territoriali e divieti troppo generici, assenza di 5.2.3 sulla gestione delle uova); alternative per i cittadini zoofili. - la creazione di un luogo di aggregazione per Il futuro è un approccio moderno, che prevede la cittadinanza; una regolamentazione delle forniture (anziché un - la creazione di uno strumento per attività di rigido divieto), indicazioni su tipologie e quantità educazione ambientale; di cibo, luoghi e periodi, ad uso delle persone - la raccolta delle feci, da utilizzare come ferti- che desiderano alimentare i piccioni. In altre pa- lizzante. role, una vasta e puntuale azione di informa- zione e sensibilizzazione per la cittadinanza, Si deve ad ogni modo considerare che anche prevedendo l’installazione di mangiatoie dedi- l’allestimento di una colombaia debba rientrare cate in aree pubbliche. Un’iniziativa in tal senso in una strategia integrata di gestione, perché se è stata avviata nel 2009 dalla Lipu con il Co- non coordinato con altri interventi (chiusura dei mune di Firenze. Inoltre, è molto utile adottare siti di nidificazione ed altri disincentivi nelle zone la proposta dell’associazione francese problematiche, controlli sanitari, sensibilizza- A.E.R.H.O. che ha formulato uno “statuto del zione dei cittadini), potrebbe portare ad effetti nutritore di piccioni”. controproducenti, aumentando la capacità por- Per altri aspetti connessi con le ordinanze co- tante dell’ambiente, a causa di una maggiore di- munali, si rimanda all’Appendice II. sponibilità di siti di nidificazione. In Italia, alcune prime iniziative in questo senso Limiti: potrebbero essere erroneamente addotte sono state attivate a Pandino (Cr) e Peccioli (Pi), ragioni etiche (“si affamano i colombi”; “non è ma molto resta ancora da fare per standardiz- giusto vietare questo comportamento benevolo zare metodologie e procedure, renderle dispo- verso i volatili”). In aree urbane circondate da nibili sul mercato in maniera adeguata e coltivi, ad una riduzione del cibo in città alcuni valutarne i risultati. piccioni potrebbero effettuare più visite nelle aree rurali, aumentando le problematiche nei Limiti: complessità organizzativa, rischio di au- confronti degli agricoltori. mentare la capacità portante dell’ambiente (se Potenzialità: molto efficace, in quanto il primo non coordinata con altre azioni). elemento che influisce sulle popolazioni è costi- Potenzialità: offre un contributo importante al tuito dalla sovrabbondanza di cibo indotta arti- miglioramento dello stato sanitario e alla limita- ficialmente dall’uomo. zione delle nascite. Capacità di coinvolgimento della gente. 5.1.2. Colombaie gestite L’allestimento di colombaie nei parchi urbani e 5.1.3. Censimenti e monitoraggi in altri ambiti, gestite direttamente dai comuni, La disponibilità di dati aggiornati sulla consistenza è stata proposta come una delle soluzioni più e la dinamica delle popolazioni dei piccioni di città avanzate ed efficaci per affrontare la problema- è fondamentale per motivare e guidare una stra- ticità dei piccioni, così come è effettivamente tegia gestionale, potendone anche valutare i risul- avvenuto in alcune città in Svizzera e Francia tati, così come per fornire informazioni attendibili (Haag-Wackernagel, 1995). e obiettive alla cittadinanza. I dati dei censimenti effettuati in diverse città ita- I punti a favore dell’istituzione di una colombaia liane sono stati pubblicati in varie forme, seb- gestita sono: bene occorra attenzione nell’effettuare - la prevenzione e la cura delle malattie e di in- confronti, a causa dell’eterogeneità delle meto- festazioni parassitarie, grazie alla collabora- dologie di conteggio e di calcolo di volta in volta zione dei veterinari; adoperate (Baldaccini e Ragionieri, 1993; Dinetti 16
e Gallo-Orsi, 1998; Dinetti, 2001a). Ciò pre- port tecnici descrivano accuratamente il metodo messo, i risultati espressi in numero di individui usato e il procedimento di calcolo, vale a dire se e di densità sono riportati in Appendice I. i numeri riportati riguardano i conteggi (censi- La valutazione dell’abbondanza dei piccioni può menti) oppure le stime (applicazione del coeffi- procedere attraverso conteggi completi (censi- ciente di correzione). menti a “massima copertura”) oppure per mezzo Si ritiene che almeno per i centri storici, per sin- di conteggi parziali (transetti, quadrati eccetera). goli quartieri e/o in città di piccole/medie dimen- E’ utile precisare che per censimento si intende sioni, il metodo più valido sia il conteggio il numero di piccioni effettivamente contati dal diretto, con il riporto dei dati su cartografia rilevatore durante i sopralluoghi, mentre per (massima copertura). Proponiamo quindi di stima si intende il numero di piccioni che si pre- usare una versione semplificata del mappaggio, sume frequentino l’area di studio. In questo applicabile anche agli atlanti urbani quali-quan- caso, il censimento è la base di partenza, a cui titativi (Dinetti, 2005), pur tenendo a mente che si applicano “fattori di correzione” per ottenere nel caso del Piccione di città non verranno indi- una proiezione della realtà. In ogni caso, contat- viduati i territori riproduttivi, considerando le abi- tare tutti i piccioni presenti nell’area di studio è tudini gregarie della specie. difficile, a causa della complessità degli ecosi- Una volta individuato il metodo più idoneo al stemi urbani e del comportamento degli stessi contesto, è opportuno mantenerlo nelle repliche piccioni (nascosti in cavità e nidi, celati alla vista successive, al fine di non introdurre ulteriori va- del rilevatore dietro palazzi, trasferiti tempora- riabili quando si effettuano confronti tra serie di neamente nelle campagne periurbane). dati. Ciò appare indispensabile allo scopo di in- Recentemente è stata proposta e utilizzata in al- dividuare il trend della popolazione, ma anche cune città la metodologia del Distance sampling per valutare l’efficacia dei piani di gestione che (Ds) applicata al transetto lineare (Baldaccini et sono stati adottati. al., 2005; Giunchi et al., 2007b; Calvini e Boano, 2013) che dovrebbe essere in grado di produrre Limiti: assenza ad oggi di metodologie standar- quantificazioni più verosimili delle popolazioni dizzate. dei piccioni. Deve essere considerato che, tra Potenzialità: essenziale per tutte le valutazioni e gli assunti del Ds, vi è che tutti gli individui a di- la comunicazione. stanza 0 dal transetto siano contattati, e che le distanze vengano misurate senza errore. 5.1.4. Rapporti con i cittadini Le caratteristiche dell’ambiente urbano (tridi- mensionale, eterogeneo, “impermeabile” per la 5.1.4.1. Sondaggi di opinione per la cittadi- presenza degli edifici) e una serie di problema- nanza tiche nel calcolare le distanze e nell’uso del soft- Un altro ambito di indagine è quello che analizza ware, gettano però diverse ombre il contesto sociale e l’approccio psicologico sull’opportunità di utilizzare questo metodo per della questione, e consiste nell’acquisizione il censimento dei piccioni e degli altri uccelli delle informazioni sulla percezione della gente negli ecosistemi urbani (Dinetti, 2008; Dinetti e rispetto ai piccioni, sulle problematiche lamen- Vignoli, 2012). tate, le tecniche gestionali ritenute più oppor- Sarebbe in ogni caso utile giungere alla standar- tune e il grado di conoscenza in generale della dizzazione di un metodo di censimento dei pic- biodiversità urbana (Giovacchini, 2016). cioni di città nelle aree urbane, che produca dati Le opinioni dei cittadini sono quanto di più mul- il più possibile attendibili e replicabili, ma al tiforme sì possa immaginare, passando dalle po- tempo stesso utilizzi una metodologia sufficien- sizioni estreme di odio a quelle di amore temente agile per essere applicata sul campo ed (espresse anche attivamente, vale a dire ucci- elaborata da ornitologi, enti pubblici, veterinari, sione vs. fornitura di alimentazione). Numerose operatori di gestione faunistica. Al tempo sono le richieste circostanziate per interventi di stesso, è necessario che le pubblicazioni e i re- limitazione espresse nei confronti degli enti locali, 17
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