Il Diabete mellito L'insulina regola la captazione del glucosio

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Il Diabete mellito L'insulina regola la captazione del glucosio
Il Diabete mellito
           L’insulina regola la captazione del glucosio

  Incapacità delle
cellule di captare il           iperglicemia e glucosuria
 glucosio in circolo

Disponendo di meno
 glucosio le cellule           chetonemia e chetonuria
degradano i grassi

                  Danni ai tessuti
Il Diabete mellito L'insulina regola la captazione del glucosio
Esistono tre forme di diabete
  IDDM risponde alla somministrazione di insulina

 NIDDM e MODY non rispondono alla somministrazione di insulina

                        IDDM            NIDDM         MODY
                       (Tipo 1)         (Tipo 2)

  Età di esordio      giovanile         >40 anni     giovanile

   Incidenza           4/1000             6%           raro
   Associato
                         no                si           no
   all’obesità
Associato all’HLA         si               no           no

                       30% MZ        40-100% MZ     Autosomico
   Familiarità
                    6-10% fratelli   30% fratelli   dominante?
Il Diabete mellito L'insulina regola la captazione del glucosio
Diabete mellito insulino-dipendente (IDDM)

      rappresenta il 5% di tutte le forme di diabete

         Malattia autoimmune
         Autoanticorpi distruggono le cellule beta
         delle isole di Langerhans che producono l’insulina

         Si manifesta nel bambino o nel giovane

         Complicanze
                Nefropatia
                Retinopatia
                Neuropatia
                Malattie circolatorie
Il Diabete mellito L'insulina regola la captazione del glucosio
Il locus HLA (Human Leucocyte Antigens)
   Un complesso di oltre 100 geni altamente polimorfici
localizzati sul cromosoma 6 che codificano per gli antigeni
    del complesso maggiore di istocompatibilità (MHC)
             che proteggono le cellule del SELF
                   dall’attacco immunitario
Il Diabete mellito L'insulina regola la captazione del glucosio
Diabete mellito insulino-dipendente (IDDM)
In un primo momento è stato considerato associato al locus DRB1
        Fattori di suscettibilità
Alleli DR3 o DR4 94% dei pazienti - 40% della popolazione
        Fattore protettivo
                Allele DR2

Attualmente si ritiene che il locus interessato sia DQB1
       Allele protettivo: DQB1 (Asp57)
                                                   IDDM1

Influenzato da fattori ambientali - infezioni virali?
Il Diabete mellito L'insulina regola la captazione del glucosio
Il locus dell’insulina

Un VNTR (locus polimorfico con un numero variabile di
ripetizioni) a monte del gene dell’insulina ne regola la
trascrizione

      allele I: 26-63 repeats (trascrizione ridotta)
      allele III: 141-209 repeats (trascrizione normale)

             IDDM2
Il Diabete mellito L'insulina regola la captazione del glucosio
IDDM1 e IDDM2 da soli rendono conto del 45% della
suscettibilità genetica al diabete di tipo IDDM ma sono
  stati identificati altri loci potenzialmente coinvolti

                   Locus     Localizzazione      λs
                IDDM1        6p21             2.6
                IDDM2        11p15            1.29
                IDDM3        15q              -
                IDDM4        11q13            1.07
                IDDM5        6p25             1.16
                IDDM6        18q              1.10
                IDDM7        2q31             1.13
                IDDM8        6p27             1.42
                IDDM9        3q21-25          1.26
                IDDM10       10 cen           1.45
                DXS1068      X                1.21
                GCK1         7p               -
Diabete mellito
NON insulino-dipendente (NIDDM)
             la forma più frequente (85% dei casi)
              incidenza in aumento nei Paesi ricchi

              Resistenza o insensibilità all’insulina
                     degli organi bersaglio

             Fattori di rischio

                   obesità
                   età
                   ridotta attività fisica
                   importanti fattori genetici ignoti
Diabete mellito
NON insulino-dipendente ad insorgenza giovanile

     MODY Maturity Onset Diabetes of the Young
            Simile all’NIDDM ma con esordio giovanile

         Segregazione monogenica con modalità
                 autosomica dominante
     nel 50% dei casi associata a mutazioni del gene
                  Galattochinasi GCK1
Suscettibilità genetica alle malattie
La teoria poligenica dei caratteri quantitativi
                                                        FISHER, 1918
                                       Il carattere ha un valore medio
                                          nella popolazione di 100 U

                                     gli alleli hanno un effetto additivo
                                             ciascun allele A aggiunge 5 U
                                              ciascun allele a sottrae 5 U

                                     la frequenza di ciascun allele è 0.5

                                  Ad ogni genotipo corrisponde un fenotipo

    La stessa situazione con
    due LOCI biallelici A e B
      con effetti additivi

 La relazione genotipo-fenotipo
     è limitata agli estremi
       della distribuzione
La teoria poligenica dei caratteri quantitativi
                                                       FISHER, 1918

                                           La stessa situazione con
                                          tre LOCI biallelici A e B e C

   All’aumentare del numero di
               LOCI
  la distribuzione del carattere
      assume la forma di una
             gaussiana

 La relazione genotipo-fenotipo è limitata agli estremi della distribuzione
Il modello presentato è molto semplificato

Il modello è valido anche
      per altre relazioni di dominanza tra gli alleli
      per frequenze geniche diverse da 0.5

L’interazione tra i geni può essere
                     additiva o moltiplicativa
La teoria poligenica dei caratteri dicotomici o discontinui
                                    Falconer, 1981

                                              I fratelli degli affetti
                                         condividono mediamente la metà
                                             dei geni con gli affetti

                                             La distribuzione della
                                           suscettibilità dei fratelli
                                           è spostata verso destra
                                           rispetto alla popolazione
                                                    generale

                I fratelli degli affetti hanno
              un valore medio di suscettibilità
           superiore alla media della popolazione
              tendono a sviluppare la malattia
La teoria poligenica dei caratteri dicotomici o discontinui
                                    Falconer, 1981

      La predisposizione o
         la suscettibilità
  allo sviluppo di una malattia
          è un carattere
  POLIGENICO CONTINUO
         (non misurabile)
         con una SOGLIA

                     tre loci biallelici contribuiscono al rischio
                    solo chi ha più di cinque alleli predisponenti
                                 sviluppa la malattia

       Gli individui con un valore di suscettibilità superiore alla soglia
                             sviluppano la malattia
La Malattia di Alzheimer
  La forma più comune di demenza senile
        perdita di memoria
        coordinamento spazio-temporale
        deterioramento delle facoltà intellettive

        Incidenza    1/1000 fino a 60 anni
                     3% 65-74 anni
                     19% 75-85 anni
                     47% >85 anni

           Ricorrenza tra fratelli 24-50%
           Concordanza MZ 50-50%

                         Fattori di rischio non genetici
                               esposizione a metalli pesanti
                               traumi cranici
La Malattia di Alzheimer

     I neuroni della corteccia cerebrale e
        dell’ippocampo vanno incontro a
      progressiva degenerazione e morte

Si osservano
          - a livello delle sinapsi placche senili
                           (depositi di proteine amiloidi)
   - nel corpo del neurone i grovigli di neurofibrille
                      (proteine tau del citoscheletro)
La Malattia di Alzheimer

  Nel 10% dei casi si tratta di una forma familiare
con età di esordio
La Malattia di Alzheimer
     Geni implicati nella forma familiare

APP (precursore della proteina beta-amiloide) 21q21.2
      mutazioni 3% dei casi familiari
      sovraproduzione di APP

PSEN1 (Presenilina 1) 14q24.3
      mutazioni 40% dei casi familiari (30-45 anni di età)

PSEN2 (Presenilina 2) 1q32-42
     mutazioni 1% dei casi familiari (45-70 anni di età)

PSEN1 e PSEN2 proteine di membrana implicate nella produzione di APP
       appartengono ad una stessa famiglia genica (67% omologia a livello aa)
La Malattia di Alzheimer

         Il 90% dei casi non sono familiari (sporadici)
    ma il 25-40% dei casi ha almeno un familiare affetto

   L’ApoE (apolipoproteina E)
proteina plasmatica coinvolta nel metabolismo e nel trasporto dei lipidi
       presente nelle placche senili e nei grovigli neurofibrillari

 Il polimorfismo del gene ApoE (19q13.2) è un importante
  fattore di rischio che rende conto della suscettibilità
             nel 40-50% dei casi non familiari
Il polimorfismo del gene ApoE
      Tre alleli
   ApoE2 6%                  ApoE3 78%        ApoE4 16%

                              Genotipo ApoE    Rischio relativo

                                  3/3                 1
                                  2/2                0.9
                                  2/3                0.6
                                  2/4                1.2
                                  3/4                2.7
Genotipo a rischio elevato        4/4               12.5
Le strategie per l’identificazione dei geni di suscettibilità
                      sono più complessi
  di quelli per le malattie mendeliane o quasi-mendeliane

L’analisi di associazione genetica
               con specifici geni o regioni genomiche

L’analisi di associazione statistica
               con specifici geni o regioni genomiche
Identificazione di geni di suscettibilità

     Identificazione di fattori di rischio ambientali

 Prevenzione              Diagnosi                  Terapia
cambiamento             sorveglianza           sviluppo di
dello stile di            medica             terapie mirate
     vita
                          diagnosi               approcci
                          precoce            individualizzati

                                 successo terapeutico
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