Progetto Igea Patto di collaborazione per la bellezza urbana - Il sogno di ...

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Progetto Igea Patto di collaborazione per la bellezza urbana - Il sogno di ...
Comune di Savignano sul Panaro                              Progetto Igea
        Provincia di Modena                     Patto di collaborazione per la bellezza urbana

                                     Progetto Igea
             Patto di collaborazione per la bellezza urbana

Proponente: se fai parte di un’associazione descrivi brevemente le vostre attività.

                        Il sogno di Chico… donare un futuro alla Terra
                              Proposta di Patto di collaborazione

Società Cooperativa di Comunità Savignano 2030
Numero REA: MO - 425045 | P.IVA: 03876810361 | Albo Società Cooperative: C131384
                                           Dallo Statuto
                                           Art. 4 - Scopo
La Cooperativa esprime il proprio impegno nel raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda
2030 dell’ONU per lo Sviluppo Sostenibile, ispirando la propria azione al modello sociale,
economico e culturale dell’Economia Solidale, improntato a principi di eticità e giustizia, di
equità e coesione sociale, di solidarietà e centralità della persona, di tutela del patrimonio
naturale e legame con il territorio.
La Cooperativa fa propri gli obiettivi della Legge della Regione Emilia Romagna n. 6/2006
“Norme per la promozione e lo sviluppo della cooperazione mutualistica in Emilia Romagna”,
dell’accrescimento della cultura cooperativa nell’ambito dello sviluppo sostenibile e
dell’impegno nello sviluppo locale.
La Cooperativa, attraverso la valorizzazione delle competenze della popolazione residente,
delle tradizioni culturali e delle risorse territoriali, persegue lo scopo di soddisfare i bisogni
della Comunità locale, al fine di migliorarne la qualità, sociale ed economica, della vita,
attraverso lo sviluppo di attività economiche eco-sostenibili finalizzate:
     a) alla produzione di beni e servizi;
     b) alla creazione di offerte di lavoro;
     c) al recupero, mantenimento e gestione di aspetti e tipicità della tradizione locale, di
         beni ambientali, artistici e monumentali;
     d) alla condivisione dei valori comuni del territorio.
Il tutto con particolare riguardo:
     a) alla promozione e diffusione di una cultura ambientale ed etica, orientata all'utilizzo
         responsabile delle risorse naturali;
     b) all’adozione di pratiche di risparmio energetico e di valutazione dell'impronta
         ecologica nella gestione domestica e nelle attività produttive;
     c) alla produzione di energia da fonti rinnovabili.
Progetto Igea Patto di collaborazione per la bellezza urbana - Il sogno di ...
Contatti: recapito telefonico, email, ecc.
Sede legale: Via Castello, 24 | Sede operativa: Via Monticelli, 1090 | 41056 Savignano
sul Panaro (Mo)
e-mail: savignano2030@gmail.com | PEC: savignano2030@pec.mailcoop.it | Cellulare:
3891734602.

Descrivi il luogo o il bene comune oggetto della tua proposta: se non hai ancora individuato
un luogo ma hai solo un’idea per un’attività, descrivi il tipo di spazio che hai in mente per
svolgerla.
La Cooperativa di Comunità “Savignano 2030”, facendo propri gli obiettivi dell’Accordo di
Parigi sui cambiamenti climatici, attraverso la strategia locale “Il sogno di Chico… “, intende
contribuire al contrasto ai cambiamenti climatici mediante la piantumazione di essenze
arboree preposte all’assorbimento di anidride carbonica atmosferica.
Il progetto trae spunti da numerose altre iniziative promosse, quali azioni di resilienza ed
adattamento, in collaborazione tra amministrazioni locali, istituzioni, scuole, aziende,
associazioni di categoria e del volontariato, singoli cittadini.
L’iniziativa non intende essere un fatto episodico ma attività duratura al fine di assicurare il
necessario, continuo, accrescimento nel tempo del patrimonio arboreo e la cura
manutentiva delle essenze man mano poste a dimora.
La scelta delle essenze sarà orientata verso esemplari caratterizzati da ottima (o almeno
buona) capacità di mitigazione ambientale espressa nei seguenti termini:

Ulteriori benefici della piantumazioni saranno dati da:
    •  il miglioramento della qualità dell’aria conseguente all’assorbimento di inquinanti ed
       alla cattura di polveri;
    •  il miglioramento del Paesaggio, la creazione di un habitat favorevole alla fauna
       selvatica, la mitigazione degli effetti del vento e del dilavamento della pioggia, una
       migliore tenuta del terreno, impedendo o riducendo l’azione delle frane.
La prima individuazione dei luoghi di piantumazione
In funzione delle finalità dell’iniziativa, sono individuate le prime aree ove procedere alla
piantumazione:

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Indirizzo: in quale Frazione si trova?
                                    Mulino, Castello, Formica

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Esponi la tua Proposta: cosa vuoi fare e gli obiettivi che si propone. A che punto è la tua
idea? Hai già provato a metterla in pratica o sei in contatto con altri cittadini/associazioni
che vogliono aiutarti? In che modo la tua idea migliora la Frazione e coinvolge altri abitanti?
Come detto, la Cooperativa di Comunità “Savignano 2030” si propone di contribuire al
contrasto ai cambiamenti climatici mediante la piantumazione di essenze arboree preposte
all’assorbimento di anidride carbonica atmosferica.
L’idea è in fase di progettazione, al momento è stata valutata la possibilità di n. 3 interventi
in luoghi diversi.
Si propone la richiesta, entro il 20 settembre, alla Regione le piante per realizzare
l’intervento (circa 200).
La richiesta di piantine prodotte nei vivai forestali regionali, relativa all’annata silvana
2019/2020, dovrà avvenire entro il 20 settembre tramite posta elettronica certificata
all’indirizzo segrprn@postacert.regione.emilia-romagna.it.
Nell’esecuzione del progetto ci si avvarrà della partnership scientifica dell’Associazione di
Promozione Sociale Amici dei Parchi di Monteveglio e dell’Emilia, per poter disporre di
qualificato supperto nella scelta di piantumazione delle essenze maggiormente idonee alle
caratteristiche dei luoghi, pedologiche dei terreni, alle condizioni climatiche, di esposizione
solare, di altitudine e, onde evitare la vanificazione del lavoro eseguito, di
approvvigionamento idrico.
L’iniziativa è sostenuta da:
     •   Confcooperative Modena: Associazione di imprese cooperative
     •   Rotary Club Vignola - Castelfranco Emilia – Bazzano: Associazione di imprenditori e
         professionisti
     •   Charly’s Taekwondo Foundation: Attività benefica a favore di minori in Ghana,
         Repubblica Democratica del Congo, Sierra Leone

Quali sono gli impegni e le risorse che vuoi mettere in campo nel patto?
Impegni del Proponente:
   •   piantumare, anche con la collaborazione di volontari ed Associazioni del territorio,
       circa 200 piante da vivaio forestale regionale;
   •   valutare l’opportunità, o meno, di integrare tale disponibilità con ulteriori essenze
       arbustive o da frutto;
   •   concordare con gli uffici competenti, modalità e tempi di messa a dimora;
   •   provvedere, su tutte le piante messe a dimora, con irrigazioni e concimazioni;
   •   mantenere un puntuale censimento di tutti gli esemplari arborei messi a dimora;
   •   coinvolgere nell’iniziativa gli alunni dell’Istituto Comprensivo interessati all’iniziativa;
   •   promuovere, in piena trasparenza, il sostegno e la sponsorizzazione dell’iniziativa da
       parte di imprese, associazioni di categoria, istituzioni, singoli cittadini.

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Come può aiutarti il Comune e come immagini la gestione condivisa del progetto? Il Comune
può aiutarti in molti modi, ad esempio fornendoti i materiali per svolgere la tua attività. Per
conoscere tutte le forme di sostegno previste consulta il Regolamento (da Art. 20 ad Art. 27)
Impegni che si propongono all’Amministrazione comunale:
   •   richiedere le essenze al vivaio forestale regionale;
   •   assistere il Proponente nello svolgimento delle attività, garantendo il necessario
       supporto tecnico, in particolare nell’interlocuzione con le Proprietà private;
   •   utilizzare i mezzi di informazione dell’Amministrazione comunale per la promozione e
       la pubblicizzazione dell’attività dei Proponenti;
   •   individuare forme di riconoscimento pubblico dell’impegno e dell’attività svolta da
       Proponente;
   •   rimborsare i costi relativi alle polizze assicurative.

PS: Maggiori dettagli sono riportati nel progetto denominato: Il sogno di Chico… donare un
futuro alla Terra e nei relativi allegati

Luogo e data
Savignano sul Panaro, 13 settembre 2019

Nota bene:
      la Proposta sarà pubblicata sul sito http://www.savignano.it/;
      per ogni informazione o chiarimento è possibile utilizzare l’indirizzo di posta
      elettronica: info@comune.savignano-sul-panaro.mo.it o contattare il numero di
      telefono: 059.75.99.11 (Dott.ssa Elisabetta Manzini);
      ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. n. 196/2003 (Codice in materia di protezione dei dati
      personali) e successive modifiche, che i dati personali forniti saranno raccolti e
      utilizzati dal Comune di Savignano sul Panaro unicamente per il perseguimento delle
      finalità della presente iniziativa.

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Savignano 2030
                               Società Cooperativa di Comunità
                              #DonoDay2019 Imprese
                                  20 settembre ÷ 13 ottobre 2019
donare un futuro alla Terra
    Il sogno di Chico…

                                                                                            settembre 2019
                                                                                       Savignano sul Panaro

                                     Savignano 2030 - Società Cooperativa di Comunità
        Sede legale: Via Castello, 24 | Sede operativa: Via Monticelli, 1090 | 41056 Savignano sul Panaro (Mo)
               Numero REA: MO - 425045 | P.IVA: 03876810361 | Albo Società Cooperative: C131384
         e-mail: savignano2030@gmail.com | PEC: savignano2030@pec.mailcoop.it | Cellulare: 3891734602
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Il sogno di Chico... donare un futuro alla Terra

“Io sono soltanto uno.
Ma comunque sono uno.
Non posso fare tutto, ma posso fare qualcosa e il fatto che non posso
fare tutto non mi fermerà dal fare quel poco che posso fare.”

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Indice
Dedica-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 5
Sintesi -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 7
Uragano Dorian: servono altre catastrofi per riconoscere il global warming? ------------------------------------------ 8
1.     Cambiamenti climatici ed effetto serra ---------------------------------------------------------------------------------- 9
2.     Il Rapporto IPCC sulla lotta ai cambiamenti climatici ------------------------------------------------------------------ 10
       2.1. L’impatto della deforestazione sui cambiamenti climatici --------------------------------------------------- 10
       2.2. Conseguenze sociali ed economiche dei cambiamenti climatici ------------------------------------------- 10
3.     Come reagisce la Natura - I serbatoi di carbonio ---------------------------------------------------------------------- 11
       3.1. I suoli e gli ecosistemi terrestri ------------------------------------------------------------------------------------- 11
       3.2. I mari e gli oceani ------------------------------------------------------------------------------------------------------ 12
4.     Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile --------------------------------------- 12
5.     Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici ----------------------------------------------------------------------------- 12
6.     A tre anni dall’enciclica Laudato si’, il Vaticano passa all’azione nella lotta per il clima ---------------------- 13
7.     Il Piano Aria Integrato Regionale della Regione Emilia Romagna -------------------------------------------------- 14
8.     Fridays for Future --------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 15
       8.1. Dichiarazione di Losanna sul Clima -------------------------------------------------------------------------------- 15
       8.2. L'Emilia-Romagna dichiara lo stato di emergenza climatica e ambientale------------------------------- 16
9.     Seminario Attenti al meteo - Modena 4 Ottobre 2019 ---------------------------------------------------------------- 16
10. Resilienza ed adattamento: la nuova frontiera della lotta ai cambiamenti climatici -------------------------- 16
11. Economia blu -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 17
12. Contrasto ai cambiamenti climatici ---------------------------------------------------------------------------------------- 18
       12.1. Patto dei Sindaci -------------------------------------------------------------------------------------------------------- 18
                12.1.1. Il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) - Unione Terre di Castelli --------------- 19
                12.1.2. Il nuovo Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia - Unione Terre di Castelli ---------------- 19
       12.2. Piani Clima Territoriali ------------------------------------------------------------------------------------------------ 19
       12.3. Programma di Sviluppo Rurale 2014÷2020 ---------------------------------------------------------------------- 20
13. Il Paesaggio----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 20
       13.1. L’articolo 9 della Costituzione della Repubblica Italiana ----------------------------------------------------- 20
       13.2. La Convenzione Europea del Paesaggio ------------------------------------------------------------------------- 21
       13.3. Osservatorio Regionale per la Qualità del Paesaggio --------------------------------------------------------- 21
14. Dieci motivi per piantare un albero                    ----------------------------------------------------------------------------------- 21
15. “Il sogno di Chico… ” ----------------------------------------------------------------------------------------------------------- 22
       15.1. La prima individuazione dei luoghi di piantumazione --------------------------------------------------------- 23
       15.2. Partnership scientifica ------------------------------------------------------------------------------------------------ 23
                15.2.1. Tipologia essenze e quantitativi di prima piantumazione --------------------------------------- 23
       15.3. Capacità di mitigazione ambientale dell’iniziativa ------------------------------------------------------------- 24
       15.4. L’approvvigionamento dai vivai forestali della Regione Emilia Romagna -------------------------------- 24
       15.5. Un albero per ogni neonato ----------------------------------------------------------------------------------------- 24
       15.6. Proposta di collaborazione ------------------------------------------------------------------------------------------ 25
16. Alcuni importanti progetti di mitigazione dei cambiamenti climatici --------------------------------------------- 26
17. Conclusione ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 27
Documenti allegati---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 27

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Parco nazionale di Yosemite - Stato della California - Stati Uniti

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Dedica

                                    Chico Mendes, Amazzonia 19881

                                                        Il 22 dicembre del 1988 moriva assassinato Chico
                                                        Mendes, grande difensore dei diritti dei seringueiros
                                                        dell’Amazzonia, ucciso davanti alla porta di casa dai
                                                        fazendeiros Alves da Silva, proprietari del seringal
                                                        Cachoeira.
                                                        Chico Mendes era un estrattore di caucciù fin dalla
                                                        nascita. Viveva nello stato dell’Acre in Brasile.
                                                        Il 10 marzo 1976 i lavoratori brasiliani, guidati da Chico
                                                        Mendes, misero in atto la prima empate,
                                                        l’occupazione delle terre, per impedire il
                                                        disboscamento delle foreste ad opera dei grandi
                                                        latifondisti.
Negli anni successivi questa pratica si intensificò sempre di più: i lavoratori delle foreste si riunirono in
assemblee popolari per decidere come resistere alle speculazioni dei grandi proprietari.
I seringueiros, i raccoglitori di gomma, iniziarono a organizzarsi per salvare ettari di foresta, dichiarati
reservas extrativas, dove poter continuare a raccogliere e lavorare il lattice di gomma, raccogliere frutti e
fibre vegetali.
Tra il 1976 e il 1977 le empates si moltiplicarono e i lavoratori vennero colpiti da una dura repressione:
centinaia di seringueiros furono incarcerati, decine uccisi dalle guardie dei latifondisti.
                                                        Chico Mendes partecipò alla fondazione del Sindacato
                                                        dei lavoratori Rurali di Brasileia e Xapuri.
                                                        L’intento era quello di cercare di unire la difesa della
                                                        foresta con la rivendicazione di una riforma agraria.
                                                        Uno degli ultimi empates organizzati da Chico Mendes
                                                        prese di mira il seringal «Equador», la cui proprietà
                                                        era rivendicata dal fazendeiro Darli Alves, allo scopo di
                                                        destinare l’area a pascolo dopo averla disboscata.
                                                        L’uccisione del leader sindacale era da tempo
                                                        pianificata ai livelli alti dell’União Democrática
                                                        Ruralista con coperture politiche e istituzionali,
                                                        l’azione dei seringueiros non era più un fatto isolato e
                                                        doveva assolutamente essere fermata.
Chico Mendes sapeva di essere stato condannato a morte dai latifondisti. In uno dei suoi ultimi discorsi
disse: «Non voglio fiori sulla mia tomba, perché so che andrebbero a strapparli alla foresta. Voglio solo che
la mia morte serva per mettere fine all’impunità dei jagunços, che possono contare sulla protezione della
Polizia federale dell’Acre e che, dal 1975 in avanti, hanno già ammazzato nella zona rurale più di cinquanta
persone come me, leader seringueiros impegnati a salvare la foresta amazzonica e dimostrare che il
progresso senza distruzione è possibile».

1
    https://www.grillonews.it/chico-mendes-amazzonia/

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Il sogno di Chico... donare un futuro alla Terra

Solo la grande indignazione sollevatasi a livello nazionale e internazionale fece sì che Darli Alves, il
mandante dell’omicidio e il figlio Darci, l’esecutore, fossero arrestati e l’omicidio non rimanesse senza
colpevoli come era sempre accaduto in passato.
I due vennero condannati a 19 anni di reclusione ma 4 anni dopo, con la complicità della Polizia, riuscirono
a scappare.
Darli Alves non era l’unico mandante dell’assassinio: dietro ai due latifondisti c’erano fazendeiros dell’UDR
molto più potenti come Joao Branco e Adalberto Aragao, ex sindaco di Rio Branco.
Chico Mendes fu, e resta, uno dei grandi profeti della nonviolenza, dei diritti, della salvaguardia di
quell’ambiente che dovrebbe dare vita ai contadini e che invece, soffocato dalle macchine del profitto
occidentale, toglie vita ai popoli del mondo.
Sono passati venticinque anni. Poco prima di morire Mendes pronunciò queste parole: «Se venisse un
inviato dal cielo e mi garantisse che la mia morte rafforzerebbe la nostra lotta, direi che ne varrebbe la
pena. Ma l’esperienza ci dimostra il contrario. E dunque intendo vivere. Perché voglio salvare l’Amazzonia e
voglio farlo insieme ai molti che ci vivono e che la considerano come la loro Madre: la Madre Terra di tutti i
popoli del mondo».
                                                                                 [Amedeo Tosi – 26.12.2013]

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Il sogno di Chico... donare un futuro alla Terra

Sintesi
L’uomo non ha avuto cura e rispetto della Natura: in un paio di centinaia di anni soltanto, per le proprie
attività, ha estratto dal sottosuolo enormi quantità di risorse, non rinnovabili, lì confinate da centinaia di
milioni anni.
Ora gli effetti del riscaldamento globale (global warming), conseguenza del trasferimento in atmosfera,
ogni anno, di circa 40 miliardi di tonnellate di anidride carbonica (CO2), si manifestano in forma di
fenomeni meteo estremi (uragani, tempeste e inondazioni), scioglimento dei ghiacci polari,
desertificazione.
E’ a rischio di crisi l'equilibrio dell'ecosistema su cui si basa la stessa vita sul nostro Pianeta, la nostra
estinzione è un rischio reale: a fronte di una previsione così drammatica, l’Assemblea Generale delle
Nazioni Unite, nel 2015, ha rivolto invito (Agenda 2030) a bambini e giovani, uomini e donne, istituzioni
locali, società civile e imprese, all'attivismo verso la creazione di un mondo migliore, perché è nelle loro
mani il futuro dell’umanità e del nostro Pianeta.
I giovani del movimento Fridays for Future, giustamente reclamano il proprio diritto al futuro e chiedono, a
gran voce, a politici, governi ed istituzioni, di attivarsi con urgenza per azioni concrete contro i
cambiamenti climatici.
I recenti rapporti globali sul clima espongono in modo chiaro che, se vogliamo puntare a limitare l’aumento
della temperatura mondiale al di sotto della soglia di +1,5°C in più dall'era pre-industriale, non basterà
ridurre o eliminare del tutto le emissioni di CO2, ma occorrerà adottare decisiva strategia di rimozione
dall’atmosfera di miliardi di tonnellate di anidride carbonica, ciò attraverso la conservazione delle foreste
ed una gestione sostenibile del territorio, politiche, queste, in grado di ripulire l’aria con risultati attesi
superiori a qualsiasi altra misura possa essere adottata dall’essere umano.
Il contrasto ai cambiamenti climatici può quindi, efficacemente, realizzarsi anche adottando una tecnologia
da sempre patrimonio del sapere dell’Uomo: piantare alberi, contribuire cioè alla salvaguardia della vita sul
Pianeta adottando strumenti che la Natura ci rende largamente disponibili.
Nella consapevolezza della necessità dell’impegno di tutti, con l’iniziativa “Il sogno di Chico… “, ci si
propone di coinvolgere, mediante Patto di collaborazione, conseguente a Proposta di collaborazione, tra
Amministrazione comunale e Cittadini, la Comunità locale in una strategia locale di piantumazione, su aree
pubbliche e private, di essenze concesse, gratuitamente, dai vivai forestali regionali.
Il risultato di tutto questo non sarà soltanto l’adesione ad indicazioni di distanti Organizzazioni
internazionali, ma anche la risposta a concrete politiche locali di:
    •     lotta ai cambiamenti climatici, definite dal Piano di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES);
    •     mitigazione degli effetti dei mutamenti climatici, definite dal Piano di Sviluppo Rurale (PSR);
    •     miglioramento della qualità dell’aria, definite dal Piano Aria Integrato Regionale (PAIR);
    •     diffusione della cultura del Paesaggio e promozione della sua qualità, definite dall’Osservatorio
          Regionale per la Qualità del Paesaggio.

                     “In pace vixit annos octoginta et instituit arbores quattuor milia.”
                     (Visse in pace ottant’anni e piantò quattromila alberi)

                     Epitaffio di Dione, Cittadino africano dell’impero Romano, II secolo d.C.

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Il sogno di Chico... donare un futuro alla Terra

Uragano Dorian: servono altre catastrofi per riconoscere il global warming?2 3
                                                           L’uragano ora procede a passo d’uomo, lentamente,
                                                           come le nostre coscienze: ha lasciato le Bahamas e
                                                           ora si dirige verso la Florida, a passo d’uomo,
                                                                                                   d’uomo alla
                                                           velocità di soli 1,6 km/h.
                                                           Questo perché avendo trascorso la notte sulla
                                                           porzione occidentale dell’arcipelago caraibico, ha
                                                           potuto rallentare la corsa e ritardare l’arrivo in
                                                           Florida, previsto tra la sera di oggi, martedì, e la
                                                                                                             l
                                                           mattina di domani.
                                                        La NASA ha blindato il Kennedy Space Center di Cape
Canaveral, che si trova proprio sulla traiettoria dell’uragano: la piattaforma di lancio mobile, indispensabile
per i futuri lanci dei sistemi che la Nasa sta sviluppando,
                                                 sviluppando costata 650  0 milioni di dollari, è stata spostata
all’interno di un edificio progettato in modo da resistere a venti superiori a 201,1 km/h, soglia che l’uragano
Dorian ha però superato abbondantemente.
A Grand Bahama, l’isola settentrionale dove ha
toccato terra ed è rimasto oltre 24 ore, Dorian ha
provocato inondazioni tra 5 e 7 metri di acqua, «non
si riusciva a distinguere l’inizio dell’oceano dalla
strada».
È commosso il premier delle Bahamas, che ha
aggiunto: «Questo è il giorno più triste e peggiore
della mia vita
           ita per rivolgermi al nostro popolo».
Il bilancio provvisorio è di almeno cinque vittime ma è
destinato a salire, si parla infatti di centinaia di
persone intrappolate tra le macerie in attesa di soccorsi che procedono a rilento a causa del maltempo e
dellaa inagibilità di molte strade e aree, rese praticamente irraggiungibili, soprattutto a New Providence,
l’isola più popolosa delle Bahamas, dove si è verificato un black out totale.
Si stima che nelle isole che si trovano tra la Florida e Cuba,
                                                         Cuba Dorian abbiaa distrutto almeno 13mila case con
una violenza che è il risultato di una serie di concause:
l’atmosfera instabile, i venti omogenei, l’aria umida e
soprattutto    l’innalzamento       della    temperatura
dell’Oceano Atlantico di ben 2°C oltre la media.
Poiché le temperature delle acque sono aumentate di
1°C, con picchi locali di 2÷3°C,, si stanno formando
uragani sempre più frequenti e distruttivi: al di là delle
discussioni politiche, chi ancora cercasse prove del
surriscaldamento globale, è bene che dia  d uno sguardo
alle immagini degli sfollati e delle case distrutte.
L’origine di Dorian sta lì, nel riscaldamento che molti, troppi, ancora non riconoscono.

2
    https://www.peopleforplanet.it/uragano
    https://www.peopleforplanet.it/uragano-dorian-servono-altre-catastrofi-per-riconoscere-il
                                                                                           il-global-warming/
3
    Ramon Espinosa/AP Photo

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Il sogno di Chico... donare un futuro alla Terra

1.     Cambiamenti climatici ed effetto serra4 5 6
I cambiamenti climatici sono una realtà che sta già provocando impatti e fenomeni di frequenza ed
intensità mai visti, con sofferenze, perdita di vite, sconvolgimento degli ecosistemi e della ricchezza di
biodiversità che sostengono la nostra vita.
                                                           Dalla fine del XIX secolo, con la rivoluzione industriale,
                                                           all’effetto serra naturale, dovuto alla presenza dei gas
                                                           serra7 nell'atmosfera, che, naturalmente, riscaldava la
                                                           Terra e rendeva possibile la vita sul nostro Pianeta, si
                                                           è aggiunto l’effetto serra antropico causato dalle
                                                           emissioni di anidride carbonica, metano e vapore
                                                           acqueo, delle attività umane (industria, agricoltura,
                                                           allevamento, trasporti).
                                                           Le emissioni annue di CO28 dovute all’utilizzo di
                                                           combustibili fossili, sono stimate pari a circa 37,1
                                                           miliardi di tonnellate nel 2018, con un aumento del
                                                           +2,7% rispetto al 2017.
Gli ecosistemi terrestri e marini assorbono circa il 54% di tali emissioni, mentre la restante parte - circa il
46% - si accumula in atmosfera, determinando così l’aumento di circa 100 ppm (parti per milione) della
                                                       concentrazione atmosferica di CO2, elevandone il
                                                       valore a 391 ppm nel 2011, valore superiore
                                                       all’intervallo di concentrazione naturale (180÷300
                                                       ppm) degli ultimi 800.000 anni e molto
                                                       probabilmente degli ultimi 20 milioni di anni.
                                                           Nel maggio 2019, l’Istituto di oceanografia
                                                           dell’Università di San Diego in California, ha fornito un
                                                           dato ancora più preoccupante della media mensile
                                                           della concentrazione atmosferica di CO2, pari a 414
                                                           ppm.
                                                           La presenza di crescenti quantità di gas serra
                                                           nell’atmosfera terrestre è, in larga misura,
                                                           responsabile del mutamento, in corso, del clima
                                                           terrestre che vede l’innalzamento della temperatura
                                                           media sulla Terra oltre i livelli normali9.

4
  https://www.ecoage.it/effetto-serra.htm
5
  ENEA - Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile
6
  https://www.qualenergia.it/articoli/emissioni-di-co2-ai-massimi-livelli-della-storia-nel-2018/
7
  In particolar modo, anidride carbonica, metano e vapore acqueo
8
  Se altri gas hanno un "potere climalterante" molto più alto di quello della CO2, attualmente la CO2 è comunque il
principale e più rilevante gas ad effetto serra (contribuendo per oltre il 55% all'effetto serra odierno e atropicamente
modificato): quindi, quando si parla degli obiettivi di riduzione emissiva si fa sempre riferimento a valori espressi in
termini di CO2eq, una unità di misura che considera la somma ponderata della capacità serra di tutti i gas emessi.
9
  Nel XX secolo si è verificato un riscaldamento climatico medio di 0,74°C negli ultimi 100 anni (1906÷2005) che non
trova precedenti nel resto del millennio né come tasso di crescita né come durata. Gran parte dell’aumento è
concentrato negli ultimi 50 anni (1956÷2005) il cui trend di riscaldamento è di 0,65°C (0,13°C per decennio) mentre
era di “soli” 0,09°C nel primi 50 anni del secolo (1906÷1956). Oggi la NASA parla di un aumento medio della
temperatura sulla superficie terrestre dal 1880 di 0,8°C.

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Il sogno di Chico... donare un futuro alla Terra

2.         Il Rapporto IPCC sulla lotta ai cambiamenti climatici10
Un piano ben definito, per riuscire a limitare, con urgenza, il riscaldamento globale, è quanto propone lo
Special Report on 1.5 degrees Celsius, presentato in Corea nell’ottobre 2018 dal Gruppo intergovernativo
sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change - IPCC).
Il gruppo intergovernativo ha riferito che la conservazione delle foreste e una gestione sostenibile del
territorio, dovranno essere parte integrante e decisiva nelle strategie di mitigazione dei cambiamenti
climatici e della conservazione della biodiversità.
Secondo l’IPCC la distruzione delle foreste per altre forme di uso del suolo, il loro incendio, il drenaggio
delle torbiere e delle aree umide, la distruzione di prati e di pascoli, sono alla radice delle emissioni di
enormi quantità di anidride carbonica.
La distruzione degli ecosistemi naturali e seminaturali è grave non solo perché contribuisce all’effetto serra
ed ai cambiamenti climatici, ma anche perché rimuove una funzione chiave che gli ecosistemi garantiscono
all’umanità, quella di assorbire le emissioni dall’atmosfera e sequestrarle nelle piante e nel suolo sotto
forma di sostanza organica.
Con questo degrado e consumo di suolo stiamo pericolosamente rinunciando ad un’opzione importante per
raggiungere il livello net zero emissions entro il 2050, il target che lo Special Report 1.5 dell’IPCC indica ai
decisori politici per contenere il riscaldamento globale entro +1,5°C.
Documenti allegati:
       •    Allegato 1 - Comunicato stampa sintesi per decisori politici;
       •    Allegato 2 - Domande e risposte;
       •    Allegato 3 - Grafica.
2.1.       L’impatto della deforestazione sui cambiamenti climatici11
Quando si tratta di affrontare il cambiamento climatico, l’attenzione si concentra, giustamente, sulla
riduzione dell’utilizzo dei combustibili fossili e sullo sviluppo di fonti energetiche sostenibili.
Un recente studio di ricercatori statunitensi dimostra che «La deforestazione ed il successivo utilizzo di
terreni agricoli o pascoli, in particolare nelle regioni tropicali, contribuiscono maggiormente al
cambiamento climatico rispetto a quanto precedentemente pensato».
Lo studio dimostra anche quanto questo impatto sia significativamente sottovalutato e sottolinea che:
“Anche se venissero eliminate tutte le emissioni di combustibili fossili, se i tassi di deforestazione tropicali
continueranno ad essere costanti fino al 2100, non limiteremo ad 1,5°C l’aumento del riscaldamento
globale”.
Oltre all’eliminazione dei combustibili fossili, per prevenire il riscaldamento globale, le comunità
scientifiche e politiche devono quindi prestare attenzione ai cambiamenti nell’uso del suolo, poiché gli
effetti della deforestazione non sono trascurabili.
2.2.       Conseguenze sociali ed economiche dei cambiamenti climatici
A causa del cambiamento climatico, nelle regioni equatoriali e tropicali del Pianeta, si stanno espandendo
le zone aride.
A sua volta la desertificazione causerà flussi demografici migratori verso le zone temperate per sfuggire al
problema della siccità e della scarsa fertilità del suolo, con enormi conseguenze sociali ed economiche su

10
  https://ipccitalia.cmcc.it/ipcc-special-report-global-warming-of-1-5-c/
11
      http://www.greenreport.it/news/clima/limpatto-della-deforestazione-sui-cambiamenti-climatici-doppio-quel-si-
credeva/

                                                          10
Il sogno di Chico... donare un futuro alla Terra

scala globale.
L'incremento della temperatura degli oceani favorisce l'evaporazione dell'acqua, aumentando così
l'intensità dei fenomeni meteorologici più violenti (uragani, tifoni, ecc.) e le precipitazioni piovose
abbondanti nelle regioni temperate.
Questi fenomeni provocano enormi danni a causa delle esondazioni dei fiumi e dell'allagamento delle terre
coltivabili e delle aree urbane.
Altra conseguenza dell'effetto serra è lo scioglimento dei ghiacci nelle regioni polari: oltre a provocare
l'innalzamento del livello del mare sulle zone costiere12, lo scioglimento dell'acqua dolce dei ghiacci polari
rischia di modificare la salinità delle acque oceaniche con gravi conseguenze sul flusso delle correnti
marine.
3.         Come reagisce la Natura - I serbatoi di carbonio13 14
Le capacità ricettive dell’ambiente sono riuscite, fino ad un recente passato, a far rientrare la CO2 emessa,
nel ciclo naturale del carbonio, ma il suo tasso di crescita nella composizione dell’atmosfera, dovuta
all’estrazione, ad opera dell’uomo, di carbonio dal sottosuolo, sta rapidamente aumentando.
Vediamo come reagiscono gli ecosistemi terrestri e marini, definiti serbatoi di carbonio per la loro capacità
di assorbire CO2, all'aumento della stessa CO2 in atmosfera.
3.1.       I suoli e gli ecosistemi terrestri
Nei suoli ed ecosistemi terrestri, la fotosintesi clorofilliana asporta il carbonio dall’atmosfera e lo fissa nei
tessuti vegetali.
I boschi, in particolare, sono in grado di trattenere CO2, integrando il carbonio nella loro biomassa:
       •    nelle foglie, per un periodo di alcune ore fino a qualche mese;
       •    all’interno di rami e germogli, per diversi anni;
       •    nel tronco, per decenni e secoli;
       •    nel suolo, per secoli e millenni.
contribuendo quindi a mitigare l'impatto di questo gas serra sull'atmosfera.
In risposta all’aumento delle concentrazioni atmosferiche di CO2, tali serbatoi di carbonio tendono, in una
prima fase, ad aumentare l’assorbimento: questo processo non prosegue però all’infinito, al
raggiungimento di determinati valori di concentrazione di CO2 in atmosfera, la loro capacità di sequestro di
carbonio diminuisce fino al punto in cui, da assorbitori, si trasformano in emettitori.
Se oltre ad aumentare la concentrazione di CO2 aumenta anche la temperatura, si innesca un processo
contrapposto: aumentano i processi di respirazione delle piante e dei suoli ed accelera il ritmo di
decomposizione della materia organica, superata una certa soglia di temperatura, i sistemi vegetali da
assorbitori diventano emettitori e la biomassa si depaupera.
Un’ulteriore, rilevante, causa di aumento della concentrazione di CO2 in atmosfera, è costituita dalle attività
di deforestazione e dagli incendi che, anche per opera dell’uomo, da ultimi quelli dell’estate 2019, hanno
funestato Siberia, Isole Canarie, Alaska, Groenlandia e Brasile,15 16 devastando foreste in cui sono
intrappolati ingenti quantitativi di carbonio.

12                                                                                     2
   Entro il 2100 il livello del mar Mediterraneo salirà di circa un metro, oltre 5.600 km di coste italiane sommerse dal
mare (ENEA)
13
   https://www.wwf.it/il_pianeta/cambiamenti_climatici/come_reagisce_la_natura/
14
   https://www.etifor.com/it/wp-content/uploads/sites/2/2017/07/AccordivolontariCO2-INEA-2011.pdf
15
   https://www.snpambiente.it/2019/08/23/amazzonia-in-fiamme-la-grande-riserva-di-ossigeno-del-pianeta/
16
   https://www.snpambiente.it/2019/08/29/lamazzonia-brucia-ed-e-un-problema-per-tutti-noi/

                                                          11
Il sogno di Chico... donare un futuro alla Terra

Documenti allegati:
       •    Allegato 4 - Gli accordi volontari per la compensazione della CO2.
3.2.       I mari e gli oceani
Se aumenta la concentrazione di CO2 in atmosfera, aumenta la produttività marina in quanto mette a
disposizione degli organismi una maggiore quantità di carbonio e dunque, in una prima fase, l’assorbimento
oceanico cresce.
All’aumentare della concentrazione, l’efficienza della capacità di assorbimento dell’oceano si riduce fino a
raggiungere un valore limite oltre il quale l’assorbimento oceanico non cresce più.
Se la temperatura aumenta, si riduce anche la solubilità dell’anidride carbonica nelle acque oceaniche e, di
conseguenza, diminuisce la capacità di sequestro e immagazzinamento del carbonio atmosferico da parte
dell’oceano.
4.         Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile17
                                                           Le conseguenze del cambiamento climatico hanno
                                                           indotto l’Assemblea Generale dell’Organizzazione
                                                           delle Nazioni Unite, nel settembre 2015, ad esprimere
                                                           la volontà di curare e salvaguardare il nostro Pianeta
                                                           ed a riconoscere la necessità di adottare misure
                                                           urgenti al fine di condurre il mondo sulla strada della
                                                           sostenibilità e della resilienza.
                                                         L’Agenda, sempre in riferimento ai cambiamenti
                                                         climatici, sostiene che: “Siamo determinati ad
affrontare in maniera decisiva la minaccia rappresentata dai cambiamenti climatici che richiedono la più
ampia cooperazione internazionale per accelerare la riduzione delle emissioni di gas effetto serra ed
affrontare le pratiche di adattamento agli effetti negativi del cambiamento climatico. Notiamo con
profonda preoccupazione un divario significativo tra l’effetto
complessivo degli impegni di mitigazione presi dagli Stati in         “Stiamo prendendo una decisione di
termini di emissioni globali di gas serra entro il 2020 ed i          grande importanza storica. Decidiamo di
modelli aggregati di emissioni, che incrementano la                   costruire un futuro migliore per tutte le
                                                                      persone. Potremmo essere l'ultima
probabilità di limitare l’aumento della temperatura media
                                                                      generazione ad avere la possibilità di
globale al di sotto dei +2°C (o al di sopra dei +1,5°C) rispetto ai   salvare il Pianeta.”
livelli preindustriali.”
5.         Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici18
Alla Conferenza sul Clima di Parigi del dicembre 2015, 195 Paesi hanno adottato il primo Accordo universale
e giuridicamente vincolante sul clima mondiale.
L’Accordo, ideale prosecuzione del cammino intrapreso dalla comunità internazionale con il Protocollo di
Kyoto,19 definisce un piano d’azione globale, inteso a rimettere il mondo sulla buona strada per evitare
cambiamenti climatici pericolosi, limitando il riscaldamento globale ben al di sotto dei +2°C.
Esso è un ponte tra le politiche odierne e la neutralità rispetto al clima entro la fine del secolo.

17
   https://www.unric.org/it/images/Agenda_2030_ITA.pdf
18
   https://ec.europa.eu/clima/policies/international/negotiations/paris_it
19
   Il protocollo di Kyoto è un trattato internazionale in materia ambientale riguardante il surriscaldamento globale,
sottoscritto nel 1997 nella città giapponese di Kyoto da più di 180 Paesi. Il trattato prevede l'obbligo di operare una
riduzione delle emissioni di elementi di inquinamento di “gas serra” in una misura non inferiore all'8,65% rispetto alle
emissioni registrate nel 1990, considerato come anno base, nel periodo 2008-2012.

                                                           12
Il sogno di Chico... donare un futuro alla Terra

Mitigazione: ridurre le emissioni
I governi hanno concordato di:
                                                           •          mantenere        l'aumento     medio      della
                                                           temperatura mondiale ben al di sotto di +2°C rispetto
                                                           ai livelli preindustriali come obiettivo a lungo termine;
                                                           •          puntare a limitare l'aumento a +1,5°C, dato
                                                           che ciò ridurrebbe in misura significativa i rischi e gli
                                                           impatti dei cambiamenti climatici;
                                                           •          fare in modo che le emissioni globali
                                                           raggiungano il livello massimo al più presto possibile,
                                                           pur riconoscendo che per i Paesi in via di sviluppo
                                                           occorrerà più tempo;
                                                           •          procedere successivamente a rapide riduzioni
                                                           in conformità con le soluzioni scientifiche più
                                                           avanzate disponibili.
Prima e durante la Conferenza di Parigi, i Paesi hanno presentato Piani Nazionali di Azione per il Clima, non
ancora sufficienti per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di +2°C, ma l’Accordo traccia la strada
verso il raggiungimento di questo obiettivo.
Perdite e danni
L’Accordo riconosce:
     •    l'importanza di scongiurare, minimizzare ed affrontare le perdite ed i danni associati agli effetti
          negativi dei cambiamenti climatici;
     •    la necessità di cooperare e migliorare la comprensione, gli interventi ed il sostegno in diversi campi,
          come i sistemi di allarme rapido, la preparazione alle emergenze e l'assicurazione contro i rischi.
Ruolo delle città, delle regioni e degli enti locali
L'Accordo riconosce il ruolo di città, regioni, enti locali, nell'affrontare i cambiamenti climatici, invitandoli a:
     •    intensificare i loro sforzi e sostenere le iniziative volte a ridurre le emissioni;
     •    costruire resilienza e ridurre la vulnerabilità agli effetti negativi dei cambiamenti climatici.
Ruolo dell’UE
L’UE sta già adottando misure per attuare l’obiettivo di ridurre le emissioni almeno del 40% entro il 2030.
6.       A tre anni dall’enciclica Laudato si’20, il Vaticano passa all’azione nella lotta per il clima21
Il contrasto ai cambiamenti climatici richiede onestà, coraggio          “Dobbiamo agire subito, tutti insieme. In
e responsabilità, soprattutto da parte dei Paesi più potenti e           questo secolo ci sono segni che
inquinanti.                                                              preannunciano un olocausto ecologico
A tre anni dalla pubblicazione, nel maggio 2015, dell’enciclica          molto pericoloso, in pochi anni il mondo
                                                                         vedrà almeno 150 milioni di persone che
Laudato si’, Papa Francesco è tornato a parlare di ecologia,
                                                                         faranno di tutto per avere un bicchiere
riduzione dei gas serra e sviluppo sostenibile: lo ha fatto              d’acqua.”
intervenendo alla conferenza internazionale Salvare la nostra
casa comune e il futuro della vita sulla Terra, organizzata nel luglio 2019 in Vaticano, per valutare l’impatto
dell’enciclica ed individuarne i possibili sviluppi futuri.
20
       http://w2.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals/documents/papa-francesco_20150524_enciclica-laudato-
si.html
21
   https://www.lifegate.it/persone/news/conferenza-laudato-si

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Il sogno di Chico... donare un futuro alla Terra

Il Pontefice ha sottolineato come per scongiurare il pericolo di       “Dobbiamo muoverci e dobbiamo farlo in
lasciare alle generazioni future macerie, deserti e sporcizia, sia     fretta perché da questo dipenderà la vita di
necessario onorare gli impegni assunti a Parigi per evitare le         tante persone che oggi sono giovani, ogni
peggiori conseguenze della crisi climatica, perché non                 anno che trascorriamo negoziando è
possiamo permetterci di perdere tempo in questo processo.              tempo perduto.”

Un monito forte, a maggior ragione in un momento storico che vede gli Stati Uniti e l’Europa alle prese con
la gestione di un fenomeno migratorio senza precedenti, alimentato anche dai cambiamenti climatici.
Papa Francesco, chiudendo i lavori, ha incoraggiato tutti a lottare per un radicale cambiamento:
L’ingiustizia non è invincibile, ma serve quel radicale cambio di passo che, dal 2015 ad oggi, si è solo
intravisto.
7.    Il Piano Aria Integrato Regionale della Regione Emilia Romagna22 23
                              Nell’aprile 2017 la Regione Emilia-Romagna, in attuazione della Direttiva
                              Europea 2008/50/CE che pone l’obbligo di valutare la qualità dell’aria ambiente
                              e di adottare le misure finalizzate a mantenere la qualità laddove è buona e
                              migliorarla negli altri casi, ha approvato il Piano Aria Integrato Regionale
                              (PAIR2020).
Nella nostra Regione, il sistema di valutazione mostra
il superamento dei valori limite e dei valori obiettivo
su diverse aree del territorio: i parametri più critici
sono il particolato atmosferico (PM10 e PM2.5), gli
ossidi di azoto (NOx) e l’ozono (O3).
Gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute
umana e sull’ambiente, sono ormai noti, confermati
da numerosi studi scientifici e dalle principali
istituzioni, come l’Organizzazione Mondiale della
Sanità, la quale evidenzia effetti avversi anche a
concentrazioni inferiori agli standard fissati
dall’Unione Europea.
A ciò si aggiunge il fatto che lo Stato italiano è già stato condannato dalla Corte di Giustizia Europea per il
superamento dei valori limite di particolato atmosferico, anche su zone che ricadono nel territorio
dell’Emilia-Romagna e che una nuova procedura è già stata avviata dalla Commissione Europea a fronte del
perdurare dei superamenti.
Con orizzonte temporale massimo l’anno 2020, obiettivo del Piano è la riduzione delle emissioni degli
inquinanti più critici (PM10, biossido di azoto e ozono) attraverso una serie di provvedimenti che
consentano il risanamento della qualità dell’aria e di rientrare nei valori limite fissati dalla direttiva
europea, ma anche diminuire dal 64% all’1% la popolazione esposta alle conseguenze del superamento del
valore limite del PM10.
Per raggiungere questi obiettivi, il PAIR mette in campo azioni e misure che vanno ad agire su tutti i settori
emissivi e che coinvolgono tutti gli attori del territorio regionale, dai cittadini alle istituzioni, dalle imprese
alle associazioni, individuando circa 90 misure, tra le quali figura la seguente:

22
          http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/it/aria/temi/pair2020/documenti-del-piano-approvato/pair-2020-
documenti-del-piano-approvato
23
   https://www.arpae.it/dettaglio_generale.asp?id=3890&idlivello=2054

                                                        14
Il sogno di Chico... donare un futuro alla Terra

 Denominazione misura                   Ampliamento delle aree verdi e alberature in ambito urbano
                                                                     2
                                        •   Aumentare del 20% i m di aree verdi per abitante nell’area comunale o
                                                                         2
 Obiettivo                                  raggiungere la quota di 50m per abitante
                                        •   Porre a dimora un albero per ogni neonato
 Riferimento Normativo                  Legge 113/1992
                                              113       (Obbligo di porre a dimora un albero per ogni neonato)
                                        POR FESR 2014-2020
                                                  2014       (aree urbane)
 Risorse finanziarie                    PON Città metropolitane
                                        PSR 2014-2020
                                            2014       - misure forestali (aree periurbane)
 Impatto sulla riduzione delle
                                        NOx, particolato, gas serra
 emissioni inquinanti
                                               2
                                        •    m di verde urbano
 Indicatore di realizzazione
                                        •    n. alberi nell’area comunale

Documenti allegati:
       •    Allegato 5 - PAIR2020 - Relazione generale di Piano
8.         Fridays for Future24
                                  Fridays for Future è un grande movimento nato, in modo spontaneo, in risposta
                                  all'attivismo di Greta Thumberg, la 16enne svedese che dall’agosto del 2018,
                                                                                                            2018
                                  ogni venerdì, ha iniziato a manifestare davanti
                                                                          davanti al Parlamento del suo Paese per
                                  chiedere,
                                          re, a gran voce, azioni concrete contro i cambiamenti
                                                                                         cam           climatici e
                                  reclama il proprio diritto al futuro.
                                  reclamare
                                  L’appello
                                    appello di Greta
                                               Gr ta non ha mezzi termini: “il Pianeta sta morendo e i governi
                                  devono agire. Gli obiettivi da rispettare sono quelli fissati dall'Accordo di Parigi
                                  del 2015: mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei +2°C e fare i
                                  più grandi sforzi per non superare
                                                            superare l'aumento di temperatura di +1,5°C rispetto
ai livelli preindustriali”.
Greta ha ispirato persone di ogni età, che,
                                       che in molti Paesi del               “Siamo qui per farvi sapere che il
mondo, hanno iniziato a dedicare tempo a favore del clima.                  cambiamento sta arrivando, che vi piaccia
                                                                            o no. Il vero potere appartiene alle
Le iniziative Fridays for Future nascono dal basso, prendono                persone.” (Greta Thunberg)
forme e contesti diversi, ma sempre a favore del clima, si
svolgono in modo pacifico e si stanno diffondendo dalle piccole città alle grandi metropoli.
8.1.       Dichiarazione di Losanna sul Clima25
                                  Per la prima volta dalla nascita del movimento
                                                                       m           Fridays for Future, più di 400
                                  giovani, provenienti da 38 paesi, hanno lanciato o un chiaro appello ad agire,
                                  mediante tre richieste
                                                ichieste fondamentali volte a contrastare l'emergenza
                                                                                          l'          climatica.
                                  Si sono uniti per creare un documento comune,
                                                                            comune la Dichiarazione di Losanna sul
                                  Clima e chiedere
                                           chied      ai politici, ai governi ed alle istituzioni,
                                                                                      istituzioni di attivarsi subito,
                                  Dichiarazione che esprime un'unità d'intenti e tre richieste principali.
                                  Dichiarazione di Intenti
                            Ci troviamo ad un crocevia della storia. Se nonnon intraprendiamo un'azione
radicale, se non effettuiamo adesso cambiamenti senza precedenti in tutti gli aspetti della società, il mondo
così come lo conosciamo e amiamo potrebbe essere perduto per sempre.

24
  https://www.wwf.it/fridays_for_future.cfm
25
     https://www.welfarenetwork.it/diramazione
           //www.welfarenetwork.it/diramazione-ufficiale-della-dichiarazione-di-losanna-sul
                                                                                        sul-clima-fridays-for-future-
20190827/

                                                             15
Il sogno di Chico... donare un futuro alla Terra

Il collasso della nostra società e dei nostri ecosistemi sono all'orizzonte ed il tempo sta per scadere.
Quello che avverrà nei prossimi mesi e anni determinerà il futuro della specie umana. La nostra estinzione
collettiva è un rischio reale.
Politici in ogni parte del mondo stanno ignorando                         "Nessuno può sconfiggere la crisi climatica
                                                                          da solo. L'unica via d'uscita da questo
l'emergenza, ma noi abbiamo deciso che non possiamo più
                                                                          disastro è che le persone si uniscano e
aspettare. Ci siamo riuniti a Losanna perché siamo accomunati             agiscano insieme.”
dalle nostre paure e dai nostri obiettivi, e il tempo di agire è
ora. Noi abbiamo a cuore il futuro.
                                                                          "La Dichiarazione scritta da così tanti
La crisi climatica non conosce confini, noi nemmeno.                      giovani provenienti da altrettanti paesi è un
                                                                          chiaro appello all'azione. Potrebbe segnare
Insieme cambieremo in meglio questo mondo. Per noi e per
                                                                          l'inizio di un grande cambiamento e di una
tutte le generazioni che verranno.
                                                                          nuova epoca, una straordinaria speranza
Dichiarazione delle richieste                                             per molti scienziati e per l'umanità intera.”

       •    Contenete l'aumento della temperatura media globale entro +1,5°C, rispetto al livello pre-
            industriale.
       •    Garantite giustizia climatica, nel rispetto dell’equità.
       •    Seguite la Scienza più autorevole e unita attualmente disponibile.
Dinnanzi all'immobilismo dei governi, gli attivisti climatici di Fridays for Future continueranno a scioperare.
8.2.       L'Emilia-Romagna dichiara lo stato di emergenza climatica e ambientale
La Regione Emilia-Romagna conferma il proprio impegno per la lotta ai cambiamenti climatici e raccoglie
l’allarme lanciato dai ragazzi di Fridays for Future, che chiedono azioni concrete in difesa dell’ambiente e
reclamano il proprio diritto al futuro con l’obiettivo di zero emissioni al 2030.
Lo fa formalmente, deliberando la dichiarazione di emergenza climatica e ambientale “quale assunzione di
consapevolezza e responsabilità politica, per il coordinamento e rafforzamento delle politiche, azioni e
iniziative volte al contrasto del cambiamento climatico”, iniziando un percorso di ascolto e confronto con
l’obiettivo di condividere una road map verso una sensibile riduzione delle emissioni climalteranti.
9.         Seminario Attenti al meteo - Modena 4 Ottobre 2019
I cambiamenti climatici sono già una realtà ed ormai dobbiamo adeguarci e convivere con gli eventi meteo
estremi, naturalmente senza dimenticare di mitigarne le cause.
Non basta più parlare di gas serra, di come eliminare i combustibili fossili e di come aumentare l’uso di
energie rinnovabili, bisogna piantare alberi e smettere di deforestare, ma anche imparare come
comportarsi quando il clima manifesta il peggio di sé.
Come conseguenza del riscaldamento globale, gli eventi meteorologici estremi saranno sempre più
frequenti ed intensi.
Questo cambiamento sta avvenendo troppo velocemente per permettere alla società di adattarsi
attraverso un processo fisiologico e progressivo: esiste una nuova quotidianità climatica, una “nuova
normalità” per la quale non siamo preparati.
Documenti allegati:
       •    Allegato 6 - Attenti al meteo.
10.        Resilienza ed adattamento: la nuova frontiera della lotta ai cambiamenti climatici26

26
     https://www.italiaclima.org/resilienza-e-adattamento-la-nuova-frontiera-della-lotta-al-cambiamento-climatico/

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Il sogno di Chico... donare un futuro alla Terra

A fronte di una sempre più diffusa consapevolezza che i primi effetti dei cambiamenti climatici sono già
visibili e destinati ad aumentare in futuro, è necessario rafforzare le iniziative per l’adattamento a livello
nazionale, regionale e locale, così da poter fronteggiare gli eventi climatici che colpiranno sempre più
frequentemente il nostro Pianeta.
Infatti sono in aumento fenomeni meteorologici estremi destinati a tradursi in ingenti perdite economiche,
problemi di sanità pubblica e perdite umane, come ondate di calore, incendi boschivi e siccità, o
precipitazioni abnormi con conseguente rischio di inondazioni: è stato stimato che nel 2015 il numero di
disastri ambientali è ammontato a 376, in aumento rispetto al 2014 nel quale sono stati registrati 330
eventi estremi.
Queste catastrofi naturali, oltre a causare moltissime vittime, coinvolgono milioni di persone le quali
vengono private delle proprie terre, delle case, del lavoro, per non parlare della distruzione di interi habitat
naturali.
Dalla stima dei costi e dei benefici futuri emerge che ogni euro speso per proteggerci dalle inondazioni ci
farebbe risparmiare sei euro di danni.
Il costo annuo del mancato adattamento ai cambiamenti climatici ammonterebbe almeno a 100 miliardi di
euro nel 2020, per salire a 250 miliardi nel 2050.
Risulta quindi evidente la necessità di porre in essere una strategia locale che incorpori l’analisi dei
mutamenti climatici in atto, nella definizione di politiche e azioni di mitigazione e adattamento oltre a
prevedere l’adozione di soluzioni e tecnologie intelligenti per affrontare i cambiamenti climatici,
nell’interesse dei cittadini e dello sviluppo economico.
La resilienza, ossia come aiutare la popolazione, le organizzazioni ed i sistemi vulnerabili a resistere, persino
a prosperare, in seguito a imprevedibili eventi distruttivi, è un concetto relativamente nuovo ma strategico
per rispondere prontamente agli effetti dei cambiamenti climatici.
11.      Economia blu27 28
Da Green.it: Ma gli ecosistemi naturali funzionano in modo molto diverso.
Generare rifiuti in sé non è il vero problema che dobbiamo risolvere; se una specie vivente non genera rifiuti,
molto probabilmente è morta.
Il problema è che sprechiamo i rifiuti che generiamo.
La trasformazione di rifiuti in nutrienti genera e richiede energia mentre noi siamo sempre alla ricerca di
fonti energetiche, ma ci dimentichiamo che gli ecosistemi naturali non sono attaccati alla rete elettrica:
nessun elemento dell’ecosistema necessita di combustibili fossili o di una connessione alla rete per produrre;
i sistemi naturali non generano rifiuti, tutto rimane nel flusso dei nutrienti in natura, i rifiuti prodotti dagli
uni sono sempre un nutriente o una fonte di energia per gli altri (Circular Economy).
Il contrasto ai cambiamenti climatici comporta l’adozione di più efficienti modalità d’uso delle risorse non
rinnovabili, obiettivo, questo, della cosiddetta economia blu, modello economico dedicato alla creazione di
un ecosistema sostenibile grazie alla trasformazione, in merce redditizia, di sostanze precedentemente
sprecate: un modello attento alle riserve naturali esauribili ed alla crescita economica nel rispetto
dell'ambiente e dei suoi limiti.
Essa rappresenta uno sviluppo dell'economia verde: mentre quest'ultima prevede una riduzione di CO2
entro un limite accettabile, l'economia blu prevede di arrivare ad emissioni zero di CO2, si basa
sull’imitazione dei sistemi naturali e sul continuo riutilizzo delle risorse, senza produrre rifiuti e senza
sprechi.

27
     https://it.wikipedia.org/wiki/Economia_blu
28
     https://www.green.it/economia-blu/

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